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Parigi 2024, il Louvre e i Giochi: storie “olimpiche” dal museo

Parigi 2024, il Louvre e i Giochi: storie “olimpiche” dal museoParigi, 4 ago. (askanews) – Il Louvre e la vita di un museo durate le Olimpiadi. La mattina presto intorno alla famosa Piramide ci sono già turisti e visitatori, ma la sensazione è di relativa tranquillità; il clamore dei Giochi è vicino, ma nella grande corte del palazzo reale l’eco arriva abbastanza flebile. Il museo continua la sua vita, costellata di incredibili capolavori, ma in questi giorni di sport è possibile guardare alle collezioni di uno dei templi della cultura mondiale con occhi diversi, magari seguendo anche qualche suggestione olimpica.


Del resto tante delle statue antiche conservate qui rappresentano momenti di azione, di combattimento, comunque dinamiche che possono fare pensare a delle forme si competizione sportiva, ma pure la meravigliosa Nike di Samotracia sembra un manifesto alla velocità, al fronteggiare ogni sfida senza timore di essere fermati. Poi, quando si arriva nel grande corridoio italiano, uno dei luoghi con una concentrazione del genio del nostro Paese da far paura, la sfida di resistenza è quella del visitatore chiamato a percorrerlo per intero, camminando dentro la meraviglia della Vergine delle rocce di Leonardo o della Morte della Vergine di Caravaggio, o ancora del San Francesco di Giotto, e poi le Nozze di Cana del Veronese. Una maratona estetica ed emotiva straordinaria, anche per giovani tifosi al museo con la maglia di Bellingham. Restando nel gioco dello sport ci sono i cavalieri di Paolo Uccello nella Battaglia di san Romano, così come gli Orazi di David che sembrano prepararsi a una sfida finale, e perfino un Virgilio pronto a lottare con Filippo Argenti, nell’inferno dantesco re immaginato da Delacroix. Ma poi Olimpia arriva davvero, con parti dei marmi del fregio del grande tempio di Zeus che nella città dei giochi dell’antichità era una delle meraviglie del mondo. E qui forse il cerchio si chiude. Anzi no, perché le folle assiepate davanti alla Gioconda ci ricordano quanto sano importanti, nei grandi eventi sportivi, anche gli spettatori, e Monna Lisa in questa gara per fare sold out è sempre in testa, anche nelle giornate meno sovraccariche di visitatori.


Giornate nelle quali l’intero Louvre sembra risplendere ancora di più, quasi come una medaglia d’oro nel sole.

Parigi 2024, l’architettura possibile di Tresoldi per Casa Italia

Parigi 2024, l’architettura possibile di Tresoldi per Casa ItaliaParigi, 2 ago. (askanews) – Ad accogliere i visitatori a Casa Italia a Parigi c’è un’opera d’arte: una struttura imponente ma anche impalpabile, un’architettura del possibile di Edoardo Tresoldi. “Sacral” ricorda un battistero rinascimentale, ma lo fa attraverso un intreccio di maglie metalliche, tipiche dello stile dell’artista, che sembrano creare una condizione di solida invisibilità.


La struttura gioca con la luce e l’ambiente, apre le porte al giardino all’italiana che caratterizza Casa Italia e in qualche modo diventa manifestazione tangibile di un’immagine mentale, che va oltre il tempo e, nei momenti migliori, ambisce a diventare spazio puro, luogo di nuovi codici della rappresentazione. Ma quello che si sente, attraversando l’opera, è anche il sentimento dell’accoglienza attraverso la possibilità dello stupore, emozione sottile per definizione. “Sacral” è parte della mostra d’arte contemporanea curata per Casa Italia da Beatrice Bertini e Benedetta Acciari, che presenta anche lavori di artisti come Claire Fontaine, Marinella Senatore o Fabio Viale.

Chiude domani la Biennale Danza: oltre 17.500 presenze

Chiude domani la Biennale Danza: oltre 17.500 presenzeVenezia, 2 ago. (askanews) – Sono state 17.659 le presenze del pubblico al 18esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia che si conclude domani, sabato 3 agosto, con la prima coreografia veneziana del direttore artistico Wayne McGregor, “We Humans are movement”. Lo spettacolo sarà in scena per la seconda replica nella Sala Grande del Palazzo del Cinema con i danzatori di Biennale College e della Company McGregor (ore 21.00). Nel pomeriggio replica anche per Tambourines di Trajal Harrell alle Tese dei Soppalchi (ore 18.00).


Con un incremento del 47 % rispetto allo scorso anno, le presenze sono state raggiunte nell’arco di due settimane di programmazione che hanno portato a Venezia e in terraferma oltre 160 artisti da tutto il mondo per 80 appuntamenti – tra spettacoli, performance, installazioni, workshop, incontri – con tutte novità nei titoli (7 mondiali, 2 europee, 12 italiane). Il Leone d’oro alla carriera è stato attribuito quest’anno a Cristina Caprioli, artista che con la sua ricerca teorico sperimentale sul movimento ha contribuito ad allargare gli orizzonti della coreografia, e il Leone d’argento a Trajall Harrell, formato ai più recenti studi su genere, femminismo, post colonialismo e autore di un linguaggio nuovo e originale.


Intitolato We Humans, Wayne McGregor, con questa sua quarta edizione del festival di danza, ha inteso “svelare la grande complessità, la contraddizione e il mistero della vita umana” in quanto “prerogativa dei creativi del movimento invitati alla Biennale Danza 2024. Tutti gli artisti e le compagnie di quest’anno adottano il mezzo della danza come atto filosofico di comunicazione, mettendo alla prova i fondamenti della nostra conoscenza, sfidando le nostre nozioni di realtà ed estendendo la comprensione della nostra esistenza. Attraverso il loro lavoro ci sollecitano a chiederci da dove noi veniamo e dove siamo diretti, sondando il fulcro dell’essenziale, il cosa e il perché della sensibilità”. Accanto ai Leoni, compagnie da tutto il mondo con uno sguardo aperto a 360 gradi sul panorama coreografico d’oggi, come Sankofa Danzafro (Colombia), Shiro Takatani/Dumb Type (Giappone), Cloud Gate (Taiwan) Melisa Zulberti (Argentina), Dorotea Saykaly (Canada), oltre ai tanti ensemble europei e ai giovani danzatori e coreografi di Biennale College, punto di forza del festival secondo il direttore Wayne McGregor. Il lavoro di Biennale College viene testimoniato per il quarto anno consecutivo da Rai 5, che produrrà un film documentario focalizzato sulla nuova produzione coreografica We Humans are movement.


La Biennale Danza continua con Iconoclasts – Donne che inffrangono le regole alla Biennale, la mostra dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee allestita al Portego di Ca’ Giustinian fino a fine anno.

”Cartografia dell’Inconscio”, Benanzato da collezione con il Corsera

”Cartografia dell’Inconscio”, Benanzato da collezione con il CorseraRoma, 30 lug. (askanews) – Musicista, pittrice e giornalista, corrispondente dal Veneto di askanews, l’eclettica Antonella Benanzato oggi è all’onore del Corriere della Sera che le dedica una pagina per presentare il numero 66 de La Lettura, con una copertina multimediale dotata di certificato digitale di appartenenza, cioé un numero da collezione; l’acquirente ottiene un NFT dell’opera e della musica che la accompagna.


Infatti “Cartografia dell’inconscio” (olio su tela e pastelli, 130×170 cm), nasce dalla composizione “Esicasmo per la pace”, brano arrangiato dal musicista Mirko Di Cataldo. Benanzato ha da poco pubblicato il disco “L’attimo prima del tempo” con il nome d’arte Bertil, e realizzato il progetto “Cromogonie”. Tramite l’app Corriere Art Collection si può accedere anche al video che mostra Benanzato al lavoro nel suo studio, girato e montato dalla videomaker Chiara Segatel, e accompagnato dalla composizione musicale. Pittura e musica così si sovrappongono e nutrono a vicenda. “Nella tela” spiega l’artista “c’è tutto, notazioni, cadenze, arpeggi; per me vedere un’opera è come vederne lo spartito, la cartografia dell’inconscio che appunto è la partitura su cui ognuno incide la sua essenza più profonda”.


Ritrarre insomma il mondo sonoro su tela. Benanzato, 57 anni, vive e lavora a Padova dove sta preparando una nuova personale.

Fondation Louis Vuitton, le energie di Kelly, Eliasson e Grosse

Fondation Louis Vuitton, le energie di Kelly, Eliasson e GrosseParigi, 30 lug. (askanews) – È probabilmente uno dei musei più cool al mondo, anche dopo la conclusione della mostra su Mark Rothko. La Fondation Louis Vuitton a Parigi vive della forza del suo edificio, che è un Frank Gehry puro, poderoso e sfuggente allo stesso tempo, enorme e impalpabile come un sogno, ma un sogno decisamente in grande. E nei suo spazi radicalmente vasti si adagia alla perfezione il lavoro di Ellsworth Kelly, le sue forme colorate così come le sue opere che sanno vivere senza il colore, come se venissero da una dimensione diversa. L’apparente semplicità dei suoi monocromi e la bellezza immediata dei suoi larghi campi di colore possono far pensare a una facilità, che però viene immediatamente superata quando ci si avvicina, quando si intuisce e si sente direttamente la ricerca che Kelly ha portato avanti per decenni su forme, colore, linee e spazio. Per arrivare a una pittura che crea lo stesso spazio attraverso la capacità di abitarlo a più dimensioni.


Ma accanto alle mostre temporanee, con una anche dedicata a Matisse, ci sono le commissioni fatta dal museo agli artisti, tra le quali spicca il progetto di Olafur Eliasson “Inside the Horizon, un caleidoscopio di specchi che frammentano il mondo e, al tempo stesso, lo ricompongono in una armonia lineare che diventa l’orizzonte di ciascuno, diverso per ogni visitatore, così come continuamente diversa è l’architettura di Gehry, con cui questo orizzonte dialoga senza soluzione di continuità. Così come si cala alla perfezione nella componente verticale del museo anche la grande installazione “Canyon” di Katharina Grosse, che rappresenta la traduzione di un dipinto in uno spazio senza pareti e senza pavimento, dove ciò che conta è la relazione con l’aria e le energie che vibrano intorno al lavoro. Energie a cui la Fondazione fa da amplificatore, lasciandole scorrere come una corrente invisibile attraverso le grandi velo così come attraverso le sinapsi dei visitatori. (Leonardo Merlini)

Giffoni Film Festival, Gubitosi: fondi più che dimezzati dal MiC

Giffoni Film Festival, Gubitosi: fondi più che dimezzati dal MiCMilano, 28 lug. (askanews) – “Da anni Giffoni risponde al bando relativo alla concessione di contributi ad attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva. il nostro progetto è stato ritenuto validissimo dalle commissioni che giudicano le proposte tanto da meritarsi più volte il primo posto in graduatoria con un finanziamento arrivato lo scorso anno a 950mila euro. Quest’anno, per la prima volta da quando esiste questo tipo di intervento, il Ministero della Cultura ha inteso imporre un tetto pari a 400mila euro di contributo massimo erogabile. Fin qui nulla da eccepire, se non fosse stato che la pubblicazione del bando c’è stata a luglio, a pochissimi giorni dall’inizio del festival, creandoci stupore ma soprattutto grande preoccupazione”. A sottolinearlo è Claudio Gubitosi, fondatore di Giffoni, in occasione della conferenza stampa di chiusura della cinquantaquattresima edizione di Giffoni Film Festiva


Il sospetto, per Gubitosi, è che si tratti di “un bando punisci-Giffoni”. La questione, a suo giudizio, “è politica, la mia responsabilità sarebbe stata quella di mettermi al fianco del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in riferimento al mancato trasferimento dei Fondi di Sviluppo e Coesione”. “Con questa decisione – evidenzia ancora Gubitosi – il Ministro della Cultura taglia i fondi ai ragazzi, alle famiglie, agli italiani. E questo è davvero inaccettabile. Di questa assurda presa di posizione ne è a conoscenza il Presidente Meloni ed alcuni Ministri del suo Governo. Vogliamo che il Ministro Sangiuliano ci restituisca quello che ci è stato sottratto”.


“Negli ultimi mesi ho chiesto più volte incontri e appuntamenti al Ministro, spesso anche programmati. Sempre annullati da lui. Non mi manca la pazienza. E’ per tutte queste ragioni che nei prossimi giorni andrò davanti alla sede del Ministero della Cultura, davanti a quella che considero essere casa mia e lì starò fin quando non avrò certezze dal Ministro Sangiuliano. Con l’unica arma che ho che è la mia storia, la mia età e quello che sono stato capace di fare. Non mi muoverò da lì fin quando non avrò la conferma che il finanziamento ci verrà restituito”, assicura il fondatore di Giffoni chiedendo di “sensibilizzare il Governo su questa insopportabile ingiustizia”.

Farsettiarte porta a Cortina gli italiani che cambiarono Parigi

Farsettiarte porta a Cortina gli italiani che cambiarono ParigiCortina d’Ampezzo, 27 lug. (askanews) – Sette artisti italiani che hanno influenzato profondamente la scena parigina nel primo Novecento: Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, René Paresce, Alberto Savinio, Gino Severini e Mario Tozzi. A loro, “Les Italiens de Paris”, Farsettiarte dedica una mostra nella galleria di Cortina d’Ampezzo. A presentarcela la gallerista Sonia Farsetti. “L’attività di ricerca di Rachele Ferrario – ha detto ad askanews citando la curatrice della mostra – studiosa degli Italens de Paris, è stato uno dei motivi per cui ho insistito affinché venisse fatta questa mostra a Cortina, che raccoglie quindi opere di questo gruppo che ha lavorato a Parigi sostanzialmente diciamo tra la metà degli anni Venti e degli anni Trenta”.


L’esposizione è realizzata in collaborazione con il Museo d’arte moderna Mario Rimoldi di Cortina e offre una panoramica su una serie di artisti italiani di grande personalità. “Non è mai stato un gruppo inteso come un movimento – ha aggiunto – quindi ognuno di loro, senza perdere la propria personalità artistica e seguendo un po’ il proprio linguaggio e la propria cifra pittorica, ha comunque fatto valere quella che era l’arte italiana nella capitale della cultura che appunto era Parigi di quegli anni”. La mostra è anche l’occasione per Farsettiarte, che quest’anno festeggia 60 anni di attività a Cortina, di ribadire la propria forte relazione con la città ampezzana. “E’ sempre stata un luogo di incontro di artisti, intellettuali, scrittori – ha concluso Sonia Farsetti – quindi la cultura è sempre stata parte di Cortina. E anche i collezionisti che salivano in montagna avevano una grande passione e un grande interesse per l’arte. Non a caso a Cortina ci sono molte gallerie”.


La mostra “Les Italiens de Paris” è aperta al pubblico nella galleria di piazza Roma dal 1 agosto al 15 settembre.

Nasce il premio Andrea Camilleri-Nuovi Narratori

Nasce il premio Andrea Camilleri-Nuovi NarratoriRoma, 25 lug. (askanews) – Nasce il “Premio Andrea Camilleri – Nuovi Narratori” indetto dal Fondo Andrea Camilleri e curato dalla scrittrice Arianna Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri. Il Premio intende valorizzare la scrittura in differenti forme, seguendo un percorso che ricalchi le orme del lavoro del grande scrittore. Prima di raggiungere il meritato successo grazie al famoso Commissario Montalbano, Andrea Camilleri ha avuto un’intensa vita lavorativa come regista teatrale, collaboratore di giornali e riviste, autore e sceneggiatore per la Rai. Non tutti sanno, inoltre, che l’autore siciliano è approdato alla scrittura all’età di 14 anni attraverso l’espressione poetica: si tratta di opere perlopiù inedite, che racchiudono molta dell’essenza di Camilleri, anticipandone la futura carriera letteraria.


Per omaggiare Andrea Camilleri e il suo poliedrico e prolifico percorso professionale, il “Premio Andrea Camilleri – Nuovi Narratori” è rivolto ad autori e autrici di racconti brevi, radiodrammi, favole per bambini e poesie. Le opere dovranno essere scritte in lingua italiana, inedite, mai pubblicate né in versione cartacea, né digitale, né sui social. Il Premio vuole promuovere non solo i giovani aspiranti scrittori ma anche gli over sessanta, proprio per omaggiare il successo sui generis e tardivo che ha contraddistinto la carriera di Andrea Camilleri, un unicum nel suo genere. Ogni categoria è, dunque, suddivisa in due sezioni: in quella “Chiù picca di sissanta” sono inclusi tutti coloro che hanno meno di sessant’anni, nella sezione “Chiù assà di sissanta” sono inclusi tutti coloro che hanno già compiuto sessant’anni o che li compiranno entro il 31/12/2025. Le opere vincitrici saranno pubblicate in un’antologia da parte della casa editrice Gemma Edizioni. Tema di questa prima edizione al quale tutte le proposte, indipendentemente dalla categoria, dovranno ispirarsi è “Oltre la ragione”. Nella trilogia fantastica di Andrea Camilleri, composta dai tre romanzi “Maruzza Musumeci”, “Il casellante” e “Il sonaglio” si parla soprattutto di passione e amore. Per proteggere questo grande sentimento si sconfina oltre la ragione, toccando persino le corde della follia. Le protagoniste dei tre racconti nascondono un segreto, sono donne ammaliatrici, ferine, ma allo stesso tempo fedeli e amorevoli. La magia di queste donne meravigliose e la loro vitalità permetterà ai tre uomini di entrare in una dimensione altra e toccare fino in fondo il sentimento del grande e incommensurabile amore. In questa trilogia Andrea Camilleri ci parla attraverso favole tinte di fantasy, horror e miti popolari. Mette a dura prova l’universo maschile e il raggiungimento del totale coinvolgimento amoroso. Gli elaborati, dunque, racconteranno storie che colgano questi spunti tematici, i cui protagonisti siano disposti ad andare oltre la ragione per custodire il sentimento d’amore.


Il bando sarà indetto il 25 luglio 2024 ed entro il 6 gennaio del 2025 i partecipanti potranno inviare i loro scritti. Le opere saranno soggette a una selezione iniziale da parte del Fondo Andrea Camilleri che si impegnerà a scartare esclusivamente quelle che non rispetteranno i requisiti di ammissione. Successivamente, saranno visionate dai Circoli di Lettura delle Biblioteche di Roma che, una volta operata la loro scelta, sottoporranno le opere selezionate al giudizio di una Giuria finale, composta da esponenti del mondo letterario e giornalistico quali: Viola Ardone, Davide Avolio, Riccardo Barbera, Giovanni Caccamo, Michele Caccamo, Massimiliano Catoni, Loretta Cavaricci, Edoardo De Angelis, Stefano De Sando, Fulvia Degl’Innocenti, Giuseppe Fabiano, Idalberto Fei, Salvatore Ferlita, Giuliano Logos, Rocco Mortelliti, Davide Oliviero, Adriana Pannitteri, Poeta della Serra, Tea Ranno, Alberto Rollo, Rodolfo Sacchettini, Ida Sansone, Annalisa Strada, Mary Barbara Tolusso, Andrea Vitali, Gloria Vocaturo. La giuria sceglierà i vincitori delle varie categorie: le opere vincitrici saranno pubblicate in due antologie: una dedicata ai racconti brevi, ai radiodrammi e alle poesie, l’altra alle favole per bambini.


Nell’autunno del 2025, al termine dell’anno in cui ricorre il Centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, sarà organizzata una serata di premiazione a Roma, in cui saranno presenti i vincitori, i giurati, la famiglia, la casa editrice e tanti amici di Andrea Camilleri. Il Bando del Premio è consultabile al sito: www.premioandreacamilleri.it

Mostre, successo per opere dei Musei Civici di Roma Capitale in Cina

Mostre, successo per opere dei Musei Civici di Roma Capitale in CinaRoma, 25 lug. (askanews) – Oltre 105mila visitatori nelle prime cinque settimane di apertura hanno partecipato alla mostra “She Walks in Beauty, Women of the Han Dinasty and Roman Empire”, inaugurata il 15 giugno in Cina, nel museo provinciale di Hunan, nella città di Changsha. Un grande interesse per i 150 capolavori delle collezioni dei Musei Civici di Roma Capitale esposti, per la prima volta in Cina, in dialogo con oltre cento opere d’arte provenienti da sette musei cinesi, per raccontare, come suggerisce il titolo – tratto da una poesia di Lord Byron – le donne nella Roma antica e nella coeva dinastia cinese Han (220 a.C.- 200 d.C.).


La mostra – promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con la società italiana Arteficio, con il supporto dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino – e curata da Claudio Parisi Presicce, intende celebrare i cinquant’anni dall’importante ritrovamento delle tombe del sito di Mawangdui, una delle più significative scoperte del panorama archeologico cinese, tra cui spicca la mummia della Marchesa Dai (II sec. A.C.). Da ottobre l’esposizione proseguirà con altre tappe nelle città di Chengdu, Shenzhen, Shenyang. Nel percorso espositivo, Roma e Han dialogano, come i due imperi non fecero mai direttamente, attraverso reperti come il Sarcofago delle Amazzoni (140-150 d.C.) dei Musei Capitolini, con la scena di battaglia tra i Greci e le mitiche donne guerriere, il grande stendardo funerario a T di seta, posto sul coperchio del sarcofago più interno di Mawangdui, raffigurante il viaggio nell’aldilà. Steli funerarie e busti di donne romane, giovani e anziane, con diverse acconciature ed espressioni arricchiscono il racconto. La statua di una matrona romana velata di epoca imperiale, proveniente dal museo capitolino della Centrale Montemartini, introduce i temi del matrimonio, dello spazio domestico, dell’ideale femminile, della sfera funeraria e devozionale; un’altra raffigurante Livia imponente è occasione per ricordare la storia di una delle donne più importanti di Roma, la cui vita fu così simile e diversa allo stesso tempo dalle consorti di imperatori cinesi. In mostra anche numerosi degli oltre tremila reperti delle tombe di Mawangdui, ritrovate casualmente agli inizi degli anni Settanta, e risalenti alla dinastia Han, fra cui lacche e sete perfettamente conservate e listelli di bambù con iscritti testi di medicina tradizionale, filosofia e astrologia.

A Perdasdefogu il festival SetteSere SettePiazze SetteLibri

A Perdasdefogu il festival SetteSere SettePiazze SetteLibriRoma, 25 lug. (askanews) – L’attualità interpretata dalla letteratura e dalla narrativa tra i nuovi corsi mondiali della politica, le guerre, i sentimenti, i nuovi linguaggi, la società oggi: sono i temi centrali della 14.ma edizione del festival 7Sere 7Piazze 7Libri di Perdasdefogu (Nuoro). Dal 29 luglio al 4 agosto sarà una settimana firmata dalla cultura con 52 eventi, 36 autori, 78 relatori e otto musicisti. Apertura, nella Piazza Cent’anni di solitudine,col ricordo di Gabriel Garcia Màrquez a dieci anni dalla morte e il ritratto di due grandi scrittrici sarde scomparse nei mesi scorsi: Maria Giacobbe (l’autrice del “Diario di una maestrina”, 1957) e Michela Murgia. I commenti affidati a Gigliola Sulis (Università di Leeds), Paola Soriga e Lilli Pruna. Riproposto il festival itinerante: dopodomani, venerdì 12 luglio alle 19 a Pesaro (Capitale italiana della Cultura) col giornalista Lucio Luca e l’ex Rettore di Bologna Ivano Dionigi e dalle 21 sfilata in costume del gruppo folk di Perdasdefogu. Prefestival che prosegue in undici paesi delle quattro province sarde con Sergio Rizzo, Giovanni Antonio Tabasso e Cosimo Filigheddu, Vittorio Giacopini, Bachisio Bandinu e Matteo Porru. Una settimana con testi che stanno calamitando le scelte dei lettori. Dal tema dello scorso anno (“Ultimo viene il corvo” di Italo Calvino: “Io poi, che la guerra sia finita non ci credo”) a un tema rimasto drammaticamente attuale, le guerre: con un insegnamento tratto dal De Rerum Natura di Lucrezio: “Con le parole non con le armi”, “Dictis non armis”. Tutti gli incontri iniziano alle 21 nelle varie piazze del paese. Dopo la serata dedicata a Màrquez con Ilide Carmignani, Gabriella Saba, Nestor Ponguta e Giuliana Adamo, chiusura affidata a Nicola Lagioia. Sarà poi la volta di Cristina Casiraghi” con “Stelle solitarie”, Pier Giorgio Pulixi e il suo “Per un’ora d’amore” e ancora lo scrittore curdo Fariborz Kamkari “Ritorno in Iran” a colloquio con Francesco Bellino e un intervento di Gad Lerner. Gli altri appuntamenti: Mercoledì 31 Lucio Luca con “La notte dell’antimafia” e Lorenzo Cremonesi con “Guerra infinita”. Giovedì 1 agosto: apre Graziella Monni con “Il medico di Caller”, a seguire Federico Fubini con “L’oro e la patria” in dialogo col presidente della Cei sarda Antonello Mura, il leader della Confindustria Giovanni Bitti, Antonio Solinas ceo di Ab Insula, due docenti della London School e le sindache di Fonni e Arborea. Chiusura con “La scelta” di Sigfrido Ranucci. Venerdì è la volta di Pina Ligas, Giuliano Tramaloni e Luca Bianchini con “Il cuore è uno zingaro”. Sabato Lo scrittore Matteo Porru intervista Cristina Caboni su “La collana di cristallo”, chiude Milena Agus con “Notte di vento che passa”. Le serate sono coordinate dalla giornalista Francesca Lai. Organizza la ProLoco di Perdasdefogu col sostegno finanziario della Regione sarda, la Fondazione di Sardegna, il Comune di Perdasdefogu, la Saras, la Sigma Arti Grafiche. Il direttore artistico del festival, Giacomo Mameli: “Sarà una settimana con scrittori internazionali e nazionali, con pagine di ottima letteratura rifletteranno sui tormenti e i fermenti in questo periodo di metamorfosi epocali nel mondo. Sono i temi che sollecitano lettori sempre più esigenti. Perché crediamo che l’uso corretto del linguaggio, della cura delle parole proposte da autori di prima firma, aiutino a capire una società in frenetica mutazione. Sfida che parte da un piccolo paese che, tra isolamento e spopolamento, vive la sua estate nel segno della cultura”. Tutte le serate sono presentate e condotte da Francesca Lai