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Forte scossa in Friuli (4,5), avvertita in tutto il Nord Est

Forte scossa in Friuli (4,5), avvertita in tutto il Nord EstMilano, 27 mar. (askanews) – La terra trema: una scossa di terremoto di magnitudo 4.5 scuote il Friuli Venezia Giulia con epicentro a meno di 50 km da Pordenone e Udine. Il terremoto è stato localizzato da Sala Sismica INGV-Roma con epicentro a 4 chilometri a Nord di Tramonti di Sopra (Pordenone).


La scossa è stata avvertita in tutto il Nord Est. Il sisma è stato registrato alle 22.19 a una profondità di 12 chilometri. “Al momento nessuna richiesta di soccorso né segnalazione di danni alle sale operative” scrivono i vigili del fuoco sul loro canale Twitter.

I tralicci della Torre di Pisa salveranno la Garisenda di Bologna

I tralicci della Torre di Pisa salveranno la Garisenda di BolognaRoma, 27 mar. (askanews) – Per la messa in sicurezza della Torre Garisenda saranno impiegati i tralicci utilizzati in precedenza per la Torre di Pisa che, opportunamente modificati, consentiranno di accorciare i tempi della fase di messa in sicurezza e i costi dell’intervento.


Dopo un attento vaglio tra diverse ipotesi di intervento, il gruppo di esperti nominati dal Comune di Bologna (i professori Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e l’architetto Francisco Giordano), d’accordo con l’ingegner Gilberto Dallavalle, il progettista incaricato dei primi interventi di messa in sicurezza, il responsabile unico del progetto (RUP) e i suoi collaboratori, ha avanzato questa soluzione. Il nuovo gruppo di lavoro, spiega il Comune di Bologna, ha esaminato e approfondito i diversi studi a disposizione, tra cui l’insieme di documenti, relazioni e prove commissionate dal comitato precedente, di cui è stata fatta ampia rilettura.


Gli scenari di crisi ipotizzati dal precedente Comitato Tecnico prevedono che, a seguito della crisi della sezione muraria nella parte basamentale, si attivi un meccanismo di rototraslazione rispetto a diverse direzioni. Tale aspetto evidenzia come, fatto salvo l’incremento della resistenza della parte basamentale della muratura, sia necessario cautelarsi rispetto ad un meccanismo di rotazione della torre. Per questa ragione si è previsto di realizzare due torri di contrasto e mettere così in sicurezza la Garisenda.


L’INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA – L’intervento avverrà in tre distinte fasi. – Fase A: la fase iniziale, nella quale le due torri di contrasto avranno il ruolo di presidio passivo per poter operare in sicurezza alla base della Torre. Posizionate le torri di contrasto, la coppia di cavi sarà tesata solo per mettere in forza il sistema. In questa fase non si applicherà una controspinta significativa; – Fase B: si interverrà per migliorare le caratteristiche meccaniche della muratura, attraverso diverse modalità. L’incremento di resistenza sarà ottenuto con interventi di consolidamento tradizionali, quali per esempio iniezioni di miscela di malta a base di calce idraulica compatibile con quella presente; – Fase C: l’intervento di messa in sicurezza si dovrebbe concludere, effettuate le necessarie verifiche, con la messa in tiro dei cavi delle torri di contrasto. Quest’ultima fase avrà la finalità di migliorare il livello di sicurezza della Torre Garisenda operando una riduzione dello stato di sollecitazione alla base della zona maggiormente critica. Il tiro orizzontale eventualmente assegnato ai cavi sarà valutato in funzione dei dati disponibili del monitoraggio e sull’esito dell’intervento di messa in sicurezza della fase precedente, nell’ottica di ridurre lo stato tensionale delle porzioni maggiormente sollecitate.


L’INTERVENTO SULLA TORRE DI PISA – La presenza, nel gruppo di esperti del Comune, del prof. Massimo Majowiecki e del prof. Nunziante Squeglia, entrambi coinvolti, con diversi ruoli e in tempi diversi, nell’intervento di salvaguardia della torre di Pisa, ha permesso di prendere in esame il possibile utilizzo del sistema di tralicci e stralli utilizzati a Pisa. I tralicci a sostegno della Torre di Pisa sono infatti ancora disponibili nell’area dell’Opera Primaziale Pisana e costantemente manutenuti fino al 2019. Consistono in due grandi cavalletti, ancorati in fondazione con un sistema di pali che si spingono fino alla profondità di 30 metri. I due cavalletti avevano un’altezza di 12 metri da terra ed erano disposti a 103 metri di distanza dalla torre. Il sistema fu utilizzato con successo a Pisa, anche se non fu mai necessario esercitare il tiro massimo per il quale erano stati progettati. È stata analizzata la possibilità di trasposizione di questa soluzione nel contesto urbano bolognese, dove la posizione dei tralicci dovrebbe essere tale da contrastare i movimenti nelle direzioni est-ovest e nord-sud (con collocazione ipotizzata: l’uno contro Palazzo Strazzaroli e l’altro in direzione Via Zamboni): la distanza fra la torre e i cavalletti sarebbe nell’ordine di poche decine di metri. Il gruppo di lavoro ha effettuato un sopralluogo presso l’Opera della Primaziale Pisana rilevando che le macchine di tiro, ancora in opera all’interno di un’area di pertinenza della primaziale a ridosso delle mura cittadine, sono in buono stato, leggermente intaccate dalla ruggine nelle parti basse. I tecnici dell’Opera Primaziale hanno comunicato che l’opera non è manutenuta dal 2019, quando l’apposito Gruppo di Sorveglianza incaricato delle verifiche periodiche ha preso atto della rinnovata stabilità della torre, ritenendo inutile la conservazione dei cavalletti. È parso quindi di interesse valutare se fosse possibile riutilizzare i manufatti originali, facendone preliminarmente richiesta alla Opera Primaziale Pisana, che ha confermato la massima disponibilità alla cessione dei manufatti. La manutenzione periodica fu effettuata, negli anni, dall’Impresa Soilmec del Gruppo Trevi, realizzatore dell’intero intervento, che dispone ancora di tutti gli elaborati esecutivi e del know how per potere effettuare ulteriori interventi manutentivi all’impianto. L’azienda è stata contattata dal Comune di Bologna e ha fornito la propria disponibilità all’eventuale incarico. COME SI PROCEDE, TEMPI E VANTAGGI – La soluzione individuata presenta diversi vantaggi: – consente di utilizzare una struttura il cui funzionamento e la cui efficacia sono già stati testati – si realizzerebbe un contenimento dei tempi, non dovendo redigere integralmente un nuovo progetto, ma solo un progetto manutentivo e di adattamento al nuovo contesto cittadino – si agirebbe in termini di riuso di una struttura che, in caso contrario, sarebbe soggetta all’abbandono e al degrado irreversibile – si ottiene un risparmio in termini di risorse economiche. Questi i prossimi passi previsti: – ottenimento del nulla osta patrimoniale per disporre degli stralli originali; – conferimento dei lavori per la manutenzione straordinaria dei tralicci alla società Soilmec (fornitore originario dei manufatti e unica impresa in possesso dei disegni costruttivi e del know how per smontare e rimontare i cavalletti); – trasferimento degli stralli originali da Pisa all’officina di riparazione e successivamente a Bologna; – da ultimo, sarà necessario installare un nuovo software per il controllo e movimentazione delle funi in grado anche di potere interagire con i dati del monitoraggio forniti dai diversi sensori installati sulla torre. Se questi passaggi andranno a buon fine, si stima di poter installare nell’area di cantiere della Torre Garisenda il sistema di tralicci entro la fine del 2024.

Nuovo codice della strada, cosa prevede e il nodo autovelox

Nuovo codice della strada, cosa prevede e il nodo autoveloxRoma, 27 mar. (askanews) – Regime sanzionatorio più severo per chi guida dopo aver assunto alcol o droghe e per chi usa il cellulare in mano. Obbligo dell’alcolock per chi si è stato scoperto alla guida con un tasso alcolemico particolarmente elevato. Aumento delle multe per chi abbandona aninali in strada. Stretta sui monopattini. Queste le principali novità previste nel disegno di legge in materia di sicurezza stradale e di revisione del codice della strada, che è stato approvato dalla Camera e ora passa al Senato per la seconda lettura.


“Grande soddisfazione” per il via libera da Montecitorio ha espresso il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e i gruppi di maggioranza che hanno sottolineato la “tolleranza zero” nei confronti di chi è al volante con il telefonino in mano, o dopo aver assunto droghe e alcol. Bene, per la maggioranza, anche le norme sugli autovelox che “devono servire a prevenire gli incidenti, non a fare cassa per i Comuni”. Le opposizioni hanno criticato il provvedimento che “non mette la sicurezza al primo posto”, non affronta il tema della velocità, non apre alla formazione permanente per consentire a tutte le persone di conoscere e applicare le nuove norme, non introduce sensori per salvare le vittime degli angoli ciechi dei mezzi pesanti. Critiche anche per la mancanza di norme per incentivare lo sharing e la mobilità sostenibile, le misure che di fatto disincentivano l’uso dei monopattini senza distinguere tra quelli privati e quelli che vengono presi a noleggio. Al conducente condannato per guida con tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro, verranno apposti sulla patente, per un periodo di tempo sino a 3 anni, codici unionali che limitano la possibilità di guidare con l’assunzione di zero alcol o, nei casi più gravi, prescrivono l’obbligo di alcolock per mettersi al volante. L’alcolock, che deve essere installato a proprie spese, impedisce l’accenzione del motore se verifica un tasso alcolemico superiore a zero. Per quanto riguarda l’uso di droghe, viene punita la condotta del solo mettersi alla guida dopo aver assunto sostanze vietate, a prescindere dalla verifica se il conducente sia in stato di alterazione psicofisica derivante dall’assunzione della sostanza.


Con un emendamento in Commissione sono state introdotte norme che inaspriscono le pene contro chi abbandona gli animali in strada, mettendo anche a rischio la sicurezza degli utenti. Rischia sette anni di carcere chi abbandona un animale in strada o nelle relative pertinenze, con la conseguenza di causare un incidente stradale che provochi morti o feriti con lesioni personali gravi o gravissime. Sanzioni inasprite anche per chi guida utilizzando il cellulare o dispositivi analoghi, un comportamento che è la principale causa di incidenti. Viene previsto il ritiro della patente sin dalla prima infrazione per un periodo da 15 giorni a 2 mesi. Tra le novità anche l’introduzione della sospensione breve della patente per chi ha meno di 20 punti, oltre all’ulteriore decurtazione dei punti e al pagamento della sanzione pecuniaria. Tuttavia, questo meccanismo aggiuntivo scatta solo in presenza di una serie di infrazioni, tra cui la guida contromano, la mancata precedenza o l’attraversamento con semaforo rosso. La durata della sospensione breve va da 7 giorni nei casi in cui al momento dell’accertamento risulti che il conducente abbia sulla patente almeno 10 punti residui a 15 giorni nei casi in cui al momento dell’accertamento risulti che il conducente abbia sulla patente meno di 10 punti residui.


Il disegno di legge introdure una nuova regolamentazione per gli autovelox. Gli enti proprietari delle strade sono obbligati a effettuare le verifiche periodiche di funzionalità e di taratura degli apparecchi di rilevazione automatica della velocità. Inoltre, per evitare il moltiplicarsi di multe per violazioni commesse entro la stessa ora e su un tratto di strada che ricada nella competenza di uno stesso ente proprietario, non si ha il cumulo delle sanzioni, ma l’applicazione della sanzione amministrativa prevista per la violazione più grave, aumentata di un terzo. Misure più stringenti sono previste per l’uso dei monopattini. le principali novità riguardano il contrassegno identificatico, plastificato e non rimovibile(targa) per tutti i monopattini, l’obbligo del casco per tutti i conducenti di monopattini, il divieto di uscire dai centri urbani, limite di velocità non superire a 50 chilometri all’ora,l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile. É vietato la sosta dei monopattini sul marciapiede. I Comuni, nei caso il cui le dimensioni del marciapiede lo consentono, possono individuare aree di sosta riservate ai monopattini, purchè nello spazio rimanente sia assicurata la regolare circolazione dei pedoni e delle persone con disabilità. E’ stata poi inserita una norma ad hoc per Venezia prevedendo la rilevazione mediante dispositivi automatici della violazione dei limiti di velocità nelle acque della laguna.

Per i familiari delle vittime della strada il nuovo codice è un passo indietro

Per i familiari delle vittime della strada il nuovo codice è un passo indietroRoma, 27 mar. (askanews) – Dopo l’approvazione alla Camera del nuovo Codice della Strada, le associazioni dei familiari delle vittime, da oltre 40 piazze in tutta Italia, fanno appello al Governo ed a tutte le forze politiche affinchè il provvedimento varato possa essere modificato al Senato. Anche se finora nessuna delle “richieste avanzate da mesi” è stata accolta. Anche per questo – si annuncia – “la mobilitazione delle associazioni dei parenti delle vittime sulla strada, di tante altre organizzazioni e di migliaia di cittadine e cittadini non si fermerà”. La mobilitazione contro il nuovo codice è promossa e organizzata a livello nazionale da FEVR – Federazione Europa delle Vittime di Violenza Stradale, AIFVS – Associazione Italiana Familiari e Vittime della STRADA A.P.S. e dalla piattaforma #CITTÀ30SUBITO – Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada.


Paolo Pozzi e Angela Bedoni, genitori di Lucia, investita e uccisa a 17 anni, nella notte di Natale del 2004, a Melegnano, spiegano in una nota: “Oggi è una giornata triste per l’Italia: l’approvazione alla Camera del nuovo Codice della Strada è una brutta notizia perché questa riforma rappresenta un passo indietro per la tutela della vita umana. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: troppe persone muoiono a causa della velocità delle automobili, nel nostro Paese, quasi il doppio rispetto agli altri paesi europei”. Poi si aggiunte: “È la prima causa di morte tra i giovani, proprio come nostra figlia Lucia. Ma il nuovo codice, insieme a decreti e direttive, limita gli autovelox, ostacola i provvedimenti comunali di riduzione della velocità e addirittura delega il governo ad aumentare i limiti, ad esempio. E moltissime altre sono le norme critiche come denunciamo da tempo senza che sia stata accolta nessuna nostra proposta. Per questo motivo chiediamo al Governo Meloni e a tutte le forze di maggioranza e opposizione di riscrivere in profondità insieme alle nostre associazioni la riforma del Codice della Strada, che dovrà essere discussa al Senato nelle prossime settimane, eliminando tutte le gravi criticità dell’attuale testo e inserendo le norme necessarie invece mancanti”. Secondo quanto sottolineano le diverse associazioni che hanno dato vita alla mobilitazione ‘Stop al codice della strada’ le nuove norme sono state approvate alla Camera “nonostante un appello video delle associazioni familiari vittime della strada; una lettera diretta al presidente Meloni da parte delle associazioni familiari vittime sulla strada, con cui veniva chiesto di mettere in pausa l’approvazione del codice per riscriverlo insieme a loro 40 piazze in tutta Italia tra il 9 e il 12 marzo, dove associazioni e attiviste/i si sono unite al grido di ‘Stop al Codice della Strage’”. Oltre 20mila email ai parlamentari suddivisi per Regione e oltre 12mila rivolte direttamente alla presidente Meloni. Oltre 2.500 telefonate ai capigruppo alla Camera. Ma “pochissime delle osservazioni fatte dalle associazioni familiari vittime e dalle associazioni impegnate nella tutela della sicurezza stradale e promozione della mobilità attiva siano state accolte (ad esempio l’alcool lock), mentre tutte le altre sono state ignorate o rifiutate. Sono stati respinti, in particolare, tutte le proposte e gli emendamenti che da un lato correggevano le norme più gravi (quelle contenenti pesanti limitazioni ad autovelox, ciclabili, ZTL, zone 30, aree pedonali, controlli e sanzioni, finto metro e mezzo salva-ciclisti, etc.) e che dall’altro lato introducevano le misure necessarie per una vera sicurezza stradale (abbassamento delle velocità nelle strade urbane, controlli digitali contro la guida distratta al telefono, sensori anti-angoli ciechi, educazione stradale come materia obbligatoria dell’educazione civica, etc.)”.


Le critiche e l’allarme per la ‘controriforma dell’insicurezza stradale’ non sono arrivate solo dall’Italia: quasi 50 organizzazioni internazionali – si sottolinea in un comunicato – hanno scritto al Governo per chiedere di fermare l’approvazione e riscriverne le parti più pericolose per la tutela della vita umana. Tra queste Clean Cities Campaign, European Federation of Road Traffic Victims, European Transport Safety Council, International Federation of Pedestrians, European Cyclists’ Federation, European Driving Schools Association. Ha sottoscritto anche POLIS, la principale rete di città e regioni europee che collaborano per sviluppare tecnologie e politiche innovative per il trasporto locale. L’Italia ha un tasso di mortalità stradale di 53 persone per milione di abitanti, tasso significativamente superiore alla media europea (26 in Gran Bretagna, 36 in Spagna). Inoltre, l’Italia è in ritardo nella riduzione degli incidenti mortali, registrando solo un -15% nell’ultimo decennio, rispetto alla media europea del -22%. Queste statistiche sono in netto contrasto con la richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di ridurre del 50 per cento gli incidenti stradali mortali e i feriti gravi entro il 2030, come indicato nel Piano globale per il Decennio d’azione per la sicurezza stradale. L’attuale traiettoria dell’Italia, come evidenziato dagli emendamenti proposti, mette in dubbio la sua capacità di allinearsi a questi obiettivi critici. Particolarmente grave è inoltre l’impatto nelle città italiane: il 73 per cento degli incidenti stradali avviene in ambiente urbano e l’eccesso di velocità è la principale causa di morte nel traffico.

Schillaci: pretendo che i medici di base lavorino un determinato numero ore

Schillaci: pretendo che i medici di base lavorino un determinato numero oreMilano, 27 mar. (askanews) – “Non faccio battaglie sul tipo di contratto ma pretendo che i medici di base lavorino un determinato numero di ore ed assicurino quel lavoro all’interno delle case di Comunità altrimenti qualunque tipo di riforma sarà impossibile riuscire a portarla a casa e anche su questo stiamo stiamo discutendo”. Lo ha detto il ministro Orazio Schillaci oggi alla Camera in un’audizione in Commissione Affari sociali sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia.


“Noi dobbiamo rivedere bene gli incontri il contributo dei medici di base perché nessuna vera riforma sanitaria può avere speranza se non si rivede ciò che fanno i medici di base”, ha detto il ministro. I medici di base sono “fondamentali, rappresentano il primo baluardo dei cittadini rispetto alla loro giusta richiesta di salute però è anche chiaro che dobbiamo un po’ rivedere le regole di ingaggio, nel senso che oggi abbiamo bisogno che i medici di base – io non ne faccio un problema di tipo di contratto, mi appassiona poco il fatto che diventino dipendenti del Sistema Sanitario o rimangano libero professionisti – diano un effettivo contributo orario all’interno del servizio sanitario regionale e che questo avvenga in particolare all’interno delle strutture che saranno deputate ad assicurare la medicina territoriale”. 

”Basta complicità con Israele”: a La Sapienza tensione studenti-polizia. Bernini: occupazione violenza intollerabile

”Basta complicità con Israele”: a La Sapienza tensione studenti-polizia. Bernini: occupazione violenza intollerabileRoma, 26 mar. (askanews) – Tensione all’Università La Sapienza di Roma tra studenti e forze dell’ordine: la polizia, a detta del collettivo Cambiare Rotta, autore dell’occupazione del rettorato, avrebbe impedito “agli studenti di entrare nel Rettorato occupato per l’assemblea studentesca contro la complicità della Sapienza con Israele” e, sempre la polizia, “spintona e malmena gli studenti. Di nuovo”. Il collettivo parla di un episodio “gravissimo” e spiega che “questo è il clima di repressione nel paese contro chi alza la voce contro i crimini di Israele. Gli studenti hanno battuto la repressione e ora sono dentro il rettorato occupato per l’assemblea”. “Sull’esempio della lotta degli studenti di Bari e Torino – prosegue Cambiare Rotta – la Polimeni si deve dimettere da MedOr, l’università Sapienza non deve partecipare al Bando MAECI, va rotta ogni complicità con Israele. La lotta continua”.


All’Università La Sapienza di Roma prosegue, infatti, la protesta dei collettivi degli studenti che ieri hanno occupato il rettorato dell’ateneo: “Basta complicità con Israele, fuori la rettrice da Med-Or, no alla partecipazione al bando del MAECI, basta accordi con università israeliane e filiera bellica”, le richieste alla base della mobilitazione. “In riferimento alle richieste avanzate da alcune studentesse e alcuni studenti che hanno occupato nelle ultime ore alcuni ambienti del Rettorato, nel ribadire la più ferma condanna di ogni forma di violenza e di azione illegale e antidemocratica, l’Ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze della Comunità studentesca, purché queste giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli Organi e non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui”, ha dichiarato in una nota la rettrice di Sapienza Università di Roma, Antonella Polimeni. “Totale sostegno ai rettori Polimeni e Delfino. L’occupazione del rettorato de La Sapienza e l’aggressione al rettore dell’Università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica. Le Università non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati”. Così in una nota il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all’intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell’ordine per il loro sostegno”, conclude Bernini.

Cavo Dragone: le forze armate italiane sono assolutamente sottodimensionate

Cavo Dragone: le forze armate italiane sono assolutamente sottodimensionateRoma, 26 mar. (askanews) – In base agli attuali impegni della Difesa l’entità delle forze sia insufficiente: “Oggi siamo assolutamente sottodimensionati: 150mila è improponibile, 160mila che è quello che ci è stato approvato è ancora poco e 170mila è il limite della sopravvivenza”. Lo ha affermato il Capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, intervenuto all’audizione delle Commissioni riunite Esteri e Difesa. “La legge Di Paola del 2102 avveniva in un contesto diverso, sono cambiati gli impegni e le minacce”, ha concluso Cavo Dragone: “Continuerò chiedere piu uomini fino a che non mi cacceranno”.

Il Viminale: intensificata l’attività di vigilanza antiterrorismo, massima attenzione

Il Viminale: intensificata l’attività di vigilanza antiterrorismo, massima attenzioneRoma, 25 mar. (askanews) – Questa mattina al Viminale il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presieduto una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica alla quale, oltre al sottosegretario Nicola Molteni, hanno partecipato i vertici delle Forze di polizia e delle agenzie di informazione e sicurezza. Durante l’incontro è stata effettuata una attenta analisi dell’attentato terroristico a Mosca anche ai fini dell’aggiornamento delle misure di prevenzione antiterrorismo già disposte.


Nel corso della riunione, fa sapere il Viminale, “è stata evidenziata l’importanza di proseguire l’attenta attività di monitoraggio, anche sul web, da parte delle forze di polizia e della intelligence per l’individuazione delle eventuali situazioni di rischio sul territorio nazionale. Tale specifica attività di prevenzione ha consentito, dal 7 ottobre 2023 ad oggi, di espellere per motivi di sicurezza 47 soggetti, di cui 9 con provvedimento del Ministro dell’interno. Nel 2024 sono stati 23 i provvedimenti, di cui 5 emessi dal Ministro dell’Interno”. Anche vista delle prossime festività pasquali, conclude il Ministero dell’Interno “è stata disposta una intensificazione delle attività di vigilanza e di controllo da parte delle Forze di polizia con la pianificazione di specifici servizi operativi, fissi e dinamici, riservando la massima attenzione ai luoghi di maggiore aggregazione e transito di persone, nonché a tutti gli obiettivi sensibili, alla luce di un loro eventuale aggiornamento”.

Il Papa affaticato non ha letto l’omelia per la messa della Domenica delle Palme

Il Papa affaticato non ha letto l’omelia per la messa della Domenica delle PalmeRoma, 24 mar. (askanews) – Il Papa ha celebrato a Piazza San Pietro la messa della Domenica delle Palme ma è apparso stanco e la sua voce affaticata, tanto che non ha letto oggi l’omelia preparata per la messa. Il Pontefice è rimasto in raccoglimento, in silenzio, in una Piazza San Pietro gremita, si stimano circa 60 mila fedeli. E, con voce affaticata, al termine della Messa della Domenica delle Palme, Bergoglio ha detto di assicurare la preghiera “per le vittime del vile attentato terroristico compiuto l’altra sera a Mosca”, definendo le stragi “azioni disumane che offendono Dio, il quale ha comandato ‘non ucciderai’”. Bergoglio ha invocato anche la preghiera per la “martoriata Ucraina”, chiedendo ai fedeli di non dimenticarla. “Preghiamo per tutti i fratelli e sorelle che soffrono a causa della guerra. In modo speciale penso alla martoriata Ucraina, dove tantissima gente si trova senza elettricità a causa degli intensi attacchi contro le infrastrutture, che oltre a causare morti e sofferenza, comportano il rischio di una catastrofe umanitaria di ancora più ampie dimensioni”, ha detto il Pontefice. “Per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina”. E ha voluto anche lanciare un appello a pregare per “i fratelli e sorelle” afflitti dalle guerre, chiedendo anche di pensare “a Gaza, che soffre tanto, e a tanti altri luoghi di guerra”. Ma la sua voce era sempre più affaticata e le sue condizioni di salute hanno destato qualche preoccupazione tra gli astanti.

Papa Francesco: prego per le vittime del vile attentato di Mosca

Papa Francesco: prego per le vittime del vile attentato di MoscaRoma, 24 mar. (askanews) – Un Papa Francesco affaticato, che ha rinunciato a leggere l’omelia della Domenica delle Palme, non ha tuttavia rinunciato anche oggi al termine della messa a invocare la pace, esprimendo la sua condanna per il “vile attentato” di Mosca e chiedendo di “non dimenticare la martoriata Ucraina”.


“Assicuro la mia preghiera per le vittime del vile attentato terroristico compiuto l’altra sera a Mosca”, ha detto il Papa, definendo le stragi “azioni disumane che offendono Dio, il quale ha comandato ‘non ucciderai’”. Bergoglio ha poi invocato la preghiera per la “martoriata Ucraina”, chiedendo ai fedeli di non dimenticarla. “Preghiamo per tutti i fratelli e sorelle che soffrono a causa della guerra. In modo speciale penso alla martoriata Ucraina, dove tantissima gente si trova senza elettricità a causa degli intensi attacchi contro le infrastrutture, che oltre a causare morti e sofferenza, comportano il rischio di una catastrofe umanitaria di ancora pià ampie dimensioni”, ha detto il Pontefice. “Per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina”.


Il Pontefice ha inoltre voluto anche ricordare quanto accade in Medio Oriente, chiedendo anche di pensare “a Gaza, che soffre tanto, e a tanti altri luoghi di guerra”.