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Oggi a Roma presentato il nuovo libro-inchiesta di Luciano Tirinnanzi

Oggi a Roma presentato il nuovo libro-inchiesta di Luciano TirinnanziRoma, 15 feb. (askanews) – Verrà presentato a Roma oggi, mercoledì 15 febbraio, il nuovo libro-inchiesta che pone l’attenzione sul tema dei diritti civili agli occhi della Chiesa Cattolica: “LASCIATE CHE I GAY (non) VENGANO A ME” (Paesi Edizioni), a firma del giornalista ed editore Luciano Tirinnanzi. Tra gli ospiti che interverranno allo Spazio5 di Via Crescenzio n. 99, mercoledì 15 febbraio alle ore 18:30, oltre all’autore Luciano Tirinnanzi ci saranno: Francesco Lepore, ex sacerdote in servizio al Vaticano e oggi giornalista de Linkiesta al centro del dibattito con la sua storia che viene anche raccontata nel libro di Tirinnanzi, Imma Battaglia, attivista LGBTQ+, Rachele Giuliano, Presidente Arcigay Roma, e Andrea Rubera, Portavoce dell’Associazione “Cammini di Speranza”, che rappresenta e le Comunità LGBT Cattoliche in Italia.
Un’indagine giornalistica unica nel suo genere, equilibrata e distaccata, ma che ha il pregio di squarciare il velo di omertà e ipocrisia sul tema dell’omosessualità nella Chiesa. E introduce l’ipotesi di una breccia nella dottrina cattolica da parte di Papa Francesco, le cui riforme sono però sempre più osteggiate da una fronda di «conservatori» che vorrebbero vederlo rinunciare al Soglio di Pietro, specie dopo la scomparsa di Joseph Ratzinger e i crescenti dissidi interni alla Curia Romana.
Il libro del giornalista di Panorama, al suo quinto lavoro da saggista, approfondisce la spinosa questione anche alla luce della fine del «regno dei due papi», del caso editoriale del libro di Padre Georg Gaenswein, della riapertura da parte del Vaticano del caso Emanuela Orlandi, della nota del Vaticano sul ddl Zan (la legge contro l’istigazione all’omofobia affossata dal Parlamento) e del sinodo tedesco, che chiede la benedizione dei matrimoni omosessuali e la possibilità per i gay di prendere i voti.
Tirinnanzi riflette intorno al ruolo spesso anche contraddittorio del Pontefice – tra apertura all’accoglienza e l’esigenza di non modificare la dottrina – e perché oggi non si capisca più quale sia la reale posizione del Papa e della Santa Sede. Le molte testimonianze riassunte nel testo, ne fanno un’inchiesta attuale e davvero esaustiva sull’argomento.
Il volume è edito da Paesi Edizioni, casa editrice specializzata in scenari internazionali, e fa parte della collana Montesquieu, espressamente dedicata all’attualità.

Brand Activism Culturale, un movimento per diffondere letteratura

Brand Activism Culturale, un movimento per diffondere letteraturaMilano, 15 feb. (askanews) – “Ogni progetto nasce da un buon libro”: questa la premessa da cui prende il via il Brand Activism Culturale, un movimento di attivismo fondato dall’imprenditore Cristina Toffolo De Piante, CEO e Founder di De Piante Editore. L’obiettivo è creare e supportare iniziative per diffondere letteratura.
Il progetto si rivolge a imprenditori, associazioni e cooperative sociali che possono diventare promotori di esperienze volte a divulgare attivamente i classici letterari. Nasce così una nuova forma di marketing umanistico, dove la cultura diventa valore aziendale.
“Esperienza, sorpresa e lettura: queste le tre parole chiave del progetto – spiega Cristina Toffolo De Piante – Desideriamo riavvicinare alla letteratura e all’arte chi se ne è allontanato o non vi si è mai avvicinato, con semplicità e in maniera diretta, attraverso il coinvolgimento delle aziende, grazie a canali innovativi ed eventi inaspettati. L’obiettivo è avvicinare alla lettura dei classici e all’arte, nella tipologia di brevi racconti da riscoprire”.
Uno libro dal formato agile, simile allo smartphone nelle dimensioni ed evocante nella grafica Instagram, che unisce letteratura e arte contemporanea grazie alla presenza di una copertina di pregio realizzata da un artista riconosciuto a livello internazionale. I BOOKè sono edizioni accattivanti di racconti dei grandi scrittori classici (come per esempio Balzac, Kafka, Stein, Dumas, Tolstoj…).
Alla costruzione di ogni BOOKè partecipano diversi attori, ciascuno investito di un ruolo preciso. I primi ad avviare il processo creativo sono gli scopritori, coloro che s’incaricano di reperire il testo, che deve avere tre requisiti fondamentali: la paternità di un grande autore della letteratura classica, la brevità (massimo 100 pagine) e il genere vario (terrore, amore, avventura, noir).
Segue una fase di lavoro di coppia gestita dai trascrittori, due soggetti volontari, uniti tra loro da legami di diversa natura affettiva o relazionale (per esempio una mamma e una figlia, due detenuti, due amiche, un insegnante e un allievo) che rivivono insieme l’abitudine della lettura ad alta voce, dividendosi i compiti di lettura e trascrizione.
Danno un contributo alla trascrizione dell’opera anche gli introduttori, giovani scrittori proposti da De Piante, che si occupano di creare una prefazione al testo che orienti il lettore, ricercando curiosità o dettagli meno noti relativi alla vita dell’autore e dell’artista scelti per testo e copertina. Ulteriori soggetti coinvolti sono gli artisti selezionati sempre da De Piante Editore. Sono coloro che progettano la grafica della copertina ispirandosi a una propria lettura emozionale del testo.
L’imprenditore, che sposa il progetto e si impegna a sottoscrivere il manifesto del Brand Activism Culturale De Piante, innesca la diffusione della cultura, distribuendo gratuitamente i BOOKè tra i suoi dipendenti, clienti, fornitori e consulenti; può finanziare contesti originali di divulgazione; come una cena/celebrazione aziendale o utilizzarli come un oggetto di promozione per fiere e convegni; l’azienda ha in mano un vero e proprio strumento personalizzato per fare attività di branding non convenzionale. Prende così vita un circolo virtuoso in cui sono i libri a cercare i lettori.
“De Piante vuole considerarsi un facilitatore per tutti quegli imprenditori che considerano i programmi culturali parte della formazione dei propri dipendenti. – continua Cristina Toffolo De Piante – Essere Brand Activist Culturali vuol dire avvicinarsi attivamente alle persone tramite nuovi punti di contatto e nuovi modi di vivere l’esperienza culturale, partendo dalla condivisione di un libro che veicola contenuti e stimola pensieri. La diffusione della cultura diventa così valore d’impresa”.

Un viaggio di 5000 anni con “La storia della ricchezza” di Sgroi

Un viaggio di 5000 anni con “La storia della ricchezza” di SgroiRoma, 15 feb. (askanews) – Cos’è la ricchezza? Cosa ha a che fare con la ricerca della felicità e la conquista delle libertà politiche? Perché alcune società hanno raggiunto l’età dell’abbondanza e altre no? E come possiamo ragionevolmente aspettarci che la ricchezza cambi il mondo? Sono alcune delle domande che si pone “La Storia delle ricchezza, l’avvento dell’Homo habens e la scoperta dell’abbondanza”, l’ultimo volume della collana Economica che Diarkos ha inserito nel suo catalogo per offrire punti di vista originali su tematiche che rivestono grande interesse sociale, con il duplice obiettivo di offrire letture piacevoli, divulgative, e al tempo stesso scientificamente rigorose. L’autore, Maurizio Sgroi, è uno scrittore e giornalista che da oltre trent’anni si occupa di questioni economiche e ormai da un decennio anima la comunità che si raccoglie attorno a TheWalkingDebt, un blog dedicato all’analisi del debito. Quindi la persona più adatta per raccontare la storia delle ricchezza, ossia della controparte naturale del debito, che è il credito.
Il libro inizia il suo racconto dalle civiltà sumeriche e conduce il lettore attraverso un viaggio avventuroso che gli fa attraversare l’antichità, fino alla caduta di Roma, e da lì grazie alla cultura che si sviluppa nell’età medievale, lo fa approdare alla modernità, quando l’Europa occidentale conobbe il suo straordinario progresso che la condusse nello spazio di pochi secoli a diventare la potenza egemone del mondo. Quindi si parla della straordinaria epopea del XIX secolo, che non fu solo economica ma squisitamente gnoseologica, fino alla grande crisi che condusse alla doppia guerra globale – la seconda guerra dei trent’anni dell’Europa – dalle cui macerie sorse quella che l’autore chiama la terza rivoluzione borghese, quella che nel XX secolo introdusse ampie fasce della popolazione occidentale nell’età dell’abbondanza, che è stata anche quella dello straordinario progresso dei diritti. Due facce della stessa medaglia.
La ricchezza, scrive l’autore, è ciò che ha consentito alle società che l’hanno conquistata, al prezzo di una rivoluzione permanente, di passare dal governo di pochi al governo di molti, proprio perché queste società hanno imparato a governare usando la ricchezza, a differenza di quanto accade nelle società tiranniche, che dominano invece le proprie popolazioni riservando la ricchezza a pochi e lasciando in miseria la maggioranza. Il libro è scritto per essere letto da tutti, quindi rinuncia ad ogni forma di linguaggio specialistico, senza per questo abbandonare il rigore. Si legge come un romanzo, ma è una storia vera.
Maurizio Sgroi è un poligrafo, ha lavorato nei giornali, sviluppato progetti editoriali e di comunicazione, scritto libri. Ha fondato e gestisce il sito TheWalkingDebt.org, punto di riferimento per appassionati di storie socio-economiche, con uno stile che predilige la narrazione, la divulgazione e il rigore informativo. Ha scritto, fra gli altri, per Econopoly del “Sole 24 ore”, “il Foglio”, “Aspenia”, Aspenia On line e Linkiesta.

La plastica diventa arte, a Roma la mostra “Syns_Un mare da sogno”

La plastica diventa arte, a Roma la mostra “Syns_Un mare da sogno”Roma, 14 feb. (askanews) – La plastica diventa arte nella mostra personale di Serafino Rudari “Syns_Un mare da sogno” che si aprirà mercoledì 22 febbraio (vernissage h 18:30-21:00) alla Galleria SpazioCima di Roma, curata e organizzata da Roberta Cima. Sarà visitabile, a ingresso libero, sino al 23 aprile. L’esposizione nasce da un progetto di Serafino Rudari e comprende 15 opere su tela, realizzate a collage composito con plastica, carta e cartoncino; 100 pesci e 100 tartarughe, “nate” da altrettante bottiglie di plastica; un’installazione sospesa di altri 15 pesci. La plastica presente nelle opere è stata tutta recuperata dalle acque del mare.
Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, deturpando paesaggi e uccidendo le sue creature. La plastica, che altrimenti avrebbe soffocato il mare, prende la forma di pesci e tartarughe attraverso un lavoro neoplastico, molto pop. Le opere esposte si propongono di dare senso e valore alla plastica, nello specifico alle bottiglie. Oggetti che per loro natura non nascono belli, ma possono diventarlo: un impegno che per l’artista diventa una sfida, quella di dare vita ai mortali rifiuti, rendendoli opere d’arte, sinonimo di leggerezza e vitalità. “Le opere sono tutte realizzate partendo dalla trasformazione di una o più bottiglie di plastica – ha spiegato l’artista Serafino Rudari – dalla bottiglia “nascono” pesci e tartarughe che prendono vita e nuotano in un grande e immaginario mare fatto di luce e colore. Grazie all’arte, il mare diventa “da sogno”: un luogo fantastico dove gli esseri marini possono nuovamente vivere in libertà”.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, il presidente di Ambiente Mare Italia, Alessandro Botti, parlerà del problema della plastica con un invito alle buone pratiche per uno stile di vita sempre più sostenibile. L’iniziativa di collaborazione tra SpazioCima e Ambiente Mare Italia è coerente con un maggior impegno per un futuro migliore e per la tutela delle generazioni che verranno.

Aste Bolaffi e i fumetti: una monumentale collezione di Topolino

Aste Bolaffi e i fumetti: una monumentale collezione di TopolinoMilano, 13 feb. (askanews) – Appuntamento con la terza asta di fumetti organizzata da Aste Bolaffi, in programma giovedì 23 febbraio alle ore 15 in modalità internet live (astebolaffi.it). In catalogo 243 lotti tra cui spiccano una collezione completa del piccolo Ranger – incluso il numero 32, vera e propria chicca per collezionisti (lotto 156, base d’asta 300 euro) – e una monumentale collezione completa di Topolino, dagli albori del Topolino giornale fino al numero 2000, tra cui il primo numero dell’aprile 1949 (lotto 66, base 300 euro) ed esemplari pari al nuovo corredati dei gadget allegati all’epoca, come il numero 500 completo della farfalla (lotto 104, base 50 euro), e il numero 578 con la lettera che annuncia la morte di Walt Disney (lotto 110, base 50 euro).
Arricchiscono il catalogo numerosi lotti divertenti e curiosi, tra cui il raro amuleto scacciaguai allegato al Corriere della paura del 1974 (lotto 37, base 100 euro), una cartolina autografa di Charles Schulz con disegno di Snoopy a pennarello (lotto 220, base 250 euro) e il disegno di Guido Crepax “Il sorpasso” firmato e datato 1992 (lotto 225, base 800 euro). Da segnalare, infine, una raccolta completa di Diabolik che include il primo numero “Il re del terrore” in seconda ristampa Sodip 1964 con barzelletta (lotto 178, base 100 euro).

Libri, l’8 marzo e la fatica delle artiste italiane di Paola Ugolini

Libri, l’8 marzo e la fatica delle artiste italiane di Paola UgoliniRoma, 13 feb. (askanews) – E’ una storia dell’arte lontana dalla retorica e, nello stesso tempo, molto efficace nel rendere immediato il percorso difficilissimo compiuto dalle artiste italiane che dal dopoguerra ad oggi hanno sfidato l’impronta patriarcale del settore della cultura. Il percorso conoscitivo elaborato da Paola Ugolini è un alfabeto atroce e privilegiato che conferma quanto sia stato difficoltoso fare affiorare l’impronta femminile, combattendo stereotipi e una forte cultura di stampo maschilista. E’ ovviamente una Storia dell’Arte differente che ribalta il solito punto di vista dell’osservazione storica.
Già dal titolo del libro – Artiste e femminismo in Italia, per una rilettura non egemone della Storia dell’arte (edito da Christian Marinotti Edizioni) – si capisce la forza con la quale è stato pensato il filo conduttore che parte dalla veneziana Bice Lazzari, classe 1900, sperimentatrice di nuove tecniche che, giovanissima e senza gabbie mentali, la quale agli inizi del secolo sovvertiva gli schemi scrivendo: “Qualche volta gli elementi si raggruppano come suoni ripetuti per creare un centro focale che puo’ andare libero oltre al limite dello spazio a mia disposizione, e creare quindi una immagine non bloccata. La libertà di agire sulla tela è sempre la più importante esigenza che io mi conosca”.
Dalla Lazzari il percorso si snoda fino ad arrivare al periodo post-Covid, offrendo spazio a Silvia Giambrone, geniale giovane artista siciliana ma romana di adozione. Di lei viene ricordata, in particolare, un’opera del 2019 intitolata Il Danno che chiama in causa il corpo femminile. Si tratta di un mezzo busto femminile senza testa con una guaina elasticizzata post parto che non riesce più a contenere un corpo ormai sformato. “Questo lavoro riflette sulla profonda frattura fra donna reale e la proiezione capitalista e patriarcale della donna ideale, una contraddizione quotidiana che appare piuttosto manifesta in Italia, un fattore in larga misura ancora veicolato dall’egemonia mediatica”.
Il libro di Ugolini termina con una vetrina sul pensiero teorico di Benni Bosetto, promettente artista milanese decisa a superare ogni limite biologico tra uomo e donna per aspirare a una visione quasi spirituale dell’umanità. Il secolo delle arti al femminile è una indagine a largo spettro che fa affiorare la potenza creativa delle artiste normalmente oscurate dall’egemonia di una impronta maschile sul settore. “E’ l’indagine di una creatività osservata da un punto di vista non egemone volta ad aprire canali che, insieme alle mostre nelle gallerie e nei musei possa continuare a trasmettere e attualizzare le voci di chi per secoli non ha trovato ascolto”, scrive Ugolini.
La lista delle artiste è lunga e interessante. C’è la torinese Carol Rama che, negli anni venti, con la sua vita fuori dagli schemi ha agito in prima persona alla liberazione dai codici comportamentali imposti dalla cultura patriarcale. All’epoca il cliché della donna modello era quello di angelo del focolare e non di certo l’arte astratta e l’erotismo. Sempre a Roma, negli anni Sessanta e Settanta, opera l’artista americana Suzanne Santoro, autrice di una ricerca radicale sulla rappresentazione dell’organo sessuale femminile nella tradizione delle arti visive; anche in questo caso, la sua militanza sia in Rivolta Femminile che nella Cooperativa del Beato Angelico risulta imprescindibile per i rapporti tra arti figurative e femminismo.
A Torino troveremo invece Marisa Merz, unica donna all’interno di un gruppo “muscolare” quale quello degli artisti poveristi; il suo lavoro, apparentemente delicato, si fonde con l’esperienza della vita, con la maternità vissuta anche come momento di crisi e con l’ambiente domestico che diventa luogo di creatività e di resistenza all’omologazione. A Milano e a Roma troveremo rispettivamente Laura Grisi e Marinella Pirelli che, grazie all’uso della cinepresa, figurano tra le pioniere italiane delle sperimentazioni visive. La rosa si amplia con altri nomi altrettanto rivoluzionari: Lucia Marcucci, Ketty La Rocca, Tomaso Binga e Greta Sho¨edl, le cui perfor- mance e poesie verbo-visive si fanno militanti, destrutturano il linguag- gio e la sua rappresentazione fino a trasformarlo in strumento di lotta. Non mancano ovviamente Marina Abramovic e Ulay, una coppia fuori dagli schemi che ha trasformato la loro relazione privata in opera d’arte, dalla prima performance in Italia durante la Biennale di Venezia del 1976 alla fine del loro rapporto umano e professionale sulla Grande Muraglia Cinese nel 2017.
In Austria, Renate Bertlmann impiega l’erotismo come strumento di lotta e di empowerment a partire dalla scandalosa performance Deflorazione in quattordici stazioni presentata alla Settimana della performance di Bologna nel 1977. A Bergamo c’è Mariella Bettineschi, che dai primi anni Ottanta sperimenta una serie di linguaggi artistici anche molto diversi tra loro spaziando da opere tridimensionali al ricamo fino alla fotografia; è proprio attraverso il mezzo fotografico che, a partire dal 2008, inaugura la serie dell’Era Successiva, un work in progress sulle icone femminili della Storia dell’arte dallo sguardo raddoppiato. Negli Stati Uniti, a Providence, nella sede della Rhode Island School of Design, fiorisce l’opera della giovane e talentuosa Francesca Wood- man che nel 1977 arriva a Roma dove realizza una serie di scatti fonda- mentali per lo sviluppo della sua ricerca sull’autorappresentazione. Nella Roma la Giambrone attraverso l’uso di diversi medium compie un lavoro di scavo all’interno dei rapporti di coppia toccando la violenza di genere e l’assuefazione che porta gli esseri umani ad accettarla. Sempre a Roma viene inclusa l’artista globe-trotter Marinella Senatore, che dal 2012 ad oggi, con la sua School of Narrative Dance, ha coinvolto circa sei milioni di persone nelle sue spettacolari parate. A Palermo, invece, opera Claire Fontaine, all’anagrafe Fulvia Carnevale e James Thornhill, duo sia nella vita che nelle pratiche artistiche che attraverso l’ironia, hanno trasformato l’arte concettuale in militanza. Infine ci sono Romina de Novellis, antropologa e performer e Elena Mazzi, artista visiva e ricercatrice entrambe attive nel percorso innovativo dell’eco-femminismo.

Al via il bando per partecipare al Moscerine Film Festival 2023

Al via il bando per partecipare al Moscerine Film Festival 2023Roma, 13 feb. (askanews) – Il mestiere del cinema nelle mani dei bambini. È al via il bando per partecipare alla seconda edizione del Moscerine Film Festival che si terrà dal 4 al 7 maggio al Nuovo Cinema Aquila a Roma.
Un’occasione unica per tutti gli under 12 di sperimentarsi con la Settima arte, diventando registi. Le opere dovranno essere consegnate entro e non oltre il 27 aprile e la partecipazione è completamente gratuita. Le sezioni del concorso quest’anno saranno tre: la “competitiva under 12” in cui possono partecipare tutti i bambini fino ai 12 anni, con un corto a tema libero, lungo massimo 20 minuti, il “focus scuole” è la sezione dedicata ai progetti video realizzati all’interno degli istituti scolastici (lunghezza max 20 minuti), la sezione “young creator” in cui i bambini possono partecipare con un video girato in verticale, con una durata massima di 90 secondi, secondo il linguaggio di Tik Tok.
Il Festival però non finisce qui: nel corso della kermesse si terranno anche dei laboratori di educazione all’immagine per bambini dagli 8 ai 12 anni e due matinée dedicate ai piccolissimi da zero a 3 anni intitolate “Cinema in culla”. La conduzione del Festival sarà in mano a due giovanissime presentatrici mentre la madrina della manifestazione, come lo scorso anno, è l’attrice Margot Sikabonyi.
Il Moscerine Film Festival non è solo “cinema per bambini” ma sceglie di portare attenzione alle tematiche legate all’inclusività. Lo fa anche quest’anno ospitando associazioni e festival che da tempo si battono per i diritti. Quest’anno, accanto alla giuria tradizionale composta da personaggi del mondo dello spettacolo, ce ne sarà anche una d’eccezione costituita dai pazienti degli ospedali pediatrici italiani, tra cui il Bambin Gesù di Roma, che attraverso la piattaforma “Cinema in ospedale” premieranno il cortometraggio più meritevole.
Per iscriversi https://filmfreeway.com/MoscerineFilmFestival.

I 70 anni del Museo della Scienza: dinamismo e festeggiamenti

I 70 anni del Museo della Scienza: dinamismo e festeggiamentiMilano, 13 feb. (askanews) – Il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano festeggia i suoi 70 anni nel 2023. Primo e più antico tra i musei scientifici italiani ospita progetti di Leonardo Da Vinci, a cui è anche intitolato, così come razzi spaziali; il sommergibile Toti e laboratori per bambini che esplorano il sistema solare con la realtà virtuale.
“Cercare i dare comprensione di quello che sta accadendo in modo sempre più repentino è la nostra vita quotidiana, e quindi invecchiare è praticamente impossibile”. Il direttore del museo, Fiorenzo Galli, in un certo senso, ha sintetizzato così i decenni che sono passati e poi ha gettato uno sguardo sui prossimi anni. “Lo scenario – ha aggiunto il direttore – è di rimanere agganciati nei modi migliori possibili a quello che è il progredire dell’umanità. Mi piace pensare che intorno a quelli che sono gli oggetti più belli e più prestigiosi non ci sia solo la storia scientifica e tecnica di questi, ma ci sia intorno una storia umana forte, penso per esempio al frammento di storia lunare, che porta in sé il coraggio di quelli che sono andati là a fare questo viaggio così straordinario e dei prossimi che andranno e che noi seguiremo con attenzione”.
Altre storie di questo tipo riguardano, per esempio, la Tenda Rossa di Umberto Nobile o il telescopio di Schiapparelli: il tutto all’insegna di una costante ricerca della relazione tra la scienza e la cultura, per un ritratto dell’umano a tutto tondo. E per festeggiare l’anniversario il Museo della Scienza e della Tecnologia apre le proprie porte per una grande festa il 15 febbraio.
“Il museo non invecchia – ci ha detto Barbara Soresina, direttore di produzione e promozione – e quindi abbiamo pensato che festeggiare con un super compleanno fosse la cosa giusta. Per questo apriremo le porte gratuitamente a chi vorrà partecipare, il museo si animerà di tantissime attività, con le esposizioni e i laboratori interattivi aperti, e poi performance un po’ ovunque”.
In programma per i festeggiamenti spettacoli teatrali, dj set e concerti, tutti all’interno dello spazio, fisico, ma anche mentale, di un museo che crede fortemente nell’idea di dinamismo.

Restaurata a Milano la celebre “tenda rossa” di Umberto Nobile

Restaurata a Milano la celebre “tenda rossa” di Umberto NobileMilano, 9 feb. (askanews) – La famosa “tenda rossa” di Umberto Nobile usata come rifugio dopo l’incidente al Polo Nord del dirigibile Italia nel 1928 è di nuovo a disposizione del pubblico dopo un accurato restauro durato 15 anni, a cura del Museo della Scienza e della tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano.
“C’è un importante valore identitario di quest’oggetto – ha spiegato il direttore, Fiorenzo Galli – che non è solo legato ala storia internazionale del mondo della ricerca scientifica in cui il nostro Paese è stato così forte e così importante, ma anche un valore simbolico per l’aspetto umanistico della storia e della ricerca scientifica che si associa spesso alla capacità di scegliersi delle frontiere da raggiungere anche con azioni di coraggio che portano oltre le normali azioni del quotidiano”.
Il 25 maggio del 1928, durante il terzo volo, sulla via del ritorno dopo aver raggiunto il Polo Nord, il dirigibile Italia, ai comandi di Umberto Nobile, Generale dell’Aeronautica Militare – che proprio nel 2023 celebra i 100 anni dalla sua fondazione come Forza Armata autonoma – impattò il ghiaccio spaccandosi in due tronconi. Una parte, con a bordo 6 uomini, si risollevò e volò via senza essere più ritrovata. Sul ghiaccio, tra i relitti, rimasero 10 uomini, tra cui lo stesso Nobile; uno di essi morì poco dopo, gli altri 9 sopravvissero per 48 giorni fino all’arrivo dei soccorsi, proprio in questa tenda.
“Questa tenda – ha detto Marco Iezzi, curatore del dipartimento Trasporti del Museo – deve il suo nome ‘tenda rossa’ nonostante il suo aspetto che è totalmente bianco, a una tecnica dell’Aeronautica del tempo. Dall’aeronave si lasciavano cadere delle ampolle di anilina colorata per stabilire l’altitudine calcolando il tempo di caduta. Alcune ampolle sopravvissero allo schianto e i sopravvissuti decisero di spruzzarla sulla tenda per renderla più visibile. In effetti la tenda bianca sul ghiaccio sarebbe stata praticamente introvabile”.
Alcune di quelle macchie si vedono ancora oggi.
La tenda è stata data in comodato dal Comune di Milano al Museo della Scienza che ne ha curato il restauro, co-finanziato dalla regione Lombardia. Una complessa opera conservativa che ha interessato sia l’involucro interno sia la parte esterna, molto rovinata dal tempo e già interessata da precedenti restauri, coordinata dalla restauratice di tessuti Cinzia Oliva.
“È stata una sfida fin dall’inizio – ha precisato – per lo stato di conservazione, le dimensioni e la tridimensionalità del manufatto, per il fatto che non avevamo nessun tipo di confronto in letteratura”.
Per preservarne l’integrità, la tenda, di forma piramidale a base quadrata, è stata montata su una struttura in alluminio conservata in un apposito container ed esposta al pubblico dal 15 febbraio 2023, in occasione dei 70 anni del Museo “Da Vinci”.

Andrea Mastrovito, un libro racconta le possibilità del disegno

Andrea Mastrovito, un libro racconta le possibilità del disegnoBologna, 9 feb. (askanews) – Un libro per ripercorrere otto anni di lavoro di Andrea Mastrovito, uno degli artisti italiani più interessanti nella generazione dei quarantenni, sul tema del disegno, una delle manifestazioni più significative della sua pratica. Il volume “To Draw is to Know” è stato presentato dall’editore Magonza ad Arte Fiera a Bologna e lì abbiamo incontrato l’artista bergamasco.
“Dal 2014 – ha detto Mastrovito ad askanews – con una serie di mostre, in GAMeC, all’estero, in Svizzera, anche con un intervento molto particolare in Polonia, avevo cominciato veramente a focalizzarmi molto sul disegno. In questi otto anni ho cercato di portarlo in più posti possibile, non solo a livello di mostre, ma disegnando su qualsiasi superficie, con qualsiasi cosa, in qualsiasi situazione e con qualsiasi tipo di persona”.
Dai frottages alle vetrate, dalle conversazioni agli intarsi e alle lavagne, fino ai grandi ritratti realizzati disegnando sopra dei righelli colorati, Mastrovito ha mostrato quante possano essere le possibilità del disegno contemporaneo, e quanto viva sia la sua energia. Ma non si tratta solo di una abilità manuale.
“Spesso – ha aggiunto l’artista – si disegna a mano, si disegna liberamente. Ma molto del mio lavoro passa anche attraverso l’utilizzo della macchina, del taglio laser con l’intarsio, e anche nei film che ho fatto c’è moltissimo lavoro a mano, ma anche tantissima tecnologia. Quindi c’è una parte mia, ma anche una parte esterna che cerco sempre di piegare e forzare alla semplicità del disegno”.
Mastrovito è anche uno dei fondatori di The Drawing Hall a Bergamo, spazio espositivo che sta raccogliendo grande successo e interesse e che ha ospitato, tra le altre, anche una preziosa esposizione sui disegni di Gian Maria Tosatti.