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Intelligenza artificiale, accordo sul nuovo regolamento Ue

Intelligenza artificiale, accordo sul nuovo regolamento UeBruxelles, 9 dic. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo e della presidenza di turno spagnola del Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto ieri notte a Bruxelles un accordo provvisorio sul nuovo regolamento Ue sull’intelligenza artificiale (IA). Obiettivo del regolamento è garantire che i diritti fondamentali, la democrazia, lo stato di diritto e la sostenibilità ambientale siano protetti dall’IA “ad alto rischio”, promuovendo al contempo l’innovazione e mirando a rendere l’Europa leader nel settore. L’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Consiglio Ue e dalla plenaria del Parlamento europeo.

Riconoscendo la potenziale minaccia ai diritti dei cittadini e alla democrazia rappresentata da alcune applicazioni dell’IA, i co-legislatori hanno convenuto in particolare di vietare: i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (convinzioni politiche, religiose o filosofiche, orientamento sessuale, razza); la raccolta non mirata di immagini facciali da Internet o da filmati a circuito chiuso di videosorveglianza (Cctv) per creare dei database di riconoscimento facciale; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni educative; l’utilizzo per sistemi di “punteggio sociale” basato sul comportamento degli individui o sulle caratteristiche personali; le manipolazioni del comportamento umano per aggirare il libero arbitrio delle persone; l’uso al fine di sfruttare le vulnerabilità degli individui (a causa della loro età, di disabilità, o di particolari situazioni sociali o economiche). Saranno invece consentite delle eccezioni limitate per l’uso dei sistemi di identificazione biometrica in spazi accessibili al pubblico per scopi di contrasto alla criminalità o ad azioni illegali, ma dopo previa autorizzazione giudiziaria e solo per determinati reati.

L’identificazione biometrica “remota” potrà essere utilizzata unicamente per la ricerca mirata di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave, mentre l’identificazione biometrica “in tempo reale” sarà consentita solo per effettuare ricerche mirate delle vittime di sequestro, tratta, o sfruttamento sessuale, per prevenire una minaccia terroristica specifica e attuale, o per la localizzazione o l’identificazione di una persona sospettata di aver commesso uno dei reati elencati dal regolamento in una lista specifica (terrorismo, tratta, sfruttamento sessuale, omicidio, rapimento, stupro, rapina a mano armata, partecipazione a un’organizzazione criminale, reati ambientali). Per i sistemi di IA classificati “ad alto rischio” (a causa del loro significativo potenziale danno alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all’ambiente, alla democrazia e allo stato di diritto), sono stati concordati obblighi e divieti. Vi sarà una valutazione d’impatto obbligatoria riguardo ai diritti fondamentali, applicabile anche ai settori assicurativo e bancario. I cittadini avranno il diritto di presentare reclami e ricevere spiegazioni riguardo alle decisioni basate su sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio che incidono sui loro diritti. Sono definiti ad alto rischio anche i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare l’esito delle elezioni e il comportamento degli elettori.

Per tenere conto della rapida espansione delle capacità di apprendimento dei sistemi di intelligenza artificiale, è stato concordato che i sistemi usati per scopi generali e i modelli su cui si basano dovranno rispettare la normativa Ue sul diritto d’autore e aderire a requisiti di trasparenza. Dovranno essere pubblicati dei riepiloghi dettagliati sui contenuti utilizzati per il training dei dispositivi di IA. Obblighi più rigorosi sono previsti per i modelli ad alto impatto, per mitigarne i rischi sistemici, e riferire alla Commissione sulla loro efficienza energetica e su eventuali incidenti gravi. Il testo mira anche a garantire che le imprese, in particolare le Pmi, possano sviluppare soluzioni di intelligenza artificiale senza indebite pressioni da parte dei giganti del settore che controllano la catena del valore.

Il mancato rispetto delle norme potrà portare a sanzioni che vanno da 35 milioni di euro, o il 7% del fatturato globale, a 7,5 milioni, o l’1,5% del fatturato, a seconda della violazione e delle dimensioni dell’azienda.

Draghi alla guida dell’Ue? Fonti francesi: Macron ci pensa

Draghi alla guida dell’Ue? Fonti francesi: Macron ci pensaRoma, 9 dic. (askanews) – “La stima di Macron per Draghi non è un segreto”, dicono fonti dell’entourage del presidente francese a La Repubblica, che oggi rilancia: “Macron sta pensando a lui per la Commissione o per la presidenza del Consiglio”. Le indiscrezioni di stampa secondo cui il presidente francese vorrebbe promuovere la candidatura di Mario Draghi come presidente della Commissione europea sono entrate nel dibattito politico, e non solo in Italia.

Secondo La Repubblica, che ha citato fonti diplomatiche a Parigi e Bruxelles, Macron avrebbe contattato informalmente il cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’argomento e ci sarebbe anche il sostegno del presidente americano Joe Biden. L’Eliseo ieri si è fermato ad un ‘no comment’. E fonti vicine all’ex capo della Banca centrale ed ex presidente del Consiglio europeo hanno fatto sapere che Draghi non è interessato alla carica. La precisazione di Draghi può apparire come una posizione attendista, osserva oggi la fonte vicina a Macron citata da La Repubblica. “Non fa mai un passo avanti, ma lascia che le cose vadano avanti”.

Nello scenario tracciato, che nella visione francese potrebbe servire a un rilancio dell’Ue in un momento molto delicato e complesso, l’attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il cui mandato scade l’anno prossimo, potrebbe diventare segretario generale della Nato.

M.O., Usa bloccano risoluzione Onu per cessate fuoco, Hamas: disumano

M.O., Usa bloccano risoluzione Onu per cessate fuoco, Hamas: disumanoRoma, 9 dic. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un “cessate il fuoco umanitario a Gaza”, definendo “catastrofica” la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. Il segretario generale Antonio Guterres ha tentato di fare pressione perchè si arrivasse ad un accordo sull’interruzione dei combattimenti, appoggiato da diversi Paesi arabi e, irritualmente, da una richiesta dell’organizzazione estremista palestinese Hamas, ma l’amministrazione americana ha ritenuto che non ci può essere una cessate il fuoco prima della conclusione delle operazioni militari israeliane.

Il testo presentato dagli Emirati chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Alla fine ha ottenuto 13 voti a favore, gli Usa hanno posto il veto e il Regno Unito si è astenuto. Hamas ha condannato il veto americano, definito “non etico e disumano”. Secondo Ezzat El-Reshiq, membro dell’ufficio politico del gruppo fondamentalista, riportato da Haaretz, “l’ostruzione degli Stati Uniti a una risoluzione per il cessate il fuoco è una partecipazione diretta all’occupazione nell’uccidere il nostro popolo e nel commettere ulteriori massacri e pulizia etnica”.

Mercoledì Guterres ha invocato per la prima volta nel suo mandato l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite in base a cui il segretario generale può portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi vicenda che, a suo avviso, possa minacciare la pace e della sicurezza internazionale.

Armenia e Azerbaigian: la pace è possibile

Armenia e Azerbaigian: la pace è possibileRoma, 7 dic. (askanews) – L’Amministrazione Presidenziale della Repubblica dell’Azerbaigian e l’Ufficio del Primo Ministro della Repubblica d’Armenia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a favore di un reciproco impegno per la pace.

“La Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian condividono l’opinione che esiste una possibilità storica per raggiungere la pace tanto attesa nella regione. I due Paesi riconfermano l’intenzione di normalizzare le relazioni e di raggiungere il trattato di pace sulla base del rispetto dei principi di sovranità e integrità territoriale”, si legge nel documento. In seguito ai colloqui tra l’Amministrazione Presidenziale della Repubblica dell’Azerbaigian e l’Ufficio del Primo Ministro della Repubblica d’Armenia, è stato raggiunto un accordo sull’adozione di passi tangibili verso la costruzione della fiducia tra i due paesi.

Spinta dai valori dell’umanesimo e come gesto di buona volontà, la Repubblica dell’Azerbaigian rilascia 32 militari armeni. A sua volta, spinta dai valori dell’umanesimo e come gesto di buona volontà, la Repubblica di Armenia rilascia 2 militari azerbaigiani. In segno di buona volontà, la Repubblica di Armenia sostiene la candidatura della Repubblica dell’Azerbaigian ad ospitare la 29a Sessione della Conferenza delle Parti (COP29) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ritirando la propria candidatura. La Repubblica di Armenia e la Repubblica di Azerbaigian sperano che anche gli altri paesi del Gruppo dell’Europa orientale sostengano la richiesta di ospitalità dell’Azerbaigian. In segno di buon gesto, la Repubblica dell’Azerbaigian sostiene la candidatura armena per l’adesione all’Ufficio COP del Gruppo dell’Europa dell’Est.

La Repubblica di Armenia e la Repubblica dell’Azerbaigian continueranno le loro discussioni sull’attuazione di ulteriori misure di rafforzamento della fiducia, efficaci nel prossimo futuro e chiedono alla comunità internazionale di sostenere i loro sforzi, che contribuiranno a costruire la fiducia reciproca tra i due paesi e avranno un positivo impatto sull’intera regione del Caucaso meridionale”, conclude il documento.

Onu: “segnali promettenti” sull’apertura del secondo valico a Gaza

Onu: “segnali promettenti” sull’apertura del secondo valico a GazaRoma, 7 dic. (askanews) – Il capo delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver visto “segnali promettenti” che il valico di Kerem Shalom tra Israele e la Striscia di Gaza sarà aperto “presto”, fornendo una seconda via di accesso per gli aiuti umanitari.

L’apertura di questo valico, che si aggiungerebbe a quello di Rafah al confine tra Egitto e Gaza, “cambierebbe la natura stessa dell’accesso umanitario”, di cui c’è un disperato bisogno nel territorio palestinese, ha dichiarato Martin Griffiths durante un briefing con la stampa a Ginevra.

Israele difende la gestione della crisi umanitaria a Gaza

Israele difende la gestione della crisi umanitaria a GazaRoma, 7 dic. (askanews) – Israele ha difeso le misure adottate per consentire la distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza, di fronte alle dure e ripetute critiche alla sua gestione della crisi umanitaria sorta a seguito delle sue operazioni militari nel piccolo territorio palestinese. “Stiamo cercando di aumentare gli aiuti umanitari e oltre 60mila tonnellate di aiuti sono entrate attraverso Rafah”, il punto di passaggio con l’Egitto, ha dichiarato alla stampa Elad Goren, capo del Cogat, l’organismo del ministero della Difesa israeliano che supervisiona le attività civili nei Territori palestinesi.

Israele “non sarà un problema” per l’ingresso degli aiuti, che è una “questione logistica” che dipende dalle Nazioni Unite, ha aggiunto, sottolineando le condutture idriche riparate da Israele o con il suo supporto e l’allestimento di magazzini a Rafah per ospitare gli aiuti. Ha inoltre ricordato l’autorizzazione concessa nella notte dallo stato ebraico per l’ingresso di un “supplemento minimo di carburante” ritenuto “necessario per evitare un collasso umanitario”. Cibo, acqua, carburante e medicinali arrivano a Gaza solo dal 7 ottobre, mentre circa 1,8 milioni di persone, pari all’80 per cento della popolazione, hanno dovuto lasciare le loro case dall’inizio delle ostilità. Alcuni di questi sfollati sono fuggiti dagli intensi combattimenti nel nord verso il sud, che ora è anche un campo di battaglia.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha messo in guardia da “un serio rischio di collasso del sistema umanitario”, affermando che “la situazione si sta deteriorando rapidamente verso una catastrofe che potrebbe avere conseguenze irreversibili”. L’ong israeliana per i diritti umani B’Tselem ritiene che l’attuale crisi non sia solo “un effetto collaterale della guerra, ma il risultato diretto della politica di Israele”, volta a “fare pressione su Hamas”. “Chiudere i valichi e far entrare solo una piccola quantità di aiuti che non soddisfa le esigenze dei civili equivale ad affamare deliberatamente la popolazione”, cosa vietata dal diritto internazionale, ha sottolineato l’ong.

Ucraina in pieno inverno, al via campagna winter di Unhcr

Ucraina in pieno inverno, al via campagna winter di UnhcrRoma, 7 dic. (askanews) – Con quasi 4 milioni di sfollati interni e 6,3 milioni di persone fuggite e registrate come rifugiate in altri Paesi, l’Ucraina è piombata nel suo secondo inverno di guerra. Il crollo delle temperature e le forti nevicate verificatesi la scorsa settimana hanno reso ancora più grave una situazione già disastrosa, causando vittime tra i civili, interruzioni di corrente ed esponendo a rischi ulteriori le persone più vulnerabili. UNHCR ha in programma di assistere nel Paese 900 mila persone che hanno bisogno di aiuti urgenti per l’inverno. Fra queste, tantissime famiglie le cui case sono state danneggiate o distrutte da attacchi. Lo staff UNHCR nel Paese lavora, tra le altre cose, anche alla riparazione e isolamento termico delle strutture più colpite dai bombardamenti. Anastasiia Stryzhevska è una delle operatrici di UNHCR impegnate in Ucraina in questa fondamentale attività.

“Dopo 1 anno e 10 mesi di guerra, la situazione umanitaria nel Paese resta critica e l’inverno rappresenta un’emergenza nell’emergenza. Sono purtroppo moltissime le famiglie che vivono in case danneggiate ed esposte a temperature che si fanno ogni giorno più rigide, come abbiamo visto durante le nevicate della scorsa settimana – commenta Anastasiia Stryzhevska, Assistant Shelter Officer di UNHCR Ucraina. Una parte importante del nostro lavoro, durante i mesi invernali, consiste nel fornire alle famiglie colpite dalla guerra dei Kit Termici Rapidi che possono facilmente utilizzare per isolare le loro case e tenere lontano il freddo. Finora, 2300 famiglie hanno ricevuto questi kit, altre hanno ricevuto delle stufe, ma purtroppo sono ancora molte quelle che hanno bisogno di aiuto. Per questo facciamo appello alla generosità di tutti”. La situazione si va aggravando, a causa del freddo intenso, anche in Afghanistan, un Paese che conta 3,2 milioni di sfollati interni e che nelle ultime settimane sta registrando l’arrivo in massa di persone afghane dal Pakistan a seguito dell’annuncio nel quale si chiede agli stranieri privi di documenti di lasciare il Paese. Tale provvedimento ha avuto ripercussioni negative su centinaia di migliaia cittadini afghani, compresi i rifugiati registrati e altre persone con documenti validi, che sono rientrati forzatamente nelle ultime settimane. Le persone, soprattutto donne e bambini, che arrivano ai punti di frontiera all’interno dell’Afghanistan sono esauste e hanno bisogno di assistenza di emergenza. In alcune località, la temperatura minima ha già raggiunto i -4° C e questo mette a rischio i più fragili, soprattutto anziani e bambini. UNHCR ha già iniziato il suo programma di assistenza invernale nel Paese a beneficio sia degli sfollati che dei rimpatriati, inclusa l’assistenza economica diretta, la distribuzione di coperte, sacchi a pelo e altri beni di prima necessità, oltre all’assistenza per l’isolamento termico degli alloggi.

Complessivamente, il piano invernale dell’UNHCR mira a fornire assistenza a 4,7 milioni di persone in 8 Paesi: Afghanistan, Egitto, Giordania, Iran, Libano, Pakistan, Siria e Ucraina. Per la sua attuazione servono 267 milioni di dollari. Con la campagna “Fai sentire il tuo calore” UNHCR intende raccogliere fondi a sostegno delle famiglie vulnerabili e che rischiano di non sopravvivere al gelo. Ogni aiuto, piccolo o grande, può fare la differenza.

Azerbaigian celebra ruolo Heydar Aliyev con un concerto a Roma

Azerbaigian celebra ruolo Heydar Aliyev con un concerto a RomaRoma, 7 dic. (askanews) – Si è svolto negli incantevoli saloni di Palazzo della Cancelleria, proprietà esclusiva della Sede Apostolica a Roma, un concerto di musica classica dedicato al 100esimo anniversario del Leader Nazionale dell’Azerbaigian, Heydar Aliyev.

La serata è stata organizzata in collaborazione dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede e dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia ed è stata introdotta dalle parole dei due rappresentanti diplomatici azerbaigiani, Ilgar Mukhtarov per la Santa Sede e Rashad Aslanov per l’Italia. Nei discorsi sono stati evidenziati rispettivamente il ruolo chiave del Leader Nazionale nella creazione di uno stato dell’Azerbaigian moderno, indipendente e forte, che oggi è un partner internazionale affidabile e coerente, e l’influenza determinante dello stesso sulle relazioni con il Vaticano e con il Quirinale.

Nello specifico l’ambasciatore Ilgar Mukhtarov ha sottolineato come “dal 2023 ha iniziato ad operare l’Ambasciata residente della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, il che dimostra come, in coincidenza con il 31° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, i rapporti con la Santa Sede hanno raggiunto una nuova fase di sviluppo. Heydar Aliyev, personaggio di grande saggezza, ha dato un importante contributo al ripristino dell’indipendenza dell’Azerbaigian, al consolidamento della sua sovranità, all’aumento del suo ruolo sulla scena internazionale e al rafforzamento economico. Heydar Aliyev, che ha sempre attribuito grande importanza ai campi dell’istruzione e dell’arte, è il coautore del programma statale che consente a migliaia di giovani azerbaigiani di studiare in prestigiose università in Europa, America e nel mondo a spese dello Stato”. “Attualmente, la Fondazione Heydar Aliyev, che porta il nome del Leader Nazionale e sostiene la realizzazione delle sue idee umanitarie riguardanti l’istruzione, l’arte e la cultura, sotto la direzione del Primo Vicepresidente dell’Azerbaigian, Mehriban Aliyeva, è coinvolta nel restauro di numerosi monumenti di importanza religiosa e storica nei paesi dell’Europa e dell’America Latina e in altre importanti attività umanitarie. Il contributo dell’Azerbaigian alla protezione del patrimonio cristiano è anche la conferma del rispetto del nostro Paese verso i monumenti religiosi e del suo impegno per i valori del multiculturalismo – ha ricordato l’ambasciatore presso la Santa Sede – L’Azerbaigian, dove vivono in armonia rappresentanti di molte nazionalità e religioni, contribuisce alla conservazione del patrimonio culturale mondiale”.

“Nel 1997, la visita del Leader Nazionale in Vaticano e l’incontro con Sua Santità il Papa hanno gettato le basi per una nuova fase nelle relazioni Azerbaigian-Vaticano. Le visite in Azerbaigian di Papa Giovanni Paolo II nel 2012 e di Papa Francesco nel 2016, hanno dato un ulteriore impulso allo sviluppo di queste relazioni di cooperazione di successo. Inoltre, la visita del Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev in Vaticano nel 2020 e la visita del Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, nel Paese nel luglio di quest’anno, sono tra i fattori che caratterizzano le relazioni tra l’Azerbaigian e la Santa Sede”, ha concluso. L’ambasciatore Rashad Aslanov ha evidenziato che “in politica interna, grazie ad Heydar Aliyev l’Azerbaigian percorse passi determinanti per il rafforzamento delle istituzioni democratiche, scegliendo la strada della creazione di uno stato legale e democratico. A lui anche fa riferimento la ‘strategia petrolifera’ del Paese, e la firma, nel 1994, del ‘Contratto del Secolo’. Anche oggi, mentre il paese ha avviato da anni una diversificazione economica, l’Azerbaigian continua a contribuire alla sicurezza energetica dell’Europa fornendo risorse energetiche tramite una rete di oleodotti e gasdotti strategici, tra cui il Baku-Tbilisi-Ceyhan e, grazie al TAP, rappresenta oggi anche un fornitore importante di gas per l’Europa e l’Italia”.

“In politica estera il ruolo di Heydar Aliyev è stato determinante, e se oggi possiamo parlare di un partenariato strategico tra Italia ed Azerbaigian, lo si deve proprio a quanto avviato in questa direzione dal Leader Nazionale. Nel 1997 egli fu il primo presidente azerbaigiano a visitare l’Italia, sostenendo l’apertura dell’ambasciata azerbaigiana e avviando rapporti diretti tra l’Italia e l’Azerbaigian indipendente”, ha aggiunto. L’ambasciatore Aslanov ha poi ringraziato “la posizione dell’Italia, che in tutti gli anni più difficili vissuti dall’Azerbaigian, con circa il 20% del territorio militarmente occupato, 1 milione di profughi e rifugiati, distruzione e massacri, ha sempre avuto una posizione equa, di aderenza al diritto internazionale e alla sovranità degli stati, sempre dalla parte della realtà. Anche quando l’Azerbaigian era lontano dal poter contribuire alla sicurezza energetica dell’Europa e dell’Italia, anche allora l’Italia era dalla parte della giustizia. Oggi le relazioni bilaterali spaziano dal settore commerciale ed economico, a quello degli investimenti, culturale ed accademico, come la creazione dell’Università Italo-Azerbaigiana a Baku”. L’ambasciatore ha poi concluso ricordando che “l’agenda dell’Azerbaigian oggi ha come priorità il raggiungimento della pace nel più breve tempo possibile, ed assicurare alla regione stabilità e benessere. Il nostro è uno stato multiculturale, dove etnie e religioni diverse convivono pacificamente e siamo certi di poter estendere con orgoglio questo modello in tutta l’area e nei rapporti con tutti i nostri vicini”. Ad esibirsi durante la serata la violoncellista Lala Marelli e la pianista Angelica Seminara, con un ampio repertorio che ha spaziato tra classici internazionali, italiani ed azerbaigiani. A latere del concerto sono state esposte una serie di fotografie del Leader Nazionale in momenti fondamentali della sua vita, relativi alle relazioni con la Santa Sede e con l’Italia. Molti i partecipanti, esponenti del mondo politico, imprenditoriale, culturale ed accademico, che al termine del concerto si sono intrattenuti in un piacevole ricevimento.

Cina denuncia la “diffamazione” delle Vie della Seta dopo ritiro Italia

Cina denuncia la “diffamazione” delle Vie della Seta dopo ritiro ItaliaRoma, 7 dic. (askanews) – La Cina denuncia la “diffamazione” del suo progetto infrastrutturale delle Vie della Seta dopo il ritiro dell’Italia. “La Cina si oppone fermamente alla diffamazione e all’indebolimento della cooperazione sulla costruzione congiunta della Belt and Road”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Pechino, ha aggiunto, si oppone anche al “confronto e alla divisione tra i campi che causano la separazione”, ha aggiunto Wang, riportato dai media cinesi.

Il Ministero degli Esteri non ha commentato direttamente la decisione dell’Italia di ritirarsi dall’iniziativa Belt and Road Initiative (BRI) tradotta in Occidente come Vie della Seta. Ma Wang ha indicato gli oltre 150 paesi partecipanti come prova del fatto che si tratta del “prodotto pubblico internazionale più popolare e della più grande piattaforma di cooperazione internazionale oggi al mondo”. Ha inoltre osservato che l’Italia ha inviato rappresentanti al forum BRI di Pechino in ottobre.

Xi: la Cina e l’Ue insieme per rispondere alle sfide globali e garantire stabilità

Xi: la Cina e l’Ue insieme per rispondere alle sfide globali e garantire stabilitàRoma, 7 dic. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato a Pechino il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo riporta China Xinuha News, aggiungendo che la Cina ha esortato l’Unione europea a compiere sforzi congiunti per una crescita delle relazioni bilaterali. Il presidente cinese Xi Jinping ha invitato l’Unione europea a “rispondere insieme alle sfide globali e a lavorare insieme per promuovere la stabilità e la prosperità nel mondo”, riferiscono i media locali.

Nel corso di un incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, Xi ha aggiunto che Pechino e l’Ue “dovrebbero essere partner in una cooperazione reciprocamente vantaggiosa”. Il presidente cinese ha sottolineato anche l’importanza della “fiducia politica” tra i due partner. Ue e Cina dovrebbero evitare vari tipi di interferenze, ha aggiunto il presidente cinese nel corso del dialogo con von der Leyen e Michel. Secondo Xi le due parti devono intensificare il dialogo e la cooperazione per il bene dei popoli e unire le forze per affrontare le sfide globali e promuovere la stabilità e la prosperità in tutto il mondo.