Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Landini verso lo sciopero generale

Landini verso lo sciopero generaleRoma, 19 ott. (askanews) – “La mobilitazione di oggi è l’inizio di una serie di mobilitazioni”. Si arriverà allo sciopero generale? “Penso assolutamente di sì. Noi come Cgil abbiamo già ricevuto questo mandato al nostro interno. Io lo sto proponendo anche altre organizzazioni sindacali”. Lo ha affermato il segrwtario generale della Cgil, Maurizio Landini, interpellato alla manifestazione del pubblico impiego organizzata insieme alla Uil. “Le mosse che il governo sta facendo sono inaccettabili – ha aggiunto -, non solo quelle della manovra, pensiamo anche al collegato lavoro che aumenta la precarietà, al decreto sicurezza dove viene addirittura messo in discussione il diritto di manfestare, penso alle politiche economiche e sociali di questo governo che sono sbagliate”.

Landini, verso sciopero generale? Penso assolutamente di sì

Landini, verso sciopero generale? Penso assolutamente di sìRoma, 19 ott. (askanews) – “La mobilitazione di oggi è l’inizio di una serie di mobilitazioni”. Si arriverà allo sciopero generale? “Penso assolutamente di sì. Noi come Cgil abbiamo già ricevuto questo mandato al nostro interno. Io lo sto proponendo anche altre organizzazioni sindacali”. Lo ha affermato il segrwtario generale della Cgil, Maurizio Landini, interpellato alla manifestazione del pubblico impiego organizzata insieme alla Uil.


“Le mosse che il governo sta facendo sono inaccettabili – ha aggiunto -, non solo quelle della manovra, pensiamo anche al collegato lavoro che aumentna la prevcarietà, al decreto sicurezza dove viene addirittura messo in discussione il diritto di manfestare, penso alle politiche economiche e sociali di questo governo che sono sbagliate”.

Fisco, bozza dl: ravvedimento anche per chi ha sospeso Isa con Covid

Fisco, bozza dl: ravvedimento anche per chi ha sospeso Isa con CovidRoma, 19 ott. (askanews) – Possono adottare il regime di ravvedimento speciale (previsto per chi aderisce al concordato biennale) anche i contribuenti che, negli anni di imposta 2020 o 2021, hanno dichiarato la presenza di una causa di esclusione dalla applicazione degli ISA (indici di affidabilità), legata alla pandemia da COVID-19. Lo chiarisce la bozza del decreto fiscale, approvato dal Consiglio dei ministri insieme alla manovra.


Il problema era stato posto al Senato, durante l’esame del decreto omnibus in cui è stata inserita la norma sulla speciale sanatoria fiscale per gli anni pregressi legata all’adesione al concordato per il 2024 e il 2025. La base di calcolo l’applicazione delle imposte sostitutive che consentono ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il fisco è costituita, appunto, dagli indici Isa che durante il Covid, il diversi casi, sono stati sospesi. Da qui il ‘vuoto normativo’, come lo aveva definito il presidente della Commissione finanze, Massimo Garavaglia. Ora la bozza del decreto colma questo vuoto. La norma prevede che per il ravvedimento l’incremento della base imponibile è determinato applicando al reddito annuale la percentuale del 25 per cento. L’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali è determinata applicando all’incremento l’aliquota del 12,5 per cento.


Per quanto riguarda l’Irap, l’incremento della base imponibile è determinato applicando al valore della produzione netta annuale la percentuale del 25 per cento. L’imposta sostitutiva dell’imposta regionale sulle attività produttive è determinata applicando all’incremento di cui al periodo precedente l’aliquota del 3,9 per cento. Le imposte sostitutive delle imposte sui redditi e delle relative addizionali e dell’imposta regionale sulle attività produttive, determinate con le modalità di cui ai periodi precedenti, sono diminuite del 30 per cento.

Buchmesse, Cipolletta: gli autori italiani sempre più tradotti

Buchmesse, Cipolletta: gli autori italiani sempre più tradottiFrancoforte, 19 ott. (askanews) – “Dato l’interesse che sta accogliendo a livello internazionale gli autori italiani, noi contiamo di avere un incremento abbastanza sensibile delle traduzioni. Le lingue che sono più interessate all’Italia sono quelle dell’Europa continentale, la Germania, la Francia, la Spagna, con tutte le sue derivate nel mondo. Il mondo anglosassone è più ostico per tutti quanti i Paesi di non lingua inglese. Però stiamo avanzando anche lì e pensiamo di fare delle operazioni proprio per far crescere la nostra presenza dappertutto”. Lo ha detto ad askanews il presidente dell’Associazione italiana degli Editori, Innocenzo Cipolletta, durante la Buchmesse di Francoforte.


“Teniamo conto – ha aggiunto il presidente AIE – che l’Italia ha fatto dei passi da gigante nel campo delle traduzioni vendute all’estero. Noi all’inizio di questo secolo vendevamo sui 2mila titoli l’anno, siamo arrivati quasi a 8mila e contiamo di sfondare i 10mila”.

La Bce taglia ancora tassi, “Sorpresi dalla velocità della disinflazione”

La Bce taglia ancora tassi, “Sorpresi dalla velocità della disinflazione”Roma, 17 ott. (askanews) – Dopo tre tagli dei tassi di interesse, di cui due consecutivi, al momento la Banca centrale europea sembra orientata a una nuova mossa in tal senso anche all’ultimo Consiglio direttivo dell’anno, che si terrà il 12 dicembre. Nella conferenza stampa a seguito della riunione di oggi, che si è svolta in trasferta a Lubiana, la presidente Christine Lagarde ha ribadito più e più volte che l’istituzione “non si vincola a un percorso predeterminato dei tassi”. E che continuerà a decidere “volta per volta sulla base dei dati”.


Ma non ha nemmeno offerto elementi tangibili che possano suggerire una pausa nella manovra di riduzione del freno monetario.Intanto oggi la Bce ha nuovamente tagliato i tassi di riferimento per l’area euro, nella misura di 25 punti base (0,25 punti percentuali). Il tasso sui depositi, che resta quello più utilizzato come guida, scende al 3,25%, il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento scende al 3,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali scende al 3,65%.


“Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato”, ha rilevato la presidente Christine Lagarde, he ha eloquentemente aggiunto che le prospettive del caro vita risentono anche delle “recenti sorprese” negative dagli indicatori dell’attività economia.Peraltro Eurostat oggi ha rivisto al ribasso il dato sull’inflazione di settembre all’1,7%, sotto il valore obiettivo (2%) della stessa Bce.


Interpellata su questo punto la presidente ha ammesso: “penso che siamo stati tutti un po’ sorpresi dall’accelerazione che è stata dimostrata da queste cifre, ma certamente alza la nostra fiducia che il processo disinflazionistico sia ben avviato”.La Bce si guarda bene dal cantare vittoria: “abbiamo spezzato le reni (broken the neck) all’inflazione? No – ha detto Lagarde – ma lavoriamo per farlo”. Il tutto mentre “ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno”.


La Bce non ritiene che il caro vita sia già tornato al livello obiettivo, ma “potrebbe bene essere che il tempo a cui raggiungiamo questo target sia un po’ anticipato – ha aggiunto Lagarde -. Ma non è ancora adesso e dovremmo aspettare ancora per arrivarci in maniera sostenibile”. (fonte immagine: ECB 2024). 

Bce taglia ancora tassi, “Sorpresi da velocità disinflazione”

Bce taglia ancora tassi, “Sorpresi da velocità disinflazione”Roma, 17 ott. (askanews) – Dopo tre tagli dei tassi di interesse, di cui due consecutivi, al momento la Banca centrale europea sembra orientata a una nuova mossa in tal senso anche all’ultimo Consiglio direttivo dell’anno, che si terrà il 12 dicembre. Nella conferenza stampa a seguito della riunione di oggi, che si è svolta in trasferta a Lubiana, la presidente Christine Lagarde ha ribadito più e più volte che l’istituzione “non si vincola a un percorso predeterminato dei tassi”. E che continuerà a decidere “volta per volta sulla base dei dati”.


Ma non ha nemmeno offerto elementi tangibili che possano suggerire una pausa nella manovra di riduzione del freno monetario. Intanto oggi la Bce ha nuovamente tagliato i tassi di riferimento per l’area euro, nella misura di 25 punti base (0,25 punti percentuali). Il tasso sui depositi, che resta quello più utilizzato come guida, scende al 3,25%, il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento scende al 3,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali scende al 3,65%.


“Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato”, ha rilevato la presidente Christine Lagarde, he ha eloquentemente aggiunto che le prospettive del caro vita risentono anche delle “recenti sorprese” negative dagli indicatori dell’attività economia. Peraltro Eurostat oggi ha rivisto al ribasso il dato sull’inflazione di settembre all’1,7%, sotto il valore obiettivo (2%) della stessa Bce.


Interpellata su questo punto la presidente ha ammesso: “penso che siamo stati tutti un po’ sorpresi dall’accelerazione che è stata dimostrata da queste cifre, ma certamente alza la nostra fiducia che il processo disinflazionistico sia ben avviato”. La Bce si guarda bene dal cantare vittoria: “abbiamo spezzato le reni (broken the neck) all’inflazione? No – ha detto Lagarde – ma lavoriamo per farlo”. Il tutto mentre “ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno”.


La Bce non ritiene che il caro vita sia già tornato al livello obiettivo, ma “potrebbe bene essere che il tempo a cui raggiungiamo questo target sia un po’ anticipato – ha aggiunto Lagarde -. Ma non è ancora adesso e dovremmo aspettare ancora per arrivarci in maniera sostenibile”. (fonte immagine: ECB 2024).

Bce taglia tassi di 25 punti base, riferimento depositi al 3,25%

Bce taglia tassi di 25 punti base, riferimento depositi al 3,25%Roma, 17 ott. (askanews) – La banca centrale europea ha nuovamente tagliato i tassi di riferimento per l’area euro, nella misura di 25 punti base (0,25 punti percentuali), . Il tasso sui depositi, che resta quello più utilizzato come guida, scende al 3,25%, il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento scende al 3,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali scende al 3,65%.


“Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato – afferma la Bce nel comunicato diffuso al termine del Consiglio che si è tenuto in trasferta a Lubiana -. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive”. La decisione è in linea con le attese prevalenti, che si erano cementate dopo che da vari esponenti della stessa istituzione erano giunti segnali in tal senso. E riflette i continui cali dell’inflazione media nell’eurozona – che peraltro Eurostat oggi rivisto il ribasso all’1,7% su settembre, sotto il valore obiettivo (2%) della stessa Bce – mentre mentre dall’economia e dall’attività delle imprese giungono segnali di indebolimento.


Era dal dicembre del 2011, mentre stava lievitando la crisi dei debiti pubblici nell’area euro, che la Bce non operava tre tagli dei tassi in tre Consigli direttivi monetari consecutivi (posto che all’epoca si svolgevano ogni mese mentre adesso si svolgono ogni sei settimane). Per le future decisioni, la Bce ribadisce che saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. E nella conferenza stampa esplicativa la presidente Christine Lagarde ha riaffermato che la Bce non intende “vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.


Il tutto mentre “ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente”. (fonte immagine: ECB 2024).

Istat: cresce nel 2023 la povertà assoluta tra le famiglie di operai

Istat: cresce nel 2023 la povertà assoluta tra le famiglie di operaiRoma, 17 ott. (askanews) – L’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento della famiglia; se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, l’incidenza è pari al 4,6%, in peggioramento rispetto al 2022 (quando era pari al 4,0%), e raggiunge il 12,3% se ha al massimo la licenza di scuola media. Nelle famiglie con persona di riferimento occupata, valori elevati dell’incidenza di povertà si confermano per le famiglie con persona di riferimento operaio e assimilato (16,5%, in crescita rispetto al 14,7% del 2022), raggiungendo il valore più elevato della serie dal 2014; stessa dinamica per le incidenze degli occupati e dei dipendenti. Lo ha reso noto l’Istat.


Fra le famiglie con p.r. indipendente, i valori più alti si registrano per coloro che svolgono un lavoro autonomo diverso da imprenditore o libero professionista (6,8% altro indipendente, in miglioramento rispetto all’8,5% del 2022). Le famiglie con persona ritirata dal lavoro mostrano valori stabili (5,7%) dopo la crescita del 2022, mentre si confermano invece i valori più elevati per le famiglie con p.r. in cerca di occupazione (20,7%).

Istat: nel 2023 in povertà assoluta 1,29 mln di minori, massimi dal 2014

Istat: nel 2023 in povertà assoluta 1,29 mln di minori, massimi dal 2014Roma, 17 ott. (askanews) – Nel 2023, la povertà assoluta in Italia interessa oltre 1 milione 295mila minori (13,8% rispetto al 9,7% a livello nazionale); l’incidenza varia dal 12,9% del Nord, al 15,5% del Mezzogiorno. Rispetto al 2022 la condizione dei minori è stabile a livello nazionale, con il valore più elevato dal 2014, ma si colgono segnali di peggioramento per i bambini da 7 a 13 anni del Centro (l’incidenza arriva al 13,9% dal 10,7%). Lo ha reso noto l’Istat.


Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila, con un’incidenza pari al 12,4%. Le famiglie di altra tipologia con minori, ossia quelle famiglie dove frequentemente convivono più nuclei familiari e/o membri aggregati, presentano i valori più elevati dell’incidenza (25,6%), seguite dalle famiglie numerose costituite dalle coppie con tre e più figli minori, per le quali l’incidenza arriva al 18,8%. In generale, la diffusione del fenomeno aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (6,6% per le coppie con un figlio minore, 11,6% per quelle con due figli minori) e rimane comunque elevata tra le famiglie monogenitore con minori (14,8%). Rispetto al 2022 si registra una sostanziale stabilità; tuttavia, l’intensità della povertà delle famiglie con minori, pari al 20,1%, è più elevata di quella del complesso delle famiglie povere (18,2%), a ulteriore testimonianza di una condizione di più marcato disagio.


L’incidenza di povertà tra le famiglie con minori varia molto a seconda della condizione lavorativa e della posizione nella professione della p.r.: per gli occupati, i valori più elevati si riscontrano fra le famiglie con p.r. operaio e assimilato (19,4%, in crescita rispetto al 2022); seguita dalle famiglie con minori in cui la p.r. è altro indipendente (9,1%). Si arriva al 22,7% per le famiglie con minori in cui la p.r. non è un occupato, sfiorando il 23,9% per i casi in cui la p.r. è in cerca di occupazione. Anche la cittadinanza gioca un ruolo importante nel determinare la condizione socio-economica delle famiglie con minori. L’incidenza di povertà assoluta delle famiglie con minori composte solamente da italiani si attesta all’8,2%, mentre arriva al 41,4% per le famiglie con minori composte unicamente da stranieri (è il 34,1% nel caso più generale in cui nella famiglia con minori ci sia almeno uno straniero).


L’incidenza di povertà assoluta per le famiglie con minori è più elevata nei comuni centro delle aree metropolitane (14,7%), mentre si osservano valori inferiori e su livelli simili per i comuni periferia dell’area metropolitana e i comuni oltre i 50mila abitanti (11,9%) e per i comuni più piccoli, fino a 50mila abitanti, dove è pari all’12,1%.

Pensioni, Fava: in cinque anni la spesa è aumentata del 19%

Pensioni, Fava: in cinque anni la spesa è aumentata del 19%Roma, 17 ott. (askanews) – Nel 2023, secondo le rilevazioni della Ragioneria generale dello Stato, la spesa pensionistica cresce rispetto al 2022 del 7,4% attestandosi al 15,3% del pil, uno dei più elevati d’Europa. Così il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, durante un’audizione nella commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, sottolineando che “negli ultimi cinque anni è passata da 268 a 319 miliardi di euro con una crescita di quasi il 19%”.


Nel biennio 2023-2024 la spesa in rapporto al pil “aumenta significativamente portandosi sopra il 16%, anche a causa dell’elevato livello della perequazione imputabile al significativo incremento dell’inflazione”.