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Attacco missilistico su Kiev, ci sono almeno 10 feriti

Attacco missilistico su Kiev, ci sono almeno 10 feritiRoma, 21 mar. (askanews) – Sono almeno dieci i feriti nella città di Kiev in seguito a un attacco missilistico russo questa mattina. Lo ha riferito il sindaco di Kiev Vitali Klitschko su Telegram , riferisce Ukrinform. “Il numero delle vittime è salito a dieci. Due di loro sono stati ricoverati in ospedale. Altri hanno ricevuto i primi soccorsi sul posto. Sei persone sono rimaste ferite nel quartiere Shevchenkivskyi della capitale. Quattro – nel quartiere Sviatoshynskyi”, ha detto il sindaco.

Zelensky a Sullivan: grato a Usa per aver sostenuto il nostro Paese

Zelensky a Sullivan: grato a Usa per aver sostenuto il nostro PaeseKiev, 20 mar. (askanews) – ”


Oggi ho ospitato il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente degli Stati Uniti, Jake Sullivan, per un incontro significativo e mirato. Sono grato agli Stati Uniti per aver sostenuto il nostro Paese e il nostro popolo. È fondamentale che la leadership americana nella protezione dell’ordine internazionale rimanga salda”. Lo ha dichiarato sui suoi canali social il presidente ucraino, Volodymir Zelensky dopo l’incontro a Kiev, con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente degli Stati Uniti, Jake Sullivan.


“Dobbiamo essere resilienti a tutti i tipi di sfide – ha continuato Zelensky – e le nostre azioni devono essere di vasta portata. Dobbiamo sconfiggere Putin piuttosto che permettere che vi siano dubbi sulla determinazione dell’Occidente a favorire quest’uomo pazzo”. “Putin deve perdere – ha concluso – questa è una questione di vita o di morte per il mondo democratico. Quando perderà, il mondo democratico acquisirà una prospettiva positiva per le generazioni a venire”.

Usa2024, Biden arruola Obama e Pelosi per campagna su Obamacare

Usa2024, Biden arruola Obama e Pelosi per campagna su ObamacareNew York, 20 mar. (askanews) – Per celebrare il 14° anniversario dell’entrata in legge dell’Affordable Care Act (ACA), noto come Obamacare, la campagna elettore del presidente americano Joe Biden ha ingaggiato sabato, in un evento virtuale, l’ex presidente Barck Obama e l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi.


I due leader apriranno assieme al presidente una manifestazione virtuale che darà il via ad una serie di appuntamenti in 8 stati per promuovere l’ampiamento della legge sanitaria che oggi consente ad oltre 40 milioni di americani di usufruire dell’assistenza medica attraverso un sistema assicurativo garantito dal governo. Sia i repubblicani, che l’ex presidente Trump hanno tentato di abolire la legge, ma senza alcun successo, per cui hanno deciso di concentrare la campagna sull’immigrazione.

Melania Trump è riapparsa in pubblico

Melania Trump è riapparsa in pubblicoRoma, 20 mar. (askanews) – Melania Trump è stata fotografata assieme a Donald Trump, ieri, mentre si recavano a votare per e primarie repubblicane in Florida e la campagna elettorale del marito potrebbe riportarla in scena, ha lasciato intendere l’ex first lady. Rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se sarebbe tornata in campagna elettorale con Trump, Melania ha risposto: “rimanete sintonizzati”, riportano i media americani.


L’ex first lady ha partecipato all’evento di lancio della campagna del marito a novembre 2022, ma da allora non ha partecipato a nessuna delle manifestazioni, feste o raduni organizzati per le primarie repubblicane. Spesso in pubblico durante la campagna per le elezioni del 2016, Melania ha poi limitato i suoi impegni pubblici: secondo Cbs il problema fu il plagio di un vecchio discorso di Michelle Obama, finito nel mirino dei media. Negli ultimi mesi l’ex presidente ha promesso che la moglie sarebbe tornata a comparire in pubblico. Durante un Town Hall a febbraio,ha detto che Melania è una “persona riservata” ma avrebbe fatto più apparizioni in futuro. (Foto di repertorio).

Elezioni Ue, partiti non affiliati potrebbero risultare decisivi

Elezioni Ue, partiti non affiliati potrebbero risultare decisiviRoma, 20 mar. (askanews) – I partiti non affiliati ad alcuna delle sette famiglie politiche dell’Europarlamento potrebbero avere un’importanza decisiva nella futura composizione della Camera, a pochi mesi dalle elezioni: è quanto risulta da un sondaggio Ipsos pubblicato da Euronews.


Le varie rilevazioni infatti accordano a queste formazioni – appartenenti a tutto lo spettro politico – 68 seggi su 720, 19 in più rispetto alla loro attuale presenza: abbastanza da permetterne la partecipazioni ai negoziati postelettorali che decideranno l’orientamento,conservatore o progressista, della prossima Commissione. Di fatto, dei 68 seggi 33 andrebbero a formazioni di sinistra, 28 alla destra e sette a partiti centristi o non classificabili; in particolare, i 28 voti della destra potrebbero permettere alla coalizione conservatrice formata da Ppe (Partito Popolare europeo, Cre (Consrevatori e Riformisti europei) e l’ultradestra di ID (identità e democrazia) una risicata maggioranza di 362 seggi.


Il peso massimo tra i partiti non affiliati è l’ungherese Fidesz, che dvrebbe assicurarsi 12 seggi: il movimento del premier Viktor Orban è uscito dal Ppe nel 2021, e voci di corridoio parlano di un possibile ingresso negli euroscettici Cre; tuttavia, al sua adesione complicherebbe una eventuale alleanza con il Ppe, che ha escluso qualsiasi ipotesi di collaborazione con quei partiti che non rispettino il diritto internazionale o simpatizzino con la Russia di Putin.

Biden e Trump verso il duello di novembre vincono un nuovo round di primarie

Biden e Trump verso il duello di novembre vincono un nuovo round di primarieRoma, 20 mar. (askanews) – Joe Biden e Donald Trump hanno vinto facilmente un nuovo round di primarie, in cinque Stati, e si avvicinano al nuovo duello di novembre per la Casa Bianca in un clima di forte polarizzazione dell’elettorato tra campo democratico e campo repubblicano, motore di una partecipazione alle votazioni per la nomination superiore a quanto ci si potrebbe aspettare – fanno notare i media americani – dati i giochi praticamente già fatti in termini di candidature.


L’ex presidente Donald Trump ha incassato nuove, scontate vittorie alle primarie repubblicane in Florida, Illinois, Kansas Ohio e Arizona. Il presidente in carica Joe Biden ha fatto lo stesso tranne che in Florida, dove i democratici hanno annullato le primarie e deciso di assegnare tutti i 224 delegati a Biden.L’Arizona era tenuta particolarmente d’occhio come segnale della presa di Trump sull’elettorato ispanico, e il risultato del magnate è stato buono, ma non buonissimo: 77,1% dei voti con lo spoglio delle schede arrivato all’80% secondo i dati di Nbc, ma un 19,4 delle preferenze è andato all’ex ambasciatrice all’Onu Niki Halley, percentuale considerata ‘di protesta’ dato Con una sensibile parte dell’elettorato americano per niente entusiasta della prospettiva di una sfida a novembre tra i due candidati che già hanno potenzialmente in tasca la nomination, sia la campagna di Biden che quella di Trump stanno lavorando per mobilitare le loro basi con attacchi reciproci al vetriolo e mettendo in guardia sui pericoli dell’avversario.

Le famiglie degli ostaggi di Hamas protestano a Tel Aviv: “Il governo trovi intesa”

Le famiglie degli ostaggi di Hamas protestano a Tel Aviv: “Il governo trovi intesa”Roma, 20 mar. (askanews) – I familiari degli ostaggi in mano ad Hamas e un gruppo di loro sostenitori hanno bloccato questa mattina l’autostrada principale di Tel Aviv per chiedere al governo di raggiungere un accordo per liberare i prigionieri detenuti a Gaza.


I manifestanti hanno srotolato un cartello con le foto dei membri del gabinetto di guerra che recita: “Dipende da voi, non tornate dal Qatar senza un accordo”. Il cartello fa riferimento al negoziato in corso con i mediatori a Doha. I manifestanti hanno bloccato il percorso in direzione nord vicino allo svincolo LaGuardia per circa 15 minuti prima di disperdersi.

Michel convoca i leader per il vertice Ue e lancia l’allarme per la situazione in Ucraina: momento cruciale

Michel convoca i leader per il vertice Ue e lancia l’allarme per la situazione in Ucraina: momento crucialeBruxelles, 19 mar. (askanews) – “Nel terzo anno della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, ci troviamo di fronte a un momento cruciale. Sono imperative urgenza, intensità e determinazione incrollabile. Il nostro compito principale è la rapida fornitura di aiuti militari all’Ucraina e, sulla base di recenti iniziative come quella della Repubblica ceca, l’approvvigionamento e la consegna accelerate di munizioni” a Kiev.


Inizia così, con i toni drammatici dell’allarme per la situazione in Ucraina e l’appello ad accelerare e intensificare gli sforzi per aiutarla a difendersi, la lettera d’invito del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ai capi di Stato e di governo dei Ventisette per il loro vertice di giovedì e venerdì a Bruxelles. “Questo Consiglio europeo – continua Michel – sarà l’occasione per rafforzare e accelerare questi sforzi. Inoltre, dobbiamo concentrarci sull’attuazione e sull’applicazione efficace delle nostre sanzioni” contro la Russia, “nonché sull’avanzamento dei nostri sforzi per l’utilizzo dei profitti straordinari derivanti dagli asset russi congelati”.


“Questo – sottolinea poi il presidente del Consiglio europeo – è anche il momento di un vero cambiamento di paradigma in relazione alla nostra sicurezza e difesa”, in cui “per decenni l’Europa non ha investito abbastanza. Ora che ci troviamo di fronte alla più grande minaccia alla sicurezza dalla Seconda Guerra Mondiale, è giunto il momento di adottare misure radicali e concrete per essere pronti a difenderci, e per mettere – afferma Michel – l’economia dell’Ue sul ‘piede di guerra’. Questo significa “spendere di più e acquistare di più congiuntamente, quindi in modo più efficiente. Dobbiamo anche – aggiunge il presidente del Consiglio europeo – aiutare l’industria della difesa ad accedere a fondi pubblici e privati, e ridurre gli oneri e le barriere normative. Costruire questa mentalità di sicurezza strategica richiede una leadership forte e un’acuta comprensione dell’urgenza delle minacce che affrontiamo. Mi aspetto che il nostro Consiglio europeo sia all’altezza di questo obiettivo”.


La situazione in Medio Oriente è il secondo punto nell’agenda del Consiglio europeo. “Le atrocità degli attacchi del 7 ottobre e della conseguente guerra a Gaza hanno oltrepassato – rileva Michel – il limite della disumanità. Sono morti troppi civili. Troppe vite innocenti sono a rischio a causa della catastrofica situazione umanitaria a Gaza e della terribile carestia”. “Il diritto internazionale deve essere pienamente rispettato. È urgentemente necessario – sottolinea il presidente del Consiglio europeo – un cessate il fuoco sostenibile per proteggere i civili, consentire il ritorno in sicurezza degli ostaggi, e garantire che l’assistenza umanitaria possa essere fornita secondo le necessità”.


“I nostri sforzi per prevenire l’escalation regionale devono essere intensificati, soprattutto in Libano e nel Mar Rosso. Infine – indica Michel – l’Unione europea resta impegnata a favore di una soluzione giusta e globale tra israeliani e palestinesi, in cui lo Stato di Israele e uno Stato di Palestina democratico, sovrano e vitale vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco”. Il terzo punto in agenda è l’agricoltura, dopo le recenti proteste dei trattori. “I nostri agricoltori europei hanno espresso le loro preoccupazioni in modo forte e chiaro. Dobbiamo agire con decisione di fronte alle sfide che si trovano ad affrontare. Ciò significa – spiega il presidente del Consiglio europeo – fare il punto sul lavoro svolto finora e garantire che vengano compiuti progressi senza indugio, in particolare per quanto riguarda la situazione degli agricoltori nella filiera alimentare, e per una concorrenza leale, sia nel mercato interno che a livello globale”. Il riferimento alla filiera alimentare riguarda i meccanismi di formazione dei prezzi che penalizzano gli agricoltori a monte e i consumatori a valle, consentendo invece forti profitti ai settori intermedi della trasformazione e della distribuzione. Un altro tema in agenda è poi quello sul futuro allargamento dell’Unione, in particolare a Ucraina, Moldova e Georgia, oltre che ai paesi dei Balcani occidentali. “Suggerisco di fare il punto sui preparativi per l’allargamento e le riforme, tenendo presente che i due filoni devono avanzare in parallelo, per garantire che sia i futuri Stati membri che l’Ue siano pronti al momento dell’adesione”, scrive Michel. Inoltre, verrà esaminata la situazione dell’immigrazione e saranno affrontate varie questioni relative alle relazioni esterne. Venerdì si svolgerà il vertice dell’Eurozona (Eurosummit), con la partecipazione dei presidenti della Banca centrale europea e dell’Eurogruppo, per discutere “della situazione economica e finanziaria”, e anche per “riaffermare la nostra forte determinazione a compiere progressi decisivi verso un’Unione dei mercati dei capitali più profonda, sulla base delle misure stabilite dall’Eurogruppo”, conclude Michel.

L’Onu: il 2023 è stato l’anno più caldo

L’Onu: il 2023 è stato l’anno più caldoNew York, 19 mar. (askanews) – Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), un anno che ha infranto una serie di record climatici, per indicatori quali i livelli di gas serra, il calore e l’acidificazione degli oceani, l’innalzamento del livello del mare, la copertura del ghiaccio del Mar Antartico e il ritiro dei ghiacciai. Sono questi i risultati del rapporto annuale sullo “Stato del clima globale” presentato oggi dall’agenzia delle Nazioni Unite. La temperatura media globale nel 2023 è stata di 1,45 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, hanno affermato i ricercatori, leggermente al di sotto della soglia chiave di 1,5 gradi Celsius, che renderà gli impatti climatici ancora più dannosi. A soffrirne è la popolazione civile, sempre più nel caos per temperature ingestibili che stanno causando allo stesso tempo perdite per miliardi di dollari. “La comunità WMO sta lanciando l’allarme rosso al mondo”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

Oxfam: dati sulla fame a Gaza, i più alti di sempre

Oxfam: dati sulla fame a Gaza, i più alti di sempreRoma, 19 mar. (askanews) – I nuovi dati pubblicati ieri sulla fame a Gaza evidenziano come la carestia sia imminente nel nord della Striscia. Un destino che sembra inevitabile se Israele proseguirà la guerra, limitando l’accesso agli aiuti umanitari.


È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, in risposta al nuovo report sullo stato dell’insicurezza alimentare nella Striscia, promosso da un network di 19 attori agenzie e istituzioni intergovernative, di cui Oxfam fa parte. “Questo nuovo rapporto mostra che i livelli catastrofici di fame a Gaza sono i più alti mai registrati sulla scala di Classificazione Integrata delle Fasi della Sicurezza Alimentare (IPC), sia in termini di numero di persone colpite che in percentuale sulla popolazione totale. – sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Mai prima d’ora abbiamo assistito all’evolversi di una situazione tanto grave nel giro di poco tempo. Tra pochi giorni la popolazione nel nord di Gaza si troverà ad affrontare una vera e propria carestia, situazione che si presenterà anche al sud molto presto senza un cessate il fuoco e una risposta umanitaria adeguata. Molti bambini stanno già morendo di fame mentre la comunità internazionale resta inerte. Intanto da dicembre, il numero di persone sull’orlo della carestia è quasi raddoppiato”.


“Le responsabilità di questa situazione sono da attribuire a Israele che continua a non consentire l’ingresso a Gaza di cibo e altri beni essenziali alla sopravvivenza – continua Pezzati – Ormai da 5 mesi la fame viene usata come arma di guerra, mentre paradossalmente le condizioni sono ulteriormente peggiorate da quando la Corte Internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di consentire l’intervento umanitario. La portata della catastrofe umanitaria in corso è tale da rappresentare un rischio reale di genocidio”. “Non possiamo aspettare una dichiarazione di carestia per fermare queste atrocità, da subito è fondamentale aumentare le operazioni umanitarie. – ha concluso Pezzati – Israele non può affamare e bombardare Gaza per trovare una soluzione. Solo un immediato cessate il fuoco permanente e una soluzione politica, che preveda la fine dell’occupazione e il rilascio di tutti gli ostaggi e prigionieri detenuti illegalmente, possono portare a una pace duratura e giusta sia per i palestinesi che per gli israeliani”.


La risposta di Oxfam a Gaza Oxfam è intervenuta tempestivamente dopo l’inizio dell’offensiva nella Striscia, seguita agli attentati del 7 ottobre, per rispondere agli enormi e crescenti bisogni della popolazione. Un lavoro quotidiano che ha consentito di raggiungere oltre 250 mila persone, di cui 120 mila bambini, nelle zone più colpite. Vitale è stata la distribuzione di acqua pulita e cibo, o di coperte e abiti caldi per affrontare l’inverno. Nei campi profughi sono stati installati servizi igienici, mentre a Rafah è stato possibile avviare 11 impianti di desalinizzazione a energia solare, di cui 5 già operanti, per garantire acqua pulita a 25 mila sfollati costretti a sopravvivere in condizioni sempre più critiche.