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Raid israeliano a Khan Younis per uccidere il leader Hamas Deif

Raid israeliano a Khan Younis per uccidere il leader Hamas DeifRoma, 13 lug. (askanews) – Il quotidiano Yisrael Hayom, citando un “rapporto” non specificato, afferma che l’obiettivo dell’attacco nella zona di al-Mawasi, nel sud di Gaza, in cui almeno 30 persone sarebbero morte e circa 100 sarebbero rimaste ferite, era Mohammed Deif, il comandante dell’ala militare di Hamas. La notizia è stata ripresa dai principali quotidiani dello stato ebraico, senza però che vi sia stata ancora una conferma ufficiale da parte delle autorità israeliane. (Foto di repertorio).

Elon Musk ha donato una “somma cospicua” a un gruppo pro-Trump

Elon Musk ha donato una “somma cospicua” a un gruppo pro-TrumpRoma, 13 lug. (askanews) – Il miliardario Elon Musk ha fatto una donazione a un Comitato di azione politica (Pac) che lavora per far eleggere l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca: lo riferisce Bloomberg, citando fonti.


Il rapporto non indica quanto Musk abbia donato, ma afferma che si tratta di “una somma considerevole”. I dfondi sarebbero stati donati a un gruppo denominato America. Un portavoce del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, citato dall’agenzia, ha spiegato: “Elon sa che Trump è un idiota che svenderà l’America, aumentando le tasse sulla classe media di 2.500 dollari”.


Bloomberg cita anche fonti anonime secondo cui i miliardari repubblicani Ken Griffin e Paul Singer, che hanno entrambi criticato Trump in passato, si sono incontrati con il candidato presidenziale per discutere delle donazioni alla sua campagna per la Casa Bianca.

Salvini: spero che vinca Trump, andrò in Usa prima del voto

Salvini: spero che vinca Trump, andrò in Usa prima del votoRoma, 13 lug. (askanews) – Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, in un’intervista-video su ‘Italia Report Usa’, parla del suo rapporto con Donald Trump ed esprime il suo auspicio che alle elezioni vincano i repubblicani.


Il voto negli Usa “è determinante per l’Europa, l’Italia e tutto l’Occidente. Io seguo i dibattiti. Ho contatti con l’attuale amministrazione americana. Non ho mai nascosto la mia speranza in una vittoria Repubblicana, per mille motivi: sui temi della sicurezza, la famiglia, la lotta all’immigrazione clandestina, contrasto ai fanatismi e la pace. Conto che per l’interesse di tanti ci sarà la vittoria Repubblicana a novembre”, afferma. Con Donald Trump “ci siamo sentiti brevemente al telefono non più tardi di qualche settimana fa. La politica italiana è molto prudente nei confronti di Trump. Io non ho mai nascosto la mia simpatia umana e la mia sintonia culturale e quindi sto seguendo una campagna elettorale appassionante”, aggiunge.


“Conto prima del voto di esserci. Ho già alcune missioni istituzionali che mi sono state proposte da ministro, avrei già potuto esserci in questo periodo ma i dossier che abbiamo in Italia mi impegnano qui ma conto in autunno di fare una missione istituzionale negli Usa con dei passaggi politici, con l’incontro con alcuni vertici Repubblicani che dal mio punto di vista sono il futuro”, ha concluso.

Biden a Detroit, dopo promessa di restare in corsa per Usa2024

Biden a Detroit, dopo promessa di restare in corsa per Usa2024Washington DC, 12 lug. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden è oggi impegnato nella sua campagna elettorale in uno stato chiave come il Michigan, dove, secondo i suoi, deve vincere per essere rieletto. All’interno della sua cerchia c’è soddisfazione per la sua performance in solitaria alla conferenza stampa alla fine del summit Nato, momento cruciale nelquale ha avuto gli occhi del mondo addosso. Ma anche consapevolezza che non si è riusciti a mettere un freno alla valanga di domande sulla sua salute che hanno debordato, invece di lasciare più spazio a temi come la sicurezza e la difesa. Un alto funzionario democratico ha detto alla Cnn tramite messaggio che è andato “meglio, ma non ha segnato”. Biden nella conferenza stampa ha detto in una battuta che quelli del suo staff “parlano, parlano molto”.


Detroit è fondamentale insomma: la deputata Hillary Scholten (del Michigan) è una di quelli che hanno chiesto a Biden di abbandonare la corsa. In base ai dispacci del pool della Casa Bianca, Biden è salito a bordo sull’AF1 a passo svelto. Non indossava la cravatta. E il viaggio arriva mentre il presidente ha promesso di andare avanti con la campagna elettorale 2024. In tutto sono una dozzina gli democratici alla Camera (e almeno un senatore) che hanno pubblicamente chiesto a Biden di ritirarsi dalla corsa presidenziale. Il deputato Mike Levin della California è l’ultimo dem a chiederlo. Ma Biden appare più che deciso a restare in corsa, confermando il suo carattere indomabile e risoluto che lo ha portato anche a quella posizione molto ferma – per certi versi diversa da quella presa da altri suoi predecessori – nei confronti dell’invasione dell’Ucraina e più in generale rispetto alla Russia e a Vladimir Putin.


Biden sa bene che non tutti sono dalla sua parte. Il New York Times – il cui comitato editoriale non sostenne neppure la candidatura di Biden che lo portò alla sua prima elezione – ha riferito che i donatori stanno trattenendo circa 90 milioni di dollari, a causa di preoccupazioni sulla fattibilità della rielezione del presidente. Il tutto fa inevitabilmente il gioco di Donald Trump, candidato in pectore per i repubblicani, che però – a sorpresa – in un programma radiofonico ha detto che pensa che la conferenza stampa di Biden di giovedì non sia stata “un disastro totale”, aggiungendo di non credere che possa essere “la fine per lui”. Ha anche detto di pensare che lui e Biden abbiano un “obbligo” nei confronti del pubblico americano di discutere di nuovo e ha suggerito che lui e Biden si sottopongano insieme a dei test cognitivi.


La questione dei test neurologici è stata il centro della conferenza stampa di Biden: un argomento che è in cima ai dibattiti in America da giorni, con una frequenza quasiimbarazzante. L’attuale presidente degli Stati Uniti – e la sua amministrazione – ha detto chiaramente di aver effettuato le visite necessarie, ma che i suoi medici non ritengono che abbia bisogno di sottoporsi a dei test: in un passaggio, nelle risposte ai giornalisti, ha anche fatto notare che invece a Trump nessuno li chiede. Senza sottolineare se il suo contendente ne abbia bisogno o meno. Dopo Detroit, Biden continuerà a viaggiare, la prossima settimana, dirigendosi in Texas e Nevada. Nel frattempo, la Convention nazionale repubblicana inizierà lunedì a Milwaukee, dove Trump dovrebbe diventare il candidato ufficiale, senza troppe difficoltà nonostante i processi e gli scandali che lo riguardano. (di Cristina Giuliano)

Usa2024, il leader Dem alla Camera ha incontrato Biden: abbiamo parlato della sua candidatura

Usa2024, il leader Dem alla Camera ha incontrato Biden: abbiamo parlato della sua candidaturaNew york, 12 lug. (askanews) – Il leader dei democratici alla Camera dei rappresentanti, Hakeem Jeffries, ha incontrato il presidente Joe Biden. Jeffries, ha scritto una lettera ai colleghi dicendo di aver incontrato il presidente Biden giovedì sera e di aver condiviso con lui i loro sentimenti riguardo alla candidatura per le elezioni di novembre.


“A nome dell’House Democratic Caucus, ho richiesto e mi è stato gentilmente concesso un incontro privato con il presidente Joe Biden. L’incontro è avvenuto ieri sera”, ha scritto Jeffries, spiegando di aver “espresso direttamente tutta l’ampiezza delle informazioni, le prospettive sincere e le conclusioni sul percorso da seguire che il Caucus ha condiviso nel nostro recente incontro”. Jeffreis è visto come uno dei pochi democratici a Capitol Hill con la statura necessaria per influenzare il pensiero di Biden. Venerdì mattina 17 deputati dem e un senatore hanno chiesto a Biden di lasciare la campagna elettorale.

Ucraina, Orban dopo il vertice Nato va da Trump. Il Cremlino: non ha portato messagi di Putin

Ucraina, Orban dopo il vertice Nato va da Trump. Il Cremlino: non ha portato messagi di PutinRoma, 12 lug. (askanews) – E’ stato un “onore” visitare il “Presidente Donald Trump”, con il quale si è discusso dei “modi di fare la pace”. Lo ha scritto su X il primo ministro Viktor Orban, dopo aver incontrato a Mar-a-Lago il candidato repubblicano ed ex presidente Usa, aggiungendo che “lui risolverà” la questione della guerra in Ucraina. La visita, altamente divisiva, si è tenuta nelle stesse ore in cui a Washington, al termine del summit Nato a cui lo stesso Orban ha preso parte, diversi leader spiegavano il senso delle decisioni assunte, cioè di un’asserzione di sostegno a Kiev fino alla vittoria contro la Russia.


Orban, che è presidente di turno dell’Unione europea, ha già incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma poi si è recato a Mosca per vedere il presidente russo Vladimir Putin e, infine, ha incontrato anche il presidente cinese Xi Jinping. Queste visite – che Orban stesso definisce “missione di pace” – sono state viste di cattivo occhio da molti partner europei. “Missione di pace 5.0. E’ stato un onore visitare il Presidente Donald Trump oggi a Mar-a-Lago”, ha scritto il leader ungherese. “Abbiamo discusso – ha continuato – dei modi di far la pace. La buona notizia del giorno: lui la risolverà!” Dal canto suo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato oggi che il presidente russo Vladimir Putin non ha inviato alcun messaggio all’ex presidente degli Stati uniti Donald Trump tramite il primo ministro ungherese Viktor Orban. Ieri Orban è andato a incontrare Trump in Florida, presso la sua tenuta di Mar-a-Lago, come parte della sua “missione di pace”. “Nessuna lettera o messaggio, né scritto né orale, è stato trasmesso” ha detto Peskov ai giornalisti, secondo i media russi. Peskov ha aggiunto che Orban non ha informato Putin durante la sua visita in Russia dei suoi piani di incontrare Trump.

Ancora bufera per il silenzio Rai sul voto in Francia, Usigrai attacca l’Ad Sergio: nega la realtà

Ancora bufera per il silenzio Rai sul voto in Francia, Usigrai attacca l’Ad Sergio: nega la realtàRoma, 12 lug. (askanews) – “Ancora una volta l’amministratore delegato Roberto Sergio nega la realtà di un’azienda che viene progressivamente meno al suo ruolo di servizio pubblico”, così in una l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che avverte: “Sergio non può dire che la Rai ha garantito un’ampia copertura delle elezioni francesi. Il pubblico, per essere adeguatamente informato, la sera dello spoglio francese, ha dovuto sintonizzarsi su altri canali perché, a viale Mazzini, è stato ritenuto sufficiente mandare in onda un breve speciale a tarda sera sul tg3, oltre a quello prodotto dal Giornale Radio e uno spazio di un’ora alle 20 su Rainews. Al pari, evidentemente, il settimo piano ritiene sia stato corretto, la stessa sera, aprire il tg delle 22, sempre su Rainews, con una diretta, ineditamente lunga, 8 minuti, dal festival delle identità di Pomezia, cancellando ogni gerarchia delle notizie, primo obbligo e responsabilità per qualsiasi direttore”.


“Auspichiamo allora – aggiunge l’Usigrai – che la Vigilanza non si fermi alle parole di Sergio, ma verifichi i dati reali. Utile, ancora una volta, il caso di Rainews: nel calcolo dei minuti dedicati alla Francia, portato da Sergio a dimostrazione della presunta ampia copertura dell’evento che ha segnato il futuro dell’Unione europea, sono conteggiate anche le repliche delle rassegne stampa. Mezzucci che mortificano l’azienda e il giornalismo”. “A questo punto – conclude Usigrai – siamo noi a domandarci chi stia tutelando l’azienda e chi invece danneggi, per davvero, la reputazione della Rai”. E “al sindacato dei ‘liberi giornalisti’ che parla la stessa lingua dell’azienda, chiediamo di girare al settimo piano la loro domanda sul danno erariale, chissà che non trovino li le risposte”.

Usa2024, Biden difende (con qualche gaffe) la sua candidatura: devo completare il lavoro

Usa2024, Biden difende (con qualche gaffe) la sua candidatura: devo completare il lavoroWashington DC, 12 lug. (askanews) – Nell’attesissima conferenza stampa di fine vertice Nato, durata poco meno di un’ora, il presidente Usa Joe Biden ha ribadito la sua convinzione di essere il candidato più qualificato per vincere le elezioni di novembre, ma ha ammesso che altri democratici potrebbero battere l’ex presidente Donald Trump, come la sua attuale vice Kamala Harris. E replicando sul suo stato di salute, ha fatto notare che nessuno chiede a Trump un test neurologico.


Una gaffe Biden l’ha fatta, riferendosi erroneamente alla vicepresidente Kamala Harris chiamandola “vicepresidente Trump”. “Ottimo lavoro, Joe!” ha ironizzato in un post su Truth Trump stesso. A cui, dopo la conferenza, Biden ha risposto su X: “A proposito: sì, conosco la differenza. Uno è un pubblico ministero e l’altro è un criminale”, ha scritto, riferendosi al precedente ruolo di Harris come procuratore generale della California e alla recente condanna di Trump a New York. Aveva commesso un errore simile anche qualche ora prima, chiamando accidentalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Presidente Putin”, mentre lo presentava durante un evento Nato. Ma in quel caso si era subito corretto e ci aveva scherzato sopra con Zelensky.


“Credo di essere il più qualificato per governare. E penso di essere il più qualificato per vincere. Ma ci sono altre persone che potrebbero battere Trump”, tuttavia “è terribilmente difficile partire da zero. E sai, parliamo di, sai, soldi raccolti – non stiamo andando male. Metteremo 220 milioni di dollari in banca. Stiamo andando bene”, ha detto. Il tutto dopo che la CNN ha riferito che i donatori democratici sono profondamente preoccupati e trattengono assegni di ingente entità a fronte del polverone sollevatosi dopo il dibattito con Trump sulla salute mentale del presidente. In realtà il curriculum di Biden non è in dubbio. Il presidente ha avuto più esperienza politica di chiunque. Ma ciò che preoccupa coloro che chiedono che si faccia da parte è la sua capacità di governare per un altro mandato. Biden è stato incalzato sulla possibilità di riconsiderare la sua posizione sulla permanenza in corsa se gli fossero stati mostrati dati secondo cui la vicepresidente Harris avrebbe ottenuto risultati migliori contro Trump. “No, a meno che non tornino e dicano che non c’è modo di vincere”, ha risposto. Ma, poi ha aggiunto sussurrando enfaticamente: “Nessuno lo dice. Nessun sondaggio lo dice”.


Alla domanda se dovesse sottoporsi a un altro esame neurologico, Biden ha risposto ai giornalisti: “Ho sostenuto tre esami neurologici significativi e intensi… a febbraio, e dicono che sono in buona forma”. Ha anche difeso la sua salute neurologica, affermando che le decisioni che prende ogni giorno sono la prova che è sano: “Ogni singolo giorno mi sottopongo a test sulla mia capacità neurologica. Decisioni che prendo ogni giorno”, ha detto. Biden ha voluto pure scherzare sul numero schiacciante di commenti anonimi emersi dalla sua campagna e dalla sua amministrazione nelle ultime settimane, dicendo ai giornalisti: “Parlate con il mio staff. Tutti voi parlate con il mio staff. A volte il mio staff parla molto”. Verso la fine Biden ha alzato la voce e si è animato quando ha parlato di armi. Ha sottolineato il numero di bambini uccisi ogni anno dalle armi da fuoco e si è scagliato contro la National Rifle Association e la Corte Suprema. Parlando di minacce alla democrazia, Biden ha fatto il suo primo riferimento della serata al Progetto 2025, una proposta politica conservatrice in espansione mirata al potenziale secondo mandato di Trump.


La risposta più complessa è stata quella sul coinvolgimento della Cina nella guerra tra Russia e Ucraina: Biden ha affermato di pensare che il presidente cinese Xi Jinping creda che la Cina possa sfruttare la propria posizione economica presso i paesi stranieri, ma Xi deve capire che “c’è un prezzo da pagare”. Inoltre Biden ha affermato di non avere “alcuna buona ragione per parlare con Putin in questo momento”. “Non sono pronto a parlare con Putin a meno che lui non sia pronto a cambiare il suo comportamento”, ha affermato. Per poi correggere lievemente il tiro: “Penso di essere pronto a parlare con qualsiasi leader voglia parlare, anche se Putin mi chiamasse e volesse parlare”, ha detto. “Il punto è che sono pronto a parlare con chiunque, ma non vedo alcuna inclinazione”. Su Harris è tornato più volte, l’ha descritta come una “persona di prim’ordine”: “Innanzitutto, il modo in cui ha gestito la questione della libertà del corpo delle donne, di avere il controllo sui loro corpi. In secondo luogo, la sua capacità di gestire quasi ogni questione sul tavolo, era una procuratrice eccezionale, una persona di prima categoria, e al Senato è stata davvero brava”, ha detto. “Non l’avrei scelta se non avessi pensato che fosse qualificata per essere presidente. Fin dall’inizio, non ho fatto mistero di questo. È qualificata per essere presidente. Ecco perché l’ho scelta”. Tuttavia non intende ancora cederle il passo. Anzi, il presidente Usa lo ha dichiarato più e più volte durante il colloquio con i giornalisti: “Sono qui per finire il lavoro”. (di Cristina Giuliano)

Usa2024, Biden difende sua candidatura: devo completare il lavoro

Usa2024, Biden difende sua candidatura: devo completare il lavoroWashington DC, 12 lug. (askanews) – Nella attesissima conferenza stampa di fine vertice Nato, durata poco meno di un’ora, il presidente Usa Joe Biden ha ribadito la sua convinzione di essere il candidato più qualificato per vincere le elezioni di novembre, ma ha ammesso che altri democratici potrebbero battere l’ex presidente Donald Trump, come la sua attuale vice Kamala Harris. E replicando sul suo stato di salute, ha fatto notare che nessuno chiede a Trump un test neurologico.


Una gaffe Biden l’ha fatta, riferendosi erroneamente alla vicepresidente Kamala Harris chiamandola “vicepresidente Trump”. “Ottimo lavoro, Joe!” ha ironizzato in un post su Truth Trump stesso. A cui, dopo la conferenza, Biden ha risposto su X: “A proposito: sì, conosco la differenza. Uno è un pubblico ministero e l’altro è un criminale”, ha scritto, riferendosi al precedente ruolo di Harris come procuratore generale della California e alla recente condanna di Trump a New York. Aveva commesso un errore simile anche qualche ora prima, chiamando accidentalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Presidente Putin”, mentre lo presentava durante un evento Nato. Ma in quel caso si era subito corretto e ci aveva scherzato sopra con Zelensky.


“Credo di essere il più qualificato per governare. E penso di essere il più qualificato per vincere. Ma ci sono altre persone che potrebbero battere Trump”, tuttavia “è terribilmente difficile partire da zero. E sai, parliamo di, sai, soldi raccolti – non stiamo andando male. Metteremo 220 milioni di dollari in banca. Stiamo andando bene”, ha detto. Il tutto dopo che la CNN ha riferito che i donatori democratici sono profondamente preoccupati e trattengono assegni di ingente entità a fronte del polverone sollevatosi dopo il dibattito con Trump sulla salute mentale del presidente. In realtà il curriculum di Biden non è in dubbio. Il presidente ha avuto più esperienza politica di chiunque. Ma ciò che preoccupa coloro che chiedono che si faccia da parte è la sua capacità di governare per un altro mandato. Biden è stato incalzato sulla possibilità di riconsiderare la sua posizione sulla permanenza in corsa se gli fossero stati mostrati dati secondo cui la vicepresidente Harris avrebbe ottenuto risultati migliori contro Trump. “No, a meno che non tornino e dicano che non c’è modo di vincere”, ha risposto. Ma, poi ha aggiunto sussurrando enfaticamente: “Nessuno lo dice. Nessun sondaggio lo dice”.


Alla domanda se dovesse sottoporsi a un altro esame neurologico, Biden ha risposto ai giornalisti: “Ho sostenuto tre esami neurologici significativi e intensi… a febbraio, e dicono che sono in buona forma”. Ha anche difeso la sua salute neurologica, affermando che le decisioni che prende ogni giorno sono la prova che è sano: “Ogni singolo giorno mi sottopongo a test sulla mia capacità neurologica. Decisioni che prendo ogni giorno”, ha detto. Biden ha voluto pure scherzare sul numero schiacciante di commenti anonimi emersi dalla sua campagna e dalla sua amministrazione nelle ultime settimane, dicendo ai giornalisti: “Parlate con il mio staff. Tutti voi parlate con il mio staff. A volte il mio staff parla molto”. Verso la fine Biden ha alzato la voce e si è animato quando ha parlato di armi. Ha sottolineato il numero di bambini uccisi ogni anno dalle armi da fuoco e si è scagliato contro la National Rifle Association e la Corte Suprema. Parlando di minacce alla democrazia, Biden ha fatto il suo primo riferimento della serata al Progetto 2025, una proposta politica conservatrice in espansione mirata al potenziale secondo mandato di Trump.


La risposta più complessa è stata quella sul coinvolgimento della Cina nella guerra tra Russia e Ucraina: Biden ha affermato di pensare che il presidente cinese Xi Jinping creda che la Cina possa sfruttare la propria posizione economica presso i paesi stranieri, ma Xi deve capire che “c’è un prezzo da pagare”. Inoltre Biden ha affermato di non avere “alcuna buona ragione per parlare con Putin in questo momento”. “Non sono pronto a parlare con Putin a meno che lui non sia pronto a cambiare il suo comportamento”, ha affermato. Per poi correggere lievemente il tiro: “Penso di essere pronto a parlare con qualsiasi leader voglia parlare, anche se Putin mi chiamasse e volesse parlare”, ha detto. “Il punto è che sono pronto a parlare con chiunque, ma non vedo alcuna inclinazione”. Su Harris è tornato più volte, l’ha descritta come una “persona di prim’ordine”: “Innanzitutto, il modo in cui ha gestito la questione della libertà del corpo delle donne, di avere il controllo sui loro corpi. In secondo luogo, la sua capacità di gestire quasi ogni questione sul tavolo, era una procuratrice eccezionale, una persona di prima categoria, e al Senato è stata davvero brava”, ha detto. “Non l’avrei scelta se non avessi pensato che fosse qualificata per essere presidente. Fin dall’inizio, non ho fatto mistero di questo. È qualificata per essere presidente. Ecco perché l’ho scelta”. Tuttavia non intende ancora cederle il passo. Anzi, il presidente Usa lo ha dichiarato più e più volte durante il colloquio con i giornalisti: “Sono qui per finire il lavoro”.

Lapsus Biden, chiama Zelensky “presidente Putin” ma corregge subito

Lapsus Biden, chiama Zelensky “presidente Putin” ma corregge subitoRoma, 12 lug. (askanews) – Lapsus del presidente statunitense Joe Biden, ancor prima che iniziasse una attesissima conferenza stampa, dopo il vertice Nato oggi a Washington, in una diretta al termine dei lavori ha concluso il suo intervento presentando il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiamandolo “presidente Putin”. Biden si è rapidamente corretto e ha pure scherzato sul lapsus, ma “l’inciampo” – come lo definisce una testata Usa (Cnbc) – è subito rimbalzato sui principali media statunitensi e internazionali.


Biden ha immediatamente corretto la sua presentazione: “Sconfiggerà il presidente Putin: il presidente Zelensky. Sono così concentrato nel battere Putin – si è giustificato – che dobbiamo preoccuparcene”. “Io sono meglio”, ha scherzato Zelensky. “Sei decisamente molto meglio”, ha aggiunto Biden.


Poco prima il presidente Usa aveva reso omaggio al popolo ucraino: “è incredibile. Attraverso tutto il vostro Paese, il vostro incredibile coraggio, la determinazione, i sacrifici che hanno fatto, e mi congratulo con tutte le nazioni che si sono fatte avanti quando contava stare con l’Ucraina. Ho già detto in precedenza che la Russia non prevarrà in questa guerra. L’Ucraina prevarrà in questa guerra”, ha aggiunto. E a diferderlo, poco dopo, è stato il presidente francese Emmanuel Macron: “mi astengo dal fare qualunque commento di politica interna americana, ma ci capita a tutti di fare dei lapsus. E’ capitato a me e mi capiterà sicuramente anche un domani e chiederò la stessa indulgenza che bisogna avere tre persone in buona fede”, ha detto a chi lo interpellava sul caso.


E in generale sulle condizioni del presidente Usa “ho potuto discutere con Biden a lungo ieri e ascoltarlo a margine: un presidente in carica, preciso sui dossier, che conosce bene, un uomo sperimentato e al tavolo uno di quelli che ha maggiore conoscenza di questi temi”. E “il suo attaccamento” agli alleati e all’Europa “è esemplare”, ha aggiunto Macron.