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Lite Mentana-Gruber, La7 interviene: rispetto e gioco di squadra. I due conduttori rispondono (ecco cosa è successo)

Lite Mentana-Gruber, La7 interviene: rispetto e gioco di squadra. I due conduttori rispondono (ecco cosa è successo)Roma, 8 mag. (askanews) – La7, con una nota ufficiale, interviene per mettere pace in casa tra Lilli Gruber ed Enrico Mentana. E i due conduttori rispondono. Ecco cosa è successo.


“La7 sta conseguendo ottimi risultati grazie al contributo di tutti e ad un prezioso lavoro di squadra. Per questo è fondamentale che non venga mai a mancare il rispetto reciproco”, si legge in una nota dell’editore, che aggiunge: “Così come è fondamentale che non manchi il rispetto verso un’Azienda che ha nei suoi valori fondanti la libertà di espressione e l’autonomia responsabile dei suoi conduttori e giornalisti” “Un’Azienda – rilancia la nota – che ha saputo negli anni mantenere e ampliare il livello di occupazione, risanarsi economicamente, e diventare un punto di riferimento di eccellenza nel panorama informativo e culturale italiano”. “Per questo – conclude – va preservata e tutelata sempre da parte di tutti noi, che ci lavoriamo quotidianamente con passione e orgoglio”. La risposta di Enrico Mentana arriva veloce e con un semplice “sottoscrivo” ripostato sui social, a commento della nota di La7. A stretto giro anche la nota di Gruber che si affida a poche parole: “Condivido da sedici anni la linea e le regole della mia azienda”.


La miccia che ha infiammato i due giornalisti è stato lo sforamento lunedì del Tg di La7 condotto da Mentana, accolto in diretta da Gruber con un “Benvenuti alle 20.46 e non alle Otto e mezza”, e una chiosa altrettanto lapidaria: “L’incontinenza è una brutta cosa”. La replica di Mentana è arrivata il giorno dopo a mezzo social, contro “i maleducati e gli ignavi”, accompagnata dai dati di ascolto in “curva ascendente” di cui il programma successivo “ogni sera è diretto beneficiario”. Non pago della risposta social, Mentana, nell’edizione serale del Tg è tornato sull’argomento, riconoscendo lo sforamento – “siamo andati un po’ lunghi” – ma con un affondo targato nome e cognome: “Chi ci ha seguito, Lilli Gruber, ha avuto parole molto sgradevoli e offensive”. Da qui la richiesta all’azienda di rompere il “mutismo” sulla vicenda”, “sennò trarrò le conclusioni e le dovute conseguenze”. Silenzio di Gruber nel corso della diretta.


Oggi, la nota dell’azienda, sottoscritta da Mentana e condivisa da Gruber.

La 19esima Biennale Architettura: l’Intelligens di Carlo Ratti

La 19esima Biennale Architettura: l’Intelligens di Carlo RattiVenezia, 7 mag. (askanews) – La 19esdima edizione della Biennale Architettura di Venezia si terrà dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Curata da Carlo Ratti si intitolerà “Intelligens”, unendo la parla inglese e quella latina, in un unico titolo, per una volta non bilingue.


“Lo spazio – ha detto Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia nel suo intervento – non è un dove, ma un come. È una funzione, un’andatura, un’intensificazione di ciò che è più di un segno, ma un significato. Cos’è diventata oggi l’idea dello spazio nell’era della transizione digitale? L’intelligenza deve ‘disimmaginare’ lo spazio, deve reclamare in questo spazio l’estensione, che è una parola già piena di tanti significati e, per dirla con Massimo Cacciari, è metafisicamente concreta. Siamo chiamati a immaginare il mondo dentro il mondo. Lo spazio è reale ed è lo spazio nel quale dobbiamo pensare la res, la cosa”. “Carlo Ratti – ha aggiunto il presidente – rappresenta la giusta evoluzione, rappresenta con il suo progetto il tempo futuro, perché la sua visione travalica la contemporaneità. Ratti ha un’idea di architettura che è la risposta a quel bisogno di intercettare la tensione della potenza per poi portarla all’atto”.


Il titolo completo della nuova Biennale Architettura è “Intelligens – Naturale. Artificiale. Collettiva”, secondo Ratti “sarà dedicata all’ambiente costruito e alle numerose discipline che gli danno forma. L’architettura è al centro di esse, ma non da sola: fra parte di una compagine estesa che deve integrare arte, ingegneria, biologia, scienza dei dati, scienze sociali e politiche, scienze planetarie e altre discipline, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano”. “La Mostra – ha aggiunto il curatore – proverà a tracciare nuove rotte per il futuro, suggerendo un ventaglio di soluzioni ai problemi più pressanti del presente. Metterà insieme una raccolta di proposte progettuali sperimentali, ispirate da una definizione di ‘intelligenza’ quale capacità di adattarsi all’ambiente a partire da un bagaglio di risorse, conoscenze o potere limitati. Oggetti, edifici e piani urbani saranno disposti lungo l’asse di un’intelligenza multipla e diffusa – naturale, artificiale, collettiva. Alcune idee saranno destinate a fallire. Ma altre potranno indicarci percorsi promettenti”.


“Intelligens – ha concluso Carlo Ratti – vuole sviluppare conoscenze e capacità che ci aiutino a evolvere, per non lasciarci in balia di un pianeta in fiamme. Intelligens unisce campi opposti in architettura: ‘città intelligenti’ ad alta tecnologia e ‘città naturali’ a bassa tecnologia; scavalca i confini disciplinari, dando vita a un’ibrida forma di ‘architettura oltre gli architetti’; intreccia scale diverse: dal cucchiaio alla città, dai microprocessori allo spazio interstellare; abbraccia il naturale e l’artificiale, promettendo un futuro di co-evoluzione tra mondi a lungo in conflitto; si sprigiona da attori imprevisti: operando sotto traccia, l’intelligenza sconvolge le regole del gioco quando meno lo si aspetta”. Carlo Ratti ha poi voluto ricordare che il lavoro dei prossimi mesi è dedicato a Italo Rota, l’architetto recentemente scomparso con cui “avevamo iniziato questa avventura. Continueremo a portare avanti le sue idee”.

Il 13 maggio in Senato “riforma tributaria, il metodo Matteotti”

Il 13 maggio in Senato “riforma tributaria, il metodo Matteotti”Roma, 6 mag. (askanews) – La riforma fiscale è stata una delle proposte politiche più forti e meno esplorate di Giacomo Matteotti, che il 10 giugno del 1924 veniva rapito e brutalmente assassinato mentre il fascismo cercava i pieni poteri a partire proprio dalla materia fiscale, per svuotare il Parlamento di tutte le sue prerogative. Matteotti aveva una visione profonda e chiara della materia fiscale, che Francesco Tundo, professore ordinario di diritto tributario all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, ha messo al centro del suo ultimo libro “La riforma tributaria. Il metodo Matteotti” che sarà presentato lunedì 13 maggio a Roma in Sala Caduti di Nassirya presso il Senato della Repubblica


“E’ dannoso l’additare all’odio del popolo le tasse, le imposte; noi dobbiamo limitarci a dimostrare che le imposte sono mal distribuite e diffondere nel tempo stesso la persuasione che sono assolutamente necessarie” , affermava Matteotti. E “chi non voglia distrutti o diminuiti i diritti e le funzioni del Parlamento, chi tiene alla libertà individuale e alle garanzie giurisdizionali, non può abdicare nelle mani di un Governo il sistema tributario, che investe i rapporti più sostanziali tra i cittadini e lo Stato”. È in questo contesto che si inerisce il libro “La riforma tributaria. Il Metodo Matteotti” (Bologna University Press) appena dato alle stampe da Francesco Tundo, professore ordinario di diritto tributario all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Un saggio che, attraverso una lucida analisi della proposta di riforma di Matteotti accompagna il lettore fino ai giorni nostri, ponendo l’accento sul metodo perché è soprattutto questo a conservare intatta la sua forza e la sua attualità. Anzi, in questo tempo che viviamo segnato da conflitti, complessità, bisogni crescenti, il metodo di Matteotti, cioè una sapiente visione politica del fisco come potente strumento di crescita e di equità, è la via maestra per attuare quella giustizia sociale che è al cuore della nostra Costituzione.


Dal contesto storico di quel passato si giunge al presente e, attraverso quello che a tutti gli effetti può essere elevato a vero e proprio metodo, si esplora una “visione” del sistema fiscale tesa a portare equità e uguaglianza sociale. Nell’anno delle celebrazioni di Giacomo Matteotti, il volume di Francesco Tundo tocca argomenti tanto inesplorati quanto rivoluzionari e per la prima presentazione istituzionale del libro si è scelta la Sala Caduti di Nassirya presso il Senato della Repubblica. Qui lunedì 13 maggio (ore 17,00, Piazza Madama 11, Roma). A confrontarsi sulla proposta e sulla visione in materia fiscale di Matteotti, su iniziativa del Senatore Antonio Misiani, interverranno con l’autore, lo storico Mauro Canali, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e la giornalista Federica Fantozzi. “Giacomo Matteotti è il primo politico socialista dotato di una profonda competenza giuridico-economica. Anzi, la sensazione è che costituisca una nuova figura di politico, che mette al centro della sua azione una solida competenza tecnica”, sottolinea Francesco Tundo. “Tuttavia, la riforma tributaria che Matteotti ha in mente è intensamente politica, anzi è un manifesto politico, con il quale egli intende fronteggiare le grandi disuguaglianze della società del suo tempo. Questo spessore politico della proposta fiscale è un’altra grande novità, al pari della invocata necessità di un sistema fiscale coerente, fondato sull’imposizione generale e progressiva del reddito, nel segno costante del rispetto delle regole dello Stato di diritto e delle prerogative di libertà e rappresentanza assicurate dal Parlamento”.

Libri, esce “Oskar Schindler. Vita del nazista che salvò gli ebrei”

Libri, esce “Oskar Schindler. Vita del nazista che salvò gli ebrei”Roma, 6 mag. (askanews) – TS Edizioni pubblica anche in formato e-book, Oskar Schindler. Vita del nazista che salvò gli ebrei di Francesca Cosi e Alessandra Repossi. Nella prefazione le autrici raccontano del loro approccio alla narrazione della vicenda che inizia dalla visita alla tomba del protagonista, a Gerusalemme.


“Chi salva una vita salva il mondo intero”. È questa l’incisione in ebraico sull’anello d’oro che gli Schindlerjuden regalarono a Oskar Schindler il 2 maggio 1962, a Tel Aviv, al termine di un sontuoso banchetto in suo onore. Sono trascorsi più di cinquant’anni, da che Israele lo invitò a piantare un albero nel “Giardino dei Giusti” dello Yad Vashem, ma la vicenda e la personalità di questo imprenditore, passato alla storia per aver salvato più di un migliaio ebrei dai campi di concentramento, continuano a essere oggetto di dibattito. La coraggiosa decisione – che gli costò la rovina economica – stride terribilmente con il suo passato al servizio del Partito nazionalsocialista tedesco. Solo con il tempo Schindler prese coscienza dell’oscura realtà e, sfruttando i suoi contatti nelle alte sfere militari, ottenne che ai suoi lavoratori fosse evitata la deportazione.


Francesca Cosi e Alessandra Repossi – studiose di lungo corso della Shoah – firmano un ritratto indimenticabile, rifacendosi a una corposa mole di documenti storici, di testimonianze inedite e raccogliendo una significativa galleria fotografica. Di notevole interesse sono le “liste” originali, pubblicate per gentile concessione del Museo statale di Auschwitz-Birkenau. In pagine narrativamente toccanti – che vanno dall’infanzia ai successi economici, dalle relazioni politiche al rapporto con la moglie Emilie – si delinea la parabola esistenziale di un uomo tormentato e il travaglio intimo che lo porterà, dopo vari tentennamenti, a schierarsi con determinazione dalla parte degli oppressi.

Arte e IA, a Roma la mostra “Nuovo Rinascimento”

Arte e IA, a Roma la mostra “Nuovo Rinascimento”Roma, 6 mag. (askanews) – “Nuovo Rinascimento” è la mostra dell’artista venezuelano Pedro Sandoval che segna un nuovo importante capitolo per la storia dell’arte: per la prima volta, infatti, un artista d’avanguardia ha impiegato la tecnologia e l’intelligenza artificiale per creare opere che in futuro potremo ammirare nei grandi musei in giro per il mondo.


Venticinque opere del Rinascimento italiano vengono reinterpretate da Sandoval in chiave pop art, dando vita alla prima mostra Phygital della storia. Immagini rinascimentali e contemporanee si fondono, grazie a un minuzioso lavoro di stampata al laser a 28 colori e ritocchi a mano, ed esprimono la visione che l’artista ha della figura umana e delle nuove frontiere dell’arte. L’azienda romana Media Engineering, specializzata nella realizzazione di ologrammi, software e applicazioni all’avanguardia, ha fornito un contributo concreto alla realizzazione della prima esposizione Phygital nella storia dell’arte, elevando a un nuovo livello le possibilità di fruizione delle opere da parte dei visitatori.


“È stato un onore contribuire, con la nostra tecnologia, a rendere ancora più speciale questo progetto artistico innovativo. Abbiamo supportato le magnifiche creazioni di Sandoval arricchendo l’esperienza dei visitatori con un cubo immersivo, per immergerli direttamente nell’essenza stessa dell’opera. Il cubo, grazie all’impiego di tecnologie immersive, effetti sonori ed effetti 4D, come il vento simulato, rende l’opera generata con AI una vera e propria avventura a 360°” racconta Antonio Franzese, Ceo di Media Engineering. “La fonte d’ispirazione di Sandoval, per la sua mostra Rinascimento Digitale, è Leonardo Da Vinci. Il nostro team ha quindi creato un avatar olografico della madre dell’artista, Caterina, che interagisce con i visitatori, li accoglie nella stanza immersiva, ed è pronta a rispondere a qualsiasi curiosità riguardante suo figlio”.


Arte e intelligenza artificiale, un connubio di successo che apre infinite possibilità, sia per gli artisti che per il pubblico. L’inizio di questa nuova frontiera risale al 2018, quando da Christie’s New York viene battuta all’asta per 432.500 dollari la prima opera d’arte generata dall’AI, Portrait of Edmond Belamy, del collettivo francese Obvius. Un vero e proprio trionfo, considerando che l’opera è stata aggiudicata per 40 volte il prezzo stimato. Ma come funziona l’AI nel settore dell’arte? “Il processo creativo è diverso da quello completamente umano e di tipo manuale: come in altri settori, anche in questo caso la macchina impara per apprendimento enormi dataset: parliamo di miliardi di dati, molti di più di quelli che il cervello umano è in grado di memorizzare e rielaborare in maniera creativa. L’artista e il suo team di programmatori entrano in gioco quando forniscono alla macchina output in grado di creare opere sempre diverse. Questo significa che non si tratta di collage di opere esistenti, ma di un collage di pixel esistenti che si completano con i meccanismi di apprendimento della macchina stessa” conclude l’esperto Antonio Franzese, Ceo di Media Engineering.


La mostra “Nuovo rinascimento” è visitabile in via del Babuino 79 a Roma, sede della prima galleria internazionale di pop art capitolina, e vi rimarrà fino alla fine del 2024.

Debiti, arte e memoria: il Monte di Pietà di Fondazione Prada

Debiti, arte e memoria: il Monte di Pietà di Fondazione PradaVenezia, 4 mag. (askanews) – Il debito come elemento alla base dalla nostra stessa società; le stratificazioni di storie e oggetti, di tempo e di pratiche artistiche; l’accumulazione come strategia interpretativa per una realtà che è, comunque, troppa. Ci sono tanti modi per entrare nella mostra che Fondazione Prada ha presentato a Venezia, nella sede di Ca’ Corner della Regina, un progetto espositivo dell’artista Christoph Buchel intitolato “Monte di pietà”, in relazione alla funzione che lo stesso palazzo ha svolto tra il 1834 e il 1969. Il luogo dei pegni, del bisogno, del riscatto, del debito, appunto.


Si tratta di una istallazione totalizzante, sovraccarica, oppressiva anche. Ma pure di uno spazio di possibilità e di libertà, nel momento in cui il visitatore trova la propria strada all’interno delle sale e delle cose. Forse il segreto è andare alla ricerca del debito che ciascuno ha nei confronti di un’idea, di una storia, di un’opera d’arte. E da lì partire per individuare un percorso personale, facendosi largo tra l’accavallarsi dei tempi e delle disillusioni. Per arrivare a oggetti feticcio, come la celeberrima “Merda d’artista” di Piero Manzoni, oppure a uno schermo che trasmette uno spot video di Chris Burden, a sua volta una sorta di artista feticcio della contemporaneità, o ancora ai dollari del grande artista brasiliano Cildo Meireles o alla valigia dei diamanti realizzati in laboratorio dello stesso Buchel. Pietre che sono il risultato di un processo fisico e simbolico di distruzione e trasformazione dell’intero corpus di opere in possesso dell’artista, comprese quelle create nel corso della sua infanzia e giovinezza così come quelle non ancora realizzate. Tavole imbandite e abbandonate, camere da letto, motociclette, opere digitali e stanze di sorveglianza. Ogni passo nella mostra è una sfida, ma può anche rappresentare il rinnovarsi del nostro dipendere – del nostro debito – nei confronti della cultura, materiale e visiva, concreta come le lettere mai aperte o immateriale come l’immaginario, che spazia da Donald Trump alla Pietà di Michelangelo, dai disegni sui quaderni dei bambini fino agli archivi del tutto. C’è poi una componente legata all’indagine sulle valute digitali e la creazione e distruzione di valore, che sposta ulteriormente in avanti la portata del progetto. Dentro il quale l’unica cosa sensata da fare sembra essere quella di perdersi, per scoprire altri modi per vivere – ed essere se stessi – nell’unico spazio che abbiamo, quello del contemporaneo.

La coreografia come linguaggio del presente: Torinodanza 2024

La coreografia come linguaggio del presente: Torinodanza 2024Torino, 4 mag. (askanews) – Una pluralità di espressioni, un festival internazionale e un’occasione per rimettere al centro il corpo, il gesto, la coreografia come processo generativo. È stata presentata l’edizione 2024 di Torinodanza, la manifestazione dedicata alla scena contemporanea in programma dal 12 settembre al 26 ottobre, intitolata “Dance First” e diretta ancora da Anna Cremonini. “Io penso – ha detto ad askanews la direttrice artistica – che il tema della coreografia sia al centro di questa edizione, perché la coreografia è la costruzione di un linguaggio che ha come oggetto il corpo. Il corpo è anche voce, è anche parole, non è necessariamente solo movimento, non è semplicemente gesto, e la coreografia credo che possa essere, anzi sia di fatto, un linguaggio molto potente di comunicazione, di comunicazione anche di idee, di turbolenze, perché no, di felicità, di possibilità”.


Possibilità che sono diverse, come diversi sono i linguaggi coreografici degli artisti, da Emanuel Gat, che inaugurerà il festival, ad Alessandro Sciarroni, che porterà la performance “U. (Un canto)”. In un dialogo tra stili che, come ha sottolineato il presidente del Teatro Stabile di Torino Alessandro Bianchi, è l’elemento di forza dell’evento. “Torinodanza – ci ha spiegato – è da oltre 20 anni riuscito a creare una comunità intorno a sé. Devo dire che quest’anno e sicuramente anche nel prossimo triennio quest’opera che ha iniziato Anna Cremonini miscelando grandi coreografi con una ricerca anche più spinta, quindi anche una ricerca che di fatto chiede fiducia al nostro pubblico, sta funzionando e funzionerà sempre di più. Il Teatro Stabile di Torino è un teatro che da sempre crede nella ricerca e crede negli artisti, crede che soltanto con l’innovazione si possa fare arte. E il Teatro Stabile sta lavorando insieme a tutto il team di Anna di Torinodanza per cercare di diffondere ulteriormente i linguaggi contemporanei sulla città e sulla regione”. Contemporaneità che, seppur in modi magari non consueti, parla comunque di noi. “La danza è uno spazio di enorme libertà, di enorme libertà del corpo – ha concluso Anna Cremonini -. Il corpo siamo lo stessi, è la nostra società, è la nostra realtà e la coreografia ha l’opportunità di farlo parlare”.


Perché la regia del corpo è una forma di interpretazione della realtà.

Lacrime di Vezzoli al Correr, tra il Rinascimento e Carlo Scarpa

Lacrime di Vezzoli al Correr, tra il Rinascimento e Carlo ScarpaVenezia, 4 mag. (askanews) – Francesco Vezzoli in mezzo alla storia dell’arte ci sta bene; è nella natura della sua ricerca il dialogo costante, ammirato, ma anche divertito, con le opere classiche così come con i volti dell’immaginario collettivo contemporaneo. E il suo segno più riconoscibile, la lacrima ricamata, è al centro di un progetto importante che gli dedica il Museo Correr di Venezia con la mostra “Musei delle lacrime”, curata da Donatien Grau e tutta costruita sul confronto con i tesori del museo, ma anche con le architetture di Carlo Scarpa. “Sarebbe banale dire che il Museo Correr è il museo più bello del mondo – ha detto Vezzoli ad askanews – ma è sicuramente un’opera d’arte totale, e io ho pensato che anche il mio intervento doveva cercare di narrare questa dinamica del percorso ostacoli, di un percorso tra ostacoli meravigliosi che rappresentano i pilastri della nostra storia intellettuale e artistica”.


Le opere di Vezzoli, come sempre, mescolano i piani e gli stilemi, dalla conchiglia non nasce più Venere, ma un Richard Gere anni 80 e le Madonne trecentesche hanno i volti delle top model o delle attrici di fine XX Secolo. Le cui lacrime sono molto particolari. “Ho ragionato e ho pensato che negli ultimi 15-20 anni – ha detto ancora l’artista – avevo riprodotto opere d’arte molto famose, molto iconiche, semplicemente aggiungendo una lacrima. Le lacrime non sono particolarmente presenti nella storia dell’arte, né nella scultura e ancora di meno nella pittura. Quindi ho radunato in questa mostra una mia storia dell’arte piangente, quindi è qui dove vanno a finire tutte le mie lacrime”. La mostra è realizzata da Fondazione Musei Civici di Venezia e Venice International Foundation, quest’ultima guidata da Luca Bombassei, che con la sua presidenza ha voluto stabilire un legame forte tra la città, con la sua storia da salvaguardare, e il contemporaneo. “Lo scopo principale della fondazione non è la produzione di mostre – ci ha detto – ma una mostra come questa ci permette di fare conoscere al mondo una realtà come quella di Venice Foundation e questo di permette di poter provare a condividere con nuovi soci quello che è il nostro obiettivo finale”.


“Musei delle lacrime” resta aperta al pubblico a Venezia fino al 24 novembre.

Fuori il 10 maggio il romanzo “La scimmia” di Matteo Cateni

Fuori il 10 maggio il romanzo “La scimmia” di Matteo CateniRoma, 4 mag. (askanews) – “Ogni ovulo deve pesare al massimo otto grammi, non di più. C’è chi li fa da dieci, ma io no. Per il mio esofago sono troppo grandi e rischio di farmi male. Devono essere chiusi accuratamente, il pericolo è alto. Per questo ogni corriere ha la sua tecnica. Io li confeziono personalmente, uno a uno, senza fretta. Posso metterci anche tutta la notte. Il cellophane deve essere tiratissimo, aderente come una guaina. Indosso mascherina e guanti, non tocco la merce con le mani. Rischierei di spargere molecole che potrebbero attirare i cani antidroga. E poi l’odore della cocaina mi ha sempre fatto schifo…”. Inizia così “La scimmia”, il romanzo-rivelazione di Matteo Cateni, al suo esordio letterario con questo libro edito da Paesi Edizioni, disponibile in tutte le librerie dal 10 maggio.


Una lettura vivace e potente, dallo stile avvincente e scorrevole, che narra una vicenda grottesca e paradossale eppure vera come i fenomeni della tossicodipendenza e del narcotraffico: la discesa agli inferi di un ragazzo che, caduto nel tunnel dell’eroina, diventa parte di un traffico internazionale di stupefacenti da cui uscirà completamente trasformato. Nel mezzo, l’amore, la violenza, il carcere duro, le disillusioni, il Sudamerica e la ricerca disperata di scrollarsi di dosso la “scimmia” della dipendenza dalla droga. La narrazione adrenalinica di Cateni proietta il lettore in un saliscendi di emozioni, fino alla ricerca spasmodica della catarsi. Una vicenda mirabolante che attraversa tre anni e mezzo spesi tra Italia, Olanda, Ecuador e Colombia, in situazioni allucinanti e al limite della realtà. “Con un linguaggio semplice e diretto – ha scritto Panorama nella sua recensione – il romanzo di Cateni La Scimmia cattura per crudezza e sorprende per onestà; è, di là da ogni ragionevole dubbio, un’opera ben costruita e destinata a far parlare di sé nel panorama, a volte invece desolante, della narrativa italiana. Una piacevolissima sorpresa”.


Matteo Cateni Livorno, classe 1980, attore e musicista, è stato condannato a 8 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti tra Europa e Sudamerica. Ha scontato la pena prima nel carcere di Ibarra, Ecuador, e poi di Rebibbia, Roma.

Torna “Passaggi festival”, dal 26 al 30 giugno Fano città del libro

Torna “Passaggi festival”, dal 26 al 30 giugno Fano città del libroRoma, 2 mag. (askanews) – Dal 26 al 30 giugno Fano torna ad essere la città del libro: si arricchisce di nomi ed eventi il programma della dodicesima edizione di Passaggi Festival, appuntamento letterario dedicato alla saggistica e alla ‘non fiction’ che attende i lettori con presentazioni librarie, laboratori, mostre, spettacoli, tutto a ingresso gratuito.


Tra centro storico e lungomare, la manifestazione si snoda nei punti nevralgici della città adriatica. Si parte da piazza XX Settembre, dove la rassegna si aprirà con Lucio Caracciolo fondatore e direttore della rivista di geopolitica Limes, seguito da Luigi Manconi autore di ‘Poliziotto-Sessantotto. Violenza e democrazia’ (Il Saggiatore), al quale sarà consegnato il Premio Passaggi 2024 (giovedì 27). Sul palco centrale anche il conferimento del Premio giornalistico ‘Andrea Barbato’ a Barbara Stefanelli che presenterà il suo ‘Love harder. Le ragazze iraniane camminano davanti a noi’, edito da Solferino (venerdì 28). Del coraggio delle donne parlerà anche il secondo appuntamento della serata con Nando dalla Chiesa, presidente del comitato scientifico di Passaggi, che presenterà il suo libro ‘Le Ribelli. Storie di Donne che hanno sfidato la Mafia per amore’ (Solferino), insieme all’attrice Beatrice Luzzi e alla giornalista Alessandra Longo. Attualità, diritti e sentimenti: sul palco saliranno anche Marcello Veneziani giornalista e scrittore, autore de ‘L’amore necessario. La forza che muove il mondo’ (Marsilio); Roby Facchinetti, inconfondibile voce dei Pooh, che sabato 29 presenterà il suo ‘Che spettacolo è la vita. La mia storia, la musica, l’amore’ (Sperling & Kupfer) e Alessandra Mussolini, volto noto della politica italiana, con ‘Il gioco del buio’ (Minerva) che racconterà, attraverso gli occhi di una bambina, i difficili rapporti familiari tra le figure più importanti della sua vita (domenica 30). Nella piazza del Pincio, sede della rassegna ‘Fuori Passaggi Music&Social’ dedicata al pubblico più giovane, troviamo fra gli ospiti Francesco Costa (27/6), che ci porterà in un viaggio on the road nel Nuovo Mondo tra le pagine del suo ‘Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano’ (Mondadori); lo stesso giorno salirà sul palco Alessandro Cattelan, che dialogherà con Matteo B. Bianchi e Gianmario Pilo, e riceverà il Premio Fuori Passaggi; Luca Bizzarri (28/6) ci parlerà del suo ‘Beati noi che non capiamo un cazzo’ (Mondadori); Luca De Gennaro (28/6) ci guiderà nell’imprevedibile storia musicale degli anni Novanta grazie al suo libro ‘Alternative generation. 1991-1995’ (Rizzoli); il duo romano delle Eterobasiche (30/6) che illustreranno il loro format sui comportamenti stereotipati degli uomini in ‘Romanzo di un maschio’ (Einaudi).


Il quattrocentesco Chiostro delle Benedettine e l’ex chiesa di San Francesco a cielo aperto sono le sedi delle rassegne tematiche dedicate a economia, intelligenza artificiale, politica, femminile, scienze, arte, filosofia e storia. La rassegna centrale del festival sarà ‘Futuropresente’, dedicata alla rivoluzione digitale e collegata al tema dell’edizione 2024 ‘L’errore e l’artificio’. In programma, fra gli altri, Piero Formica (29/6) con ‘Intelligenza umana e intelligenza artificiale’ (Pendragon) e Giusella Finocchiaro (30/6) con ‘Quali regole per l’intelligenza artificiale?’ (Il Mulino); a dialogare con gli autori ci saranno Paolo Dello Vicario e Fiamma Goretti.


Attinente al tema del festival anche il libro ospite della rassegna sulla scienza (in collaborazione con l’Università di Camerino), ‘Storie di errori memorabili’ (Laterza) di Piero Martin (26/6), intervistato dal rettore Unicam, Graziano Leoni. In programma anche Marco Malvaldi (intervistato da Claudio Pettinari, ex rettore Unicam), Gabriella Greison (28/6 con Egizia Marzocco, responsabile comunicazione e public engagement Unicam) e Giorgio Volpi (29/6 con il docente Unicam Guido Favia). Nella rassegna di economia troviamo la presidente di Borsa Italiana Claudia Parzani (26/6) con ‘La rivoluzione degli outsider’ (Rizzoli); l’ex presidente di Inps Pasquale Tridico (26/6) con ‘Governare l’economia per non essere governati dai mercati’ (Castelvecchi); Veronica De Romanis (28/6), intervistata da Brunella Bolloli, che ci parlerà de ‘Il pasto gratis. Dieci anni di spesa pubblica senza costi (apparenti)’ (Mondadori).


Di politica e attualità parleranno Antonio Padellaro (26/6) autore di ‘Solo la verità, lo giuro’ (Piemme), intervistato da Elisabetta Stefanelli, e Agostino Miozzo (27/6) che presenta il suo ‘Proteggere le comunità. Prevenire e gestire le catastrofi naturali’ (Ecra). La rassegna ‘Storia e Storie’ proporrà quattro personaggi : Giacomo Matteotti (26/6, Mauro Canali con ‘Il delitto Matteotti’, Il Mulino); Alcide De Gasperi (27/6, Antonio Polito, ‘Il costruttore. Le cinque lezioni di De Gasperi ai politici di oggi’, Mondadori); Golda Meir (28/6, Elisabetta Fiorito, ‘Golda. La donna che fondò Israele’, Giuntina) (28/6) e il fabrianese Torello Latini, ucciso dai nazifascisti (30/6, Gianluca Conti, ‘Il Maestro dell’eleganza’ (Baldini + Castoldi). Nella rassegna ‘Una stanza per sé’, curata dalle giornaliste Flavia Fratello e Tiziana Ragni, già confermata la presenza (29/6) di Amedea Pennacchi col suo ‘Molotv e Bigodini’ (e/o). Di arte parleremo con Francesca Cappelletti (26/6) autrice di ‘Le belle. Ritratti femminili nelle stanze del potere’ (Mondadori); Giorgio Villani (29/6) con ‘I luoghi degli impressionisti’ (Officina Libraria) e Carlo Vecce (30/6) con ‘Leonardo, la vita’ (Giunti); gli autori converseranno rispettivamente con Anna Maria Ambrosini Massari, Rodolfo Battistini e Marta Paraventi. A indossare ‘I Sandali del filosofo’ saranno, invece, Marco Santambrogio (27/6) con ‘Filosofia e storia. Viste da un filosofo parziale e pieno di pregiudizi’ (La Nave di Teseo), la psicologa Laura Macchi con ‘La psicoretorica, Dall’arte del dire alla forma del pensiero’ (Cortina) e il giornalista e filosofo Armando Massarenti (30/6), autore di ‘Come siamo diventati stupidi. Una immodesta proposta per tornare intelligenti’ (Guerini e Associati), intervistato dal direttore del festival Giovanni Belfiori e Carolina Iacucci. Appuntamento fuori rassegna, quello con vini e libri: protagonisti saranno Davide Eusebi e Otello Renzi (28/6) con ‘Culture di vigna. Viaggio nei sensi sulle orme di Mario Soldati (Gruppo Editoriale ELI). Al Bastione Sangallo troveremo la rassegna su benessere e crescita personale, tra gli ospiti: Maria Beatrice Alonzi (26/6) con ‘Tu non sei i tuoi genitori. Libera il tuo cuore dalle scelte di chi ti ha rovinato la vita (anche se non voleva)’ (Sperling & Kupfer); Daniele Bossari (27/6) con il suo ‘Cristallo’ (Mondadori); Emilio De Tata (29/6) autore di ‘Malattia come opportunità. Sbloccare le emozioni all’origine delle malattie per riscoprire il dono della vita’ (Edizioni Mediterranee) e Selene Calloni Williams (30/6) con il suo ‘Digiuno Immaginale’ (Piemme). Novità alla Mediateca Montanari dove quest’anno, oltre al programma di libri e laboratori per bambini, troverà posto la rassegna dedicata alle graphic novel e al Premio ‘Una Lettura fra le nuvole’. Presidente della giuria è Mara Cerri, ospite della rassegna insieme con Nadia Terranova (26/6) per la presentazione del libro, che le vede co-autrici, ‘Zia Nina’ (Orecchio Acerbo). Tanti gli artisti del fumetto che arriveranno a Fano, intervistati da Alessio Trabacchini e Virginia Tonfoni: gli autori de La Revue Dessinée (26/6); Valentine Cuny-Le-Callet (26/6); Marco Steiner e Patrizia Zanotti (27/6, Cong); Enrico Pinto (27/6); Miguel Vila (27/6); Vittorio Giardino insieme a Giovanni Barbieri (28/6); Silvia Righetti (28/6); Bruno Bozzetto e Simone Tempia (28/6); Kalina Muhova (28/6); Giulia Carapica e Michela Di Cecio (29/6); Tonino e Fulvio Risuleo (29/6)); Antonio Pronostico (29/6). A chiudere domenica 30 ci saranno Alessio Torino con Simone Massi, Mario Natangelo e Andrea Ferraris. Negli appuntamenti riservati a bambini e ragazzi: Daniele Aristarco (26/6) passa in rassegna le rime più belle nel suo libro illustrato ‘Chiare e fresche et dolci acque. Petrarca racconta il canzoniere’ (Einaudi Ragazzi); Cristina Portolano (28/6) si sofferma su una grande domanda ‘I ragazzi possono essere femministi?’ (Settenove); Eliana Cocca e Caterina Manganelli (29/6) presentano il loro ‘Hannah con due H. Incredibili (dis)avventure nel web’ (Sonda); Annalisa Strada (30/6) ci narra della vita di Maria Sibylla Merian, artista, scienziata e avventuriera in ‘La ragazza delle farfalle’ (Editoriale scienza). Libri anche al mare: il festival aprirà ogni mattino alle 9,30 al Lido (Bon Bon) con i libri a colazione di ‘Buongiorno Passaggi’. Tra gli ospiti l’astrologo Marco Pesatori (26/6) con ‘Astrologia per intellettuali’ (Mimesis), l’autore tv Raffaele Di Placido (28/6) con ‘L’uomo che uccise Mussolini’ (Piemme) e Sara Rattaro (29/6) con ‘Io sono Marie Curie (Sperling & Kupfer). A Fosso Sejore (Bagni Elsa) troverà posto la rassegna sulla musica. Sono attesi Roberto Paravagna (27/6) ‘Quattro anelli tra le dita- Vita di Ringo Star’ (Arcana Editore); Giuseppe Ganelli e Emilio Targia (29/6) ‘La nostra storia. Tutto il mondo di Happy days’ (Minerva edizioni) e Antonio Bacciocchi (30/6) ‘Quadrophenia, gli Who e la storia del disco e del film che hanno definito un genere’ (Interno 4). Converseranno con loro i dj e critici musicali Luca Valentini e Francesca Perugini, e la storyteller Ivana Stjepanovic. Passaggi Festival è organizzato dall’associazione Passaggi Cultura in collaborazione con Librerie.Coop; è sostenuto da Comune di Fano e Regione Marche; main sponsor: Coop Alleanza 3.0 e Profilglass. Informazioni e aggiornamenti su www.passaggifestival.it.