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Premi Pulitzer all’Ap per la sua copertura della guerra Ucraina

Premi Pulitzer all’Ap per la sua copertura della guerra UcrainaRoma, 9 mag. (askanews) – L’agenzia di stampa americana Associated Press (Ap) ha vinto due premi Pulitzer dell’edizione del 2023 dei famosi premi di giornalismo: per il giornalismo come servizio pubblico – in particolare per le immagini dell’assedio russo alla città di Mariupol – e per la fotografia delle breaking news sugli orrori della guerra in Ucraina.

Come riporta la stessa Ap, si tratta del riconoscimento a “15 immagini ustionanti” del conflitto, molte delle quali sono diventate simboli, come quelle della folla in fuga sotto un ponte crollato nei sobborghi di Kiev nei primi giorni dell’invasione russa. Gli autori delle fotografie sono Evgeniy Maloletka, Emilio Morenatti, Vadim Ghirda, Rodrigo Abd, Felipe Dana, Nariman El-Mofty e Bernat Armangue. Il premio per il reportage internazionale è andato al New York Times, per la copertura dei massacri compiuti dai militari russi nella città ucraina di Bucha. Altre categorie di premi sono andate al prestigioso quotidiano newyorchese per il lavoro sulla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha ribaltato la giurisprudenza costituzionale sull’aborto nello storico caso Roe v Wade, per le politiche dell’amministrazione Usa sulla separazione dei minori migranti alla frontiera e per la spesa del welfare nello stato del Mississippi.

Altre categorie del premio Pulitzer per il giornalismo sono anche state assegnate al Washington Post per articoli e reportage sulle conseguenze della decisione della Corte Suprema sull’aborto e al Los Angeles Times per l’inchiesta sul razzismo fra i funzionari municipali.

Nuovo incontro fra Armenia e Azerbaigian, domenica a Bruxelles

Nuovo incontro fra Armenia e Azerbaigian, domenica a BruxellesRoma, 9 mag. (askanews) – I massimi dirigenti di Armenia e Azerbaigian si incontreranno a Bruxelles domenica 14 maggio. Lo ha annunciato l’Unione europea, secondo quanto riferito dall’Afp: l’incontro sarà una nuova tappa nei negoziati per un accordo di riconciliazione fra i due paesi del Caucaso, in guerra da circa 30 anni per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel riceverà il premier armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliev per “promuovere la stabilità nel Caucaso del Sud e la normalizzazione fra i due paesi”, secondo un comunicato diffuso da Bruxelles. Pashinyan e Aliev, secondo la nota, hanno anche accettato di incontrare insieme il presidente francese e il cancelliere tedesco a margine del summit europeo del primo giugno in Moldova. I due leader si sarebbero impegnati a vedersi a Bruxelles “tutte le volte che sarà necessario per gestire gli sviluppi sul terreno”.

Questo nuovo incontro fa seguito ai colloqui avviati a Washington per quattro giorni a inizio maggio, al termine dei quali il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato di “progressi tangibili su un accordo di pace”, che secondo l’amministrazione Biden sarebbe a questo punto “a portata di mano”. Si tratterebbe di una svolta, dopo che negli ultimi mesi la tensione nella provincia contesa del Nagorno-Karabakh, già viva, è aumentata ulteriormente a causa del blocco imposto da Baku dal 23 aprile scorso all’ingresso del corridoio di Lachin, l’unica via terrestre che collega l’Armenia e la contesa regione del Nagorno-Karabakh. L’Azerbaigian aveva giustificato questo blocco – che ha provocato penuria di cibo ed elettricità – con la necessità di “impedire il trasporto di munizioni, mine e altre attrezzature militari dall’Armenia ai gruppi armati armeni illegali sul territorio dell’Azerbaigian”.

Dopo un primo conflitto negli anni ’90, Armenia e Azerbaigian si sono di nuovo scontrati militarmente nel 2020: dopo che Baku ha ripreso il controllo di alcuni territori della provincia separatista, i due paesi hanno firmato un cessate il fuoco promosso dalla Russia. Mosca ha schierato dei contingenti in Nagorno-Karabakh in funzione di mantenimento della pace, ma Erevan si è lamentata più volte dell’inefficacia di questa presenza.

Kiev: nella battaglia per conquistare Bakhmut sono morti 100mila soldati russi

Kiev: nella battaglia per conquistare Bakhmut sono morti 100mila soldati russiRoma, 8 mag. (askanews) – Circa 100mila soldati russi sono morti nella battaglia in corso per conquistare Bakhmut, nell’Ucraina orientale. Lo ha affermato un generale ucraino. Il colonnello Serhiy Cherevaty, portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine, ha comunque precisato che si tratta di “calcoli approssimativi”, in un’intervista alla tv ucraina. “Sono però sicuro che ulteriori verifiche non mostreranno che un aumento di questo numero”, ha detto, “Questo è naturale in quanto il nemico utilizza i cosiddetti assalti alla carne come metodo principale per fare la guerra”. Cherevaty ha affermato che la Russia ha lanciato circa 415 attacchi di artiglieria nelle ultime 24 ore; ha aggiunto che ieri 64 soldati russi sono stati uccisi.

Il colonnello ha inoltre affermato che la Russia non sembra essere a corto di munizioni, malgrado le affermazioni contrarie del responsabile del Gruppo Wagner – composto da mercenari filorussi – Evgeny Prigozhin. “Tali dichiarazioni del leader del gruppo Wagner sono molto probabilmente collegate al fatto che ha fatto troppe promesse sulla conquista di Bakhmut e inventa questa assurdità sulla carenza di munizioni perché, a parte le perdite di manodopera, non ha altre ‘vittorie’”, ha detto.

L’ombra della guerra in Ucraina su parata 9 maggio in Piazza Rossa

L’ombra della guerra in Ucraina su parata 9 maggio in Piazza RossaMilano, 8 mag. (askanews) – Doveva essere la celebrazione delle nuove vittorie russe, e invece si profila un 9 maggio in sordina, almeno sulla carta in una Mosca sempre più isolata. Parate e fuochi d’artificio annullate non soltanto nelle città più prossime al confine ucraino, ma anche in Siberia. Saltata anche l’after parata del “Reggimento Immortale”, dove i partecipanti al corteo stringevano in mano la foto di un parente che ha combattuto contro le truppe naziste nella seconda guerra mondiale e a cui – sin dalla prima – aveva preso parte anche il presidente russo Vladimir Putin, portando con sé un ritratto di suo padre Vladimir Spiridonovich. “Questa è una decisione presa direttamente dagli organizzatori di questo corteo, ma è abbastanza comprensibile (l’annullamento)”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, parlando di “precauzioni”, alludendo all’Ucraina come “stato terrorista”.

E mentre la guerra di invasione russa prosegue, sempre più sanguinosa e violenta, dall’Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky pone una cesura netta e celebra il Giorno della Vittoria oggi invece che domani. “È l’8 maggio che la maggior parte delle nazioni del mondo ricorda la grandezza della vittoria sui nazisti”, ha detto in un video pubblicato sul suo canale Telegram, ben sapendo che la data del 9 per i russi è considerata sacra. “Stiamo restituendo al nostro stato una storia onesta senza influenze ideologiche”, ha dichiarato. “Sfortunatamente, il male è tornato. Come 80 anni fa, il male si è precipitato nelle nostre città e villaggi, così sta facendo ora. Sebbene ora siano un aggressore diverso, i ‘Rashisti’ hanno lo stesso obiettivo dei nazisti: schiavitù o distruzione. E proprio come nella seconda guerra mondiale, non siamo soli contro il male” ha scritto Zelensky in un altro post. “Ricordando l’eroismo di milioni di ucraini in quella guerra contro il nazismo, vediamo lo stesso eroismo nelle azioni dei nostri soldati oggi”, ha anche detto. ‘Rashisti’ è un neologismo ucraino coniato per descrivere quello che loro chiamano fascismo russo. E il cambio di data deciso da Kiev ovviamente non è andato bene a Mosca: la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova ha definito Zelensky “l’incarnazione di Giuda nel 21° secolo… Un complice dei fascisti 80 anni dopo”. Evidentemente il nazismo e il fascismo sono per entrambi il peggiore insulto da utilizzare nei confronti del nemico. Ma altri punti in comune decisamente mancano per le parti in guerra.

In Russia comunque il 9 maggio resta il giorno più importante del calendario sotto la presidenza Putin, che ha usato il trionfo sovietico del 1945 sulla Germania nazista anche come un pretesto propagandistico per giustificare l’invasione dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, dopo l’annessione della Crimea nel marzo 2014. La parata nella Piazza Rossa di Mosca, che tradizionalmente comincia con i rintocchi dell’orologio della Torre Spasskaja che batte le ore 10 (locali), si svolgerà. In genere, 15 minuti dopo l’inizio prende la parola Putin, dopo l’ingresso della bandiera di stato della Federazione Russa e dello stendardo della vittoria e dopo che il ministro della difesa russo e il comandante della parata, passano in rassegna le truppe. Nel momento in cui entrano le bandiere, la voce fuoricampo che accompagna l’intera parata, ricorda l’ingresso a Berlino dei soldati sovietici.

Lo scorso anno, prima dell’inizio, era stato annunciato che la parte aerea della parata – ovvero l’ultima parte e gran finale – era stata annullata. La storia della parata in Piazza Rossa è anche un buon termometro storico per capire quanto in fretta il mondo è cambiato. Basti pensare che soltanto 13 anni fa, alla parata del 9 maggio 2010 parteciparono le unità militari dei paesi della coalizione anti-nazista: insieme con i russi rappresentanti dell’esercito britannico, il 18° reggimento di fanteria degli Stati Uniti, i piloti dello squadrone francese Normandie – Niemen; ogni paese alleato presentò 70 dei suoi militari, così come il Kazakistan, l’Ucraina e la Polonia (guardia d’onore dell’esercito polacco). Le bande militari presenti eseguirono anche l’Inno alla gioia al termine della parata. E l’allora presidente russo Dmitry Medvedev definì l’inclusione delle truppe straniere nella parata un riconoscimento della loro “vittoria comune” nella seconda guerra mondiale. Includere rappresentanti militari, disse allora Medvedev, “è indicativo della nostra solidarietà e della comprensione che i valori umanistici universali stanno diventando sempre più importanti per lo sviluppo del mondo moderno”.

Ma i tempi appunto cambiano, e in fretta. In questi giorni piuttosto si discute dei droni del 3 maggio sul Cremlino: vero attacco o provocazione inventata per giustificare un aumento di ferocia negli attacchi in Ucraina? Un escalation? O una parata sottotono? Ogni spiegazione rischia ulteriormente di minare il senso di sicurezza tra i russi, già ben scosso. (di Cristina Giuliano)

Usa, Yellen:Crisi costituzionale usare XIV emendamento tetto debito

Usa, Yellen:Crisi costituzionale usare XIV emendamento tetto debitoNew York, 8 mag. (askanews) – Il segretario al Tesoro Janet Yellen, intervenendo ieri su ABC ha definito la possibilità di invocare il 14° emendamento una “crisi costituzionale”, dopo che il presidente Biden ha parlato di questa opzione durante i colloqui sul tetto del debito, ancora in fase di stallo.

Invocare il 14° emendamento implica che il presidente possa continuare a emettere debito senza aumentare il limite sui prestiti. Il segretario al Tesoro, invece, è tornata più volte sulla responsabilità del Congresso su questo fronte. Yellen ribadito che la priorità + assicurarsi che “Il Congresso faccia il suo lavoro aumenti il tetto del debito e ci consenta di pagare i nostri conti e non dovremmo arrivare al punto in cui dobbiamo considerare cosa il Presidente possa fare sull’emissione del debito”. Anche se invocare il 14° emendamento potrebbe essere una possibilità per Biden, ciò che è importante è che i membri del Congresso riconoscano qual è la loro responsabilità e scongiurino ciò che sarà sicuramente, indipendentemente da come viene gestita, quale opzione viene utilizzata per gestirla… una catastrofe economica e finanziaria”, ha ribadito il segretario al Tesoro

Medio Oriente, l’Ue cancella il ricevimento per la prevista presenza di Ben-Gvir

Medio Oriente, l’Ue cancella il ricevimento per la prevista presenza di Ben-GvirRoma, 8 mag. (askanews) – La rappresentanza dell’Unione europea in Israele ha cancellato il ricevimento in programma domani per la Giornata dell’Europa dopo giorni di polemiche per la prevista partecipazione del ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir.

“La delegazione dell’Ue in Israele non vede l’ora di celebrare la Giornata dell’Europa il 9 maggio, come ogni anno. Purtroppo, quest’anno abbiamo deciso di annullare il ricevimento diplomatico, poiché non vogliamo offrire una piattaforma a qualcuno le cui opinioni contraddicono i valori rappresentati dall’Unione Europea – si legge nella nota – tuttavia si terrà l’evento culturale della Giornata dell’Europa per il pubblico israeliano, per festeggiare con i nostri amici e partner in Israele il forte e costruttivo rapporto bilaterale”. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, la decisione è arrivata dopo una riunione tenuta oggi dagli ambasciatori dell’Ue.

All’attore russo Mashkov è stato vietato l’ingresso in Ucraina

All’attore russo Mashkov è stato vietato l’ingresso in UcrainaMilano, 8 mag. (askanews) – Strana parabola per l’attore russo Vladimir Mashkov, che è al centro di un’indagine penale in Ucraina e gli è stato vietato di entrare nel Paese. Lo riferiscono la SBU, il servizio di Intelligence di Kiev, e l’Ufficio del Procuratore generale ucraino.

Direttore artistico della Moscow Theatre School Oleg Tabakov, Mashkov ha lavorato con Pavel Lungin in “Oligarch” e anche nella serie tv thriller “Rodina” (patria); nel 1997 aveva interpretato il ruolo principale nel commovente film “Il ladro”, che è stato successivamente candidato all’Oscar, mentre nel 2011 era nel cast di “Mission: Impossible – Protocollo fantasma”, con Tom Cruise con la regia di Brad Bird. Durante le presidenziali del 2018 in Russia è stato uno dei fiduciari del presidente russo Vladimir Putin durante la sua campagna elettorale. Secondo l’indagine ucraina, durante il 2022 Mashkov ha sistematicamente partecipato a concerti e altri eventi pubblici a sostegno della Russia in territori occupati dai russi della regione di Lugansk e della regione di Donetsk. Inoltre, l’attore si è ripetutamente recato nella Crimea occupata per sostenere lo spirito combattivo degli occupanti.

Su Instagram e Telegram, l’attore ha chiesto l’annessione illegale delle regioni di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia alla Federazione Russa, scrivono da Kiev. Cioè, ha chiesto un cambiamento dei confini del territorio dell’Ucraina. Mashkov ha anche giustificato e riconosciuto legittima l’aggressione armata della Russia contro l’Ucraina, si aggiunge. I testi da lui pubblicati sono considerati dalla giustizia ucraina effettivamente di natura propagandistica e giustificavano l’invasione russa.

La figlia di Mashkov, Masha Mashkova, che è attrice negli Usa, si è espressa contro le posizioni del padre e ha preso le distanze. “Quello che sta accadendo in questo momento è semplicemente impensabile… e il fatto che così tanti russi, incluso mio padre, credano che questa violenza sia in qualche modo giustificata, mi spezza il cuore”, ha detto Mashkova alla Cnn.

Min.Esteri Cina: rapporti con Russia non sono minaccia per altri

Min.Esteri Cina: rapporti con Russia non sono minaccia per altriRoma, 8 mag. (askanews) – Le relazioni tra Russia e Cina “hanno superato modelli obsoleti come il gioco a somma zero e il confronto tra blocchi”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Qin Gang al quotidiano saudita Asharq Al-Awsat affermando che i rapporti bilaterali sono stati in grado di resistere a sfide diverse perché i paesi hanno trovato la strada per una fiducia reciproca strategica e non rappresentano una minaccia per altre nazioni e riflettono la “giusta direzione dello sviluppo storico”.

Russia e Cina continueranno a lavorare su un partenariato strategico globale e a promuovere il modello di un mondo multipolare, ha affermato Qin.

La Commissione Ue ha sottoposto ai 27 Paesi l’undicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia

La Commissione Ue ha sottoposto ai 27 Paesi l’undicesimo pacchetto di sanzioni alla RussiaRoma, 8 mag. (askanews) – La Commissione europea ha sottoposto agli stati membri dell’Ue un undicesimo pacchetto di misure restrittive contro la Russia volte a evitare l’aggiramento delle sanzioni europee. Lo ha annunciato il suo portavoce.

“L’obiettivo è impedire che le merci di cui è vietata l’esportazione in Russia trovino un modo per rifornire il complesso militare russo”, ha spiegato Eric Mamer. La proposta della Commissione prende di mira per la prima volta otto società cinesi e di Hong Kong accusate di riesportare merci sensibili in Russia, secondo un documento consultato dall’agenzia di stampa France-Presse.

Progettazione d’interni, arriva l’economic interior design

Progettazione d’interni, arriva l’economic interior designMilano, 8 mag. (askanews) – Nel mondo dell’interior design emerge una nuova figura professionale: l’economic interior designer, frutto di contaminazione formativa ibrida tra creatività e materie economiche. A presentarne peculiarità, caratteristiche è Eszter Radnóczy, professionista del settore. L’economic interior designer è una figura professionale di forte attualità in quanto capace di orientare il cliente nella valutazione economica di materiali e soluzioni tecnologiche ecosostenibili per quanto riguarda il mondo dell’arredo di interni.

La formazione economica è diventata un plus nell’offrire un servizio differente come interior designer, grazie alla stretta corrispondenza tra creatività e rispetto dei budget, attraverso il monitoraggio e la consulenza continua dei progetti in tutte le fasi di attuazione. Il suo studio este’r partners rivela così una insolita capacità di project management nella gestione puntuale dei progetti. La visione economica consente di pianificare, con un vero e proprio business plan, il progetto di interior design, offrendo un’ analisi puntuale dei diversi passaggi operativi e delle opzioni di scelta di materiali e tecnologie che si hanno a disposizione. Innovazione nel moderno interior design significa anche, secondo Radnóczy, essere un professionista consapevole delle migliori soluzioni tecnologiche e di domotica a disposizione per coniugare nel progetto in sviluppo, una visione di insieme di risparmio, estetica e sostenibilità che sia sempre capace di distinguersi per la sua unicità e identità.

“Il design non è un concetto statico. – spiega Eszter Radnóczy – Un progetto inizia con l’analisi e la ricerca, questo è il percorso che porta alla soluzione che diventa inevitabilmente un processo innovativo e personalizzato. Chiunque crei è ispirato da qualche parte. Per noi è importante creare qualcosa di unico. Spesso un viaggio o uno spettacolo naturale o un’opera d’arte sono il nostro punto di partenza. Tuttavia, è importante esaminare attentamente ciò su cui stiamo lavorando e conoscere per chi lo stiamo realizzando, per creare la reale unicità”. Una professione volta a supportare i clienti nelle scelte green idonee al loro budget e a creare cultura in tal senso Orientarsi verso la scelta di un riutilizzo delle risorse, verso materie prime pure, che hanno subìto il minor numero possibile di processi di trasformazione e tecnologie capaci di impattare meno sull’ambiente rendendo efficiente l’abitazione, è ormai un must da rispettare nei progetti per chi si occupa di interior design. Anche l’aumento del caro vita sta orientando le richieste in questa direzione, in ottica di risparmio economico. In generale in Italia, secondo una recente ricerca “Agos Insights. I nuovi consumi sostenibili”, realizzata per monitorare le abitudini delle famiglie italiane sul fronte transizione ecologica, i consumatori vorrebbero optare per soluzioni più green in casa ma la paura di spendere troppo per averle è tanta. I prodotti più cari e più sostenibili piacciono ai consumatori se nel lungo periodo danno un vantaggio concreto, altrimenti è il risparmio economico a prevalere. A volte, questa valutazione di risparmio non immediato non è chiara agli occhi del cliente ed ecco come un economic interior designer può supportare nella progettazione di una ristrutturazione di interni, guidando nella comprensione di dinamiche di risparmio connesse alla scelta di materiali e soluzioni tecnologiche eco sostenibili.