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A Palermo tutto pronto per il primo dei due concerti di Vasco Rossi

A Palermo tutto pronto per il primo dei due concerti di Vasco RossiPalermo , 22 giu. (askanews) – A Palermo è tutto pronto per la due giorni di concerti di Vasco Rossi allo stadio Renzo Barbera. Il noto cantante italiano si esibirà sul palco dell’impianto palermitano oggi e domani. Circa 74.000 gli spettatori attesi per le due date nel capoluogo siciliano. Di questi, 55.000 dovrebbero arrivare da fuori città. Un’attesa lunga diciotto anni e per la quale il Comune ha messo in campo un piano della viabilità speciale per cercare di direzione i flussi verso l’impianto di viale del Fante. Cinque i parcheggi previsti per pullman ed auto provenienti da fuori città. Niente navette, bensì un potenziamento dei mezzi pubblici.

Vasco Rossi: “Finalmente a Palermo”

Vasco Rossi: “Finalmente a Palermo”Palermo, 21 giu. (askanews) – “Finalmente a Palermo”. Vasco Rossi è atterrato a Palermo con un aereo privato. Il rocker di Zocca è attesissimo per i due concerti al Renzo Barbera in programma domani e dopodomani. Previste 75.000 persone e 500 pullman provenienti da tutta Italia. “Finalmente a Palermo!!! Ci torno dopo 18 anni! L’ultima volta ci sono stato nel 2005 al Velodromo Borsellino, mentre allo stadio Barbera, detto anche La Favorita, sono stato… nel 1985 durante il tour Cosa succede in città, poi non ho potuto andarci più perché non era disponibile e quest’anno sono felice di riaprirlo al Rock!! Evviva!!!”, scrive Vasco Rossi su Facebook. “Ho provato grande emozione, quando sono atterrato a Palermo – ha detto Vasco – Ho dei ricordi bellissimi, ricordi che si sono ripresentati mentre ho visto il panorama, quella montagna. Davvero una grande emozione. Appena sono entrato in aeroport tanti mi hanno salutato, con gioia, con felicità, tipica di questa città, una città straordinaria come sono i siciliani. Mi sento a casa, c’è un qualcosa di familiare in tutto questo”.

Festival del Cinema Italiano: Lipari si candida per l’edizione 2024

Festival del Cinema Italiano: Lipari si candida per l’edizione 2024Milano, 12 giu. (askanews) – L’isola di Lipari, attraverso la società Brand Eolie operante nel settore della promozione turistica e del marketing e la Rtm Messina che ne detiene i diritti, si candida per ospitare la prossima edizione del Festival del Cinema Italiano. Calato il sipario, sabato scorso (sull’edizione 2023 della manifestazione che si è tenuta a Milazzo) domenica , a Lipari, si è tenuta l’appendice “Set -Eolie” nella splendida cornice dell’hotel Mea alla presenza dell’assessore regionale per il turismo, lo sport e lo spettacolo, Elvira Amata, e di una rappresentanza di ospiti del mondo cinematografico e dello spettacolo che hanno preso parte al festival, tra i quali l’attrice statunitense, candidata al premio oscar, Alfre Woodard con il marito, scrittore, Roderick Spencer.

“Quella di Lipari è una idea che valutiamo seriamente – mette in chiaro il patron della manifestazione, Franco Arcoraci -. L’unicità dei luoghi non si discute e le collaborazioni locali sono di ottimo livello per cui tutto è possibile”. D’accordo, ovviamente, anche il Sindaco di Lipari, Riccardo Gullo nonostante il compito “arduo”. Ma c’è disponibilità ad offrire l’assistenza necessaria. Il primo cittadino isolano ha incantato la platea descrivendo il museo archeologico ed esaltando la storia e la bellezza di questi luoghi. Alla serata, per tracciare una rapida analisi dei problemi accusati dalle case di produzione che investono massicciamente in Sicilia è intervenuto, tra gli altri, Marcello Foti, già direttore del Centro Sperimentale di cinematografia e ora del Cesam di Potenza: “Serve che le istituzioni territoriali facciano rete altrimenti è come se avessimo una bella Ferrari senza pilota”. Nel mirino la burocrazia: “Se si chiede un suolo pubblico non si possono perdere 20 giorni per un timbro”. Ma, osserva ancora Foti, “occorre fare sistema con gli operatori turistici, migliorare i trasporti e valorizzare le risorse umane locali, formando le maestranze, creando lavoro e consentendo a chi investe di risparmiare”. Per l’attore Pino Ammendola “non si può parlare in questo momento di cinema in senso stretto ma, piuttosto, bisognerebbe creare un rapporto diretto con le piattaforme televisive”. Roberta Ammendola, presentatrice Rai, ha sottolineato l’importanza del Festival del Cinema Italiano che racconta il territorio auspicando che sia l’inizio di un percorso che possa portare la manifestazione in tutto il mondo: “Siamo stimati, creduti e apprezzati ovunque per il lavoro che facciamo. Se riusciamo a portare il cinema a quello di una volta, alla sua allure, saremo sempre vincenti”.

L’assessore Elvira Amata, consapevole delle difficoltà, ma fiduciosa sul lavoro intrapreso ha invitato tutti gli “attori” a fare rete per abbattere le criticità perché le potenzialità sono straordinarie. Pare anche che “la luce naturale che abbiamo in Sicilia sia una delle migliori per girare film. Bisogna – ha spiegato – offrire servizi oltre alle locations, eliminare i problemi creati dalla burocrazia perché i produttori hanno dei tempi e devono andare veloci. Spendono tanti soldi già per il primo ciak per cui vanno sostenuti”. Ecco quindi l’idea del “cineporto a Palermo con servizi alle case produttrici per realizzare un set al chiuso” tanto amato dagli americani . E per abbattere i costi ricorda che, ogni anno, c’è il bando “Film Commission” col credito sportivo ( che si occupa anche di cultura) e che consente alle case produttrici di accedere immediatamente all’anticipo delle somme, per il primo ciak . “E dobbiamo- ha concluso- insieme alle amministrazioni , alle associazioni, alle Pro Loco e a coloro che hanno interesse a vendere questo nostro prodotto, sapere accogliere i turisti cercando di risolvere i problemi legati ai rifiuti e ai collegamenti marittimi”.

Milazzo, al Festival del Cinema vincono cultura e bellezza

Milazzo, al Festival del Cinema vincono cultura e bellezzaMilazzo, 11 giu. (askanews) – Per una notte la città di Milazzo si è sentita un po’ Hollywood. Al Teatro Trifiletti si è concluso, ieri sera, il Festival del Cinema Italiano con la premiazione dei vincitori delle “Stelle d’argento” alle star nazionali ed internazionali del cinema, tra cui Matt Dillon, il tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, l’attrice statunitense Alfre Woodard, l’attore Rocco Papaleo e le attrici e gli attori Giulia Andò, Nicola Guaglianone, Paola Lavini, Ivano De Matteo. Hanno condotto la serata Veronica Mayo e il direttore generale Franco Arcoraci.

Sono stati assegnati vari premi, tra cui il premio “Mare Milazzo” alle fiction e alle serie televisive, istituito per la prima volta all’interno del Festival del Cinema Italiano, in onore della Città di Milazzo. Il premio è stato assegnato alle serie televisiva “Marefuori”: ha ritirato il premio Desirée Popper. Diverse sono state le produzioni cinematografiche nazionali concorrenti, tra cui film, documentari e cortometraggi. È stato assegnato un premio al cortometraggio “Manco Morto” di Emma Cecala ed un premio speciale al cortometraggio dal titolo “C’hai 5” di Daniele Falleri, con la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta.

Un premio al documentario dal titolo “Mimì, tutti ne parlano, io l’ho conosciuta” di Gianfrancesco Lazotti, con Mariana Lancellotti, Francesco Guzzo Magliocchi, Vasila Gavrilas Burlacu, Rino Rodio, Stefano Baldrini e Silvia Mezzanotte. Il Festival ha il patrocinio della Regione Sicilia e del Comune di Milazzo. Askanews ha seguito la rassegna cinematografica. Hanno partecipato alla serata conclusiva, in qualità di ospiti e premiati, il presidente onorario del Festival Fabrizio Del Noce, Giorgio Pasotti, Silvia Mezzanotte, Aleandro Baldi, Viola Valentino, Giovanni Cacioppo, Francesco Rizzuto, Giusy Venuti, Stefania Casini, Pino Ammendola, Serena De Bari, Lina Savonà, Giovanni Esposito, Heaven di Battista, Nello Pepe, Maria Pia Iannuzzi, Marcello Foti, Gianni Todini, Jenny De Nucci, Emanuel Caserio, Silvia Scola, Andrea Bosca, Riccardo Trombetta, Roberta Ammendola, Biagio Maimone, Gabriella Chiarappa, Donatella Gimigliano, Francesco Bomenuto, Susy del Giudice, Christian Marazziti, Vincent Riotta, Ignazio Senatore, Francesca Rettondini, Salvo Grasso, Giuseppe Zaccaria, Margot Sikabonyi, Massimiliano Buzzanca Zeudy Di Palma, Marco Robinson, Roberto Oddo, Nicola Posatore, Luca Scivoletto.

Il direttore generale Franco Arcoraci ha mantenuto le promesse annunciate per questa edizione del Festival del Cinema Italiano, che intende valorizzare il cinema italiano, i suoi registi, i suoi attori, i suoi produttori, le sue case cinematografiche, nonché tutto l’intero comparto ad esso afferente. Diverse le produzioni cinematografiche nazionali concorrenti, tra cui film, documentari e cortometraggi. Il Festival del Cinema ha assunto una connotazione internazionale grazie alla direzione di Arcoraci, il quale intende dar vita in Sicilia, terra di cultura, a una manifestazione di carattere continuativo. Sua la sapiente scelta degli artisti e degli ospiti di rilievo. Arcoraci, oltre ad essere direttore generale della manifestazione, ne ha curato la direzione artistica, supportato da Matteo Cichero della Fair Play.

Il Festival ha veicolato messaggi culturali. Il sindaco Pippo Midili ha espresso grande soddisfazione per la rilevanza assunta dalla manifestazione che, oltre a dar lustro alla città di Milazzo, ha creato un clima festoso che si augura possa rivivere nella sua città anche per i prossimi anni. Al centro è stato posto il tema della bellezza, intesa come espressione profonda della cultura propria di quel cinema il cui fine primario è trasmettere messaggi di elevato spessore culturale, tali da incidere sulla realtà. Madrina d’eccezione dell’evento è stata l’imprenditrice Daniela Lucchesi. La giuria che ha assegnato le “Stelle d’argento” era composta da Andrea Muzzi, Roberta Ammendola, Giorgio Pasotti, Nicola Guaglianone, Vincent Riotta, Christian Marazziti, Paola Lavini e Mario Falcone. Lo Staff organizzativo del Festival del Cinema Italiano era composto dal presidente onorario, ex direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, dal vice presidente e creatore del Brand Danilo Tomassi, dal produttore toscano Matteo Cichero di Fair Play, da Marcello Foti, ex direttore del centro sperimentale di Cinematografia di Roma, dall’attrice Giusy Venuti, responsabile degli eventi e conduttrice del Gran Galà in TV del 2023, dall’attore Pino Ammendola, direttore editoriale, dal critico cinematografico Ignazio Senatore, da Paky Arcella e Anna Di Maria, dal giornalista Biagio Maimone, responsabile della Comunicazione, da Gabriella Chiarappa, responsabile rapporti con i Media, dalla giornalista ed esperte di tematiche sociali Donatella Gimigliano e dalla conduttrice televisiva Noemi Gherrero. La regia è stata affidata a Nello Pepe (storico regista di Rai 1), le scenografie a Maurizio Tattini, la direzione musicale a Rosario Bella, la direzione tecnica a Giovanni Grasso Karamella, Davide Bisazza ha curato tutti i service audio e video proiezioni e Antonio Grasso (service video di supporto alle serate). Coordinatori della comunicazione sul web sono stati Matteo Mastroeni e Giorgio Scifo della Hi-Fly Communication. La Sala Stampa, in pieno centro cittadino, è stata allestita e organizzata dalla Redazione della TV Telespazio Messina ’89, che ha curato le dirette streaming e televisive. La produzione esecutiva di tutto l’evento è stata affidata alla società Venarc Comunicazione.

Arte, danza e teatro, torna a Palermo “Between Land and Sea”

Arte, danza e teatro, torna a Palermo “Between Land and Sea”Roma, 1 giu. (askanews) – Ritorna a Palermo, dopo le ultime edizioni di Tunisi e di Brema, ‘Between Land and Sea’, il festival culturale ideato e prodotto da Fondazione Studio Rizoma dove impegno politico e sociale si confondono contaminandosi a vicenda con arte, danza, musica e teatro, per discutere delle urgenze del mondo contemporaneo. La quarta edizione del festival, frutto della pluriennale collaborazione tra Dream City Biennale di Tunisi e Theater Bremen, riparte dalla città al centro del Mediterraneo dove dal 16 giugno all’1 luglio, più di 30 artisti, lavoratori, e ricercatori da ogni parte del mondo, s’incontreranno per intessere una fittissima trama di attività culturali, tra l’Ecomuseo Memoria Mare Viva e il Complesso Monumentale di Santa Chiara.

Con spettacoli, incontri e mostre per 16 giorni di arte e sperimentazione, tra concerti, installazioni e performance, molte delle quali prodotte specificatamente per il festival, oltre ai progetti che si sviluppano e vivono durante il corso dell’anno, Between Land and Sea è un organismo pulsante che intreccia continue relazioni tra il nord e il sud del Mediterraneo, coltiva un pensiero critico radicale sull’esistente e interpella i nuovi immaginari. Il programma multidisciplinare, curato da Eva-Maria Bertschy e Izabela Moren, concentra l’attenzione sul lavoro di tre artisti siciliani, il fotografo Francesco Bellina, l’artista Irene Coppola e la filmmaker Genny Petrotta, insieme ad una ricerca sonora di Rossella Biscotti e Attila Faravelli; e tre performer/coreografi internazionali, Ordinateur, Annick Choco e Monika Gintersdorfer (Costa D’Avorio), con l’obiettivo di esaminare le connessioni esistenti tra il locale ed il globale e riflettere criticamente sulle loro storie intrecciate, legate da cambiamenti climatici, migrazione e commercio. Per immaginare nuove unioni che attraversino e colleghino le due sponde del Mediterraneo; nuove alleanze per affrontare crisi comuni, come gesto concreto di guarigione per un pianeta nell’avvenire .

Between Land and See presenta Pray For Seamen, reportage di Francesco Bellina dedicato ai pescatori artigianali, minacciati da pesca industriale e crisi climatica, in un’indagine che collega la Sicilia alla Tunisia e al Ghana. Il lavoro, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council, sarà per la prima volta esposto come istallazione multimediale, con il contributo dei filmati realizzati in collaborazione con il giornalista e regista Stefano Liberti. La storia tratta i legami: quello tra l’uomo e il mare, tra la pesca e la città, ma anche di legami tra le città che vivono di pesca e tra le persone che, pur avendo un mare a dividere le loro terre, condividono un orizzonte comune. Un libro pubblicato da Cesura Publish accompagnerà il progetto. Il rapporto tra città e la sua costa è alla base anche della ricerca di Irene Coppola, che sin dal 2017 si concentra sulla Costa Sud di Palermo, per recuperare la memoria di quella che un tempo fu la spiaggia dei palermitani, oggi simbolo del mare negato alla città; la costa dimenticata che riflette la storia del quartiere e il disastro urbanistico causato dalla speculazione immobiliare del Sacco di Palermo. Per Between Land and Sea, Irene Coppola costruisce una scultura modulare fatta di scarti di fuochi d’artificio che ha trovato sulla spiaggia e che ricordano i modi locali di celebrare eventi collettivi di diverso tipo. Sulla collina, il cosiddetto ‘Mammellone’, la scultura diventa un luogo di incontro improvvisato durante il festival. Questa piattaforma sociale ospiterà un’assemblea domenica sera, in cui l’artista presenterà e discuterà i risultati intermedi del suo studio con gli abitanti della zona, i cittadini di Palermo, gli esperti locali e il pubblico internazionale.

Il rapporto tra passato e presente, e in particolare le lotte politiche comuni a diverse generazioni, sono temi che Between Land and Sea 2023 indaga anche attraverso il lavoro di Genny Petrotta intrecciando la storia delle lotte dei contadini e dei braccianti del suo paese natale, Piana degli Albanesi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con le attuali prospettive socio-economiche dei giovani del borgo caratterizzato dalla cultura arbëreshë. La videoartista di Piana degli Albanesi racconta la storia della Repubblica contadina, fondata nel suo paese natale verso la fine della Seconda guerra mondiale sotto la guida del nonno Giacomo Petrotta, e ne rievoca la violenta repressione. In un intervento artistico e in una videoinstallazione, Genny Petrotta e i due scultori Francesco Albano e Simone Zagaglia collegano due eventi di una violenta storia di repressione della popolazione di Piana degli Albanesi che resisteva ai latifondisti e al governo. La presentazione della videoinstallazione nell’ex carcere di Piana degli Albanesi è accompagnata dalla lettura di un testo del poeta e linguista Giuseppe Lo Schiró, testimone superstite degli eventi. Tra le artiste più attese al festival c’è Rossella Biscotti, che arriva a Between Land and Sea 2023 con The Journey, il “viaggio” nel quale l’artista, insieme al sound artist Attila Faravelli ha registrato i diversi suoni e le complesse ecologie e mappature che collegano i Paesi del Mar Mediterraneo. Il risultato è stato ottenuto rilasciando un blocco di marmo di Carrara regalato all’artista e gettandolo in un punto ben preciso. Il percorso, seguito su GPS, è stato progettato per evidenziare i punti di interesse: da una spaccatura geologica ai confini nautici che delimitano concessioni di petrolio e gas, dalle aree di operazioni militari alla migrazione di una tartaruga marina che attraversa le linee di pattugliamento di FRONTEX. Attraverso una lecture performance multimediale, gli artisti condivideranno alcuni episodi di questo viaggio straordinario.

Ma Between Land and Sea 2023 è anche occasione di ritorni, come quello dell’ivoriano Ordinateur, la stella del Coupé-decalé, genere di musica e danza nato in Costa D’Avorio e oggi cantato e ballato anche in Europa e ovunque ci siano comunità del West Africa. Il coreografo torna a Palermo con il trio La Fleur, formato insieme alla danzatrice Annick Choco e alla coreografa Monika Gintersdorfer per condurre un laboratorio di due settimane con un gruppo di giovani palermitani il cui esito sarà una performance spettacolo che indaga le numerose connessioni tra calcio e cultura pop. Ne viene fuori la fotografia del divario Nord-Sud, che spinge i talenti del continente africano ballerini, musicisti e calciatori a spostarsi in Europa, dove si concentrano il capitale finanziario e le infrastrutture, i migliori club e campionati e un sistema differenziato di promozione culturale che attrae i talenti dalle aree del Sud Globale. Completa il programma di Between Land and Sea 2023, la cena Splurge No Splash! della The School of Water Scarcity, un progetto di ricerca artistica che mira a indagare e scambiare conoscenze e pratiche di diverse discipline, creando consapevolezza e proponendo strategie umili per superare le limitazioni culturali, politiche ed economiche in Sicilia e Tunisia, e concentrandosi in particolare sulle questioni legate alla cattiva gestione dell’acqua. I temi spaziano dalla conservazione della biodiversità, alla coltivazione di varietà locali autoctone e non, ai problemi di distribuzione e filtrazione dell’acqua, alla raccolta di dati, alle strategie di resistenza e al coinvolgimento dei consumatori.

Come continuazione del Summit Syndicat! del 2022, la cena sostituisce la conversazione diurna per poter offrire un formato più interattivo che invita i partecipanti a condividere concretamente le proprie conoscenze partendo dalla ricerca e contemporaneamente offrendo la possibilità di cucinare e mangiare insieme in un’esperienza condivisa, possibilmente sviluppando un manuale che il pubblico possa seguire. Le attività della cena sono ospitate in collaborazione con la cucina WET ZONES di Eliza Collin.

Durante un incontro performance sulla spiaggia dell’Ecomuseo Memoria Mare Viva, con attivisti, ricercatori e agricoltori locali, Eliza Collin presenterà Wet Zones, una cucina mobile in cui sperimenta un sistema di filtraggio dell’acqua, che ne consente la purificazione e quindi il riutilizzo, invitando così a ripensare il modo in cui utilizziamo l’acqua, senza demonizzare l’ambiente domestico ma fornendo un’alternativa alle nostre abitudini idriche e inviando un chiaro messaggio a coloro che occupano posizioni di potere su un futuro idrico possibile.

Eolie Music Fest 2023 con Elisa, Piero Pelù e Clementino

Eolie Music Fest 2023 con Elisa, Piero Pelù e ClementinoMilano, 23 mag. (askanews) – Eolie Music Fest è il festival in cui le sonorità della musica cambiano, prendono la forma del mare, del cielo e dei vulcani, pronto a dare energia ed emozioni a tutti gli spettatori da giovedì 29 giugno a venerdì 7 luglio, cullati dal mare e immersi nella scenografia naturale delle Isole Eolie. Vulcano, Lipari, Salina e Stromboli si preparano a ospitare un cartellone selezionato dalla direzione artistica di Samuel Romano, costellato da eventi unici, tra mare – sull’iconico caicco turco lungo 27 metri – e terra, che ammalieranno gli spettatori con i loro set pensati in esclusiva. E, come da tradizione, non mancheranno le collaborazioni e i feat. Tra gli artisti ospiti.

Dopo le anteprime di giovedì 29 e venerdì 30 giugno, con musica dal vivo e dj set, sabato 1 luglio la bellezza mozzafiato di Salina sarà lo scenario per l’imperdibile live di Elisa. Ad anticiparla sul caicco, Motta. Domenica 2 luglio i caldi colori dei tramonti di inizio estate accenderanno Vulcano con Piero Pelù, M¥SS KETA e i Motel Connection. Lipari martedì 4 luglio accoglierà uno speciale dj set a cura di Radio R101. Mercoledì 5 luglio a Stromboli sarà la volta di Clementino ed Ensi, che si sfideranno in una vera e propria battle di barre. A loro si aggiunge anche La Rappresentante di Lista. Nati ai piedi del Vesuvio, i 99 Posse porteranno la loro energia sulle terre vulcaniche di Stromboli giovedì 6 luglio insieme a Sud Sound System e Africa Unite. Venerdì 7 luglio, infine, l’EOLIE MUSIC FEST Party tutto da ballare, per salutare le Isole con il giusto mood. Questi sono solo i primi annunci per EOLIE MUSIC FEST 2023: il cartellone si completerà presto con nuovi importanti nomi del panorama musicale italiano. “Questa terza edizione di Eolie Music Fest è l’ennesima evoluzione del nostro festival e mai come quest’anno vede tra i protagonisti alcuni degli artisti tra i più importanti sulla scena musicale italiana” commenta Samuel “Abbiamo l’onore di avere con noi Elisa a inaugurare il festival, vero e proprio big del panorama musicale italiano che sarà capace di dare un valore aggiunto al nostro palco caicco. Inoltre, avremo Piero Pelù, un altro storico nome di prestigio della musica, il rap di amici come Clementino ed Ensi, il pop cult de La Rappresentante di Lista e M¥SS KETA. Questo è il primo il primo grande passo avanti per Eolie Music Fest verso un parterre di artisti sempre più importanti e influenti del mondo della musica”.

Ogni performance di Eolie Music Fest sarà resa unica proprio dallo scenario da cui saranno proposte, sia in mare sul palco itinerante immerso nel blu del mar Tirreno meridionale che nelle location a terra pensate per accogliere ogni artista e i loro set musicali ispirati dal territorio: energia pura che scaturisce dal mare e si fonde con i suoni e le voci di ogni artista presente a bordo del caicco o a terra, per un’esperienza di ascolto davvero indimenticabile. Un’esperienza unica, nuova, energica ed emotiva, destinata ad albergare nel cuore degli spettatori per sempre. I biglietti per partecipare agli eventi in programma a terra e in barca per Eolie Music Fest 2023 sono già disponibili su TicketOne. È possibile acquistare i biglietti per il singolo evento oppure sono disponibili anche soluzioni vantaggiose attraverso abbonamenti e pacchetti. Maggiori info sul sito di TicketOne. Il costo del biglietto a persona per barca turistica è di?65,65€ comprensivo di biglietto concerto + trasporto in barca, mentre il costo del biglietto a persona per barca privata è di?60,95€. Per noleggiare un’imbarcazione privata è possibile scaricare l’app Talay e scegliere tra le soluzioni proposte.

La regista Margarethe von Trotta al Festival Altre Rive a Palermo

La regista Margarethe von Trotta al Festival Altre Rive a PalermoRoma, 17 mag. (askanews) – Ritorna dal 12 e 14 giugno a Palermo, al cinema Rouge et Noir “Altre Rive – Festival Cinematografico Interculturale”, la rassegna che porta in Sicilia il meglio dei film delle ultime edizioni della Berlinale e di altri rinomati festival.

Promosso dall’Ambasciata di Germania, con la curatela di Carlo Chatrian, direttore artistico del Festival internazionale del cinema di Berlino, Vincenzo Bugno, direttore del World Cinema Fund, e Heidi Sciacchitano, direttrice del Goethe-Institut Palermo, e organizzato da Sudtitles, “Altre Rive” è un festival di cinema che unisce la creatività europea, nordafricana e mediorientale, mettendo in dialogo registi europei e mediterranei. Il Festival vuole essere un evento a promozione della cultura e di valori importanti come la diversità, la tolleranza, il dialogo interculturale e l’inclusione. Tra le presenze di questa seconda edizione è attesissima ad Altre Rive, Margarethe von Trotta, pluripremiata regista, attrice e sceneggiatrice, che sarà la protagonista, assieme al suo ultimo film “Ingeborg Bachmann – Journey Into the Desert”, della prima serata di apertura, lunedì 12 giugno al Rouge et Noir, insieme a Elvira Federici, Presidente della Società delle Letterate e alla regista Cuini Amelio Ortiz, di cui sarà proiettato il documentario “Margarethe von Trotta – The Age of Women”.

Sarà Presente a Palermo per l’apertura del Festival anche l’Ambasciatore di Germania in Italia, Viktor Elbling. “Altre Rive” è sostenuto dall’Ambasciata di Germania, Goethe-Institut e World Cinema Fund; con la collaborazione della Società delle Letterate ed il Rouge et Noir di Palermo, il supporto di Flixbus e il patrocinio della Città di Palermo.

Al via dal 28 luglio il Segesta Teatro Festival

Al via dal 28 luglio il Segesta Teatro FestivalRoma, 11 mag. (askanews) – Dopo il successo della prima edizione, dal 28 luglio al 27 agosto il Segesta Teatro Festival, con la direzione artistica di Claudio Collovà, torna a illuminare lo scenario del Parco Archeologico di Segesta diretto da Luigi Biondo. Un mese denso di programmazione artistica contemporanea, fra teatro, danza, musica, spettacoli all’alba e al tramonto e osservazioni astronomiche nel cuore della notte, per immergersi in una natura di emozionante bellezza che avvolge il Teatro Antico e il Tempio, che ospiteranno le creazioni di una molteplicità di artisti di rilevanza nazionale e internazionale, pronti a condividere il loro sguardo con il pubblico del festival, a farsi comunità.

Jan Fabre con Sonia Bergamasco e Ruggero Cappuccio, Stefano Bollani, Alessandro Baricco, Alice, Gabriele Vacis, Ginevra Di Marco e Gaia Nanni, Giuseppe Pambieri, Lino Patruno, Giovanni Sollima, Enzo Cosimi, Michela Lucenti e Balletto Civile, Elena Bucci, Cinzia Maccagnano, Francesco Giunta, Roberta Ferrara e Equilibrio Dinamico Dance Company, Sofia Nappi con il suo Komoco, sono solo alcuni degli artisti che compongono il cartellone del Festival, articolato tra 14 rappresentazioni teatrali, 10 concerti, 4 spettacoli di danza, per un totale di 28 appuntamenti in cartellone (36 con le repliche), fra cui 6 Prime nazionali, 6 formazioni under 35 e tre spettacoli all’alba. Sostenuto dal MiC – Ministero della Cultura e promosso dal Parco Archeologico di Segesta, il Segesta Teatro Festival presenta un’edizione di altissimo livello, nella quale saranno ospitati oltre 250 artisti, con l’obiettivo di dar voce a una pluralità di forme espressive e di connessioni di linguaggi, soprattutto del contemporaneo.

‘Il Segesta Teatro Festival – sottolinea l’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – propone eventi che attingono alla sapienza del passato e si spingono alla contemporaneità, in un gioco di rimandi che diventano specchio e fulcro del Mediterraneo con le sue culture. Il cartellone, ricco ed articolato, accompagnerà, con eventi musicali, coreutici e teatrali, tutto l’arco estivo, raccogliendo espressioni nuove e coinvolgendo artisti di grandissimo rilievo. Il Festival e lo straordinario sito archeologico, insieme, rappresentano un attrattore di grande forza, che si offre ai visitatori con spettacoli di qualità e con la bellezza di un luogo carico di storia e dal fascino unico, realizzando così un connubio perfetto fra passato e presente: una Sicilia da scoprire e da vivere». «La scelta del Festival di non trascurare nessuna delle espressioni artistiche, dalla recitazione alla danza, dalla musica alle performance partecipate – evidenzia il Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali e Identità Siciliana, Mario La Rocca – è atto di speranza per alimentare un sapere antico che ci trasmette ancora messaggi carichi di forza e di volontà di riscatto. L’ampia e qualificata proposta del cartellone, distribuita in un arco temporale dedicato da sempre alla riscoperta di luoghi dell’anima, sarà certamente occasione per incentivare le presenze di visitatori in uno dei siti più affascinanti della nostra terra’.

‘La stagione 2023 del Segesta Teatro Festival – dichiara il Direttore del Parco Archeologico, Luigi Biondo – parte dal desiderio di far vivere momenti che abbiano un profondo legame con i luoghi, da un paradigma dettato dalla tradizione delle testimonianze di civiltà e che possa approdare verso nuove mete cariche di valori. L’innovazione attraverso la tradizione è quindi la stella polare che seguiremo e significherà utilizzare risorse tipiche di uno specifico contesto culturale, sociale e geografico, quindi difficilmente riproducibili in altre realtà, elevando il carattere distintivo e la legittimità della soluzione innovativa agli occhi dello spettatore’. ‘Si rinnova il rito collettivo che ci richiama alla sospensione della realtà esterna – spiega il Direttore Artistico Claudio Collovà, regista di fama internazionale, autore, attore e docente – e invita a farci viaggiatori di esperienze e di emozioni più vive, al contatto con il divino che a Segesta si respira in ogni pietra. Il nostro primo intento è vivere il tempo fuori dall’ordinario, perdere di vista la realtà esterna lasciandola fuori dal tempio. Una consuetudine che nella bellezza del nostro teatro non può che fare bene all’anima. Lasciamo che il teatro intervenga con spirito libero sulla realtà che stiamo vivendo, che unisca i popoli come sempre ha fatto, e che ci faccia ritrovare insieme ben disposti all’ignoto e all’avventura’.

Programma Il taglio del nastro è venerdì 28 luglio con Alice che presenta nel Teatro Antico una nuova tappa del tour legato all’ultimo album Eri con me. Alice canta Battiato, il più recente capitolo del suo pluridecennale sodalizio con l’indimenticabile Maestro che ha rivoluzionato la canzone d’autore italiana, e non solo. Ancora una volta, dunque, la personalità vocale unica di Alice si fa strumento della musica di Franco Battiato, insieme a Carlo Guaitoli, pianista e direttore d’orchestra, già speciale collaboratore di Battiato stesso per oltre vent’anni, con alcune novità sia nella scaletta che nella formazione, arricchita dal violoncello di Chiara Trentin. Ridere a teatro è davvero un grande insegnamento soprattutto se avviene quando ad essere rappresentato è un autore eterno come Aristofane. Nell’impegno intrapreso quest’anno dal Festival a sostegno dei giovani under 35, sabato 29 e domenica 30, l’Accademia d’Arte dell’Inda, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, con la regia di Mauro Avogadro, mette in scena I conflitti di Lisistrata di Aristofane. Attraverso una compagnia di giovani attori Segesta farà da scenario per uno spettacolo in cui si sperimenta e ci si sperimenta.

Agosto inizia in musica, mercoledì 2, con uno dei testimoni ai più alti livelli del jazz italiano e internazionale: Lino Patruno, che si esibisce nel Tempio di Segesta con un progetto dedicato al primo grande violinista della storia del jazz Joe Venuti e al chitarrista Eddie Lang. Entrambi di origini italiane, Giuseppe “Joe” Venuti siculo e Salvatore Massaro “Eddie Lang” molisano, sono stati i massimi esponenti del Dixieland, nonché due icone del jazz “bianco”. Tra composizioni di Porter, Gershwin, Bechet, Goodman, Venuti, Lang, Patruno sarà affiancato da una band composta da chitarra, contrabbasso, batteria, vibrafono, voce e il violino del trapanese Mauro Carpi, considerato un vero discepolo di Joe Venuti.

È ispirato al romanzo in versi di Erri De Luca, Solo andata, il primo spettacolo di danza del cartellone previsto nel Teatro antico, giovedì 3. Confini Disumani, questo il titolo, è una coreografia di Roberta Ferrara che racconta storie di emigrazione, di viaggi della speranza e indaga il sentimento di umanità svanito o soverchiato dalla frenesia e dalla paura nella società odierna. Equilibrio Dinamico Dance Company, una delle cinque formazioni under 35 ospitate quest’anno dal Festival,con la sua danza d’impatto, flessuosa ed energica, tocca lo spettatore e lascia aperti interrogativi. Ciascun quadro coreografico è accompagnato da un peculiare tappeto sonoro affidato a Enzo Avitabile, Faraualla e Armand Amar.

Sempre il 3 agosto, ma in serata e nel Tempio di Segesta, dal racconto dell’Odissea di Omero va in scena il mito di Penelope, rivisitato in chiave poetica e sperimentato attraverso uno studio sulla percezione del tempo. Il lavoro di riscrittura di Enzo Caputo per Officina Teatro LMC dona al personaggio di Penelope la tenera forza della donna-madre, regina del regno. Una donna costretta ad attendere un improbabile ritorno e che, suo malgrado, affronta in solitudine la sua guerra personale. Una prova dall’esito incerto e che comunque vada non le consegnerà nessuna onorificenza eroica. A interpretare il testo: Alma Passarelli Pula, Rosalba Santoro, Lucia Poma. La voce narrante e la regia sono dello stesso Caputo.

Si torna nel Teatro Antico venerdì 4 per il concerto di Giovanni Sollima, violoncellista di fama internazionale e compositore italiano tra i più eseguiti nel mondo. Una rara “reunion” della Giovanni Sollima Band, ensemble elettroacustico fondato durante il periodo newyorkese tra la fine degli anni ’90 e il 2000, il cui nome è stato suggerito al musicista da Philip Glass. Violoncello, trio d’archi, tastiere e percussioni per un programma che, a parte la presenza integrale di Spasimo, sintetizza il percorso compositivo del poliedrico musicista e compositore e la condivisione avvenuta negli anni newyorchesi con l’ensemble e con gli ‘storici’ Riccardo Scilipoti, pianista e tastierista, e il percussionista Giovanni Caruso che in diverse occasioni ha ideato degli strumenti ad hoc non tralasciando l’uso del corpo e il beatbox. Gli altri musicisti della band sono: il violinista Andrea Cirrito, il violista Francesco Montalto, la violoncellista Alice Mirabella.

È una riflessione sulla cultura dei greci, terra interiore da cui proveniamo noi contemporanei, quella con cui sabato 5, nel Teatro Antico, Alessandro Baricco accompagna gli spettatori in un viaggio speciale. Lo scrittore narratore teatrale esplora il significato del tempo traendo ispirazione da alcuni eventi storici. Nel corso della lectio teatrale Sul tempo e sull’amore. Senza fretta ma senza tregua, Baricco lo analizza attraverso brani di letteratura classica, leggendo García Márquez, Shakespeare, Rostand e Omero.

Tra gli spettacoli all’alba, domenica 6 debutta in prima nazionale nel Teatro Antico Autodifesa di Ismene, elogio della sopravvivenza, riscrittura del mito e dei luoghi della tragedia classica che indaga sulla figura di Ismene che, diversamente dall’eroica sorella Antigone, esempio emblematico di rivolta, cerca la ragionevolezza e in fondo ci somiglia di più. Lo spettacolo su un testo di Flavia Gallo, è una delle tre albe programmate al Segesta Teatro Festival ed è interpretato da Luna Marongiu e Raffaele Gangale, diretti da Cinzia Maccagnano, regista e attrice diplomata alla Scuola di Teatro Classico dell’INDA, dal 2022 responsabile del Laboratorio sulla commedia classica del Plautus Festival di Sarsina.

Sempre domenica 6, in serata al Teatro Antico, sarà protagonista Stefano Bollani con Piano Solo: un viaggio tra i tasti del pianoforte, per una musica che non conosce confini, sconfessa i generi musicali e si nutre di tutti quei momenti magici con artisti straordinari che il pianista ha incontrato sui palchi di tutto il mondo. Quando Bollani sale sul palco con il suo Piano Solo esiste una sola regola: rendere omaggio all’arte dell’improvvisazione grazie all’unione sempre nuova di tutte le note messe insieme in questi venti anni di Jam session.

Lunedì 7 e martedì 8 con Troppu trafficu ppì nenti il regista Giuseppe Dipasquale apre la strada alla commedia. Dopo un successo di pubblico e di critica nazionale ed europea quasi ventennale, il palco del Teatro Antico di Segesta ospita questo geniale rifacimento di Molto rumore per nulla di William Shakespeare, firmato a quattro mani da Andrea Camilleri e dallo stesso Dipasquale prima come un libro scritto e poi come opera teatrale. Uno spettacolo esilarante che consente di cedere al fascino di una travolgente storia d’amore e all’orgoglio di crederla scritta, anche se solo per una sera, da un autore siciliano dietro cui si celerebbe la figura del Bardo. In scena: Angelo Tosto, Carlotta Proietti, Lucia Portale, Aurora Cimino, Lorenza Denaro, Filippo Brazzaventre, Ruben Rigillo, Luigi Nicotra, Cosimo Coltraro, Luciano Fioretto, Vincenzo Volo, Mimmo Mignemi, Valerio Santi, Giovanni Vasta, Pietro Casano.

Nel segno della contaminazione dei linguaggi è The Waste Land and Other Poems che, mercoledì 9 in prima nazionale al Tempio di Segesta, si avvale della Banda di Palermo e dell’Ubi Ensemble, con la voce di Claudio Collovà. Le meravigliose parole tratte dal poema maggiormente connesso al mito di T. S. Eliot e da altre poesie sono qui proposte in una suite musicale e in versione electro-classic. Come nel 1922, sembra che l’incapacità di rigenerarsi della vecchia società occidentale riguardi anche l’attuale. La religiosità affoga ancora tra superstizioni e convenienze e oggi Tiresia sarebbe testimone di una vera e profonda mancanza di spiritualità diffusa.

Enzo Cosimi, nome storico della coreografia d’autore, presenta giovedì 10 nel Teatro Antico Coefore Rock&Roll, seconda tappa del progetto Orestea. Trilogia della Vendetta. In un regno di incubi d’infanzia, giocattoli rotti, coperte colorate – un orizzonte visivo ispirato al segno dell’artista Mike Kelley – Oreste appare imprigionato dal conflitto tra il porre nuovo ordine al mondo e l’essere dannato a vita per l’assassinio della propria madre e le algide e passionali figure di Clitemnestra e Elettra si stagliano accompagnate dagli echi tribali delle erinni, capitanate dall’icona della club culture e della musica techno sperimentale eseguita dal vivo della romana e internazionale Lady Maru. La coreografia unisce testo, visione, azione performativa in una drammaturgia, realizzata dal coreografo con la collaborazione di Maria Paola Zedda e con il tocco visionario delle luci di Gianni Staropoli. Gli interpreti danzatori sono: Alice Raffaelli, Francesco Saverio Cavaliere, Luca Della Corte, Roberta Racis.

Il 10 agosto in serata, circondati dall’impareggiabile scenario offerto dal Tempio di Segesta, nella notte di San Lorenzo e delle stelle cadenti d’agosto, in cui il pubblico sarà guidato dagli operatori scientifici del Planetario di Palermo al riconoscimento degli astri con l’uso dei telescopi, si può assistere in prima nazionale a una nuova edizione di Afrodite Urania, l’insonorizzazione d’ambiente live realizzata dal musicista Alfredo Giammanco e accompagnata dal racconto scientifico narrato da Marcello Barrale per la ricerca in cielo dello sciame di meteore.

Ancora una contaminazione di linguaggi è Donne Guerriere con la straordinaria performance di Ginevra Di Marco (che canta e recita) e di Gaia Nanni (che recita e canta). Uno spettacolo, venerdì 11 nel Teatro Antico, che parte da un’idea di Francesco Magnelli, che accompagna in scena le due interpreti al pianoforte e magnellophoni insieme anche a Andrea Salvadori alle chitarre, tzouras e elettronic. Un racconto originale, coinvolgente, fatto di dialoghi e monologhi, di canzoni inedite e altre di tradizione popolare. Storie di “donne guerriere” del nostro tempo, a loro modo mitiche, a cominciare da Rosa Balistreri e Oriana Fallaci. Regia di Gianfranco Pedullà.

Sabato 12 e domenica 13 nel Teatro Antico torna Cinzia Maccagnano per dirigere, e interpretare, insieme con un’altra formazione under 35 ospite del Festival, composta dai giovani attori Marta Cirello, Pietro Casano, Maria Chiara Pellitteri, Andrea Maiorca, Dario Garofalo e Cristina Putignano, la commedia di Plauto Curculio.

E giovanissime sono anche le coriste dell’Aeolian Vocal Ensemble, diretto da Monica Faja, che si esibiranno sempre domenica 13 agosto nel Teatro Antico di Segesta insieme ai musicisti dell’Officina Barocca Siciliana, diretta da Roberta Faja: L’inCanto dell’aurora, all’alba e in prima nazionale, è un concerto che mette a confronto atmosfere musicali tipicamente settecentesche e sonorità assai più recenti di area classico-contemporanea.

A Ferragosto nel Teatro Antico, con replica mercoledì 16, Gabriele Vacis rilegge in chiave contemporanea Prometeo di Eschilo. Uno spettacolo che ha la sua grande forza nel percorso creativo elaborato dal regista, che restituisce l’universalità del protagonista, archetipo della conoscenza e della ribellione. Ad alimentare la potenza di questo Prometeo è il gruppo di giovani e già straordinari attori, diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e riuniti nel gruppo teatrale PEM Potenziali Evocati Multimediali.

Il 16 agosto ci si sposta alla sera nel Tempio per ascoltare le composizioni di Salvatore Bonafede, pianista e compositore palermitano per il teatro e il cinema con i registi Daniele Ciprì e Franco Maresco, con i quali ha vinto un David di Donatello per la miglior colonna sonora. Nel solco di quell’aspirazione declinata in varie forme verso il Sacro, al superamento degli orrori, della violenza e delle meschinità umane di oggi, che caratterizza il Festival, Dream and Dreams insegue quella tensione metafisica che consente al suo autore ed esecutore di adottare la musica come pura forma d’arte, dandole una dimensione eterna.

Giovedì 17 al Teatro Antico Michela Lucenti, fondatrice e anima del Balletto Civile presenta il nuovo spettacolo Nothing, nel nome del padre, del figlio e della libertà. Tratto da Re Lear di William Shakespeare, nelle mani del collettivo l’opera si trasforma in una drammaturgia coreografica ficcante, spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà, un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. In scena con la Lucenti, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Emanuela Serra, Giulia Spattini.

La sera del 17 agosto, il suggestivo Tempio ospita nella drammaturgia, regia e interpretazione di Elena Bucci: Nella lingua e nella spada in solo, melologo di più anime che si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, allacciati fra discussioni, lotte per la libertà, allegria, solitudini e speranze, fino alla morte di lui per un misterioso incidente nel 1976. Luigi Ceccarelli crea la drammaturgia musicale integrandovi le improvvisazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia, mentre voce e movimenti dialogano con il suono.

Venerdì 18 e sabato 19 Elena Bucci torna, questa volta nel Teatro Antico, con la sua Le belle bandiere, compagnia storica della ricerca teatrale italiana fondata con Marco Sgrosso, con cui qui firma drammaturgia, regia e sale in scena insieme anche a Nicoletta Fabbri, Francesca Pica, Valerio Pietrovita. La canzone di Giasone e Medea da Euripide a Seneca, da Apollonio Rodio a Franz Grillparzer e Jean Anouilh, in una nuova edizione al Festival in prima nazionale, ripercorre la vicenda della madre assassina e dell’eroe greco indegno di gloria, continuando a spaventarci dopo millenni. Il mito diventa una ballata popolare che narra dell’amore che si trasforma in morte.

Domenica 20 il concerto all’alba di Jamel Chabbi D’autres rivages richiama l’idea del métissage, di una cultura mediterranea condivisa e accomunante. Frutto di una lunga ricerca condotta da Chabbi attraverso fonti storiche e musicali, è un viaggio di condivisione di identità culturali comuni con epicentro e punto di partenza la sua Tunisia. Le canzoni e musiche in programma valorizzano il patrimonio tuniso-libico-algerino-siciliano, cui si affiancano composizioni originali di Chabbi, intonate sulle parole del poeta Mario Scalesi, nato a Tunisi da famiglia siculo-maltese, e del poeta Flaviano Pisanelli, dedicate alla lentezza fascinosa e immutabile della Tunisia, nell’epoca coloniale di Scalesi come nella vita di oggi.

Sempre domenica 20 di sera, con repliche lunedì 21 e martedì 22, la tragedia, ultima opera di Sofocle, Edipo a Colono, presenta un cast d’eccezione, a cominciare da Giuseppe Pambieri nel ruolo del protagonista, un attore in grado di mettere al servizio del personaggio la grande tradizione da cui proviene. Nel solco delle connessioni tra mito e realtà tracciato dal Festival, l’opera non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano, ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità. Diretto da Giuseppe Argirò, che ha voluto nel ruolo di Antigone la figlia Micol Pambieri, a testimoniare la perfetta coincidenza tra realtà e rappresentazione. Gli altri interpreti sono: Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Luigi Mezzanotte, Roberto Baldassarri, Elisabetta Arosio, Vinicio Argirò.

Sulla strada della cultura che avvicina i popoli, mercoledì 23 nel Tempio di Segesta arriva Nubras, ensemble internazionale di giovani musicisti poco più che trentenni, che si dedica alla costruzione di un ponte tra musica colta occidentale e le tradizioni sonore di Balcani e Medio Oriente, unendo musicisti provenienti dal mondo della classica, del jazz e della musica popolare.

E nel viaggio musicale del Festival, giovedì 24 nel Tempio di Segesta, si aggiunge alle tante voci, il Duo Lopez – Arevalos, con la cantante e attrice Camilla Lopez e il pianista compositore Matteo Ramon Arevalos. In prima nazionale, Teleion, esplora l’universo della musica in gran parte sconosciuto dell’antica Grecia, con l’aiuto della traduzione e traslitterazione di Dimitris Soukoulis.

Sempre giovedì 24, al tramonto, al Teatro Antico, Komoco e Sosta Palmizi, presentano Dodi e IMA, due coreografie di Sofia Nappi, danzatrice con studi all’Alvin Ailey American Dance Theater, con la Hofesh Shecter Dance Company e con la Batsheva Dance Company, dove sta conseguendo la certificazione come insegnante di tecnica Gaga. IMA, che ha debuttato in una prima versione alla Biennale Danza, è un termine giapponese che indica il momento presente; in aramaico ed ebraico ha anche il significato di madre, nella sua accezione di rinascita e rinnovamento.

Mercoledì 25 e giovedì 26 al Teatro Antico la tragedia greca rinasce in un ambiente contemporaneo ideato da uno dei protagonisti più radicali e acclamati della scena performativa europea degli ultimi quarant’anni, l’artista visivo, regista e autore fiammingo Jan Fabre, per una prova d’attore magistrale di Sonia Bergamasco, tra le più interessanti interpreti del teatro e del cinema italiano. Resurrexit Cassandra è una performance di grande impegno su un testo poetico e potente dello scrittore, drammaturgo e regista Ruggero Cappuccio. Il lavoro ruota intorno alla resurrezione di un messia femminile che mette l’umanità di fronte alla propria tragedia: l’incomprensibile talento dell’uomo per l’auto-inganno, una sorta di desiderio inconscio che ci condanna all’inazione di fronte a un destino già segnato da catastrofi climatiche e stravolgimenti sociali. Un atto d’accusa che si articola in cinque movimenti intorno ai quali si snoda il discorso che Cassandra rivolge all’Umanità: Nebbia, Vento, Fuoco e Fumo, Vapore, Pioggia.

Venerdì 27 il concerto di chiusura al Teatro Antico è un tributo al disco capolavoro di Fabrizio De André La buona novella, rivissuto e reinterpretato in siciliano da Francesco Giunta, poeta, cantautore e cantastorie, appassionato linguista e maestro di cunto. “La buona novella in siciliano è un atto d’amore”, ha detto Dori Ghezzi. È un omaggio corale tutto al femminile per voci, pianoforte, violoncello e percussioni. Francesco Giunta dirige questa meravigliosa opera, di nuovo vibrante e moderna, antica e necessaria e insieme a lui le voci di interpreti sensibili come Cecilia Pitino, Alessandra Ristuccia, Laura Mollica, Giulia Mei, Valeria Graziani, accompagnate al pianoforte da Beatrice Cerami, al violoncello da Daniela Santamaura, alle percussioni da Virginia Maiorana e Federica Russo.

Il Parco archeologico di Segesta, che comprende Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci, tutti siti di assoluto interesse archeologico, architettonico, storico artistico ed etnoantropologico, promuove per l’anno 2023 alcune iniziative artistiche e performative complementari a quelle programmate per il Segesta Teatro Festival, racchiuse, da giugno a settembre, nel progetto Elyma. Ideato da Luigi Biondo e curato dall’artista cilena Tere Chad con interventi dell’artista siciliano Gandolfo Gabriel David, Elyma si compone di tre interventi e azioni performative: a valle del Parco, dove si dà vita a un giardino performativo; lungo il sentiero dei propilei, attraverso la collocazione di elementi sonori metallici che accompagnano l’ascesa all’acropoli; all’interno del peristilio dell’antico Tempio dorico, dove verrà collocata un’installazione vegetale che permetterà di collegare architettura, natura, spiritualità e atto rituale in un’unica dimensione trasformativa. Le tre installazioni, integrate armonicamente col paesaggio, realizzano un tracciato inedito che dall’ingresso del Parco, arriva fino al Tempio, ripercorrendo l’antica strada fin dentro il colonnato dorico, nell’ottica di un dialogo continuo tra passato e presente che dall’archeologia porta alla contemporaneità e nella consapevolezza di una storia, quella di Segesta, che scorre e conserva valori assoluti.

Giuse The Lizia parla alla generazione Z con l’album “Crush”

Giuse The Lizia parla alla generazione Z con l’album “Crush”


Giuse The Lizia parla alla generazione Z con l’album “Crush” – askanews.it



Giuse The Lizia parla alla generazione Z con l’album “Crush” – askanews.it




















Milano, 30 mar. (askanews) – Venerdì 14 aprile, esce su tutte le piattaforme digitali “Crush”, per Maciste Dischi (distribuito da Universal), il nuovo album di Giuse The Lizia, scritto dallo stesso Giuse.

“Crush” è il primo album di inediti di Giuse The Lizia, portavoce della generazione Z, in cui racconta i sentimenti veri e sinceri che caratterizzano la profondità e la conflittualità dei rapporti più autentici. “Crush” contiene 10 tracce, scritte e composte da Giuse assieme a molti amici artisti e produttori, in cui il cantautore si mette a nudo raccontando i conflitti e le sofferenze che spesso ne fanno da padrona durante le relazioni più intime. Nostalgia, malinconia e pessimismo sono i sentimenti che prevalgono nell’album e spesso dietro di essi si cela una profonda, ma malsana superficialità, tema portante nella generazione dei giovani d’oggi.

“Nel disco ho provato ad esplorare vari mondi sonori intercettando tutto ciò che mi affascina musicalmente, ma tentando di rimanere fedele al tema, che altro non è che la mia vita.” – aggiunge Giuse: “Ciò che racconto è proprio quello che vivo ogni giorno. Mi piace pensare che dentro questo disco ci si possano rivedere in molti, perché io faccio parte di quei molti.” Il cantautore di 21 anni nato e cresciuto a Bagheria in provincia di Palermo ha da poco pubblicato il suo ultimo singolo “Lato A Lato B”, che ha anticipato l’uscita di questo suo primo album di inediti, e ha terminato a gennaio One more time Tour 2023, prodotto e organizzato da BPMCONCERTI SRL, il primo tour nei club dell’artista nei principali centri culturali italiani, che ha visto protagonista il cantautore in un viaggio dal vivo nelle tre città simbolo per Giuse: Bologna (SOLD OUT), Milano (SOLD OUT) e Palermo (SOLD OUT).

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