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Economist: Usa possono ritirare sostegno a Israele se guerra non finisce entro inizio 2024

Economist: Usa possono ritirare sostegno a Israele se guerra non finisce entro inizio 2024Roma, 11 dic. (askanews) – I governi degli Stati Uniti e di Israele “negano pubblicamente” che l’amministrazione del presidente Joe Biden abbia fissato “una sorta di scadenza” entro la quale gli israeliani devono ultimare le loro operazioni contro Hamas nella Striscia di Gaza, “ma diverse fonti hanno confermato che durante la sua recente visita in Israele Antony Blinken, il segretario di Stato americano, ha detto agli israeliani che avrebbero dovuto concludere i lavori entro il nuovo anno”. E’ quanto si legge oggi sul sito dell’Economist, secondo cui l’amministrazione Usa chiede anche che Israele faccia “molto di più per alleviare le sofferenze dei palestinesi”, soprattutto nel sud di Gaza.

Circa 2 milioni di persone, più di tre quarti sfollate dalle proprie case a causa dei combattimenti, sono ammassate insieme con scarsi rifornimenti e il crollo dei servizi igienico-sanitari rende probabili una serie di epidemie, si legge. “Se l’America chiedesse la fine dei combattimenti all’inizio del nuovo anno, la loro situazione potrebbe iniziare a migliorare in qualche modo”, aggiunge l’Economist. “Ma è probabile che né la pace né condizioni di vita sostenibili ritornino presto. Il bombardamento israeliano di Gaza potrebbe finire, ma è probabile che l’IDF continui una campagna a minore intensità facendo affidamento su forze mobili di terra. In questo scenario, Hamas continuerà a controllare parti di Gaza. Israele avrà quindi fallito nel suo obiettivo principale di distruggere gli autori del massacro del 7 ottobre”. Sono trascorse nove settimane da quando Israele ha iniziato a bombardare la Striscia di Gaza e sei da quando ha inviato forze di terra nell’enclave palestinese, senza riuscire ancora a raggiungere il suo obiettivo principale: distruggere le capacità militari di Hamas, il movimento islamico che governa Gaza, commenta l’Economist, spiegando che le Forze di Difesa Israeliane hanno solo poche settimane per portare a termine il compito assegnato prima che l’America, alleato vitale di Israele, ritiri il suo sostegno all’offensiva.

I generali israeliani hanno affermato fin dall’inizio della guerra che ci sarebbero voluti mesi di operazioni minuziose per distruggere la rete di Hamas. “Il bilancio delle vittime civili ha già prosciugato il sostegno internazionale all’offensiva israeliana. Ora l’America, sua indispensabile alleata, vacilla”, spiega il settimanale.

L’esercito israeliano: aspri combattimenti a Gaza City e Khan Yunis

L’esercito israeliano: aspri combattimenti a Gaza City e Khan YunisRoma, 11 dic. (askanews) – La Striscia di Gaza è stata teatro sanguinoso di raid aerei israeliani e di intensi combattimenti oggi, dopo le minacce del movimento islamico palestinese Hamas di non rilasciare gli ostaggi che tiene “vivi”, in assenza di negoziati.

Nella notte, un reporter dell’Afp ha riferito di potenti attacchi aerei sulla città di Khan Yunis, il nuovo epicentro della guerra situato all’estremità meridionale della Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità di Hamas a Gaza ha riferito di “dozzine” di morti nei raid notturni. La Jihad islamica, il secondo movimento islamista armato palestinese, ha affermato che uno dei suoi combattenti aveva fatto esplodere una casa in una zona della città di Gaza in cui si trovavano soldati israeliani che cercavano di identificare l’imbocco di un tunnel sotterraneo.

L’esercito israeliano ha riferito di lanci di razzi da Gaza e di “aspri combattimenti” già ieri in quartieri di Gaza City e Khan Yunis, dove combattenti palestinesi “sono emersi dai tunnel”, “hanno usato esplosivi” e utilizzato un “lanciarazzi”. I carri armati israeliani hanno intanto raggiunto il cuore della città di Khan Yunis, nel sud di Gaza, mentre Hamas ha lanciato nuove richieste per il rilascio dei prigionieri palestinesi, minacciando allo stesso tempo la vita degli ostaggi che continua a detenere. I residenti di Khan Yunis hanno detto che i carri armati dello Stato ebraico hanno raggiunto la strada principale nord-sud che attraversa la città, dopo un intenso combattimento notturno che aveva rallentato l’avanzata israeliana da est.

L’Assemblea generale Onu voterà martedì la risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza

L’Assemblea generale Onu voterà martedì la risoluzione che chiede il cessate il fuoco a GazaRoma, 11 dic. (askanews) – L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite voterà probabilmente martedì una bozza di risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco umanitario nel conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.

La mossa arriva dopo che venerdì gli Stati Uniti hanno posto il veto alla richiesta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza. A ottobre l’Assemblea Generale aveva adottato una risoluzione – 121 voti a favore, 14 contrari e 44 astensioni – che chiedeva “una tregua umanitaria immediata, duratura e sostenuta che porti alla cessazione delle ostilità”.

Attacco missilistico russo su Kiev, il sindaco: “Due morti e 4 feriti”

Attacco missilistico russo su Kiev, il sindaco: “Due morti e 4 feriti”Roma, 11 dic. (askanews) – Attacco missilistico russo nella notte su Kiev. Colpito in particolare il distretto di Darnycja, nella parte sud orientale della città, sulla riva sinistra del fiume Dnepr.

Come riferisce il sindaco Vitaly Klitschko su Telegram, “ci sono due vittime: un uomo e una donna. I sanitari hanno prestato loro soccorso sul posto. Un frammento di un razzo ha danneggiato un edificio incompiuto” e “lì l’incendio è stato prontamente domato. Un altro pezzo di detriti è caduto su un prato”. Altre “quattro persone, tutti adulti, sono rimaste ferite. Inoltre, sul territorio di un magazzino nel distretto di Darnycja è stato trovato un frammento di un razzo. Non ci sono stati incendi o danni all’edificio”.

Dopo le accuse di antisemitismo si dimette la presidente dell’Università della Pennsylvania

Dopo le accuse di antisemitismo si dimette la presidente dell’Università della PennsylvaniaRoma, 10 dic. (askanews) – La presidente dell’Università della Pennsylvania, M. Elizabeth Magill, si è dimessa quattro giorni dopo essere apparsa davanti al Congresso in un’audizione in cui è parsa eludere la questione se gli studenti che hanno chiesto un “genocidio” degli ebrei dovessero essere puniti. Lo riferisce il New York Times.

Il sostegno alla signora Magill, già scossa negli ultimi mesi per il suo appoggio a una conferenza letteraria palestinese e la risposta iniziale dell’università all’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre, è sfatato dopo l’audizione. Gli “alumni” più influenti deella Penn hanno messo in discussione la sua leadership, così come i ricchi finanziatori che si sono mossi per ritirare le donazioni. Sabato sera, un giorno prima che il consiglio di amministrazione della Penn si riunisse, Magill ha detto che si sarebbe dimessa. Scott L. Bok, il presidente del consiglio, ha comunicato in un’e-mail alla comunità di Penn che la signora Magill ha “volontariamente presentato le sue dimissioni”.

Meno di un’ora dopo, il signor Bok ha annunciato che anche lui si è dimesso, approfondendo le turbolenze in una delle università più prestigiose degli Stati uniti. Venerdì, più di 70 membri del Congresso hanno chiesto il licenziamento della signora Magill e di due presidenti che sono apparsi al suo fianco a Washington martedì, Claudine Gay di Harvard e Sally Kornbluth di M.I.T.

Le dimissioni di Magill hanno allarmato i membri della facoltà, preoccupati per la libertà accademica. Un gruppo di professori della Penn ha denunciato quella che vedono come un’interferenza esterna che mette in pericolo l’integrità dell’università. Magill, in una dichiarazione, non ha fatto alcun riferimento all’indignazione che circonda la sua testimonianza, limitandosi a dire: “È stato mio privilegio servire come presidente di questa straordinaria istituzione. È stato un onore lavorare con la nostra facoltà, studenti, personale, alunni e membri della comunità per far progredire le missioni vitali di Penn”. La numero uhno uscente resterà a capo dell’università fino alla nomina di un nuovo rettore. Rimarrà anche come membro della facoltà di giurisprudenza. Invece le dimissioni di Bok hanno l’immediato effetto di portare a capo del consiglio d’amministrazione Julie Platt, che è anche presidente della Federazione ebraica del Nordamerica.

Putin critica la ‘catastrofica situazione umanitaria’ a Gaza

Putin critica la ‘catastrofica situazione umanitaria’ a GazaRoma, 10 dic. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha detto al primo ministro Benjamin Netanyahu nella loro conversazione telefonica che Mosca rifiuta il terrorismo, ma non può sostenere la “terribile” situazione dei civili di Gaza.

Secondo l’agenzia di stampa statale TASS, la conversazione si è concentrata sulla “catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza”, con il capo del Cremlino che ha detto che la risposta militare di Israele all’attacco terroristico di Hamas non può portare “a conseguenze così terribili per la popolazione civile”.empre secondo il comunicato diramato dall’organo di stampa russo, Mosca è “pronta a fornire tutta l’assistenza possibile per alleviare le sofferenze dei civili e allentare il conflitto” e sia la Russia che Israele stanno cercando di continuare a “cooperare” sia per l’evacuazione dei russi da Gaza che per liberazione degli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia.

Netanyahu parla con Putin e critica la posizione anti-israeliana della Russia

Netanyahu parla con Putin e critica la posizione anti-israeliana della RussiaRoma, 10 dic. (askanews) – Domenica il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin per quasi un’ora. Lo riferisce il Jerusalem Post. Nel corso della telefonata i due leader hanno parlato nella necessità che Hamas rilasci 138 ostaggi che tiene a Gaza e mentre gli Houthi, sostenuti dall’Iran, minacciano le rotte marittime nel Mar Rosso. L’ufficio del primo ministro afferma che durante la sua telefonata di oggi con il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha espresso la sua insoddisfazione per la posizione anti-israeliana sulla guerra contro Hamas presentata dai funzionari di Mosca alle Nazioni Unite e in altri forum.

In una dichiarazione, l’ufficio del premier afferma di aver espresso “una critica risoluta alla cooperazione tra Russia e Iran”. Ha sottolineato che qualsiasi altro paese che abbia subito un attacco terroristico equivalente a quello di Hamas del 7 ottobre avrebbe reagito almeno con la stessa forza con cui ha reagito Israele.

Netanyahu ha anche espresso apprezzamento per gli sforzi russi che hanno spinto Hamas a liberare un uomo russo-israeliano tenuto in ostaggio a Gaza, si legge nella dichiarazione. (Anche due donne israelo-russe sono state rilasciate in seguito alle pressioni di Mosca, ma non sono state menzionate da Netanyahu poiché sono state poi incluse dopo l’accaduto nello scambio di ostaggi del giorno successivo e Israele ha liberato per loro i prigionieri di sicurezza palestinesi, secondo il PMO .) Netanyahu chiede inoltre a Putin di fare pressione sulla Croce Rossa affinché garantisca visite ai restanti ostaggi e consegni loro farmaci.

Tajani: la Bce non tergiversi, la priorità è la riduzione dei tassi

Tajani: la Bce non tergiversi, la priorità è la riduzione dei tassiMilano, 10 dic. (askanews) – “La priorità è ora la riduzione dei tassi. La Bce non può più tergiversare: serve un taglio per evitare avvitamenti dell’economia europea e, anzi, per ridare slancio a investimenti e consumi di imprese e famiglie”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, intervistato da Quotidiano Nazionale.

“Penso che sia giunto il momento che la Bce li abbassi il prima possibile – ha aggiunto Tajani -. Sarebbe un messaggio significativo a favore dell’economia reale, delle famiglie, delle imprese. L’inflazione scende: da noi di più di 10 punti in un anno. E lo stesso vale per gli altri Paesi europei. Le Borse vanno bene: penso nello specifico a Milano. Lo spread è in calo e stabile. Ci sono tutte le condizioni per invertire la rotta e non ci sono più alibi per non farlo”.

Israele accusa Guterres di schierarsi con Hamas

Israele accusa Guterres di schierarsi con HamasRoma, 9 dic. (askanews) – Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha pubblicato un post in cui attacca con forza il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, accusandolo di schierarsi con Hamas nel suo appello al Consiglio di sicurezza, venerdì sera, a favore di un cessate-il-fuoco immediato a Gaza.

Guterres che ha invocato per la prima volta dal suo arrivo alla guida delle Nazioni Unite nel 2017 l’articolo 99 della Carta che gli consente di “attirare l’attenzione del Consiglio” su un dossier che “potrebbe mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”, ha avvertito di “una catastrofe umanitaria” a Gaza e ha invitato il Consiglio a chiedere un cessate-il-fuoco umanitario. Nel suo post, Cohen ha affermato che l’appello lanciato da Guterres “disonora la sua posizione e costituisce un segno di Caino all’Onu”.”L’invocazione dell’articolo 99, quando non è stato utilizzato per la guerra in Ucraina o per la guerra civile in Siria, è un nuovo esempio del posizionamento parziale e unilaterale” del segretario generale, ha scritto ancora Cohen.”Un cessate-il-fuoco oggi eviterebbe il collasso di a Hamas, che commette crimini di guerra e contro l’umanità, e le permetterebbe di continuare a governare la Striscia di Gaza”, ha affermato il capo della diplomazia dello Stato ebraico.

“Esprimiamo la nostra gratitudine al nostro alleato, gli Stati Uniti, per il suo sostegno alla guerra in corso che ci consentirà di liberare gli ostaggi ed eliminare Hamas, promettendo così un futuro migliore nella regione”, ha continuato.

Raggiunto l’accordo sul nuovo regolamento Ue sull’intelligenza artificiale

Raggiunto l’accordo sul nuovo regolamento Ue sull’intelligenza artificialeBruxelles, 9 dic. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo e della presidenza di turno spagnola del Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto ieri notte a Bruxelles un accordo provvisorio sul nuovo regolamento Ue sull’intelligenza artificiale (IA). Obiettivo del regolamento è garantire che i diritti fondamentali, la democrazia, lo stato di diritto e la sostenibilità ambientale siano protetti dall’IA “ad alto rischio”, promuovendo al contempo l’innovazione e mirando a rendere l’Europa leader nel settore. L’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Consiglio Ue e dalla plenaria del Parlamento europeo.

Riconoscendo la potenziale minaccia ai diritti dei cittadini e alla democrazia rappresentata da alcune applicazioni dell’IA, i co-legislatori hanno convenuto in particolare di vietare: i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (convinzioni politiche, religiose o filosofiche, orientamento sessuale, razza); la raccolta non mirata di immagini facciali da Internet o da filmati a circuito chiuso di videosorveglianza (Cctv) per creare dei database di riconoscimento facciale; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni educative; l’utilizzo per sistemi di “punteggio sociale” basato sul comportamento degli individui o sulle caratteristiche personali; le manipolazioni del comportamento umano per aggirare il libero arbitrio delle persone; l’uso al fine di sfruttare le vulnerabilità degli individui (a causa della loro età, di disabilità, o di particolari situazioni sociali o economiche). Saranno invece consentite delle eccezioni limitate per l’uso dei sistemi di identificazione biometrica in spazi accessibili al pubblico per scopi di contrasto alla criminalità o ad azioni illegali, ma dopo previa autorizzazione giudiziaria e solo per determinati reati.

L’identificazione biometrica “remota” potrà essere utilizzata unicamente per la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave, mentre l’identificazione biometrica “in tempo reale” sarà consentita solo per effettuare ricerche mirate delle vittime di sequestro, tratta, o sfruttamento sessuale, per prevenire una minaccia terroristica specifica e attuale, o per la localizzazione o l’identificazione di una persona sospettata di aver commesso uno dei reati elencati dal regolamento in una lista specifica (terrorismo, tratta, sfruttamento sessuale, omicidio, rapimento, stupro, rapina a mano armata, partecipazione a un’organizzazione criminale, reati ambientali). Per i sistemi di IA classificati “ad alto rischio” (a causa del loro significativo potenziale danno alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all’ambiente, alla democrazia e allo stato di diritto), sono stati concordati obblighi e divieti. Vi sarà una valutazione d’impatto obbligatoria riguardo ai diritti fondamentali, applicabile anche ai settori assicurativo e bancario. I cittadini avranno il diritto di presentare reclami e ricevere spiegazioni riguardo alle decisioni basate su sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio che incidono sui loro diritti. Sono definiti ad alto rischio anche i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare l’esito delle elezioni e il comportamento degli elettori.

Per tenere conto della rapida espansione delle capacità di apprendimento dei sistemi di intelligenza artificiale, è stato concordato che i sistemi usati per scopi generali e i modelli su cui si basano dovranno rispettare la normativa Ue sul diritto d’autore e aderire a requisiti di trasparenza. Dovranno essere pubblicati dei riepiloghi dettagliati sui contenuti utilizzati per il training dei dispositivi di IA. Obblighi più rigorosi sono previsti per i modelli ad alto impatto, per mitigarne i rischi sistemici, e riferire alla Commissione sulla loro efficienza energetica e su eventuali incidenti gravi. Il testo mira anche a garantire che le imprese, in particolare le Pmi, possano sviluppare soluzioni di intelligenza artificiale senza indebite pressioni da parte dei giganti del settore che controllano la catena del valore. Il mancato rispetto delle norme potrà portare a sanzioni che vanno da 35 milioni di euro, o il 7% del fatturato globale, a 7,5 milioni, o l’1,5% del fatturato, a seconda della violazione e delle dimensioni dell’azienda.