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Patto migranti, approvazione netta dall’Europarlamento

Patto migranti, approvazione netta dall’EuroparlamentoMilano, 10 apr. (askanews) – Alla fine, il voto con cui la plenaria del Parlamento europeo ha approvato il pacchetto dell’Ue sull’asilo e la migrazione, oggi a Bruxelles, è stato meno serrato e più netto di quanto fosse previsto (o temuto) solo poche ore prima. Con dieci votazioni successive sono passati senza sorprese tutti i nove regolamenti e la direttiva che costituiscono il pacchetto (su cui c’era già stato un accordo con il Consiglio Ue il 20 dicembre scorso).


Nel pomeriggio, durante il dibattito in aula, la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, e il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas avevano lanciato un accorato appello al senso di responsabilità degli eurodeputati, per non perdere quest’occasione storica, un’opportunità da cogliere assolutamente, avevano sottolineato, per dare finalmente all’Unione un quadro strutturale di regole comuni per la gestione della politica migratoria. ‘La storia ci guarda, gli elettori ci guardano. Se il voto sul Patto fallisce, falliremo tutti’, aveva detto Johansson, mentre Schinas aveva ammonito cheun voto contro il Patto è un voto contro l’Europa delle soluzioni. I dieci diversi testi legislativi erano stati negoziati in una logica di pacchetto, prima tra i diversi gruppi europarlamentari e poi tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. E si temeva, in particolare, che almeno una di queste misure potesse non passare (la più a rischio sembrava il regolamento sulle situazioni di crisi); in questo caso, aveva avvertito la commissaria agli Affari interni, il pacchetto sarebbe stato bloccato: ‘E’ una decisione su tutto o niente: tutte le misure devono passare, o non passerà nessuna misura, aveva affermato.


I Verdi, la Sinistra, il M5s e il gruppo di estrema destra Id (con dentro la Lega) avevano dichiarato che avrebbero votato contro gran parte dei testi, così come i Conservatori del gruppo Ecr (con dentro Fdi) avevano indicato l’intenzione di appoggiare solo alcune delle misure. A favore di tutto il pacchetto erano in generale i tre gruppo maggiori, Ppe (con Forza Italia), Socialisti e Democratici (S&D) e i Liberali di Renew. Nel gruppo S&D, tuttavia, gli italiani del Pd avevano annunciato il loro voto contrario su sei delle dieci misure. Alla fine, gli eurodeputati di Fdi e della Lega hanno differenziato il proprio voto a seconda di ciascun regolamento, con posizioni a volte simili, a volte divergenti Al primo voto, riguardante un regolamento sulla procedura comune per la protezione internazionale nell’Ue (relatrice Fabienne Keller, Renew), si sono espressi a favore 301 eurodeputati contro 272 contrari e 46 astenuti (con l’astensione di Fdi e il voto contrario di Lega e Pd). In tutta l’Unione sarà introdotta una nuova procedura per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale. Con le nuove regole, il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà diventare più rapido, con scadenze più brevi per le domande infondate o inammissibili.


In questo regolamento sono particolarmente controversi due punti: il ricorso generalizzato alla ‘procedure speciali alle frontiere’ e il concetto di ‘Paese terzo sicuro’, in cui possono essere rinviati i migranti. Le procedure di frontiera accelerate riguarderanno tutti i migranti provenienti da paesi terzi con tassi di riconoscimento del diritto d’asilo inferiori al 20% per i loro cittadini, quelli (compresi i minori e le famiglie con minori) che si presume presentino un rischio per la sicurezza, e coloro che hanno tentato di ingannare le autorità. Al secondo voto è passato il regolamento sulle ‘situazioni di crisi e di forza maggiore’, che istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di migranti irregolari. Il regolamento (relatore Juan Fernando López Aguilar, S&D) è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astensioni (il Pd ha votato contro, mentre Lega e Fdi si sono astenuti).


Le nuove norme affronteranno anche il tema della ‘strumentalizzazione’ dei migranti (come è successo qualche anno fa alla frontiera polacca da parte della Bielorussia), ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili, con l’obiettivo di destabilizzare l’Ue. In questo testo i punti controversi riguardano in particolare la possibile ambiguità del concetto di ‘strumentalizzazione’ (si teme che possa essere usato, ad esempio, contro le Ong), e la possibilità degli Stati membri di sospendere i normali diritti dei migranti quando viene dichiarato lo stato di crisi. Il terzo voto, uno dei testi più importanti, riguardava il regolamento ‘Ramm’ sulla gestione della migrazione e dell’asilo (relatore Tomas Tobé, Ppe): è passato con 322 voti a favore, 266 contrari e 31 astenuti (la Lega e Fdi hanno votato contro, il Pd a favore). Il regolamento prevede un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri con un numero annuale di almeno 30.000 richiedenti asilo ricollocati in paesi diversi da quelli più esposti alle pressioni migratorie in cui arrivano. Gli Stati membri potranno non accettare i ricollocamenti loro assegnati, ma allora dovranno fornire un contributo finanziario di 20.000 euro per migrante, o un ‘sostegno operativo’). Questi ricollocamenti saranno fatti sotto il controllo di un coordinatore per l’Ue, una figura che non esisteva finora. Inoltre, ci saranno garanzie rafforzate per i minori non accompagnati, ed è previsto che tutte le persone con familiari sottoposti a protezione internazionale in uno Stato membro potranno ricongiungersi a questi parenti, ovunque si trovino nell’Ue (in deroga dal controverso principio del ‘paese di primo arrivo’ del Regolamento di Dublino). Il quarto voto riguardava un regolamento che istituisce una procedura per il ‘rimpatrio alle frontiere’ a seguito di una decisione negativa riguardo a una richiesta di asilo o di protezione internazionale. Il migrante in questo caso non è autorizzato a entrare nel territorio dello Stato membro che ne ha esaminato la domanda, e deve essere rimpatriato. Il regolamento (relatrice di) nuovo Fabienne Keller, Renew), è stato approvato con 329 voti favorevoli, 253 contrari e 40 astensioni (Lega e Fdi hanno votato a favore, il Pd contro). Con il suo quinto voto sul pacchetto, la plenaria ha approvato il regolamento ‘screening’ sugli accertamenti preliminari sulle persone alle frontiere dell’Ue, della durata massima di sette giorni, che comprenderanno identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone sottoposte allo screening. Il regolamento (relatrice Birgit Sippel S&D), è stato approvato con 366 voti favorevoli, 229 contrari e 26 astensioni (Fdi ha votato a favore, Lega e Pd contro) Gli eurodeputati hanno approvato, alla sesta votazione, anche un nuovo regolamento sul sistema centralizzato di informazioni sulle fedine penali per i cittadini dei paesi terzi (relatrice sempre Birgit Sippel) con 414 voti favorevoli, 182 contrari e 29 astensioni (Lega e Fdi favorevoli, Pd contrario). La settima votazione ha riguardato il regolamento Eurodac, riguardante la banca dati per le persone che entrano irregolarmente nell’Ue. I dati sulle impronte digitali e il riconoscimento facciale degli individui sopra i sei anni, saranno memorizzati nella banca dati Eurodac aggiornata. Le autorità potranno anche segnalare gli individui aggressivi, armati o che reputano rappresentino una minaccia alla sicurezza. Il regolamento, presentato dal relatore Jorge Buxadé Villalba, Ecr), è stato approvato con 404 voti favorevoli, 202 contrari e 16 astensioni (anche qui Fdi e Lega favorevoli, Pd contrario). Con l’ottava votazione è stato approvato il regolamento sul nuovo quadro per il ‘reinsediamento’ e l’ammissione umanitaria nell’Ue di rifugiati provenienti da paesi terzi. Gli Stati membri possano offrirsi (si tratta di uno schema volontario) di ospitare i cittadini di paesi terzi riconosciuti dall’Onu come rifugiati, ai quali sarà garantito un accesso legale, organizzato e sicuro al loro territorio. Il regolamento (relatrice Malin Bjork, La Sinistra), è stato approvato con 452 voti favorevoli, 154 contrari e 14 astensioni. La nona votazione ha riguardato nuove regoli comuni per tutti gli Stati membri sul riconoscimento dello status di rifugiato, o di persona che gode di protezione sussidiaria, e sui diritti applicabili a queste persone. Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel paese di origine del rifugiato, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Ue per l’asilo. Dopo essere stato concesso, lo status di rifugiato sarà sottoposto a verifiche regolari. Chi ha richiesto la protezione dovrà rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile di esaminare la domanda o dello Stato che ha concesso la protezione. Il regolamento (relatore Matjaz Nemec S&D) è stato approvato con 340 voti favorevoli, 249 contrari e 34 astensioni. Infine, con il decimo voto, la plenaria ha approvato la nuova direttiva sull’accoglienza dei richiedenti asilo, che richiede agli Stati membri di garantire che gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo per quanto riguarda alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, accesso alle misure di integrazione e al mercato del lavoro. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al più tardi entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. La direttiva fissa anche le regole per mantenere in stato di detenzione i richiedenti asilo durante l’esame della domanda, e quelle per limitare la libertà di circolazione nell’Ue, in modo da disincentivare gli spostamenti in altri Stati membri. La direttiva (relatrice Sophia in’t Veld, Renew), è stata approvata con 398 voti favorevoli, 162 contrari e 60 astensioni. Nelle ultime tre votazioni, che riguardavano misure proposte non nel 2020 con il Patto su migrazione a asilo, ma otto anni fa, nel 2016, con una precedente proposta di riforma della politica migratoria, il Pd ha votato sempre a favore e Lega e Fdi sempre contro. Una volta approvate formalmente anche dal Consiglio Ue, tutte le nuove normative entreranno in vigore dopo essere state pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. L’applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni. Per quanto riguarda la direttiva sulle condizioni di accoglienza, gli Stati membri avranno invece due anni di tempo per recepirla, introducendo delle misure specifiche nella loro legislazione nazionale.

Ue, Patto migranti, Europarlamento approva tutto il pacchetto

Ue, Patto migranti, Europarlamento approva tutto il pacchettoBruxelles, 10 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato questo pomeriggio a Bruxelles il Patto dell’Ue sull’asilo e la migrazione, con dieci votazioni successive su altrettante misure, direttive e regolamenti che costituiscono il pacchetto (su cui c’è già stato un accordo con il Consiglio Ue il 20 dicembre scorso) e che sono passate tutte.


I dieci diversi testi legislativi (sette proposti dalla Commissione il 23 settembre 2020, e tre ripresi da proposte del 2016 rimaste a lungo bloccate in Consiglio Ue) erano stati negoziati in una logica di pacchetto, prima tra i diversi gruppi europarlamentari e poi tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. E oggi si temeva che una o più di queste misure potesse non passare; in questo caso, aveva avvertito la commissaria agli europea agli Affari interni, Ylva Johansson prima del voto, il pacchetto sarebbe stato bloccato. Al primo voto, riguardante un regolamento sulla procedura comune per la protezione internazionale nell’Ue (relatrice Fabienne Keller, Renew), si sono espressi a favore 301 eurodeputati contro 272 contrari e 46 astenuti. In tutta l’Unione sarà introdotta una nuova procedura per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale. Con le nuove regole, il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà diventare più rapido, con scadenze più brevi per le domande infondate o inammissibili.


Al secondo voto è passato il regolamento sulle “situazioni di crisi e di forza maggiore”, che istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di migranti irregolari. Le nuove norme affronteranno anche il tema della “strumentalizzazione” dei migranti (come è successo qualche anno fa alla frontiera polacca da parte della Bielorussia), ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili, con l’obiettivo di destabilizzare l’Ue. Il regolamento (relatore Juan Fernando López Aguilar, S&D), è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astensioni. Il terzo voto, uno dei testi più importanti, riguardava il regolamento “Ramm” sulla gestione della migrazione e dell’asilo (relatore Tomas Tobé, Ppe): è passato con 322 voti a favore, 266 contrari e 31 astenuti.


Il regolamento prevede un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri con un numero annuale di almeno 30.000 richiedenti asilo ricollocati in paesi diversi da quelli di primo arrivo e più esposti alle pressioni migratorie (gli Stati membri possono non accettare i ricollocamenti loro assegnati, ma allora devono fornire un contributo finanziario di 20.000 euro per migrante); questi ricollocamenti saranno sotto il controllo di un coordinatore per l’Ue, una figura che non esisteva finora. Inoltre, ci saranno garanzie rafforzate per i minori non accompagnati, ed è previsto che tutte le persone con familiari sottoposti a protezione internazionale in uno Stato membro potranno ricongiungersi a loro, ovunque si trovino nell’Ue (in deroga dal controverso principio del “paese di primo arrivo” del Regolamento di Dublino). Il quarto voto riguardava un regolamento che istituisce una procedura per il “rimpatrio alle frontiere” a seguito di una decisione negativa riguardo a una richiesta di asilo o di protezione internazionale. Il migrante in questo caso non è autorizzato a entrare nel territorio dello Stato membro che ne ha esaminato la domanda, e deve essere rimpatriato. Il regolamento (relatrice di) nuovo Fabienne Keller, Renew), è stato approvato con 329 voti favorevoli, 253 contrari e 40 astensioni.


Con il suo quinto voto sul pacchetto, la plenaria ha approvato il regolamento “screening” sugli accertamenti preliminari sulle persone alle frontiere dell’Ue, della durata massima di sette giorni, che comprenderanno identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone sottoposte allo screening. Il regolamento (relatrice Birgit Sippel S&D), è stato approvato con 366 voti favorevoli, 229 contrari e 26 astensioni. Gli eurodeputati hanno approvato, alla sesta votazione, anche un nuovo regolamento sul sistema centralizzato di informazioni sulle fedine penali per i cittadini dei paesi terzi (relatrice sempre Birgit Sippel) con 414 voti favorevoli, 182 contrari e 29 astensioni. La settima votazione ha riguardato il regolamento Eurodac, riguardante la banca dati per le persone che entrano irregolarmente nell’Ue. I dati sulle impronte digitali e il riconoscimento facciale degli individui sopra i sei anni, saranno memorizzati nella banca dati Eurodac aggiornata. Le autorità potranno anche segnalare gli individui aggressivi, armati o che reputano rappresentino una minaccia alla sicurezza. Il regolamento, presentato dal relatore Jorge Buxadé Villalba, Ecr), è stato approvato con 404 voti favorevoli, 202 contrari e 16 astensioni. Con l’ottava votazione è stato approvato il regolamento sul nuovo quadro per il “reinsediamento” e l’ammissione umanitaria nell’Ue di rifugiati provenienti da paesi terzi. Gli Stati membri possano offrirsi (si tratta di uno schema volontario) di ospitare i cittadini di paesi terzi riconosciuti dall’Onu come rifugiati, ai quali sarà garantito un accesso legale, organizzato e sicuro al loro territorio. Il regolamento (relatrice Malin Bjork, La Sinistra), è stato approvato con 452 voti favorevoli, 154 contrari e 14 astensioni. La nona votazione ha riguardato nuove regoli comuni per tutti gli Stati membri sul riconoscimento dello status di rifugiato, o di persona che gode di protezione sussidiaria, e sui diritti applicabili a queste persone. Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel paese di origine del rifugiato, sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Ue per l’asilo. Dopo essere stato concesso, lo status di rifugiato sarà sottoposto a verifiche regolari. Chi ha richiesto la protezione dovrà rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile di esaminare la domanda o dello Stato che ha concesso la protezione. Il regolamento (relatore Matjaz Nemec S&D) è stato approvato con 340 voti favorevoli, 249 contrari e 34 astensioni. Infine, con il decimo voto, la plenaria ha approvato la nuova direttiva sull’accoglienza dei richiedenti asilo, che richiede agli Stati membri di garantire che gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo per quanto riguarda alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, accesso alle misure di integrazione e al mercato del lavoro. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al più tardi entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. La direttiva fissa anche le regole per mantenere in stato di detenzione i richiedenti asilo durante l’esame della domanda, e quelle per limitare la libertà di circolazione nell’Ue, in modo da disincentivare gli spostamenti in altri Stati membri. La direttiva (relatrice Sophia in’t Veld, Renew), è stata approvata con 398 voti favorevoli, 162 contrari e 60 astensioni. Una volta approvate formalmente anche dal Consiglio Ue, tutte le nuove normative entreranno in vigore dopo essere state pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. L’applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni. Per quanto riguarda la direttiva sulle condizioni di accoglienza, gli Stati membri avranno invece due anni di tempo per recepirla, introducendo delle misure specifiche nella loro legislazione nazionale.

Hasbro in tour nei Toys center con il “gioco del mese”

Hasbro in tour nei Toys center con il “gioco del mese”Roma, 10 apr. (askanews) – I giochi da tavolo, apprezzati da sempre per il loro valore educativo e sociale, hanno conosciuto negli ultimi anni una vera e propria rinascita, complice la riscoperta del piacere di stare insieme e di condividere esperienze ludiche in famiglia o con gli amici. La cultura del gioco, informa una nota, prende piede e si diffonde in tutto lo Stivale, ma va alimentata per mantenere viva la passione e non smettere mai di divertirsi. Ed è per questo che, dal weekend del 13 e 14 aprile 2024, partirà il tour “Gioco del mese”: una serie di appuntamenti dal vivo – targati Hasbro e direttamente all’interno dei Toys Center – completamente dedicati al gioco in scatola, in compagnia dei maggiori esperti di gioco in circolazione pronti a dispensare regole e consigli utili per avere sempre la meglio.


Si parte sabato 13 aprile e si va avanti fino a novembre. A guidare la tappa di Roma, prevista sabato e domenica nel Toys Center di Via Aurelia 1334, i guru romani del gioco in scatola. Stiamo parlando degli appassionatissimi esperti de La Tana dei Goblin, l’associazione ludica più importante in Italia, l’unica a contare più di 50 affiliate sparse in tutta la nazione e con più di 4000 tesserati, che ha come mission la diffusione in tutto il territorio nazionale della cultura del gioco da tavolo. Ogni mese si cambia gioco. E ad aprile toccherà a una delle novità dell’anno più divertenti in assoluto: il protagonista della prima tappa sarà l’avvincente Piggy Piggy, un frenetico gioco di carte per tutta la famiglia. L’obiettivo del card game è molto semplice: accumulare più punti degli avversari rubando i loro maialini colorati. Le regole altrettanto intuitive: giocare le carte “Cibo” per rubare maialini e fare più punti degli altri, oppure usare le carta “Capra” per sabotare gli avversari costringendoli a rinunciare ai loro cari maialini. Il primo a raggiungere 8 punti vince! Facile a dirsi, estremamente piacevole e spassoso a farsi, soprattutto se a spiegare il gioco – magari facendo anche la prima partita insieme – c’è chi del gioco ne ha fatto quasi una missione di vita, cioè uno degli appassionatissimi giocatori de La Tana dei Goblin.


Il tour “Gioco del mese” sarà quindi l’occasione perfetta per i tantissimi appassionati di giochi in scatola sempre più alla ricerca di nuove persone con cui condividere quella fervida passione che unisce e allieta. Allo stesso modo, le famiglie potranno trascorrere del tempo di qualità insieme e scoprire le ultime novità dei giochi da tavolo. Per essere sempre aggiornati sulle tappe del tour che farà giocare tutti gli italiani e non perdersi proprio quella dedicata al gioco preferito bastano pochi click su giocodelmese.it!

Premier Gb Sunak colpito da bufera di critiche per le sue Adidas

Premier Gb Sunak colpito da bufera di critiche per le sue AdidasMilano, 10 apr. (askanews) – Per GQ, versione londinese, “nel tentativo di presentarsi come giovane e alla moda, Rishi Sunak ha preso una scarpa da ginnastica eternamente bella e l’ha rovinata per tutti”. Una dichiarazione tombale che offre la misura di quanto si discuta delle Adidas ai piedi del primo ministro britannico. Dopo che molti utenti dei social media hanno detto che avrebbero venduto le loro scarpe online perché Sunak ha rovinato il look a tutti.


Un caso politico, più che fashion, scatenato dalle iconiche Samba di cui tutti parlano a Londra: grigie, bianche e nere, indossate in un’intervista a Downing Street, abbinate a una camicia bianca, pantaloni blu scuro e calzini neri. Certo non la stessa mise di Freddie Mercury in primis, come quando le sfoggiò nel gran ritorno con i Queen nel 1986 allo stadio di Wembley in canottiera, borchie sul braccio e jeans attillati al Live Aid. A testimonianza che quelle calzature sopravvivono da decenni e si sono adattate nel corso del tempo alla storia. Il premier britannico ha detto che indossa le scarpe da ginnastica tedesche “da molti anni” ed è un “devoto di lunga data” del marchio. Le prime sono state un regalo di suo fratello. Poi cercando di sdrammatizzare afferma di essersi “divertito dalla quantità di attenzione” su ciò che indossava nell’intervista. Ma i commenti che sono spuntati sui social non sono tanto divertenti, e nemmeno lusinghieri. Non tanto per le scarpe, quanto per lui.

Il ministro degli esteri Katz: Israele risponderà all’Iran, se attaccato

Il ministro degli esteri Katz: Israele risponderà all’Iran, se attaccatoRoma, 10 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha detto oggi, in un’intervista alla radio pubblica Reshet Bet, che Israele reagirà a un eventuale attacco dell’Iran, che ha minacciato ritorsioni dopo il raid aereo israeliano contro un edificio del consolato iraniano a Damasco, in cui sono rimasti uccisi sette ufficiali dei Guardiani della rivoluzione.


“Assolutamente, reagiremo in Iran”, ha detto Katz. “Se l’Iran attaccasse Israele, risponderemmo in Iran, perché non sopporteremo alcun attacco del genere a causa della nostra responsabilità nei confronti dei nostri cittadini… Dopotutto, l’Iran è la testa del serpente”, ha commentato il ministro.

Biden: quello che sta facendo Netanyahu è un errore

Biden: quello che sta facendo Netanyahu è un erroreMilano, 10 apr. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden ha descritto l’approccio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, al conflitto come un “errore” e chiesto la fine dei combattimenti. “Penso che quello che sta facendo sia un errore. Non sono d’accordo con il suo approccio”, ha detto Biden a Univision, in un’intervista registrata pochi giorni dopo gli attacchi militari israeliani agli operatori umanitari della World central kitchen.


Biden ha chiesto a Israele di accettare un cessate il fuoco e che “non ci sono scuse” per non inviare aiuti umanitari. “Quello che chiedo è che gli israeliani chiedano semplicemente un cessate il fuoco, consentendo per le prossime sei, otto settimane che tutto il cibo e le medicine entrino nel Paese. Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a entrare. Sono pronti a trasferire questo cibo. E penso che non ci siano scuse per non provvedere alle esigenze mediche e alimentari di quelle persone. Dovrebbe essere fatto adesso”, ha detto Biden nell’intervista.

Nato, i 75 anni a Napoli nel segno della difesa e deterrenza

Nato, i 75 anni a Napoli nel segno della difesa e deterrenzaNapoli, 9 apr. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Un traguardo importante festeggiato nel segno della difesa e della deterrenza: i 75 anni della Nato dal mare di Napoli hanno i colori di una giornata di sole a bordo della Mount Whitney, nave ammiraglia della Sesta Flotta degli Stati Uniti di stanza nel Mar Mediterraneo. L’attualità globale spinge a pensare a tempi sempre più cupi, ma i festeggiamenti Nato parlano di una Alleanza a 32 Paesi coesa, unita e forse mai come oggi necessaria. A fronte della retorica aggressiva del Cremlino che proprio nella data esatta dell’anniversario Nato ha parlato di “confronto diretto” con l’Alleanza. Ma che cosa sta cercando Mosca? “Penso che in gran parte si tratti di retorica, ed è destinata principalmente al pubblico interno russo” risponde Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato. “Non ci sono indicazioni che la Russia attaccherà la Nato nel prossimo futuro, e quindi non credo che dovremmo preoccuparci di questo. Ma la Russia è la principale minaccia per la NATO, come concordato dalle nazioni a Madrid nel 2022. E lo è ancora, ed è stato il risultato, ovviamente, di una serie di azioni a partire dalla Georgia nel 2008”.


Ma ovviamente “il colpo finale” come lo chiama Bauer “all’idea che la Russia non fosse più un partner ma fosse in realtà una minaccia” è arrivata il 24 febbraio 2022, con “l’invasione totale dell’Ucraina. Non penso che vedremo uno scontro con la NATO nel breve termine. Ma la Russia è la nostra principale minaccia, e quindi dobbiamo essere pronti a contrastarla, a scoraggiarla ed essere in grado di difenderci da essa”. E in questa prospettiva si colloca “un’esercitazione come Steadfast Defender: 90.000 soldati pronti a difendere ogni centimetro del nostro territorio. Ciò dimostra che siamo in grado di portare rinforzi, attraverso l’Oceano Atlantico verso l’Europa, e poi attraverso l’Europa fino al luogo in cui devono essere”, aggiunge Bauer. Nel suo messaggio per i 75 anni della Nato l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America Jack Markell aveva detto che “l’Italia è stata un alleato fondamentale sin dalla fondazione”. Ma quale può essere il contributo dell’Italia? “In primo luogo – risponde ad askanews Markel presente a bordo della Mount Whitney – la NATO è semplicemente un’alleanza straordinariamente forte e lo è da 75 anni. E l’Italia è un Paese membro davvero importante: gli Stati Uniti con l’Italia, con tutti i membri della NATO, lavorano su una serie di questioni importanti”, dice. “La leadership italiana in Kosovo, in Libano e altrove è stata molto, molto forte e siamo davvero grati per questa partnership”. E il ruolo nella missione nel Mar Rosso? “L’Italia ha assunto anche quell’importante ruolo di leadership nel Mar Rosso. Quindi, ancora e ancora, l’Italia continua a farsi avanti nei confronti dei partner della NATO, e questo è esattamente ciò che l’Alleanza richiede”.


Dello stesso parere è Sir Keith Edward Blount, ammiraglio e vice Comandante Supremo Alleato in Europa: “Nei momenti più tranquilli o in quelli sempre più aggressivi, siete una nazione militare molto forte, con una lunga storia all’interno dell’Alleanza. Nel mio precedente lavoro come comandante marittimo della NATO, e in effetti in questo lavoro, ho lavorato a stretto contatto con la Marina italiana. Quindi le vostre forze marittime godono di una reputazione straordinaria, ma è molto, molto più ampia di quella. I vostri impegni in Kosovo, ad esempio, fino alla Lettonia con le forze terrestri avanzate, fanno sì che abbiate altri quartier generali qui, oltre al JFC Naples. Siete onnipresenti e ve ne siamo molto grati”. Blount fa anche notare che nel complesso la superiorità marittima della Nato è di gran lunga superiore alla Russia. “Vorrei anche sottolineare il successo che gli ucraini hanno avuto nel contrastare le forze marittime russe nel Mar Nero. Molto, molto riuscito e molto impressionante”, dice.


E l’Ucraina è il monito costante nel guardare al presente ma anche al futuro. A fare gli onori di casa in queste celebrazioni – che ieri hanno visto anche un concerto al San Carlo – era ovviamente l’ammiraglio Stuart B. Munsch, Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli e Comandante delle Forze Navali USA in Europa e Africa. “La guerra è l’inferno” ha detto il numero uno della Jfc Naples parlando all’interno del teatro. “La guerra è l’inferno” ha ripetuto, sottolineando come la Nato sia un’organizzazione votata all’azione e destinata a difendere ogni centimetro del proprio territorio alleato. E i valori “fondamentali” assicura Munsch, “non cambieranno”.

Ue, Patto migranti, botta e risposta Ppe-Pd sul voto di domani

Ue, Patto migranti, botta e risposta Ppe-Pd sul voto di domaniBruxelles, 9 apr. (askanews) – Botta e risposta con toni duri tra il presidente del Ppe, Manfred Weber, e il capo delegazione del Pd, Brando Benifei, sul Patto Ue immigrazione asilo, che verrà votato dalla plenaria del Parlamento europeo domani a Bruxelles.


Con una presa di posizione inusuale, Weber ha diramato questo pomeriggio un comunicato stampa in italiano, rivolto direttamente al Pd, in cui afferma testualmente: “I socialdemocratici italiani non devono sottrarsi alle loro responsabilità. L’Italia è il paese più colpito” dalle crisi migratorie. “Se il patto migratorio fallisse, causerebbe danni enormi all’Europa e in particolare all’Italia. Questo non deve accadere”. “Il voto sul pacchetto dell’Ue sull’asilo e la migrazione è uno dei più importanti di questa legislatura”, e “i cittadini europei si aspettano che i politici forniscano risposte a questa grande sfida. Dopo anni di dibattiti angoscianti, ora sono necessarie soluzioni”.


“Abbiamo bisogno – sottolinea il presidente del Ppe – di una procedura ordinata per ridurre l’immigrazione, di controlli rigorosi alle frontiere esterne dell’Unione europea, e di lotta contro l’immigrazione clandestina, contro il modello imprenditoriale dei trafficanti e della criminalità organizzata” “Il voto di domani – conclude Weber – deciderà se il Pd continuerà a essere un partito europeista”.


La risposta di Benifei non si è fatta attendere: “Il Partito Democratico non si fa dare lezioni di europeismo dal Presidente del Ppe, Manfred Weber, che lavora sistematicamente da mesi per smantellare il Green Deal europeo, o per annacquare le proposte di riforma per superare il diritto di veto” nelle decisioni di politica estera del Consiglio Ue, “dimostrando di essere completamente asservito alla destra ultra nazionalista”, ha scritto il capo delegazione del Pd al Parlamento europeo in una nota stampa, sempre nel pomeriggio. “Il Ppe vuole trasformare la politica europea in materia di asilo e migrazione in una pura questione di sicurezza, usare i fondi europei per costruire muri e recinzioni alle frontiere dell’Unione e per l’esternalizzazione secondo il ‘modello Ruanda’”, aggiunge Benifei, con riferimento al tentativo del Regno Unito di subappaltare al Paese africano la gestione dei richiedenti asilo che arrivano irregolarmente sul loro territorio, che somiglia molto a un punto sostenuto dal Ppe nel suo “Manifesto” per le elezioni europee.


“La questione – ricorda il capo delegazione del Pd – è ovviamente complessa, e i gruppi parlamentari europei si divideranno perché c’è chi pensa legittimamente che questo compromesso sia meglio di nessun compromesso; ma per noi, da italiani del Pd, è davvero troppo poco, e per questo voteremo contro”, ha annunciato. “Il Patto sulle migrazioni che esce dall’accordo fatto col Consiglio Ue, infatti – spiega Benifei -, danneggia l’Italia, perché vuole trasformare il nostro paese in un Cpr (un Centro di permanenza per i rimpatri, le strutture di trattenimento per i migranti irregolari, ndr) all’aria aperta”, e “spinge verso i paesi terzi la gestione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, invece che promuovere un’autentica ripartizione delle responsabilità” tra i diversi Stati membri dell’Ue. “Per noi i diritti umani e la solidarietà europea sono fondamentali; non avalliamo un accordo che lascia troppo sola l’Italia e non è sufficientemente solido sui diritti delle persone più fragili”, conclude il capo delegazione del Pd. Il “Patto migratorio” consiste di dieci diversi testi legislativi (sette proposti dalla Commissione il 23 settembre 2020, e tre ripresi da proposte del 2016 rimaste a lungo bloccate in Consiglio Ue), che verranno votati dalla plenaria in rapida successione nel pomeriggio di domani, a partire dalle 17, dopo un dibattito in aula a partire dalle 12.30. I dieci testi sono stati negoziati in una logica di pacchetto, prima tra i diversi gruppi europarlamentari e poi tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue. Ma domani potrebbe benissimo succedere che il voto dell’aula non approvi tutti i testi, “spacchettando” così il Patto. Almeno due proposte di regolamento rischiano di essere bocciate, secondo diverse fonti del Parlamento europeo: il regolamento sulle Procedure per l’Asilo (“Asylum Procedure Regulation”) e quello riguardante le “situazioni di crisi e di forza maggiore” nel campo migratorio. Il voto contrario del Pd (16 eurodeputati), annunciato da Benifei, potrebbe in realtà non riguardare tutti i testi del Patto migratorio. A quanto si apprende a Bruxelles, infatti, su almeno un regolamento, quello sulla gestione dell’Asilo e della migrazione (Ramm), il giudizio degli eurodeputati democratici è piuttosto positivo. Il regolamento Ramm prevede un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri con un numero annuale di almeno 30.000 migranti irregolari redistribuiti in paesi diversi da quelli di primo arrivo; questi “ricollocamenti” saranno sotto il controllo di un coordinatore per l’Ue, una figura che non esisteva finora. Inoltre, ci saranno garanzie rafforzate per i minori non accompagnati, ed è previsto che tutte le persone con familiari sottoposti a protezione internazionale in uno Stato membro potranno ricongiungersi a loro, ovunque si trovino nell’Ue (in deroga dal controverso principio del “paese di primo arrivo” del Regolamento di Dublino). La delegazione del Pd, inoltre, dovrebbe votare a favore di altri tre testi legislativi, basati su vecchie proposte del 2016 che sono state aggiornate e inserite nel pacchetto: innanzitutto la “direttiva accoglienza”, che stabilisce le norme relative alle condizioni che devono essere assicurate negli Stati membri ai richiedenti la protezione internazionale per quanto riguarda alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, accesso alle misure di integrazione, al mercato del lavoro e alla libertà di circolazione. La direttiva fissa anche le regole per mantenere in stato di detenzione i richiedenti asilo durante l’esame della domanda. Gli altri due testi a cui il Pd non dovrebbe opporsi sono il regolamento sui “Reinsediamenti” (ammissione umanitaria e volontaria negli Stati membri di persone, provenienti da paesi terzi, con diritto alla protezione internazionale); e il regolamento sull’attribuzione delle qualifiche di rifugiati e di beneficiari della protezione internazionale o sussidiaria, sul loro status uniforme e sul contenuto della protezione riconosciuta.

Salone Mobile, Porro: trend positivo, biglietti in crescita sul 2023

Salone Mobile, Porro: trend positivo, biglietti in crescita sul 2023Milano, 9 apr. (askanews) – “C’è una grande attesa” per la 62esima edizione del Salone del Mobile di Milano “che trova riscontro nella biglietteria: il trend è estremamente positivo anche se manca una settimana”. Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, non si sbilancia sui numeri dei biglietti venduti per kermesse dedicata all’arredo e al design, in programma dal 16 al 22 aprile. Prudente anche sulla geografia dei visitatori che arriveranno nei padiglioni di Fiera Milano a Rho: “Non vediamo ancora la composizione dei Paesi da cui vengono ma il trend è sicuramente positivo e in crescita rispetto all’anno scorso”, ha affermato. Unico dato che fornisce è quello che riguarda gli studenti: per loro “abbiamo ribassato il biglietto a 15 euro” ci ha detto “e a oggi sono 4mila quelli che l’hanno acquistato”.


Tuttavia, per attirare un pubblico di visitatori qualificato da tutto il mondo, è stato realizzato un percorso di promozione. “Noi abbiamo fatto un lavoro di promozione a livello internazionale, abbiamo toccato quasi tutti i continenti in modo chirurgico. Abbiamo lavorato su Stati Uniti, Europa, India che è mercato prospect molto interessante anche se difficile, sono stata in Giappone, in Korea – ha raccontato – Ci aspettiamo quindi di ricevere visitatori di alto profilo da questi mercati che poi sono gli interlocutori prediletti delle aziende che espongono al Salone”. Resta il nodo dei visitatori dalla Cina con “il problema della grave crisi immobiliare – ha osservato Porro – è vero anche che l’anno scorso non erano ancora attivati i voli e i collegamenti internazionali. L’ottenimento dei visti è una difficoltà ma il Salone ha attivato un fast track per l’ottenimento per Cina e India”. “Tutto quello che era in nostro potere l’abbiamo fatto – ha concluso – per far arrivare visitatori profilati di alto livello”.

Salone del mobile: il 16 aprile inaugurazione con il ministro Urso

Salone del mobile: il 16 aprile inaugurazione con il ministro UrsoMilano, 9 apr. (askanews) – Per l’inaugurazione della 62esima edizione del Salone del mobile di Milano “Sicuramente avremo il ministro Urso. La giornata del 15 è la Giornata del made in Italy e lui è il ministro di competenza, quindi ci sarà sicuramente il ministro Urso” al taglio del nastro che avverrà martedì 16 aprile nei padiglioni di Fiera Milano a Rho. Ad annunciarlo la presidente del Salone, Maria Porro, in occasione del tradizionale incontro con la stampa a una settimana dall’apertura della fiera. Quanto a una possibile presenza della presidente del Consiglio all’inaugurazione, cosa che stando agli organizzatori sembra molto remota, Porro ha detto: “La premier Meloni è impegnata a Bruxelles, siamo ancora in attesa di una conferma ufficiale”.


Porro, durante l’incontro, ha colto l’occasione anche per omaggiare con un minuto di silenzio due personalità del design e dell’architettura italiani, Gaetano Pesce e Italo Rota, scomparsi nei giorni scorsi. “Il Salone – ha detto – è fatto dalle aziende ma soprattutto dalle persone. Quest’anno ci hanno lasciato diverse persone purtroppo, due nell’ultima settimana e penso sia importante fare un minuto di silenzio per ricordare chi non c’è più e ha giocato un ruolo fondamentale”.