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Il Papa: il mondo segnato è da sfide epocali

Il Papa: il mondo segnato è da sfide epocali

Roma, 19 mar. (askanews) – “Lo scopo di ogni vocazione” è “diventare uomini e donne di speranza. Come singoli e come comunità, nella varietà dei carismi e dei ministeri, siamo tutti chiamati a ‘dare corpo e cuore’ alla speranza del Vangelo in un mondo segnato da sfide epocali: l’avanzare minaccioso di una terza guerra mondiale a pezzi; le folle di migranti che fuggono dalla loro terra alla ricerca di un futuro migliore; il costante aumento dei poveri; il pericolo di compromettere in modo irreversibile la salute del nostro pianeta”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio per la 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebra il 21 aprile 2024, IV Domenica di Pasqua, sul tema “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”.

“E a tutto ciò – prosegue il Papa – si aggiungono le difficoltà che incontriamo quotidianamente e che, a volte, rischiano di gettarci nella rassegnazione o nel disfattismo. In questo nostro tempo, allora, è decisivo per noi cristiani coltivare uno sguardo pieno di speranza, per poter lavorare con frutto, rispondendo alla vocazione che ci è stata affidata, al servizio del Regno di Dio, Regno di amore, di giustizia e di pace”.

“Mettiamoci in cammino come pellegrini di speranza, perché, come Maria fece con Santa Elisabetta, anche noi possiamo portare annunci di gioia, generare vita nuova ed essere artigiani di fraternità e di pace”, conclude Bergoglio.

Torna l’anticiclone ma solo per poco: weekend a rischio maltempo

Torna l’anticiclone ma solo per poco: weekend a rischio maltempoRoma, 19 mar. (askanews) – Oggi “festa del papà” con qualche piovasco sul versante adriatico e al Sud, ma all’insegna del miglioramento. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che la “Festa del Babbo” del 19 marzo 2024 sarà all’insegna di qualche dispetto piovoso, ma anche di una rimonta anticiclonica.


L’aumento della pressione dal Nord Africa spingerà via la veloce perturbazione arrivata dalla Francia: si prevedono le ultime piogge al mattino tra Marche e Puglia, localmente anche su Campania, Basilicata e Calabria; dal pomeriggio non si escludono isolati temporali a ridosso dei rilievi meridionali, ma inizierà una fase soleggiata non lunga ma gradevole. L’alta pressione proverà, infatti, ad espandersi sul Mediterraneo Centrale regalando una maggior stabilità atmosferica su tutta l’Italia almeno fino a giovedì 21; anche le temperature sono attese in sensibile aumento, specie nei valori massimi.


Questo miglioramento arriverà puntuale con l’inizio della Primavera: l’Equinozio quest’anno cade alle ore 4:06 di mercoledì 20 marzo e tutta l’Italia vedrà le rondini primaverili svolazzare in un cielo azzurro. Solo tra Calabria e Sicilia il volo sarà disturbato da qualche nuvola in più. Come sappiamo, però, “una rondine non fa primavera”: dopo la doppietta serena “equinozio e 21 marzo” all’insegna del sole, entreremo di nuovo in una fase più instabile. Tra giovedì 21 notte e venerdì 22, infatti, una massa d’aria instabile in transito sui Balcani causerà qualche locale acquazzone verso il nostro meridione. Il tempo poi peggiorerà ancora di più nel weekend delle Palme con il ritorno della neve fino a 900 metri di quota anche sulle regioni centrali!


Al momento si tratta di una tendenza meteo e sappiamo che, specie durante il mese di marzo, spingere le previsioni oltre i 3-4 giorni è molto rischioso: ma il vero rischio, soprattutto domenica, è di trovarsi davanti ad un estremo ribaltone. Si teme una “sciabolata artica tardiva”, una saccatura profonda e molto stretta colma di aria gelida in discesa direttamente dal Circolo Polare norvegese. Se questo affondo si concretizzasse, come attualmente previsto dai modelli meteorologici, avremo un crollo delle temperature di almeno 10 gradi da Nord a Sud, il ritorno della neve sugli Appennini fino a 900 metri di quota e venti molto forti su tutto lo Stivale. Già il sabato, tra l’altro, potrebbe essere a rischio nubifragi in Val Padana con nevicate sulle Alpi fino a quote basse per il periodo.


In sintesi, un colpo di coda invernale dopo appena 3 giorni dall’inizio della primavera.

Cei, card. Zuppi: su fine vita nessuna discrezionalità regionale

Cei, card. Zuppi: su fine vita nessuna discrezionalità regionaleRoma, 18 mar. (askanews) – I vescovi italiani continuano a guardare “con apprensione alla tematica del fine vita” nel nostro paese. A ribadirlo è stato oggi il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Matteo Zuppi aprendo a Roma i lavori del Consiglio episcopale permanente della Cei.


“Ogni sofferente, che sia in condizioni di cronicità o al termine della sua esistenza terrena, deve sempre essere accompagnato da cure, farmacologiche e di prossimità umana, che possano alleviare il suo dolore fisico e interiore”, ha poi sottolineato il porporato aggiungendo che le “cure palliative, disciplinate da una buona legge ma ancora disattesa, devono essere incrementate e rese nella disponibilità di tutti senza alcuna discrezionalità di approccio su base regionale, perché rappresentano un modo concreto per assicurare dignità fino alla fine oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo”. “La piena applicazione della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, inoltre, è ulteriore garanzia di dignità e di alleanza per proteggere la persona nella sua sofferenza e fragilità.

Il cardinale Zuppi: le nuove elezioni europee ci portino un’Europa che punti alla pace

Il cardinale Zuppi: le nuove elezioni europee ci portino un’Europa che punti alla paceRoma, 18 mar. (askanews) – Le parole sulla pace di Papa Francesco, anche quelle non comprese o fraintese, “sono tutt’altro che ingenuità. È sofferta e drammatica condivisione di un dolore che non potremo mai misurare”, visto che viviamo, come umanità, “un lunghissimo Venerdì Santo”, insanguinato da conflitti e guerre. Ad affermarlo è stato il Presidente della Conferenza episcopale italiana, e arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi nel suo discorso introduttivo ai lavori del Consiglio permanente della Cei, aperti questo pomeriggio a Roma. Un invito alla pace che si è esteso anche alle prossime scelte per il Parlamento europeo che, attraverso il voto, si auspica portino ad istituzioni votate finalmente a politiche di pace e di disarmo. E’ proprio in un frangente come questo che “la storia esige – ha proseguito Zuppi – di trovare un quadro nuovo, un paradigma differente, coinvolgendo la comunità internazionale per trovare insieme alle parti in causa una pace giusta e sicura”.


“Proprio su questo versante gli Stati e i popoli europei, le stesse istituzioni dell’Unione europea, devono riscoprire la loro vocazione originaria, improntando le relazioni internazionali alla cooperazione”, è stato l’invito venuto dal Presidente della Cei, il quale ha poi ricordato che proprio “questa Europa vivrà a giugno una grande occasione di partecipazione popolare per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Facciamo nostro – ha detto quindi Zuppi al parlamentino dei vescovi italiani – l’appello dei Vescovi europei che, in un recente documento sulle prossime elezioni, affermano: ‘Il progetto europeo di un’Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, prospera e giusta è un progetto che condividiamo e di cui ci sentiamo responsabili. Siamo tutti chiamati a portarlo avanti anche esprimendo il nostro voto e scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento europeo. Non possiamo rassegnarci – ha quindi concluso Zuppi – a un aumento incontrollato delle armi, né tanto meno alla guerra come via per la pace. L’Italia – l’Europa no? – ‘ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’”.

Cei, card. Zuppi: preoccupati da tenuta sistema paese

Cei, card. Zuppi: preoccupati da tenuta sistema paeseRoma, 18 mar. (askanews) – “Suscita preoccupazione la tenuta del sistema Paese, in particolare di quelle aree che ormai da tempo fanno i conti con la crisi economica e sociale, con lo spopolamento e con la carenza di servizi”. Ad esprimere le preoccupazioni dell’episcopato italiano sulle riforme istituzionali è stato oggi il Presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi aprendo a Roma i lavori del Consiglio permanente della Cei.


Nella sua prolusione, il porporato ha quindi chiesto che “non venga meno un quadro istituzionale che possa favorire uno sviluppo unitario, secondo i principi di solidarietà, sussidiarietà e coesione sociale. Su questo versante, la nostra attenzione è stata costante e resterà vigile, – ha quindi aggiunto – nella consapevolezza che il Paese non crescerà, se non insieme, come peraltro già ricordato in passato”.

Cei, Zuppi: nuove elezioni ci portino Europa che punti a pace

Cei, Zuppi: nuove elezioni ci portino Europa che punti a paceRoma, 18 mar. (askanews) – Le parole sulla pace di Papa Francesco, anche quelle non comprese o fraintese, “sono tutt’altro che ingenuità. È sofferta e drammatica condivisione di un dolore che non potremo mai misurare”, visto che viviamo, come umanità, “un lunghissimo Venerdì Santo”, insanguinato da conflitti e guerre. Ad affermarlo è stato il Presidente della Conferenza episcopale italiana, e arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi nel suo discorso introduttivo ai lavori del Consiglio permanente della Cei, aperti questo pomeriggio a Roma. Un invito alla pace che si è esteso anche alle prossime scelte per il Parlamento europeo che, attraverso il voto, si auspica portino ad istituzioni votate finalmente a politiche di pace e di disarmo. E’ proprio in un frangente come questo che “la storia esige – ha proseguito Zuppi – di trovare un quadro nuovo, un paradigma differente, coinvolgendo la comunità internazionale per trovare insieme alle parti in causa una pace giusta e sicura”.


“Proprio su questo versante gli Stati e i popoli europei, le stesse istituzioni dell’Unione europea, devono riscoprire la loro vocazione originaria, improntando le relazioni internazionali alla cooperazione”, è stato l’invito venuto dal Presidente della Cei, il quale ha poi ricordato che proprio “questa Europa vivrà a giugno una grande occasione di partecipazione popolare per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Facciamo nostro – ha detto quindi Zuppi al parlamentino dei vescovi italiani – l’appello dei Vescovi europei che, in un recente documento sulle prossime elezioni, affermano: ‘Il progetto europeo di un’Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, prospera e giusta è un progetto che condividiamo e di cui ci sentiamo responsabili. Siamo tutti chiamati a portarlo avanti anche esprimendo il nostro voto e scegliendo responsabilmente i deputati che rappresenteranno i nostri valori e lavoreranno per il bene comune nel prossimo Parlamento europeo’. Non possiamo rassegnarci – ha quindi concluso Zuppi – a un aumento incontrollato delle armi, né tanto meno alla guerra come via per la pace. L’Italia – l’Europa no? – ‘ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’”.

Alcune delle cose che ha detto il Presidente della Corte costituzionale

Alcune delle cose che ha detto il Presidente della Corte costituzionaleRoma, 18 mar. (askanews) – “In un sistema costituzionale fondato sulla separazione dei poteri, al rigoroso rispetto delle decisioni delle magistrature deve corrispondere l’altrettanto rilevante rispetto delle decisioni delle sedi parlamentari, espressione della sovranità popolare”. Così il presidente della Corte costituzionale, Augusto Antonio Barbera, nel corso della riunione straordinaria della Consulta alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Mi sia consentito rivolgere un invito alle Camere, affinché, ormai esaurite le prime due votazioni, provvedano nel più breve tempo” a completare la composizione della Consulta eleggendo il quindicesimo giudice. “A tale proposito, non è superfluo ricordare che l’apporto di ciascun giudice è essenziale per il buon esito del giudizio costituzionale, fondato sulla piena collegialità”, ha aggiunto.


“Le previsioni costituzionali assicurano efficacemente accanto al pluralismo, l’indipendenza della Corte. Quest’ultima non rischia di essere minata da contingenti vicende politiche, sia in ragione della diversificazione dei canali di accesso, sia alla luce dell’ampia maggioranza richiesta per l’elezione dei giudici di estrazione parlamentare, sia per il divieto di rielezione. E ciò a differenza di quanto previsto per la composizione di altre Corti europee, talvolta impropriamente accostate a quella italiana”, ha proseguito. La Corte Costituzionale auspica un intervento del legislatore sul fine vita, sia sulla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso. “Non si può non manifestare un certo rammarico per il fatto che nei casi più significativi il legislatore non sia intervenuto, rinunciando ad una prerogativa che ad esso compete, obbligando questa Corte a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell’imperativo di osservare la Costituzione”, ha affermato Barbera.


“È con questo spirito che si auspica sia un intervento del legislatore che dia seguito alla sentenza n. 242 del 2019 (il cosiddetto caso Cappato), sul fine vita, sia un intervento che tenga conto del monito relativo alla condizione anagrafica dei figli di coppie dello stesso sesso (come già auspicato nelle due sentenze n. 32 e n. 33 del 2021)”, ha aggiunto sottolineando che in entrambi i casi “il silenzio del legislatore sta portando, nel primo, a numerose supplenze delle assemblee regionali; nel secondo, al disordinato e contraddittorio intervento dei Sindaci preposti ai registri dell’anagrafe”. “Tra il 2022 e il 2023 dall’angoscia della pandemia si è passati al fragore delle armi, prima ai confini dell’Europa, per effetto dell’aggressione russa al popolo ucraino, e adesso nel Medio Oriente, per l’orrore degli attacchi terroristici e le dure reazioni israeliane”. “Questa Corte è chiamata ad essere ‘custode della Costituzione’, ma è tenuta ad essere altrettanto attenta a non costruire, con i soli strumenti dell’interpretazione, una fragile ‘Costituzione dei custodi’” detto il presidente della Corte costituzionale.


“Del resto importanti innovazioni nella storia della Repubblica – si pensi alla disciplina dell’interruzione della gravidanza o a quella delle unioni civili – sono state il frutto del concorso di rilevanti pronunce della Corte costituzionale, a cui hanno fatto seguito non meno significative decisioni legislative, che hanno visto ampiamente coinvolta la rappresentanza popolare. Tale convergenza si è resa virtuosa proprio perché in questi ambiti la lettera della Costituzione non indicava una soluzione univoca”, ha spiegato Barbera. “Nell’anno passato sono state assunte 229 decisioni, contro le 270 del 2022”. “Il calo del numero delle decisioni prima evidenziato si collega, in particolare, alla riduzione del numero dei ricorsi in via principale. Nell’anno 2023, infatti, ne sono stati promossi solo 35, con una diminuzione di circa il 60% rispetto all’anno precedente”, ha aggiunto.


“Tale sensibile decremento del contenzioso tra Stato e Regioni è verosimilmente imputabile ai meccanismi di raccordo politico fra Governo e Regioni che permettono loro di mediare tra le reciproche posizioni e di raggiungere punti di composizione. Su questi ultimi non spetta alla Corte intervenire, fermo restando – è ovvio – il possibile successivo controllo di costituzionalità in via incidentale che potrebbe avere luogo sulla medesima normativa”, ha detto ancora.

I Papà italiani sono i più vecchi d’Europa

I Papà italiani sono i più vecchi d’EuropaRoma, 18 mar. (askanews) – Diventare papà per la prima volta è un’esperienza che gli uomini italiani continuano a spostare sempre più avanti nel tempo, più di quanto si faccia negli altri Paesi europei. I più recenti dati Istat indicano, infatti, che in Italia si diventa papà mediamente a 35,8 anni, mentre in Francia a 33,9 anni, in Germania a 33,2, in Inghilterra e Galles a 33,7 anni. Un fenomeno sempre più frequente rispetto al passato che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani: ciò significa che 1 uomo su 3 è ancora senza figli oltre i 36 anni d’età. Una tendenza a ritardare la paternità che non è priva di conseguenze: numerose evidenze scientifiche dimostrano che le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, cioè motilità, morfologia e anche i danni al DNA, peggiorano con l’età. A tutto questo si aggiunge al fatto che con l’avanzare dell’età aumenta il tempo di esposizione agli inquinanti ambientati esterni, come le microplastiche che negli ultimi anni hanno dimostrato essere un problema rilevante per la fertilità maschile. In più i cambiamenti climatici con l’aumento della temperatura globale hanno anch’essi un impatto negativo sulla fertilità maschile, dimostrato dalla riduzione volumetrica dei testicoli nella popolazione generale. Per questo, in vista della Festa del Papà, gli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA) puntano i riflettori sull’importanza di anticipare la paternità e, dove non possibile, di preservare la fertilità fin da giovani, principalmente attraverso un sano stile di vita, ma anche con il contributo di sostanze di estrazione naturali in grado di offrire protezione contro i danni del tempo e degli inquinanti ambientali esterni. “In Italia l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni ’90 ai circa 36 attuali, che pongono il nostro Paese in cima alla classifica dell’età media del concepimento in Europa. Un fenomeno che riguarda quasi il 70% dei nuovi papà italiani. Ne consegue che 1 uomo su 3, superata questa soglia, è ancora senza figli. Questo significa che nel giro di pochi decenni si è passati da una situazione nella quale solo una ridotta minoranza arrivava senza figli all’età di 35 anni, a una nella quale la maggioranza della popolazione maschile rinvia oltre questa soglia anagrafica la prima esperienza di paternità – dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli -. Un accentuato ritardo maschile che può essere imputato a vari motivi di ordine culturale, economico e biologico, ma anche dall’allungamento della vita che nella donna non influenza, invece, la possibilità riproduttiva rimasta ferma intorno ai 50 anni. Tutto questo concorre nel rendere gli uomini più propensi a un rinvio della paternità, toccando anche estremi che arrivano a superare addirittura i 45-50 anni, per cui saranno padri-nonni prima che il figlio diventi maggiorenne – sottolinea -. La nostra società sta assegnando alla riproduzione un ruolo tardivo dimenticando che la fertilità, sia maschile che femminile, ha il suo picco massimo tra i 20 e i 30 anni e che la potenzialità fecondante del maschio è in netto declino – precisa Palmieri -. Oggi con le difficoltà economiche, tutti si trovano costretti a ritardare e aspettare di sistemarsi prima di fare figli. Con l’avanzare dell’età però la fertilità diminuisce perché anche gli spermatozoi ‘invecchiano’ e bisogna insegnare alle giovani generazioni l’importanza di una fertilità sana al momento giusto che va preservata fin da giovani”.


 

RespirVirNet: stabile l’incidenza delle sindromi simil-influenzali

RespirVirNet: stabile l’incidenza delle sindromi simil-influenzaliRoma, 15 mar. (askanews) – Stabile il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia rispetto alla settimana precedente secondo il rapporto RespirVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità. Nella decima settimana del 2024, l’incidenza è pari a 6,3 casi per mille assistiti (6,4 nella settimana precedente).Ed è stabile in tutte le fasce di età. Maggiormente colpiti i bambini sotto i cinque anni di età in cui si osserva un livello di incidenza di 18,1 casi per mille assistiti (19,4 nella settimana precedente). Il numero di sindromi simil-influenzali – si legge nel bollettino – è sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori. Tutte le Regioni/PPAA, tra quelle che hanno attivato la sorveglianza, registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale tranne il Molise e la Basilicata che tornano al livello di base. Valle d’Aosta e Calabria non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet.

Covid, nuovi casi ancora in calo: 783 in ultima settimana (-26,1%)

Covid, nuovi casi ancora in calo: 783 in ultima settimana (-26,1%)Roma, 15 mar. (askanews) – In merito all’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19 il Ministero della Salute specifica che nella settimana compresa tra il 7 e il 13 marzo 2024 si registrano 738 nuovi casi positivi con una variazione di -26,1% rispetto alla settimana precedente (erano stati 998), 41 deceduti con una variazione di +32,3% rispetto alla settimana precedente (31). 134.167 i tamponi effettuati con una variazione di +3,1% rispetto alla settimana precedente (130.090) Il tasso di positività sia ttesta a 0,6% con una variazione di -0,2% rispetto alla settimana precedente (0,8%). Per quanto riguarda i ricoveri, il tasso di occupazione in area medica al 13 marzo 2024 è pari all’1,4% (800 ricoverati) rispetto all’1,8% (1.090 ricoverati) del 6 marzo 2024; il tasso di occupazione in terapia intensiva al 13 marzo 2024 è pari allo 0,3% (28 ricoverati), rispetto allo 0,4% (31 ricoverati) del 06 marzo 2024.