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Al via il Pisa Book Festival, il mare grande protagonista

Al via il Pisa Book Festival, il mare grande protagonistaRoma, 2 ott. (askanews) – Editoria indipendente, letteratura del mare, scritture al femminile, storia e fantasy sono i pilastri della ventiduesima edizione del Pisa Book Festival, la fiera nazionale dell’editoria indipendente che da giovedì 3 ottobre a domenica 6 ottobre tornerà ad animare i Lungarni pisani con un fiume di libri, lettori e grandi autori. Sei le sedi della manifestazione che sui romantici Lungarni, nel tratto tra il Ponte di Mezzo e il ponte della Cittadella, ospiterà le passeggiate letterarie di migliaia di visitatori. Cuore della fiera sono gli antichi Arsenali Repubblicani, con gli stand di 90 editori espositori, mentre gli incontri con gli autori, i seminari e le masterclass troveranno posto nell’adiacente Fortilizio della Torre Guelfa, nelle sale del Museo delle Navi Antiche, di Palazzo Reale, di Palazzo Blu, nella chiesa di San Vito e presso lo storico Royal Victoria Hotel. Tra gli ospiti gli scrittori Björn Larsson, Gabriella Genisi, Claudia Durastanti, Antonella Boralevi, Federico Maria Sardelli, Francesca Manfredi, Giuseppe Mendicino, Joseph Farrell, Vanni Santoni, Gianluca Miniaci, Silvia Pozzi, Andrea Butini, Edoardo Rialti, Sonia Aggio. E gli storici: Marco Mondini, Antonio Musarra, Marco Natalizi, Ettore Cinnella, Gaetano Breccia, Federigo Argentieri, Marcello Garzaniti.


«Quest’anno il programma del Pisa Book Festival è stato pensato come un invito alla lettura, una selezione di titoli in uscita, ma anche di classici, che proponiamo a tutte le generazioni perché resti sempre aperto il dialogo tra lettori e autori. -spiega Lucia Della Porta, Direttrice del Festival- Ma il Festival apre anche una finestra sul lavoro delle case editrici con l’auspicio che continuino a mettere in circolo buoni libri e buone storie. E noi saremo qui a raccontarle». Il mare, fonte di suggestioni e immaginazioni è protagonista di questa edizione. Il 3 ottobre alle 17.00 il festival inizia con il libro-inchiesta “Tropico mediterraneo” (Laterza) di Stefano Liberti e la Lectio Magistralis di Donatella Puliga, storica dell’antichità, che parlerà di Voci dal mare tra storia e mito nel mondo antico (ore 18.30). Sabato da non perdere le masterclass di Joseph Farrell su Stevenson (ore 10.00) e quella di Giuseppe Mendicino su Conrad (ore 11.00). Sui cambiamenti climatici da segnalare sabato alle 12.00 “Un pianeta da salvare” della climatologa Marina Baldi. Alle 19.00 il concerto dedicato al mare: Patrizia Gattaceca canta e recita il mediterraneo, a cura di Albiana, casa editrice corsa, editore storico del PBF. Domenica alle 12.00 lo scrittore svedese Björn Larsson parlerà dei suoi libri più belli: “Il porto dei sogni incrociati”, “Raccontare il mare” e “Saggezza del mare”, usciti per Iperborea. Esiste uno stile femminile di scrivere? Lo scopriamo con Gabriella Genisi (venerdì alle 17.00) Francesca Manfredi (sabato ore 14.00) Claudia Durastanti (sabato ore 16.00). Domenica alle 18.00 Antonella Boralevi presenta in anteprima “L’amore può succedere” (Baldini & Castoldi). Ma anche con “La Gentile” (Voland) di Roberta Lepri, “Giorni al neon” di Linda de Santi e “Amare una sirena” di Sophia Fucci (editi da Prospero), “Il corpo inverso” di Barbara Guazzini (8tto edizioni) e “Una vita e altre notti” di Stefania Rossotti (Barta).


Grande è l’interesse del festival per la storia con un ciclo di lezioni che si tengono a Palazzo Reale, inaugurato lo scorso anno. Quest’anno in programma 5 incontri- conferenze tenute da storici autorevoli e rivolte al grande pubblico. Tre hanno per argomento il mare, “La battaglia della Meloria”, di Antonio Musarra, “La battaglia di Trafalgar” di Gaetano Bresci, e la conferenza di Eugenio Giani, “I Medici e il mare”. Marco Mondini parlerà invece del Ritorno della guerra, e Marco Natalizi dell’Impero russo di Caterina II. Da segnalare un libro anteprima: “Storia e leggenda della Rus’di Kiev” di Ettore Cinnella, che la casa editrice Della Porta presenta al festival, (domenica alle 15.00) e la biografia di “Oskar Schindler” il nazista che salvò gli ebrei” (Terra Santa Edizioni), scritta a quattro mani da Alessandra Repossi e Francesca Cosi (domenica alle 16.00). Sempre domenica il politologo Federico Argentieri rifletterà sulla crisi della democrazia in occidente,” L’Ungheria di Orban, da paese liberale a regime autoritario” (ore 11), mentre la sinologa Silvia Pozzi parlerà della Cina di Yu Hua ( domenica alle 10). Debuttano in questa edizione una serie di conversazioni sul fantasy, curate da Vanni Santoni, che quest’anno vedono protagonisti lo scrittore Andrea Butini (sabato alle 16.00) e il traduttore e biografo di Tolkien Edoardo Rialti (domenica alle 16.00). Santoni presenta la nuova edizione del fortunato “Personaggi precari” (Voland) sabato alle 18.00. Spazio anche ai premi con la cerimonia di premiazione della quarta edizione dei Pisa Book Translation Awards venerdì 4 ottobre al Royal Victoria Theatre. Tre i finalisti: Rosalba Molesi, Marco Federici Solari, Giulia Zavagna. Nello stesso contesto saranno assegnati il Premio alla Carriera a Roberto Francavilla e all’editore Roberto Keller, il Premio Poesia a Massimo Bacigalupo, mentre Joseph Farrell riceve la menzione speciale Ambasciatore della cultura italiana. Al centro della manifestazione è come sempre il libro e l’editoria indie, raccontati dai protagonisti, editori e autori, con il coinvolgimento di traduttori, editor, agenti letterari e librai. Nato nel 2003 con la missione di offrire una vetrina nazionale alla piccola editoria indipendente in quella che è una delle città più colte d’Italia, il Pisa Book Festival è rimasto sempre fedele ai suoi editori indie. Sono 90 gli editori che espongono agli Arsenali Repubblicani, tra loro ci sono marchi storici del catalogo del Festival, come Voland, Sur, Nottetempo, L’Orma, Città Nuova, Keller, Fazi, Del Vecchio, 66thand2nd, Sinnos, Babalibri, Mimesis, Exorma, Gremese, Ediciclo, Del Vecchio, Parapiglia, anche nuove e validissime sigle come Racconti Edizioni, Bottega Errante, Kellermann, Prospero, Miraggi, Francesco Brioschi, WoM, Prehistorica, Blackie, People, e sempre in prima fila con le loro novità gli editori toscani, come Polistampa, Della Porta, Effigi, Fabrizio Felici, Barta, Federighi, Maschietto, Valigie Rosse, ETS, Edizioni della Normale, Pisa University Press. Imprescindibile il sostegno della Regione Toscana: «È per me un grande piacere salutare questa ventiduesima edizione del Pisa Book Festival, uno dei più grandi appuntamenti nazionali per l’editoria indipendente, immancabile per tutti i professionisti e gli appassionati del libro. -afferma Eugenio Giani- Trovo particolarmente affascinante il programma di quest’anno, con la scelta, tra le altre cose, di un’attenzione specifica al tema del mare. Una scelta certo non casuale, che richiama la storia di Pisa, fin dai tempi della Repubblica marinara e poi delle decisioni e delle opere dei Medici. Non mancheranno le occasioni per lanciare nuove idee e progetti per promuovere la lettura e l’editoria, anche nel quadro di una collaborazione sempre più significativa tra il Pisa Book Festival e la Regione Toscana». E del Comune di Pisa: «Il Pisa Book Festival -dichiara il Sindaco di Pisa Michele Conti- è un appuntamento che da oltre venti anni è in grado di richiamare a Pisa lettori e appassionati da tutta Italia. Merito in primo luogo degli organizzatori che negli anni hanno saputo imporre all’attenzione nazionale questo Salone di editoria indipendente, con la sua formula di esposizioni di libri, presentazioni, incontri all’interno degli Arsenali Repubblicani e in altri splendidi luoghi nel circuito dei nostri Lungarni. Il Comune di Pisa sostiene il PBF, perché crede nella cultura come occasione di crescita per la nostra comunità e ambisce a fare di Pisa sempre più una “città del libro”, un luogo ideale dove promuovere grandi e piccoli eventi legati al mondo del libro, dell’editoria, della scrittura, della lettura e del sapere lungo tutto il corso dell’anno». Organizzato dall’Associazione ETS Pisa Book Festival con la direzione di Lucia Della Porta, il festival è sostenuto dal Comune di Pisa e dalla Regione Toscana con il contributo della Fondazione Pisa, della Camera di Commercio Toscana-Ovest e di Acque S.P.A. in collaborazione con i Musei Nazionali di Pisa, Palazzo Blu, l’Università di Pisa, la CNA, il Royal Victoria Hotel, Unicoop Firenze, Sidebloom e la libreria Pellegrini. Media partner: Rai Radio 3 e Rai Toscana. L’ingresso è gratuito. La fiera, nello spazio degli Arsenali Repubblicani, è aperta giovedì 3 ottobre con orario 15-20, da venerdì 3 ottobre a domenica 6 ottobre con orario 10-20. Tutto il programma è su www.pisabookfestival.it.

Rai Libri: esce “Donne in onda” di Lorenza Fruci

Rai Libri: esce “Donne in onda” di Lorenza FruciRoma, 2 ott. (askanews) – Rai Libri presenta “Donne in onda” di Lorenza Fruci.


A settant’anni dalla prima trasmissione televisiva ufficiale della Rai il volume ripercorre alcuni fondamentali momenti della rappresentazione della condizione femminile nei programmi della tv pubblica: dall’inchiesta del 1959, “La donna che lavora”, a quella del 1976 sulla “questione femminile”, a “Si dice donna”, programma storico sul femminismo, ad “Amore Criminale”, che dal 2007 denuncia la violenza sulle donne, fino alla tv dei nostri giorni. L’inchiesta, il documentario, il servizio giornalistico, la satira, il film tv, il racconto in pillole per il web sono stati di volta in volta i linguaggi che hanno restituito un immaginario in evoluzione, in cui la figura della donna è stata tratteggiata in relazione al lavoro, alla famiglia, ai diritti negati o conquistati. Nel continuo processo dell’emancipazione femminile, la Rai si è fatta specchio della società favorendo, in alcuni momenti storici, la presa di coscienza collettiva dei cambiamenti che stavano interessando la vita delle italiane, ma anche degli italiani. Lorenza Fruci analizza la storia dei programmi del Servizio Pubblico seguendo una singolare prospettiva di ricerca e di analisi sulla questione femminile, fenomeno che non può prescindere dal contesto storico, politico, sociale e culturale di riferimento e dall’evoluzione delle leggi che l’hanno riguardata.


“Donne in onda” (Rai Libri) di Lorenza Fruci, è in vendita nelle librerie e negli store digitali da oggi, 2 ottobre. Lorenza Fruci. Giornalista e manager culturale è autrice di “30×70 Se dico donna” in onda su RaiPlay e su Rai 2: storie di trenta grandi professioniste che hanno lasciato un segno indelebile nella TV pubblica. Ha curato la mostra “Stefano Bessoni. Stop-motion e altre scienze inesatte” a Cartoons On The Bay 2024. Si occupa di promozione della cultura e di pari opportunità, e ha ricoperto incarichi istituzionali.

Matteotti, da domani online l’animazione “Velia e Giacomo”

Matteotti, da domani online l’animazione “Velia e Giacomo”Roma, 1 ott. (askanews) – “Velia e Giacomo” è un’animazione della durata di circa dieci minuti tratta liberamente dalla raccolta epistolare tra Giacomo Matteotti e sua moglie. Si tratta di un progetto realizzato per il centenario dalla morte di Matteotti, promosso dall’Anppia Nazionale, con il il finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali ed internazionali, e in collaborazione con il Master Esperto in comunicazione storica e il patrocino della Fondazione di studi storici “Filippo Turati” e del Comitato Nazionale per la celebrazione del “Centenario della morte di Giacomo Matteotti”.


Attraverso delle scene animate da Nora, il video ripercorre la vicenda d’amore e biografica, che vede nella “continua separazione” il leitmotiv della loro relazione, messa sempre a dura prova, fino al rapimento e alla morte del deputato socialista. L’animazione, online dal 2 ottobre sulle pagine social di Anppia, è una suggestione emotiva di questo rapporto e grazie alla tecnica usata da Nora (carboncino a passo 1) e alle musiche di Malerba immerge lo spettatore dentro i passaggi più segnificativi delle vite dei due protagonsiti. Con le voci di Paolo Mazzarelli (Giacomo) e Valentina Lauducci (Velia) che accompagnano le immagini e fanno rivivere quel rapporto epistolare tra i due amanti che ha attraversato tutta la loro relazione.


Il progetto completo, che sarà presentato a Roma a inizio novembre, prevede anche un albo illustrato, disegnato da Nora e tratto dall’animazione, con una parte storico-didattica scritta da quattro storici del Master in comunicazione storica di Roma Tre (Andrea Annecchino, Serena De Conciliis, Ilaria Giacobbi, Chiara Senesi) e una mostra in 12 roll-up autoreggenti. https://anppia.it/velia-e-giacomo/ https://youtu.be/EVsRtQolPFA https://www.facebook.com/anppiantifascista https://www.instagram.com/anppia_nazionale/

Dal 3 ottobre al Teatro Golden di Roma arriva “Il piacere dell’attesa”

Dal 3 ottobre al Teatro Golden di Roma arriva “Il piacere dell’attesa”Roma, 1 ott. (askanews) – Nuova stagione per il Teatro Golden che annuncia un cartellone ricco di novità e grandi sorprese. Formula vincente non si cambia e, dopo il successo delle scorse stagioni, torna in scena la commedia di Michele La Ginestra, come sempre divertente, garbata ed emozionante.


Al Teatro Golden dal 3 al 13 ottobre arriva “Il piacere dell’attesa” con La Ginestra, Federica De Benedittis, Francesco Stella. Giacomo è un giardiniere che vive nel regno magico del suo vivaio: il tempo gli viene dettato dalla natura, per lui l’attesa non è sinonimo di frenesia, ma semplicemente fa parte del ciclo biologico. E’ una persona speciale: parla con le piante, canta con loro, ha la possibilità, durante la sua attività manuale, di riflettere sul senso delle cose…un privilegiato. Improvvisamente nella sua vita piomba Camilla, 40 anni, donna in carriera, sempre al lavoro, anche quando potrebbe essere in pausa; il cellulare, ormai diventato una protuberanza del braccio, è collegato costantemente con mille universi lavorativi diversi. Infine c’è Aldo, assistente di Giacomo, che a sua volta vive la sua vita cadenzata dai “tempi della routine” impostagli dalla madre: colazione, pranzo, cena e spesa settimanale.


I tre universi si incontrano, si scontrano, si confrontano, fino ad arrivare ad una soluzione finale, che può sembrare anacronistica. Una riflessione sul “passare del tempo” e sull’importanza del confronto con gli altri, che vuole spingere, tra una risata ed un sorriso, a riconsiderare le “priorità” della nostra vita. Assolutamente da non perdere.

Assegnati i riconoscimenti della 64esima edizione del Premiolino

Assegnati i riconoscimenti della 64esima edizione del PremiolinoMilano, 1 ott. (askanews) – Si è svolta al Piccolo Teatro Grassi di Milano la cerimonia di premiazione de Il Premiolino, storico riconoscimento italiano dedicato al giornalismo, sostenuto da Pirelli. Ogni anno la giuria, composta da firme di rilievo del giornalismo nazionale, assegna Il Premiolino a sei professionisti attivi su carta stampata, radio, televisione e nuovi media che si siano distinti per l’impegno professionale, e per aver difeso con il loro lavoro la libertà di stampa e di opinioni da qualsiasi condizionamento. I premiati della 64esima edizione per il 2024 sono Stefania Battistini (TG1), Annalisa Camilli (Internazionale), Mariano Giustino (Radio Radicale, Huffington Post), Gaia Piccardi (Il Corriere della Sera), Daniele Raineri (La Repubblica), Lorenzo Tondo (The Guardian). A loro si aggiungono i vincitori della prima edizione del Premio Pirelli per la Scuola istituito nel 2024, Eugenio Bruno e Claudio Tucci de Il Sole 24 Ore Scuola. “Viviamo una stagione impegnativa – ha detto Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo di Pirelli – densa di trasformazioni tecnologiche e sociali, di drammatici conflitti e di forti squilibri geopolitici. E un impegno libero, consapevole e responsabile per la diffusione della conoscenza di qualità è indispensabile non solo per costruire una nuova stagione di sviluppo sostenibile, ambientale e sociale, ma anche per cercare vie di pace giusta e duratura. L’impegno per la qualità dell’informazione e dunque della convivenza civile si inserisce in questo quadro. E la Pirelli è lieta di sostenere, anche quest’anno, un’iniziativa prestigiosa come ‘Il Premiolino’, che valorizza le migliori espressioni del giornalismo scritto, radiofonico, televisivo e del web”.


Chiara Beria di Argentine, presidente della giuria de Il Premiolino, ha ricordato l’importanza cruciale del giornalismo oggi come nel passato: “A Milano, nel 1960, un gruppo di inviati speciali capeggiati da Enzo Biagi volle fortissimamente il Premiolino. Sessantaquattro anni dopo ho l’onore di presiedere una giuria di giornalisti – grandi firme della carta stampata e dell’online, celebri volti televisivi – che entrati spesso assai giovani nell’Albo d’oro del premio si impegnano in maniera volontaria a difenderne lo spirito e la reputazione conquistata in questi lunghi anni. Una sfida da due anni sostenuta con liberalità, visione e rispetto da Pirelli. Il nostro è orgoglio e passione per un mestiere spesso liquidato come obsoleto al pari di altri corpi intermedi e in nome di una artificialità ingannevole. E però il mondo gira. Quasi all’improvviso ce lo ritroviamo a pezzi tra attacchi cibernetici e trincee da secolo scorso. In un simile scenario geopolitico ritorna, e il Premiolino 2024 lo testimonia, il prezioso lavoro dei cronisti in particolare della carta stampata, che hanno la stessa voglia e necessità di raccontare criticamente ciò che accade al pari degli inviati padri fondatori del Premiolino”. Una novità importante dell’edizione 2024 de Il Premiolino è il Premio Pirelli per la Scuola, dedicato ad una delle istituzioni più importanti per lo sviluppo delle nuove generazioni. A chiusura della serata l’attore Sergio Leone ha letto alcuni brani tratti dal discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Cerimonia del Ventaglio 2024, da il Manifesto del libero giornalismo di Albert Camus, e da La libertà di stampa di George Orwell. La premiazione si è tenuta nella storica sala del Piccolo Teatro Grassi, a Milano. Ai vincitori è stato consegnato il premio, consistente in una somma in denaro e in una pergamena in lino vergata a mano, originariamente ideata dall’artista Riccardo Manzi in occasione della prima edizione de Il Premiolino.

Lo spazio poetico di una pioniera: Helen Frankenthaler a Firenze

Lo spazio poetico di una pioniera: Helen Frankenthaler a FirenzeFirenze, 30 set. (askanews) – La pittura nella sua essenza. Sembra banale, ma è questo il punto intorno a cui è costruita la mostra che Palazzo Strozzi dedica ad Helen Frankenthaler: la pittura dell’Espressionismo astratto americano, ma non solo. Perché le tele dell’artista nata nel 1928 e morta nel 2011 hanno una luce potente, in grado di irraggiarsi nelle sale del museo. Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi ci ha raccontato cosa attiva la mostra: “Ci immerge in 50 anni di ricerche, sperimentazioni, innovazioni tecniche, anche formali, espressive di questa grande protagonista del secondo Novecento – ha detto ad askanews – che presentiamo non da sola, ma nel contesto più ampio fatto dai suoi compagni di strada, che sono nomi eccellenti: da Pollock a Rothko, a Motherwell, che era anche suo marito, ma anche Kennethe Nolan, Morris Louis, Anthony Caro, Anne Truitt, per creare appunto questo senso di contesto. Però resta comunque una mostra monografica”.


Organizzata dal museo fiorentino con la Helen Frankenthaler Foundation, l’esposizione è la più ampia dedicata all’artista in Italia e indaga il modo i cui la pittrice ha cambiato il rapporto tra colore, spazio e forme. In un mondo dominato degli uomini, Frankenthaler oggi ci appare come una figura cruciale, la cui importanza forse è stata nel passato troppo poco sottolineata. “Una pioniera – ha aggiunto Galansino – per quanto riguarda in particolare alcune innovazioni tecniche, quali quelle della pittura macchia, che ha messo insieme l’effetto dell’acquerello a grandi dimensioni verso la pittura a olio, che è stata una cosa davvero dirompente in quel momento”. E guardandoli, e soprattutto sentendoli, questi dipinti sono finestre spirituali, evidenze di un’arte più grande, che ha la stessa densità di un Rothko, e forse non ce lo avevano mai detto. Anche per questo la mostra è interessante, così come è affascinante vedere il modo in cui le opere cambiano anche le sale di Palazzo Strozzi, illuminandole in modo inedito e sentimentale.

Genova, Far Fading West di Menazzi Moretti alla galleria Capoverso

Genova, Far Fading West di Menazzi Moretti alla galleria CapoversoRoma, 29 set. (askanews) – In occasione di START 2024, la notte bianca delle gallerie genovesi d’arte moderna e contemporanea, giovedì 3 ottobre, dalle 18.00, verrà esposta in anteprima, a Genova, alla galleria Capoverso Arte Contemporanea, una selezione di opere in grande formato del progetto fotografico Far Fading West di Luisa Menazzi Moretti, scatti di un Texas inedito. Stefania Ghiglione, direttrice della galleria ha conosciuto l’artista alla GAM di Genova Nervi, nel 2014, restando “colpita dalla nitidezza e la forza delle sue immagini, unite ad una grande sensibilità umana e civile”. La mostra sarà visitabile previo appuntamento fino al 3 dicembre 2024.


Pochi decenni e quella texana è diventata una delle dieci economie più potenti al mondo, un Paese che ha subito una metamorfosi demografica e culturale senza precedenti, inurbando comunità californiane, ispaniche, asiatiche e afroamericane sulla spinta di un dinamismo economico favorito dall’abbondanza di risorse, la bassa imposizione fiscale, l’abbondante manodopera, e la fitta rete di trasporti. Un Giano bifronte che oggi contrappone ricchezza e affollate metropoli a polverose e semideserte cittadine. È quest’ultima realtà periferica e desolata che affiora dalle immagini parlanti, forti, potenti, capaci di catturare lo sguardo e accompagnarlo in un lungo viaggio in Far Fading West (volume edito da Artem, 174 pagine).Luisa Menazzi Moretti ha vissuto in Texas dall’adolescenza fino agli anni dell’università. E ancora oggi vi ritorna per soggiornarvi per lunghi periodi. “Ci arrivai in una giornata di agosto – racconta – Immaginavo i grandi Stati Uniti così come li avevo visti in televisione con le luci di Broadway, i ritmi veloci di Manhattan, le spiagge californiane, nulla a che vedere con lo sconfinato Texas, caldo e umido, nel quale avrei vissuto per anni. Oggi assisto alla crescita di metropoli e città che cambiano straordinariamente il paesaggio. Ma è il Texas che ho incontrato da ragazza che mi fa battere il cuore – ammette – . Non lo amo, non lo odio, lo osservo.” Come in un ricordo, la mostra restituisce le immagini di un Far West che sta scomparendo. Le fotografie esposte a Genova sono una selezione di un lavoro che ora, dopo la pubblicazione del libro Far Fading West che vede raccolti 169 scatti, comincia il suo percorso in forma di mostra con fotografie, dove i luoghi o i non luoghi, le piccole case di legno sgretolate dai tarli, l’asfalto spaccato dal sole, la solitudine e l’isolamento, sono protagonisti accanto a un’umanità che resta volutamente in secondo piano. Il Texas di Luisa Menazzi Moretti è uno stato mentale, una solitudine immensa, come nell’immagine che ritrae il cowboy che precede lentamente, in sella al suo cavallo, testimone di un passato su una modernissima, desolata autostrada di Houston.   Come scrive la curatrice del volume e del progetto, Roberta Valtorta, “questo Texas c’era negli anni più importanti della sua vita, e oggi sopravvive nei suoi pensieri (come nel nostro immaginario). Ciò che Luisa Menazzi Moretti rincorre è un’iconografia grafica e cinematografica con la quale il destino, la sua biografia stessa, l’hanno messa a diretto contatto”.


 

Festival Treccani al via a Lecco,i vocabolari scoprono il sesso negli anni ’60

Festival Treccani al via a Lecco,i vocabolari scoprono il sesso negli anni ’60Roma, 27 set. (askanews) – In occasione del Festival Treccani della lingua italiana che si tiene da oggi a domenica a di Lecco la linguista Valeria Della Valle ripercorre l’interessante storia del termine sessismo registrato nei vocabolari a partire dagli anni ’80 per denunciare le discriminazioni di genere La battaglia contro la discriminazione di genere ha bisogno anche del sostegno linguistico e la parola sessismo, protagonista oggi del dibattito sociale e presente sempre più spesso in tutti i media, ha trovato riscontro ufficiale nei vocabolari a partire dagli anni ’80, in particolare, tra gli altri, nel Vocabolario della lingua Italiana Treccani, pubblicato tra il 1986 e il 1994.


A ricostruire l’interessante storia di un termine “coniato nell’ambito dei movimenti femministi degli anni Sessanta del Novecento per indicare l’atteggiamento di chi (uomo o donna) tende a giustificare, promuovere o difendere l’idea della inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo socio-politico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale; anche, con significato più generale, tendenza a discriminare qualcuno in base al sesso di appartenenza” è la linguista Valeria Della Valle, direttrice con Giuseppe Patota del Vocabolario Treccani, in occasione del Festival Treccani della Lingua Italiana organizzato a Lecco dalla Fondazione Treccani Cultura e dal Comune di Lecco dal 27 al 29 settembre e dedicato alla parola sessualità. “La battaglia civile per un uso non sessista della lingua è stata aiutata dai vocabolari che hanno registrato la parola sessismo con definizioni chiare e non conformiste. Al contrario, una parola come omosessualità fu accolta nel 1942 nel Dizionario Moderno di Alfredo Panzini, ma era definita come Aberrazione del senso genetico, il quale è invertito, si risveglia cioè soltanto per effetto di persone dello stesso sesso. Antico e nuovo pervertimento. È interessante notare che la parola sessismo apparve negli anni ’70 ed entrò a pieno titolo nei vocabolari negli anni ’80, per segnalare l’esistenza di un fenomeno sempre più ampio di discriminazione delle donne in vari contesti sociali”.


Dopo sessismo un gran numero di parole collegate alla sessualità si è imposto nei dizionari, come ad esempio asessuale, bisessuale, intersessuale, transessuale (da preferire agli inutili prestiti dall’inglese, come bigender, cisgender, transgender). La prova, per Valeria Della Valle, che la lingua italiana “è una lingua viva, cha sa rinnovarsi e che ha tutti gli strumenti per creare le parole necessarie per denominare nuove realtà, nuove sensibilità, nuove situazioni. Per discuterne, quest’anno la parola sessualità è stata posta al centro del Festival Treccani della Lingua Italiana”. Festival che continua a portare avanti l’impegno e le raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana.

L’Ottocento di Lorenzo Bartolini in Fondazione Rovati a Milano

L’Ottocento di Lorenzo Bartolini in Fondazione Rovati a MilanoMilano, 26 set. (askanews) – La Fondazione Luigi Rovati a Milano ha inaugurato la mostra “Il volto e l’allegoria. Sculture di Lorenzo Bartolini”, un’esposizione che presenta l’esperienza romantica del purismo italiano della prima metà dell’800, di cui Bartolini è stato tra i maggiori protagonisti, con il ritorno formale e spirituale all’idealismo artistico quattrocentesco.


“E’ per noi un grande piacere ospitare Lorenzo Bartolini, ospitare l’Ottocento – ha detto ad askanews Monica Loffredo, direttrice della Fondazione Rovati – che per la prima volta entra nelle stanze della Fondazione Luigi Rovati. Un periodo storico che è la prima volta che affrontiamo, ma l’abbiamo fatto con un curatore di eccezione, uno storico dell’arte di grande caratura che è Carlo Sisi, che ci ha aiutato a riuscire a far vedere delle opere d’arte inedite in qualche maniera e a fare una piccola mostra di ricerca”. Uno dei temi centrali della mostra è il volto, che ricostruisce la grande ricerca e la sensibilità di Bartolini nel collegare la bellezza naturale con la bellezza esistenziale dei ritratti, frutto dell’indagine anche sulla fisionomia psicologica di ciò che l’artista scolpisce. E, come tipico dell’eclettico museo milanese, accanto al classico trova spazio anche il contemporaneo.


“In questa occasione oltre alle sculture di Lorenzo Bartolini – ha aggiunto la direttrice – abbiamo una nuova opera della collezione permanente di Sergio Roger che ci permetterà di vedere anche a distanza di quasi due secoli dopo lo stesso approccio sul ritratto dentro la scultura in maniera diversa”. La mostra su Bartolini resta aperta negli spazi della Fondazione Rovati fino al 16 febbraio.

La 17esima edizione de Lo Schermo dell’Arte, alcune anticipazioni

La 17esima edizione de Lo Schermo dell’Arte, alcune anticipazioniMilano, 25 set. (askanews) – La diciassettesima edizione dello Schermo dell’arte diretto da Silvia Lucchesi si svolgerà a Firenze dal 13 al 17 novembre 2024. Il Festival di cinema e arte contemporanea, sostenuto da Fondazione CR Firenze e che rientra nel programma 50 giorni di cinema a Firenze, torna per offrire al pubblico una selezione della più recente produzione di film d’artista e di documentari sull’arte contemporanea che affrontano temi quali l’identità di genere, la relazione con il passato coloniale, con l’ambiente e con il mondo animale, e quella tra arte e potere politico, attraverso finzione, documentario e uso delle nuove tecnologie.


“Le visioni degli artisti che Lo schermo dell’arte presenta sono assunzioni e richieste di responsabilità che arrivano a mettere in discussione le nostre certezze e il ruolo di noi spettatori. Libertà di creazione per gli artisti e di programmazione per gli operatori culturali assumono, oggi, ancor più importanza nell’inquietante contesto politico internazionale nel quale viviamo. Ciò che Lo schermo dell’arte fa, e sempre farà, nasce infatti dai nostri incontri, dalla condivisione di idee e progetti, dalla nostra accoglienza verso tutti e tutte. Questi sono i valori che sosteniamo e che fondano e danno senso al nostro lavoro”, afferma Silvia Lucchesi, direttrice del Festival. Il Cinema La Compagnia di Firenze sarà come sempre il centro del Festival, non solo sede del suo intenso programma di proiezioni, curato da Silvia Lucchesi e Valeria Mancinelli, tra cui anteprime mondiali, europee e italiane alla presenza degli autori e autrici, ma anche luogo di incontro con artisti, curatori e ospiti internazionali. Anche questa edizione si espanderà online con lo streaming di una selezione dei film del programma (fino al 24 novembre 2024) sul nuovo canale permanente Lo schermo dell’arte su Mymovies ONE lanciato a luglio con film presentati in edizioni passate del Festival.


La performance Edge of Life dell’artista americano John Menick aprirà questa edizione dello Schermo dell’arte. Anche filmmaker e scrittore, Menick indaga in che modo il cinema, e le sue nuove forme, con film di vampiri, zombie, revenant, sia affascinato dal tema della “digital resurrection”, come che egli stesso la definisce. Attraverso un testo narrato e un montaggio di immagini di science fiction, computer graphics, film della storia del cinema, ricerche biologiche e folkloriche, l’artista compone un saggio dal ritmo serrato. È dedicato all’artista e filmmaker americana Garrett Bradley (New York 1986, vive a New Orleans), il Focus con cui Lo schermo dell’arte celebra ogni anno una figura che si è distinta nell’utilizzo innovativo e sperimentale del linguaggio cinematografico. Il lavoro di Bradley si caratterizza per la fusione di uno stile visivo estremamente personale con cui l’artista indaga conflitti umani e ingiustizie sociali. Il suo lungometraggio Time (2020), epica storia d’amore e dura accusa al sistema giudiziario americano, è stato selezionato in concorso in oltre 50 Festival, è stato nominato agli Oscar e ha vinto il Best Director Award for U.S. Documentary al Sundance Film Festival, facendo di Garrett la prima donna nera nella storia del Festival a vincere questo premio. Sue mostre personali si sono tenute tra gli altri al MoMA New Yok (2020) e al MoCA di Los Angeles.(2022). Nel 2023, ha ottenuto l’Eye Art & Film Prize dell’Eye Filmmuseum di Amsterdam. Il suo libro Devotion (2024) è il primo di una serie di pubblicazioni sugli artisti realizzate da MIT Press e Lisson Gallery. Garrett Bradley torna al festival con 5 opere realizzate tra il 2017 e il 2023, tra le quali una puntata della miniserie Netflix Naomi Osaka che documenta nel corso di due anni la vita della celebre tennista giapponese, vincitrice di 4 Grand Slams. L’artista terrà inoltre un incontro aperto al pubblico del festival alla New York University Florence.


Nell’ambito dell’edizione 2024 torna anche VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, a cura di Leonardo Bigazzi, dedicato ad artisti under 35 che utilizzano le immagini in movimento. La XIII edizione conferma il sostegno alla produzione di nuove opere di giovani artisti tramite il VISIO Production Fund, un fondo di produzione di 35.000 euro finanziato in partnership con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), Fondazione In Between Art Film (Roma) e FRAC Bretagne (Rennes). Grazie al sostegno di Human Company, azienda storica e punto di riferimento nell’hospitality openair in Italia, il VISIO Production Fund 2024 è stato incrementato di 5000 euro e per la prima volta sarà previsto un rimborso per le spese di viaggio degli artisti partecipanti. Quest’anno sono state ricevute 153 candidature (+20%) provenienti da 53 paesi diversi (+18%), tra cui Armenia, Australia, Benin, Brasile, Cina, Colombia, Corea del Sud, Giappone, Indonesia, Iran, Kazakistan, Messico, Nigeria, Perù, Senegal, Singapore, Stati Uniti, Taiwan, Thailandia e Turchia. Tra i progetti presentati verranno selezionati 8 partecipanti che saranno in residenza a Firenze durante il Festival e le tre nuove opere che saranno prodotte e presentate allo Schermo dell’arte nel 2025. Gli 8 artisti selezionati saranno annunciati entro la fine di settembre 2024.


Sono parte del programma del Festival le prime mondiali delle opere Flowering and Fading di Andro Eradze (Georgia 1993), After Colossus di Timoteus Anggawan Kusno (Indonesia 1989) e La Defence III – Demons to Diamonds di Valentin Noujaïm (Francia 1991) realizzate grazie al supporto del VISIO Production Fund 2023. In anteprima italiana, inoltre, Razeh-del (2024) dell’artista iraniana Maryam Tafakory, prodotto con il Visio Production Fund 2022, selezionato nel concorso Pardi di domani del Festival di Locarno che, tra gli altri, sarà presentato al 68° BFI London Film Festival e al 62° New York Film Festival, opera collage che usa poesia, documentario e materiali d’archivio per raccontare il desiderio di due studentesse iraniane di girare nel 1998, sotto il regime teocratico, un film impossibile. Evento speciale del festival sarà la presentazione di exergue – on documenta 14 (2024) del regista greco Dimitris Athiridis che per due anni ha seguito la preparazione di documenta 14 filmando le riunioni e i sopralluoghi del direttore artistico Adam Szymczyk e del suo team curatoriale. Con il titolo Learning From Athens, l’edizione del 2017 di quella che è considerata la più importante mostra d’arte contemporanea al mondo, si è tenuta per la prima volta, oltre che a Kassel, ad Atene. Le scelte curatoriali e politiche di Szymczyk hanno portato a un deficit finanziario seguito da uno scandalo mediatico che hanno oscurato i meriti artistici della mostra. Il film, dalla straordinaria durata di 14 ore, è un’esplorazione senza precedenti del dietro le quinte del mondo istituzionale dell’arte contemporanea. Composto da 14 capitoli di circa un’ora ciascuno, verrà presentato a Palazzo Strozzi, negli spazi della Strozzina, in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi, durante tutto l’arco dei giorni del Festival. Adam Szymczyk, che sarà ospite del Festival, terrà una conversazione con Salvatore Lacagnina, curatore e co-ideatore del programma Studio14 per Athens documenta 14. Al centro del programma sono i film d’artista, voci e forme nuove del panorama delle moving images internazionali. Tra questi, in anteprima alla presenza di autori e autrici, ‘Lolo & Sosaku’ The Western Archive (2024), personale rivisitazione del genere western tra fiction, documentario e cinema d’autore del poliedrico artista spagnolo Sergio Caballero, direttore del Sónar Advanced Music and Multimedia Art Festival; The Invisible Worm (2024) dell’artista anglo-palestinese Rosalind Nashashibi sull’amicizia che può esistere tra due donne artiste, l’autrice e la scultrice danese Marie Lund;The Book of Flowers (2023) dell’artista polacca Agnieszka Polska nel quale composizioni visive di fiori vivono grazie all’uso dell’AI e dell’animazione. Tra le altre proiezioni, tornerà allo Schermo dell’arte uno degli artisti italiani che, tra le nuove generazioni, si sono distinti maggiormente nel panorama internazionale per l’utilizzo sperimentale del video, Diego Marcon (1985) con il suo recente La Gola (2024), racconto epistolare tra due personaggi, Gianni e Rossana, bambole iperrealistiche animate digitalmente, che esplora in maniera innovativa la narrazione visiva del melodramma. Lo schermo dell’arte presenterà inoltre una selezione di alcuni tra i più recenti documentari su protagonisti e su vicende poco conosciute dell’arte contemporanea. Tra questi, la prima europea di Art of Diplomacy (2023) del regista brasiliano Zeca Brito, ricostruzione di un’affascinante vicenda di diplomazia culturale che in piena Seconda Guerra Mondiale coinvolse l’arte del modernismo brasiliano e Arte Povera, Appunti per la Storia (2023) di Andrea Bettinetti, sulla forza dissacrante di un movimento e di un gruppo di giovani artisti che hanno inciso profondamente sul panorama dell’arte contemporanea non solo italiana. Con il Premio del pubblico Under 30 per il miglior film della 17a edizione, Lo schermo dell’arte conferma l’attenzione verso la giovane generazione di spettatori che potranno avere accesso libero alle proiezioni e partecipare attivamente partecipare al Festival votando il proprio film preferito attraverso l’App Lo schermo dell’arte.