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Diego Dalla Palma nel podcast VIVO-Confessioni nella tempesta

Diego Dalla Palma nel podcast VIVO-Confessioni nella tempestaMilano, 16 apr. (askanews) – Vi siete mai chiesti che cosa ci sia dietro il successo di un uomo che ha creato un marchio riconosciuto in tutto il mondo? Quella di Diego Dalla Palma è la storia del sogno di un ragazzo che, dalla povertà assoluta di un paesino sulle montagne venete, diventa una star mondiale del make- up, celebrato dal New York Times come “il profeta del make up italiano del mondo”. Ma questa è solo la superficie: quello che in molti ignorano è che, dietro quel successo, dietro quel marchio presente oggi in tutto il mondo, si nasconde una storia tormentata fatta di dolore, tante cadute, insicurezze e forti prese di posizione. Una storia che è stata raccontata dallo stesso Dalla Palma attraverso “VIVO – Confessioni nella tempesta”, un podcast originale prodotto da Show Reel Studios e disponibile integralmente dal 16 aprile su tutte le piattaforme di streaming. “VIVO” è il podcast che ci porta oltre le luci della ribalta, alla scoperta della vita intensa di Diego Dalla Palma grazie a cui, attraverso un racconto toccante e profondo fatto in prima persona, esploriamo gli alti e i bassi di una vita intera, dalla povertà al trionfo, dal dolore alla rinascita. Con una delicatezza che rispetta la profondità delle sue esperienze, “VIVO” rivela il coraggio di un uomo che ha affrontato tutte le tempeste della vita. È un viaggio di scoperta, dove la bellezza si manifesta nella forza che nasce dalla sofferenza. Il podcast è composto da 5 episodi in cui, attraverso un lungo flusso di coscienza, Diego si racconta senza filtri e non risparmia nulla, in un modo talmente lucido e vivido da risultare quasi un pugno nello stomaco che mette subito scomodi: IL DOLORE, IL CORAGGIO, IL SUCCESSO, L’AMORE E IL SESSO, IL FUTURO. Nel corso della serie audio, Diego toccherà (anzi, sviscererà) temi e avvenimenti importanti e, talvolta, anche violenti quali l’esperienza del coma, il bullismo più duro, la violenza sessuale subita, la prostituzione, il tentativo di suicidio, le storie d’amore tormentate, la fissazione per il sesso. Ma anche i successi, le campagne di comunicazione più forti, il lusso più sfrenato e ancora le cadute, la vendita dell’azienda che porta il suo nome. “VIVO – Confessioni nella tempesta” è una serie audio innovativa la cui produzione, in tutti i suoi aspetti, è stata al servizio della valorizzazione di un racconto vero e immersivo, dalla parte autorale alle registrazioni, realizzate interamente senza copione attraverso un lavoro di facilitazione delle emozioni e non con una vera scrittura, fino ad arrivare al confezionamento della colonna sonora originale, che è stata scritta, eseguita e prodotta da Matteo Grasso e Filarmonica Fluida tra il Mono Studio di Milano e Show Reel Studios. «Diego si distingue per un magnetismo unico e un’intensità interiore che rapisce fin dal primo momento. Abbiamo intrapreso questa produzione perché una storia del genere andava raccontata in maniera diretta, cruda ed emozionata» – afferma Luca Leoni, CEO di Show Reel Media Group – «È una confessione registrata in presa diretta lasciando che le emozioni del ricordo lo conducessero attraverso il racconto di un’esistenza intensamente vissuta, ricca di momenti che ispirano, sfidano e commuovono, impreziosita da svolte narrative degne delle più grandi opere cinematografiche». «Ho scelto la sincerità, come bussola, per raccontarmi in questo “viaggio” di riflessione crudo, viscerale, scabroso a volte, ma sincero. Narro ciò che ho provato vivendo da errante, marchiato a fuoco, ma resistente fino in fondo. Sempre. Perché ogni sconfitta può trasformarsi in trionfo. L’ardore del vivere in modo sincero, mettendomi a nudo, m’appartiene: mi fa sentire privilegiato, a volte persino utile – afferma Diego Dalla Palma – «Ah che regalo mi farebbe, il destino, se potessi essere d’aiuto a qualcuno attraverso i miei racconti. Significherebbe che la mia tumultuosa esistenza umana è valsa a qualcosa. Uniti, anche se virtualmente, all’instancabile ricerca della propria verità».

Sull’isola di San Giorgio omaggio a Gabriel Fauré “Primi Quartetti”

Sull’isola di San Giorgio omaggio a Gabriel Fauré “Primi Quartetti”Roma, 6 apr. (askanews) – Nuovo appuntamento sabato 13 aprile per la Stagione dei concerti 2024 di Asolo Musica Veneto Musica nella bellissima sala de “Lo Squero” della Fondazione Giorgio Cini. Protagonisti del concerto, realizzato in coproduzione con il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française e intitolato Primi Quartetti. A 100 anni dalla morte di Gabriel Fauré, sono Hawijch Elders, violino Natanael Ferreira, viola Aleksey Shadrin, violoncello e Frank Braley, pianoforte.


In un crocevia di artisti, progetti e repertori, prosegue la stagione concertistica 2024 di Asolo Musica Veneto Musica all’Auditorium “Lo Squero” sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Il prossimo appuntamento, sabato 13 aprile alle 16.30, vede in cartellone un concerto di elegante raffinatezza cameristica realizzato in coproduzione con il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, centro di ricerca che ha come vocazione quella di favorire la riscoperta del patrimonio musicale francese del grande Ottocento (1780-1920). Intitolato Primi Quartetti. A 100 anni dalla morte di Gabriel Fauré, l’evento rende omaggio alla figura di Gabriel Fauré (1845-1924), compositore e organista, uno dei grandi rappresentanti della musica francese tra Ottocento e Novecento, professore di composizione e poi direttore del Conservatorio di Parigi tra il 1905 e il 1920. Il programma del concerto, che intende sondare il legame tra lo stile musicale del Maestro e quello delle generazioni di suoi studenti, tra i quali figurano musicisti ragguardevoli, da Maurice Ravel a Nadia Boulanger passando per Florent Schmitt, Georges Enesco e Charles Koechlin, si apre con il Quartetto per archi e pianoforte n. 1 in do min. op. 15 di Fauré, iniziato nel 1876 e completato tre anni dopo, nel 1879, in quattro movimenti. In un intenso percorso di ascolto che rivela l’affinità compositiva tra gli autori, al quartetto di Fauré il concerto accosta il Quartetto con pianoforte n. 1 in re magg. op.16 del compositore e direttore d’orchestra rumeno Georges Enesco (1881-1955), suo ex allievo, lavoro risalente al 1909, in tre movimenti. Se Fauré aveva 35 anni quando eseguì per la prima volta il suo Quartetto con pianoforte n. 1, Enesco compose un pezzo per la stessa formazione trent’anni dopo, all’età di 28 anni e il gesto del compositore rumeno va indubbiamente visto come un omaggio alla figura del Maestro.


Frutto di collaborazioni prestigiose, il concerto, proposto nell’ambito del festival primaverile del Palazzetto Bru Zane “Il filo di Fauré”, consente di ritrovare due lavori di raro ascolto affidati ad un ensemble di giovani musicisti provenienti dalla Chapelle Musicale Reine Elisabeth, impegnati a mettere in luce con sensibilità e virtuosismo gli intensi mondi creativi ed emozionali delle partiture. La Stagione dei Concerti 2024 è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto e da Bellussi Spumanti, Centro Marca Banca, Hausbrandt, Massignani & C., Pro-Gest Group, Zanta pianoforti.


Con biglietto integrato il pubblico avrà la possibilità di visitare il complesso monumentale della Fondazione Cini, il Labirinto Borges, il Bosco con le Vatican Chapels e il Teatro Verde.

”L’attimo prima del tempo” è il primo album di Beril

”L’attimo prima del tempo” è il primo album di BerilMilano, 5 apr. (askanews) – Esce questo venerdì il primo lavoro discografico di Beril (all’anagrafe Antonella Benanzato, nota pittrice e giornalista italiana). Per descrivere al meglio il suo progetto, queste le sue parole: Beril è un progetto che nasce in parallelo con un più esteso manifesto artistico che coinvolge arti visive e performative. “L’attimo prima del tempo”, come è evidente dal concetto ispiratore, costituisce il momento creativo per eccellenza. Quello che ogni artista sperimenta e ha la fortuna di incontrare sul suo cammino. E’ un istante che giunge in uno spazio-tempo indefinibile che cristallizza il frangente dell’intuizione che precede l’opera. Beril abita questo istante, questo spazio-tempo indefinito. Lo attraversa con agilità, in una rapida successione di scenari che ne raccontano la genesi e la vicenda umana e artistica. Beril pratica un alfabeto universale, porta con sé un sillabario bilingue come la sua anima divisa in sfaccettature molteplici, che si riconducono ad un’unica urgenza: la creatività vissuta a tutto tondo, fino alle più intime pieghe di un’esistenza inapparente e in superficie. Questo primo lavoro, frutto di una preparazione durata anni, rappresenta la presa di coscienza di un’espressione musicale che nasce da molto lontano; che ha superato il giudizio più feroce, quello della stessa Beril. Nata prima con la musica che con la parola, finalmente l’artista ritrova e fa pace con ciò che è sempre stata. Ecco arrivare quindi “L’attimo prima del tempo”, una narrazione musicale in cui il linguaggio è duplice: italiano e inglese o forse prima l’inglese e poi l’italiano. Un bilinguismo naturale che appartiene alla visione poetica della vita e dell’arte dell’autrice padovana. E’ necessario guardare il proprio mondo in solitudine per decifrarne l’essenza profonda. Questo album nasce nella solitudine di un ritiro forzato definito lockdown, in un’epoca in cui la riflessione diventa chiave di lettura di un’intera vita. Un dialogo interiore all’ombra del quale, al pianoforte, nascono quasi tutti i brani in italiano. Un gesto creativo vissuto in simbiosi, seppur a distanza, con la produttrice e cantautrice Veronica Marchi sulla scrittura e l’ideazione. L’incontro di due anime pulsanti sulla stessa tonalità “sensibile”, un gioco di parole per dire che le settime sanno esprimere quella sospensione fondamentale capace di dare il colore a una tessitura armonica ricercata e desiderata. Un cammino al quale si è unito anche il contributo fondamentale, negli arrangiamenti, di Mirko Di Cataldo, musicista e a sua volta produttore. Di Cataldo, con Beril, ha dato l’impronta del sound soprattutto nei brani in inglese. Un viaggio a tre che ha portato a un distillato musicale che emerge dal silenzio ed esplode in sonorità sempre diverse. “L’attimo prima del tempo” per Beril è finalmente arrivato.

All’Arena Verona “Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert”

All’Arena Verona “Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert”Milano, 29 mar. (askanews) – In occasione dei 300 anni dalla pubblicazione de “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, Fondazione Arena di Verona e Balich Wonder Studio svelano il rivoluzionario spettacolo “Viva Vivaldi. The Four Seasons Immersive Concert” che si terrà all’Arena di Verona il 28 agosto.


Da un lato la sacralità della musica con Fondazione Arena di Verona, nota in tutto il mondo per la qualità delle sue produzioni. Dall’altro l’avanguardia della tecnologia di Balich Wonder Studio leader nel live entertainment e accreditato in tutto il mondo per le Cerimonie Olimpiche, da Rio 2016 a Fifa Qatar 2022. Dal vivo una rilettura immaginifica de “Le quattro stagioni” che affascinerà anche le nuove generazioni. E proprio ai giovani sarà riservata la speciale promozione under 30: biglietto a 28 euro in tutti i settori. Le prevendite sono aperte da oggi, venerdì 29 marzo, sul sito www.arena.it e nel circuito TicketOne.


Ideato da Marco Balich e coprodotto da Fondazione Arena di Verona, lo spettacolo porta sulla scena la magica alchimia fra l’orchestra di 29 elementi, rigorosamente fedele alla partitura originale di Vivaldi, e il linguaggio contemporaneo della tecnologia immersiva applicata ai codici della musica classica. Lo show vedrà la presenza del giovane Giovanni Andrea Zanon, violinista e stella del panorama musicale, vincitore dei più prestigiosi concorsi internazionali, assieme ai professori d’Orchestra dell’Arena di Verona. La grande musica classica sarà accompagnata da uno show visionario e multisensoriale che segna un approccio completamente nuovo alla tradizione. Un flusso straordinario di immagini tridimensionali di altissima tecnologia che celebrerà la meraviglia della natura attraverso la partitura de “Le quattro stagioni”.


Dopo Giudizio Universale, lo show su Michelangelo e la Cappella Sistina, Marco Balich, in collaborazione con Fondazione Arena, disegna ora un viaggio ne “Le quattro stagioni”, un’ode al Pianeta Terra, una riflessione profonda sul tempo che scorre e la vita che rinasce. Ispirato dalla maestosità dell’anfiteatro romano e dalle note travolgenti del compositore veneziano, Balich crea visioni che danzano sulla platea e catturano il pubblico per portarlo in una dimensione emozionante. Cecilia Gasdia, Sovrintendente Fondazione Arena di Verona spiega: “Creiamo nuove occasioni di altissimo livello per avvicinare i giovani alla musica classica. Per la prima volta, questa tecnologia approderà in un teatro all’aperto, un unicum che merita il debutto in Arena”.


Marco Balich, Creative Director dello spettacolo aggiunge: “Questo show rivoluzionario rappresenta una sfida per me e il nostro team: ispirare i giovani e le nuove generazioni ad una riflessione potente sulla natura, il tempo e la bellezza del nostro mondo e renderli fieri e consapevoli del nostro patrimonio artistico e culturale”.

Al via “Lo squero”, 11 concerti sull’isola di San Giorgio a Venezia

Al via “Lo squero”, 11 concerti sull’isola di San Giorgio a VeneziaRoma, 19 feb. (askanews) – Sabato 2 marzo inaugura la nuova stagione di concerti promossa da Asolo Musica Veneto Musica all’Auditorium Lo Squero, realizzato da Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.


Con la direzione artistica di Federico Pupo, la Stagione 2024 prevede un cartellone di undici concerti, il sabato pomeriggio alle 16.30, che fino al 7 dicembre inonderanno di note la raccolta atmosfera della sala affacciata sulla splendida laguna veneta. “Giovani interpreti, celebri solisti, importanti ricorrenze e nuove scoperte, compositori barocchi, classici e del secolo appena passato. Ecco, in sintesi, i contenuti della nuova stagione dei concerti – ha dichiarato Maurizio Jacobi, Presidente di Asolo Musica – che Asolo Musica ha programmato in uno degli Auditorium più belli del Mondo”. “Si inizia con la Venezia di Antonio Vivaldi – illustra Federico Pupo, direttore della rassegna – e degli autori coevi con l’ensemble olandese Scaramuccia, che eseguirà una composizione del Prete Rosso recentemente ‘ritrovata’, e L’Arte dell’Arco con violino solista Federico Guglielmo. Non mancherà Johann Sebastian Bach grazie a Mario Brunello e Ramin Bahrami; il violino di Shlomo Mintz ci offrirà il virtuosismo di Niccolò Paganini e Heinrich Wilhelm Ernst; il Quartetto di Venezia eseguirà l’integrale dei quartetti di Ludwig van Beethoven e, assieme al flauto di Massimo Mercelli, un programma dedicato a Krzysztof Penderecki. A Gabriel Fauré, infine, per i cento anni dalla sua scomparsa, un concerto coprodotto con Palazzetto Bru Zane eseguito da un ensemble di giovani musicisti provenienti dalla Chapelle Musicale Reine Elisabeth – Hawijch Eders al violino, Natanael Ferreira alla viola, Aleksey Shadrin al violoncello e Frank Braley al pianoforte”.


Ad inaugurare la Stagione 2024, sabato 2 marzo, è l’Ensemble olandese Scaramuccia con Javier Lupiañez, violino barocco e direzione, Inés Salinas, violoncello barocco, e Fernando Aguado, clavicembalo, formazione nata con l’intento di riscoprire il repertorio barocco meno conosciuto. Intitolato Venezia ritrovata e realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi, il concerto esplora la Venezia di Vivaldi e degli autori coevi con un’antologia di pagine di Tomaso Albinoni, Giovanni Battista Reali, Giorgio Gentili, Giuseppe Aldrovandini. Per la prima volta sarà presentata a Venezia la Sonata RV 829 di Antonio Vivaldi alla presenza dei musicisti-musicologi che l’hanno identificata. Il cartellone prosegue sabato 13 aprile con un concerto che rende omaggio a Gabriel Fauré nei cento anni dalla morte. L’appuntamento, in coproduzione con Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, vede protagonisti Hawijch Elders, violino, Natanael Ferreira, viola, Aleksey Shadrin, violoncello, e Frank Braley al pianoforte, impegnati nel Quartetto per archi e pianoforte n. 1 in do min. op. 15 di Gabriel Fauré e nel Quartetto con pianoforte n. 1 in re magg. op.16 del compositore e direttore d’orchestra rumeno Georges Enesco, allievo di Fauré.


Con l’appuntamento successivo, sabato 27 aprile, torna in scena il Quartetto di Venezia con Andrea Vio e Alberto Battiston al violino, Mario Paladin alla viola e Angelo Zanin al violoncello. La formazione, dal 2017 “Quartetto in Residenza” alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, prosegue nel progetto di esecuzione integrale a Lo Squero dei quartetti di Beethoven, un’immersione nella produzione del genio di Bonn che nel corso della stagione proseguirà con nuove tappe sabato 8 giugno e sabato 26 ottobre. Nel concerto di sabato 4 maggio, intitolato Venezia dimenticata, torna l’affascinante mondo veneziano proposto da L’Arte dell’Arco con Federico Guglielmo, violino e concertatore, Elisa Imbalzano, violino, Francesco Galligioni, violoncello, Diego Cantalupi, tiorba e chitarra barocca, Roberto Loreggian, clavicembalo. L’Ensemble, specializzato nell’esecuzione filologica su strumenti antichi, si cimenterà in un ventaglio di brani tra autori celebri e compositori meno noti, da Giorgio Gentili a Padre Diogenio Bigaglia, da Tomaso Albinoni a Benedetto Marcello, Antonio Vivaldi, Giovanni Reali.


Dal tema della città lagunare si passa, sabato 18 maggio, alle raccolte atmosfere del violoncello di Mario Brunello che torna a Lo Squero con un recital che alterna partiture di Johann Sebastian Bach a lavori del compositore sovietico, di origine ebraico-polacca, Mieczyslaw Weinberg. Il concerto, in collaborazione con Antiruggine, si dipana lungo un filo che unisce il classico alla tensione del presente, con Mario Brunello impegnato a cogliere l’intensità e l’originalità espressiva dei linguaggi dei due autori in scaletta. Dopo la pausa estiva la stagione riparte con il Quartetto di Venezia che sabato 26 ottobre inaugura la parte autunnale del cartellone, con un nuovo appuntamento dedicato ai quartetti beethoveniani. Dalle note del genio di Bonn si passa il 9 novembre ad un impaginato che spazia da Johann Sebastian Bach e Marin Marais a Sofia Gubaidulina e Astor Piazzolla: protagonista dell’appuntamento, realizzato in collaborazione con Antiruggine, è il duo formato da Mario Brunello, violoncello, e Ivano Battiston alla fisarmonica. Il concerto successivo, sabato 16 novembre, vede in scena un’altra grande stella del panorama concertistico internazionale: Shlomo Mintz, considerato uno dei maggiori violinisti del nostro tempo, che presenterà quattro dei 24 Capricci per violino solo, op. 1 di Niccolò Paganini e i 6 Études à Plusieurs Parties del violinista e compositore ceco Heinrich Wilhelm Ernst (1814-1865), trascinando il pubblico in un emozionante mondo di elegante virtuosismo. Il penultimo appuntamento della stagione, il 30 novembre, vede il Quartetto di Venezia con Massimo Mercelli al flauto in un originale programma che vede sul leggio brani di Paul Hindemith, Krzysztof Penderecki e Claude Debussy. Gran finale di stagione, sabato 7 dicembre, con il celebre pianista iraniano Ramin Bahrami, annoverato tra i più interessanti interpreti di Bach al pianoforte, impegnato per l’occasione nel celebre capolavoro bachiano delle Variazioni Goldberg BWV 988. La Stagione dei Concerti 2024 è sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto e da Bellussi Spumanti, Centro Marca Banca, Hausbrandt, Massignani & C., Pro-Gest Group, Zanta pianoforti.

Cortinametraggio 19esima edizione, ecco i 20 corti finalisti

Cortinametraggio 19esima edizione, ecco i 20 corti finalistiRoma, 6 feb. (askanews) – Annunciati i finalisti della 19esima edizione di Cortinametraggio, il festival di riferimento per i corti presieduto e fondato da Maddalena Mayneri e diretto da Niccolò Gentili, che si terrà a Cortina D’Ampezzo dal 12 al 17 marzo 2024.


A concorrere all’ambito premio saranno 20 cortometraggi provenienti da tutta Italia, di cui otto anteprime mondiali e cinque italiane. Tra le opere finaliste: “Anemos” di Vera Munzi e Caterina Savadori, un racconto di emancipazione femminile ispirato a una storia vera; “Frammenti” di Andrea Casadio, uno sguardo intimo e delicato su uno dei momenti più tragici della storia recente; il racconto emozionante “Dive” di Aldo Iuliano; il divertente affresco di una madre e di suo figlio in “Ignoti” di Giuseppe Brigante; “Tilipirche” di Francesco Piras, racconto ambientato in Sardegna su un allevatore durante un’invasione di cavallette; “Eldorado” di Mathieu Volpe, tragico ed emozionante racconto di una storia di frontiera; l’action drama che descrive il rapporto tra un fratello e sua sorella “Fake Shot” di Francesco Castellaneta; la commedia dalle tinte thriller “Un lavoretto facile facile” di Giovanni Boscolo; “Wasted” di Tobia Passigato, racconto di formazione dalle tematiche universali con tinte green; “Il compleanno” di Enrico di Francesco Sossai, intimo ritratto di una solitudine; Può entrare in crisi un’amicizia tra coinquiline grazie ad una terza persona? Questa la tematica di “Ho Ballato di tutto” di Sarah Narducci; il toccante “De L’amor Perdu” di Lorenzo Quagliozzi ambientato nella seconda guerra mondiale; “Z.O.” di Loris G. Nese, dura storia di periferia; Felicità Cannibale di Daniel Baldotto, che affronta in modo delicato e originale il tema dell’elaborazione del lutto; la satira sociale “We should all be futurists” di Angela Norelli; il ritratto esistenziale “Foto di Gruppo” di Tommaso Frangini; “Stanza 5” di Rosario Capozzolo, ispirato alla storia vera di un’anziana donna sopravvissuta al Covid-19; “A Mosca Cieca” di Mino Capuano, dolce racconto di un legame inaspettato; “L’acquario” di Gianluca Zonta, che racconta le possibili derive sociali dell’intelligenza artificiale; l’originale commedia “Lo zio di Venezia” di Alessandro Parrello. A concorrere nella sezione “Made In USA”, invece, realizzata con la collaborazione artistica di Silvia Bizio, con il Santa Monica College (SMC) e Maria Cristina Heller: “Ovejas Lobos” di Alex Fischman Cárdenas; “Thirstygirl” di Alexandra Qin; “Jerome” di Gianfranco Fernández-Ruiz; “Who are you?” di Salvador Carrasco e “Whiteness at work” di Peter Nelson.


Inoltre, fuori concorso ci saranno due eventi speciali, i cortometraggi “Remo” (2023) di Marco Simon Puccioni e “Piccole cose di valore non quantificabile” (1999) di Paolo Genovese. Numerosi i premi ambiti dai giovani registi in concorso. Tra i principali: il premio Cortinametraggio per il Miglior Corto assoluto; il premio Rai Cinema Channel, il premio Miglior Commedia consegnato da Aermec; il premio Young; il premio del Pubblico conferito da The Film Club; Il premio della Stampa dato da Visottica; I premi miglior attore/attrice consegnati da Pianegonda e la miglior sceneggiatura conferita da Andromeda Film.


La 19a edizione di Cortinametraggio è realizzata in collaborazione con l’Aeronautica Militare, Polizia di Stato e il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, la Regione Veneto, la Provincia di Belluno, il nuovo IMAIE, il MIC, la Siae, Anec e Fice. Tra i partner di quest’anno anche: Aermec; Visottica Group; Cotril; Pianegonda; Rai Cinema; Anpit Italia; Titanus; Driade; Greenboo Production; The Film Club; Costa Crociere; We Short; Hotel Savoia; Zorzettig; La cooperativa di Cortina; Hotel De La Poste; Andromeda Film; Focus; Mg Production; Hotel Rosapetra; Nuove Reti.


Tutte le informazioni su www.cortinametraggio.it

”Fuorilegge. Veneto a mano armata”, dagli Autonomi a Felice Maniero

”Fuorilegge. Veneto a mano armata”, dagli Autonomi a Felice ManieroRoma, 10 gen. (askanews) – Presentata nel corso della 80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriva in tv la docuserie Sky Original “Fuorilegge. Veneto a mano armata”, in esclusiva dal 13 gennaio alle 21.15 su Sky Documentaries e in streaming su NOW.

Siamo negli anni ’70 ed Enrico Vandelli, un compagno antagonista dello Stato, decide di combatterlo. Ma invece di mettere bombe, si laurea in Giurisprudenza e diventa avvocato per difendere chi le bombe le mette per davvero, i protagonisti veneti degli anni di piombo, per poi ritrovarsi negli anni ’90 a braccetto con il criminale che ha cambiato la storia del Paese: Felice Maniero. “Fuorilegge. Veneto a mano armata” è una docuserie Sky Original in tre episodi che si muove a cavallo tra le tensioni politico-sociali degli anni di piombo e i movimenti segreti della criminalità organizzata degli anni ’90, sullo sfondo di un territorio, il Veneto, che è stato il cuore pulsante di tali avvenimenti, specialmente a Padova, definita “la polveriera del Nord-Est”.

Attraverso un punto di vista inedito e originale, la docuserie segue la storia dell’avvocato Enrico Vandelli, classe 1950, cresciuto nella Padova del boom economico industriale. Vandelli fin da ragazzo subisce la fascinazione della frangia politica più “rossa” del territorio e appena ventenne entra a fare parte del comitato di Radio Sherwood, radio indipendente locale vicina al movimento politico di Autonomia Operaia. Il primo grande processo che porta Vandelli ad esercitare la sua professione è il cosiddetto “processo 7 Aprile”, tenutosi a Roma e a Padova. Vandelli, giovane praticante avvocato che non ha ancora superato l’esame di Stato, si trova a prendere le parti di quell’attivismo politico, difendendo complessivamente 54 Autonomi nel corso di 118 udienze e conducendoli alla sentenza finale del 31 gennaio del 1986, che chiude un’epoca e gli ideali di una generazione, rivoluzionando la cultura giuridica del tempo. Con la conclusione del ciclo Autonomia, Vandelli costituisce un proprio studio legale, a Padova. Con il “processo 7 Aprile” ha difeso le idee in cui credeva e ha guadagnato un riconosciuto spessore professionale, ma i soldi scarseggiano. Decisivo per la sua carriera risulta quindi, negli anni ’90, il contatto con la banda di Felice Maniero, il Boss della Mala del Brenta. La Mala del Brenta, sviluppatasi parallelamente alla banda della Magliana a Roma e a quella della Comasina a Milano, si rese protagonista di rapine, sequestri di persona, omicidi e traffici di droga e armi a livello europeo.

L’incontro tra Maniero e Vandelli viene favorito proprio da un brigatista, difeso da Vandelli, il quale durante una reclusione nel carcere di Torino consiglia a “Faccia d’angelo” di contattare l’avvocato, definendolo “un legale amico”. Divenuto il difensore di Maniero, Vandelli instaura con lui un’amicizia che va oltre il puro rapporto lavorativo, venendo inghiottito nelle trame di uno degli uomini più pericolosi d’Italia. Grazie a Vandelli, infatti, Maniero viene scarcerato e riesce a riprendere la sua attività malavitosa ma, quando viene nuovamente catturato dalle forze dell’ordine, Maniero tradisce il suo avvocato, portandolo alla rovina. Vandelli è così costretto a darsi alla fuga e a rifugiarsi in Francia come latitante.

Alcuni vecchi compagni di Autonomia Operaia, riconoscenti nei confronti del loro avvocato, lo aiutano salvandolo temporaneamente dalla galera e finanziandone la latitanza, mentre a Padova la moglie e il figlio restano in contatto con lui attraverso le lettere che arrivano ogni settimana. Michele Vandelli, il figlio più piccolo, si trova quindi fin dall’età di dieci anni a gestire il peso delle azioni del padre, il cui nome risuona sulle prime pagine di tutti i giornali, fino alla cattura. Per quattro lunghi anni Michele riuscirà a vedere Enrico molto sporadicamente e solo in situazioni particolari: prima di nascosto a Parigi, durante la latitanza, poi nelle carceri francesi ed italiane in cui l’avvocato viene di volta in volta detenuto. Tutto il loro “non detto” ha inciso fortemente nella vita di entrambi, determinando conseguenze irreversibili che perseguitano Enrico Vandelli sino ai giorni nostri, alla pari della macchina della Giustizia, che sembra non essersi ancora dimenticata del suo vecchio antagonista. “Fuorilegge. Veneto a mano armata” è una docuserie Sky Original in tre episodi – in onda uno a settimana dal 13 gennaio alle 21.15 in esclusiva su Sky Documentaries e in streaming su NOW – realizzata da Padova Stories, scritta da Sebastiano Facco e Marta Pasqualini, per la regia di Sebastiano Facco.

Vasco Brondi esce con il suo nuovo singolo “Un segno di vita”

Vasco Brondi esce con il suo nuovo singolo “Un segno di vita”Milano, 9 gen. (askanews) – Vasco Brondi pubblica questo mercoledì 10 gennaio il suo nuovo singolo “Un segno di vita” (Carosello Records), canzone che anticipa e dà il titolo al nuovo progetto discografico in uscita a marzo e al tour di 12 date che partirà in aprile. Si tratta di un ritorno molto atteso, a distanza di tre anni da “Paesaggio dopo la battaglia”, il primo album che il veronese Vasco Brondi aveva pubblicato a suo nome dopo la conclusione del progetto Le Luci Della Centrale Elettrica.

Vasco Brondi racconta: «”Un segno di vita” è una preghiera rumorosa dedicata a questo presente complesso, ambientata in un paesaggio di bombardamenti e città disastrate per il cambiamento climatico. Scoprire i primi germogli che crescono a Hiroshima dopo la bomba atomica, i fiori che crescono anche nel deserto. Provare a intravedere il futuro, come nelle profezie, la pioggia che fa sparire le strade, la pianura che tornerà un bosco. La cantilena degli esseri umani, costruire e distruggere e poi ricostruire. Come scriveva Calvino “adesso più che mai è importante cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”». Queste le date del tour, informazioni e prevendite già disponibili su www.vascobrondi.it:

5 aprile LIVORNO The Cage 11 aprile Roncade New Age 12 aprile Bologna Estragon 14 aprile Milano Magazzini Generali – Sold out 16 aprile Roma Largo Venue – Sold out 17 aprile Roma Largo Venue – Nuova data 18 aprile Napoli Duel 19 aprile Cosenza Unical 24 aprile Senigallia Mamamia 26 aprile Perugia Urban 7 maggio Torino Hiroshima 8 maggio Milano Magazzini Generali – Nuova data Il tour è organizzato e prodotto da IMARTS – International Music & Arts in collaborazione con Gibilterra Management.

Music Awards 2024: 13 e 14 settembre tornano all’Arena di Verona

Music Awards 2024: 13 e 14 settembre tornano all’Arena di VeronaMilano, 31 dic. (askanews) – Venerdì 13 e sabato 14 settembre 2024 tornano all’Arena di Verona i grandi premi della Musica Italiana, i Music Awards. Nel corso delle due serate si alterneranno sul palco, con delle performance esclusive e sorprendenti, le grandi stelle della musica.

Per l’occasione, i più grandi Artisti del panorama musicale italiano riceveranno i prestigiosi premi come segno di riconoscimento per i risultati ottenuti con la loro musica. Tra gli eventi musicali più rilevanti del nostro paese, i Music Awards riconquisteranno l’Arena di Verona per una diciottesima edizione ricca di sorprese e grandi emozioni. I biglietti per le due serate dei Music Awards sono già disponibili in prevendita su TicketOne.it (inizio show ore 20.30). Info su https://www.friendsandpartners.it/

I Bengala Fire annunciano il primo disco di inediti “La band”

I Bengala Fire annunciano il primo disco di inediti “La band”Milano, 19 dic. (askanews) – Si intitola “La band” il disco d’esordio dei Bengala Fire in uscita il 19 gennaio per BOC/Pioggia Rossa Dischi con distribuzione Believe, un viaggio rock and roll attraverso le periferie delle nostre città, tra passato, presente, personaggi immaginari e sentimenti contrastanti.

La band trevigiana che ha preso parte a X Factor 2021 nel team di Manuel Agnelli pubblica il primo full length di inediti: 12 canzoni vicine al punk ’77 inglese, nate dalle osservazioni, dalle letture, dai film, dai videogiochi e dagli ascolti che hanno rappresentato la quotidianità della band negli ultimi anni. Prodotto da Rodrigo D’Erasmo e Daniele Tortora e anticipato dai singoli “Matador” e “Serenissima Malcontenta”, LA BAND è a tutti gli effetti un punto di partenza: rappresenta il definitivo passaggio dei Bengala Fire all’italiano, dopo un ricco percorso in inglese, ed è la sintesi dell’esperienza live maturata in 13 anni d’attività. I Bengala Fire sono Mattia Mariuzzo (Mario), Andrea Orsella (Orso), Davide Bortoletto (Borto) e Alexander Puntel (Lex). Nascono a Cornuda (TV), dove a soli dodici anni formano la band, nel 2010. Si contraddistinguono fin da subito per il sound britannico e la forte propensione al palcoscenico.

Reduci da una lunga gavetta live e varie esperienze in studio, partecipano nel 2021 ad X Factor Italia classificandosi terzi sotto la guida di Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, con i quali pubblicano i singoli “Valencia” e “Amaro Mio” in lingua inglese. Ad aprile 2022 pubblicano il singolo “Jack (Non Sa)” con Luca “Vicio” Vicini (Subsonica) e partono per un tour primaverile ed estivo di 25 date in tutta la penisola. Matura nel frattempo il rapporto artistico e lavorativo con Rodrigo D’Erasmo, che sfocia nella produzione di “Matador” e di “Bobby Eroina”. Con quest’ultimo e il sound engineer Daniele “il Mafio” Tortora (Max Gazzè, Daniele Silvestri) proseguono il lavoro sul loro disco di debutto interamente in italiano.

Partecipano all’80 esima Mostra del Cinema di Venezia a settembre 2023 presentando un cortometraggio che accompagna in anteprima il loro nuovo singolo “Serenissima Malcontenta” di lancio del nuovo album.