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Disordini in Francia, non si fermano le violenze: centinaia di arresti, agenti feriti anche a colpi di fucile

Disordini in Francia, non si fermano le violenze: centinaia di arresti, agenti feriti anche a colpi di fucileRoma, 1 lug. (askanews) – Continuano i disordini in Francia, la quarta notte di violenze dopo la morte di Nahel, 17enne di origine maghrebina, ucciso da un poliziotto a colpi d’arma da fuoco dopo essere fuggito da un posto di blocco. Un episodio che ha innescato rivolte e tensioni in tutta la Francia. L’ultimo resoconto del ministero dell’interno riportato da Le Figaro, parla di circa 994 persone arrestate durante la notte, contro i 667 della notte precedente, 406 sono avvenuti a Parigi e nei sobborghi interni. Secondo un rapporto ancora provvisorio, ci sarebbero stati anche 79 feriti tra poliziotti e gendarmi, 1350 veicoli bruciati, 234 edifici bruciati o danneggiati e 2560 incendi registrati su strade pubbliche. Alle 4 del mattino, 58 persone sono state arrestate nella zona di Lione, dove erano stati schierati nel centro della città i mezzi blindati della gendarmeria. Sempre a Lione, 27 poliziotti sono rimasti feriti durante la scorsa notte, sette di loro sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco a Vaulx-en-Velin. La prognosi è tra i 5 e i 10 giorni ma uno di loro, ferito all’occhio e alla guancia, dovrà presto essere operato. Ciò che li ha salvati è che erano un po’ lontani, a una ventina di metri da chi ha sparato, spiega Le Figaro riportando le parole di una fonte tra le forze di polizia. A Grenoble sono state arrestate anche 28 persone mentre le strade erano disseminate di scatole di scarpe abbandonate, manichini e vetri rotti.

Il vertice Ue e l’immigrazione, come Polonia e Ungheria sono finite nell’angolo

Il vertice Ue e l’immigrazione, come Polonia e Ungheria sono finite nell’angoloBruxelles, 30 giu. (askanews) – Al Consiglio europeo di Bruxelles sul tema immigrazione “non c’è stata unanimità ma una larga convergenza a 25 che era stata assente negli anni passati”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, durante la conferenza stampa al termine del vertice europeo di questo pomeriggio.

Polonia e Ungheria, che hanno contestato e quindi bloccato il paragrafo sull’immigrazione nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo, hanno ottenuto solo una frase nelle conclusioni pubblicate dal presidente Michel, in cui si riferisce che durante il vertice “è stato notato” quello che hanno detto contro l’accordo sul Patto immigrazione e asilo approvato dai ministri dell’interno dell’Ue a maggioranza qualificata l’8 giugno a Lussemburgo. D’altra parte, ha detto Michel, “l’accordo è valido e dovrà essere messo in opera” dagli Stati membri, checché ne dicano i premier ungherese e polacco Viktor Orban e Mateusz Morawiecki.

“Per essere stato qui presente già da diversi anni (come premier belga, prima di essere nominato presidente del Consiglio europeo, ndr), quando c’erano delle tensioni molto vive riguardo al tema dell’immigrazione, devo dire che la mia impressione è che sul fondo, sulla maniera operativa di agire, abbiamo fatto molti progressi”, ha detto Michel rispondendo a una giornalista che chiedeva se non fosse preoccupato dall’opposizione frontale di Polonia e Ungheria all’accordo sul Patto Ue su immigrazione e asilo. Su questo tema, ha continuato Michel, “qualche anno fa tutto era assolutamente bloccato sul piano europeo; qui invece vediamo che era già stato fatto un passo avanti importante sul Patto sull’Immigrazione, convalidato a maggioranza qualificata qualche giorno fa” dai ministri degli Interni dell’Ue, “con qualche voto contrario (Polonia e Ungheria, ndr) e qualche astensione (Malta, Bulgaria, Slovacchia e Lituania, ndr), e che oggi c’è un sostegno per il testo sull’immigrazione espresso da 25 paesi su 27, dunque un passo in avanti aggiuntivo”.

“La trasparenza – ha osservato il presidente del Consiglio europeo – impone di dire la verità: la verità è che, da una parte, ci sono 25 paesi mobilitati per sostenere il processo, la messa in opera del Patto migratorio, così come è stato deciso democraticamente, 25 paesi mobilitati per agire sulla dimensione esterna, conformemente alle conclusioni del presidente” del Consiglio europeo (che riprendono passo per passo tutto quello che c’era scritto nella bozza di conclusioni del vertice bloccata da Polonia e Ungheria). E dall’altra parte “ci sono due paesi che hanno indicato la loro disapprovazione”. “Come garante di un dibattito di qualità e rispettoso in Consiglio europeo – ha spiegato ancora Michel – posso riferire che le due ragioni principali di queste posizioni espresse da Polonia e Ungheria, per quello che ho capito, consistono da una parte nella disapprovazione della sostanza del Patto migratorio, e d’altra parte nella disapprovazione del processo decisionale, ovvero dell’uso della maggioranza qualificata, che è il risultato di quanto previsto nei Trattati Ue”.

Questo perché “questi due paesi hanno una interpretazione diversa di alcune conclusioni precedenti del Consiglio europeo”, pubblicate nel 2018. “Noto – ha puntualizzato Michel – che ci sono 25 paesi che hanno la stessa interpretazione di queste conclusioni precedenti, 25 paesi che fanno progressi sull’immigrazione, sulla sua dimensione interna e su quella esterna; e poi ci sono due paesi che ci hanno comunicato che non possono dare il loro accordo, per le due ragioni che ho cercato di indicare in perfetta trasparenza”. Ebbene, ha affermato il presidente del Consiglio europeo, “noi, dimostrando sangue freddo e calma, continueremo ad avanzare, continueremo a mettere in opera il Patto migratorio, che è stato convalidato, e che dovrà essere attuato; e spero che il ‘trilogo’ (il negoziato in corso con il Parlamento europeo e la Commissione per arrivare all’adozione dei testi legislativi finali, ndr) permetterà di portarlo avanti”. “E sul piano esterno – ha aggiunto Michel – non posso che constatare l’implicazione politica al più alto livello, quando i capi di Stato e di governo si coordinano con la presidenza della Commissione, si impegnano con i presidenti dei paesi terzi, mostrano una volontà di essere operativi e concreti nel perseguimento dei risultati, su cose che sono essenziali per migliorare la gestione dell’immigrazione”. “Per esempio – ha indicato il presidente del Consiglio europeo – sulla questione dei visti, o sui programmi d’investimento, o sulla cooperazione per cercare di smantellare il modello di business dei trafficanti”. “E’ di questo che si tratta; e su questo – ha concluso Michel – il dibattito di diverse ore che abbiamo avuto ieri” durante il Consiglio europeo “è stato utile: ha potuto mostrare, se non l’unanimità, che non c’è stata, una larghissima convergenza, ben più grande delle convergenze che erano assolutamente assenti dalla realtà politica dell’Europa qualche anno fa, quando ci sono stati dei momenti molto tesi su questa questione migratoria”.

Disordini in Francia: bus fermi dalle 21, blindati della gendarmeria in strada e censura sui social

Disordini in Francia: bus fermi dalle 21, blindati della gendarmeria in strada e censura sui socialRoma, 30 giu. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha denunciato oggi “l’inaccettabile strumentalizzazione della morte di un adolescente” e ha annunciato l’adozione di “mezzi aggiuntivi” da parte del ministero dell’Interno, dopo tre notti di violenze scatenate della morte del 17enne Nahel, ucciso durante un controllo di polizia a Nanterre. Lo riporta la France presse. Macron ha lanciato anche un appello alla “responsabilità” dei genitori, precisando che “un terzo degli arrestati” per le violenze avvenute la scorsa notte, dopo la morte del 17enne Nahel martedì scorso a Nanterre, è composto da “giovani o anche giovanissimi”. “Invito tutti i genitori alla responsabilità. Il contesto che stiamo vivendo è frutto di gruppi organizzati ma anche di tanti giovani. Un terzo degli arrestati ieri sera sono giovani o anche giovanissimi. Mi appello alla responsabilità dei genitori. La Repubblica non intende sostituirli”, ha detto Macron al termine della riunione dell’Unità interministeriale di crisi. Inoltre, il presidente francese ha puntato i fari sulle piattaforme e i social network, che “svolgono un ruolo considerevole nei movimenti degli ultimi giorni”: “Abbiamo visto su diversi di essi, Snapchat, TikTok e diversi altri contemporaneamente, l’organizzazione di assembramenti violenti e una forma di mimetismo della violenza che, tra i più giovani, porta a una forma di uscita dalla realtà”. Macron ha affermato che i servizi statali chiederanno alle piattaforme citate di rimuovere “i contenuti più sensibili” e ha chiesto la loro “responsabilità”, nonché la loro collaborazione per risalire all’identità di coloro “che utilizzano questi social network per inneggiare al disordine o per esacerbare la violenza”.

Al termine della riunione dell’Unità di crisi interministeriale, il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, ha chiesto ai prefetti di adottare provvedimenti per fermare la circolazione di autobus e tram dopo le 21 su tutto il territorio francese. L’Unità di crisi interministeriale, presieduta da Emmanuel Macron, ha discusso delle violenze in atto nel paese dopo la morte del 17enne Nahel, ucciso martedì scorso a Nanterre durante un controllo di polizia. La premier francese Elisabeth Borne ha annunciato il dispiegamento dei veicoli blindati della Gendarmeria per fronteggiare le violenze che negli ultimi tre giorni hanno investito diverse città della Francia, a seguito dalla morte del 17enne Nahel avvenuta a Nanterre durante un controllo di polizia. Verranno inoltre dispiegate “forze mobili aggiuntive”, ha detto Matignon alla France presse, aggiungendo che saranno anche cancellati “eventi su larga scala che mobilitano personale e che possono presentare rischi per l’ordine pubblico a seconda delle situazioni locali”.

Domani, intanto sono previsti i funerali el 17enne. “Dobbiamo continuare a sostenere questa famiglia, questa mamma, che domani seppelliranno il loro figlio”: ha detto il sindaco di Nanterre, Patrick Jarry, presente oggi alla riunione dell’unità di crisi. Ai microfoni di BFMTV il primo cittadino ha detto di aver partecipato all’incontro per dire che “l’emozione e la rabbia provate per la morte di Nahel sono ancora molto forti e condivise dalla popolazione in tutta la sua diversità”. Al contempo, Jarry ha detto di voler esprimere “la tristezza e la desolazione provata dagli abitanti davanti alle violenze e l’urgenza di trovare un modo per uscire da questo ciclo di violenze”.

Vertice Ue, Polonia e Ungheria non si smuovono: sull’immigrazione (solo) le conclusioni del presidente Michel

Vertice Ue, Polonia e Ungheria non si smuovono: sull’immigrazione (solo) le conclusioni del presidente MichelBruxelles, 30 giu. (askanews) – Come era da attendersi, il Consiglio europeo di Bruxelles è terminato senza poter approvare il paragrafo delle conclusioni “consensuali” del vertice sull’immigrazione, a causa dell’opposizione di Ungheria e Polonia. Sull’immigrazione saranno pubblicate, invece, delle conclusioni del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

La Polonia pretendeva, in particolare, che le conclusioni rimettessero in discussione l’accordo raggiunto nel Consiglio dei ministri degli Interni dell’Ue, l’8 giugno a Lussemburgo, sul Patto per l’Immigrazione e l’Asilo, che prevede, tra l’altro, che gli Stati membri debbano scegliere tra i ricollocamenti sul proprio territorio di una parte dei migranti dai paesi di primo ingresso e, se rifiutano questa soluzione, un contributo finanziario di 20.000 euro per migrante non ricollocato. “Non sono mai delusa da chi difende i propri interessi nazionali”, ha detto la premier Giorgia Meloni, che aveva tentato una mediazione, al termine del Consiglio europeo, parlando della posizione di Polonia e Ungheria sull’immigrazione.

La mediazione del Vaticano per la pace in Ucraina va avanti. Dopo il viaggio a Mosca di Zuppi “ulteriori passi”

La mediazione del Vaticano per la pace in Ucraina va avanti. Dopo il viaggio a Mosca di Zuppi “ulteriori passi”Roma, 30 giu. (askanews) – Un “fruttuoso incontro” con Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia: lo definisce così, la sala stampa della Santa Sede, il colloquio che il cardinale Matteo Zuppi ha avuto ieri a Mosca con Kirill. Zuppi ha trasmesso “il saluto del Santo Padre” al Patriarca e con lui si è “intrattenuto su iniziative umanitarie che possano facilitare una soluzione pacifica”.

“I risultati della visita – prosegue la nota vaticana – saranno portati alla conoscenza del Santo Padre, in vista di ulteriori passi da compiere, sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per la pace”. “Nei giorni 28 – 30 corrente mese – si legge nella nota vaticana – il cardinale Matteo Zuppi, Inviato del Santo Padre, ha effettuato una visita a Mosca finalizzata all’individuazione di iniziative umanitarie, che possano aprire percorsi per il raggiungimento della pace. Nei tre giorni, Sua Eminenza ha incontrato S.E. Yuri Ushakov, Assistente del Presidente della Federazione Russa per gli affari di politica estera, e la Sig.ra Maria Lvova-Belova, Commissario presso il Presidente della Federazione Russa per i diritti del bambino. Nel corso dei colloqui, è stato fortemente sottolineato l’aspetto umanitario dell’iniziativa, nonché l’esigenza di poter pervenire alla tanto desiderata pace”. “In una breve visita alla Chiesa di San Nicola in Tolmachi, presso la Galleria Tretyakov, Sua Eminenza si è soffermato in preghiera davanti all’icona della Madonna di Vladimir, a cui ha affidato la sua missione”.

“Sua Eminenza – conclude la nota della Santa Sede – ha anche incontrato i Vescovi della Conferenza dei Vescovi Cattolici della Russia, con i quali, insieme ad un nutrito gruppo di sacerdoti ed alla presenza di Ambasciatori e di Rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, ha presieduto una solenne concelebrazione nella cattedrale dell’Arcidiocesi della Madre di Dio, a Mosca. È stata questa l’occasione per trasmettere alla comunità cattolica la vicinanza, il ricordo e la preghiera del Santo Padre”.

Disordini in Francia, Macron pronto ad adattare “senza tabù” il sistema di ordine pubblico

Disordini in Francia, Macron pronto ad adattare “senza tabù” il sistema di ordine pubblicoRoma, 30 giu. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron è pronto ad adattare il sistema di ordine pubblico “senza tabù” dopo la terza notte di violenze in Francia. Lo ha dichiarato l’Eliseo, in un momento in cui diversi leader politici parlano di introdurre lo stato di emergenza.

Il capo dello Stato, che torna a Parigi prima della fine del vertice europeo di Bruxelles, si aspetta che il primo ministro e il ministro degli Interni “gli facciano proposte per sviluppare e adattare ulteriormente” il sistema di ordine pubblico, “senza tabù”, ha dichiarato una fonte dell’Eliseo. I disordini sono stati scatenati dalla morte di Nahel, un ragazzo di 17 anni ucciso a Nanterre durante un posto di blocco da un agente di polizia. Il poliziotto, per il quale è stata disposta la custodia cautelare, ha spiegato di aver agito per legittima difesa.

Il vertice Ue e il nodo immigrazione, perché Polonia e Ungheria non possono fermare l’accordo

Il vertice Ue e il nodo immigrazione, perché Polonia e Ungheria non possono fermare l’accordoBruxelles, 30 giu. (askanews) – La seconda giornata del Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo è cominciata stamattina a Bruxelles con un’ora e mezzo di ritardo rispetto all’orario previsto, le 9.30, a causa del persistente disaccordo di Polonia e Ungheria sul paragrafo delle conclusioni del vertice relativo all’immigrazione.

Secondo fonti europee, dopo che la prima giornata del Consiglio europeo si era chiusa a tarda notte senza approvare questo paragrafo delle conclusioni, i tecnici hanno continuato a tentare una mediazione. Il ‘piano B’, in mancanza di unanimità dei leader a favore del testo, sarebbe quello di denominare il paragrafo contestato come “conclusioni della presidenza del Consiglio europeo”, invece che dell’intero vertice a 27. Su questo punto si era espresso favorevolmente ieri già il premier ungherese Viktor Orban. Un’altra possibilità potrebbe essere quella di eliminare dal paragrafo contestato qualsiasi considerazione positiva sugli ultimi progressi fatti nel lavoro dell’Ue sulla “dimensione esterna” della gestione del fenomeno migratorio, e lasciare solo l’avvertenza finale, secondo cui il Consiglio europeo continuerà a monitorare il lavoro sulla questione.

In ogni caso, le fonti Ue hanno escluso che il Consiglio europeo possa rimettere in discussione l’accordo sulla “dimensione interna” del Patto Ue su Immigrazione e Asilo, concluso dai ministri dell’Interno l’8 giugno a Lussemburgo, con decisione a maggioranza qualificata e voto contrario proprio di Polonia e Ungheria. Il termine “dimensione interna” si riferisce in particolare alla cosiddetta “solidarietà obbligatoria” che costringerebbe gli Stati membri a scegliere se ricollocare sul proprio territorio quote di migranti (stabilite secondo criteri oggettivi) dai paesi di primo ingresso, o, in alternativa, pagare 20.000 euro per ogni migrante non accolto. E questo è esattamente il punto che Budapest e Varsavia non accettano assolutamente e vorrebbero cancellare. Polonia e Ungheria, inoltre, contestano il fatto che decisioni di questo genere possano essere prese dai ministri competenti in Consiglio Ue a maggioranza qualificata (come prevede il Trattato), e pretendono di continuare come si è fatto negli ultimi sette anni, quando sulle decisioni in materia d’immigrazione non si è mai votato se non c’era il consenso di tutti i paesi.

Da notare, inoltre, che le conclusioni del Consiglio europeo riguardo ai rapporto con la Tunisia non fanno parte del paragrafo sull’immigrazione, ma sono nel paragrafo sulle relazioni estere, che non sembra essere contestato. Prima della ripresa del Consiglio europeo, c’è stato un incontro trilaterale fra la premier italiana Giorgia Meloni e i suoi colleghi polacco, Mateusz Morawiecki, e ungherese, Viktor Orban, per tentare una mediazione.

L’accordo dei ministri degli Interni dei 27 dell’8 giugno costituisce la posizione negoziale del Consiglio Ue per le trattative che sono già cominciate con il Parlamento europeo, che su questa materia è co-legislatore, in vista di un accordo sul testo finale che si spera possa essere raggiunto entro il prossimo mese di febbraio.

In calo l’inflazione nell’Eurozona: a giugno è al 5,5% (a maggio era 6,1%)

In calo l’inflazione nell’Eurozona: a giugno è al 5,5% (a maggio era 6,1%)Milano, 30 giu. (askanews) – L’inflazione su base annua dell’Eurozona dovrebbe essere del 5,5% a giugno 2023, in calo rispetto al 6,1% di maggio, secondo una stima flash di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.

Osservando le componenti principali dell’inflazione nell’area Euro, si prevede che cibo, alcol e tabacco registreranno i valori più elevati su base annua a giugno (11,7%, rispetto al 12,5% di maggio), seguito dai beni industriali non energetici (5,5%, rispetto al 5,8% di maggio), servizi (5,4%, rispetto al 5,0% di maggio) ed energia (-5,6%, rispetto al con -1,8% a maggio).

Il ministero della Difesa ucraino: le forze russe hanno iniziato a lasciare Zaporizhzhia

Il ministero della Difesa ucraino: le forze russe hanno iniziato a lasciare ZaporizhzhiaRoma, 30 giu. (askanews) – Le forze russe stanno iniziando a lasciare la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha indicato il Dipartimento centrale di intelligence del Ministero della Difesa ucraino.

Le truppe di Mosca hanno occupato l’impianto da marzo dello scorso anno e l’Ucraina ha recentemente effettuato esercitazioni di risposta a disastri nucleari, in previsione di un potenziale attacco. Per tutta la durata della guerra sono state sollevate preoccupazioni sulla sicurezza dell’impianto, con entrambe le parti che si sono accusate reciprocamente di aver attaccato la struttura. La principale direzione dell’intelligence di Kiev ha dichiarato in un post su Telegram che alcuni lavoratori hanno ricevuto l’ordine di lasciare l’impianto entro il 5 luglio.

“Secondo gli ultimi dati, il contingente di occupazione sta gradualmente lasciando il territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Tra i primi a lasciare l’impianto sono stati tre dipendenti di Rosatom che erano a capo delle azioni dei russi. Anche ai dipendenti ucraini che hanno firmato un contratto con Rosatom è stato consigliato di evacuare. Secondo le istruzioni ricevute, dovrebbero partire entro il 5 luglio”. La Commissione ha inoltre sottolineato che il numero di pattuglie militari sta “gradualmente diminuendo” intorno all’impianto.

Terza notte di scontri in Francia per la morte di Nahel, il ministro dell’Interno Darmanin: 667 arresti

Terza notte di scontri in Francia per la morte di Nahel, il ministro dell’Interno Darmanin: 667 arrestiRoma, 30 giu. (askanews) – È aumentato a oltre 650 arresti il numero dei provvedimenti in Francia nella terza notte di disordini scatenati dalla morte di Nahel. Lo ha annunciato il ministro degli Interni del Paese, Gerald Darmanin. Nahel, un ragazzo di 17 anni, è stato ucciso a Nanterre durante un posto di blocco da un agente di polizia. Il poliziotto, per il quale è stata disposta la custodia cautelare, ha spiegato di aver agito per legittima difesa.

“Ieri sera, i nostri agenti di polizia, i gendarmi e i vigili del fuoco hanno affrontato ancora una volta con coraggio una rara violenza”, ha scritto Darmanin su Twitter, “Seguendo le mie precise istruzioni, hanno effettuato 667 arresti”.