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Qin Gang parte per Manila, momento difficile tra Cina e Filippine

Qin Gang parte per Manila, momento difficile tra Cina e FilippineRoma, 20 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang si recherà domani nelle Filippine, in un momento in cui le relazioni – già complicate dalla disputa territoriale relativa al Mar cinese meridionale – vivono una crescente incertezza dopo che Manila ha stretto in maniera più evidente l’alleanza con gli Stati uniti, accordando a Washington anche la possibilità di usare ulteriori quattro basi militari, comprese due strutture si affacceranno sulla costa di fronte a Taiwan.

Quella che partirà domani sarà la prima visita di Qin nell’arcipelago del Sudest asiatico da quando si è insediato come capo della diplomzia cinese, alla fine dello scorso anno, e si tratterà anche del primo viaggio di un funzionario di alto rango nelle Filippine dalla visita del presidente Ferdinando Marcos Jr. a Pechino a gennaio, quando le due parti si impegnarono a rafforzare la cooperazione strategica e a gestire pacificamete la loro disputa sul Mar cinese meridionale. Qin incontrerà il suo omologo filippino Enrique Manalo durante una visita di tre giorni. I ministri dovrebbero discutere di “aumentare e rafforzare la cooperazione nei settori dell’agricoltura, del commercio, dell’energia, delle infrastrutture e delle relazioni interpersonali”, secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri filippino. Però, probabilmente, il punto più in alto in agenda sarà quello della sicurezza e della politica internazionale.

La Cina rivendica la sovranità su una vasta parte del Mar cinese meridionale, in concorrenza con diversi paesi della regione, tra i quali in prima fila le Filippine. Inoltre, le due parti discuteranno certamente del nuovo patto rafforzato di difesa siglato da Manila con Washington, che Pechino vede come una minaccia rispetto alle sue prospettive di riassorbimento di Taiwan, per il quale la leadership cinese non esclude l’utilizzo della forza. Dopo gli anni al potere di Rodrigo Duterte, che con una manovra politicamente inedita avvicinò Manila a Pechino, i rapporti tra Cina e Filippine si sono deteriorati sulla scorta della disputa territoriale. Spesso sul Mar cinese meridionale le marine dei due paesi rischiano l’incidente, come è accaduto a metà febbraio quando una nave della Guardia costiera cinese – secondo l’accusa di Manila – avrebbe puntato i laser contro un’imbarcazione filippina in missione di rifornimento vicino alla isole Spratly.

Pechino, dal canto suo, vede con crescente preoccupazione l’espansione della presenza militare degli Stati uniti nella regione alla luce dei suoi progetti di riunificazione con Taiwan. Nelle Filippine sono presenti già cinque basi militari Usa. Con il nuovo accordo diventeranno nove, una delle quali sarà collocata sull’isola di Balabac, vicino alle barriere coralline di Mischief e Fiery Cross, arcipelago della Spratly. Lì la Cina ha allestito delle isole artificiali e collocato installaziioni militari, tra cui piste di atterraggio e sistemi radar.

Altre due nuove strutture Usa – una base navale e un aeroporto – saranno collocate a Cagayan, nel nord di Luzon, a 500 km dalla città taiwanese di Kaohsiung: si tratterà delle basi militari americane più vicine all’isola che Pechino considera parte integrante del suo territorio. Venerdì scorso l’ambasciatore cinese nelle Filippine, Huang Xilian, in un discorso a Manila, ha “consigliato” alle Filippine di “opporsi inequivocabilmente alla cosiddetta indipendenza di Taiwan piuttosto che alimentare il fuoco offrendo agli Stati Uniti l’accesso alle basi militari vicine allo Stretto di Taiwan”, se davvero “tiene ai 150mila” lavoratori filippini che si trovano all’estero.

Il ministro Manalo, per conto suo, ha affermato che Washington non sarà autorizzata a svolgere attività che non siano state concordate nell’ambito dell’accordo base del 2014. “La nostra opinione è che l’EDCA (Enhanced Defense Cooperationn Agreement) non si rivolga a nessun paese terzo al di fuori del suo uso a favore delle Filippine”, ha detto in un’udienza al Senato di Manila.

Manalo ha inoltre aggiunto che la politica estera del governo è quella di essere “amici di tutti” e ha promesso che la collaborazione con gli americani sul fronte della sicurezza manterrà il principio del rispetto di questa proposizione.

India, Gandhi non ottiene sospensione pena: opposizione nei guai

India, Gandhi non ottiene sospensione pena: opposizione nei guaiRoma, 20 apr. (askanews) – Un tribunale indiano ha dato un colpo oggi alle speranze elettorali del leader dell’opposizione Rahul Gandhi, erede della dinastia politica che ha dominato il panorama politico dell’India post-indipendenza. La corte ha respinto la richiesta di Gandhi di sospensione di una condanna per diffamazione, che potrebbe impedirgli di correre contro il primo ministro Narendra Modi.

Le elezioni politiche sono attese per il prossimo anno, ma Rahul Gandhi è stato condannato a due anni di pena per alcuni commenti che metteva alla berlina il primo ministro per il suo cognome, uguale a quello di una serie di personalità chiacchierate del panorama indiano. Gandhi non verrà arrestato, almeno fino a quando non saranno esauriti gli iter dei ricorsi che ha presentato.

L’avvocato di Gandhi, Kirit Panwala, ha detto alla BBC che il suo assistito intende presentare ricorso contro la decisione del tribunale di Surat presso l’alta corte del Gujarat. Gandhi ha perso il suo seggio in parlamento il giorno dopo la condanna, il 23 marzo, a causa di un’ordinanza della Corte Ssprema secondo la quale un parlamentare condannato per un reato a due o più anni di carcere decade con effetto immediato.

Il Partito del Congresso, formazione storica sotto la leadership della dinastia Nehru-Gandhi, ha criticato la condanna e ha accusato il partito indù Bharatiya Janata Party (BJP) di Narendra Modi di vendetta politica. Il BJP, dal canto suo, ha definito “la sentenza del tribuna di Surat uno schiaffo all’arroganza della famiglia Gandhi” per bocca del suo portavoce Sambit Patra.

Gandhi aveva presentato a inizio mese appello per chiedere la sospensione della condanna o ottenere la libertà su cauzione, e per sospendere la sua condanna in un tribunale di Surat. Il tribunale ha concesso a Gandhi la libertà su cauzione in attesa di appello. La sospensione sarebbe stata necessaria per ottenere il reintegro come parlamentare. La causa per diffamazione contro Gandhi è stata intentata dal parlamentare del BJP Purnesh Modi ed è basata sui acommenti fatti da Gandhi nello stato del Karnataka nel 2019, durante un comizio elettorale. “Perché tutti questi ladri hanno Modi come cognome? Nirav Modi, Lalit Modi, Narendra Modi…” aveva detto il leader d’opposizione. Nirav Modi è un magnate indiano dei diamanti latintante, mentre Lalit Modi è un ex capo della Lega cricket indiana, che è stato bandito a vita dal Cricket Board del paese. Purnesh Modi nella sua denuncia ha affermato che i commenti di Gandhi si configurano come una diffamazione dell’intera comunità dei Modi. Gandhi, dal canto suo, ha sostenuto di aver voluto evidenziare la piaga della corruzione e di non aver inteso offendere alcuna comunità.

Cina smentisce di aver fornito droni militari alla Russia

Cina smentisce di aver fornito droni militari alla RussiaRoma, 19 apr. (askanews) – La Cina ha oggi seccamente respinto l’accusa di aver fornito alla Russia droni militari utilizzati nelle operazioni di guerra in Ucraina.

E’ stato un portavoce del ministero del Commercio a negare quanto scritto da alcuni media occidentali, cioè che Pechino ha fornito a Mosca droni. “Rispetto al conflitto ucraino, la posizione della Cina è coerente, chiara è costante: noi stiamo dalla parte della pace e del dialogo e diamo sostegno all’ipotesi che Russia e Ucraina si incontrino a metà strada, facendo ogni sforzo per promuovere una soluzione politica della crisi”, ha detot il portavoce del ministero.

“In questo processo – ha continuato – noi non aggiungiamo combustibile all’incendio, consentendo a qualcuno di cogliere l’opportunità di fare un profitto”. Il funzionario del ministero ha quindi affermato che la Cina mantiene uno stringente controllo sull’esportazione di droni già dal 2002, in modo che questi non possano essere utilizzati per scopi che non siano pacifici.

Inoltre, ha aggiunto, alcuni produttori di droni cinesi hanno assunto l’iniziativa in proprio di sospendere le loro operazioni nelle aree di conflitto. Il produttore di droni DJI, che è stato accusato di essere coinvolto nel conflitto russo-ucraino, ha per suo conto già affermato che le accuse nei suoi confronti sono completamente false.

“La Cina – ha concluso il portavoce del ministero al Commercio – chiede a tutte le parti coinvolte di lavorare assieme per rafforzare i controlli e impedire che tutti i tipi di droni siano usati sui campi di battaglia delle aree di conflitto, promuovendo congiuntamente la pace internazionale e la stabilità regionale”.

Filippine escludono che Usa useranno nuove basi per difesa Taiwan

Filippine escludono che Usa useranno nuove basi per difesa TaiwanRoma, 19 apr. (askanews) – Le Filippine hanno escluso oggi che gli Stati uniti possano accumulare armi che potrebbero essere dispiegate per difendere Taiwan nelle basi a cui hanno accesso nell’arcipelago asiatico ai sensi dell’Accordo di cooperazione rafforzata per la difesa (EDCA). Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Il ministro degli Esteri Enrique Manalo ha affermato che Washington non sarà autorizzata a svolgere attività che non siano state concordate nell’ambito dell’accordo del 2014. “La nostra opinione è che l’EDCA non si rivolge a nessun paese terzo al di fuori del suo uso per le Filippine”, ha detto Manalo in un’udienza al Senato di Manila. Il ministro ha inoltre aggiunto che la politica estera del governo è quella di essere “amici di tutti” e ha promesso che la collaborazione con gli americani sul fronte della sicurezza manterrà il principio del rispetto di questa proposizione.

Le Filippine all’inizio di questo mese hanno annunciato che avrebbero messo a disposizione degli Stati Uniti quattro basi aggiuntive vicino allo stretto di Taiwan e al conteso Mar cinese meridionale, portando a nove il numero di siti militari che Washington può utilizzare nel paese. L’EDCA consente agli Stati Uniti di alternare le truppe per soggiorni prolungati, nonché di costruire e gestire strutture nelle sue basi.

La Cina ha criticato l’accordo e accusato gli Stati uniti di approfittare delle basi per “interferire nella situazione dello Stretto di Taiwan per i propri obiettivi geopolitici”. Il presidente Ferdinando Marcos jr. dal canto suo ha invitato l’ambasciatore cinese Huang Xilian per chiedere spiegazioni, dopo che questi la scorsa settimana ha espresso critiche sostenendo che Manila contribuisce a rendere precaria la situazione a Taiwan.

Cina a Germania: riunificazione Taiwan come riunificazione tedesca

Cina a Germania: riunificazione Taiwan come riunificazione tedescaRoma, 16 apr. (askanews) – La Cina ha invitato la Germania a sostenere la “riunificazione” di Taiwan, come Pechino ha fatto con la riunificazione tedesca. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

L’invito è venuto dall’alto diplomatico Wang Yi, capo della commissione esteri del Comitato centrale del Partito comunista cinese, dopo un incontro con la ministra degli Esteri di Berlino Annalena Baerbock al termine di una visita in Cina durata tre giorni. “La Cina una volta ha sostenuto la riunificazione della Germania, e spera e crede che la Germania sosterrà anche la grande causa della riunificazione pacifica della Cina”, ha detto Wang Yi, che è di fatto il massimo esponente della politica estera cinese, dopo il presidente Xi Jinping. .

Baerbock, dal canto suo, ha affermato che la Germania comprende “l’importanza e la sensibilità” della questione di Taiwan per la Cina e si atterrà alla politica dell’”Unica Cina”. Ieri Baerbock, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri cinese Qin Gang, ha affermato che un’”escalation militare” nello Stretto di Taiwan sarebbe uno “scenario dell’orrore” per il mondo intero.

Sudcorea e Usa daranno vita da domani a grandi manovre aeree

Sudcorea e Usa daranno vita da domani a grandi manovre aereeRoma, 16 apr. (askanews) – La Corea del Sud e gli Stati uniti daranno il via a un’esercitazione aerea congiunta su larga scala la prossima settimana. L’ha annunciato oggi l’aeronautica sudcoreana.

Il Korea Flying Training di 12 giorni inizierà lunedì presso la base aerea di Gwangju a Gwangju, 267 chilometri a sud di Seoul, mobilitando circa 110 aerei e più di 1.400 uomini, secondo lo stato maggiore, ripreso dall’agenzia di stampa Yonhap. La Corea del Sud prevede di schierare circa 60 aerei da guerra, inclusi i caccia F-35A, F-15K e KF-16 e l’aereo da trasporto cisterna KC-330, mentre gli Stati Uniti mobiliteranno più di 40 velivoli, come i caccia F-16 della sua Air Force , aerei d’attacco A-10 e jet F-35B e FA-18 del Corpo dei Marines.

L’Aeronautica militare della Sudcorea ha affermato che le esercitazioni si svolgeranno con l’obiettivo di migliorare l’interoperabilità e la capacità operativa combinata dei caccia avanzati di quarta e quinta generazione degli alleati, come l’F-15K e l’F-35 che eludono i radar. Durante l’esercitazione, gli alleati organizzeranno vari addestramenti, tra cui un pacchetto di volo d’attacco, operazioni difensive di contraerea e supporto aereo ravvicinato, ha aggiunto. “Attraverso questa esercitazione, saremo in grado di ribadire la solida alleanza tra Corea del Sud e Stati uniti e sviluppare ulteriormente la capacità operativa combinata a un altro livello”, ha affermato il colonnello Lee Beom-ki, capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare della Repubblica di Corea.

Gli alleati hanno organizzato una serie di esercitazioni aeree combinate quest’anno in un’escalation di tensioni con la Corea del Nord, che ha effettuato almeno 27 test missilistici, anche con vettori intercontinentali. Venerdì scorso, hanno tenuto esercitazioni aeree congiunte che hanno coinvolto bombardieri strategici statunitensi B-52H, un giorno dopo che Pyongyang ha testato un missile balistico intercontinentale Hwasong-18 a combustibile solido.

Colpi d’avvertimento da nave Seoul contro motovedetta Nordcorea

Colpi d’avvertimento da nave Seoul contro motovedetta NordcoreaRoma, 16 apr. (askanews) – Una nave della Marina sudcoreana ha sparato colpi di avvertimento per scacciare una motovedetta nordcoreana che avrebbe attraversato il confine marittimo occidentale di fatto la scorsa settimana, L’ha annunciato oggi lo Stato maggiore congiunto di Seoul.

La nave nordcoreana ha attraversato la cosiddetto Northern Limit Line (NLL) nelle acque a nord-est dell’isola sudcoreana di Baengnyeong nel Mar Giallo sabato mattina, spingendo la marina sudcoreana a inviare una sua motovedetta di classe Chamsuri, secondo comando sudcoreano. Dopo che la barca del Nord non ha risposto alle trasmissioni di avvertimento e ai tentativi di comunicazione, la nave sudcoreana ha sparato 10 colpi di avvertimento con il suo cannone automatico e ha spinto al ritiro l’imbarcazione nordcoreana.

La barca nordcoreana avrebbe effettuato l’incursione mentre inseguiva un peschereccio cinese, secondo una fonte informata ripresa dall’agenzia di stampa Yonhap. Lo stato maggiore sudcoreano ha detto che c’è stato un contatto tra la nave sudcoreana e la barca cinese durante l’operazione, e tre dei marinai sudcoreani sono stati mandati in ospedale per ferite. Uno di loro è stato operato a causa di una frattura.

E’ la prima volta da marzo dello scorso anno che imbarcazioni sudcoreani sparano colpi di avvertimento contro una motovedetta nordcoreana che abbia attraversato la NLL. La motovedetta di Pyongyang è rimasta a sud della linea di confine virtuale per circa 10 minuti, oltrepassandola di circa 2 km. E’ stata vista inseguire una nave cinese mentre navigava su un percorso a zig-zag. L’incidente è avvenuto mentre la Corea del Nord continua a non rispondere alle chiamate intercoreane di routine attraverso l’ufficio di collegamento congiunto e la hotline militare dal 7 aprile.

Nell’ottobre 2022, una nave da guerra sudcoreana ha sparato colpi di avvertimento contro una nave mercantile nordcoreana che violava la NLL nel Mar Giallo. In risposta, l’esercito del Nord ha aperto il fuoco di avvertimento contro il Sud.

Tajani incontra il ministro degli Esteri giapponese Hayashi

Tajani incontra il ministro degli Esteri giapponese HayashiRoma, 16 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto oggi, alla vigilia della riunione ministeriale del G7, un incontro bilaterale a Karuizawa, nella prefettura giapponese di Nagano, con il ministro degli Esteri nipponico Yoshimasa Hayashi. L’ha annunciato lo stesso Tajani su Twitter.

“A Karuizawa per il G7, amichevole incontro con il Min. degli Esteri Hayashi”, ha scritto il ministro italiano. Tajani ha segnalato che c’è “sintonia su temi internazionali, cooperazione nel campo industriale, della difesa e culturale”.

L’Italia – ha affermato ancora Tajani – “sarà sempre più presente nell’Indo-Pacifico, il Giappone è nostro alleato strategico nella regione”.

Ministri degli Esteri G7 a Karuizawa per riunione-chiave

Ministri degli Esteri G7 a Karuizawa per riunione-chiaveRoma, 16 apr. (askanews) – I ministri degli Esteri del G7 sono arrivati oggi in treno veloce Shinkansen a Karuizawa, nella prefettura giapponese di Nagano, per partecipare alla riunione ministeriale del G7 che li vedrà impegnati domani e dopodomani a discutere dei principali temi di portata globale, anche in vista del summit dei leader del blocco che si terrà a maggio a Hiroshima.

Stasera è già prevista una cena di lavoro a porte chiuse, in cui si dovrebbe parlare principalmente dei temi di preoccupazione regionale come l’ascesa cinese, la questione di Taiwan e le ripetute provocazioni missilistiche della Corea del Nord. Altro tema chiave dell’incontro ministeriale sarà l’invasione russa dell’Ucraina. A Karuizawa i livelli di sicurezza sono stati resi stringenti, dopo che un giovane ieri ha fatto esplodere un ordigno durante un evento elettorale a poca distanza dal primo ministro nipponico Fumio Kishida, in un episodio che ha ricordato da vicino l’assassinio dell’ex premier giapponese Shinzo Abe a luglio dello scorso anno. Lo stesso Kishida ha chiesto oggi alla polizia di stringere fortemente le maglie della sicurezza attorno ai funzionari che partecipano a eventi, a partire da quelli del G7.

A offuscare la serenità della riunione di Karuizawa, inoltre, è arrivata a fuga di documenti riservati del Pentagono, per mano di un giovane apparentemente motivato solo da guasconeria, che ha fatto avanzare sospetti ulteriori che i servizi Usa spiino anche gli alleati. L’amministrazione Biden ha minimizzato segnalando che il danno è stato minimo in particolare in relazione alla possibile divulgazione di segreti sul teatro ucraino, particolarmente sensibile. Prima di recarsi in Giappone, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha dichiarato a Hanoi di non aver percepito particolari preoccupazioni da parte degli alleati. Ma la riunione di domani e dopodomani, con l’appendice della cena di oggi, è la prima grande riunione che si tiene dopo la fuga di documenti. Ci si attende anche che questa riunione possa segnare l’annuncio di un incremento degli aiuti militari giapponesi all’Ucraina. Il ministro degli Esteri nipponico Yoshimasa Hayashi, prima dell’incontro, ha detto che l’invasione russa “ha scosso le fondamenta dell’ordine mondiale”, portando la comunità internazonale a “un punto di svolta storico”. Hayashi vuole condurre le “discussioni in qualità di presidente della riunione mostrando la forte determinazione del G7 a respingere in modo assoluto i tentativi di cambiare lo status quo con la forza e la minaccia della Russia di utilizzare le armi nucleari, difendendo al contempo l’ordine internazionale basato sulle regole”.

Kishida chiede rafforzamento sicurezza attorno a esponenti politici

Kishida chiede rafforzamento sicurezza attorno a esponenti politiciRoma, 16 apr. (askanews) – A un giorno dall’esplosione di una bomba carta in un evento elettorale a cui presenziava il primo ministro giapponese Fumio Kishida, in un episodio che ha ricordato molto l’uccisione dell’ex primo ministro Shinzo Abe a luglio dello scorso anno, il capo del governo ha chiesto un rafforzamento della sicurezza negli eventi pubblici anche in vista degli eventi connessi al G7, che avrà il suo culmina a maggio con il summit di Hiroshima.

Kishida è fuggito illeso dopo che un tubo bomba è stato esploso contro di lui mentre si trovava a un evento della campagna elettorale per il voto locale nella città di Wakayama, presso una cooperativa di pescatori. Un giovane di 24 anni, Ryuji Kimura, è stato bloccato da persone del pubblico, prima ancora che la security del premier potesse intervenire. In mano portava un tubo bomba, nello zaino un coltello. Dopo il fermo, il giovane proveniente dalla prefettura di Hyogo si è rifiutato di fornire dettagli sulle sue motivazioni, sostenendo che avrebbe parlato soltanto dopo aver visto un avvocato.

L’attacco a Kishida è venuto in un momento delicato per il Giappone, che ospita in questi giorni due riunioni ministeriali del G7. A meno di un anno dallo scioccante assassinio di Abe, un ulteriore episodio dalla dinamica molto somigliante sventato solo per la prontezza del pubblico, dopo che l’attentatore era riuscito ad avvicinarsi in maniera preoccupante al suo obiettivo, mette in difficoltà le autorità nipponiche. “In un momento in cui funzionari di alto rango provenienti da tutto il mondo sono in visita, il Giappone nel suo insieme deve massimizzare i suoi sforzi per garantire sicurezza e protezione”, ha detto Kishida ai giornalisti. “È imperdonabile che un atto così violento sia stato commesso durante una campagna elettorale”, ha aggiunto.

Kishida ha detto che si attende che la polizia rafforzi le misure di sicurezza sulla scia dell’incidente. L’attacco contro Kishida arriva mentre i ministri del clima e dell’energia del G7 si incontrano nella città settentrionale di Sapporo e i ministri degli esteri del blocco si riuniscono nella località turistica di Karuizawa nella prefettura di Nagano.

Il Giappone ospiterà il vertice dei leader del G7 a maggio a Hiroshima, che è anche il collegio elettorale in cui viene eletto Kishida.