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Fondazione Prada, mostra e convegno su malattie neurodegenerative

Fondazione Prada, mostra e convegno su malattie neurodegenerativeMilano, 15 ott. (askanews) – Apre al pubblico in Fondazione Prada a Milano “Preserving the Brain: A Call to Action”, il progetto dedicato alla prevenzione delle malattie neurodegenerative. Il nuovo appuntamento è lo sviluppo di “Human Brains”, il programma che la Fondazione dedica dal 2018 alle neuroscienze. Realizzato in collaborazione con quindici importanti istituti di università internazionali e sei organizzazioni e associazioni italiane di pazienti, “Preserving the Brain: A Call to Action” è costituito da un convegno scientifico (16 – 17 ottobre 2024) e una mostra (16 ottobre 2024 – 7 aprile 2025) accompagnata da un programma di incontri (novembre 2024 – aprile 2025) che si svolgeranno nella sede di Milano di Fondazione Prada.


“Mostra e convegno – ha detto ad askanews il professor Giancarlo Comi, direttore scientifico del progetto Human Brains – sono intimamente legati tra di loro, la mostra è un’occasione per raccogliere a Milano i più grossi ricercatori nel settore delle malattie neurodegenerative dando loro l’opportunità di dibattere su gli aspetti più recenti dei risultati delle ricerche e la mostra vuole essere il trait d’union tra il mondo accademico e il mondo comune, quindi riuscire a riportare attraverso questa mostra, che rimarrà aperta fino a inizio aprile, una serie di informazioni che noi riteniamo essere di interesse comune, perché qui noi dibattiamo su come cercare di prevenire le malattie neurodegenerative, su come anche i nostri comportamenti individuali, non solo le decisioni dei nostri politici, possono impattare sulla nostra salute”. Questa nuova edizione vuole concentrare la propria attenzione sull’importanza della prevenzione e del trattamento precoce per patologie ampiamente diffuse e tuttora incurabili come la malattia di Alzheimer, la malattia di Huntington, la malattia di Parkinson, la Sclerosi laterale amiotrofica e la Sclerosi multipla. “Qui – ha aggiunto Comi – parleremo di inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque, parleremo di cibo, di qualità di cibo, di quantità di cibo, parleremo dei fattori che ci proteggono dal decadimento fisico e mentale e qui ovviamente parleremo dell’importanza della vita sociale, dell’importanza della cultura in primis proprio, ma anche dell’importanza dell’esercizio fisico”.


La mostra, aperta al pubblico fino al 7 aprile 2025, si conclude con un ampio spazio dedicato alla prevenzione secondaria, cioè all’individuazione precoce di soggetti a maggiore rischio, suscettibili pertanto di una terapia iniziata in una fase preclinica e quindi di una maggiore possibilità di successo. Ancora una volta è poi interessante e importante sottolineare l’impegno sul terreno scientifico di una delle più grandi istituzioni di arte contemporanea in Italia, a testimonianza di uno sguardo più ampio e profondo, anche su quella che è l’idea di “cultura” che alimenta la nostra vita reale.

Buchmesse, ecco il Padiglione Italia di Stefano Boeri Interiors

Buchmesse, ecco il Padiglione Italia di Stefano Boeri InteriorsMilano, 15 ott. (askanews) – Con l’apertura della Fiera del Libro di Francoforte l’Italia, Paese Ospite d’Onore della 76esima edizione, accoglie i visitatori in un allestimento di 2.300 mq disegnato, su incarico del Commissario straordinario Mauro Mazza, dallo studio multidisciplinare Stefano Boeri Interiors, fondato dall’architetto Stefano Boeri con l’architetto Giorgio Donà.


In linea con il tema “Radici nel futuro” scelto per il Padiglione Italia, il progetto allestitivo si ispira ai canoni della piazza italiana, intesa non solo come spazio ma anche come principio generatore e simbolo identitario per eccellenza della città italiana ed europea. L’allegoria della piazza italiana proposta da Stefano Boeri Interiors richiama la limpida struttura architettonica caratteristica dei centri storici italiani e la piazza come luogo delle relazioni informali, palcoscenico privilegiato dell’imprevedibilità della vita quotidiana. Un luogo di incontro e scambio culturale, dove passato e futuro trovano espressione sotto forma di inattese combinazioni, grazie alle quali letteratura, musica, arte e vita quotidiana dialogano in modo aperto e coinvolgente tra i tavolini, i portici, gli androni, i palazzi civili e le architetture sacre. La piazza è dunque insieme l’allegoria e il calco fisico di una comunità urbana, ma anche lo scenario dove si è depositato nei secoli l’immaginario narrativo di centinaia di scrittrici e scrittori. Uno spazio grazie al quale la cultura italiana e in particolare la sua letteratura si sono rappresentate nel mondo.


“Anima delle nostre città e del nostro Paese, la piazza è il luogo della libertà di pensiero e di espressione: ci si può semplicemente passare attraverso per raggiungere un punto di interesse, oppure sostare, sedersi, assistere ad un evento, manifestare per difendere un diritto, leggere un libro, riposare o immaginare la vita che vi ha preso forma nelle epoche passate. La piazza che abbiamo disegnato non è soltanto il luogo in cui esplorare le ultime novità editoriali e letterarie, ma in cui riscoprire il valore dell’incontro, del dialogo e della convivialità” commenta l’architetto Stefano Boeri. “Per trasmettere questi valori ai visitatori della Fiera del libro di Francoforte, abbiamo voluto create uno spazio capace di accogliere e unire forme di spontaneità che una piazza, con la sua architettura, può suggerire. Colonne, porticati, gradini e portali identificano i fondamenti di un linguaggio che si manifesta in spazi, forme e stili ben definiti e riconoscibili.” aggiunge l’architetto Giorgio Donà. Nato da un’idea condivisa con lo storico dell’arte Giovanni Agosti, il progetto allestitivo si articola attorno a quegli elementi che tradizionalmente compongono le piazze italiane, al di là delle innumerevoli declinazioni storiche e funzionali che questi luoghi hanno assunto.


Il cuore del padiglione è costituito dalla riproduzione in scala ridotta di una piazza, creata ispirandosi ai toni monocromatici del granito e della pietra; uno spazio rettangolare di circa 2300mq delimitato da una serie di colonne in stili architettonici diversi, e da quattro file di portici, dai quali si accede alle stanze perimetrali che ospitano le esposizioni selezionate per la Buchmesse. Lo spazio centrale della piazza, occupato da tavolini e sedute, è separato dai portici grazie a un perimetro di gradoni che fungono da seduta informale per i passanti e i visitatori, come accade normalmente nelle piazze dei centri storici italiani. Il monumento che occupa l’area centrale, come spesso accade nelle piazze italiane, è un’opera dell’architetto, designer e artista Alessandro Mendini (1931-2019), uno dei principali protagonisti della grande tradizione del Design italiano. L’opera Guanto, una mano aperta in segno di convivialità e accoglienza, parte della collezione Mobili per Uomo della Fondazione Bisazza, è stata selezionata insieme a Triennale Milano, istituzione che promuove la cultura contemporanea attraverso i linguaggi del design, dell’architettura e delle arti e che, in questo momento, con Fondation Cartier pour l’art contemporain sta dedicando un’ampia retrospettiva ad Alessandro Mendini (in Triennale, fino al 10 novembre 2024).


Una parte del lato corto della piazza è occupato dall’Arena, dove si trovano il palco e la platea, destinata ai dibattiti e alle presentazioni. Su questo lato, un grande schermo ospita il video che il regista e artista visivo Davide Rapp ha dedicato alla presenza delle piazze nella storia e nella cultura cinematografica italiana. Sul lato opposto della piazza si accede invece al Caffè letterario, che a sua volta è la cornice di presentazioni, dibattiti e confronti. Le luci dell’allestimento e i diversi paesaggi illuminotecnici che accompagnano gli eventi e le situazioni ospitate nella piazza, sono state studiate dallo scenografo e light designer Pasquale Mari, uno dei protagonisti della storia del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Sulla piazza, si affacciano 10 stanze nelle quali sono visitabili una serie di esposizioni tematiche e attività selezionate dal Commissario Mazza, dedicate ad alcune delle più rilevanti espressioni della cultura italiana. Ognuna di queste sale perimetrali, a cui è possibile accedere attraverso i portici, è unica per i toni cromatici e le peculiari scelte allestitive come accade per gli edifici, diversi e multiformi che caratterizzano il perimetro o una piazza storica italiana.

Rai: “Ogni libro è un viaggio”. La metro si colora di parole

Rai: “Ogni libro è un viaggio”. La metro si colora di paroleRoma, 15 ott. (askanews) – È stato presentato questa mattina il treno della linea A della metropolitana di Roma completamente dedicato alla lettura: “Ogni Libro è un Viaggio”. Il progetto RAI – CEPELL, il Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura, con la collaborazione di ATAC, è nato con l’obiettivo di trasformare i momenti di transito quotidiano in opportunità di lettura, offrendo un’alternativa all’uso passivo dei cellulari. L’iniziativa mira a promuovere la lettura sui mezzi pubblici della nostra città. L’operazione coinvolge un intero treno della linea A della metropolitana di Roma, composto da 6 vagoni tematici. Ogni vagone è un’immersione in un genere letterario diverso, i viaggiatori sono circondati da citazioni di grandi autori che decorano l’interno del treno: trovano delle card, contenenti brevi testi o estratti di opere che potranno staccare e portare via con sé.


Il viaggio in metropolitana anticipa lo spot, realizzato dalla Direzione Comunicazione della Rai, che verrà presentato il 16 ottobre a Francoforte in occasione della Fiera Internazionale del Libro e che intende promuovere ed incentivare il piacere della lettura anche durante i tempi del viaggio. Lo spot radio e tv sarà in onda per due settimane a partire dal 17 ottobre sui canali Rai.

Apre la Buchmesse, Saviano attacca: ci sarò, forma di resistenza

Apre la Buchmesse, Saviano attacca: ci sarò, forma di resistenzaMilano, 15 ott. (askanews) – A poche ore dall’inaugurazione della Buchmesse di Francoforte, dove l’Italia è Paese Ospite d’onore, Roberto Saviano, che non è stato inserito nella ista degli autori della delegazione italiana, su La Repubblica polemizza con il governo e l’organizzazione della presenza italiana alla fiera tedesca. Saviano, sarà infatti comunque presente, invitato dalla stessa Buchmesse e dagli editori tedeschi. “La mia presenza a Francoforte – ha scritto l’autore campano – non credo sia una vittoria ma è una forma di resistenza. La Buchmesse ha attivato un riflesso democratico. Qui in Germania devono essersi chiesti: perché queste bugie, questo desiderio di censura ossessivo? Ma non mi considero un vincitore. Non ha vinto nessuno in questa storia. Del resto come si fa a ritenersi vincitore quando sei portato a processo da tre ministri del governo? È vero però che usano il mio corpo, per dare un messaggio a tutti gli altri. Sono forme di Intimidazione”.


Secondo Saviano in Italia la libertà di espressione è a rischio: “Non dobbiamo immaginare una situazione modello anni Venti o Trenta – prosegue l’intervento -. La dinamica è diversa ma ha lo stesso obiettivo: intimidire, trasformare chi si oppone in dissidente. Ossia se critichi subisci conseguenze. Giorgia Meloni si ispira a Orbán: non certo la polizia mandata a casa di notte (per ora), ma altri metodi. Non contro tutti, ma mirando ad alcune figure pubbliche, a cui viene impedito di poter svolgere il proprio lavoro: togliendogli risorse, isolandole, bersagliandole, dossierandole. Sono 20 anni che i giornali di estrema destra fanno così. I metodi usati sono intimidatori, del resto il ddl sicurezza va in una direzione assolutamente autoritaria. Stiamo andando verso una democratura e i giornalisti non rispondono indignandosi. Su questo pesa la crisi delle vendite che crea una dipendenza dalle risorse del governo e dalla politica. La libertà è già compromessa”. Lo scrittore di “Gomorra” attacca esplicitamente il commissario del governo Mauro Mazza, che peraltro nei mesi scorsi, dopo la prima ondata di polemiche per l’esclusione di Saviano, motivata ufficialmente con una “selezione fatta dagli editori”, aveva cambiato posizione e fatto dichiarazioni concilianti, invitandolo a prendere parte agli eventi della partecipazione italiana. Ma le parole di oggi dell’autore sono perentorie: “Essendo Mauro Mazza il selezionatore sono contento di essere stato messo in esilio da lui”.


La polemica di Saviano arriva anche all’Associazione italiana degli editori: “L’Aie si è lasciata condizionare dalla politica. Il nostro è una Paese dove la cultura è talmente priva di risorse da diventare ricattabile. Non volevano che rappresentassi l’Italia, ma questo mi onora”, ha scritto. Essere onorato, Paese Ospite d’onore, come si vede i termini sono simili, ma l’accezione molto diversa. Le giornate di Francoforte si aprono subito nel segno di una contrapposizione molto dura.

La Treccani compie 100 anni, ospite d’onore a Fiera Libro Francoforte

La Treccani compie 100 anni, ospite d’onore a Fiera Libro FrancoforteRoma, 15 ott. (askanews) – L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani apre le celebrazioni per i suoi 100 anni dalla fondazione come Ospite d’Onore 2024 alla Fiera del Libro di Francoforte, che prende il via oggi con un progetto espositivo multimediale e un incontro su La cultura che unisce. Da Manuzio all’ebook per riflettere sul futuro del libro.


L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani venne fondato a Roma il 18 febbraio 1925 da Giovanni Treccani e Giovanni Gentile e celebrerà nel 2025 questo importante anniversario – annunciato a Francoforte da Ospite d’Onore – con una serie di iniziative promosse in tutta Italia. Lo “Studiolo Treccani” – termine che indica l’ambiente che nei grandi palazzi signorili rinascimentali era destinato alla conservazione e all’esposizione di oggetti preziosi e opere d’arte – ospita il progetto multimediale animato da facsimili di codici miniati e disegni rinascimentali, oggetti d’arte, di design e di alto artigianato contemporanei e una selezione di opere realizzate da Treccani in collaborazione con i più importanti musei e biblioteche d’Europa e con i massimi artisti e architetti del nostro tempo.


Con un’installazione interattiva centrale, lo Studiolo Treccani – progettato con Dotdotdot – permette di esplorare il ricco patrimonio iconografico della prima edizione della Enciclopedia Italiana, pubblicata nel 1937, riarticolando i materiali secondo tre categorie: naturalia e artificialia, cose rare scoperte in natura o sapientemente manufatte, oppure come mirabilia, vale a dire cose insolite, magiche o inquietanti, che suscitano meraviglia. Oggetto di un ambizioso progetto di digitalizzazione e valorizzazione grazie al contributo dell’Istituto Centrale per gli Archivi del Ministero della Cultura, il patrimonio iconografico è stato riorganizzato impiegando un modello di apprendimento automatico che permette al visitatore una rilettura innovativa dell’archivio enciclopedico, con immagini continue che invitano a guardare le cose da punti di vista sempre nuovi. L’incontro La cultura che unisce. Da Manuzio all’ebook promosso dalla Treccani a Francoforte, al quale prenderanno parte Massimo Bray, Direttore Generale della Treccani e l’Ambasciatore Umberto Vattani, moderati da Luciano Lanna, del Centro per il libro e la lettura, vuole aiutare a riflettere sul futuro del libro, che nei secoli ha saputo far combaciare bellezza e funzionalità: dalla tipografia veneziana di Aldo Manuzio nel Quattrocento fino alle novità della rivoluzione digitale. Se nel complesso il mercato editoriale presenta tassi interessanti di crescita – con dati migliori rispetto a quelli di prima della pandemia e soprattutto della crisi del 2011-2014 – l’Italia ha tutte le potenzialità per superare l’undicesima posizione che ricopre in Europa. “Come istituto di interesse nazionale – ricorda Massimo Bray – La Treccani è impegnata da circa un secolo nella diffusione della cultura e della conoscenza, sia attraverso la carta sia attraverso i nuovi canali digitali. Una offerta pluricanale che negli ultimi anni ci sta dando particolari soddisfazioni, con la consapevolezza però che ci sono ancora ampi margini di miglioramento, anche sul mercato internazionale”.


Si vendono infatti oggi 8.000 mila titoli l’anno, contro i 1.800 del 2001, ma le risorse per le traduzioni restano limitate rispetto a quelle di altri paesi. “Per questo – continua Bray – abbiamo lanciato il progetto newitalianbooks, una piattaforma nata per facilitare la traduzione dei libri italiani all’estero, e a Francoforte abbiamo organizzato un incontro specifico sull’argomento”.

E. Malatesta: Opere Complete “Andiamo fra il popolo”

E. Malatesta: Opere Complete “Andiamo fra il popolo”Roma, 15 ott. (askanews) – La casa editrice zeroincondotta pubblica il nuovo volume delle opere complete di Errico Maltesta: “Andiamo fra il popolo. L’Associazione e gli anni londinesi 1889-1897”, a cura di Davide Turcato. Saggio introduttivo di Pietro Di Paola


L’esilio londinese del 1889-97 è il periodo più fecondo e misconosciuto nello sviluppo del pensiero di Malatesta. Come osserva Luigi Fabbri, fu dal 1889 che «il pensiero malatestiano acquistò quel carattere ed indirizzo» che differenziano la sua interpretazione dell’anarchismo «da quelle comunemente accettate nel campo anarchico». Nell’Associazione e oltre, Malatesta sviluppa i temi fondamentali del suo anarchismo: la centralità del movimento operaio nella rivoluzione, congiunta a un realistico risalto dato alle minoranze coscienti e al tema dell’«andata nel popolo»; la distinzione fra lotta economica e lotta politica, di contro all’egemonismo marxista; il tema del «partito» come veicolo di un anarchismo associazionista, che lo pone in attrito con le correnti anti-organizzatrici e illegaliste, ma non gli impedisce di difendere Pallás, Vaillant e Caserio di fronte a increduli giornalisti borghesi; e soprattutto il concetto di anarchismo come metodo, cardine di un anarchismo pluralista e sperimentalista. Base comune di queste idee è la visione della società come risultante dell’interazione fra individui, dall’esito indeterminato. Queste elaborazioni avvengono nel contesto di intense lotte sociali e opportunità insurrezionali mancate, dagli scioperi a Londra e in Belgio alle manifestazioni del 1º Maggio e ai Fasci siciliani. È nel crogiolo di queste esperienze che Malatesta evolve la sua tattica e prefigura già dal 1894 temi che svolgerà appieno tre anni dopo nell’Agitazione.

Inaugura oggi la Buchmesse di Francoforte, Italia protagonista

Inaugura oggi la Buchmesse di Francoforte, Italia protagonistaMilano, 15 ott. (askanews) – Inaugura oggi pomeriggio alla fiera di Francoforte la Buchmesse 2024, il più importante appuntamento europeo per l’industria editoriale. Un’edizione particolarmente importante per l’Italia, scelta come Paese Ospite d’onore. La cerimonia ufficiale è in programma oggi alle 17, a seguire l’apertura del Padiglione Italia progettato e realizzato da Stefano Boeri. In rappresentanza del nostro Paese interverranno il ministro della Cultura Alessandro Giuli e i tre esponenti della cultura italiana chiamati dal commissario del governo, Mauro Mazza, a testimoniare le diverse anime della cultura del nostro Paese: il filosofo Stefano Zecchi, la scrittrice Susanna Tamaro e il fisico Carlo Rovelli.


Nella cerimonia d’inaugurazione del Padiglione Italia si esibirà l’artista Frida Bollani Magoni e sarà presente l’architetto Boeri. Seguirà il concerto dell’orchestra della Fondazione dell’Arena di Verona al teatro Alte Oper, a partire dalle 20.30, con un omaggio a Giacomo Puccini per il suo centenario. Gli incontri del programma letterario e professionale inizieranno il giorno successivo sia nel Padiglione che nello Stand collettivo italiano. Quest’ultimo verrà inaugurato il 16 ottobre, alle 10.30, alla presenza dei ministri della Cultura di Germania e Italia, Claudia Roth e Alessandro Giuli.


Fonte immagine: Frankfurt Buchmesse

Pronto il Barbanera 2025, l’Almanacco d’Italia si rinnova

Pronto il Barbanera 2025, l’Almanacco d’Italia si rinnovaRoma, 14 ott. (askanews) – È un’edizione tutta nuova quella dell’Almanacco Barbanera 2025, che dal 19 ottobre torna nelle edicole e nelle librerie d’Italia per accompagnare di mese in mese in un viaggio lungo un anno nel segno della serenità e delle buone pratiche, ricco di consigli quotidiani per vivere bene e per incuriosirci del mondo che ci circonda. Sono tante le novità: dal formato maneggevole allo stile grafico fresco, dal tema dell’anno ai nuovi contenuti.


Barbanera è una voce amica che offre ogni giorno un’occasione per staccare dagli schermi, per tornare connessi con la natura, con la terra che ci accoglie, con il cielo che ci guida, e soprattutto con noi stessi. Ci fa riscoprire la bellezza nel quotidiano, e ci ricorda che “tutto il mondo è un orto, se sai dove guardare”. Forse sono proprio la filosofia e la semplicità i segreti del successo del Barbanera, l’almanacco più famoso e longevo d’Italia, che è pronto anche quest’anno ad entrare nelle case dei milioni di italiani che da due secoli e mezzo lo acquistano come augurio per l’anno nuovo. Per il 2025 l’Almanacco Barbanera si presenta con tante novità. Nuovo formato (13 x 21 cm), più maneggevole e più piacevole da sfogliare. Nuova grafica, accompagnata da oltre 200 illustrazioni realizzate dall’illustratore Gianluca Chiavassa. E dopo più di quarant’anni, Barbanera ci mette la faccia: torna protagonista della copertina e fa capolino tra le pagine, insieme al suo amico Silvano. Nuovi contenuti mensili, come l’interpretazione dei sogni, i consigli sul fai-da-te, i riti della nostra tradizione e le liste illustrate dei cibi di stagione. Ma soprattutto, da quest’anno, l’almanacco è attraversato dalla prima all’ultima pagina da un filo conduttore: nel 2025 il tema dell’anno è “coltivato e scoltivato”, ovvero le piante domesticate e quelle che nascono da sé. Ogni mese lo sguardo si posa su una pianta spontanea e sulla sua controparte coltivata, che diventano protagoniste di una narrazione lunga dodici mesi, in cui Barbanera ci invoglia a riconoscere le piante, a raccoglierle e utilizzarle. Ci racconta le loro proprietà curative e quelle culinarie, ci insegna a coltivarle nell’orto, in giardino e sul balcone. Ce ne racconta i riti e i miti.


In questo viaggio narrativo lungo un anno si trovano tutte le rubriche più amate del Barbanera. Il calendario degli eventi del mese in cielo e in terra, con le feste tradizionali, il sorgere e il tramontare del Sole e della Luna, i fenomeni celesti visibili dall’Italia. La guida per orto, giardino, balcone e davanzale, alla scoperta di quando e come coltivare le nostre amiche piante seguendo le fasi lunari. Le pagine dedicate a cibo e ricette, per scegliere i prodotti di stagione e preparare i piatti della tradizione italiana. L’immancabile calendario lunare, con consigli e buone pratiche quotidiane, favoriti della Luna e degli astri. L’oroscopo per divertirsi con lo zodiaco. E le nuove rubriche: il Fai-da-te, con le idee da realizzare usando le mani per costruire, creare e giocare, e l’interpretazione dei sogni, per metterci in ascolto di noi stessi. Il Barbanera rimane fedele al suo impegno per la sostenibilità ed è 100% ecocompatibile. Utilizza carta riciclabile, proveniente da foreste sostenibili e non trattata con cloro, ed è stampato con inchiostri vegetali ricavati da materie prime rinnovabili, privi di cobalto e oli minerali. Un gesto concreto che riflette i valori che da sempre animano le pagine dell’Almanacco.


L’Almanacco Barbanera è stato accettato dall’UNESCO nel registro Memoria del mondo in quanto “simbolo di un genere letterario che ha contribuito a creare la cultura popolare e l’identità di intere nazioni”. Il Barbanera è la voce della tradizione che parla al presente, offrendo la sua saggezza e la sua esperienza in un linguaggio fresco, chiaro e affascinante. Anche questo ottobre l’Almanacco torna puntuale in edicola e in libreria, insieme all’edizione classica del Calendario, per offrire ai propri lettori sempre nuovi spunti per vivere felici in armonia con il cielo e con la terra.

Cinema, produttori italiani e Gb a Londra: via a collaborazioni

Cinema, produttori italiani e Gb a Londra: via a collaborazioniRoma, 11 ott. (askanews) – Cinquanta produttori cinematografici e televisivi italiani e britannici si danno appuntamento all’Istituto Italiano di Cultura a Londra per esplorare prospettive di coproduzioni cinematografiche. L’iniziativa di chiama “Cinematic Bridges – UK meets Italy co-production meetings”. Nasce, nell’ambito del London Film Festival, da una collaborazione promossa dal direttore Francesco Bongarrà tra BFI – British Film Institute, la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura (DGCA-MiC) e Cinecittà.


Dieci produttori cinematografici e televisivi italiani familiarizzano con le opportunità di coproduzione nel Regno Unito e incontrare produttori britannici interessati a lavorare su progetti con i loro omologhi italiani. “Ognuno dei nostri paesi – spiega Agnieszka Moody, capo dele Relazioni internazionali di British Film Institute – ha molto da offrire, e vorremmo vedere un maggior numero di coproduzioni tra Regno Unito e Italia. Questo evento vuole essere il primo di una serie finalizzata a stimolare le partnership tra i nostri produttori”.


Ad aprire la giornata, con il racconto della propria esperienza Nicky Bentham, produttrice di Neon Films, che ha appena finito di girare in Sicilia Brides, una coproduzione italo-britannica che andrà in sala all’inizio del prossimo anno. “Tra le principali missioni degli Istituti italiani di Cultura nel mondo c’è quella di creare un dialogo tra i nostri operatori culturali e quelli del Paese ospitante. Grazie a questa iniziativa creiamo nuove sinergie e importanti relazioni tra il cinema italiano e quello britannico che potranno anche avere importanti ricadute per la nostra economia”, ha spiegato Francesco Bongarrà, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, a Londra.

Marina Apollonio, un’artista vivente alla Collezione Guggenheim

Marina Apollonio, un’artista vivente alla Collezione GuggenheimVenezia, 11 ott. (askanews) – Una protagonista dell’Arte Programmata e una lezione artistica che resta di grande attualità, soprattutto all’epoca della società digitale. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ospita, per la prima volta, una mostra dedicata a un’artista vivente, Marina Apollonio, la cui carriera viene ripercorsa da questa importante retrospettiva. “Rivedere queste opere – ha detto l’artista ad askanews – mi fa ricordare tutta la mia vita e tutte hanno una storia, ricordo dove sono state fatte, come sono state fatte, dove sono state esposte… è un’emozione anche rivederli, poi messi in un ambiente così inimmaginabile come il Guggenheim di Venezia”.


La mostra, intitolata “Oltre il cerchio”, ci fa capire come le opere di Apollonio spingano la forma oltre i limiti della superficie e della cornice, dinamizzando lo spazio e la percezione, che ci appare ora aperta verso nuove dimensioni. “L’idea – ci ha spiegato la curatrice Marianna Gelussi – è quella di usare un linguaggio universale, che è il linguaggio universale della geometria, un linguaggio che possa essere capito da tutti e quindi passare attraverso l’emozione e attraverso la relazione anche con colui che guarda per rivoluzionare anche il modo di percepire l’arte. L’idea è quella che appunto colui che guarda è parte attiva dell’opera”. Il cerchio è la forma chiave della mostra, ma non l’unica: tutte sono però contraddistinte da una pulizia geometrica che, negli anni Sessanta era anche una presa di posizione contro l’interpretazione profondamente individualista del lavoro degli artisti. E la mostra di Marina Apollonio è pure un modo per non fermarsi a una lettura semplicistica della Collezione di Peggy Guggenheim. “Sono molto contenta – ha detto la direttrice del museo veneziano, Karole Vail – che abbiamo potuto organizzare questa mostra insieme a lei, con il suo consenso, con il suo aiuto, e credo che sia anche una bellissima opportunità per il museo. Credo che sarà anche una sorpresa, perché quando pensiamo alla collezione Peggy Guggenheim, normalmente non pensiamo ad artisti viventi e dunque che ci sia ancora un’artista donna, una delle pochissime artiste viventi in collezione, mi sembra anche una storia molto bella”.


“C’è un rigore profondamente metodico in questa avanguardia – ha aggiunto Gelussi – ma è proprio nel rigore che nasce la libertà, cioè nel senso che le opere che si creano sono delle opere ambigue, sono opere in movimento, sono opere che non sono mai uguali a loro stesse, sono delle opere che sono in divenire, che sono al presente, come dicevano in quegli anni”. La mostra è aperta al pubblico negli spazi della Collezione dal 12 ottobre 2024 fino al 3 marzo 2025.