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L’Europarlamento: forte sostegno ad aiuti militari a Kiev

L’Europarlamento: forte sostegno ad aiuti militari a KievBruxelles, 29 feb. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo, con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, una risoluzione non vincolante che fa il punto sui due anni di invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, in cui chiedono che gli alleati dell’Ue e della Nato sostengano militarmente il Paese aggredito con risorse pari ad almeno lo 0,25% del loro Pil, che non vi sia alcuna restrizione all’assistenza militare dell’Ue all’Ucraina, e che il sostegno da parte europea comprenda tutto ciò che è necessario a Kyiv per vincere la sua guerra contro la Russia. L’Europarlamento sollecita inoltre la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ad adottare senza indugio il pacchetto di assistenza militare americano a lungo termine per l’Ucraina.


Sottolineando come la guerra abbia radicalmente cambiato la situazione geopolitica in Europa e altrove, gli eurodeputati affermano che l’obiettivo principale è che l’Ucraina vinca la guerra, avvertendo che una sua sconfitta avrebbe gravi conseguenze. di una sconfitta. Altri regimi autoritari, ricorda la risoluzione, stanno osservando gli sviluppi di questa guerra al fine di valutare il proprio margine di manovra per adottare a loro volta forme aggressive di politica estera. Il Parlamento europeo ribadisce la necessità di fornire all’Ucraina tutto ciò che è necessario, in termini di munizioni, missili e sistemi di difesa aerea, per riprendere il pieno controllo sul suo territorio così come riconosciuto a livello internazionale.


La risoluzione nota che vi sono ancora enormi differenze nel livello di sostegno militare fornito dagli Stati membri a Kiev, e chiede che siano effettuati gli investimenti necessari per aumentare la capacità dell’industria europea della difesa, ciò che è fondamentale per soddisfare le esigenze ucraine e per ricostituire le scorte dell’Ue. Il testo approvato contiene un elenco di sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio come Taurus, Storm Shadow/Scalp, vari tipi di artiglieria e di munizioni (in particolare quelle da 155 mm), nonché droni e armi per contrastarli, che sono considerati particolarmente importanti per l’Ucraina.


Gli eurodeputati esortano i paesi dell’Ue ad avviare immediatamente un dialogo con le imprese nel settore della difesa per garantire una maggiore produzione e consegna di munizioni, proiettili e missili all’Ucraina, e sostengono che queste consegne dovrebbero essere prioritarie rispetto agli acquisti da altri paesi terzi. La risoluzione sottolinea l’urgenza di creare un regime giuridico solido per permettere di confiscare i beni statali russi congelati dall’Ue, e utilizzarli per ricostruire l’Ucraina e risarcire le vittime della guerra. La Russia deve essere obbligata a pagare i risarcimenti per garantire che contribuisca in modo sostanziale alla ricostruzione dell’Ucraina, affermano gli eurodeputati.


La risoluzione chiede inoltre di mantenere ed estendere la politica Ue sulle sanzioni contro Mosca e la Bielorussia, sua alleata. Le sanzioni, affermano gli eurodeputati, dovrebbero includere anche il divieto di importazioni metallurgiche e di uranio nell’Ue dalla Russia, la cessazione della cooperazione con il settore nucleare russo e l’imposizione di un embargo totale sulle importazioni Ue di prodotti agricoli e della pesca russi, nonché di tutti i combustibili fossili e di tutto il gas naturale liquefatto trasportati via mare o attraverso i gasdotti. Il Parlamento europeo condanna infine tutti i paesi, le imprese, le associazioni e le persone fisiche che stanno aiutando Mosca ad aggirare le misure restrittive dell’Ue, e chiede che queste pratiche siano criminalizzate. Tra i pochi che hanno votato contro la risoluzione ci sono tutti gli eurodeputati del M5S, e i due verdi italiani, eletti originariamente anche loro con il M5s, D’Amato e Pedicini (i soli contrari nel loro gruppo). Da notare anche che il gruppo della Sinistra si è spaccato in tre tronconi (11 contrari, sei favorevoli e 10 astenuti), e che si sono astenuti gli europarlamentari dell’estrema destra francese (gruppo Id), mentre quelli della Lega, nello stesso gruppo, hanno votato a favore. In un’altra risoluzione non vincolante, approvata sempre oggi a Strasburgo dalla plenaria con 506 voti favorevoli, 9 contrari e 32 astensioni, il Parlamento europeo condanna fermamente l’omicidio di Aleksei Navalny e dà il suo pieno sostegno alla sua vedova Yulia Navalnaya, che ieri è intervenuta nell’Aula, nel suo intento di continuare l’opera dell’oppositore ucciso in carcere dal regime di Putin. Gli eurodeputati sottolineano che lo Stato russo, e Vladimir Putin personalmente, hanno la responsabilità penale e politica per la morte di Navalny, il loro più forte avversario. Gli eurodeputati avvertono che l’uccisione di Aleksei Navalny è un altro segno della crescente e sistematica repressione in Russia, e chiedono un’indagine internazionale indipendente e trasparente sul suo omicidio al fine di scoprire la verità e garantire che i colpevoli siano perseguiti. Il sistema politico russo è controllato, afferma la risoluzione, da un regime autoritario consolidato con una corruzione dilagante, che utilizza elezioni truccate come una parvenza di democrazia e concentra tutto il potere nelle mani di Vladimir Putin. In questo caso, gli eletti del M5S hanno votato a favore, come tutti gli altri eurodeputati italiani, a parte, ancora una volta, il verde italiano Pedicini (ex M5S). Da notare infine, tra gli astenuti, i 14 eurodeputati dell’estrema destra tedesca o austriaca e nove membri del gruppo della Sinistra.

Putin all’Occidente: le nostre armi possono colpirvi

Putin all’Occidente: le nostre armi possono colpirviRoma, 29 feb. (askanews) – In Occidente “devono finalmente capire che abbiamo anche armi – e loro lo sanno – che possono colpire obiettivi sul loro territorio”: la minaccia di Vladimir Putin, più esplicita del solito, è risuonata dal podio più alto della vita politica russa, il messaggio del presidente all’Assemblea federale. E’ l’appuntamento annuale con cui il capo dello Stato russo indica le priorità per il Paese alle camere del parlamento riunite, tenuto oggi davanti a una platea composta non solo da deputati e senatori, ma da ministri, militari, altissimi funzionari e varie declinazioni delle élite russe, convocate per l’occasione al Gostinnij Dvor, centro congressi e commerciale a ridosso del Cremlino.


Putin, che ha scritto da solo il lungo discorso – hanno tenuto a precisare più volte dal Cremlino – ha riservato tutta la prima parte ad avvertimenti espliciti a Stati Uniti ed alleati. Le recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, mai citato direttamente, sulla possibilità di inviare in futuro truppe in Ucraina hanno fatto da sfondo alle invettive del leader russo. “Hanno iniziato a parlare della possibilità di inviare contingenti militari Nato in Ucraina. Ricordiamo il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese”, ha affermato Putin, “tuttavia le conseguenze di eventuali interventi saranno molto più tragiche”. Secondo il capo del Cremlino, “in Occidente pensano che quanto sta succedendo in Ucraina sia “una specie di cartone animato”, invece, “tutto ciò che stanno inventando adesso, e con cui spaventano il mondo intero… tutto ciò minaccia davvero un conflitto con l’uso delle armi nucleari, il che significa la distruzione della civiltà”. Il ragionamento putinniano è che l’Occidente stia ” cercando di trascinarci in una corsa agli armamenti, ripetendo il trucco che ebbe successo negli anni Ottanta con l’Unione Sovietica”, quando l’Urss spendeva per la difesa il 13% del Pil (oggi è arrivata al 6%). Putin ha osservato che è necessario sviluppare il potenziale


Le armi atomiche hanno avuto ampio spazio nel discorso presidenziale. “Le forze nucleari strategiche sono in stato di piena prontezza per assicurarne l’uso”, ha dichiarato il leader russo, “ciò che avevamo pianificato nel campo degli armamenti, di cui ho parlato nel mio messaggio nel 2018, è stato tutto fatto o questo lavoro è in fase di completamento”. Insomma “continua il lavoro sulle nuove armi, se ne sentirà parlare presto”, ha aggiunto, annunciando la consegna all’esercito dei primi nuovi missili balistici intercontinentali pesanti Sarmat, di cui presto sarà dimostrato il funzionamento. Quanto all’allarme americano per i piani russi di invio di armi atomiche nello spazio, Putin ha parlato di “bufale, non possiamo chiamarle altrimenti”. Illazioni che a suo avviso mirano “a coinvolgere gli Stati Uniti in negoziati vantaggiosi per loro”, tuttavia “possiamo ritenere che la disponibilità americana a negoziati sia solo demagogia” pre-elettorale, “come dicono loro: business as usual”.


Putin ha detto che la Russia è interessata a un negoziato su nuove regole per gli arsenali strategici ma “solo in un quadro complessivo che prenda in considerazione tutti gli interessi russi”. Per il capo del Cremlino “è evidente che in un un futuro già prossimo sarà necessario lavorare per la creazione di una nuova cornice di sicurezza equa e indivisibile per l’Eurasia” e che la Russia è pronta “per un dialogo sostanziale su questo argomento con tutti i Paesi e le organizzazioni interessate”. Concetti tutto sommato vaghi, conditi dalla solita promessa che saranno raggiunti “gli obiettivi fissati” per l’intervento militare in Ucraina, sostenuti a suo avviso dall’assoluta maggioranza dei russi. Nessun riferimento invece alla richiesta di “aiuto” da parte della regione moldava separatista della Transnistria, la regione moldava separatista che confina con l’Ucraina, che ieri si è appellata a Mosca, facendo temere l’apertura di un nuovo fronte sul modello Donbass, dato che in questa enclave vivono 220mila persone con passaporto russo.


Passato alle questioni interne, Putin ha esaltato la performance economica russa, ma ha anche evidenziato i settori che necessitano di sviluppo, quelli tecnologici in particolare, dove la dipendenza dall’Occidente continua a pesare. Il capo del Cremlino ha ribadito “che l’anno scorso l’economia russa è cresciuta a un ritmo superiore a quello mondiale. Riguardo questo indicatore, siamo stati davanti non solo ai principali paesi dell’Unione Europea, ma anche a tutti i paesi dei cosiddetti “Sette Grandi”, ha detto. Il pil russo, spinto dall’iper attività del complesso militare-industriale, nel 2023 ha registrato una crescita del 3,6%. Ma a Putin interessa soprattutto sostenere che Mosca non è isolata e che sta dalla parte giusta: il peso economico dei Paesi Brics continuerà a crescere e quello dei Paesi del G7 a scendere, ha argomentato il presidente russo, presentando una serie di dati a sostegno della sua tesi. “Non c’è scampo da questo. Questa è una realtà oggettiva. E sarà così, qualunque cosa accada, anche in Ucraina”, ha affermato il capo del Cremlino. Simile il ragionamento su tradizioni e valori. “Vediamo cosa sta succedendo in alcuni Paesi, dove stanno deliberatamente distruggendo le norme morali e le istituzioni familiari, spingendo interi popoli verso l’estinzione e la degenerazione. Ma noi scegliamo la vita”, ha detto Putin, “La Russia è stata e rimane una roccaforte dei valori tradizionali su cui è costruita la civiltà umana. E la nostra scelta è condivisa dalla maggioranza della gente nel mondo, compresi milioni di cittadini dei paesi occidentali”. Il lungo discorso – durata record: 2 ore e 5 minuti – è stato punteggiato da continui colpi di tosse, per cui alla fine il presidente si è scusato. Non è la prima volta, anzi, negli ultimi due anni è capitato spesso, dando adito a voci di una malattia. Lo stesso Putin ne ha parlato, puntando il dito contro i condizionatori del Cremlino. Il messaggio all’Assemblea federale si è concluso con omaggio ai militari che combattono in Ucraina, rappresentati in sala da numerosi decorati e definiti “la vera élite del futuro” per la Russia. Guerrieri che “non indietreggeranno, non falliranno, non tradiranno”, ha scandito Putin, con una voluta inflessione della voce alla parola tradimento: è parso un riferimento all’ammutinamento di Evgeny Prigozhin, qualcuno vi ha intravisto un’allusione ad Aleksey Navalny, l’oppositore morto in carcere il 16 febbraio, per il Cremlino da sempre una quinta colonna dell’Occidente.

Putin: un intervento della Nato avrebbe esiti tragici, non è un cartone animato

Putin: un intervento della Nato avrebbe esiti tragici, non è un cartone animatoRoma, 29 feb. (askanews) – “Hanno iniziato a parlare della possibilità di inviare contingenti militari NATO in Ucraina, ma ricordiamo il destino di coloro che in passato hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese”, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso all’Assemblea federale, “tuttavia le conseguenze di eventuali interventi saranno molto più tragiche”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso all’Assemblea federale.


“In Occidente pensano che quello che sta succedendo in Ucraina sia “una specie di cartone animato”, ha aggiunto. “Loro devono finalmente capire che abbiamo anche armi – e loro lo sanno, l’ho detto poco fa – abbiamo anche armi che possono colpire obiettivi sul loro territorio”, ha Putin parlando delle ipotesi di invio di truppe da Paesi europei, senza citare il presidente francese Macron che l’ha formulata.


“Le forze nucleari strategiche sono in uno stato di piena prontezza per assicurarne l’uso”, ha dichiarato il presidente russo. “Ciò che avevamo pianificato nel campo degli armamenti, di cui ho parlato nel mio messaggio nel 2018, è stato tutto fatto o questo lavoro è in fase di completamento”, ha detto il leader russo, citando una serie di armamenti ad alta tecnologia sviluppati o testati. “Continua il lavoro sulle nuove armi, se ne sentirà parlare presto”, ha aggiunto.

Russia a media svedesi: Svezia in Nato “zona potenziale confronto”

Russia a media svedesi: Svezia in Nato “zona potenziale confronto”Stoccolma, 29 feb. (askanews) – “L’adesione della Svezia alla Nato porta inevitabilmente a trasformare questa parte dell’Europa da una zona di stabilità e cooperazione in una zona di potenziale confronto”. Lo ha detto Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo in base a quanto riportato dal quotidiano Svenska Dagbladet in homepage, sul suo sito.


Svenska Dagbladet spiega di aver partecipato ieri ad una conferenza stampa con la rappresentante del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, Zakharova. “Il briefing si è tenuto a Mosca con 14 giornalisti residenti in Russia mentre Svenska Dagbladet ha partecipato tramite collegamento” spiega il giornale. Lunedì la Svezia ha eliminato l’ultimo ostacolo verso l’adesione alla NATO, dopo che il parlamento ungherese ha approvato l’adesione del paese nordico tradizionalmente neutrale e ora attende la ratifica da parte del presidente ungherese.


Zakharova non spiega come potrebbe apparire questo “confronto”, ma si rammarica del fatto che la Svezia abbia ormai abbandonato 200 anni di non allineamento militare. Nessun commento sul fatto che l’unico motivo per cui la Svezia sta entrando a far parte della Nato è l’invasione dell’Ucraina, a base di carri armati e missili, da parte della Russia dal 24 febbraio 2022 e il fatto che la Russia ora occupa un quinto del paese. Mentre la portavoce sostiene che la neutralità svedese “è stata un fattore importante per la stabilità nella regione baltica e nel nord Europa. Ora non c’è più”, dice. Ieri l’ambasciata russa a Stoccolma ha pubblicato un messaggio sulla piattaforma Telegram in cui avverte di contromisure senza dettagli concreti. Ma né il presidente Vladimir Putin né il suo portavoce Dmitry Peskov hanno rilasciato alcuna dichiarazione.


Il quotidiano svedese cita poi Ilmari Kaihko, docente di scienze militari all’Università della Difesa di Stoccolma, che afferma che Mosca non ammette la propria responsabilità per la situazione venutasi a creare, ma sceglie di considerarsi una vittima. “È stata l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia ad aumentare la tensione, ridurre la stabilità e più o meno eliminare ogni cooperazione tra i paesi. Ciò che manca è il riconoscimento della responsabilità della Russia nella situazione”, dice. Va notato che anche in Svezia, come in Finlandia, l’invasione russa dell’Ucraina ha portato al più grande cambio di opinione pubblica di sempre. Secondo l’Istituto SOM dell’Università di Goteborg a maggio

Putin dice che l’assoluta maggioranza dei russi sostiene la guerra in Ucraina

Putin dice che l’assoluta maggioranza dei russi sostiene la guerra in UcrainaRoma, 29 feb. (askanews) – “La Russia ha dimostrato di poter rispondere a qualsiasi sfida”, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin all’inizio del suo discorso all’Assemblea federale.


“Siamo chiamati a rispondere a eccezionali sfide e appelli”, ha detto, citando la “compattezza” del popolo russo e “il sostegno dell’assoluta maggioranza dei russi” per la cosiddetta Operazione militare speciale in Ucraina. Ringraziio “tutti quelli che stanno combattendo in questo momento per la patria”, ha dichiarato Putin, “la Russia si ricorderà sempre dei suoi caduti”. La platea di deputati, senatori e alti funzionari russi ha osservato un momento di silenzio in memoria dei militari morti in Ucraina.

Sul caso Salis il mininistro degli Esteri dell’Ungheria rilancia: scioccato da reazioni italiane

Sul caso Salis il mininistro degli Esteri dell’Ungheria rilancia: scioccato da reazioni italianeRoma, 29 feb. (askanews) – L’Ungheria rilancia sul caso Salis, con la stessa posizione, di intransigenza e di irritazione, espressa ieri dal governo del premier Viktor Orban.


In una intervista pubblicata stamattina sul suo profilo X, il ministro degli Esteri Peter Szijjarto ripete le affermazioni che gli sono state attribuite ieri dal portavoce governativo. Il capo della diplomazia di Budapest si dice “scioccato dalle reazioni italiane. Questa signora (Ilaria Salis) è stata presentata qui in Italia come una sorta di vittima, una martire, cosa che non ha nulla a che vedere con la realtà. In Ungheria sono state quasi uccise delle persone, delle persone sono state quasi picchiate a morte per strada, e poi questa signora viene dipinta come una martire o la vittima di un processo ingiusto”. 

Mosca: l’ingresso della Svezia nella Nato trasforma l’area in “zona di potenziale confronto”

Mosca: l’ingresso della Svezia nella Nato trasforma l’area in “zona di potenziale confronto”Stoccolma, 29 feb. (askanews) – “L’adesione della Svezia alla Nato porta inevitabilmente a trasformare questa parte dell’Europa da una zona di stabilità e cooperazione in una zona di potenziale confronto”. Lo ha detto Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo in base a quanto riportato dal quotidiano Svenska Dagbladet in homepage, sul suo sito.


Svenska Dagbladet spiega di aver partecipato ieri ad una conferenza stampa con la rappresentante del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, Zakharova. “Il briefing si è tenuto a Mosca con 14 giornalisti residenti in Russia mentre Svenska Dagbladet ha partecipato tramite collegamento” spiega il giornale. Lunedì la Svezia ha eliminato l’ultimo ostacolo verso l’adesione alla NATO, dopo che il parlamento ungherese ha approvato l’adesione del paese nordico tradizionalmente neutrale e ora attende la ratifica da parte del presidente ungherese. Zakharova non spiega come potrebbe apparire questo “confronto”, ma si rammarica del fatto che la Svezia abbia ormai abbandonato 200 anni di non allineamento militare. Nessun commento sul fatto che l’unico motivo per cui la Svezia sta entrando a far parte della Nato è l’invasione dell’Ucraina, a base di carri armati e missili, da parte della Russia dal 24 febbraio 2022 e il fatto che la Russia ora occupa un quinto del paese. Mentre la portavoce sostiene che la neutralità svedese “è stata un fattore importante per la stabilità nella regione baltica e nel nord Europa. Ora non c’è più”, dice.


Ieri l’ambasciata russa a Stoccolma ha pubblicato un messaggio sulla piattaforma Telegram in cui avverte di contromisure senza dettagli concreti. Ma né il presidente Vladimir Putin né il suo portavoce Dmitry Peskov hanno rilasciato alcuna dichiarazione. Il quotidiano svedese cita poi Ilmari Kaihko, docente di scienze militari all’Università della Difesa di Stoccolma, che afferma che Mosca non ammette la propria responsabilità per la situazione venutasi a creare, ma sceglie di considerarsi una vittima. “È stata l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia ad aumentare la tensione, ridurre la stabilità e più o meno eliminare ogni cooperazione tra i paesi. Ciò che manca è il riconoscimento della responsabilità della Russia nella situazione”, dice.


Va notato che anche in Svezia, come in Finlandia, l’invasione russa dell’Ucraina ha portato al più grande cambio di opinione pubblica di sempre. Secondo l’Istituto SOM dell’Università di Goteborg a maggio

Usa, Corte Suprema si esprimerà su richiesta di immunità di Trump

Usa, Corte Suprema si esprimerà su richiesta di immunità di TrumpRoma, 28 feb. (askanews) – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato oggi di esprimersi sull’immunità invocata dall’ex presidente Donald Trump. Il tribunale dunque deciderà se Trump potrà essere perseguito dalla legge per l’accusa di avere interferito con le elezioni del 2020. La Corte, a questo proposito, ha stabilito un percorso per una rapida risoluzione del caso.


In una breve dichiarazione, la Corte Suprema ha sottolineato che valuterà “se e in quale misura un ex presidente gode dell’immunità presidenziale da procedimenti penali per comportamenti che presumibilmente implicano atti ufficiali durante il suo mandato”. L’Alta corte aveva già affermato in precedenza che i presidenti sono immuni dalla responsabilità civile per gli atti ufficiali, ma secondo gli avvocati di Trump tale protezione dovrebbe essere estesa anche ai procedimenti penali.


La Corte esaminerà tutte le argomentazioni nel prossimo mese di aprile e una decisione definitiva arriverà probabilmente entro la fine di giugno 2024.

Navalnaya a Strasburgo commuove e indigna il Parlamento europeo

Navalnaya a Strasburgo commuove e indigna il Parlamento europeoBruxelles, 28 feb. (askanews) – E’ stata una giornata memorabile per il Parlamento europeo, un giorno di commozione, indignazione, empatia, e soprattutto un momento rarissimo di vera unanimità per tutti gli eurodeputati, dall’estrema sinistra all’estrema destra: tutti ad ascoltare le parole terribili, accusatrici, dolorose, e nonostante tutto portatrici di speranza di Yulia Navalnaya, la vedova dell’oppositore russo Aleksei Navalny, ucciso in carcere dal regime di Vladimir Putin.


“Putin – ha affermato Navalnaya senza usare mezzi termini – ha ucciso mio marito”. Dopo averlo avvelenato, e dopo che Aleksei aveva voluto tornare in Russia, Putin “ha ordinato che fosse torturato per tre anni, che fosse ridotto alla fame in una cella di mattoni sottili, tagliato fuori dal mondo esterno, che gli fossero negate le visite, le telefonate, e persino le lettere. E alla fine lo hanno ucciso, e poi hanno oltraggiato il suo corpo e sua madre”. “Sono qui a Strasburgo per rivolgermi a voi – ha detto agli eurodeputati – e attraverso di voi all’intera Europa. A 12 giorni dalla sua morte, pensavo che avrei avuto il tempo di preparare il mio discorso; ma prima abbiamo passato una settimana ad aspettare il corpo di Aleksei e a organizzare il funerale, a scegliere il cimitero e la bara. Il funerale sarà domani, e io non so ancora se sarà pacifico o se la polizia arresterà le persone venute a dire addio ad Aleksei”.


“Sono passati due anni da quando Putin ha lanciato la sua brutale, subdola guerra contro l’Ucraina”, e nonostante gli aiuti a Kiev da tutto il mondo, oggi “c’è molta stanchezza, molto sangue, molta delusione”. E purtroppo, ha lamentato Navalnaya, “è stato fatto di tutto: armi, denaro, sanzioni… Ma non funziona niente; ed è successo il peggio: tutti hanno fatto l’abitudine alla guerra, e qui e là ogni tanto si sente chi dice che ‘in ogni caso dobbiamo arrivare a un accordo con lui’”, con Putin. Da un lato, “l’assassinio pubblico” di Aleksei “ha dimostrato ancora una volta a tutti che Putin è capace di tutto e che non si può negoziare con lui. Ma d’altra parte, posso vedere anche quanto siano tutti scioccati. Molte persone hanno la sensazione che Putin non possa proprio essere sconfitto. E, in questa disperazione, mi chiedono che cosa possono fare”.


Yulia Navalnaya ha risposto a questa domanda cercando di capire come avrebbe risposto suo marito, che in politica era “un innovatore”, immaginava e sperimentava soluzioni per riuscire a raggiungere i milioni di persone che ha ispirato in Russia, diventando il politico più famoso del Paese, nonostante il regime non gli permettesse di fare campagna, dare interviste, apparire in Tv, avere finanziamenti, fare pubblicità, votare. “Persino dal gulag in cui era rinchiuso, è riuscito a far passare idee e progetti che hanno mandato in panico il Cremlino”, ha ricordato. “Non si può danneggiare Putin con un’altra risoluzione, o con un’altra serie di sanzioni, che non saranno diverse dalle precedenti. Non potete sconfiggerlo pensando che sia un uomo di princìpi, con una morale e delle regole. Non è così, e Aleksei lo aveva capito molto tempo fa. Non avete a che fare con un politico – ha sottolineato -, ma con un mafioso sanguinario. Putin è il leader di una banda della criminalità organizzata, che include avvelenatori e assassini; ma sono tutti solo burattini”.


La risposta dunque, secondo Navalnaya, è questa: colpire “le persone vicine a Putin, i suoi amici, collaboratori e custodi del denaro della mafia”. Si deve “combattere questa banda criminale. E l’innovazione politica, in questo caso, sta nell’applicare i metodi di lotta alla criminalità organizzata” al regime di Putin. “Non la competizione politica, non note diplomatiche, ma indagini sulle macchinazioni finanziarie. Non dichiarazioni preoccupate, ma una ricerca degli associati a questa mafia nei vostri paesi, degli avvocati e finanzieri che in segreto aiutano Putin e i suoi amici a nascondere i soldi”. “Ci sono decine di milioni di russi che sono contro Putin, contro la sua guerra, contro il male di cui è portatore. Non dovete perseguitarli, al contrario, dovete lavorare con loro, con noi”, ha detto ancora agli eurodeputati la vedova di Aleksei Navalny. “Putin deve rispondere di ciò che ha fatto al mio paese. Putin deve rispondere di ciò che ha fatto a un paese vicino e pacifico. E Putin deve rispondere di tutto ciò che ha fatto ad Aleksei. Mio marito non vedrà come sarà la Bella Russia del Futuro, ma noi dobbiamo vederla. E farò del mio meglio per realizzare il suo sogno, finché cadrà il male e arriverà questo bellissimo futuro”, ha concluso Yulia Navalnaya. Tutti i capigruppo politici, per una volta assolutamente uniti, dopo il suo intervento le hanno espresso dopo la loro solidarietà per la sua sofferenza e l’ammirazione per l’enorme compito che si è assunto questa donna di continuare coraggiosamente la battaglia di suo marito per denunciare i crimini di Putin e riportare la democrazia in Russia. E quando il dibattito in aula si è concluso, prima che se ne andasse, tutto il Parlamento europeo si è levato in piedi di fronte al suo sguardo triste, per applaudire commosso la vedova dell’uomo che da solo ha sfidato l’enorme potere criminale che soffoca la Russia, Aleksei Navalny, che quella stessa Assemblea nel 2021 aveva insignito del Premio Sakharov per la libertà di pensiero, e per la difesa dei diritti umani e della democrazia.

Tajani replica al suo omologo ungherese: su Ilaria Salis nessuna interferenza ma tutela dei diritti umani

Tajani replica al suo omologo ungherese: su Ilaria Salis nessuna interferenza ma tutela dei diritti umaniRoma, 28 feb. (askanews) – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il governo italiano “da tempo hanno preso l’iniziativa di affrontare il tema delle condizioni di detenzione della signora Salis, come viene fatto in molti casi per cittadini italiani detenuti all’estero. Senza nessuna volontà di interferenza, ma con la chiara intenzione di far pressione per verificare che le condizioni di detenzione rispettino le normative europee che richiamano alla tutela dei diritti umani. Ed è quanto il Governo italiano continuerà a fare in questo come in altri casi simili”. Così in una nota la Farnesina illustra i contenuti dell’incontro tra il vicepremier e ministro degli Esteri e il suo omologo ungherese Péter Szijjßrtó, ricevuto oggi al ministero a Roma.


Il capo della diplomazia magiara ha parlato di “sorprendente interferenza” da parte dell’Italia nel caso di Ilaria Salis.