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Cresce il numero delle donne assassinate: 125 nel 2022, +12% sul 2019

Cresce il numero delle donne assassinate: 125 nel 2022, +12% sul 2019Milano, 8 mar. (askanews) – Le donne assassinate nel 2022 sono state 125 (il 39% dei 319 omicidi volontari consumati), il +12% rispetto al 2019 quando erano state 112, e in crescita costante anche sul dato del 2020 (118) e del 2021 (119). Il 95% delle vittime erano maggiorenni e il 78% di nazionalità italiana. E’ quanto risulta dal Rapporto sulle donne vittime di violenza curato dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale della donna.
Focalizzando l’attenzione sull’ambito familiare/affettivo lo studio evidenzia come, dal 2020, gli omicidi di donne mostrino un costante incremento (+10%), a fronte di un trend discendente del dato complessivo (-8%). Nello stesso ambito, invece, risultano in diminuzione sia gli omicidi commessi dal partner/ex partner (-17%), sia il numero delle relative vittime donne che, da 68 del 2019 passano alle 61 del 2022 (-10%), rappresentando però in percentuale il 91% (61 su 67), perché solo nel 9% dei casi le vittime sono uomini. Considerando le sole donne uccise in ambito familiare/affettivo, le stesse sono vittime di partner o ex partner nel 59% dei casi (61 su 103). Numerosi anche i casi in cui risultano uccise per mano di genitori o figli (33%, 34 su 103), mentre è residuale il caso di omicidi commessi da altro parente (8%, 8 su 103).
Negli omicidi volontari di donne avvenuti in ambito familiare/affettivo si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (49 casi), armi da fuoco (23), asfissia/soffocamento/strangolamento (16), lesioni o percosse (14 eventi) e un avvelenamento.

Il 13 marzo a Milano il vino dei vigneron dell’Union des Gens de Métier

Il 13 marzo a Milano il vino dei vigneron dell’Union des Gens de MétierMilano, 8 mar. (askanews) – Lunedì 13 marzo i vigneron associati nella francese Union des Gens de Métier (UGM) saranno i protagonisti di un esclusivo banco d’assaggio riservato agli operatori del settore all’Hotel Principe di Savoia di Milano.
L’UGM nasce nel 1990 da un’idea dell’enologo e viticoltore della Loira, Didier Dagueneau, e riunisce “un gruppo di persone libere e rispettose degli equilibri dell’ambiente, che fanno prodotti equi e nobili”, quasi tutti biologici se non biodinamici. “L’UGM crede nell’unità di ciò che fa bene al corpo e allo spirito, un impegno che si nutre dell’amicizia, della passione e della gastronomia” si legge nel sito del gruppo, che difende e promuove “il diritto all’originalità e alla diversità”. Si tratta principalmente di vigneron legati al mondo della fermentazione di diverse AOC (le Denominazioni francesi), ma ci sono anche un produttore di sidro (Eric Bordelet) e un fornaio (Alex Croquet). Ai francesi si aggiungono un vignaiolo corso, Marc Imbert, una coppia basca di Irouléguy, Thérèse et Michel Riouspeyrous, e una italiana, Aldo e Milena Vaira dell’azienda G.D. Vajra, storica Cantina che sorge a tre chilometri dal centro di Barolo (Cuneo).
Insieme con i Vaira, ci saranno nove vignaioli italiani che condividono i medesimi valori e, in alcuni casi, legati da rapporti di amicizia. Dal Trentino-Alto Adige arriveranno Clemens Lageder di Alois Lageder e Emilio Zierock di Foradori, dalla Lombardia Isabella e Emanuele Pelizzati Perego di Ar.Pe.Pe, dall’Emilia Romagna Alberto e Giovanni Paltrinieri e Chiara Condello, dalla Toscana Aljoscha, Antonia e Arianna Goldschmidt di Corzano & Paterno, dal Friuli Mateja Gravner di Gravner, dal Veneto Matilde Poggi de Le Fraghe e dal Piemonte Christoph Künzli de Le Piane.
“Gli amici dei miei amici sono amici” ha spiegato Francesca Vaira, che con i fratelli Giuseppe e Isidoro costituisce la terza generazione della famiglia, citando padre Costantino Ruggeri, il frate francescano che ha realizzato le meravigliose vetrate a mosaico della loro cantina. “Queste parole ci accompagnano dalla nostra infanzia – ha concluso – e sono l’ispirazione che, nella vita di tutti i giorni, intesse storie di amicizia e desiderio di comunicare una Bellezza: ecco lo spirito intrinseco nella degustazione dell’UGM del 13 marzo”.
Ecco i 17 produttori francesi che dalle 10 alle 18 saranno nell’albergo di piazza della Repubblica a Milano: Philippe Alliet (Chinon), Eric Bordelet (Calvados, Sydre et Poiré), Manuéla e François Chidaine (Montlouis-sur-Loire), Olivier Clape (Cornas), Véronique Cochran (Côtes de Bourg), Louis-Benjamin Dagueneau (Pouilly Fumé), Elian Da Ros (Côtes du Marmandais), Létizia e David Duband (Nuits St Georges), Maxime Graillot (Crozes-Hermitage), Marc Imbert (Corsica), Charlotte e Antonie Kreydenweiss (Alsazia), Christophe Peyrus (Pic Saint Loup), Daniel Ravier (Bandol), Thérèse e Michel Riouspeyrous (Irouléguy), Jean-Marc Roulot (Mersault), Anselme e Corinne Selosse (Champagne) e Stéphanie e Michel Theron (Haut-Médoc).

Vino, la Prima dell’Alta Langa sarà l’8 maggio alla Reggia di Venaria

Vino, la Prima dell’Alta Langa sarà l’8 maggio alla Reggia di VenariaMilano, 8 mar. (askanews) – La Prima dell’Alta Langa 2023 si terrà l’8 maggio nella settecentesca Galleria Grande della Reggia di Venaria (Torino). Giunta alla quinta edizione, la grande degustazione degli spumanti Metodo classico Docg che nascono nelle colline di Asti, Cuneo e Alessandria è organizzata dal Consorzio Alta Langa ed è riservata a un pubblico di operatori professionali.
“Anno dopo anno, edizione dopo edizione, questo evento cresce e si arricchisce, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Torino eravamo in 46 con 115 diversi vini” ha ricordato la presidente del Consorzio, Mariacristina Castelletta, sottolineando che “la Prima si conferma l’occasione per poter assaggiare un’amplissima selezione di Alte Bollicine Piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”.
Diverse le iniziative che il Consorzio sta portando avanti in questi mesi. L’ultimo progetto presentato due giorni fa nel Palazzo Banca d’Alba, è stato “Alta Langa DOCG: anima di un territorio” che coinvolgerà alcuni tra i più importanti sommelier di Torino, Milano e Genova. Un viaggio nel quale l’Alta Langa DOCG si racconterà nella sua vocazione di vino “gastronomico” in abbinamento alle specialità dei cuochi delle trattorie storiche delle terre alte di Langa: nei primi tre appuntamenti saranno coinvolti al fianco del Consorzio Piermassimo Cirio (Trattoria Madonna della Neve, Cessole), Gemma Boeri (Osteria da Gemma di Roddino) e Vilma Forneris (La Vecchia Osteria di Castellino Tanaro). “A fronte della crescita della denominazione – ha evidenziato il direttore Paolo Rossino – il Consorzio prosegue la sua assunzione di responsabilità verso il territorio di origine e allo stesso tempo adotta delle azioni a più ampio raggio che permettano di far conoscere l’autenticità e la bellezza dell’Alta Langa attraverso la chiave di lettura gastronomica: coinvolgere in questo viaggio le osterie storiche delle terre alte, essenza e presidio del territorio, è per noi un grande orgoglio”.
Il Consorzio Alta Langa è nato nel 2001 e oggi conta 55 case spumantiere e 90 viticoltori associati che producono 115 diverse etichette. Gli ettari di vigneto sono 377 (per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay), 175 dei quali sono coltivati in provincia di Cuneo, 164 in provincia di Asti e 38 in provincia di Alessandria. Dalla vendemmia 2022 la Denominazione ha una produzione di tre milioni di bottiglie vendute per il 90% sul mercato interno. L’Alta Langa Docg è lo spumante brut storico del Piemonte: fu il primo metodo classico ad essere prodotto in Italia fin dalla metà dell’Ottocento. Ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008). È prodotto con uve Pinot nero e Chardonnay (in purezza o insieme in percentuale variabile), può essere bianco, rosé, brut o pas dosé, ha un affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi ed è esclusivamente millesimato.

Rinnovato portale su enoturismo del territorio del Morellino di Scansano

Rinnovato portale su enoturismo del territorio del Morellino di ScansanoMilano, 8 mar. (askanews) – Semplice, chiaro e immediato, con un catalogo di proposte completamente rinnovato e il debutto della sezione dedicata al merchandising. Sono alcune delle novità presenti nella versione del portale “VisitMorellino”, da pochi giorni online, ora implementato nella sua struttura e veste grafica.
Lanciato nel 2021 e promosso dal Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano, “VisitMorellino” è uno spazio virtuale che consente di scoprire come vivere il territorio della denominazione in maniera immersiva e completa tra le bellezze dei suoi borghi e del suo paesaggio, sospeso tra il mare della costa toscana e le pendici del Monte Amiata.
Il portale diventa così un punto di riferimento per gli enoturisti e gli amanti della vita all’aria aperta, con un’attenzione particolare al connubio che lega vino, sport, turismo e benessere. “VisitMorellino” offre, infatti, la possibilità di organizzare il proprio soggiorno su misura nell’area del Morellino di Scansano scegliendo tra le tante attività a disposizion: Wine Experience, Spa & Benessere, itinerari naturalistici in bici, e-bike e a cavallo o ancora esperienze legate al mare come Surf, Kayak, Paddle Board e Snorkeling. Attività rese possibili grazie alle partnership con i principali player del territorio come: Saturnia Bike, Terme di Saturnia, Parco della Maremma, Movimento Turismo del Vino, Centro Porsche Firenze, 4 Tempi, Acquedotto del Fiora, Maremma Sup Avventura, Maremma 4 Style e Coravin.
“Il lavoro di restyling ha reso la navigazione del portale molto più veloce e dinamica, riuscendo con maggior facilità a far comprendere le peculiarità del nostro territorio e della nostra denominazione ai tanti visitatori che intendono trascorrere un periodo di vacanza nelle terre del Morellino di Scansano” ha spiegato il direttore del Consorzio, Alessio Durazzi, , aggiungendo che “abbiamo la fortuna di trovarci immersi in un ambiente incontaminato, ideale per chi è alla ricerca di un turismo a stretto contatto con la natura”.
Da un punto di vista strettamente tecnico, l’innovazione più importante di quest’ultima versione riguarda la mobilità e l’interazione diretta con i turisti che acquisteranno le soluzioni in totale autonomia. Inoltre sarà presto disponibile nei principali “store on line”, anche la app dedicata. Nell’area e-shop, oltre ai vini delle cantine della denominazione Morellino di Scansano DOCG e a tanti utili accessori, gli utenti potranno anche acquistare felpe, giubbotti, polo, grembiuli, shopper e molti altri prodotti venduti con il brand “Rosso Morellino”, dal nome dell’evento in house organizzato a Scansano dal Consorzio che quest’anno si svolgerà il 15 maggio.

8 marzo, indagine: 88% donne ha difficoltà a gestire proprie finanze

8 marzo, indagine: 88% donne ha difficoltà a gestire proprie finanzeRoma, 7 mar. (askanews) – La relazione tra donne e soldi non è sempre forte: la conferma arriva dall’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria delle donne in Italia, realizzato in occasione della Giornata internazionale della donna con la consulenza di AstraRicerche e la collaborazione del laboratorio di psicologia Life dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Al 42% delle donne non interessa particolarmente il mondo finanziario, conoscerne gli strumenti, acquisire competenze e rimanere aggiornate sul tema, fatta eccezione per una buona parte (64%) di giovani tra i 25 e i 34 anni che si proclama piuttosto interessata. Quando si informano, lo fanno principalmente se mosse da esigenze specifiche, rivolgendosi quindi ad esperti come banche e agenzie specializzate. Durante l’indagine, è stata “testata” anche la conoscenza in materia finanziaria: sugli strumenti esistenti, le donne hanno consapevolezza basilare, ma quando si va più in profondità, ecco che si sentono le prime lacune: poche conoscono gli strumenti più evoluti, come azioni (30,7%), titoli di stato (28%) e microcredito (25,7%). Una “verifica” ulteriore sulla comprensione di tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto e diversificazione del rischio e del rapporto rischio-rendimento ha evidenziato risultati discreti: nonostante la metà delle donne sappia mediamente come rispondere, una fetta non indifferente, più precisamente il 27%, ha ancora una conoscenza bassa o nulla. Manca fiducia: in generale, il 60% delle donne non ne ha molta nelle proprie abilità di gestione delle finanze, seppur la sicurezza aumenti nelle più adulte (il 55% delle 35-44enni) e con figli (56%). Tutti questi fattori portano a vivere diversi ostacoli: la quasi totalità delle donne (87%) percepisce difficoltà da lievi a pesanti nella gestione dei soldi, con un aumento della gravità e profondità della preoccupazione nelle più giovani e, probabilmente, inesperte. Ad esempio, molte trovano difficoltoso fare progressi verso obiettivi finanziari (77%) e ritengono complesso rispettare un piano spese (66,3%).
Tutto questo alimenta un circolo vizioso in cui la donna non riesce ancora ad essere assoluta protagonista delle proprie finanze. Tale approccio al denaro e i comportamenti adottati che ne conseguono sembrano infatti essere piuttosto ansiosi e conservativi: le donne usano più spesso i contanti – anche se in molte riconoscono si intensificherà il trend dei pagamenti tramite app (52%) e carta di credito (47%) – hanno un solo conto corrente (67%) a testimonianza di una minore dimestichezza e sicurezza nel differenziare e controllano spesso le proprie spese (il 64% lo fa settimanalmente). Inoltre, stilare un budget è un’abitudine per la maggior parte delle donne (83%), che lo aggiornano con un orizzonte temporale mensile o settimanale, quindi principalmente per controllare entrate e uscite (e non per una pianificazione evoluta e a lungo termine); un’abitudine testimoniata dallo strumento scelto da oltre la metà, ovvero carta e penna, seguito da app (23%), file Excel (24%) e conto corrente smart (17%).
Un freno si nota anche sull’assunzione di rischi: le donne si indebitano in piccola misura (vivendo eventuali debiti con maggiore ansia) e investono poco. Infatti, la metà delle donne non ha mai fatto un investimento e ben il 42% non si sente sicura della propria capacità e competenza per la gestione degli investimenti, oltre a non sconfinare nei territori più moderni: gli investimenti più nuovi o meno tradizionali, come le cripto e ETF, non sono la loro materia preferita (affrontati rispettivamente dal 7% e 12% delle donne).
“Crediamo che l’autonomia finanziaria delle donne sia essenziale per la loro libertà e felicità” – spiega Ivan Mazzoleni, CEO di Flowe – “Soprattutto come padre di Beatrice, 14 anni, trovo cruciale che le donne abbiano tutti gli strumenti necessari per ottenere il diritto all’indipendenza finanziaria, fin da una giovane età, per essere protagoniste delle loro risorse finanziarie ed esercitare a pieno le proprie potenzialità per tutto il corso della loro vita, raggiungendo così obiettivi personali e professionali”.
Questa attitudine all’ attenzione e allo stare sempre in guardia si riscontra soprattutto con l’avanzare dell’età e nelle donne che hanno figli, a testimonianza della tendenza ad avere tutto sotto controllo, anche nella sfera famigliare. A tal proposito, infine, la gestione della famiglia da un punto di vista finanziario sembra essere ancora oggi una prerogativa più comune ai papà, almeno per quanto riguarda le spese più alte: infatti, tra i genitori che danno la paghetta, alle mamme toccano le cifre più esigue (tra i 20 e i 50 euro), mentre i papà si occupano dei costi maggiori (dai 50€ a salire).
“Il basso livello di conoscenza e di interesse verso le tematiche finanziarie, uniti a una scarsa fiducia nelle proprie competenze finanziarie possono essere alla base della tendenza delle donne a fare affidamento principalmente ad altri nel prendere le proprie decisioni finanziarie. Se è vero che non sempre si può parlare di un atteggiamento di totale delega al proprio partner, per lo più ciò che accade è che la donna sia parzialmente coinvolta nel processo decisionale, processo in cui tuttavia la decisione finale viene presa dal partner stesso. Si instaura così una sorta di circolo vizioso in cui, non sentendosi investita della responsabilità finale delle proprie decisioni finanziarie, la donna difficilmente è portata a sviluppare interesse verso le questioni finanziarie, piuttosto tende a disinteressarsene, a prendere le distanze da un ambito che sente lontano dalla propria sfera di competenza. Questi dati ci dicono che, purtroppo, la società in cui viviamo è ancora pregna di stereotipi che rendono difficile il connubio tra donne e denaro. Fin quando continuerà a passare il concetto che la gestione delle finanze sia un compito prettamente maschile, le donne avranno meno possibilità di imparare competenze essenziali e continueranno a svolgere ruoli marginali quando si parla di denaro”, commenta Paola Iabichino dell’Università Cattolica.

“Energia di pace”, convegno alla Pontificia Università Antonianum

“Energia di pace”, convegno alla Pontificia Università AntonianumRoma, 7 mar. (askanews) – “Energia di pace. Fare energia per la pace” è il tema del convegno che si terrà lunedì 13 marzo, decimo anniversario dell’elezione di Papa Francesco, alla Pontificia Università Antonianum, all’Auditorium Antonianum in viale Manzoni 1 a Roma. Dopo i saluti istituzionali del Rettore Magnifico prof. Augustin Hernandez Vidales verrà proiettato il video “Cos’è una comunità energetica?”. Spiega il professor Giuseppe Buffon, decano della Facoltà di Teologia dell’Antonianum, autore dell’intervento introduttivo del Convegno: “Il discorso sulle comunità energetiche, come quasi ogni discorso sull’ambiente, necessita di superare il solo aspetto tecnico-scientifico e logistico-normativo. Per diventare un tema di ecologia integrale esso richiede uno spessore culturale che lo elevi a progetto sociale, politico e anche antropologico. Occorrerebbe allora investire in una narrativa esito di scrittori, poeti, filosofi, cineasti, artisti che generi un cambio di paradigma, una trasformazione della mentalità, della visione, dei gusti, prima ancora che dei comportamenti. È il bello, prima che il buono e il vero a esercitare una attrazione integrale che coinvolge le emozioni prima che il pensiero, il desiderio prima che la volontà. Agganciare la questione energetica con quella della pace offre una possibilità concreta per costruire una narrazione efficace intorno alle comunità energetiche. Lo stesso tema comunitario, anzitutto, impegna a una riflessione sul rapporto sociale, sulla solidarietà fino alla stessa opzione per i poveri, i più penalizzati dalla disuguaglianza prodotta dal mercato dell’energia. Se poi si combatte una guerra anche per l’accaparramento dell’energia, l’avvio di una comunità energetica non produce solo un tornaconto economico degli attori, ma diventa strumento per una civiltà della pace. Se le comunità energetiche sono opportunità di trasformazione sociale fino alla stessa politica internazionale, allora vale anche la pena di mettersi sulle tracce di una nuova architettura, che includa gli apparati tecnologici per una nuova idea di città, una nuova urbanistica. Nelle antiche cattedrali spesso l’utile si dimostra pari al bello. Le stesse cattedrali sono pensate come un microcosmo. La comunità energetica può essere quindi ritenuta la giusta modalità per abitare il mondo”.
Seguiranno gli interventi della professoressa Giuseppina Montanari su “Le comunità energetiche in una nuova governance delle città e dei territori”, dell’ingegnere Giuseppe Onufrio su “Guerra per l’energia e risorse del mondo: lo sguardo dell’ecologista”, del dottor Angelo Moretti su “Guerre per energia e risorse nel mondo: lo sguardo del pacifista”, del prof. Walter Ganapini e del dott. Giuseppe Lanzi su “Comunità energetiche rinnovabili e solidali”: obiettivo da condividere nell’azione delle religioni per la transizione all’ecologia integrale. Al termine della mattinata verrà firmato il patto per una comunità energetica promosso dalla Pontificia Università Antonianum e il Centro Islamico Culturale d’Italia – Grande Moschea di Roma con interventi di fr. John Puodziunas, Economo Generale dell’Ordine dei Frati Minori, dell’Imam Nader Akkad, Grande Moschea di Roma, del dott. Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia – Grande Moschea di Roma, della dott.ssa Sara Capuzzo, Presidente della Cooperativa energetica “ènostra”, dell’ingegner Mauro Gaggiotti, Referente “Comunità Energetiche Rinnovabili” della Cooperativa energetica “ènostra”, di fr. Massimo Fusarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori.
Nel pomeriggio il prof. Massimo De Maio dell’Antonianum modererà il “Confronto e dibattito fra i mondi ambientalista e pacifista: proposte per un cammino comune”. L’Antonianum vanta una lunga tradizione di studi in materia ambientale a partire dalla lettera apostolica Inter sanctos del 29 novembre 1979, che nominava san Francesco d’Assisi quale celeste patrono dei cultori di ecologia. La nomina di san Francesco come patrono dei cultori dell’ecologia ha favorito l’individuazione di corsi, conferenze, incontri, giornate di studio, portando così alla definizione di percorsi formativi sempre più strutturati. Da qui la nascita del corso di licenza in filosofia con specializzazione in ecologia integrale il cui primo titolo di laurea honoris causa è stato conferito al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I  nell’ottobre di due anni fa presente tra gli altri il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Commenta il prof. Buffon: “Da parte mia mi pare essenziale il fatto che si tratta di un percorso di studi nato dal basso dalla prassi cioè nel coso di seminari con imprenditori a Taranto sulla possibilità che l’impresa diventi ambiente educativo, proprio laddove l’impresa ha distrutto l’ambiente. I tre focus della licenza infatti sono Terra – scienze della terra e visione delle religioni – Impresa – nuova economia e filosofia della complessità, nuovi paradigmi – Polis – diritto e politica per e dell’amanite, prassi amministrative per la costruzione del bene comune.  Si tratta della prima licenza in ecologia integrale approvata dall’allora Congregazione per l’educazione cattolica oggi Dicastero per la cultura e l’educazione”.

Vino, idea per prolungare vita a bottiglie vince Impresa Campus Unifi 2022

Vino, idea per prolungare vita a bottiglie vince Impresa Campus Unifi 2022

Si chiama “RI-Vetro”. La finale oggi all’Università di Firenze

Milano, 7 mar. (askanews) – Fornire alle aziende del settore vitivinicolo una soluzione che permetta di prolungare la vita dei contenitori integri di vetro, attraverso un sistema di raccolta, sanificazione e immissione sul mercato efficace che si traduce in un risparmio economico e ambientale. Si colloca nel solco dell’economia circolare l’idea di “RI-Vetro” (team composto da Simone Marilli, Silvia Montorsi, Giulia Mussato e Chiara Stornaiuolo Pratesi) che si è aggiudicata il primo posto di “Unifi Startup Campus: startup e progetti d’impresa 2022”.
La finale si è svolta oggi nel rettorato dell’Università degli Studi di Firenze, e si tratta dell’evento conclusivo di “Impresa Campus Unifi 2022” (seconda call), il percorso di formazione Unifi realizzato in collaborazione con Fondazione per la ricerca e l’innovazione e con il contributo con Fondazione CR Firenze.
Sette i team di giovani universitari che hanno preso parte all’iniziativa. Secondo piazzamento per il progetto ERLIS (Giovanni Lavacchini, Francesca Matteini, Alessandro Mei e Maurizio Orlando) che punta a offrire alle imprese del comparto edile delle soluzioni innovative e sicure per ottimizzare tempi e costi per la realizzazione di prefabbricati. Al terzo posto il progetto CICERO (Alessandra Bettiol e Irene Mattioli), che offre un servizio di consulenza rivolto a team di ricercatori in abito biomedico per il reperimento di bandi di finanziamento e di supporto per superare aspetti burocratici e tecnici.

Vino, una newsletter di Francesca Seralvo per raccontare Tenuta Mazzolino

Vino, una newsletter di Francesca Seralvo per raccontare Tenuta MazzolinoMilano, 7 mar. (askanews) – Una newsletter che parla di vino e della passione e dell’amore nel produrlo. E’ quella che cura Francesca Seralvo, terza generazione alla guida di Tenuta Mazzolino, cantina gioiello dell’Oltrepò Pavese, che spiega: “Ho scelto questa formula diretta perché mi piace il dialogo, il confronto, il vino è emozione, è racconto, non può esprimersi solo attraverso una scheda tecnica, e se non potesse essere degustato, allora vorrei che venisse capito attraverso quello che sono io, il mio modo di vedere il mondo, quello del vino in particolare”.
La newsletter si intitola “Una finestra su Mazzolino”: “Attraverso questa finestra io vedo il mio mondo, unico e particolarissimo, la mia quotidianità in cantina, in vigna e anche nella vita di tutti i giorni” racconta la produttrice di Corvino San Quirico (Pavia), aggiungendo che “con questa newsletter vorrei che gli altri potessero guardare dentro e scoprire un particolare della mia vita per comprendere il tutto: i mie vini e le mie fonti di ispirazioni”. Francesca parla dunque in prima persona, rimettendo in primo piano l’emozione, facendo emergere la sua personalità e raccontandoci tanto del suo modo di essere una vignaiola, a partire dall’autenticità e passione nel condividere la sua esperienza.
Un’attitudine che ritroviamo anche nel sito di Tenuta Mazzolino, recentemente oggetto di restyling. “È un vero e proprio viaggio nel nostro mondo e in quello dei nostri vini: le nostre etichette non vengono semplicemente descritte dal punto di vista organolettico, ma vengono presentate attraverso ciò che rappresentano per chi li produce” prosegue la vignaiola pavese, sottolineando che “ogni bottiglia ha una storia da raccontare e ogni sorso rappresenta un momento di felicità”. “C’è spazio anche per le persone che stanno dietro ai vini” aggiunge, ricordando che “valorizzando la loro esperienza, la loro dedizione e il loro amore per la natura e per il territorio ogni bottiglia diventa una testimonianza di un’attitudine positiva nei confronti della vita e dell’ambiente che ci circonda”.

Vino, tutto pronto a Tortona per l’anteprima dedicata al Timorasso

Vino, tutto pronto a Tortona per l’anteprima dedicata al TimorassoMilano, 7 mar. (askanews) – I produttori di vino dei Colli Tortonesi sono pronti ad accogliere appassionati e operatori del settore a “Derthona Due.Zero” che sarà dedicata all’anteprima dell’annata 2021 del Timorasso che si terrà il 12 e 13 marzo a Tortona (Alessandria). I temi al centro di questa terza edizione sono “territorio” e “longevità”.
Organizzata dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi per valorizzare e diffondere la conoscenza del vino bianco ottenuto dal vitigno Timorasso, diventato simbolo del rinascimento di questo territorio, la manifestazione si terrà nella storica sede del Museo Orsi. Qui sarà possibile degustare non solo vini dell’annata 2021, ma anche bottiglie con più anni di invecchiamento che mostreranno lo straordinario potenziale evolutivo del Timorasso.
La giornata di domenica sarà dedicata al pubblico degli appassionati che, dalle 10 alle 18, potranno dialogare con i produttori per scoprire le caratteristiche distintive di questo grande bianco. Lunedì, sempre con gli stessi orari, sarà invece il giorno riservato agli operatori di settore e alle associazioni di sommellerie. In entrambi i giorni sono previste masterclass di approfondimento condotte da professionisti del settore, per le quali è previsto un ticket di ingresso e il pre-accredito.
Nel 2009 il Timorasso aveva una superficie vitata di soli 25 ettari ma grazie all’impegno e alla tenacia di un gruppo di giovani vignaioli locali, a partire da Walter Massa, Andrea Mutti e Paolo Poggio, oggi gli ettari sono diventati 330. Di pari passo, la compagine sociale del Consorzio è cresciuta fino a raggiungere 90 soci.

8 marzo, Poliambulatorio San Raffaele Termini in campo con As Roma

8 marzo, Poliambulatorio San Raffaele Termini in campo con As RomaRoma, 7 mar. (askanews) – L’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, il Poliambulatorio San Raffaele Termini scende in campo insieme all’A.S. Roma per una giornata dedicata alla cultura della prevenzione e alla salute al femminile. Il club giallo rosso ha deciso infatti di attivare un network di strutture sanitarie della capitale per offrire alle donne prestazioni e screening gratuiti di vario tipo. All’iniziativa prenderanno dunque parte il Poliambulatorio San Raffaele Termini, l’ASL RM1, l’ASL RM3 e la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Per l’occasione al San Raffaele, official partner della società giallo rossa, sarà possibile sottoporsi gratuitamente alla MOC, l’esame radiologico che misura la densità e la massa ossea indicato per la prevenzione e la diagnostica dell’osteoporosi, patologia che colpisce in particolar modo le donne in menopausa. Sarà possibile effettuare l’esame dalle ore 8:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30 presso la struttura che si trova in Via Giolitti 16 all’interno della Stazione Termini, tra la COIN e il Mercato Centrale. È necessaria la prenotazione inviando un’email all’indirizzo accettazione.termini@sanraffaele.it indicando nome e cognome del paziente e un numero di telefono. Alle ore 10:30 insieme alla mascotte della squadra, il lupacchiotto Romolo, farà visita alla struttura di via Giolitti l’Assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità del Comune di Roma Monica Lucarelli.