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”Una candela nel buio”, il 18 maggio Moni Ovadia legge poesie palestinesi

”Una candela nel buio”, il 18 maggio Moni Ovadia legge poesie palestinesiRoma, 16 mag. (askanews) – “Oltre le parole”, diretta da Pascal La Delfa, presenta in anteprima nazionale il nuovo spettacolo di Moni Ovadia il 18 maggio all’Ara Pacis di Roma in occasione della “Notte dei musei 2024”.


“Per cosa si definisce un popolo? Per molteplici aspetti come le tradizioni, la memoria, una cultura nazionale, per molti altri moti emozionali difficili da tradurre con precisione in parole. Ma non vi è dubbio alcuno che l’identità di un popolo ha uno dei suoi pilastri portanti nella poesia. In questo senso il grandissimo poeta palestinese Mahmoud Darwish è il poeta nazionale del popolo palestinese ed esprime nei suoi versi l’interiorità della sua gente e i suoi più profondi sentimenti ma nei suoi versi è presente un potente afflato universale e ciò fa di lui uno dei più grandi poeti del Novecento. Ma come poeta arabo respira in lui anche l’ineffabile alito del deserto, spazio/tempo dell’esilio, dello sconfinare, dell’anelito alla libertà e alla dignità alle quali Darwish in quanto palestinese aspira con irrinunciabile forza. E noi ci avviciniamo all’alito del deserto con l’arte magica della presenza che si fa assenza della magnifica Gabriella Compagnone”. Queste le parole dell’artista Moni Ovadia per il suo nuovo spettacolo, che avrà il supporto della celebre sand-artist. Versi che si tramutano in sabbia disegnata ad arte per far riflettere e suggestionare spettatori di ogni età. “Abbiamo scelto l’Ara Pacis per presentare questo progetto, perché lo riteniamo forse il luogo più simbolico della storia, in un momento in cui si parla più di guerra che di pace”, spiega Pascal La Delfa, direttore artistico dell’associazione Oltre le Parole di Roma, che da oltre trenta anni opera nel campo del teatro come strumento di relazione, espressività e benessere.


Gli ultimi lavori sono uno spettacolo per le scuole sui temi delle guerre, e un nuovo lavoro sui cento anni dell’opera “Ciascuno a suo modo” di Pirandello (tra teatro, psicodramma e librerie viventi) che prenderà corpo in autunno in sei regioni italiane in contemporanea. Il lavoro e i programmi dell’associazione sono visibili sul sito www.teatrocivile.it Tre le repliche previste, alle ore 21,30-22,30 e 23,30- Ingresso gratuito da via Ripetta in auditorium o a 1 euro con visita all’Ara Pacis dall’ingresso principale, in occasione della Notte dei Musei 2024 “Una Candela nel buio”. Con Moni Ovadia. Poesie di Mahmoud Darwish. Sand Artist: Gabriella Compagnone. Direzione artistica: Pascal La Delfa. Sabato 18 maggio 2024 presso l’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma (ingresso gratuito da via Ripetta). Programma completo della manifestazione https://www.museiincomuneroma.it/it/mostra-evento/notte-dei-musei-2024.

Stabilita cronologia assoluta per Gerusalemme nell’età del ferro

Stabilita cronologia assoluta per Gerusalemme nell’età del ferroMilano, 15 mag. (askanews) – Gerusalemme è stata abitata ininterrottamente per migliaia di anni, fungendo sia da centro di importanza religiosa sia da centro del potere per diversi regni, ma nonostante il vasto numero di testi storici sulla città sussistono ancora numerose lacune nella sua cronologia assoluta. I ricercatori del Weizmann Institute of Science, in collaborazione con un team di archeologi del sito archeologico della Città di David, a Gerusalemme, la Israel Antiquities Authority e l’Università di Tel Aviv, sono però riusciti recentemente a tracciare una cronologia dettagliata della Gerusalemme dell’età del ferro, corrispondente al periodo in cui la città fungeva da capitale del biblico Regno di Giuda. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, USA (PNAS). Nonostante tutto il materiale reperibile su Gerusalemme, lo studio della sua età del ferro si è rivelato molto impegnativo in termini di cronologia assoluta: è, infatti, un processo che implica l’individuazione di date esatte o di periodi temporali a cui appartengono le diverse prove archeologiche in contrapposizione a una cronologia relativa, che stabilisce l’ordine degli eventi basandosi su similitudini architettoniche o su prove ceramiche in altri siti.


Parte di questa sfida davvero impegnativa è un fenomeno noto come Plateau di Hallstatt, che è legato a una particolare interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera terrestre nel periodo in questione e che interferisce con l’uso della datazione al radiocarbonio, il gold standard per determinare l’età di qualcosa. Questo fenomeno fa sì che per l’età del ferro, la datazione radioattiva, invece di indicare l’età specifica di un oggetto, generi un grafico con un’area piatta per l’intervallo tra l’VIII e il V secolo a.C. Pertanto, la datazione al radiocarbonio generalmente non è accurata relativamente a questo intervallo temporale, rendendo il superamento del Plateau di Hallstatt una delle più grandi sfide per gli studi archeologici dell’ultima parte dell’età del ferro. Di conseguenza, gli archeologi che hanno esplorato la Gerusalemme dell’età del ferro si sono sempre basati in prevalenza sui testi biblici e storici e sullo studio della ceramica, piuttosto che sulla datazione al radiocarbonio. Inoltre, il suo mix di architetture e l’essere stata ininterrottamente abitata per più di 4.000 anni hanno reso Gerusalemme una sorta di fusione di costruzioni di epoche diverse: è, infatti, una città che ha visto numerose guerre, distruzioni e ricostruzioni, con conseguenti aree urbane estese e complesse costruite sulle rovine di ciò che le aveva precedute. La combinazione di tutti questi elementi ha generato numerose lacune nei processi di ricerca votati a stabilire una cronologia assoluta della Gerusalemme dell’età del ferro e per colmarle sarebbe, appunto, necessario riuscire ad aggirare le difficoltà di datazione legate al Plateau di Hallstatt. Fortunatamente, i ricercatori del Weizmann sono riusciti a fare proprio questo utilizzando la micro-archeologia, un campo relativamente nuovo nell’ambito delle scienze archeologiche, da loro sviluppato. Questo approccio si concentra sull’esame attento dei pezzi di prove che si sono accumulati nei siti, utilizzando strumenti scientifici con un livello di cura e attenzione quasi forense.


‘Si tratta di comprendere a fondo la connessione tra i materiali da datare e gli strati con tracce di occupazione umana o materiale da costruzione: ed è così che abbiamo potuto applicare il metodo della micro-archeologia’, ha affermato la professoressa Elisabetta Boaretto, direttrice della Weizmann’s Scientific Archeology Unit. Sviluppata negli anni ’40, la datazione al radiocarbonio funziona misurando il radiocarbonio (carbonio-14 o 14C) in un dato oggetto. Il radiocarbonio viene costantemente prodotto nell’atmosfera e diventa parte del ciclo del carbonio. Questi atomi vengono assorbiti nei tessuti della materia organica come quella delle piante, degli animali e degli esseri umano, ma quando l’organismo vivente muore, smette di assorbire il radiocarbonio. Il 14C subisce un decadimento radioattivo, trasformandosi in azoto-14. Poiché il radiocarbonio ha un tasso di decadimento noto, i ricercatori possono utilizzare il numero di atomi di 14C rimanenti per determinare l’età di qualcosa. Recandosi nei siti di scavo di Gerusalemme, Boaretto, insieme alla dottoressa Johanna Regev, ha potuto effettuare più di 100 misurazioni del radiocarbonio su materiale organico, con una prevalenza di semi carbonizzati. ‘Dobbiamo essere in grado non solo di raccogliere dal sito materiale come semi, ossa o carbone, ma di identificare il contesto, come, ad esempio, il luogo in cui i semi sono stati bruciati’, afferma Boaretto. ‘Raggiungiamo questo obiettivo con i metodi che abbiamo sviluppato nel corso degli anni, utilizzando gli strumenti analitici che abbiamo in Weizmann e che portiamo con noi anche sul campo. In questo modo possiamo andare oltre l’analisi archeologica standard di un sito’. Successivamente, i ricercatori hanno separato il materiale originale dai contaminanti e hanno effettuato misurazioni multiple del radiocarbonio presso il Weizmann’s Dangoor Research Accelerator Mass Spectrometry (D-REAMS) Laboratory per ottenere il massimo livello di accuratezza e precisione nella datazione. ‘Conosciamo come si è formato il sito, quindi quando raccogliamo semi o campioni di malta a esso relativi, possiamo essere sicuri se fossero o non fossero lì quando il sito è stato costruito. E ciò significa che partendo da ciò possiamo datare il sito stesso’, ha continuato.


Il superamento del Plateau di Hallstatt è stato reso possibile anche grazie all’aiuto di 100 anelli di alberi con datazione da calendario, parte di noti archivi. La datazione degli anelli degli alberi, nota anche come dendrocronologia, si basa sul fatto che fino alla sua morte un albero cresce di un anello ogni anno. Più anelli ha un albero, più è vecchio. Combinando questo tipo di dato con il metodo del radiocarbonio, i ricercatori sono stati in grado di ottenere una determinazione più precisa e dettagliata della concentrazione di radiocarbonio nell’atmosfera durante il periodo di interesse, processo che ha contribuito anche a creare una cronologia assoluta. In particolare, questo studio è stato reso possibile da un esperimento organizzato dal dotto. Lior Regev presso D-REAMS, l’acceleratore dedicato alla ricerca di Weizmann. L’esistenza di due eventi storici avvenuti in date ben stabilite – la distruzione di Gerusalemme da parte dei babilonesi nel 586 a.C. e il terremoto dell’VIII secolo a.C., con le successive opere di ricostruzione – ha contribuito a fornire ulteriori informazioni sul comportamento del radiocarbonio nell’atmosfera. I ricercatori hanno notato differenze tra il radiocarbonio nel materiale della regione rispetto alla concentrazione misurata negli anelli degli alberi europei e americani nello stesso periodo. Queste differenze – quando, cioè, i dati del radiocarbonio non corrispondono a come pensiamo dovrebbero essere, grazie agli anelli degli alberi – sono chiamare ‘offset’ e comprenderle può essere di fondamentale importanza per gli scienziati che studiano il clima e l’atmosfera, così come per le cronologie archeologiche.


Il più grande risultato dello studio è stato il successo nel creare una cronologia assoluta, con dettagli e fedeltà senza precedenti, per una città abitata senza soluzione di continuità. In particolare, i ricercatori sono stati in grado di fornire prove concrete della diffusa presenza di insediamenti umani a Gerusalemme già nel XII secolo a.C. Un’espansione verso ovest della città è stata fatta risalire al IX secolo a.C. determinando la tempistica della costruzione di un grande edificio antico. Stabilire le date di un grande sconvolgimento urbanistico ha permesso di attribuirlo a un devastante terremoto e a un ulteriore sviluppo fino al 586 a.C. In particolare, mentre ricerche precedenti avevano attribuito la riqualificazione post-terremoto al re Ezechia, la datazione al radiocarbonio e la cronologia mostrano che probabilmente è avvenuta durante il regno di re Uzzia. ‘Gerusalemme è una città viva; non è come un tell costruito come una sequenza di strati’, conclude Boaretto. ‘Questa è una città che è stata costantemente ricostruita nell’arco di tutto questo periodo e le prove archeologiche sono sparse’. I metodi sviluppati nello studio potrebbero avere un impatto che va oltre la cronologia Gerusalemme, poiché i problemi legati all’uso della datazione al radiocarbonio nei siti dell’età del ferro sono globalmente diffusi. L’approccio micro-archeologico sviluppato dal team potrà quindi essere utilizzato in molti altri siti, contribuendo a colmare le lacune relative a questo periodo cruciale per lo sviluppo e per la storia dell’umanità.

Roma, “Sull’acqua. Scienza e Bellezza”: in ricordo di Pietro Greco

Roma, “Sull’acqua. Scienza e Bellezza”: in ricordo di Pietro GrecoRoma, 15 mag. (askanews) – “Sull’acqua. Scienza e Bellezza”, questo il titolo dell’incontro in ricordo dello scrittore e giornalista Pietro Greco, faro per la comunicazione della scienza in Italia, che si terrà a Roma il 24 maggio (alle ore 17) nell’Aula Magna di Lettere presso l’Università Roma Tre. Un appuntamento per gli appassionati di scienza, arte e cultura, organizzato dal Master ComRis (Comunicazione della scienza e della Ricerca scientifica) diretto da Elena Pettinelli (Dipartimento di Matematica e Fisica – Università Roma Tre), dall’Associazione culturale Amore e Psiche e dall’Associazione di promozione sociale La Scuola che verrà.


Giunto al quarto appuntamento, dopo il successo delle scorse edizioni (Luce, Tempo, Spazio) il tema di quest’anno ruoterà intorno al concetto di acqua: acqua come elemento essenziale alla sopravvivenza di qualunque organismo, come elemento fondamentale per lo sviluppo della civiltà, acqua come ispirazione di poeti, pittori, architetti, letterati e come immagine e significato profondo in psicoterapia. L’incontro è realizzato in collaborazione con L’Università degli Studi di Roma Tre, Netforpp, (Network europeo per la psichiatria psicodinamica), l’associazione culturale L’arte della memoria, e con il patrocinio della Fondazione Roma Sapienza. Tra scoperte scientifiche rivoluzionarie e riflessioni umanistiche, i relatori racconteranno l’acqua attraverso la propria disciplina, percorrendo la strada dell’interdisciplinarità che Pietro Greco ha indicato e strenuamente sostenuto durante la sua lunga carriera di divulgazione scientifica. In un dialogo dove passione e riflessione si intrecciano, l’obiettivo è quello di mostrare come arte e scienza non possano in realtà essere separate perché entrambe frutto delle capacità propriamente umane di intuire, riflettere e immaginare e di come il confronto e la comunicazione tra persone e materie diverse sia l’unica possibilità’ di accrescere la conoscenza.


L’incontro sarà moderato da Marco Motta, giornalista e conduttore di Radio Tre Scienza, che dialogherà con Elena Pettinelli, fisica presso l’Università Roma Tre, Franco d’Agostino, assirologo ,direttore del dipartimento degli Studi Orientali della Sapienza, Annelore Homberg, psichiatra e psicoterapeuta presso Netforpp Europa, Marcello Petitta, climatologo presso l’Università Tor Vergata, Alessandro Chiarucci, botanico ed ecologo dell’Università di Bologna e presidente della Società italiana di botanica e Massimo D’Orzi, scrittore e regista.

Istat: poco più della metà dei giovani legge almeno un libro all’anno

Istat: poco più della metà dei giovani legge almeno un libro all’annoRoma, 15 mag. (askanews) – Nel 2023, il 53,3 per cento dei giovani tra 16 e 24 anni ha svolto almeno due attività culturali fuori casa nel corso di un anno, quota stabile rispetto a venti anni prima (il 52,3 per cento nel 2003). Inoltre, poco più della metà dei giovani legge almeno un libro l’anno (il 53,5 per cento nel 2003 e il 51,4 per cento nel 2023). Oggi come venti anni fa, le ragazze partecipano più dei ragazzi. Lo rileva l’Istat nel Rapporto Annuale 2024, presentato oggi.


Riguardo la popolazione adulta, negli ultimi 20 anni, si è osservato un aumento della partecipazione culturale fuori casa (dal 35,9 del 2003 al 38,3 per cento del 2023), mentre diminuisce la quota di adulti che legge almeno un libro l’anno (dal 44 per cento del 2003 al 40,9 per cento del 2023). Tra le persone di 65 anni e più, invece, nel 2023 il 17,2 per cento ha svolto ad almeno due attività culturali fuori casa nel corso di un anno, valori di oltre una volta e mezzo superiori rispetto al 2003; inoltre è aumentata l’abitudine a leggere almeno un libro l’anno (il 23,5 per cento nel 2003 contro il 29,5 per cento del 2023).

Cultura, a Carbognano si celebra Giulia Farnese a 500 anni da morte

Cultura, a Carbognano si celebra Giulia Farnese a 500 anni da morteRoma, 14 mag. (askanews) – In occasione dei 500 anni dalla morte di Giulia Farnese (Canino, 1475 – Roma, 23 marzo 1524), detta “Giulia la Bella”, nobildonna che contribuì alle fortune di casa Farnese, sabato 18 maggio a Carbognano (Viterbo), dove visse tra il 1505 e il 1522 e di cui assunse il governo quando era ancora un feudo, ci sarà una giornata speciale ad accesso gratuito.


Alle ore 15 si svolgerà “I volti nascosti di Carbognano – Visita guidata al borgo, sulle tracce di Giulia Farnese”. Lungo il cammino si andranno a scoprire alcuni scorci della città di Carbognano come Lavatoio di Castello, Fontana del Mascherone, Torre comunale dell’orologio, Scala della Conocchia, Castello di Giulia Farnese (esterni), Chiesetta di Santa Lucia (esterni), Chiesa di Santa Maria della Valle e Chiesa di Santa Maria dell’Immacolata Concezione. (L’appuntamento è per le ore 14:45 a Piazzale Sant’Anna). Sempre il 18 maggio, alle ore 16:30, presso la Chiesa di Santa Maria dell’Immacolata Concezione, si effettuerà il “Convegno Farnesiano: Il ruolo di Giulia Farnese nella realtà di Carbognano”, con introduzione e moderazione di Luca Della Rocca. Presenti tra gli altri Agostino Gasbarri, sindaco di Carbognano; Mariangela Garofalo, manager de La Rete di Giulia; Lina Quadracci, presidente del Centro Studi Carbognano.


Era il 1506 quando Giulia assunse il governo di Carbognano, il feudo che Alessandro VI aveva donato ad Orsino. La Bella prese dimora nel castello della cittadina, sul portale del quale, anni dopo, fu inciso il suo nome. Le cronache del castello la raccontano come un’abile amministratrice che seppe governare sulle sue terre con mano ferma ed energica. Qui rimase fino al 1522: lasciato il castello, fece ritorno a Roma, dove trascorse gli ultimi due anni della sua esistenza. Il 23 marzo 1524, nel grande palazzo del cardinale Alessandro, Giulia Farnese morì per cause sconosciute all’età di 48-49 anni. La Rete di Giulia è la rete di imprese tra le attività economiche presenti sul territorio del Comune di Carbognano, la cui costituzione è avvenuta a fine ottobre. Tale network, oltre ad affiancare le imprese consentendo alle aziende del territorio di coniugare indipendenza e autonomia imprenditoriale con la capacità di acquisire risorse finanziarie, tecniche, umane e di know-how, pone in campo diverse iniziative che hanno l’obiettivo di affascinare e attrarre un turismo culturale, eco-sostenibile, eno-gastronomico che intreccia storia, passeggiate e racconti tra i sentieri del territorio e festival e come il Liberati Film Festival; fiere e artigianato, mostre d’arte contemporanea e esposizioni fotografiche, architetture d’epoca, convegni e, il Premio “Giulia Farnese”.


Molti degli eventi del programma di rete fanno parte della manifestazione “Restitutio Memoriae: il mito di Giulia” per la celebrazione del V Centenario della Morte di Giulia Farnese “la Bella”.

In un libro la gloriosa storia della Società Ippica Romana

In un libro la gloriosa storia della Società Ippica RomanaRoma, 13 mag. (askanews) – Scuola, tecnica, agonismo, disciplina, relazioni sociali, una vera e propria fonte di alimentazione dello sport equestre italiano moderno. La storia della Società Ippica Romana (già attiva agli inizi del 1926), della Società Romana di Equitazione (1930) e della Farnesina (1934) – poi confluite il 12 giugno del 1945 in un unico soggetto denominato nuovamente Società Ippica Romana – è la storia di un’eccellenza sportiva assoluta dell’equitazione italiana e internazionale.


Da Piero e Raimondo d’Inzeo a Graziano Mancinelli ad Alessandro Argenton, quale centro ippico o scuola di equitazione può dire di aver dato i natali a quattro atleti vincitori di medaglie olimpiche individuali, due di queste d’oro? La risposta è: la Farnesina. Questo viaggio glorioso è raccontato nel libro “Dove nascono le leggende Storia della Società Ippica Romana” (Rubbettino) del giornalista e scrittore Umberto Martuscelli che sarà presentato a Roma mercoledì 15 maggio alle ore 18 presso il Circolo Canottieri Aniene. Insieme all’autore interverranno il Presidente SIR La Farnesina Cav. Lav. Pierluca Impronta e il Presidente FISE Marco Di Paola, moderati dalla giornalista Carlotta Mantovan.


Una narrazione che si sviluppa attraverso la ricerca, l’analisi, l’approfondimento, corredata da una ricca documentazione e in cui vengono ripercorsi epoche e traguardi fino al radicale programma di rinnovamento e riqualificazione dell’intera struttura – inaugurata lo scorso mese di dicembre – che proietterà questo anfiteatro naturalistico nel centro di Roma verso la storia del futuro. L’AUTORE. Umberto Martuscelli, nato a Padova nel 1961, è giornalista e scrittore, oltre che speaker di manifestazioni agonistiche nazionali e internazionali di sport equestri (dal 1992 al microfono dello Csio di Roma in Piazza di Siena). Collabora dal 1994 con la rivista Cavallo Magazine e ha scritto di uomini e cavalli su alcuni dei più importanti quotidiani nazionali (Il Tempo, QN, Il Resto del Carlino, La Stampa, la Repubblica).

Festival “Between Land and Sea – Blas” a Palermo dal 24 maggio

Festival “Between Land and Sea – Blas” a Palermo dal 24 maggioRoma, 11 mag. (askanews) – Between Land And Sea- BLAS-, il festival culturale ideato e prodotto da Fondazione Studio Rizoma giunge alla quinta edizione, che si svolgerà a Palermo, dal 24 maggio al 9 giugno. Between Land And Sea, è un motore di prodizione, condivisione e diffusione culturale che apre l’isola alla collaborazione a lungo termine con artisti e ricercatori del vicino Mediterraneo e del continente africano, per intessere una fittissima trama di attività in risonanza con le associazioni, le istituzioni e i presidi culturali vivi e attivi sul territorio: Arci Porco Rosso, Teatro Biondo, Museo Civico di Castelbuono, EPYC -European Palermo Youth Centre, Aterraterra, Corrente, Danisinni, Complesso Monumentale di Santa Chiara, Palazzo Butera. Incontri e spettacoli nello spazio pubblico, mostre, performance e installazioni, live e ascolti musicali, svilupperanno le tematiche che caratterizzano l’identità del festival: la decolonizzazione delle arti, le connessioni esistenti tra il locale ed il globale e le loro storie intrecciate, legate da cambiamenti climatici, migrazione e commercio in un tempo presente dominato dalla crescente incertezza.  Su questa scia il programma multidisciplinare curato da Eva-Maria Bertschy, Izabela Moren e Giorgio Mega propone una riflessione critica sugli Ambienti incerti/Uncertain environments, costruendo un’edizione del festival densa di riverberi in cui il racconto e la denuncia del reale convivono con l’immaginazione. Un coro di voci che creano uno scenario composto da molteplici punti di vista ma unificato dalla traduzione del pensiero teorico in pratica politica, della parola personale in testimonianza collettiva. A cominciare dal primo appuntamento che apre Blas 2024 venerdì 24 maggio (ore 19.30) al circolo Arci Porco Rosso, con l’inaugurazione di Questa è la mia casa: ricostruzione di un insediamento informale di Giulia Gianguzza e Yaya Njie che attraverso un percorso espositivo di “fotografie fatte male”, mappe, testimonianze, storie di vita, lettere, e oggetti abbandonati, rievoca lo sgombero del campo di lavoratori e migranti avvenuto a Campobello di Mazara il 24 maggio 2023. Riflette su un fatto di cronaca che racconta le lotte politiche comuni a diverse generazioni, il lavoro di Genny Petrottache intreccia la storia delle battaglie dei contadini e dei braccianti del suo paese natale, Piana degli Albanesi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con le attuali prospettive socio-economiche dei giovani del borgo caratterizzato dalla cultura arbëreshë. Con un intervento artistico e una videoinstallazione, dal titolo Mamma Perdonami / Mëma më fal (domenica 26 maggio ore 11.00, Museo Civico di Castelbuono), la videoartista racconta la storia della Repubblica contadina, fondata nel suo paese natale verso la fine della Seconda guerra mondiale sotto la guida del nonno Giacomo Petrotta, e ne rievoca la violenta repressione.   Un altro progetto espositivo di questa edizione di BLAS, è Saplings (6 giugno, ore 19.,00 Atterraterra Lab – fino al 10 giugno) nato dalla residenza artistica co-ospitata da Aterraterra e Fondazione Studio Rizoma di Elisa T. Bertuzzo, etnologa che parte del progetto eco-femminista di rivalidare epistemologie, pratiche di cura, economie e solidarietà translocali, a lungo oppresse da logiche estrattiviste, coloniali e patriarcali e della media artist Doireann O’Malley, il cui focus si concentra su pratiche meditative e di visualizzazione, scrittura e teoria, nel tentativo di manifestare futuri ecofemministi e queer.

La Apple si scusa per il video in cui si schiacciano strumenti musicali

La Apple si scusa per il video in cui si schiacciano strumenti musicaliNew York, 10 mag. (askanews) – Quella che doveva essere una pubblicità ad effetto sul lancio del nuovo iPad si è rivelata un boomerang generando critiche spietate contro Apple. Il video postato dal Ceo, Tim Cook, che inquadra uno studio pieno di strumenti musicali, con un giradischi e tanti barattoli di vernice schiacciati da una gigantesca pressa, che alla fine lascia solo un iPad ultrasottile è stato ampiamente contestato perchè mostra la distruzione di tutto quello che è simbolo della creatività per lasciar posto solo alla tecnologia.


Tor Myhren, vicepresidente delle comunicazioni marketing di Apple, si è scusato spiegando che l’obiettivo era invece di celebrare la creatività. “Abbiamo mancato il bersaglio con questo video e ci dispiace”, ha detto Myhren. Lo spot non verrà trasmesso in televisione.

Ambiente, a Firenze dal 7 giugno la prima edizione di “Planetaria”

Ambiente, a Firenze dal 7 giugno la prima edizione di “Planetaria”Roma, 10 mag. (askanews) – Al via dal 7 al 9 giugno a Firenze, presso il Teatro della Pergola, la prima edizione di Planetaria – Discorsi con la Terra. Un concept nato dalla collaborazione tra artisti e scienziati di livello internazionale. Ideato da Stefano Accorsi e Filippo Gentili con la produzione di Superhumans – la factory che unisce consulenza strategica, pensiero creativo e produzione multicanale – e della Fondazione Teatro della Toscana, Planetaria vuole essere un’esperienza immersiva in cui ripensare il rapporto con il Pianeta per imparare a viverci in maniera costruttiva e sostenibile, con l’obiettivo di usare l’arte per riattivare i sensi, creare emozioni, ripensare il nostro modo di stare al mondo.


A Stefano Accorsi spetta il prestigioso ruolo di direttore artistico di questa “jam session”. Lo affiancherà Claudia Pasquero, professoressa di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera all’Università di Milano Bicocca e direttrice scientifica di Planetaria. Accanto a loro, tra i tanti ospiti di fama internazionale, Stefano Mancuso, divulgatore scientifico, botanico, direttore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale e Giulio Boccaletti, oceanografo e direttore del centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici nel ruolo di consulenti scientifici del progetto. Ad accompagnarli, la Sibilla, l’Intelligenza Artificiale creata ad hoc per Planetaria dall’innovation partner Engineering per offrire agli spettatori un’esperienza unica, mai sperimentata prima. Sibilla dialogherà in tempo reale con artisti, scienziati e pubblico in sala durante i tre spettacoli serali, le cosiddette Conferenze immaginarie, nelle quali si racconterà la storia di come si è arrivati, in un futuro immaginario, a risolvere il problema ambientale. Un format teatrale inedito, pensato da Filippo Gentili, nel quale l’AI risponderà ai grandi interrogativi che l’attuale crisi climatica pone alla scienza odierna: “I guasti ambientali degli uomini si stanno avvicinando ad un punto di rottura?”, “L’innalzamento delle temperature e degli oceani non sarà più reversibile?” e molti altri.


“L’idea di Planetaria nasce dalla convinzione che il teatro, come luogo dell’empatia e dell’immaginazione, è uno strumento perfetto per sensibilizzare le persone sulla crisi climatica dei giorni nostri. Discostandosi da una certa divulgazione fredda e apocalittica, il teatro raccoglie l’allarme della scienza migliore, ci spinge a immaginare un futuro sostenibile e ci invita a costruirlo insieme” ha dichiarato Stefano Accorsi. Planetaria è un viaggio lungo tre giorni, destinato a pubblici trasversali. Un evento artistico, teatrale e divulgativo rivolto a tutti, grandi e bambini per riflettere e immaginare insieme come salvare il nostro futuro, perché la crisi climatica non è un destino scontato ma un’occasione per rivoluzionare il rapporto con l’ambiente. La mattina sarà riservata alle famiglie con la sezione Kids Lab and Shows dove si alterneranno attività scientifiche ed esperienziali, spettacoli teatrali e show ideati da Planetaria insieme a Rai Kids e l’Università di Milano-Bicocca. Tra questi, i Planetini, uno spazio ad hoc dedicato ai bambini che combina esperimenti scientifici e drammaturgia teatrale per cercare insieme nuove parole e nuove idee per raccontare e migliorare l’ambiente del futuro. Il pomeriggio con i Planetaria Talks ideati insieme a Will, si cercheranno assieme a ospiti del mondo scientifico nuove parole per il nostro futuro, nuove speranze e nuovi modi di comunicare e di attivarsi. La sera il palco si animerà con performance teatrali che coniugano arte e scienza: le Conferenze Immaginarie, opere teatrali originali che ripercorrono in maniera avvincente problemi e soluzioni della crisi climatica.


La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita, su prenotazione sul sito del festival.

Da domani la 36esima edizione del Salone del Libro di Torino

Da domani la 36esima edizione del Salone del Libro di TorinoMilano, 8 mag. (askanews) – Si apre domani, giovedì 9 maggio, la 36esima edizione del Salone internazionale del Libro di Torino, per la prima volta diretto da Annalena Benini, che ha preso il posto di Nicola Lagioia, ardimentoso timoniere dell’evento negli ultimi anni. Si apre alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e di quello dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ma soprattutto si apre intorno a un tema profondamente legato all’esperienza della lettura, quello della ‘Vita immaginaria’. Si trattta, nella visione degli organizzatori, di ‘quel territorio sorprendente e misterioso che dà vita a un patrimonio di infinite possibilità. Il tema dell’edizione diventa in questo senso un archivio, ma anche una mappa possibile del futuro. Questa edizione sarà un omaggio alla vita immaginaria che muove la vita creativa, in tutte le sue forme: al suo modo geniale, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale’.


Per ciò che concerne gli spazi, tornano quelli che da anni caratterizzano il Salone del Libro: i padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere e il Centro Congressi Lingotto a cui si unirà, per il secondo anno consecutivo, anche lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli. Una novità di quest’anno sarà il padiglione 4, uno spazio temporaneo costruito all’esterno: una scelta fatta per migliorare la fruibilità generale del Salone e dare maggiore visibilità alla programmazione del Bookstock che da sempre, con i suoi laboratori, le sale e la grande Arena si rivolge non solo al pubblico dei più giovani ma a tutti i visitatori del Salone. Il padiglione 4 sarà quindi uno spazio dedicato alla formazione, alla sperimentazione e allo scambio tra generazioni. Le sale che accoglieranno i quasi 2.000 eventi saranno 51, e per il primo anno l’Auditorium del Centro Congressi Lingotto, sarà aperto al pubblico dal venerdì al lunedì, così da avere a disposizione dei visitatori circa 15.000 posti a sedere in più per assistere alla programmazione. Complessivamente si parla di 137mila mq espositivi, oltre 800 stand, 180 laboratori.


Domani, per l’inaugurazione, sono previsti i saluti istituzionali di autorità e organizzatori ai quali seguirà in Sala Oro la Lectio inaugurale dal titolo ‘L’inizio molto lento della mia carriera molto veloce’ di Elizabeth Strout, una delle autrici più incisive della letteratura contemporanea americana. ‘Con una precisione cristallina, Strout sa leggere il nostro tempo e dargli voce, e in questa occasione offrirà alle lettrici e ai lettori del Salone del Libro una riflessione personale sulla scrittura e sulle donne’, spiegano dal Salone. Novità della 36esima edizione sono le sette sezioni che affiancano la programmazione generale, ognuna dedicata a un tema rilevante e centrale per il Salone. La curatela e la moderazione sono affidate a scrittrici, scrittori, intellettuali e artisti, che per ogni argomento hanno ideato una serie di incontri. Arte – a cura di Melania G. Mazzucco. Come si vive d’arte? Come la si promuove, la si scopre, la si inventa e la si tramanda? Questi temi saranno approfonditi nei quattro appuntamenti coordinati da Melania G. Mazzucco, in dialogo con l’artista Monica Bonvicini, celebre per le sue installazioni, sculture e video, che esplorano temi come il potere, il genere e lo spazio; la gallerista Francesca Cappelletti, Direttrice di Galleria Borghese di Roma e storica dell’arte; la scrittrice Alexandra Lapierre, nota per i suoi romanzi incentrati su grandi personaggi dimenticati della Storia, soprattutto donne, e con l’archeologo, storico dell’arte e curatore di mostre italiano Salvatore Settis. Quattro incontri, quattro diverse prospettive – di genere, età, esperienze, paese d’origine o d’elezione – per capire come si racconta l’arte di ieri e di oggi. Con il gruppo di lettura dei giovani del Salone, inoltre, Melania G. Mazzucco terrà un incontro incentrato sulla storia dell’arte come atlante delle vicende umane, delle passioni e dei desideri dei grandi movimenti che hanno cambiato la società. Cinema – a cura di Francesco Piccolo. Un percorso per incontrare chi il cinema lo fa, lo pensa, lo produce e lo scrive. A condurre il pubblico tra i processi creativi che si celano dietro lo schermo saranno i dialoghi con Ippolita di Majo e Mario Martone, che parleranno del loro sodalizio tra vita e professione artistica; la regista Francesca Archibugi e l’attrice Jasmine Trinca, che racconteranno la loro impresa di trasformare in serie tv un capolavoro della letteratura contemporanea come La Storia di Elsa Morante; con Paolo Sorrentino, che condividerà il punto di vista che lo ha accompagnato nel corso della sua carriera cinematografica e Valeria Golino che racconterà il suo lavoro e in particolare il suo progetto più coraggioso e impegnativo: la serie tv tratta da L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, nel centenario della nascita. Non mancherà l’approfondimento con il gruppo di lettura dei giovani del Salone nel quale Francesco Piccolo guiderà i partecipanti attraverso le meraviglie della settima arte.


Editoria – a cura di Teresa Cremisi. Editore? Un mestiere da acrobata. È difficile rispondere alla domanda ‘Che cos’è un editore’ perché è una ‘professione strabica’: un occhio alle vendite e un occhio alla qualità, un occhio al commercio e un occhio allo spirito, un occhio al gusto dell’epoca e un occhio alla posterità. Inoltre, il mestiere assume connotazioni molto diverse a seconda del marchio editoriale, e del Paese, in cui si lavora. Per approfondire queste differenze e studiare le diverse dinamiche editoriali, a dialogare con Teresa Cremisi si alterneranno Antonio Sellerio, direttore editoriale della Sellerio editore, Antoine Gallimard, nipote di Gaston Gallimard, fondatore della nota casa editrice francese, Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di GeMS, e infine Massimo Turchetta, Direttore Generale Rizzoli. Informazione – a cura di Francesco Costa. Le società di oggi non funzionano se l’informazione non funziona. In pochi anni l’industria editoriale ha dovuto affrontare il cambiamento del suo intero scenario: del prodotto, del pubblico, delle tecnologie, dei modelli di business, della concorrenza. Le conseguenze sono state molte, Francesco Costa ne parlerà con alcune tra le persone più esperte del giornalismo italiano e internazionale, come Jill Abramson, prima donna a dirigere il New York Times, Daniele Raineri, inviato di guerra, Ben Smith, uno dei giornalisti più influenti degli Stati Uniti, fondatore di Semafor e di start-up digitali per l’informazione e Luca Sofri, direttore del Post, che nella giornata di domenica condurrà al Salone del Libro un’edizione speciale della “Rassegna stampa live” del Post. Nell’incontro con il gruppo di lettura dei giovani del Salone Francesco Costa proverà a fornire ai presenti una bussola per non perdersi nel mare dell’informazione, in quest’epoca in cui le notizie sono sempre di più, così come i punti di vista e le interpretazioni, e la confusione e disinformazione sembrano essere predominanti. Leggerezza – a cura di Luciana Littizzetto. La leggerezza come balsamo per ammorbidire il presente, perché non c’è solo la scrittura che perturba e scuote, ma esiste anche quella che accoglie, risolleva, fa sorridere. Luciana Littizzetto, insieme con i suoi ospiti, esplorerà l’arte del sollievo, la leggerezza nella scrittura televisiva, nei testi comici, nel varietà. Il primo sguardo di questa sezione sarà rivolto ai bambini, inaugurando la programmazione della comunità dei piccoli lettori con un focus sugli albi illustrati che affrontano temi seri in modo divertente. Littizzetto incontrerà anche Alessia Gazzola, Stefania Bertola e Diego De Silva, scrittori dalla vena ironica, e terrà un omaggio a un mito della scrittura leggera: Marcello Marchesi, scrittore, regista, paroliere, e anche cantante e attore. A parlarne con Littizzetto, un altro mito, Gianni Morandi e anche Giacomo Papi e Luca Bianchini. L’ultimo appuntamento, lunedì 13 maggio, vedrà coinvolti tre autori televisivi sulle loro tecniche di scrittura: Andrea Zalone (autore di Maurizio Crozza), Luca Restivo (autore di Alessandro Cattelan) e Piero Guerrera (autore di Fabio Fazio). Romance – a cura di Erin Doom. Una sezione per esplorare le emozioni umane nel profondo, dando grande rilievo ai sentimenti, alle passioni, alle esperienze personali e all’espressione individuale. Erin Doom, insieme ai suoi ospiti, si addentrerà nell’aspetto emotivo delle opere, quello spazio in cui si raggiunge una connessione profonda con la vita del lettore. Ecco quindi un dialogo con Rossana Soldano ed Enrico Galiano, l’appuntamento con l’autrice argentina Mercedes Ron, e quello con Rokia e Hazel Riley, le scrittrici italiane che dagli esordi giovanissime su Wattpad, hanno raggiunto milioni di lettori. Sabato 11 maggio, in collaborazione con Netflix, il gruppo di lettura dei giovani del Salone intervisterà la stessa Erin Doom su Il fabbricante di lacrime e la sua trasposizione cinematografica. Nell’incontro saranno svelati alcuni retroscena e ulteriori dettagli del film. Netflix sarà presente al Salone anche con un secondo momento in cui si approfondirà il rapporto tra pagina e schermo in un viaggio attraverso alcuni dei prossimi progetti seriali e cinematografici ispirati a libri, dialogando con gli autori delle opere letterarie e con alcuni dei talenti impegnati sulle relative trasposizioni audiovisive. Romanzo – a cura di Alessandro Piperno. Come leggono gli scrittori? Come leggono le scrittrici? Da questo interrogativo nasce l’idea di Alessandro Piperno di invitare autori e autrici a raccontare il loro approccio alla lettura. Chi scrive per mestiere sa che ci sono libri che meritano di essere letti e studiati per tutta la vita, come sa che deve loro ciò che ha imparato sull’arte dello scrivere. Piperno svelerà che cosa significa impossessarsi di un capolavoro letterario. A raccontare la propria esperienza ci saranno tre autori italiani, di tre generazioni diverse e tra le voci più importanti del nostro panorama letterario: Claudia Durastanti, Sandro Veronesi e Domenico Starnone. Non mancherà l’incontro rivolto ai più giovani, con la partecipazione del gruppo di lettura dei giovani del Salone, nel quale Alessandro Piperno mostrerà come la lettura possa essere strumento di comprensione del mondo e di partecipazione, oggi come ieri.


Un’altra novità dell’edizione è la presenza, oltre alle sette sezioni, di una redazione che lavora al programma insieme alla squadra editoriale del Salone. Coordinata da Annalena Benini, il gruppo è formato da Paola Peduzzi, Igiaba Scego, Francesca Sforza, Tiziana Triana, giornaliste, scrittrici e professioniste del mondo editoriale particolarmente attente al panorama internazionale, ai nuovi linguaggi e ai cambiamenti culturali e sociali. I collaboratori tecnici, invece, che stanno lavorando alla XXXVI edizione del Salone del Libro sono: Ilide Carmignani per l’area traduzione; Lorenzo Fazzini per i rapporti con l’editoria religiosa; Giusi Marchetta per Educare alla lettura; Eros Miari per il programma ragazzi; Andrea Falcone per i gruppi lettura; Augusta Giovannoli per il Bookblog; Sara Speciani per l’area professionale e Federico Vergari per l’area sport e fumetto. Due grandi temi attraverseranno questa edizione del Salone del Libro di Torino: ‘In questa nuova parte del programma verrà raccontato il mondo in movimento attraverso la vita e le imprese di scrittrici, filosofe, poete, scienziate che continuano ogni giorno a cambiare la storia con la forza della voce e del talento, e attraverso sguardi sul presente, che riguardano la realtà ma anche la vita immaginaria, in tutte le sue forme’, ha spiegato Annalena Benini. Il Salone del Libro sarà aperto al pubblico fino a lunedì 13 maggio.