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Papa: povertà resta grande ingiustizia della nostra società

Papa: povertà resta grande ingiustizia della nostra societàCittà del Vaticano, 28 giu. (askanews) – I poveri sono oggi “coloro che attirano l’attenzione su questa grande ingiustizia che è la grande povertà del mondo. Si spendono i soldi per fabbricare le armi, e non per combatterla”. Lo ha detto Papa Francesco, parlando a braccio, nel corso della sua catechesi durante l’udienza generale in piazza San Pietro.

“Non dimenticate: – ha poi aggiunto parlando ai fedeli raccolti nella piazza – non c’è santità se non c’è in qualche modo la cura per i poveri, per i bisognosi, per coloro che sono ai margini della società”.

Il Vaticano invia il cardinale Zuppi in missione di pace a Mosca

Il Vaticano invia il cardinale Zuppi in missione di pace a MoscaCittà del Vaticano, 27 giu. (askanews) – Prosegue la missione di pace vaticana, voluta da Papa Francesco e affidata all’ Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Matteo Zuppi. Dopo la visita a Kiev, il porporato sarà a Mosca fino al 29 giugno, per incontrare le autorità russe dopo aver visto il presidente ucraino, Zelensky il 6 giugno scorso. A darne notizia la stessa Santa Sede che ha precisato che il card. Zuppi sarà accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato.

Il card. Zuppi sarà a Mosca “quale inviato di Papa Francesco. Scopo principale dell’iniziativa – si sottolinea – è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”. Non è escluso che il card. Zuppi, tra i suoi incontri in agenda, includa anche quello con il Patriarca della Chiesa ortodossa russa, Kirill.

Vino, focaccia, frutta e spezie: natura morta scoperta a Pompei

Vino, focaccia, frutta e spezie: natura morta scoperta a PompeiRoma, 27 giu. (askanews) – Sembra una pizza, quello che si vede su un dipinto pompeiano di 2000 anni fa, ma ovviamente non lo può essere, dato che mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella. Tuttavia, come risulta da una prima analisi iconografica di un affresco con natura morta, emerso in questi giorni nell’ambito dei nuovi scavi nell’insula 10 della Regio IX a Pompei, ciò che era rappresentato sulla parete di un’antica casa pompeiana potrebbe essere un lontano antenato della pietanza moderna, elevata a patrimonio dell’umanità nel 2017 in quanto “arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano”.

Come spiegano gli archeologi del Parco Archeologico di Pompei, si suppone che accanto a un calice di vino, posato su un vassoio di argento, sia raffigurata una focaccia di forma piatta che funge da supporto per frutti vari (individuabili un melograno e forse un dattero), condita con spezie o forse piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino), indicato da puntini color giallastro e ocra. Inoltre, presenti sullo stesso vassoio, frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto a datteri e melograni. Tale genere di immagini, noto in antico con il nome xenia, prendeva spunto dai “doni ospitali” che si offrivano agli ospiti secondo una tradizione greca, risalente al periodo ellenistico (III-I secolo a.C.). Dalle città vesuviane si conoscono circa trecento di queste raffigurazioni, che spesso alludono anche alla sfera sacra, oltre a quella dell’ospitalità, senza che tra le attestazioni rinvenute finora ci sia un confronto puntuale per l’affresco recentemente scoperto, che colpisce anche per la sua notevole qualità di esecuzione.

Da un passo nell’Eneide di Virgilio (libro VII, v. 128 sgg.), si può dedurre il posizionamento di frutta e altri prodotti dei campi su pani sacrificali che fungono da “mense”: nel momento in cui gli eroi troiani mangiano dopo la frutta, anche i pani usati come contenitori (mense) , si accorgono nell’epos virgiliano, che si è verificata la profezia secondo la quale avrebbero trovato una nuova patria, quando “spinto a lidi sconosciuti, esaurito ogni cibo,” la fame li avrebbe portati a “divorare anche le mense”. “Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che rivela sempre nuovi tesori”, afferma il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano: “Al di là della questione di merito su cui parleranno gli studiosi, va sottolineato il valore globale di questo sito al quale stiamo dedicando le nostre cure, con la chiusura del Grande Progetto Pompei ma anche con l’avvio di nuove iniziative. La tutela e lo sviluppo del patrimonio, in ossequio all’art. 9 della Costituzione, sono una priorità assoluta”.

“Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati – commenta il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto ‘povero’ nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati”. L’affresco è stato rinvenuto nell’atrio di una casa dell’Insula 10 della Regio IX in corso di scavo, a cui era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891 e le cui indagini sono state riprese a gennaio scorso. Le strutture scavate nell’800 e parzialmente a vista facevano già supporre la presenza di un ampio atrio con la classica successione degli ambienti sul lato orientale e, sul lato opposto, l’ingresso al settore produttivo del forno. L’atrio è stato liberato dal materiale di risulta degli scavi ottocenteschi rivelando il crollo delle coperture, all’interno dello strato di pomici bianche e una porzione residuale degli strati vulcanici da flusso (cineriti) nel settore meridionale. Negli ambienti di lavorazione vicini al forno, nelle settimane passate, sono stati rinvenuti gli scheletri di tre vittime.

L’intero cantiere di scavo dell’insula 9 interessa un’area di circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica sepolta nel 79 d.C. dal Vesuvio e si inserisce in un più ampio approccio, sviluppato durante l’ultimo decennio e teso a rettificare e risolvere i problemi idrogeologici e conservativi dei fronti di scavo, ovvero il confine tra la parte scavata e quella inesplorata della città antica. Quest’ultima ammontante a circa 22 ettari di isolati e case ancora sepolti sotto lapilli e cenere, quasi un terzo dell’abitato antico. Il Parco Archeologico di Pompei ha pubblicato un primo inquadramento storico-archeologico dell’affresco sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, consultabile sul sito www.pompeiisites.org e funzionale alla condivisione tempestiva di dati scientifici provenienti da scavi e ricerche in corso nel sito UNESCO e nel suo territorio.

L’incidente di Casal Palocco, il gip di Roma: la Lamborghini degli youtuber viaggiava a oltre 120 km all’ora

L’incidente di Casal Palocco, il gip di Roma: la Lamborghini degli youtuber viaggiava a oltre 120 km all’oraRoma, 26 giu. (askanews) – Il suv guidato dallo youtuber Matteo Di Pietro andava sua via di Macchia Saponara ad oltre 120 chilometri orari. Il dato emerge dall’ordinanza di custodia scritta dal gip Angela Gerardi con cui sono stati decisi gli arresti domiciliari nei confronti del giovane indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni rispetto all’incidente nel quale ha perso la vita, il 14 giugno scorso, il piccolo Manuel, di 5 anni.

Nel documento il giudice riporta i dati gps e spiega come emerga “in buon sostanza che la Lamborghini percorreva via dei Pescatori, da cui proveniva, diretta in via Macchia Saponara, alla velocità di circa 145 km/h; che al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15,38, si fermava; che imboccata tale via, riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell’impatto”. Più avanti nell’ordinanza si sottolinea inoltre che “d’altra parte i dati tratti dal gps hanno segnalato l’accelerazione repentina del mezzo che, una volta immessosi su via di Macchia Saponara, passava in poco più di dieci secondi, da 0 km/h a 124 km/h, poco prima dell’impatto. L’assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”. La signora che era in macchina con i suoi figli aveva inserito la freccia della propria macchina prima di svoltare. Lo riferisce agli inquirenti l’autista del bus che passava in quel momento su via di Macchia Saponara. Quell’auto – ha spiegato – “azionava l’indicatore di direzione sinistro e avviava la manovra di svolta; ad un certo punto però veniva travolta da una Lamborghini. La manovra effettuata dalla Smart per la svolta in via Archelao di Mileto era stata molto rapida, senza esitazione, cosa che lo induceva a ritenere che la conducente della Smart non avesse visto o non si fosse accorta dell’arrivo della Lamborghini, che a sua volta non aveva tentato di frenare. Dopo l’urto, la Smart era stata trascinata per alcuni metri quindi era stata sganciata dalla Lamborghini, fermando la propria corsa a ridosso del marciapiede di destra”.

Secondo il gip Gerardi “sussiste il pericolo di inquinamento delle prove, così come ritenuto dal pubblico ministero, tenuto conto del mancato rinvenimento, all’interno della Lamborghini, delle due telecamere utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici di Di Pietro erano in funzione e al momento dell’incidente utilizzate da uno di loro”. Rispetto alla personalità del giovanissimo indagato il gip spiega che “non appare tranquillizzante, tenuto conto che la sua principale fonte di reddito sembrerebbe rappresentata proprio dalla realizzazione di video da pubblicare su siti web riferibili alla società The Borderline srl, di cui l’indagato è socio oltre che amministratore delegato e che ha già in precedenza realizzato altri video e challenge a bordo di autovetture, proponendo sfide analoghe, con il rischio di mettere in pericolo l’incolumità propria e degli altri utenti della strada”. Poi la “riscontrata positività ai cannabinoidi, sebbene non vada ad integrare la circostanza aggravante dell’omicidio stradale, che infatti il pubblico ministero non ha contestato potendo essa riferirsi ad assunzioni risalenti a diversi giorni prima, rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell’indole dell’indagato, che conferma il quadro sopra delineato. Si rende dunque indispensabile l’adozione di una misura cautelare che sia adeguata a fronteggiare tale pericolo di reiterazione”. Inoltre lo youtuber ha noleggiato quel suv con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h”.

Si terrà domani l’interrogatorio di garanzia per Matteo Di Pietro, il giovane youtuber agli arresti domiciliari in relazione all’incidente stradale, avvenuto a Casal Palocco, ed in cui ha perso la vita un bimbo di 5 anni. Nel sinistro sono rimasti feriti anche la mamma e la sorellina della vittima. Di Pietro dovrà comparire davanti al giudice Angela Gerardi che nei suoi confronti ha deciso l’ordinanza di custodia cautelare. Nel documento si spiega che Di Pietro ha noleggiato il suv con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 chilometri orari”.

I dati del Libro bianco: il 34% dei detenuti entra in carcere per detenzione di droga

I dati del Libro bianco: il 34% dei detenuti entra in carcere per detenzione di drogaRoma, 26 giu. (askanews) – “Il 34 per cento dei detenuti entra in carcere per detenzione di droga. Quasi il doppio della media dei Paesi dell’Unione europea”. Lo si spiega sul Libro bianco realizzato da associazioni e sindacati dove si sottolinea che “oltre il 40 per cento di chi entra in carcere usa droghe. Si tratta di un catastrofico record negli ultimi 17 anni”. E “dopo 32 anni di applicazione del Testo Unico sulle droghe Jervolino-Vassalli, i devastanti effetti penali (dell’articolo 73 in particolare) sono sotto gli occhi di tutti. La legge sulle droghe continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri”.

“Dopo 32 anni di applicazione del Testo Unico sulle droghe Jervolino-Vassalli, i devastanti effetti penali (dell’art. 73 in particolare) sono sotto gli occhi di tutti. La legge sulle droghe continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri”. Così si afferma nel Libro bianco sulle droghe promosso da Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, Cgil, Cnca, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA e Legacoopsociali con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica Cgil, Gruppo Abele, Itardd e Itanpud. Inoltre si spiega che “la legislazione sulle droghe e l’uso che ne viene fatto sono decisivi nella determinazione dei saldi della repressione penale: la decarcerizzazione passa attraverso la decriminalizzazione delle condotte legate alla circolazione delle sostanze stupefacenti così come le politiche di tolleranza zero e di controllo sociale coattivo si fondano sulla loro criminalizzazione. Basti pensare che in assenza di detenuti per art. 73 o di quelli dichiarati ‘tossicodipendenti’, non vi sarebbe il problema del sovraffollamento. carcerario, come indicato dalle simulazioni prodotte”. Insomma, per il report delle associazioni: dopo 33 anni di applicazione non si può più considerare questi come effetti collaterali della legislazione antidroga, ma come effetti evidentemente voluti.

Il Cai smentisce lo stop alle croci sulle vette: un equivoco, mai trattato l’argomento

Il Cai smentisce lo stop alle croci sulle vette: un equivoco, mai trattato l’argomentoRoma, 25 giu. (askanews) – “Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce”. Lo afferma in una nota il presidente generale del Club alpino italiano, Antonio Montani, in riferimento alle polemiche politiche scaturite da quella che era sembrata la posizione ufficiale del Cai, ovvero la volontà di togliere le croci dalle cime delle montagne in segno di inclusività religiosa.

“Voglio scusarmi personalmente con il Ministro – prosegue Montani – per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.

Il Papa ricorda Emanuela Orlandi scomparsa 40 anni fa: “Esprimo la mia vicinanza ai familiari”

Il Papa ricorda Emanuela Orlandi scomparsa 40 anni fa: “Esprimo la mia vicinanza ai familiari”Roma, 25 giu. (askanews) – “In questi giorni ricorre il 40mo anniversario dalla scomparsa di Emanuela Orlandi: desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera”. Lo ha detto papa Francesco dopo l’Angelus rivolto ai fedeli in piazza San Pietro fra i quali c’erano i partecipanti al sit-in organizzato in ricordo di Emanuela: il fratello Pietro, l’avvocato di famiglia, Laura Sgrò, e la sorella di Mirella Gregori, coetanea di Emanuela anche lei sparita nel nulla 40 anni fa.

“Estendo il mio dolore a tutte le persone che portano il dolore di una persona cara scomparsa”, ha aggiunto il pontefice.

Papa: rinunciare agli idoli dell’efficienza e del consumismo per non buttar via la vita

Papa: rinunciare agli idoli dell’efficienza e del consumismo per non buttar via la vitaCittà del Vaticano, 25 giu. (askanews) – “Non bisogna tanto temere di subire incomprensioni e critiche, di perdere prestigio e vantaggi economici per restare fedeli al Vangelo, ma di sprecare l’esistenza a inseguire cose di poco conto, che non riempiono di senso la vita”. E’ il messaggio di Gesù che papa Francesco ha ricordato oggi all’Angelus facendo l’esempio della valle della Geenna, la grande discrica della città di Gerusalemme: “E questo – ha spiegato – è importante anche per noi. Pure oggi, infatti, si può essere derisi o discriminati se non si seguono certi modelli alla moda, che però mettono spesso al centro realtà di secondo piano: le cose anziché le persone, le prestazioni anziché le relazioni”.

“Facciamo qualche esempio – ha poi aggiunto – . Penso a dei genitori, che hanno bisogno di lavorare per mantenere la famiglia, ma non possono vivere solo per il lavoro: hanno bisogno del tempo necessario per stare con i figli. Penso anche a un sacerdote o a una suora: devono impegnarsi nel loro servizio, ma senza dimenticare di dedicare tempo a stare con Gesù, altrimenti cadono nella mondanità spirituale e perdono il senso di ciò che sono. E ancora, penso a un giovane o a una giovane, che hanno mille impegni e passioni: la scuola, lo sport, vari interessi, i telefonini e i social, ma hanno bisogno di incontrare le persone e realizzare dei sogni grandi, senza perdere tempo in cose che passano e non lasciano il segno. Tutto ciò comporta qualche rinuncia di fronte agli idoli dell’efficienza e del consumismo, ma è necessario per non andare a perdersi nelle cose, che poi vengono buttate via, come si faceva allora nella Geenna. E nelle Geenne di oggi, invece, spesso finiscono le persone: pensiamo agli ultimi, spesso trattati come materiale di scarto e oggetti indesiderati”. “Rimanere fedeli a ciò che conta costa – ha osservato il pontefice – costa andare controcorrente, liberarsi dai condizionamenti del pensare comune, essere messi da parte da chi “segue l’onda”. Ma non importa, dice Gesù: ciò che conta è non buttare via il bene più grande: la vita. Solo questo deve spaventarci. Chiediamoci allora: io, di che cosa ho paura? Di non avere quello che mi piace? Di non raggiungere i traguardi che la società impone? Del giudizio degli altri? Oppure di non piacere al Signore e di non mettere al primo posto il suo Vangelo? Maria, Vergine Sapiente, ci aiuti ad essere saggi e coraggiosi nelle scelte che facciamo”.

Il Papa agli artisti: non omologatevi. Aiutateci a sognare un mondo nuovo

Il Papa agli artisti: non omologatevi. Aiutateci a sognare un mondo nuovoCittà del Vaticano, 23 giu. (askanews) – “La creatività dell’artista sembra partecipare della passione generativa di Dio. Siete alleati del sogno di Dio! Siete occhi che guardano e che sognano. Non basta soltanto guardare, bisogna anche sognare”. A spronare il mondo della cultura e dell’arte invitandolo a non omologarsi al finto bello che oggi viene spesso presentanto, è stato stamane Papa Francesco che, nella straordinaria cornice della Cappella Sistina ha incontrato in udienza circa 200 artisti: pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori (tra loro Baricco, Ligabiue, Mogol ed altri).

Un incontro organizzato in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani. “Noi esseri umani aneliamo a un mondo nuovo che non vedremo appieno con i nostri occhi, eppure lo desideriamo, lo cerchiamo, lo sogniamo. Come diceva uno scrittore latino-americano, abbiamo un occhio di carne e l’altro di vetro: con quello di carne guardiamo ciò che vediamo, con quello di vetro guardiamo ciò che sogniamo”, ha detto Francesco nel suo discorso.

Ma proprio gli artisti, ha subito aggiunto, hanno “la capacità di sognare nuove versioni del mondo, d’introdurre novità nella storia”, e citando lo scritto Guardini, il Papa ha paragonati i creativi “ai veggenti. Siete un po’ come i profeti. Sapete guardare le cose sia in profondità sia in lontananza, come sentinelle che stringono gli occhi per scrutare l’orizzonte e scandagliare la realtà al di là delle apparenze”. “In ciò siete chiamati a sottrarvi al potere suggestionante di quella presunta bellezza artificiale e superficiale oggi diffusa e spesso complice dei meccanismi economici che generano disuguaglianze. – è stato l’invito rivolto dal Papa al mondo dell’arte – È una bellezza finta, cosmetica, un maquillage che nasconde invece di rivelare. In italiano si dice ‘trucco’ – ha insistito – perché ha qualcosa dell’inganno. Voi vi tenete distanti da questa bellezza, la vostra arte vuole agire come coscienza critica della società, togliendo il velo all’ovvietà. Volete mostrare quello che fa pensare, che rende vigili, che svela la realtà anche nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti che è più comodo o conveniente tenere nascosti. Come i profeti biblici, – ha aggiunto – ci mettete di fronte a cose che a volte danno fastidio, criticando i falsi miti di oggi, i nuovi idoli, i discorsi banali, i tranelli del consumo, le astuzie del potere”. “Fate bene a essere anche sentinelle del vero senso religioso, a volte banalizzato o commercializzato. In questo essere veggenti, sentinelle, coscienze critiche, vi sento alleati per tante cose che mi stanno a cuore, come la difesa della vita umana, la giustizia sociale, gli ultimi, la cura della casa comune, il sentirci tutti fratelli”, ha aggiunto il pontefice.

In questa dimensione “l’arte e la fede non possono lasciare le cose così come stanno: le cambiano, le trasformano, le convertono. L’arte non può mai essere un anestetico; dà pace, ma non addormenta le coscienze, le tiene sveglie”. Prima di terminare il suo incontro, francesco ha voluto anche invitare il mondo dell’arte ad avere un occhio particolare per i poveri. “Vorrei chiedervi di non dimenticarvi dei poveri, che sono i preferiti di Cristo, in tutti i modi in cui si è poveri oggi. Anche i poveri hanno bisogno dell’arte e della bellezza. – ha infatti detto – Alcuni sperimentano forme durissime di privazione della vita; per questo, ne hanno più bisogno. Di solito non hanno voce per farsi sentire. Voi potete farvi interpreti del loro grido silenzioso”.

Arrestati con l’accusa di corruzione l’ex direttore dell’Agenzia Dogane Minenna e l’ex parlamentare Pini

Arrestati con l’accusa di corruzione l’ex direttore dell’Agenzia Dogane Minenna e l’ex parlamentare PiniRoma, 22 giu. (askanews) – E’ finito agli arresti domiciliari per una accusa di corruzione l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, ad oggi assessore all’ambiente della Regione Calabria ed ex assessore del Comune di Roma. Il provvedimento restrittivo è stato deciso dal gip di Forlì nell’ambito di una indagine della procura e con il coordinamento della Dda di Bologna. Custodia cautelare applicata anche per un ex parlamentare della Lega, Gianluca Pini.

Nel complesso sono 34 le ordinanze eseguite. Coinvolti nell’indagine anche funzionari della prefettura di Ravenna e dell’Azienda sanitarie locale regionale. Gli accertamenti, partiti da una verifica su un possibile traffico di droga, hanno riguardato anche una serie di appalti tra cui uno per la fornitura di mascherine. I magistrati hanno disposto, inoltre, il sequestro di 63 milioni di fondi.