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Operatori sanità pubblica chiedono a Ue adozione urgente del Nutriscore

Operatori sanità pubblica chiedono a Ue adozione urgente del NutriscoreMilano, 17 mar. (askanews) – La European public health association, che rappresenta gli operatori sanitari del settore pubblico europeo, è scesa in campo a favore del Nutriscore (l’etichetta a semaforo), una delle quattro soluzioni per l’etichetta fronte pacco, sulle quali entro fine 2022 avrebbe dovuto esprimersi la Commissione europea. A fronte del rinvio di una proposta da parte della Commissione, l’organizzazione che riunisce associazioni e istituti della sanità pubblica in Europa, lancia un vero e proprio allarme: “Eupha è preoccupata per il fatto che il termine inizialmente annunciato dalla Commissione sia ormai scaduto e non sembra esserci alcuna indicazione formale sulla data in cui la proposta sarà pubblicata – si legge in una nota – Dei quattro schemi di etichette fronte pacco considerati nella valutazione d’impatto iniziale, il Nutriscore è l’unico che soddisfa i criteri scelti, in quanto è semplice, graduato e codificato a colori”.
Le quattro opzioni in campo sono il nutriscore francese, un “indicatore graduato” che assegna un voto complessivo agli alimenti visualizzati attraverso i colori del semaforo; i semafori inglesi, che esprimono una valutazione separata per calorie, zuccheri, sale e grassi saturi, il KeyHole dei Paesi nordici, che viene assegnato agli alimenti più salutari e infine la batteria italiana NutrInform, che fornisce informazioni sulle quantità di sale, grassi, grassi saturi e zuccheri negli alimenti e indica l’incidenza di una porzione di prodotto sul fabbisogno giornaliero.
“Nel maggio 2020, la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia Farm to Fork, in cui si è impegnata a proporre un’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata sulla parte anteriore della confezione per consentire ai consumatori di fare scelte alimentari informate, sane e sostenibili entro il quarto trimestre del 2022” sottolinea Eupha in una nota schierandosi decisamente a favore della proposta francese del nutriscore: “La sua efficacia in termini di capacità di attrarre l’attenzione dei consumatori, essere percepita favorevolmente, essere ben compresa e avere un impatto sulla qualità nutrizionale degli acquisti è chiara. Dato il peso delle malattie croniche, è urgente un’azione preventiva”. “L’Eupha chiede pertanto alla Commissione di portare avanti le revisioni che si è impegnata a introdurre proponendo una legislazione urgente che richieda l’etichettatura obbligatoria degli alimenti con il Nutriscore in tutta l’Unione europea”..

Giornata mondiale della Felicità, indagine sul mondo del lavoro

Giornata mondiale della Felicità, indagine sul mondo del lavoroMilano, 17 mar. (askanews) – In occasione della Giornata mondiale della Felicità, Glickon, azienda italiana che opera nel settore del mercato software dell’HR tech per medie e grandi aziende, ha lanciato una survey che parte da una domanda: nell’arco della nostra vita trascorriamo oltre 90mila ore lavorando. Ma, in questo tanto tempo che trascorriamo a lavoro, siamo davvero felici?
Si parte da un presupposto: la relazione tra lavoro e felicità è necessaria per l’80% degli intervistati e per la quasi totalità (97%), essere felici, rende anche più produttivi. E poi, ci sono altri dati rassicuranti: ben oltre il 66% si dichiara contento della posizione che occupa. Per il 34% – quella posizione -, rappresenta effettivamente ciò che sognava di fare, mentre il 37% si è adattato, ma si ritiene comunque soddisfatto e sereno.
Parliamo di dati rassicuranti perché, se rapportati allo scenario di questo mercato – sempre più coinvolto da grandi fenomeni sociali, culturali ed economici come Great Resignation, Quite Quitting, Hope Fatigue, etc. – risultano essere molto positivi e incoraggianti. Non c’è quindi da stupirsi se il 46% affermi di essere disposto a cambiare il proprio lavoro, in nome della felicità, anche se dovesse rinunciare a qualcosa in termini economici o di benefit. Troverebbe così spiegazione il 65% che ha ammesso di aver vissuto “con felicità” le proprie dimissioni o il proprio licenziamento. Ma attenzione, seppur il detto “I soldi non fanno la felicità” risulti ancora valido, lo stipendio resta un parametro di felicità importante per il 62% dei partecipanti.
Cosa ci rende però davvero felici del nostro lavoro? In cima a tutto le relazioni con i colleghi e l’ambiente lavorativo (30%), seguite dalle attività specifiche di cui ci si occupa (28%), e da flessibilità, benefit e stipendio (23%). Infine, la valorizzazione del talento e l’attenzione verso il proprio percorso di crescita (19%). Quic’è ampio margine di miglioramento, soprattutto oggi, che è in atto una vera e propria corsa ai talenti: le aziende dovranno essere sempre più attente non solo ad acquisire, ma anche a saper trattenere. Invece, come cambiano i fattori di felicità tra le varie generazioni? Per la Generazione Z e i Millennial, ad esempio, la qualità delle relazioni e la sostenibilità del tempo delle persone è più importante (16%) rispetto alla Generazione X e ai Boomer (12%). Così come la trasparenza e l’etica della realtà per cui si lavora (15% vs 12%). Contrariamente per gli over 40 il benessere psico-fisico (25% vs 20%) risulta essere un elemento più importante insieme alla valorizzazione economica e i benefit (19% vs 17%). Quasi cross-generazionali invece: crescita e sviluppo personale (24% per under 40 vs 22% over 40), che per dato risulta essere il valore di maggior rilievo, e condivisione dei valori del brand o società per cui si lavora (6%).
“Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita” resta il mantra del 67% degli intervistati, ma alla domanda “Riesci ad avere un buon work-life-balance tanto da renderti felice e serena/o?” Il panel si divide quasi a metà con una leggera maggioranza verso il “NO” (51%). Glickon ha quindi chiesto a Monica Bormetti, psicologa del lavoro che si occupa di formazione e coaching su work-life balance e benessere digitale, 5 consigli per essere più felici o ritrovare la propria felicità partendo da noi stessi: fare dipendere la felicità dal tuo “centro” e non dalle condizioni esterne; coltivare gli ormoni della felicità con relazioni positive; individuare piccoli rituali di benessere per favorire il work-life balance; imparare a trovare “il bello” nelle attività che svolgi e infine accogliere nel proprio percorso professionale le opportunità inaspettate.

Roma, Ospedale Bambino Gesù inaugura la nuova sala emodinamica

Roma, Ospedale Bambino Gesù inaugura la nuova sala emodinamicaRoma, 17 mar. (askanews) – Una nuova sala emodinamica con la tecnologia più avanzata attualmente disponibile per correggere i difetti cardiaci: è stata inaugurata nel Padiglione Spellman della sede del Gianicolo del Bambino Gesù. Consente di aumentare la qualità delle immagini a raggi X con una minore esposizione radiologica e minore stress fisico e psicologico per i bambini. L’unità di cardiologia interventistica del Bambino Gesù esegue circa 500 procedure all’anno per il trattamento delle patologie congenite del cuore dal neonato all’adulto, tra le quali l’impianto di valvole polmonari (sia espandibili con pallone che auto-espandibili), la chiusura di tutti i tipi di difetti, l’impianto di stent, la chiusura del dotto di Botallo nel neonato prematuro, la ricanalizzazione di strutture vascolari ostruite. Le procedure avvengono nella sala emodinamica in modo mininvasivo, senza cioè la necessità di un intervento chirurgico con torace aperto. Micro cannule vengono inserite nei vasi sanguigni che portano al cuore. Al loro interno scorre un catetere (tubicino flessibile) che viene posizionato laddove c’è il problema da individuare o risolvere. Il percorso del catetere viene osservato e valutato tramite strumenti di imaging a raggi X. La nuova sala mette a disposizione una tecnologia innovativa recentissima. Questa consente l’acquisizione di immagini in 3D in metà tempo rispetto alle macchine oggi in uso grazie a bracci meccanici che ruotano di 50 gradi al secondo (invece che di 25 gradi) e con angolazioni più estreme per cogliere maggiori dettagli. Garantisce un’elevata qualità delle immagini a fronte di un’esposizione minima del paziente alle radiazioni. Il miglioramento della qualità delle immagini, a sua volta, consente di ridurre i tempi delle procedure e quindi dell’impiego di anestesia con minore impatto sui bambini.
La ristrutturazione della sala ha richiesto alcuni mesi ed è stata portata a termine grazie al lavoro congiunto della Direzione Sanitaria, dell’Ingegneria Clinica, dei Servizi Tecnici e amministrativi dell’ospedale con il personale tecnico e infermieristico del comparto operatorio. Il livello avanzato del progetto meccanico dell’impianto lo mette in condizione di accogliere anche le evoluzioni tecnologiche ormai prossime per dimezzare ulteriormente i tempi di acquisizione delle immagini. «Nel futuro – afferma Gianfranco Butera, responsabile di Cardiologia interventistica – prevediamo di introdurre ulteriori innovazioni che comprendono il trattamento e il monitoraggio continuo dello scompenso cardiaco, l’impianto di valvole polmonari auto-espandibili di dimensioni ancora maggiori, il trattamento della patologia delle vene polmonari, le disfunzioni dei vasi linfatici in particolare correlate alle cardiopatie congenite, lo studio delle curve di pressione intracardiaca durante il cateterismo cardiaco, i trattamenti avanzati nei pazienti di basso peso e prematuri».

Covid, Nursind: “Potenziare SSN per onorare memoria vittime”

Covid, Nursind: “Potenziare SSN per onorare memoria vittime”

Bottega: “Libera professione infermieri sarebbe primo passo per migliorare offerta servizi”

Roma, 17 mar. (askanews) – “Il modo migliore per onorare le vittime del Covid è mettere in campo azioni concrete per potenziare il Ssn a partire dalla medicina territoriale che ha mostrato tutte le sue lacune durante la pandemia”. Lo dice Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, alla vigilia della giornata nazionale dedicata. “Consentire la libera professione agli infermieri, per esempio – prosegue -, sarebbe già un primo passo per migliorare l’offerta dei servizi, oltre che per cercare di incentivare la categoria a non abbandonare il lavoro”.
Secondo Bottega, “è un processo che non si può più rimandare e che non può prescindere dal rafforzamento dell’organico infermieristico e dalla valorizzazione dei professionisti della salute. Ecco perché, tra le altre cose, è necessario che il governo reperisca le risorse adeguate per il rinnovo contrattuale del triennio 2022-2024”.
“Un obiettivo sul quale – conclude il segretario – eserciteremo una pressione costante sulle istituzioni di riferimento”.

Going: il tour operator fa partire il programma Resort

Going: il tour operator fa partire il programma ResortRoma, 17 mar. (askanews) – Negli ultimi mesi, Il tour operator collegato al gruppo MSC Cruises si è reso protagonista di continue evoluzioni e sviluppi, a cominciare dai nuovi rilasci per la piattaforma di dynamic packaging Going4you, della divisione incoming Going2Italy, del programma sinergico con MSC, Going4Cruises. Ora è la volta di completare la propria offerta con Going Resort, che diventa una divisione aziendale dedicata al prodotto di ospitalità leisure, con il quale il tour operator intende ulteriormente caratterizzare e qualificare la sua proposta al mercato. La business unit viene affidata alla guida di Beppe Pellegrino, noto professionista del settore che ha una lunga carriera al suo attivo nell’ambito del tour operating e dell’hospitality, avendo operato in Italia e all’estero per I Grandi Viaggi, I Viaggi del Ventaglio, Pianeta Terra e Settemari.
«Dopo l’ingresso di Maurizio Casabianca, chief commercial & operations officer di Going, l’arrivo recente di Roberto Pannozzo alla guida del settore incoming Goig2Italy ed oggi di Beppe Pellegrino in Going Resorts sono la testimonianza dell’investimento che il Gruppo ha deciso di operare con Going e della fiducia riposta in un progetto di crescita internazionale», ha dichiarato il CEO Domenico Pellegrino.

Diabete in corsia, nuove linee guida per gestire fenomeno in crescita

Diabete in corsia, nuove linee guida per gestire fenomeno in crescitaRoma, 17 mar. (askanews) – Sono sempre più numerose le persone affette da diabete o da glicemia elevata ricoverate negli ospedali italiani, nei reparti di chirurgia, come in quelli di medicina o specialistici. Ma non sempre si ha la possibilità di consultare un diabetologo per impostare un adeguato iter diagnostico-terapeutico. Eppure gestire correttamente il diabete (o le iperglicemie da stress o altro) è fondamentale per assicurare al paziente il miglior esito delle cure e una breve degenza. Alla luce di queste considerazioni gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) hanno messo insieme una task force di esperti di varie società scientifiche per redigere delle linee guida ad hoc, un vero e proprio vademecum per la gestione del diabete o delle iperglicemie ‘non-diabete’ durante il ricovero, anche da parte di non specialisti in materia. Le linee guida sono pubblicate sul portale del Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono circa 4 milioni gli italiani che convivono con il diabete e tra questi, uno su 6 viene ricoverato almeno una volta l’anno. Questo significa che il tasso di ricovero di queste persone è oltre il doppio di quello della popolazione generale (235 per mille persone, contro 99 per mille persone) e la loro permanenza in ospedale è in media di 1,5 giorni superiore agli altri. Ma il fenomeno può essere osservato anche da un’altra prospettiva: il 20-25% dei ricoverati per altre patologie è affetto da diabete e la presenza di questa condizione ha un notevole impatto sugli esiti (nel caso del Covid ad esempio, il 30,3% dei deceduti aveva il diabete). Tuttavia, non tutte le glicemie alte riscontrate durante il ricovero sono imputabili al ‘diabete’.
“Tra tutte queste iperglicemie – spiega il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna, SIMI – ci sono infatti le persone con diabete ‘noto’, i casi di diabete ‘di prima diagnosi’ (cioè i casi di diabete diagnosticati per la prima volta in occasione del ricovero), ma anche le ‘iperglicemie correlate al ricovero o da stress’, che spesso scompaiono con la dimissione. Servono dunque expertise adeguate per condurre ad una corretta diagnosi e al trattamento di queste condizioni durante il ricovero, organizzando l’assistenza del paziente, una volta dimesso”. Ma la maggior parte dei ricoveri di persone con diabete o iperglicemia avviene al di fuori delle diabetologie. Alla luce di tutte queste considerazioni è scaturita dunque la necessità di mettere a terra una linea guida ad hoc per la ‘Gestione del diabete o dell’iperglicemia nel paziente adulto ricoverato in un setting clinico non critico’ (cioè al di fuori di terapie intensive o subintensive). Un’iniziativa fortemente voluta e promossa dalla Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), che l’ha realizzata insieme all’Associazione Medici Diabetologi (AMD), alla Società Italiana di Diabetologia (SID), alla Federazione Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI), alla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e all’Associazione Nazionale Infermieri di Medicina (ANIMO).

Giornata dell’acqua: per mangiare ne usiamo fino a 6mila litri al giorno

Giornata dell’acqua: per mangiare ne usiamo fino a 6mila litri al giornoMilano, 17 mar. (askanews) – Attraverso quello che decidiamo di mettere in tavola possiamo contribuire a non ridurre i consumi di acqua. Perchè il risparmio di questa risorsa, di cui l’Italia in questo momento vive una forte carenza soprattutto per via della siccità, passa da piccoli accorgimenti quotidiani. Ad esempio, possiamo bollire il cibo nel giusto quantitativo di acqua o accertarci di usare la lavastoviglie solo a pieno carico. Ma soprattutto, possiamo evitare di buttare via il cibo ancora buono. Perchè ogni volta che gettiamo nella pattumiera cibo significa “buttare” l’acqua che è servita per produrlo. Per capire le dimensioni del problema, basta prendere due numeri: per alimentarci, ogni giorno, in media, ciascuno di noi può arrivare a utilizzare fino a 6 mila litri, una quantità maggiore di quanta non ne sia necessaria per fare quotidianamente più di 80 lavatrici a pieno carico (circa 4mila litri).
Questa è la fotografia scattata da Fondazione Barilla che, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua (22 marzo), annuncia l’uscita di una nuova serie di video, realizzati da comici e food influencer, per sensibilizzare le persone su quanto le nostre azioni quotidiane possano avere un’influenza positiva anche sulla salute del Pianeta.
“La gioia del cibo è un tassello fondamentale nella relazione tra le persone e il Pianeta. Infatti, mangiando bene e con gusto possiamo anche dare il nostro contributo nel migliorare la salute della terra. Sappiamo quanto oggi la scarsità di acqua stia diventando un problema anche in Italia – ha dichiarato Riccardo Valentini, advisor della Fondazione Barilla – Ma per risolvere questa situazione c’è bisogno di un approccio ampio, dove tutti sono chiamati a contribuire, compresi noi cittadini, anche attraverso piccoli gesti quotidiani e scelte alimentari sane e amiche dell’ambiente. Basti pensare che nel nostro Paese, solo adottando regimi alimentari attenti all’ambiente potremmo risparmiare anche 4.000 litri di acqua al giorno”.
Fondazione Barilla si affida nuovamente a Lillo per divulgare messaggi al grande pubblico. Nella nuova serie di video il comico suggerisce anche alcune azioni per ottimizzare l’uso dell’acqua in cucina: per esempio che l’acqua usata per cucinare, una volta raffreddata, può essere utile per lavare le verdure, oppure, se non è stata salata, anche per bagnare le piante. Ai contributi di Lillo si aggiungono anche quelli realizzati da cuochi e food influencer come Max Mariola, Ruben Bondì, che affronteranno diverse tematiche relative al cibo (come lo spreco alimentare); daranno informazioni utili e curiosità, mentre realizzano dei piatti gustosi, ma anche attenti alla salute del Pianeta.

Giornata Foreste, Legambiente: 5mila nuovi alberi in 16 regioni

Giornata Foreste, Legambiente: 5mila nuovi alberi in 16 regioniRoma, 17 mar. (askanews) – Arriva la primavera e la Festa dell’Albero raddoppia. Legambiente lancia un’edizione speciale della storica campagna per il prossimo weekend in cui si celebrano la Giornata Internazionale delle Foreste e la Giornata in memoria delle vittime della mafia. Sono 65 gli eventi organizzati dai circoli locali e regionali di Legambiente in 16 regioni dove verranno messi a dimora 5mila alberi e arbusti insieme a migliaia di volontari, studenti, cittadini e 200 associazioni, Comuni ed enti territoriali.
L’appuntamento clou è fissato per i giorni dal 18 al 21 marzo quando i volontari dell’associazione metteranno a dimora piante ed alberi in piazze e quartieri delle città italiane. “Pianta un amico”, il claim della Festa dell’Albero, perché oltre a combattere gli effetti della crisi climatica, in questa occasione diventano simboli della legalità e della lotta contro le mafie.
“L’edizione speciale della Festa dell’Albero è il nostro modo di vivere la giornata internazionale delle foreste testimoniando in maniera concreta l’importanza e il ruolo di alberi e foreste ancora oggi troppo spesso sottovalutati – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Sono un elemento strategico nelle politiche di adattamento sia nelle aree urbane che in quelle naturali, purificano l’acqua e l’aria, sono fonti di cibo e di materia prima rinnovabile estremamente preziosa ed efficiente in tanti utilizzi, grazie all’attuazione di una gestione forestale sostenibile. Gli alberi piantati dai circoli e dai volontari di Legambiente nei giorni in cui si celebra anche la giornata in memoria delle vittime della mafia diventano anche un gesto concreto per la lotta contro l’illegalità e la criminalità organizzata, ancora oggi troppo spesso presente dietro gli incendi boschivi. Un ringraziamento speciale va a tutti i volontari e volontarie dei circoli impegnati nelle tante iniziative di questi giorni”.
Legalità e azione per la crisi climatica, sarà questo il file rouge che unirà gli eventi organizzati da Legambiente che, così come nell’edizione autunnale, beneficeranno del sostegno della raccolta fondi Music for the Planet, lanciata dall’artista friulana Elisa Toffoli durante il Back to the future tour e promossa da Music Innovation Hub, e AWorld in collaborazione con ASviS e l’Unione Buddhista Italiana.
Gli eventi di piantumazione – che inizieranno nel weekend per poi proseguire anche nella prossima stagione autunnale – contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi del progetto europeo Life Terra, cofinanziato dal programma LIFE della Commissione Europea e di cui Legambiente è l’unica referente in Italia. Intorno a Life Terra si è creato, da circa due anni, un vero e proprio movimento di attivisti con l’obiettivo di mettere freno all’emergenza climatica attraverso la messa a dimora di alberi in tutta Europa con il coinvolgimento soprattutto di giovani, studenti e imprese a cui sta a cuore il futuro del Pianeta.

Ichnusa, rigenerate due aree della Sardegna distrutte dagli incendi

Ichnusa, rigenerate due aree della Sardegna distrutte dagli incendiMilano, 17 mar. (askanews) – I boschi e la macchia mediterranea della Sardegna tornano a vivere dopo la devastazione degli incendi. Sono le aree di Scano di Montiferro, uno dei luoghi simbolo dei grandi incendi del 2021, e la Pineta del Sinnai, ne Cagliaritano, le prime due aree selezionate da Ichnusa, Legambiente e AzzeroCO2 per dare il via all’iniziativa “Il nostro impegno”. Proprio in questi giorni, infatti, sono state messe a dimora 3.000 piante a Scano di Montiferro e a breve partiranno le piantumazioni di altre 1.000 piante a Sinnai, con l’obiettivo di ripristinare la natura ferita dagli incendi e preservare la biodiversità del territorio sardo. Queste piantumazioni sono solo la prima fase di un progetto che mira, in tre anni, a riqualificare sei aree dell’isola colpite da incendi e dissesto idrogeologico con la messa a dimora e la manutenzione di 10mila piante.
“Il nostro impegno” nasce da una premessa: in Sardegna boschi e foreste coprono circa il 40% della superficie totale dell’isola. Parliamo di 900mila ettari, la metà dei quali costituita da macchia mediterranea, che rendono la Sardegna una delle regioni più “verdi” d’Italia. Eppure, per l’effetto combinato di incendi e pressione antropica secolare, il suolo si è gradualmente impoverito, “indebolendo” i boschi. Secondo le stime del Corpo Forestale, infatti, in Sardegna negli ultimi 30 anni sono stati registrati circa 2.500 incendi a stagione, che hanno colpito 2-3mila ettari di bosco. Un’incidenza che mette a rischio questo patrimonio.   Proprio per cercare di preservarlo e riportarlo al suo naturale splendore, il birrificio Ichnusa di Assemini, nel Cagliaritano, si è attivato per dare un contributo concreto al territorio. Grazie a partner come AzzeroCO2 e Legambiente, che hanno ideato e promosso questa iniziativa, il birrificio ha “portato” per la prima volta in Sardegna Mosaico Verde, inserendo l’isola nella mappa della più grande campagna nazionale per la forestazione di aree urbane ed extraurbane e la tutela di boschi.   “È emozionante vedere rinascere la natura della Sardegna, piantare un albero è l’inizio di un percorso in divenire, un vero investimento sul futuro – ha dichiarato Matteo Borocci, direttore del birrificio Ichnusa – Quando abbiamo assistito alla devastazione degli incendi abbiamo subito sentito il bisogno di fare qualcosa di concreto per restituire valore e bellezza e dignità al nostro territorio, al paesaggio e all’ambiente e non vediamo l’ora di completare questo progetto con Legambiente e AzzeroCO2. Un ringraziamento speciale va alle Amministrazioni locali e del territorio che cureranno, assieme a noi, la manutenzione a lungo termine delle aree riqualificate. Sperando che altre realtà vorranno unirsi a noi in questa iniziativa”.

“St. Patrick’s Weekend”, festa a Roma da oggi fino al 19 marzo

“St. Patrick’s Weekend”, festa a Roma da oggi fino al 19 marzo

Birra, musiche e balli tradizionali, per un viaggio in Irlanda ad ingresso gratuito

Roma, 17 mar. (askanews) – Dopo anni arriva la festa di San Patrizio che una città a vocazione internazionale come Roma merita. Dal 17 al 19 marzo il St. Patrick’s Weekend 2023 ci porterà nella festa del patrono d’Irlanda più grande e bella di Roma. L’evento ad ingresso gratuito si svolgerà all’interno del mercato di Piazza Ragusa (Ragusa Off, ex deposito Atac), ingresso via Tuscolana 179, nello stabile dove ogni weekend si svolge il mercato coperto di quartiere, già sede di numerosi eventi che hanno animato il municipio. Questa volta ospiterà 3 giorni dedicati alla cultura e alla tradizione irlandese che puntano ad attrarre tutto il pubblico di Roma e dintorni, grazie all’organizzazione delle associazioni Tivoli Onlus e SPQR – Associazione Gentes.
La manifestazione si pone come obiettivo quello di portare i partecipanti a Dublino, sulle vie dello storico quartiere di Temple Bar, luogo iconico della Festa di San Patrizio, stando comodamente a Roma. Per realizzare tale ambizioso progetto l’evento si avvale del patrocinio della Guinness che inonderà il Festival, oltre che con fiumi di birra, anche con numerosi gadget che andranno a colorare tutti i partecipanti.
Partner dell’evento sono Partner dell’evento sono l’Accademia Danze Irlandesi – Gens d’Ys, che è stata la prima accademia di danza irlandese in Italia dedicata ai balli tradizionali irlandese e patrocinata dall’ambasciata irlandese in Italia, che è anche testimonial ufficiale dell’Ente Nazionale del Turismo Irlandese, ed il Fairylands Celtic Festival, la manifestazione che da anni promuove a Guidonia la conoscenza della cultura e della civiltà celtica. Non mancheranno concerti di musica tipica irlandese, grazie ai gruppi musicali Trichorde e Chridhe, ma anche esibizioni di danze caratteristiche e workshop, sia per principianti che per esperti, per cimentarsi con i balli tipici irlandesi.
Gli amanti della birra potranno godere di una vasta offerta di birre irlandesi, tra tutte la Guinness, la regina d’Irlanda, ma anche altri marchi storici come la Kilkenny e Hop House Lager. Non mancheranno birre gluten free, per permettere a tutti di festeggiare brindando, grazie ai pubblican che troverete alle spine: il Maulbeere di Centocelle, un punto di riferimento per il quartiere, Mister Hyde Pub, il pub del quartiere appio-tuscolano che farà gli onori di casa, ed il The Public House – Whisky Bar di Tivoli, un avamposto del Guinness Storehouse in terra italiana.
Il St.Patrick’s Weekend 2023 vi porterà in viaggio su terre lontane grazie a musiche, atmosfere e profumi tipici, bevendo responsabilmente e nel rispetto della sicurezza e della salute di tutti. Il Festival, ad ingresso gratuito, avrà una sua moneta, dei gettoni con cui acquistare birra e cibo. Costo del singolo gettone: 2 euro. Saranno disponibili, inoltre, un’ampia area degustazione con tavoli, panche e sedie, ed un’area food che creeranno un enorme villaggio dove festeggiare insieme agli amici o venire a fare una passeggiata con la famiglia visto l’ampia area dedicata ai bambini a cure di Roma Jump. Lo spazio gode di uno spazioso parcheggio privato, accessibile dal civico di via Tuscolana 179.
Date e orari della manifestazione. Venerdì 17 marzo 2023: 16.00-00.00. Sabato 18 marzo 2023: 12.00-00.00. Domenica 19 marzo 2023: 12.00-00.00. Sabato e domenica aperti già ad orario di pranzo.