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”Stranieri ovunque”, la Biennale Arte 2024 di Adriano Pedrosa

”Stranieri ovunque”, la Biennale Arte 2024 di Adriano PedrosaVenezia, 22 giu. (askanews) – La 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, diretta dal curatore brasiliano Adriano Pedrosa si intitolerà “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”. Il titolo è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Le opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia.

“Il contesto in cui si colloca l’opera – ha spiegato Pedrosa – è un mondo pieno di crisi multiformi che riguardano il movimento e l’esistenza delle persone all’interno di Paesi, nazioni, territori e confini e che riflettono i rischi e le insidie che si celano all’interno della lingua, delle sue possibili traduzioni e della nazionalità, esprimendo differenze e disparità condizionate dall’identità, dalla cittadinanza, dalla razza, dal genere, dalla sessualità, dalla libertà e dalla ricchezza. In questo panorama, l’espressione Stranieri Ovunque ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri”. “In occasione della Biennale Arte 2024 si parlerà di artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, in particolare di coloro che si sono spostati tra il Sud e il Nord del mondo. La figura dello straniero sarà associata a quella dell’estraneo, dello stranger, dell’estranho, dell’étranger, e pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulle opere di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk; e l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di tali artisti sarà il fulcro della Biennale Arte e costituirà il Nucleo Contemporaneo dell’Esposizione. (…) La Mostra presenterà anche un Nucleo Storico composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. (…) Inoltre, una sezione speciale del Nucleo Storico sarà dedicata alla diaspora degli artisti italiani nel mondo nel corso del XX secolo. A quegli italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero costruendo le loro vite e carriere professionali in Africa, Asia, America Latina, così come nel resto d’Europa, integrandosi e radicandosi con le culture locali che spesso hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia”.

“Cambiare il punto di vista attraverso cui raccontare l’arte contemporanea – ha aggiunto Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia – credo sia ciò che una istituzione di rilevanza internazionale come La Biennale di Venezia debba fare. E qui non si tratta solo di un punto di vista estetico ma anche geografico, come quando al cinema si riprende la stessa scena in controcampo. Questa è la 60esima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea nell’arco di 128 anni dalla prima, e non c’era mai stata una curatrice o un curatore proveniente da un paese dell’America Latina. La partecipazione di artiste e artisti sudamericani alla Biennale è sempre stata nutrita. Ma diverso è quando a invitare è un curatore che ha radici nella stessa cultura e ha sviluppato nel corso degli anni uno sguardo globale. La sua ricerca è anche focalizzata su artiste e artisti che, pur provenienti da culture e mondi diversi, hanno saputo mantenere sentimenti, caratteri ed esperienze della loro cultura d’origine ovunque si trovino. Mi piace che in questa Mostra ci sia la presenza di opere realizzate nel secolo scorso che oggi vengono considerate punti di riferimento per le nuove generazioni. E all’interno di questo movimento ritroveremo molti nomi italiani. Adriano Pedrosa si cimenterà poi con la seconda edizione del College Arte, apertosi nel 2022 con Cecilia Alemani, un’attività cui la Biennale tiene moltissimo. Sono certo che la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte e il suo curatore sapranno emozionare e colmare (come ha detto la curatrice della 18esima edizione della Biennale Architettura Lesley Lokko) quelle falle nella storia dell’arte con molte presenze finora trascurate”. La Biennale d’Arte presenterà, come di consueto, le partecipazioni Nazionali con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, oltre che nel centro storico di Venezia. Da oggi, 22 giugno, è online il formulario per la presentazione delle proposte di progetti quali Eventi Collaterali, promossi da enti e istituzioni internazionali senza scopo di lucro, operanti nel campo dell’arte che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia, qualora selezionati.

A luglio Il Libro Possibile 2023, 9 serate e ospiti internazionali

A luglio Il Libro Possibile 2023, 9 serate e ospiti internazionaliRoma, 21 giu. (askanews) – Presentata oggi a Roma la XXII edizione de Il Libro Possibile che torna il 5, 6, 7, 8 luglio 2023 a Polignano a Mare (Ba) e il 18, 19, 20, 21 e 22 a Vieste (Fg). Il tema della manifestazione quest’anno, che parla di futuro e amplia la sua platea a un pubblico sempre più internazionale, è “Penso Positivo”; ma ne è anche lo spirito, con cui iLP23 rende omaggio a quell’inno pop alla speranza pubblicato 30 anni fa da Jovanotti e al quale s’ispira per parlare di futuro a suon di diritti, clima, legalità attraverso le idee e le opinioni di circa 250 ospiti, tra i più illustri esponenti nazionali e internazionali dei diversi campi del sapere.

Scrittori, giornalisti, scienziati, magistrati, imprenditori, esponenti delle istituzioni, artisti che si alternano fra presentazioni letterarie, lectio magistralis, dibattiti, tavole rotonde, interviste, performance e spazi dedicati ai giovani lettori. “Pensare positivo – spiega la direttrice artistica del Libro Possibile, Rosella Santoro – significa avere un approccio costruttivo alla vita, anche quando tutto sembra andare verso la distruzione; dell’ambiente, della pace, dei diritti. Anzi, è soprattutto in questi momenti che bisogna invertire la tendenza dominante alla rassegnazione e provare a costruire o ricostruire. A partire dal pensiero, la più grande forza motrice dell’essere umano. Pensare positivo vuol dire pensare in termini di giustizia, solidarietà, difesa dei valori, responsabilità; affinché tutto ciò possa tradursi in azioni concrete, individuali e collettive. Così, attraverso centinaia di voci autorevoli nei diversi campi del sapere, il Libro Possibile vuol farsi amplificatore di un messaggio di speranza, pur conservando la pluralità di punti di vista e un atteggiamento critico verso i grandi temi del nostro tempo. Quest’anno più che mai, poi, intendiamo superare i confini geografici e mentali, aprendo a un parterre di ospiti e a una platea sempre più internazionale. Perché la speranza è un valore universale”. Come di consueto sono previste quattro serate a Polignano a Mare e, novità assoluta di quest’anno, cinque serate a Vieste con la data del 18 luglio interamente dedicata agli ospiti internazionali per incontri condotti esclusivamente in lingua inglese. Intervengono Donald Sassoon, Kristinn Hrafnsson, Stefania Maurizi, Nick Rosa, Paolo Taticchi. Anche Polignano a Mare accoglie altri ospiti internazionali: Ferdinando Aramburu, Anabel Hernandez, Zharko Kujundjiski.

Con le più alte figure istituzionali del governo si affrontano i temi di stretta attualità. Sono attesi la ministra per la Famiglia, la Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, in qualità di autrice di ‘Una famiglia radicale’ (Rubettino); il viceministro della giustizia Francesco Paolo Sisto con Giovanni Melillo, capo della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo intervengono su ‘Riforma della Giustizia e obiettivi PNRR’. Pier Ferdinando Casini con ‘C’era una volta la politica’ (Piemme); l’ex sindaco di Roma ed ex ministro Francesco Rutelli, sull’emergenza clima, guerre e l’impegno delle nuove generazioni, presenta il suo libro ‘Il Secolo Verde’ (Solferino); Walter Veltroni, autore bestseller, politico, giornalista e apprezzato regista-documentarista, ora in libreria con ‘Buonvino tra amore e morte’ (Marsilio Editori). Sono sempre partecipate e gremite le Lectio Magistralis del Libro Possibile con Vittorio Sgarbi Sottosegretario di Stato alla Cultura. Il critico e divulgatore d’arte presenta ‘Scoperte e rivelazioni’ (La Nave di Teseo). Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, in prima linea sui diritti civili, partecipa con il suo libro ‘I pessimisti non fanno fortuna. La sfida del futuro come scelta’ (Marsilio).

Mario Dondero, le molte sfaccettature di un grande fotografo

Mario Dondero, le molte sfaccettature di un grande fotografoMilano, 21 giu. (askanews) – Un reporter che girava il mondo, frequentava intellettuali e scrittori, fotografava la realtà e la storia con uno sguardo sentimentale ed empatico. Palazzo Reale a Milano dedica una grande retrospettiva nell’Appartamento dei Principi a Mario Dondero, uno dei più importanti fotografi del secondo Novecento in Italia, morto nel 2015. Una mostra ampia, lineare, che sottolinea come non esista un solo modo di fotografare né un solo tipo di immagini. Esiste però lo sguardo unico e molteplice di chi quegli scatti li ha realizzati.

Raffaella Perna è la curatrice della mostra “Mario Dondero – La libertà e l’impegno”: “Dondero – ha detto ad askanews – è un fotografo che avendo fotografato per 60 anni ha attraversato tantissime tematiche e generi diversi, quindi è un fotografo molto complesso. Però c’è un approccio alla fotografia, alla pratica fotografica sempre appassionato, militante che in qualche modo emerge, riesce, ed è anche un po’ questa la magia della fotografia, di riuscire a restituire non soltanto ciò che l’occhio guarda e la scena rappresentata, ma anche l’occhio di chi sta dietro la macchina e guarda la realtà in un certo modo e non in un altro. Quindi è nel suo essere militante, politico, uomo della Resistenza a 16 anni che in qualche modo si rintraccia poi un’unitarietà all’interno delle mille sfaccettature della sua fotografia”. E la forza della mostra sta proprio nella pluralità del racconto, che passa dalle campagne italiane all’Irlanda, dal 1968 ai locali dove suonava Enzo Jannacci, dai ritratti dei più grandi artisti – come Francis Bacon o Alexander Calder, esposti vicini, ma anche Alberto Burri – fino agli ospedali di Emergency in Russia o a Kabul. Per incantarci con fotografie che segnano anche la storia letteraria del Novecento, come quella che immortala il commediografo Ionesco con gli attori de “La cantatrice calva” oppure l’intero gruppo degli scrittori del Nouveau Roman, con Robbe-Grillet e Samuel Beckett. E poi ritorna tante volte, a partire dai suoi Comizi d’amore, il volto di Pier Paolo Pasolini, che Dondero ha fotografato nel 1962 insieme alla madre. “È un ritratto che ben incarna questo rapporto viscerale, questo rapporto profondissimo che lega lo scrittore e regista alla madre – ha aggiunto Raffaella Perna – un rapporto che non lo abbandonerà mai e che in questa foto è espresso anche con una grandissima delicatezza attraverso questi differenti piani”.

Al termine del percorso espositivo si arriva con una sensazione molto chiara: che questa storia non sia finita, che queste fotografie continuino a essere attuali, presenti e vive. Che continuino a parlarci del mondo, ma soprattutto di noi.

Palazzo Strozzi, a Firenze la più grande mostra di Yan Pei-Ming

Palazzo Strozzi, a Firenze la più grande mostra di Yan Pei-MingMilano, 20 giu. (askanews) – Dal 7 luglio al 3 settembre 2023 Palazzo Strozzi a Firenze presenta Yan Pei-Ming, Pittore di storie, la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese, parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati.

A cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizione propone un percorso di oltre trenta opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca dell’artista sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva, simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente. Esplorando generi come il ritratto, il paesaggio, la natura morta e la pittura di storia, i suoi dipinti prendono vita a partire dal modello di immagini fotografiche estrapolate da fonti diverse, come immagini personali, copertine di giornali, still cinematografici o celebri opere della storia dell’arte.

La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze come parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati.

Martedì a Roma il convegno “Donna”: animale, femmina dell’uomo

Martedì a Roma il convegno “Donna”: animale, femmina dell’uomoRoma, 19 giu. (askanews) – È un dato di fatto che nelle forme linguistiche sia scritte che orali – siano esse burocratiche, dizionarie o correnti -, la donna è palesemente ignorata, mistificata oppure è paradigma e antonomasia del negativo. È per sollecitare la necessità e l’urgenza di un cambiamento in tal senso che l’associazione Femminile Maschile Neutro, presieduta dalla giornalista Maria Tiziana Lemme e fondata insieme all’antropologa Amalia Signorelli, avvia i lavori del convegno “Donna”: animale, femmina dell’uomo. La definizione del sostantivo nei dizionari. La necessità del cambiamento che gode, tra l’altro, del sostegno di Banca d’Italia e Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna.

Il convegno, che si aprirà con il saluto della senatrice Liliana Segre, si terrà in uno dei luoghi istituzionali chiave della Capitale, la Sala Stampa dell’Associazione della Stampa Estera Estera in Italia. Un’opportunità unica per aprire un dialogo costruttivo per avviare quel cambiamento culturale urgente quanto necessario per contrastare stereotipi sessisti, che relegano il concetto di “donna” a fattrice o meretrice. Un’iniziativa che riunisce al tavolo numerose personalità di spicco del mondo della Cultura, della Politica, della Ricerca: Maria Tiziana Lemme (giornalista e presidente di Femminile Maschile Neutro), Pina Picierno (vice-presidente del Parlamento Europeo), Francesca Dragotto (professoressa associata presso il Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di Storia dell’arte dell’Università di Roma Tor Vergata), Annamaria Colao (professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Endocrinologia all’Università Federico II – tra le cento migliori personalità scientifiche al mondo), Pietro Vento (direttore Istituto Demopolis), Maria Carreras Goicoechea (ricercatrice di Lingua e traduzione – Lingua spagnola presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania), Valeria Fiore (responsabile Comunicazione e Social Media con delega alle Pari Opportunità, Parlamento Europeo in Italia), Monica Lucarelli (assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma). Con l’intervento di saluto di Patricia Mayorga, presidente AMMPE Italia, la partecipazione del Telefono Rosa rappresentata dalla dottoressa Valeria Messina, psicologa e Responsabile Centro Antiviolenza Paola Lattes, e alla presenza di Carlos Terceros (consigliere culturale Ambasciata di Spagna), il quale porterà al Patrimonio Nacional il ringraziamento di Femminile Maschile Neutro per la concessione dei diritti d’immagine del dipinto “Allegoria della Logica”, di Andrea Vaccaro, come icona per il progetto che l’associazione porta avanti.

“La lingua sostanzia e sintetizza la definizione del nostro pensiero e le modalità di trasmissione del nostro pensiero – spiega la Presidente Maria Tiziana Lemme – Definisce cose e persone, assegnando ruoli e posizioni. I dizionari raccolgono e sistematizzano questo sapere, che è insieme lingua e realtà, offrendolo alla comprensione delle società e di chi se ne avvale. Che cosa troverà la persona che va alla ricerca della definizione, per esempio, della parola donna? Una definizione che ci considera individui – un termine che si usa anche per gli animali – esclusivamente quando possiamo essere ingravidate. È inammissibile”. Si prendano a esempio le definizioni del dizionario Treccani, il primo per autorevolezza in Italia, definito tale da DILIT e citato ampiamente in molte trasmissioni della televisione pubblica come faro e riferimento della nostra conoscenza. Ebbene, in Treccani la definizione di “donna” è limitata all’aspetto procreativo, non possiede cervello né linguaggio, né capacità di pensare e di trasmettere informazioni, qualità specificate invece nella definizione di “uomo”. Non è citata alla voce “umanità” e “umano”, suoi sinonimi sono prostituta e donna di strada. La voce “ragazza” non è definita, rimanda alla definizione di “ragazzo” e suoi sinonimi sono insulti che spaziano da “cagna” a “vacca” e “zoccola”.

L’atto più fortemente discriminante e meno percepito come tale è, infatti, quello linguistico e a questo scopo, per rafforzare il concetto di urgenza, FMN ha commissionato un’indagine demoscopica all’Istituto Demopolis su “Le discriminazioni verbali e linguistiche in Italia. Percezioni, sensibilità e resistenze dell’opinione pubblica”. Gli obiettivi sono dunque chiari: la proposta di cambiamento della definizione del sostantivo “donna” e la cancellazione dei sinonimi dispregiativi in Treccani – cui si indirizzerà una lettera aperta, e la divulgazione dell’indagine curata da Demopolis. Non solo: sostenere l’approvazione della proposta di legge “Revisione del linguaggio in ambito giuridico e dei titoli funzionali per renderli rispettosi dell’identità di genere e non discriminatori” alla quale FMN ha lavorato con la Rete per la Parità. Durante i lavori sarà inoltre proiettato il video “Donna di Strada” realizzato da Controlzeta Lab – Animation Studio di Napoli – laboratorio creativo fondato nel 2012 da Luca Poce, Andreina Moriello, Andrea Accennato e Raffaele Miele -, quaranta intensi secondi per ribadire con forza il bisogno di restituire e riconoscere dignità e identità non solo alla “parola”, ma alla donna stessa.

A Roma il Pitigliani Kolno’a Festival – Ebraismo e Israele nel Cinema

A Roma il Pitigliani Kolno’a Festival – Ebraismo e Israele nel CinemaRoma, 18 giu. (askanews) – Torna dal 19 al 22 giugno 2023 a Roma, a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, il Pitigliani Kolno’a Festival – Ebraismo e Israele nel Cinema, giunto alla sedicesima edizione, dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico. Il festival si tiene in due location: dal 19 al 21 giugno alla Casa del Cinema mentre la serata finale, il 22 giugno, al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani. Prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani e diretto da Ariela Piattelli e Lirit Mash, il PKF2023 propone, come sempre, un variegato assaggio dell’ultima produzione israeliana. Con quattro film, tutti in anteprima italiana, il PKF2023 offre uno sguardo su aspetti diversi quanto importanti della società israeliana. Dalla convivenza alla memoria degli eventi della storia contemporanea d’Israele, alle difficoltà dei giovani emarginati. Quattro film che permettono allo spettatore di conoscere i temi che il cinema israeliano oggi affronta, dei diversi linguaggi scelti dai registi, che continuano a raccontare un Paese e la sua cultura anche con la leggerezza della commedia. Il festival apre il 19, alle 21.30 con Matchmaking di Erez Tadmor, un film che rappresenta, scegliendo il genere della commedia, un affresco sul mondo dei giovani ebrei ortodossi di Gerusalemme che cercano, con l’aiuto dei sensali, l’amore della vita: un film dove si incontrano e si scontrano mondi diversi in quello che è già un microcosmo e in cui anche un fidanzamento può diventare un affare di stato. Sarà presente il regista. La seconda serata, sarà dedicata alla regista di Savoy, Zohar Wagner, che saluterà il pubblico da Israele. La docu-fiction racconta la storia di Kochava Levy, una giovane donna di origine yemenita che ha fatto da mediatrice tra i terroristi e l’IDF mentre era tenuta in ostaggio a Tel Aviv durante la notte del micidiale attacco terroristico all’Hotel Savoy del 1975. Nel corso di una notte, si trasformò in un’eroina senza paura. Il film intreccia rari materiali d’archivio che non sono mai stati diffusi e scene di fiction rievocative della notte dell’attacco. Durante la terza serata verrà consegnato il premio alla carriera a Erez Tadmor. Seguirà la proiezione di Children of Nobody lungometraggio drammatico ispirato ad una storia vera. Vivendo ai margini della società israeliana, alcuni ragazzi problematici devono unirsi per salvare il rifugio per giovani a rischio che li ha tenuti lontani dalla strada. Per generazioni, la direttrice Margalit (Tiki Dayan) ha fornito un rifugio amorevole alle vittime dell’abbandono e della violenza in una casa malandata alla periferia di Tel Aviv. Tocca al braccio destro Jackie (Roy Assaf) tenere la casa lontana dagli immobiliaristi corrotti, placando anche i controlli di un assistente sociale per evitare la tragedia.Con l’amore severo del “fratello maggiore” Jackie, i ragazzi devono ora essere responsabili delle proprie vite e salvare il loro rifugio da un destino terribile. Il festival si chiuderà al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani con la proiezione di Paris Boutique di Marco Carmel. Una commedia degli errori e una storia di amicizia tra due donne in un momento critico della loro vita. Louise, un avvocato di religione ebraica, arriva da Parigi per concludere un importante affare immobiliare. Si affida a Neta, un’autista e astuta eroina di Mahane Yehuda, che intuisce subito l’opportunità economica e decide di restare al fianco di Louise ad ogni costo. Quando le due visitano la Città Vecchia, scoprono un legame segreto tra una donna ultraortodossa e un uomo di religione cristiana, che comunicano attraverso note nascoste nelle scanalature del Muro del Pianto. Nel tentativo di risolvere il mistero, Louise e Neta seguono l’enigmatica coppia attraverso gli stretti vicoli della città. EREZ TADMOR – PREMIO ALLA CARRIERA PKF2023 Nato in Israele nel 1974, Erez Tadmor è sceneggiatore, regista e produttore. Si è laureato alla “Camera Obscurs Film School” di Tel -Aviv. Il suo primo cortometraggio “Moosh” ha vinto premi in più di 40 festival in tutto il mondo inclusi Houston, Palm springs e molti altri. Tra i film che ha diretto e di cui ha curato anche la sceneggiatura ricordiamo Magic Men, A Matter of Size, The Art of Waiting e Homeport. Il PKF2023 è realizzato con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, con il contributo della Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione con il MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e l’Ambasciata di Israele in Italia.

Artisti in erba, campus estivo della Fondazione smART

Artisti in erba, campus estivo della Fondazione smARTRoma, 16 giu. (askanews) – Fondazione smART – polo per l’arte propone per l’estate 2023 una nuova edizione di Artisti in erba, il campus ludico-formativo rivolto ai bambini dai 6 agli 11 anni, pensato per sviluppare la loro creatività, sfruttando i molteplici linguaggi dell’arte.

Il campus si svolgerà dal 19 giugno al 28 luglio e sarà articolato nella forma di laboratori didattici tenuti ogni settimana da un artista diverso, con progetti inediti che spaziano dalle arti visive a quelle sonore: un’occasione per entrare in contatto e divertirsi con l’arte contemporanea. Al termine di ogni settimana verrà realizzata una mostra, performance o istallazione, per condividere con amici e famiglie le proprie creazioni. Il campus Artisti in erba, tra i vincitori del progetto “ESTATE IN CITTÀ”, è convenzionato con il Municipio Roma II e mette a disposizione 25 posti giornalieri (in forma convenzionata) compresi 3 posti pro die per bambini con disagio socio-economico segnalati dal Municipio, la cui partecipazione è gratuita. Il campus si svolgerà nella sede del Forte Antenne, sito architettonico all’interno di Villa Ada.

Art Basel Unlimited, quando la fiera diventa (anche) una Biennale

Art Basel Unlimited, quando la fiera diventa (anche) una BiennaleBasilea, 15 giu. (askanews) – Forse è banale ripeterlo ogni anno, ma la sezione Unlimited di Art Basel è uno di quei luoghi del sistema dell’arte dove i confini si fanno ancora più porosi, dove diventa difficile distinguere tra ricerca e mercato, tra la forza museale dei lavori e la loro possanza economica. È il luogo delle installazioni monumentali, dei grandi video, delle performance, ma è anche, pur nel contesto di una fiera di altissimo profilo, la sezione nella quale si potrebbe tranquillamente pensare di trovarsi in una grande biennale internazionale. Con la differenza che, comunque, anche queste opere poderose sono in vendita.

Curata da Giovanni Carmine, Art Basel Unlimited per il 2023 presenta alcuni lavori straordinari, come l’installazione video di Anne Imhof, “Jester”, nata dalle registrazioni di backstage per una performance portata nel 2021 al Palais de Tokyo di Parigi. Un percorso dentro il modo di pensare dell’artista tedesca, dentro il suo immaginario visivo e teatrale, in un panorama sotterraneo. Altro lavoro video rilevante e magnetico è “Doors” di Christian Marclay, film di 54 minuti del 2022 costruito con la stessa tecnica di “cut-up” cinematografico del leggendario “The Clock”, in questo caso dedicato alle scene in cui le porte si aprono e si chiudono, in un’atmosfera sospesa e narrativa che è la forza di questo tipo di lavori di Marclay.

Ma a segnare l’esperienza della visita all’enorme spazio della Hall 1 della Fiera di Basilea è anche l’opera di Adel Abdessemed che apre il percorso: il video di una nave in fiamme che a poco a poco dall’orizzonte si avvicina a noi, permettendoci di distinguere la figura dell’artista ritto sul ponte e apparentemente incurante delle fiamme. Un altro ragionamento sulle stragi nel Mediterraneo, un’altra prova della forza che l’arte sa assumere di fronte alle tematiche sociali e politiche, nonché dei contrasti che Art Basel sa raccontare: queste fiamme infatti bruciano proprio dentro il cuore del bel mondo dell’arte e dei suoi vip. L’elenco dei lavori di indiscusso valore museale potrebbe proseguire a lungo: c’è Bruce Nauman, con le mani e il corpo; c’è un monumentale Richard Long e, poco distante, una sorprendente scala di luce di Brigitte Kowanz o ancora un’installazione multicolore di Gerhard Richter. Ci sono i finti telegiornali di Stan Douglas e una curiosa performance ginnico-filosofica di Augustas Serapinas. Tutto sembra normale, è questo il bello, ma in fondo si tratta di una selezione di progetti che probabilmente non si possono vedere tutti insieme in nessun’altra parte del mondo.

(Leonardo Merlini)

”Ulisse, l’ultima Odissea” in anteprima al Teatro Greco di Siracusa

”Ulisse, l’ultima Odissea” in anteprima al Teatro Greco di SiracusaRoma, 15 giu. (askanews) – La storia di Odisseo raccontata attraverso un intenso dialogo tra teatro, musica e danza. Ulisse, l’ultima Odissea, lo spettacolo ideato e diretto da Giuliano Peparini debutterà al Teatro Greco di Siracusa, il 29 giugno, in anteprima mondiale. La creazione originale del regista, coreografo e direttore artistico noto in tutto il mondo chiuderà la 58. Stagione di rappresentazioni classiche prodotta dalla Fondazione INDA e resterà in scena a Siracusa fino al 2 luglio per poi essere presentata nei teatri italiani, da Pompei a Ostia antica e Milano.

La nuova produzione della Fondazione INDA è uno spettacolo moderno e contemporaneo che sarà ambientato in un aeroporto, “un luogo – come dice il regista Giuliano Peparini – da cui si parte ma anche un luogo che ci può bloccare” e vedrà in scena quasi 100 artisti. Sul palco la musica del gruppo canadese di ispirazione folk-rock Reuben and the Dark, la danza contemporanea e il teatro dialogano in modo fluido, restando al servizio del testo classico di Omero. Proiezioni e luci completano la visione poetica di questi quadri che faranno leva anche su costumi espressione di forti contrasti e contrapposizioni tra passione, trasgressione e amore per la patria. “L’Odissea è uno dei testi più emozionanti del nostro canone – sono le parole del regista -, è un testo che condensa tutti i sentimenti più intensi: l’attaccamento disperato alla vita, l’odio travolgente e l’amore incondizionato, la passione sfrenata e il freddo calcolo, la paura e il dolore della perdita, la nostalgia e la sete di conoscenza. Nel nostro spettacolo, faremo vivere e prorompere tutte queste emozioni, nelle voci degli interpreti e nei corpi dei nostri performers. Oltre ai viaggi lontani o fermi, scegliendo di trattare il tema di Ulisse questo spettacolo parla anche del nostro tempo, e di noi: mette in scena un uomo che si è perso e cerca di nuovo la strada di casa. Il libretto dell’opera è del grecista Francesco Morosi.

A interpretare Odisseo sarà Giuseppe Sartori che torna a Siracusa dopo il grande successo riscosso nelle ultime stagioni nel ruolo di Oreste e di Edipo. Nel cast Massimo Cimaglia (Aedo/Polifemo), Giulia Fiume (Calipso/Anima di Anticlea), Alessio Del Mastro (Anima di Tiresia/Lo spazzino), Giovanna Di Rauso (Circe), Gabrie-le Beddoni (Argo), Gianlorenzo De Donno (un viaggiatore), i performer Gabriele Baio, Michele Barile, Andrea Biagioni, Luca Capomaggi, Dennis Cardinali, Jhonmirco Baluyot Cruz, Mariaelena Del Prete, Gloria Ferrari, Gianmaria Giuliattini, Luca Gori, Giulio Hoxhallari, Raffaele Iorio, Claudio Lacarpia, Theo Legros-Lefeuvre, Christian Pace, Carlo Padulano, Andrea Raqa, Giuseppe Savino, Andrea Tenerini, Giuseppe Troise (compagni di Odisseo/viaggiatori bloccati), Dennis Carletta, Simone Cataldo, Tancredi Di Marco, Rosario Graceffa, Giu-seppe Orto, Gabriele Scatà (viaggiatori). Nello spettacolo sono coinvolti anche gi allievi dell’Accademia d’Arte del dramma antico. Le scene sono di Cristina Querzola e Lucia D’Angelo, i costumi di Valentina Davoli, le coreografie di Giuliano Peparini, le musiche della band Reuben and the Dark, light designer è Alessandro Caso, videomaker è Edmundo Angelelli, assistenti alla regia sono Tim Vranken e Gianluca Merolli, assistente coreografo è Francesco Sarracino, assistente costumista è Silvia Oliviero, ideazione e direzione dei cori cantati Simonetta Cartia, direzione del coro Elena Polic Greco, direttore di scena è Mattia Fontana, assistenti alla direzione di scena Dario Castro, Eleonora Sabatini, assistente alla drammaturgia Aurora Trovatello; coordinatori artistici sono Federica Panzeri e Christophe Allemann.

La 58a stagione di rappresentazioni classiche al Teatro Greco ha il sostegno di Unicredit banking partner, di Urban Vision come media partner, e di Aeroporti di Roma che la Fondazione INDA ringrazia, come ringrazia i molti mecenati, aziende e privati, che anche quest’anno con una donazione liberale nel quadro dell’Art bonus hanno voluto essere al suo fianco.

”I potenti al tempo di Giorgia”, nell’era del Post Berlusconi

”I potenti al tempo di Giorgia”, nell’era del Post BerlusconiRoma, 14 giu. (askanews) – Per la prima volta nella storia della Repubblica, a comandare in Italia è una donna. Giorgia Meloni ha fondato un partito, ha vinto le elezioni ed è decisa a imporre una nuova classe dirigente, anche a costo di scontentare alleati, colleghi di partito e pezzi di apparato burocratico e dei servizi segreti. Ma cosa sta succedendo realmente all’interno dei Palazzi del potere? Luigi Bisignani e Paolo Madron, nel libro “I Potenti al tempo di Giorgia Meloni” edito da Chiarelettere e presentato a Roma alla Coffe House di Palazzo Colonna, raccontano la lotta in corso per entrare nelle stanze dove si decidono le sorti del paese e per sedersi ai tavoli che contano davvero.

Una presentazione e una prima romana che, a proposito di potenti, cade proprio nei giorni di lutto per la scomparsa di Silvio Berlusconi. “Certamente un gigante – dice Luigi Bisignani – poi questo libro corre tutto attorno a Berlusconi e purtroppo noi ne avevamo anche colto le difficoltà in questo ultimo periodo e parlavamo anche della fine dell’era Berlusconi. Che significa un periodo straordinario per l’Italia dove Berlusconi ha rimesso l’Italia al centro della scena mondiale. Fa molto piacere in queste ore vedere il tributo d’affetto che c’è verso Berlusconi e anche molti che stanno facendo un piccolo esame di coscienza per quello che hanno fatto contro Berluscono. Io l’ho conosciuto bene quando aveva lui appena 40 anni, ero giovanissimo quando venne a Roma per diventare Cavaliere del lavoro, il suo entusiasmo, la sua simpatia, la sua empatia è qualcosa che mi porterò sempre nel cuore”.

E ne “I potenti al tempo di Giorgia” c’è dunque anche tanto Berlusconi. “Ne abbiamo parlato molto nel libro – sottolinea Paolo Madron – perchè tra i potenti al tempo di Giorgia il più potente era Berlusconi. Abbiamo scritto il libro quando lui era già malato raccontando comunque il tramonto di un’epoca politica. Perchè come dicono anche i suoi collaboratori è difficile immaginare una Forza Italia senza Berlusconi”.

Ma chi sono i potenti al tempo di Giorgia? “Le caratteristiche del potente al tempo di Giorgia Meloni sono ancora un pò troppa arroganza rispetto al suo cerchio magico mentre certamente lei ha una capacità straordinaria che ha dimostrato più all’estero che in Italia. Dove c’era tutta una letteratura che diceva che ci avrebbe fatto fare brutta figura invece, lei invece all’estero ha vinto e ha fatto vincere l’Italia mettendo i temi italiani, primo fra tutti l’immigrazione, al centro del dibattito europeo”, aggiunge Bisignano.

L’incontro di presentazione è stato promosso da Inrete, società di consulenza specializzata nelle Relazioni Istituzionali. “I fatti della vita ci hanno messo nella condizione di dover organizzare questo evento oggi, un giorno particolare in cui è scomparso quello che Bisignani ha definito in un suo articolo un gigante – afferma Simone Dattoli, fondatore e AD di Inrete. Cercheremo di rendere onore al presidente Berlusconi andando a raccontare quella che è stata la sua figura all’interno dell’attualità che viene trattata dal libro, e il primo capitolo del libro si intitola l’epoca del post Berlusconi. Questo per noi è trattare temi di attualità, ed è quello che la nostra agenzia, Inrete, cerca di fare quotidianamente”.