Post Covid: per il cervello più plasticità e relazioni socialiMilano, 17 mar. (askanews) – Secondo le ultime stime raccolte nel nostro Paese, le malattie neurologiche e psichiatriche sono sempre più diffuse: circa 12 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno, 1 milione sperimentano sintomi legati all’Alzheimer o a demenze senili e ben 3 milioni e mezzo sono alle prese con patologie legate ad ansia e depressione. Numeri che rendono urgente prendersi cura della salute del cervello, perché è da esso che dipende la qualità della vita. Il cervello, infatti, è la cabina di controllo del nostro corpo. Ci permette di pianificare, organizzare e portare a termine le attività quotidiane, così come di percepire e interpretare le situazioni che viviamo, gli stimoli a cui rispondiamo e le relazioni che stringiamo. Ma come è possibile mettere in atto tutte quelle accortezze affinché il cervello mantenga una situazione di equilibrio?
La risposta è emersa nel webinar “Un cervello sempre in forma” condotto dalla Prof.ssa Graziella Madeo, neurologa e direttore sanitario del centro Brain&Care di Rimini.
Il Dott. Furio Ravera – psichiatra, psicoterapeuta e direttore delle Unità “Abuso e Dipendenze da Sostanze Stupefacenti e Farmaci” e “Disturbi di Personalità e Disturbi Psicotici” del Gruppo Ginestra presso la Casa di Cura Le Betulle ha sottolineato come la pandemia da Covid-19 abbia influito in modo pesante sulla salute mentale, in particolar modo sulle fasce d’età “estreme” della vita: adolescenti e anziani. “Il contatto tra esseri umani è uno dei principali fattori che concorrono verso la salute mentale e quando ci si trova in una situazione di isolamento, come è successo durante il lockdown, il cervello va inevitabilmente incontro a pensieri negativi. Abbiamo tutti bisogno di un fattore di distrazione, non possiamo frequentare troppo solo noi stessi e le nostre abitudini. Statistiche hanno dimostrato che se rimaniamo per troppo tempo senza svolgere attività esterne a noi stessi, si innesca il “Default mode network”, un circuito che, se protratto per diverso tempo, ha il potere di produrre pensieri negativi”. Curare le relazioni sociali può aiutare, quindi, nel mantenimento del benessere del cervello e sono diverse le strategie che possono essere messe in campo per prevenire un disagio psicologico, far fronte allo stress quotidiano, combattere l’invecchiamento o potenziare le risorse cerebrali. Tra queste, leggere, ascoltare musica, imparare una nuova lingua o praticare sport, ovvero attività che consentono una stimolazione del cervello. Come affermato dal Prof. Antonello Bonci – neuropsicofarmacologo fondatore del GIA (Global Institutes on Addiction) Miami e direttore scientifico di Brain&Care – “Lo sport impone al cervello di diventare una vera e propria ‘palestra’ e, da un punto di vista chimico, mette in moto una farmacia endogena, per cui il nostro corpo inizia a produrre sostanze anti ansia, anti invecchiamento e anti insonnia. Ovviamente, anche l’attività fisica deve essere svolta con moderazione ed equilibrio, per evitare che l’eccessività diventi dipendenza”.
Strategie che per essere efficaci devono diventare abitudini, capaci di formare nuove connessioni cerebrali e cambiamenti a lungo termine all’interno del nostro organismo, che possano durare anche tutta la vita. Questo si traduce nel concetto di plasticità cerebrale, ovvero la capacità di creare nuove vie che ci possano far “uscire” da un certo tipo di pensieri e comportamenti negativi. Ha proseguito il Prof. Bonci – “In questa ‘nuova era del cervello’, sono stati introdotti anche strumenti che possiamo utilizzare per agire su questi meccanismi e creare plasticità, come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) che ha cambiato lo scenario terapeutico attuale. Ad ogni modo, i risultati migliori si raggiungono sempre con la somma delle parti: stimolazione, percorso di psicoterapia e svolgimento di piccole e ‘positive’ attività quotidiane. Ha concluso infine il Dott. Ravera – “Per raggiungere un equilibrio intorno alla propria salute mentale, è fondamentale essere onesti verso sé stessi, riconoscere dove si sbaglia e dove si è in difetto. La salute mentale, infatti, può esprimersi al suo massimo in una condizione di serenità, all’interno della quale si realizza la capacità di prendersi cura di sé stessi, con senso di responsabilità. Lo star bene non è casuale, prevede un dialogo, molto spesso complesso, che ci obbliga a posizionarci in una prospettiva opposta rispetto ai nostri pensieri”.