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Bce, tassi (ancora) fermi nonostante le stime al ribasso dell’inflazione. Ma Lagarde lancia un segnale su giugno

Bce, tassi (ancora) fermi nonostante le stime al ribasso dell’inflazione. Ma Lagarde lancia un segnale su giugnoRoma, 7 mar. (askanews) – La Banca centrale europea ha ancora una volta confermato i livelli dei tassi di interesse nell’area euro. Ma al tempo stesso ha rivisto consistentemente al ribasso le sue previsioni di inflazione. E se il comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo non reca novità di rilievo rispetto alla posizione mantenuta finora – i tassi devono restare restrittivi “tutto il tempo necessario” – nella conferenza stampa a seguito della riunione, la presidente Christine Lagarde ha lanciato un messaggio abbastanza chiaro.


“Siamo in un processo disinflazionistico e facciamo buoni progressi”. Sul ritorno dell’inflazione al valore obiettivo del 2% della Bce “siamo più fiduciosi, ma non ancora abbastanza” (per un taglio dei tassi-ndr). “Chiaramente abbiamo bisogno di più dati e sappiamo questi verranno nei prossimi pochi mesi, sapremo un po’ di più ad aprile ma sapremo molto di più a giugno”, ha detto. Una evidente apertura alla possibilità di operare un primo taglio dei tassi in quel mese, che del resto da tempo è l’ipotesi dominante tra gli analisti.


Intanto i tecnici della Bce hanno consistemente rivisto al ribasso le previsioni di inflazione per l’area euro. Ora indicano una media del 2,3% sul 2024, 2% nel 2025 e 1,9% nel 2026. Per la crescita hanno tagliato la stima 2024 allo 0,6%, mentre hanno confermato all’1,5% l’attesa di espansione del Pil nel 2025 e ritoccato al rialzo, all’1,6% quella sul 2026. In occasione del direttorio di giugno queste previsioni verranno nuovamente aggiornate.


Oggi “non abbiamo discusso di tagli ai tassi – ha voluto puntualizzare Lagarde – abbiamo appena iniziato a discutere la moderazione (dial back)” della linea monetaria restrittiva. La presidente, peraltro, ha evitato di sbilanciarsi in qualunque previsione o dichiarazione sulla portata o il ritmo della futura parziale riduzione del freno monetario. “Siamo ancora nella stagione del ‘mantenere’, ci muoveremo nella stagione dell’allentamento e poi nella stagione della normalizzazione. Se questa è la definizione di graduale, così sia. Ma non mi impegnerei in alcun tipo di ritmo o ordine di grandezza – ha avvertito – perché continueremo a essere legati ai dati e a osservare come si evolvono l’economia, i mercati, le buste paga e l’impatto del finanziamento sull’economia”.


I livelli di riferimento sui tassi dell’area valutaria restano così 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento principali, 4% sui depositi presso la stessa banca centrale e 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale. Dopo alcuni indebolimenti, l’euro ha invertito la rotta ed è tornato a salire nettamente, a 1,0938 dollari in serata si attesta ai massimi da quasi due mesi. (di Roberto Vozzi).

Ue, Tajani: von der Leyen ha cambiato discorso, ora ci convince

Ue, Tajani: von der Leyen ha cambiato discorso, ora ci convinceBucarest, 7 mar. (askanews) – Ursula von der Leyen ha commesso degli “errori” durante il suo primo mandato, ma ora che è avviata, grazie alla candidatura votata dal Partito popolare europeo, a un probabile secondo mandato come presidente della Commissione, ha fatto un discorso “convincente” in cui ha abbracciato pienamente le posizioni del Ppe, soprattutto sul Green Deal. E ci saranno i commissari espressi dai Popolari, comunque, a “vigilare”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine del congresso del Ppe oggi pomeriggio a Bucarest.


“Il Ppe – ha detto Tajani – ha indicato a larghissima maggioranza Ursula von der Leyen”; ora “questo è il percorso tracciato”, che “va in direzione della sua conferma”, ma “poi vedremo” se sarà così, quando la prossima presidenza della Commissione sarà proposta dal Consiglio europeo, e poi sottoposta al voto del Parlamento europeo. “Mi ha convinto anche – ha osservato il leader di Forza Italia – il discorso di Von der Leyen: non c’è più traccia degli errori commessi dalla Commissione con la presenza di Frans Timmermans”, l’ex vicepresidente esecutivo responsabile del Green Deal, “e di una parte di quel fondamentalismo ambientalista che è stato dannoso, e dannoso per la nostra economia. Pensiamo – ha indicato – al blocco della produzione di auto non elettrica nel 2035 che in Italia causerà la perdita di 75.000 posti di lavoro. Quello è stato un errore della Commissione. Anche sul regolamento sugli imballaggi ci sono stati errori; fortunatamente la Commissione poi, alla fine, ha deciso di fare marcia indietro per quanto riguarda la normativa sulla riduzione dei pesticidi”. “Mi convince – ha sottolineato Tajani – il discorso di von der Leyen; senza delle posizioni chiare non avremmo potuto sostenerla. L’abbiamo sostenuta perché ha dato delle indicazioni, sposando il manifesto del Ppe in materia di politiche agricole, di politica industriale, ambientale che vanno nella nostra direzione”.


“Quindi – ha aggiunto – mi auguro che non sia circondata da commissari che fanno l’esatto contrario di ciò che lei ha detto. Ma sono convinto – ha concluso Tajani – che ciò non accadrà, grazie a una vigilanza attenta sia dei commissari del Ppe, sia del gruppo del Ppe al Parlamento Europeo”.

Von der Leyen: ecco il programma economico per il mio secondo mandato

Von der Leyen: ecco il programma economico per il mio secondo mandatoBucarest, 7 mar. (askanews) – Innanzitutto la rivendicazione dei successi, difficili e insperati di questi ultimi cinque anni, che ha dimostrato la capacità di resistenza, la resilienza dell’Europa di fronte alle crisi inaspettate scoppiate a ripetizione; poi l’orgoglio di aver progettato il Green Deal contro il cambiamento climatico come “piano economico, sociale e industriale”, per orientare gli investimenti e l’innovazione in tempi di transizione, ma reinterpretandolo in modo “pragmatico e non ideologico”, ristabilendo chiaramente che la competitività europea è una priorità importante quanto quella climatica. Poi il messaggio rassicurante per le aziende, soprattutto le Pmi, a cui si garantisce meno burocrazia e più libertà d’intraprendere, e per il ceto medio, per le famiglie, per il futuro dei loro figli, garantito dal mercato unico e dall’economia sociale di mercato, dall’Europa che protegge; e infine, naturalmente, la promessa agli agricoltori, di ascoltarli e sostenerli sempre.


E’ questa, in estrema sintesi, la sostanza del messaggio elettorale, per la parte relativa all’economia, che Ursula von der Leyen ha mandato con il discorso per ottenere la ratifica della sua candidatura, da parte del Congresso di Bucarest del Partito popolare europeo, a succedere a sé stessa come presidente della Commissione europea. Un messaggio attentamente calibrato, per essere in fase con le priorità del Ppe, espresse nel Manifesto elettorale approvato a ieri a Bucarest, e al tempo stesso capace compatibile con la natura istituzionale, non di partito, del ruolo della Commissione. Von der Leyen ha esordito facendo chiaramente appello alla “gente normale”, all’uomo della strada: “Siamo il Ppe, il partito del popolo, e realizziamo ciò che interessa alla popolazione: prosperità, sicurezza, democrazia. Questo è ciò che interessa alla gente in questi tempi difficili. Ed è per questo che il Ppe si batterà in queste elezioni, grazie al nostro manifesto comune”.


“So che molte persone – ha detto – sono preoccupate per il futuro. Anch’io sono preoccupata. Sui tavoli delle cucine di tutta Europa le mamme e i papà si chiedono: ‘riuscirò a dare ai miei figli delle giuste opportunità per la loro vita? Riuscirò a prendermi cura dei miei genitori anziani?’ Conosco queste preoccupazioni, ma allo stesso tempo – ha affermato von der Leyen – ho fiducia”. “Sono fiduciosa – ha continuato -, perché se qualcuno ci avesse detto che negli ultimi cinque anni ci saremmo trovati di fronte a una pandemia globale, a una guerra sul suolo europeo, e alla peggiore crisi energetica degli ultimi 40 anni, nessuno avrebbe creduto che ne saremmo usciti più forti”.


“E invece – ha sottolineato la presidente della Commissione – ce l’abbiamo fatta. Abbiamo dimostrato ripetutamente una notevole resilienza. Perché abbiamo il nostro porto sicuro nel mercato unico, e la nostra economia sociale di mercato è il nostro segno distintivo. Questo funziona per le persone, se vogliono un lavoro sicuro, o se vogliono avere una famiglia, se stanno risparmiando per comprare una casa o se affittano un appartamento, o se vogliono studiare in una città diversa. Il nostro messaggio è chiaro: in tempi di transizione, l’Europa vi copre le spalle”. “Ma in questi temi di transizione – ha osservato von der Leyen – dobbiamo rafforzare la nostra competitività. Siamo stati i primi – ha ricordato – a progettare il Green Deal europeo, come un patto economico, sociale e industriale. Questo ha dato un chiaro senso di direzione per gli investimenti e l’innovazione. Ad esempio per l’energia: abbiamo resistito al ricatto di Putin con i suoi sporchi carbone, petrolio e gas. Ci siamo sbarazzati di questa dipendenza e stiamo investendo massicciamente nelle energie pulite. Per la prima volta in Europa abbiamo prodotto più elettricità dal vento e dal sole che dal gas. Questo crea buoni posti di lavoro, qui da noi, fa scendere i prezzi dell’energia, riduce l’inquinamento e ci dà sicurezza energetica”.


Ma, ha puntualizzato la presidente della Commissione, interpretando qui pienamente il ruolo di candidata del Ppe, “diversamente dagli altri, noi siamo per soluzioni pragmatiche, non ideologiche. Perché noi del Ppe sappiamo che non esiste un’economia competitiva senza protezione del clima, e che non esiste protezione del clima senza un’economia competitiva. E quindi, dal vento all’acciaio pulito, dall’idrogeno alle batterie, faremo in modo che il futuro della produzione del nostro settore delle tecnologie pulite sia qui, in Europa”. “Dobbiamo – ha detto a questo punto von der Leyen – rendere la vita più facile alle imprese. Dobbiamo avere fiducia nelle nostre aziende per andare avanti a fare ciò che sanno fare bene. Questo significa meno burocrazia, meno rapporti amministrativi, e procedure più semplici e veloci. E significa prestare particolare attenzione alle Pmi, che rappresentano la spina dorsale della nostra economia sociale di mercato. Quest’attenzione è un segno distintivo del Ppe. Diamo alle aziende la libertà di innovare e di creare buoni posti di lavoro”. “E questo vale – ha aggiunto la presidente della Commissione – anche per gli agricoltori e per le zone rurali. Gli agricoltori mi parlano delle enormi sfide che devono affrontare: si alzano presto la mattina, lavorano duramente per produrre gli alimenti di qualità che mangiamo. Ma i costi stanno aumentando e i prezzi che gli pagano per il latte, la carne e il grano sono volatili, e spesso determinati da altri attori nella catena alimentare. Il mese scorso un giovane agricoltore mi ha detto che a volte sono costretti a vendere i propri prodotti al di sotto dei costi di produzione. Questo – ha sottolineato – è inaccettabile”. “La nostra sicurezza alimentare dipende dalla sicurezza dei mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori. Perciò, questo sistema deve essere ripristinato su una base sostenibile. Il loro duro lavoro deve essere ripagato. Voglio essere chiara: il Ppe – ha concluso von der Leyen – sarà sempre al fianco dei nostri agricoltori”. (di Lorenzo Consoli)

Ue, Von der Leyen: ecco il programma economico per il mio secondo mandato

Ue, Von der Leyen: ecco il programma economico per il mio secondo mandatoBucarest, 7 mar. (askanews) – Innanzitutto la rivendicazione dei successi, difficili e insperati di questi ultimi cinque anni, che ha dimostrato la capacità di resistenza, la resilienza dell’Europa di fronte alle crisi inaspettate scoppiate a ripetizione; poi l’orgoglio di aver progettato il Green Deal contro il cambiamento climatico come “piano economico, sociale e industriale”, per orientare gli investimenti e l’innovazione in tempi di transizione, ma reinterpretandolo in modo “pragmatico e non ideologico”, ristabilendo chiaramente che la competitività europea è una priorità importante quanto quella climatica. Poi il messaggio rassicurante per le aziende, soprattutto le Pmi, a cui si garantisce meno burocrazia e più libertà d’intraprendere, e per il ceto medio, per le famiglie, per il futuro dei loro figli, garantito dal mercato unico e dall’economia sociale di mercato, dall’Europa che protegge; e infine, naturalmente, la promessa agli agricoltori, di ascoltarli e sostenerli sempre.


E’ questa, in estrema sintesi, la sostanza del messaggio elettorale, per la parte relativa all’economia, che Ursula von der Leyen ha mandato con il discorso per ottenere la ratifica della sua candidatura, da parte del Congresso di Bucarest del Partito popolare europeo, a succedere a sé stessa come presidente della Commissione europea. Un messaggio attentamente calibrato, per essere in fase con le priorità del Ppe, espresse nel Manifesto elettorale approvato a ieri a Bucarest, e al tempo stesso capace compatibile con la natura istituzionale, non di partito, del ruolo della Commissione.Von der Leyen ha esordito facendo chiaramente appello alla “gente normale”, all’uomo della strada: “Siamo il Ppe, il partito del popolo, e realizziamo ciò che interessa alla popolazione: prosperità, sicurezza, democrazia. Questo è ciò che interessa alla gente in questi tempi difficili. Ed è per questo che il Ppe si batterà in queste elezioni, grazie al nostro manifesto comune”.


“So che molte persone – ha detto – sono preoccupate per il futuro. Anch’io sono preoccupata. Sui tavoli delle cucine di tutta Europa le mamme e i papà si chiedono: ‘riuscirò a dare ai miei figli delle giuste opportunità per la loro vita? Riuscirò a prendermi cura dei miei genitori anziani?’ Conosco queste preoccupazioni, ma allo stesso tempo – ha affermato von der Leyen – ho fiducia”.“Sono fiduciosa – ha continuato -, perché se qualcuno ci avesse detto che negli ultimi cinque anni ci saremmo trovati di fronte a una pandemia globale, a una guerra sul suolo europeo, e alla peggiore crisi energetica degli ultimi 40 anni, nessuno avrebbe creduto che ne saremmo usciti più forti”.


“E invece – ha sottolineato la presidente della Commissione – ce l’abbiamo fatta. Abbiamo dimostrato ripetutamente una notevole resilienza. Perché abbiamo il nostro porto sicuro nel mercato unico, e la nostra economia sociale di mercato è il nostro segno distintivo. Questo funziona per le persone, se vogliono un lavoro sicuro, o se vogliono avere una famiglia, se stanno risparmiando per comprare una casa o se affittano un appartamento, o se vogliono studiare in una città diversa. Il nostro messaggio è chiaro: in tempi di transizione, l’Europa vi copre le spalle”.“Ma in questi temi di transizione – ha osservato von der Leyen – dobbiamo rafforzare la nostra competitività. Siamo stati i primi – ha ricordato – a progettare il Green Deal europeo, come un patto economico, sociale e industriale. Questo ha dato un chiaro senso di direzione per gli investimenti e l’innovazione. Ad esempio per l’energia: abbiamo resistito al ricatto di Putin con i suoi sporchi carbone, petrolio e gas. Ci siamo sbarazzati di questa dipendenza e stiamo investendo massicciamente nelle energie pulite. Per la prima volta in Europa abbiamo prodotto più elettricità dal vento e dal sole che dal gas. Questo crea buoni posti di lavoro, qui da noi, fa scendere i prezzi dell’energia, riduce l’inquinamento e ci dà sicurezza energetica”.


Ma, ha puntualizzato la presidente della Commissione, interpretando qui pienamente il ruolo di candidata del Ppe, “diversamente dagli altri, noi siamo per soluzioni pragmatiche, non ideologiche. Perché noi del Ppe sappiamo che non esiste un’economia competitiva senza protezione del clima, e che non esiste protezione del clima senza un’economia competitiva. E quindi, dal vento all’acciaio pulito, dall’idrogeno alle batterie, faremo in modo che il futuro della produzione del nostro settore delle tecnologie pulite sia qui, in Europa”.“Dobbiamo – ha detto a questo punto von der Leyen – rendere la vita più facile alle imprese. Dobbiamo avere fiducia nelle nostre aziende per andare avanti a fare ciò che sanno fare bene. Questo significa meno burocrazia, meno rapporti amministrativi, e procedure più semplici e veloci. E significa prestare particolare attenzione alle Pmi, che rappresentano la spina dorsale della nostra economia sociale di mercato. Quest’attenzione è un segno distintivo del Ppe. Diamo alle aziende la libertà di innovare e di creare buoni posti di lavoro”. Bucarest, 7 mar. (askanews) – “E questo vale – ha aggiunto la presidente della Commissione – anche per gli agricoltori e per le zone rurali. Gli agricoltori mi parlano delle enormi sfide che devono affrontare: si alzano presto la mattina, lavorano duramente per produrre gli alimenti di qualità che mangiamo. Ma i costi stanno aumentando e i prezzi che gli pagano per il latte, la carne e il grano sono volatili, e spesso determinati da altri attori nella catena alimentare. Il mese scorso un giovane agricoltore mi ha detto che a volte sono costretti a vendere i propri prodotti al di sotto dei costi di produzione. Questo – ha sottolineato – è inaccettabile”.“La nostra sicurezza alimentare dipende dalla sicurezza dei mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori. Perciò, questo sistema deve essere ripristinato su una base sostenibile. Il loro duro lavoro deve essere ripagato. Voglio essere chiara: il Ppe – ha concluso von der Leyen – sarà sempre al fianco dei nostri agricoltori”.(di Lorenzo Consoli) 

Zelensky: gli italiani capiscano, se non stai con Kiev stai con Putin

Zelensky: gli italiani capiscano, se non stai con Kiev stai con PutinRoma, 7 mar. (askanews) – “In Italia ci sono umori a favore e contro” l’Ucraina, “e questo lo capisco, accade i tutte le società non solo in Italia. Io penso che chi non appoggia l’Ucraina non capisce chi è Putin, perché oggi non sostenere l’Ucraina significa sostenere la Russia”: così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervistato da Bruno Vespa per Cinque Minuti e Porta a Porta.


“Solo il mondo civilizzato può vincere questa sfida, perché il mondo (di Putin) non rispetta i diritti e le libertà che condividiamo. Quella parte di società che non sta con l’Ucraina ma con Putin non lo capisce, perchè non lo prova sulla sua pelle”, ha osservato Zelensky rispondendo a una domanda su sue precedenti dichiarazioni riguardo i ‘filo-russi’ in Italia.

Tajani: è stupido cancellare la croce dal poster delle Olimpiadi di Parigi

Tajani: è stupido cancellare la croce dal poster delle Olimpiadi di ParigiBucarest, 7 mar. (askanews) – E’ “stupidità” una certa idea di laicità, che vuole negare la storia e l’identità invece di garantire la convivenza e la tolleranza delle diverse culture e religioni, e dei loro simboli. Come è accaduto in Francia, dove nei poster per le Olimpiadi di Parigi dell’estate prossima è stata cancellata la croce che svetta sulla guglia della chiesa dell’Hotel des Invalides. L’episodio è stato riportato, e condannato, dal ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, nel suo intervento al congresso del Ppe oggi a Bucarest.


“Sono molto scontento – ha osservato durante il suo discorso, in inglese – quando guardo certe foto riguardanti i giochi olimpici a Parigi”. A questo punto, Tajani è passato alla lingua di Molière. “Lo dirò in francese: non è una buona idea, cancellare la croce della cupola della chiesa ‘des Invalides’”. “Non è una buona idea – ha osservato – cancellare la nostra storia e la nostra identità per inviare un messaggio agli altri. Nessun musulmano, nessun ebreo avrebbe cancellato la sua storia. Perché se noi non ci rispettiamo noi stessi, gli altri non rispetteranno mai gli europei”, ha continuato il leader di Forza Italia, ra gli applausi. E ha sottolineato: “Non è laicità, è stupidità”.


“La laicità – ha rilevato il ministro Tajani – è un’altra cosa. Io ci credo nella laicità. Non è cancellare la storia e l’identità. Nessuno è obbligato a dire che è cristiano. Ma noi siamo cristiani, il nostro partito è un partito cristiano democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”. “Per questo – ha aggiunto – sono veramente deluso per quest’immagine. Spero che cambieranno le cose in Francia. Perché non possiamo cambiare la storia. La croce è là, non la si può cancellare in una foto: non è una foto – ha concluso – che cambia la storia della Francia, la storia dell’Europa”.

Tajani: stupido cancellare la croce da poster Olimpiadi di Parigi

Tajani: stupido cancellare la croce da poster Olimpiadi di ParigiBucarest, 7 mar. (askanews) – E’ “stupidità” una certa idea di laicità, che vuole negare la storia e l’identità invece di garantire la convivenza e la tolleranza delle diverse culture e religioni, e dei loro simboli. Come è accaduto in Francia, dove nei poster per le Olimpiadi di Parigi dell’estate prossima è stata cancellata la croce che svetta sulla guglia della chiesa dell’Hotel des Invalides. L’episodio è stato riportato, e condannato, dal ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, nel suo intervento al congresso del Ppe oggi a Bucarest.


“Sono molto scontento – ha osservato durante il suo discorso, in inglese – quando guardo certe foto riguardanti i giochi olimpici a Parigi”. A questo punto, Tajani è passato alla lingua di Molière. “Lo dirò in francese: non è una buona idea, cancellare la croce della cupola della chiesa ‘des Invalides’”. “Non è una buona idea – ha osservato – cancellare la nostra storia e la nostra identità per inviare un messaggio agli altri. Nessun musulmano, nessun ebreo avrebbe cancellato la sua storia. Perché se noi non ci rispettiamo noi stessi, gli altri non rispetteranno mai gli europei”, ha continuato il leader di Forza Italia, ra gli applausi. E ha sottolineato: “Non è laicità, è stupidità”.


“La laicità – ha rilevato Tajani – è un’altra cosa. Io ci credo nella laicità. Non è cancellare la storia e l’identità. Nessuno è obbligato a dire che è cristiano. Ma noi siamo cristiani, il nostro partito è un partito cristiano democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”. “Per questo – ha aggiunto – sono veramente deluso per quest’immagine. Spero che cambieranno le cose in Francia. Perché non possiamo cambiare la storia. La croce è là, non la si può cancellare in una foto: non è una foto – ha concluso – che cambia la storia della Francia, la storia dell’Europa”.

Oscar, dalle citazioni più memorabili ai momenti “indimenticabili”

Oscar, dalle citazioni più memorabili ai momenti “indimenticabili”Roma, 7 mar. (askanews) – Sin dalla sua creazione il cinema è stato in grado di rappresentare i cambiamenti culturali e le trasformazioni sociali, oltre che ad emozionare generazioni di spettatori con storie di ogni genere. Ed è proprio per promuovere le eccellenze di questo settore – che continua ad attirare il pubblico nonostante lo sviluppo di nuovi mezzi e piattaforme, tanto che nel 2023 in Italia sono stati registrati ben 70.6 milioni di biglietti venduti (una crescita del 58,6% rispetto al 2022)1 – che viene celebrata la notte degli Oscar.


In occasione della cerimonia del più prestigioso premio cinematografico del mondo, che il prossimo 11 marzo intratterrà gli appassionati e non solo, Babbel – la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live – ha realizzato un viaggio a ritroso nel tempo attraverso le 10 espressioni più famose tratte da film da Oscar e ha selezionato alcuni dei momenti più memorabili delle cerimonie di premiazione. “Molte frasi che utilizziamo nella vita di tutti i giorni sono riconducibili a momenti chiave di grandi capolavori cinematografici. Il linguaggio dei film richiede la conoscenza di codici narrativi provenienti da più ambiti (per esempio, culturali e artistici) ed invita ad immedesimarsi nelle storie che vengono raccontate. Proprio grazie a questa capacità pervasiva molti termini sono in grado di trasformarsi ed essere applicati nella descrizione di diversi fenomeni sociali” commenta Gianluca Pedrotti, Principal Learning Content Creator a Babbel.


Alcune frasi, informa una nota, sono diventate così iconiche che spesso ci si dimentica che a renderle popolari sono stati proprio dei film: “Zitto e nuota”: da leggere canticchiando, questo mantra della pesciolina Dory del film d’animazione “Alla ricerca di Nemo” (2003) è rimasto impresso nella mente degli spettatori oltre che per la semplicità dell’affermazione, anche per il significato implicito: nelle situazioni difficili, infatti, occorre stringere i denti e continuare a “nuotare”. Una vera e propria perla di saggezza da parte di un capolavoro firmato Disney-Pixar, vincitore della statuetta per “miglior film d’animazione”. “Al mio segnale scatenate l’inferno”: la citazione, ripresa oggi anche sotto forma di “meme”, viene pronunciata dal generale Massimo Decimo Meridio nel celebre film “Il Gladiatore” (2000) vincitore di ben 5 premi Oscar tra cui ‘miglior attore protagonista” a Russell Crowe. La battuta è utilizzata nella pellicola per esortare l’esercito romano al combattimento prima dell’inizio della battaglia contro i nemici germanici.


“Sono il re del mondo!”: una frase da urlare in un momento di estrema gioia in cui i sogni di una vita si stanno realizzando. Proprio come succede a Jack Dawson (interpretato da Leonardo Di Caprio) quando vince un biglietto per salire sul transatlantico più lussuoso di sempre nel kolossal “Titanic” (1997) e incontra l’amore della sua vita, Rose DeWitt Bukater (interpretata da Kate Winslet): per questo, in piedi sulla prua della nave con le braccia aperte rivolte verso l’oceano, urla la frase diventata cult “Sono il re del mondo”. Il film segna ancora oggi un record di riconoscimenti, tra cui la vittoria di ben 11 premi Oscar. “Houston, abbiamo un problema”: una delle citazioni più famose della storia del cinema, viene impiegata in modo colloquiale per esprimere l’imprevedibilità degli esiti di una situazione. È stata pronunciata nel film “Apollo 13” (1995) da Tom Hanks, nei panni dell’astronauta Jim Lovell. L’origine di questa esclamazione si deve all’astronauta Jack Swigert che in occasione della tragedia sfiorata della missione “Apollo 13” del 1970 disse: “Ok Houston, we’ve had a problem here” (“Ok Houston, abbiamo avuto un problema qui”); nel film è stato deciso di riportare il verbo al presente per aumentare la suspence. La pellicola diretta da Ron Howard ha vinto i premi “miglior montaggio” e “miglior sonoro”.


“Stupido è chi lo stupido lo fa”: tratta da “Forrest Gump” (1994), è una delle frasi diventate popolari di questo commovente e intenso film vincitore di ben 6 statuette, tra cui “miglior film” e “migliore attore protagonista” a Tom Hanks. Il protagonista Forrest pronuncia questa frase per rispondere alle offese rivolte alle sue capacità cognitive, suggerendo che l’intelligenza e la saggezza non sono misurabili in relazione al quoziente intellettivo, ma piuttosto sulle azioni e sul comportamento di una persona. Un’altra indimenticabile citazione del film: “La vita è come una scatola di cioccolatini… non sai mai quello che ti capita!” “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”: questa frase viene di solito impiegata come esagerazione per descrivere una situazione surreale ed è tratta dal film “Blade Runner” (1982), nominato nelle categorie “migliori effetti speciali” e “migliore scenografia”. Nella pellicola, l’espressione è inserita nel monologo dell’androide Roy Batty pochi istanti prima della sua morte. “Potrebbe andar peggio: potrebbe piovere!”: tratta dal lungometraggio “Frankenstein Junior” (1974), la citazione è entrata nel linguaggio comune per descrivere situazioni in cui le cose potrebbero peggiorare da un momento all’altro. Viene spesso usata con ironia per ricordare che non si può prevedere il corso di certi fenomeni (come, per esempio, la pioggia). Il film fu nominato in due categorie: “miglior sceneggiatura non originale” e “miglior sonoro”, ma non riuscì a “strappare” nessuna statuetta. “Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare”: al secondo posto nella classifica delle 100 migliori battute di tutti i tempi secondo l’American Film Institute (preceduta solo da “Francamente, me ne infischio” tratta da “Via col Vento”), la frase è pronunciata da don Vito Corleone (interpretato da Marlon Brando), il temuto capo di una grande organizzazione mafiosa nel primo capitolo della trilogia “Il Padrino” (1972). Il film vinse tre statuette: “miglior film”, “miglior attore” a Marlon Brando e “miglior sceneggiatura adattata”. “Dopotutto, domani è un altro giorno”: una frase piena di speranza per il futuro, che invita a non arrendersi nonostante le difficoltà. È la battuta finale del film cult “Via col Vento” (1939) tratto dall’omonimo libro di Margaret Mitchell: la protagonista Rossella O’Hara è stata abbandonata dall’uomo che ama, Rhett Butler, ma si convince che riuscirà a riconquistarlo. Vinse otto Premi Oscar, tra cui “miglior film”, “miglior regista” e “miglior attrice” all’attrice inglese Vivien Leigh. “Nessun posto è bello come casa mia”: racchiude il senso di familiarità, affetto e appartenenza che solo un posto che si considera “casa” può trasmettere. La protagonista de “Il Mago di Oz” (1939), Dorothy, pronuncia queste parole dopo aver realizzato che si possono vivere delle straordinarie avventure in tanti posti diversi, ma che il luogo che si considera “casa” resterà sempre il posto del cuore. La pellicola ha vinto per la “migliore colonna sonora originale” e la “migliore canzone” per la famosissima “Over the rainbow”. I momenti indimenticabili tra gaffe e primati. La cerimonia di premiazione più attesa nel mondo del cinema regala sempre tante sorprese nel corso della serata: La La Land e la busta sbagliata: nel 2017 si è assistito ad una delle più grandi gaffe della storia del cinema. A causa della consegna di una busta sbagliata, l’attore Warren Beatty ha proclamato come vincitore del premio “miglior film” il musical “La La Land”, mentre avrebbe dovuto vincere il film indipendente “Moonlight”. L’errore è stato subito corretto dal vivo, anche se l’episodio verrà sempre ricordato per il clamoroso colpo di scena. Il gesto inaspettato di Will Smith: dal 2022 e per i prossimi 10 anni Will Smith non è più autorizzato a partecipare a nessun evento dell’Academy. Il motivo è stato un gesto del tutto inaspettato: mentre l’attore e comico Chris Rock stava facendo una battuta infelice sulla moglie dell’attore Jada Pinkett Smith, Will Smith si è alzato per colpire il presentatore sul volto. Premiato poco dopo come “miglior attore protagonista” per il film “King Richard”, si è scusato in lacrime con i colleghi e l’Academy. Parasite e il record sudcoreano: nel 2020, per la prima volta nella storia della cerimonia degli Oscar, è stato candidato un film sudcoreano, “Parasite”. Non solo: ad oggi è l’unico film ad aver vinto sia il premio più ambito della serata, “miglior film” sia il premio “miglior film in lingua straniera”. Il lungometraggio sudcoreano ha inoltre conquistato altre due statuette: ‘miglior sceneggiatura originale” e “miglior regista” a Bong Joon-ho. Il discorso di Christopher Reeve: nel 1996 l’attore Christopher Reeve, diventato famoso per il ruolo di Superman, fece la sua prima apparizione pubblica dopo essere rimasto paralizzato a seguito di un’incidente a cavallo. Per l’occasione, l’attore fece uno dei discorsi più commoventi della storia degli Oscar, ricordando che il cinema deve sempre andare oltre il mero intrattenimento, perché è uno strumento con il potere di accendere i riflettori su tematiche sociali importanti. Per il coraggio dimostrato ricevette una lunga e sentita standing ovation. Roberto Benigni e i salti di gioia: nel 1999 il film “La vita è bella” vinse ben tre statuette, tra cui “miglior film straniero”. Nel momento in cui fu proclamata la vittoria della pellicola, Roberto Benigni regalò uno dei momenti più memorabili di sempre: dopo l’urlo di Sophia Loren “And the winner is…Roberto!”, l’attore infatti iniziò a saltare sulle poltrone dalla gioia per raggiungere il palco, abbracciò poi Sophia Loren e nel suo discorso di ringraziamento menzionò persino alcuni versi del poeta Dante. I ringraziamenti più lunghi e più corti della storia: nel 1943 Greer Garson passò alla storia non solo per aver vinto il premio “migliore attrice protagonista” per la pellicola “La signora Miniver”, ma anche per la lunghezza del discorso di ringraziamento, dato che l’attrice parlò per più di 5 minuti. Non è dunque un caso che dopo l’episodio, l’Academy decise di introdurre un limite di 45 secondi ai discorsi sul palco. E i ringraziamenti più corti? Nel 1968 Alfred Hitchcock ritirò sul palco il premio alla memoria del produttore ‘Irving G. Thalberg’ e si limitò ad un veloce “Thank you”. Marlon Brando rifiuta il premio: nel 1973 Marlon Brando vinse la statuetta per “miglior attore protagonista” per il kolossal “Il Padrino”, ma fu il primo attore a rifiutare il premio. Non si presentò alla cerimonia, ma delegò al ritiro l’attivista nativa americana Sacheen Littlefeather, che rifiutò a nome dell’attore il premio specificando che Marlon Brando non condivideva il trattamento riservato dall’industria cinematografica alle comunità native americane. I premi al femminile: il percorso per vincere una statuetta è stato molto più complesso e pieno di ostacoli per le donne nell’industria cinematografica, in tutti i ruoli. Tuttavia, alcune di loro sono riuscite comunque a segnare la storia degli Oscar con le loro vittorie e i riconoscimenti ricevuti, sebbene la strada per i pari diritti in questo settore sia ancora lunga. Alcuni esempi: nel 2002 il premio come “migliore attrice” fu consegnato ad Halle Berry per il film “Monster’s Ball” che l’ha resa la prima donna nera a vincere nella categoria; nel 2010 Kathryn Bigelow è passata alla storia come la prima donna a vincere il premio “migliore regista” per il film “The Hurt Locker” e solo l’anno scorso Michelle Yeoh ha vinto il premio Oscar per “migliore attrice” nel film “Everything everywhere all at once” diventando la prima attrice asiatica ad ottenere la tanto ambita statuetta.

Ue, Von der Leyen è la candidata ufficiale del Ppe per un secondo mandato

Ue, Von der Leyen è la candidata ufficiale del Ppe per un secondo mandatoBucarest, 7 mar. (askanews) – Il congresso del Partito popolare europeo ha appoggiato a larghissima maggioranza, oggi a Bucarest, la candidatura unica di Ursula von der Leyen a un secondo mandato come presidente della Commissione europea. Von der Leyen ha ottenuto 400 voti dei delegati del Ppe (espressi a scrutinio segreto) su 499 presenti, 10 schede nulle, e 489 voti validi. Ma i delegati con diritto di voto erano potenzialmente 801.


La candidatura, presentata dal partito nazionale di Von der Leyen, la Cdu tedesca era stata sostenuta fin dall’inizio dai partiti affiliati al Ppe della Grecia e della Polonia. Gli unici partiti del Pde che si sono dichiarati contrari sono i Repubblicani francesi e il Partito democratico sloveno di Janez Jansa.

Lo street artist napoletano Jorit elogia Putin: è “umano come tutti”

Lo street artist napoletano Jorit elogia Putin: è “umano come tutti”Roma, 7 mar. (askanews) – Lo street artist napoletano Jorit ha partecipato al Festival della Gioventù a Sochi e durante il suo intervento ha elogiato il presidente russo Vladimir Putin, finendo sul palco accanto a lui per una foto. “Voglio mostrare all’Italia che sei un essere umano come tutti e contrastare la propaganda occidentale”, ha detto, riferendosi al leader del Cremlino.


Jorit è arrivato a Sochi lo scorso 3 marzo per partecipare al Festival e svelare un murales realizzato nell’ambito del Festival mondiale di arte di strada “New Forms”. “Quando ho pensato a quale potesse essere un modo per avvicinare Russia e Italia, ho pensato alla grande attrice Ornella Muti”, ha precisato. Poi, spostatosi al Festival della Gioventù, ha preso la parola per fare una domanda e una richiesta a Putin: “L’arte può essere strumento per unire paesi e nazioni diverse?, ha chiesto, aggiungendo: “Vorrei chiederle il piacere di fare una foto insieme a lei, per mostrare all’Italia che lei è umano come tutti noi, per contrastare la propaganda occidentale e per ribadire che siamo tutti parte della comunità umana”.


Una richiesta che ha consentito a Putin di esprimere la sua ammirazione per l’arte italiana, che – ha detto – “ci ha sempre tenuti vicini”. “Ma non è solo l’arte che unisce i due popoli, ha spiegato il leader del Cremlino. “La lotta dell’Italia per l’indipendenza e Garibaldi non ci hanno forse uniti? Questo ci ha sempre uniti. Gli italiani hanno sempre avuto un desiderio di libertà nei loro cuori. Ciò significa che rispettate il desiderio degli altri popoli di fare le loro scelte e di scegliere il loro destino”, ha aggiunto Putin.