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E’ in corso a Parigi il vertice dei “volenterosi” sull’Ucraina

E’ in corso a Parigi il vertice dei “volenterosi” sull’UcrainaParigi, 27 mar. (askanews) – In corso al Palazzo dell’Eliseo a Parigi il vertice dei “volenterosi” convocato dal presidente francese Emmanuel Macron. Al summit partecipano i rappresentanti di una trentina di Paesi.


Tra gli altri sono presenti il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il primo ministro britannico Keir Starmer, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il segretario generale della Nato Mark Rutte, il primo ministro polacco Donald Tusk, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier greco Kyriakos Mitsotakis, la danese Mette Frederiksen.

Algeria, lo scrittore Boualem Sansal condannato a 5 anni di carcere

Algeria, lo scrittore Boualem Sansal condannato a 5 anni di carcereRoma, 27 mar. (askanews) – Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal è stato condannato a 5 anni di carcere e al pagamento di una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro) dal tribunale penale di Dar El Beida ad Algeri. Il processo allo scrittore franco-algerino, detenuto in Algeria dal 16 novembre 2024, ha colto di sorpresa coloro che si aspettavano un’indagine più lunga.


Celebrata senza preavviso, la sentenza ha sorpreso sia per la riqualificazione dei fatti decisa dal giudice istruttore – che ha portato Boualem Sansal, 80 anni, a comparire non davanti a un tribunale penale, ma davanti a un tribunale penitenziario – sia per la brevità dell’udienza, durata circa venti minuti secondo il quotidiano in lingua araba Chorrouk. Al termine dell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a dieci anni di carcere e una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro).


Il verdetto, più clemente di quanto annunciato, conferma dunque lo scenario ottimistico già anticipato la scorsa settimana da diverse fonti vicine al caso. Secondo loro, l’accelerazione della procedura suggerisce che le autorità algerine stiano cercando di chiudere il caso Sansal il più rapidamente possibile.


“C’è stata una forma di pacificazione”, ha dichiarato Mohamed Baghdadi, presidente dell’ordine degli avvocati di Algeri, suggerendo che l’esito di questo caso sarà deciso in base alla personalità dell’imputato. “È pur sempre un signore anziano, stanco, malato e senza precedenti penali. Sono elementi che contano nel contesto della procedura.” Secondo un’altra fonte, questa condanna permetterebbe allo Stato algerino di “salvare la faccia, lasciando però la porta aperta a un’eventuale grazia presidenziale”, che potrebbe, secondo alcune previsioni, avvenire alla fine del Ramadan o il 5 luglio, in occasione della tradizionale grazia della Giornata dell’Indipendenza e della Gioventù. Tuttavia, poiché questa misura può essere applicata solo alle condanne definitive, la decisione di Boualem Sansal di non presentare ricorso sarebbe un’indicazione in tal senso.


Ha indubbiamente pesato molto sul verdetto anche il recente allentamento delle tensioni tra Parigi e Algeri, ottenuto grazie a contatti al più alto livello tra le due capitali, in particolare per organizzare il più rapidamente possibile una visita ad Algeri del ministro degli Affari esteri Jean-Noël Barrot. Durante il processo, Boualem Sansal ha “negato totalmente” tutte le accuse mossegli dal giudice: attentato all’unità nazionale, insulto a un organismo costituito (l’esercito), attentato all’economia nazionale e possesso di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità nazionale. Mentre in Francia una parte della classe politica ha manifestato a Parigi questa settimana per chiedere la liberazione dello scrittore, i media algerini hanno continuato a insistere sul fatto che i commenti di Boualem Sansal erano seri. Per il sito sovranista Algérie Patriotique, egli resta un “falso martire” che “non viene perseguitato per aver denunciato l’ingiustizia”, ma “glorificato per aver ridimensionato la colonizzazione”. Il quotidiano L’Expression ha ricordato che l’imputato ha negato di “aver minato la sicurezza dello Stato o di aver danneggiato l’Algeria”, “contrariamente” a quanto suggerivano “le sue dichiarazioni viste da milioni di algerini “. Salvate

Macron: altri 2 miliardi per Kiev

Macron: altri 2 miliardi per KievRoma, 26 mar. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito oggi il sostegno dell’Europa all’Ucraina e ha riconosciuto l’impegno per il cessate il fuoco del presidente Usa Donald Trump, incontrando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


“L’aggressività della Russia impatta molto direttamente sulla nostra sicurezza in Europa. Siamo in una fase decisiva per porre fine a questa guerra d’aggressione. Voglio riconoscere gli sforzi del presidente Trump” in favore di un cessate il fuoco, ha detto Macron. Macron ha annunciato altri due miliardi di euro a favore di Kiev: “Abbiamo predisposto un aiuto supplementare con missili terra-aria Mistral, carri AMX-10 RC e munizioni”.


Il presidente francese ha inoltre sostenuto la creazione di forze europee capaci di dissuadere qualsiasi nuova aggressione russa. “L’obiettivo è mantenere l’Ucraina sul suo terreno. La Francia proseguirà il suo impegno, in concerto con i partner europei e gli alleati”, ha detto. “C’è – ha aggiunto – un solo aggressore, la Russia, e un solo resistente: voi”.

Il Salone del Mobile scalda i motori: dall’8 aprile 2.100 espositori a Rho

Il Salone del Mobile scalda i motori: dall’8 aprile 2.100 espositori a RhoMilano, 26 mar. (askanews) – Il Salone del Mobile scalda i motori per l’avvio della nuova edizione nei padiglioni della fiera a Rho dall’8 al 13 aprile. Gli oltre 169.000 metri quadrati di questa 63esima edizione si confermano sold out, con più di 2.100 espositori, di cui il 38% da 37 Paesi, la maggior parte dei quali europei (73%). Certo l’ombra dei dazi e dell’incertezza geopolitica si allunga sempre più sul comparto, ma il Salone conferma il suo ruolo di “magnete” come ha detto la presidente Maria Porro. “Un raggio di sole in un momento complesso per il mercato” secondo il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin.


Del resto è inutile nascondere la preoccupazione per la “spada di Damocle” dei dazi che pende sul comparto, già a fine 2024 in contrazione sul fronte dell’export. Ma l’appuntamento di aprile con le aziende del mondo dell’arredo resta un luogo di “diplomazia del design” in tempi incerti e un’occasione per fare “business ma anche di parlare di cultura di progetto”, come ha sottolineato Maria Porro presentando tra i volumi dell’imponente Biblioteca Braidense di Milano Library of light, l’opera dell’artista britannica Es Devlin, che quest’anno illuminerà il Cortile d’Onore della Pinacoteca di Brera. Un progetto che vuole essere un “faro di sapere” – una biblioteca a forma circolare (diametro di 18 metri), formata da scaffali luminosi contenenti oltre 2.000 volumi – proprio nell’anno di Euroluce, che ospiterà 306 espositori, il 45% dei quali dall’estero, e soprattutto la prima edizione di The Euroluce international lighting forum, un confronto a più voci sui grandi temi della progettazione della luce: due giornate di masterclass, tavole rotonde e workshop con 20 relatori da tutto il mondo, dalla solar designer Marjan van Aubel a Stefano Mancuso, neurologo delle piante, al grande antropologo britannico Tim Ingold.


Nella geografia complessiva degli espositori esteri il 73% quest’anno arriveranno da Paesi dell’Unione Europea. Nel dettaglio ai primi cinque posti ci sono Spagna, Portogallo, Belgio, Germania e Brasile. Seguono Francia, Romania, Turchia, Olanda e Thailandia. Un segnale letto con altrettanta positività è l’arrivo per la prima volta di 168 nuove aziende (68% dall’estero) e il ritorno di 91 espositori (55% dall’estero). Ma la positività degli organizzatori è alimentata anche dai “numeri della biglietteria in crescita”, come ha detto Maria Porro che però ha tenuto precisare: “L’obiettivo non è l’incremento anche perché più di 360 mila visitatori in 6 giorni le aziende non ce la fanno a gestirle. Noi quest’anno abbiamo lavorato tantissimo per raggiungere i mercati che sono oggi uno sviluppo importante per le aziende quindi siamo contenti di vedere che la biglietteria funziona”. I mercati su cui in questi mesi il Salone ha lavorato sono l’India, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. “E’ chiaro che lì non si parla di grandi volumi ma di poche persone di grande qualità – ha spiegato – abbiamo lavorato tanto sugli Stati Uniti: lì c’è una grande incertezza che non dipende da noi evidentemente però su quello pensiamo di aver toccato gli interlocutori giusti. E non ci siamo dimenticati dell’Europa perché nonostante il rallentamento in prospettiva con il nuovo piano tedesco speriamo che possa ripartire. E poi c’è la Cina che è un altro Paese che ha avuto un fermo ma che adesso sta ripartendo soprattutto per quanto riguarda i grandi contract e i segnali ci dicono che anche il retail dovrebbe nel secondo semestre ripartire”.


E per l’inaugurazione chi ci sarà a tagliare il nastro tra le più alte cariche? “Noi mandiamo l’invito a tutte le più alte cariche istituzionali poi ovviamente dipende dallo scenario internazionale”, si è limitata a dire Porro.

La filiale russa torna in possesso di Ariston: Putin revoca la nazionalizzazione

La filiale russa torna in possesso di Ariston: Putin revoca la nazionalizzazioneMilano, 26 mar. (askanews) – Torna nelle disponibilità di Ariston la filiale russa nazionalizzata da Putin poco meno di un anno fa, nell’aprile del 2024. Ariston group, infatti, in una nota, annuncia che il 26 marzo 2025, il decreto presidenziale n. 176 della Federazione Russa ha restituito ad Ariston Holding la proprietà e la piena gestione delle quote della propria controllata russa, Ariston Thermo Rus. La decisione segna la fine della gestione temporanea affidata a Gazprom Bytovie Sistemy (società del gruppo Gazprom), introdotta dal decreto presidenziale n. 294 del 26 aprile 2024.


“Accogliamo con grande favore la decisione delle autorità russe, che ci consente di tornare a gestire direttamente la nostra controllata – afferma nella nota Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston group – un segnale di riconoscimento per i decenni di investimenti e gestione responsabile nel Paese, per il nostro impegno verso oltre 300 collaboratori russi e per la continuità del business locale. Riprenderemo le attività insieme alla nostra leadership locale, nel pieno rispetto delle normative e delle sanzioni vigenti, con l’obiettivo di proseguire il nostro percorso in Russia”. Il nuovo decreto annulla infatti il punto “a” del paragrafo 1 del decreto precedente, permettendo ad Ariston group di riacquisire totalmente la proprietà e il controllo operativo della società russa. Ariston Thermo Rus, con sede a Mosca, è attiva nel Paese da quasi cinquant’anni, gestisce uno stabilimento produttivo alle porte di San Pietroburgo ed è guidata da un affermato team manageriale locale.


Alla luce di questo cambiamento, il Consiglio di Amministrazione di Ariston group riesaminerà la decisione presa il primo agosto 2024 di deconsolidare Ariston Thermo Rus e contabilizzare le relative perdite.

L’Atlantic ha pubblicato i messaggi della chat dei vertici di Trump

L’Atlantic ha pubblicato i messaggi della chat dei vertici di TrumpNew York, 26 mar. (askanews) – The Atlantic ha pubblicato i messaggi dalla chat Signal tra i principali funzionari per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump, rivelando una grave violazione delle regole di sicurezza operativa. I messaggi, inviati prima dell’attacco alle postazioni Houthi in Yemen, contenevano dettagli su orari di decollo di F-18 e droni MQ-9, finestre operative e lancio di missili Tomahawk.


In uno dei messaggi, il segretario alla Difesa Pete Hegseth scriveva: “Condizioni meteo favorevoli. Confermato con Centcom, siamo pronti per il lancio”. Seguiva un piano dettagliato: “1215: partenza F-18 (primo attacco), 1345: apertura finestra per il bersaglio, 1415: droni sul target, 1536: lancio dei Tomahawk”. Il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz ha poi confermato in chat l’eliminazione del principale responsabile missilistico Houthi. Nella chat sono seguiti messaggi celebrativi: il vicepresidente Vance ha risposto con un “excellent”, il direttore della CIA John Ratcliffe ha aggiunto “A good start” e Waltz ha inviato un messaggio con emoji di un pugno, la bandiera americana e il fuoco. Hegseth ha chiuso scrivendo: “Ottimo lavoro. Altri attacchi in corso per ore stanotte, domani rapporto completo. Per ora puntuali, precisi e buoni risultati”.


Il Consiglio per la sicurezza nazionale ha verificato l’autenticità della conversazione. Secondo The Atlantic, il giornalista Jeffrey Goldberg era stato aggiunto per errore alla chat, ricevendo informazioni due ore prima dell’inizio dei raid.

Trump insiste: dobbiamo avere la Groenlandia

Trump insiste: dobbiamo avere la GroenlandiaNew York, 26 mar. (askanews) – “Abbiamo bisogno della Groenlandia per la sicurezza internazionale. Ne abbiamo bisogno. Dobbiamo averla”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un’intervista rilasciata al podcaster Vince Coglianese, a poche ore dalla partenza del vicepresidente JD Vance per una visita ufficiale proprio in Groenlandia. “Mi dispiace metterla in questo modo, ma dobbiamo averla”, ha detto definendo l’isola fondamentale sia “da un punto di vista difensivo che offensivo”, senza però specificare in che modo gli Stati Uniti intendano eventualmente acquisirne il controllo.

Il Giornale dell’Arte e askanews insieme per la Milano Design Week

Il Giornale dell’Arte e askanews insieme per la Milano Design WeekRoma, 26 mar. (askanews) – In occasione del Salone Internazionale del Mobile 2025 e nell’ambito complessivo della Milano Design Week, Il Giornale dell’Arte ed Askanews uniscono le rispettive vocazioni giornalistiche in un progetto editoriale cross mediale unico nel suo genere.


Attraverso le esperienze delle due redazioni e potendo mettere in campo un pool di giornalisti qualificato e riconosciuto, verrà infatti alimentato quotidianamente un flusso di news e contenuti multimediali che, come il tema scelto per il Fuorisalone indica, potrà rappresentare la piattaforma di incontro di “Mondi Connessi” a 360 gradi tra arte, cultura, design, società, innovazione, stile e made in Italy. Un content hub dedicato per i due siti, ilgiornaledell’arte.com e askanews.it, notiziario, video news, approfondimenti, interviste, dal flash d’agenzia all’analisi più ragionata, rivolto a utenti e stakeholder della filiera delle industrie culturali e creative italiane ed internazionali.


Luca Zuccala, Direttore de Il Giornale dell’Arte ha commentato: “Come player di riferimento nel sistema italiano e internazionale dell’informazione artistica e culturale da oltre 42 anni, siamo orgogliosi di attivare sinergicamente il nostro know-how con un’agenzia storica e prestigiosa come Askanews durante una delle settimane apicali dell’industria creativa nazionale. Leggere, interpretare e diffondere, attraverso la sintesi di molteplici prospettive, i linguaggi della contemporaneità è uno degli obiettivi principe del nuovo corso del Giornale dell’Arte”. “Per un’agenzia generalista da sempre però attenta alla verticalizzazione dei propri contenuti informativi poter collaborare con un unicum d’eccellenza come Il Giornale dell’Arte rappresenta un’occasione formidabile di crescita in un contesto, quello artistico e più in generale culturale, che andiamo finalmente ad esplorare con tutta la forza della nostra capacità multicanale”, ha sottolineato Gianni Todini, direttore di askanews.

Tusk: sull’Ucraina la Nato deve essere preparata a ogni scenario

Tusk: sull’Ucraina la Nato deve essere preparata a ogni scenarioRoma, 26 mar. (askanews) – Sull’Ucraina “sono in corso colloqui e trattative, ma siamo onesti: la nostra influenza su queste trattative è limitata, per usare un eufemismo. Quindi dobbiamo essere ancora più preparati, come Nato, come Polonia, per affrontare degli scenari che non sono stati scritti da noi al cento per cento”: lo ha affermato il premier polacco Donald Tusk, al termine di un incontro con il Segretario generale della Nato, Mark Rutte.


Tusk ha sottolineato l’importanza della “garanzia dell’articolo 5, garanzia di ‘uno per tutti, tutti per uno’ che rimane in vigore”: “I rappresentanti degli Stati Uniti hanno ripetutamente sottolineato che saranno sempre pronti a difendere la Polonia e gli altri paesi della Nato in una situazione di pericolo”, ha continuato. Il premier polacco ha poi ringraziato Rutte per “l’inequivocabile sostegno e interesse per un progetto che è molto importante per la Polonia, per l’Europa, per l’intera NATO, vale a dire lo Scudo orientale: come Polonia, ci assumiamo la piena responsabilità della sicurezza del confine orientale della Polonia, ma anche dei nostri partner europei e della Nato”.


“Lavoreremo sicuramente a stretto contatto per una giusta pace in Ucraina. Nessuno – credetemi – nessuno è così desideroso di una pace rapida come i polacchi: ma sappiamo molto bene che questa pace deve anche essere una garanzia della piena sovranità dell’Ucraina. Solo un’Ucraina sovrana, solo una pace giusta darà a tutti noi un senso di sicurezza”, ha concluso.

Rutte a Putin: attacco a Polonia? Reazione Nato sarebbe “devastante”

Rutte a Putin: attacco a Polonia? Reazione Nato sarebbe “devastante”Milano, 26 mar. (askanews) – “Se qualcuno dovesse fare un errore di calcolo e pensare di poterla fare franca con un attacco alla Polonia o a qualsiasi altro alleato, si troverebbe ad affrontare tutta la forza di questa Alleanza. La nostra reazione sarebbe devastante”. Lo ha detto Mark Rutte, nelle dichiarazioni stampa congiunte del Segretario generale della NATO con il Primo Ministro della Polonia Donald Tusk trasmesse in streaming. “Questo deve essere molto chiaro a Vladimir Vladimirovich Putin e a chiunque altro voglia attaccarci” ha aggiunto Rutte nel discorso.


“Non dimentichiamo che la Russia sta entrando in un’economia di guerra, e questo avrà un impatto enorme sulla sua capacità e abilità di costruire le sue forze armate”, ha anche detto Rutte, che ha indicato la Polonia come Paese esemplare in merito ai contributi alla difesa: “Gli investimenti nella difesa sono lì come esempio per tutti gli alleati”. “Come ha detto il presidente Trump, e sono d’accordo con lui, gli alleati europei e il Canada devono fare di più. Dovremmo tutti seguire, quindi, l’esempio polacco”, ha aggiunto invitando a “investire di più nella sicurezza, nella nostra industria e nella nostra deterrenza. Accolgo con favore le vostre recenti discussioni con il Regno Unito e altri alleati europei sugli sforzi per aiutare la produzione della difesa e per aumentarla, perché dobbiamo fare di più. A proposito, questo è un problema che riguarda tutti, compresi gli Stati Uniti e da quando ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per questo semestre, la Polonia vi ha dimostrato la sua leadership nel dare forma all’agenda di difesa e sicurezza dell’Europa. Questi sono tempi incerti, ma lasciatemi chiarire su ciò che abbiamo chiarito su una cosa, la difesa, la partnership atlantica rimane il fondamento della nostra alleanza, e questo non cambierà”.


Nel suo discorso Rutte si è anche riferito al progetto polacco East Shield, ideato per rafforzare il confine tra Polonia, Russia e Bielorussia. Ha detto di essere stato “informato” dal primo ministro Tusk. “E accolgo con favore questo importante investimento nella sicurezza della Polonia e dell’Europa e transatlantica. Penso che sia importante. E so che state lavorando a stretto contatto con l’Unione Europea su questo. In mare, in aria e sulla terraferma, la Polonia è un contributore vitale alla difesa collettiva della NATO e voglio ringraziarvi per aver partecipato a Baltic Sentry, quando il giorno di Natale, il 25 dicembre, è stato tagliato un cavo marittimo tra Estonia e Finlandia. Abbiamo dovuto agire collettivamente. E abbiamo avuto un summit a Helsinki,a cui abbiamo partecipato entrambi. E penso che sia stato importante che la NATO sia stata in grado in soli 10 giorni di reagire a ciò che sta accadendo lì nel Mar Baltico. Ma sappiamo tutti cosa sta succedendo lì e dobbiamo difenderci”, ha detto Rutte. “East Shield” è un progetto pianificato per il periodo 2024-2028 per rafforzare la resilienza della Polonia agli attacchi e alla guerra ibrida. È stato creato in risposta all’aggressione russa contro l’Ucraina e si basa sull’esperienza di quella guerra, ma è un progetto pacifico: intende scoraggiare potenziali aggressori, proteggere soldati e civili e, insieme con gli alleati, dimostrare la disponibilità a difendere i propri confini. Le forze armate polacche, con particolare attenzione alle truppe del genio, sono le principali responsabili dello sviluppo e della costruzione dello “Scudo orientale”. Presuppone la costruzione di fortificazioni e ostacoli naturali sul territorio, lungo il confine orientale e settentrionale della Polonia. La costruzione dei primi elementi dello Scudo orientale sul confine settentrionale e orientale della Repubblica di Polonia è iniziata alla fine di ottobre 2024. Si prevede – secondo il ministero della Difesa polacco – che una parte dei contributi provenga da fondi dell’Unione Europea e della NATO.