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La Bce: il crollo del petrolio toglie appigli ai falchi contro il taglio dei tassi

La Bce: il crollo del petrolio toglie appigli ai falchi contro il taglio dei tassiRoma, 15 ott. (askanews) – Il crollo dei prezzi del petrolio sgombera dal campo l’elemento più concreto e attuale che avrebbe potuto alimentare resistenze all’imminente consiglio della Bce, rispetto a un nuovo taglio dei tassi di interesse.


Il direttorio si svolgerà tra domani sera e giovedì mattina in trasferta a Lubiana, in Slovenia, per una delle riunioni che periodicamente portano i banchieri centrali dell’eurozona a rotazione nei paesi che utilizzano la valuta condivisa. Le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 14 e 15 di giovedì, mezz’ora dopo la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Nelle ultime settimane era stata la stessa presidente, assieme ad altri esponenti dell’istituzione, a lanciare segnali nei quali operatori e analisti avevano letto una chiara indicazione sull’intento di effettuare un nuovo taglio dei tassi questo mese di ottobre, laddove in precedenza era prevista una pausa e un nuovo taglio solo a dicembre.


Il rapido calo dell’inflazione, che a settembre nell’eurozona è scesa all’1,8%, contestualmente all’indebolimento dell’attività delle imprese sembra spingere la Bce ad accelerare il passo nella sua manovra di riduzione del freno monetario. L’obiettivo di “stabilità dei prezzi” perseguito da Francoforte viene quantificato in una inflazione media per la zona euro al 2%, riferito però a un periodo ragionevolmente lungo, anche in prospettiva futura, e non a un singolo mese. Alcuni osservatori si sono spinti a ipotizzare che la Bce possa ritrovarsi spiazzata a fronteggiare nuovamente inflazione troppo bassa.


Le impennate dei prezzi del petrolio della scorsa settimana avevano creato però un elemento di ulteriore incertezza in questi scenari. Oggi il barile di oro nero ha subito nuovi ei drastici cali, dopo quelli già registrati ieri. Il West Texas Intermediate è brevemente sceso fin sotto i 70 dollarei, ai minimi da un mese. Le assicurazioni giunte da Israele sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico dell’Iran non colpirà impianti petroliferi si è combinata agli sviluppi sul versante economico, che non fanno presagire livelli di domanda vigorosi. Del resto l’Opec, il cartello degli esportatori di greggio, ha appena ritoccato al ribasso le sue previsioni sui consumi globali. Il probabile nuovo taglio dei tassi dovrebbe accentuare l’inversione di tendenza appena registrata dalla stessa Bce sulla dinamica del credito: nel terzo trimestre, dopo oltre due anni in cui proseguiva ininterrotta, si è arrestata la fase di inasprimento complessiva sui criteri di concessione di prestiti da parte delle banche per l’insieme dell’area euro.


L’allentamento riguarda i mutui alle famiglie per l’acquisto di casa, non il credito al consumo in cui la stretta prosegue. E anche sui prestiti alle imprese la dinamica è ancora restrittiva, ma più lieve rispetto ai mesi scorsi. Andamenti analoghi si sono registrati anche in Italia, mentre i tagli dei tassi già operati e quelli attesi in prospettiva hanno rianimato la domanda di mutui. (fonte immagine: ECB 2024).

Bce, crollo petrolio toglie appigli ai falchi contro taglio tassi

Bce, crollo petrolio toglie appigli ai falchi contro taglio tassiRoma, 15 ott. (askanews) – Il crollo dei prezzi del petrolio sgombera dal campo l’elemento più concreto e attuale che avrebbe potuto alimentare resistenze all’imminente consiglio della Bce, rispetto a un nuovo taglio dei tassi di interesse.


Il direttorio si svolgerà tra domani sera e giovedì mattina in trasferta a Lubiana, in Slovenia, per una delle riunioni che periodicamente portano i banchieri centrali dell’eurozona a rotazione nei paesi che utilizzano la valuta condivisa. Le decisioni di politica monetaria verranno comunicate alle 14 e 15 di giovedì, mezz’ora dopo la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Nelle ultime settimane era stata la stessa presidente, assieme ad altri esponenti dell’istituzione, a lanciare segnali nei quali operatori e analisti avevano letto una chiara indicazione sull’intento di effettuare un nuovo taglio dei tassi questo mese di ottobre, laddove in precedenza era prevista una pausa e un nuovo taglio solo a dicembre.


Il rapido calo dell’inflazione, che a settembre nell’eurozona è scesa all’1,8%, contestualmente all’indebolimento dell’attività delle imprese sembra spingere la Bce ad accelerare il passo nella sua manovra di riduzione del freno monetario. L’obiettivo di “stabilità dei prezzi” perseguito da Francoforte viene quantificato in una inflazione media per la zona euro al 2%, riferito però a un periodo ragionevolmente lungo, anche in prospettiva futura, e non a un singolo mese. Alcuni osservatori si sono spinti a ipotizzare che la Bce possa ritrovarsi spiazzata a fronteggiare nuovamente inflazione troppo bassa.


Le impennate dei prezzi del petrolio della scorsa settimana avevano creato però un elemento di ulteriore incertezza in questi scenari. Oggi il barile di oro nero ha subito nuovi ei drastici cali, dopo quelli già registrati ieri. Il West Texas Intermediate è brevemente sceso fin sotto i 70 dollarei, ai minimi da un mese. Le assicurazioni giunte da Israele sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico dell’Iran non colpirà impianti petroliferi si è combinata agli sviluppi sul versante economico, che non fanno presagire livelli di domanda vigorosi. Del resto l’Opec, il cartello degli esportatori di greggio, ha appena ritoccato al ribasso le sue previsioni sui consumi globali. Il probabile nuovo taglio dei tassi dovrebbe accentuare l’inversione di tendenza appena registrata dalla stessa Bce sulla dinamica del credito: nel terzo trimestre, dopo oltre due anni in cui proseguiva ininterrotta, si è arrestata la fase di inasprimento complessiva sui criteri di concessione di prestiti da parte delle banche per l’insieme dell’area euro.


L’allentamento riguarda i mutui alle famiglie per l’acquisto di casa, non il credito al consumo in cui la stretta prosegue. E anche sui prestiti alle imprese la dinamica è ancora restrittiva, ma più lieve rispetto ai mesi scorsi. Andamenti analoghi si sono registrati anche in Italia, mentre i tagli dei tassi già operati e quelli attesi in prospettiva hanno rianimato la domanda di mutui. (fonte immagine: ECB 2024).

Petrolio accentua ribassi, barile Wti sfiora -5% a 70,16 dollari

Petrolio accentua ribassi, barile Wti sfiora -5% a 70,16 dollariRoma, 15 ott. (askanews) – Si accentuano ulteriormente i ribassi dei prezzi del petrolio. A metà metà seduta in Europa il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord crolla del 4,75% a 73,78 dollari. E negli scambi dell’after hours sul mercato statunitense, il West Texas Intermediate sfiora il meno 5% cadendo a 70,16 dollari, sui minimi da inizio mese.


Le quotazioni dell’oro nero hanno imboccato drastiche correzioni ribassiste dopo le rassicurazioni giunte da Israele, sul fatto che la rappresaglia per l’attacco missilistico iraniano prenderà di mira impianti militari, e non sistemi petroliferi quindi. Contestualmente la debolezza dei dati sul commercio estero della Cina alimenta la prospettiva di livelli di domanda debole.

Eurozona, produzione industria rimbalza ad agosto, +1,8% su mese

Eurozona, produzione industria rimbalza ad agosto, +1,8% su meseRoma, 15 ott. (askanews) – Produzione dell’industria in risalita ad agosto nell’area euro, un più 1,8% rispetto al mese precedente, dopo la contrazione dello 0,5% di luglio, con il quale si è azzerato il calo su base annua che persisteva da diversi mesi. Secondo quanto riporta Eurostat, nel confronto con lo stesso mese di un anno prima la produzione è infatti marginalmente aumentata, dello 0,1% dopo il meno 2,1% di luglio e il meno 4,2% di giugno.


Il recupero di agosto – che tuttavia, va ricordato, non è il mese più intenso per la produzione – riflette una forte risalita sui beni di investimento, con il +3,7% rispetto al mese precedente, un discreto aumento sulla produzione di beni di consumo durevoli (+1,7%) , una dinamica più debole per l’energia (+0,4%), per i beni di consumo non durevoli (+0,2%) e un calo leggero per i beni intermedi (-0,3%). Da segnalare la risalita della produzione in Germania, +3,3% rispetto al mese precedente con cui è stato interamente compensato il calo di portata analoga accusato a luglio. In Francia la produzione è aumentata dell’1,4% e in Italia di un marginale +0,1%, dopo il -1% mensile di luglio.

Bankitalia: nuovo forte aumento domanda mutui dalle famiglie

Bankitalia: nuovo forte aumento domanda mutui dalle famiglieRoma, 15 ott. (askanews) – Anche in Italia nel terzo trimestre si sono stabilizzati i criteri delle banche per l’offerta di credito alle imprese e sui mutui alle famiglie, mentre è continuato un leggero inasprimento sul credito al consumo, a riflesso di una “minore tolleranza per il rischio” da parte degli istituti. E se la domanda di credito delle imprese ha continuato a diminuire, ma in misura più lieve rispetto ai ritmi visti da inizio 2023, la richiesta di mutui delle famiglie “ha registrato un nuovo marcato aumento”. Lo riporta alla Banca d’Italia nella sua indagine sul credito bancario, relativa alla Penisola e con cui contribuisce all’indagine per tutta l’area area euro e elaborata dalla Bce (Bank lending survey).


I termini e le condizioni generali sono divenuti leggermente più favorevoli, principalmente attraverso la diminuzione dei tassi di interesse praticati sui prestiti, dovuta anche alla riduzione dei margini. “Al miglioramento dei termini e delle condizioni hanno contribuito la maggiore tolleranza del rischio, la pressione concorrenziale e le prospettive economiche generali”, nota Bankitalia. I criteri di offerta sui finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni non hanno registrato variazioni. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono criteri invariati per i prestiti alle imprese e per quelli alle famiglie con finalità di consumo e un lieve allentamento sui mutui.


Nel trimestre in corso la domanda di prestiti di imprese e famiglie è attesa crescere in tutti i comparti. Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono migliorate con riferimento principalmente ai titoli di debito a medio-lungo termine, prosegue Bankitalia. Nel trimestre in corso le condizioni di accesso alla raccolta non registrerebbero variazioni significative. Nei sei mesi terminanti in settembre le variazioni del portafoglio di attività di politica monetaria dell’Eurosistema non hanno esercitato alcun impatto sulle attività totali delle banche, sulle condizioni di finanziamento, sulla redditività, sul coefficiente patrimoniale, sulle politiche di offerta e sui volumi erogati. Gli effetti sarebbero nulli anche nel semestre in corso.

Welfare, Urso: servono partecipazione imprese, natalità e inclusione

Welfare, Urso: servono partecipazione imprese, natalità e inclusioneRoma, 15 ott. (askanews) – L’Italia è in grado di rispondere in maniera adeguata a una domanda orientata sempre più verso un welfare inclusivo e sostenibile, questo sarà raggiungibile “solo attraverso la partecipazione attiva delle imprese, sempre più protagoniste”, con “la collaborazione tra pubblico e privato insieme all’integrazione della tecnologia e a nuove politiche demografiche, che puntino sulla natalità, e a nuove politiche del lavoro, che puntino all’inclusione: è la strada giusta per affrontare insieme le sfide che abbiamo davanti e costruire un futuro migliore per tutti”. Lo ha affermato il ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso intervenendo al Welfare Italia Forum.


Il forum “rappresenta da anni un appuntamento per riflettere sulle opportunità di creare valore all’interno del nostro sistema di welfare, chiamato a rivestire un ruolo chiave non solo per far fronte a una demografia in trasformazione – ha osservato – ma soprattutto per divenire leva di crescita e sviluppo. Lo scorso anno, nel 2023 il welfare ha rappresentato la principale voce di spesa pubblica coinvolgendo oltre 425 enti pubblici e privati e generando un valore di 206 miliardi di euro in termini di produzione”. “Un dato che dimostra ancora una volta quanto sia strategico il settore per il benessere collettivo e per la crescita dello sviluppo del paese. Nei prossimi anni sarà necessario reperire ulteriori risorse e rivedere nel contempo il sistema per garantirne l’effettiva sostenibilità – ha proseguito -. Dal vostro rapporto presentato oggi emerge la necessità di reperire altri 176 miliardi , 176 addizionali entro il 2030”.


“Al welfare è richiesto lo sforzo non solo di trovare soluzioni alla all’altezza dell’attuale panorama – ha notato Urso – ma anche di rispondere in modo innovativo ai bisogni della nostra popolazione che è sempre più anziana. Il mio impegno come ministro di Imprese e Made in Italy è quello di sostenere politiche che incentivino l’innovazione, la digitalizzazione e le competenze anche all’interno del vostro settore, così da garantire un accesso più equo ai servizi e promuovere la crescita e il benessere delle nostre comunità ovunque in Italia, da Nord a Sud”. (segue)

Bce: si è fermata la stretta sui prestiti bancari nell’area euro

Bce: si è fermata la stretta sui prestiti bancari nell’area euroRoma, 15 ott. (askanews) – Dopo oltre due anni ininterrotti di inasprimenti, nel terzo trimestre complessivamente si è arrestata la stretta sui criteri di erogazione di prestiti da parte delle banche dell’area euro. Lo riporta la Banca centrale europea con la sua ultima indagine (Bank lending survey). La quota netta di banche che hanno riportato inasprimenti nel periodo in esame è risultata nulla, mentre le banche hanno riferito un ulteriore allentamento dei criteri per la concessione di mutui, laddove quelli per l’erogazione di credito al consumo hanno continuato ad inasprirsi.


L’inchiesta segnala un consistente rimbalzo della domanda di mutui, con l’aspettativa di ulteriori tagli ai tassi di interesse. Questa settimana peraltro, mercoledì e giovedì, si svolgerà un nuovo Consiglio direttivo monetario della Bce, al termine del quale generalmente è atteso un nuovo taglio dei tassi di interesse di riferimento per l’euro zona. Per i prestiti alle imprese secondo l’inchiesta della Bce l’inasprimento è proseguito ma a livelli meno marcati di quanto precedentemente previsto. E per il quarto trimestre le banche consultate si attendono un ulteriore allentamento dei criteri sulla concessione di mutui, a fronte di inasprimenti sul credito alle imprese e sul credito al consumo.


La Bce riporta anche che per la prima volta dal terzo trimestre del 2022 le banche hanno rilevato riportato un moderato aumento della domanda di prestiti da parte delle imprese, che tuttavia resta debole. Come già accennato la domanda di mutui è invece risalita vigorosamente, mentre quella per il credito al consumo è aumentata in maniera più moderata. L’indagine è stata condotta tra il 6 e il 23 settembre coinvolgendo 156 banche.

Fmi: Italia tra Stati dove rinvio risanamento lo rende più costoso

Fmi: Italia tra Stati dove rinvio risanamento lo rende più costosoRoma, 15 ott. (askanews) – “Rinviare il risanamento è costoso: nei paesi dove il debito pubblico è previsto aumentare ulteriormente, come Brasile, Francia, Italia, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti, rinviare le misure renderà l’aggiustamento necessario perfino più ampio”. Lo afferma il Fondo monetario internazionale nelle prime 60 pagine del Fiscal Monitor, l’analisi semestrale sui conti pubblici che verrà pubblicata integralmente la prossima settimana, in occasione delle assemblee autunnali con la Banca mondiale.


Secondo l’istituzione di Washington a livello globale il debito pubblico dovrebbe superare i 100.000 miliardi di dollari quest’anno, equivalenti al 93% del Pil mondiale, e continuare a salire per avvicinarsi al 100% del Pil globale per il 2030. Il rapporto è eloquentemente intitolato “Mettere un coperchio al debito pubblico” (Putting a lid on public debt).


Secondo l’analisi i livelli di indebitamento dovrebbero stabilizzarsi o moderarsi in due terzi dei paesi, ma resteranno al di sopra dei livelli che si registravano prima dei crolli dell’economia e dei successivi sostegni pubblici causati dalle misure restrittive imposte a motivo del Covid. Ma i Paesi in cui il debito non è previsto stabilizzarsi pesano per più della metà del debito globale e per circa i due terzi del Pil globale. Secondo il Fmi “ci sono buoni motivi per ritenere che i futuri livelli di debito potrebbero essere più elevati di quanto previsto. La dialettica politica sulle questioni di bilancio si è sempre più spostata verso maggiore spesa negli ultimi decenni e l’incertezza sulle politiche di bilancio è salita. Stanno aumentando le pressioni dovute alla transizione green, l’invecchiamento della popolazione, i timori per la sicurezza e le questioni di sviluppo che si trascinano da tempo. In più l’esperienza passata mostra che le previsioni tendono a sottostimare sistematicamente i livelli di debito”.

Petrolio crolla del 4% dopo rassicurazioni Israele, Brent 74,31 usd

Petrolio crolla del 4% dopo rassicurazioni Israele, Brent 74,31 usdRoma, 15 ott. (askanews) – Crolli dei prezzi del petrolio nelle contrattazioni mattutine, mentre il premier israeliano ha rassicurato gli alleati statunitensi che la rappresaglia contro l’attacco missilistico italiano colpirà installazioni militari, evitando quindi impianti petroliferi. In mattinata il barile di Brent, il greggio del mare del Nord cade di oltre il 4% a 74,31 dollari. Flessione analoga per il barile di West Texas Intermediate, nell’afterhours a quota 70,82 dollari.

Stellantis, Elkann smentisce ipotesi di consolidamento

Stellantis, Elkann smentisce ipotesi di consolidamentoMilano, 14 ott. (askanews) – Stellantis non cerca in alcun modo di consolidarsi attraverso fusioni o acquisizioni di altri gruppi. Lo ha ha assicurato il presidente del consiglio di amministrazione John Elkann in un’intervista all’Afp a margine del 90esimo Salone dell’Automobile di Parigi, dopo che nei giorni scorsi sono circolate ipotesi di una possibile fusione con Renault.


“Siamo davvero concentrati sull’attività, a livello dei nostri principali azionisti, del consiglio di amministrazione, del nostro Ceo e del management team, non sulle possibili distrazioni che le operazioni di consolidamento rappresenterebbero, qualunque esse siano” ha sottolineato Elkann, che ha anche aggiunto: “Noi, come Stellantis, riteniamo di avere una dimensione competitiva. E Stellantis nasce da diversi consolidamenti”, tra cui in particolare la fusione tra Psa (Peugeot-Citroën) e Fca (Fiat-Chrysler), ha ricordato. Il direttore generale di Stellantis, Carlos Tavares, ha sottolineato lunedì scorso che il gruppo si è rifiutato di vendere alcuni dei suoi 14 marchi a produttori cinesi. “Non siamo pronti per i consolidamenti, ma non siamo pronti per i deconsolidamenti. Non è il momento”, ha sottolineato da parte sua John Elkann.