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Fmi conferma stima crescita Italia 2024 a 0,7%, alza 2025 a 0,9%

Fmi conferma stima crescita Italia 2024 a 0,7%, alza 2025 a 0,9%Roma, 16 lug. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale conferma la previsione di crescita dello 0,7% su quest’anno per l’Italia, mentre in un aggiornamento di interim del suo Economic Outlook rivede al rialzo di due decimali di punto la stima sull’espansione del Pil del prossimo anno, ora allo 0,9%.


Sull’economia dell’intero pianeta la previsione di crescita di quest’anno è stata confermata al 3,2%, mentre quella del 2025 è stata alzata di un decimale di punto al 3,3%. Per l’insieme dell’area euro il Fmi ha invece ritoccato al rialzo di un decimale di punto la previsione di crescita 2024, allo 0,9%, e confermato quella sul 2025 all’1,5%. Per la Germania le previsioni sono invariate a un mesto 0,2% di crescita quest’anno e a un 1,3% il prossimo; per la Francia la stima sul 2024 è stata alzata di 0,2 punti allo 0,9% e quella sul 2025 tagliata di 0,1 punti all’1,3%.


Infine per la Spagna, che tra le grandi economie dell’area euro era già quella con i tassi di espansione previsti più elevati, il Fmi ha alzato di ben 0,5 punti la previsione di crescita 2024 al 2,4% e confermato quella sul 2025 al 2,1%. La Germania è il paese con la crescita prevista più contenuta su quest’anno, l’Italia sul prossimo. Per l’economia degli Stati Uniti le attese dell’istituzione di Washington sono state limate di 0,1 punti su quest’anno, al 2,6% di crescita, e confermate all’1,9% sul 2025.


Il Fmi ha poi operato consistenti revisioni a rialzo sulle previsioni di crescita della Cina, 0,4 punti percentuali in più sia sul 2025, ora indicata al 5%, che sul 2025, al 4,5%. Il paese con la crescita più elevata tra le grandi economie globali resta l’India, con un 7% atteso quest’anno (alzata di 0,2 punti) e un 6,5% il prossimo, dato confermato.

Mediobanca, Nagel: soddisfatti evoluzione verso gestione patrimoni

Mediobanca, Nagel: soddisfatti evoluzione verso gestione patrimoniRoma, 16 lug. (askanews) – “Stiamo implementando il nostro piano, questo è il nostro primo anno e siamo più che soddisfatti di ciò che abbiamo ottenuto. Perché? Perché fondamentalmente ci siamo posti l’obiettivo importante di far evolvere Mediobanca in una società di gestione patrimoniale e la gestiamo con un modello, lo chiamiamo modello di Private e Investment Banking”.


Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel che, in un’intervista a tutto campo con Bloomberg ha rimarcato i motivi della svolta strategica dell’istituto di Piazzatta Cuccia. Il cambiamento “perché Mediobanca è sempre stata vicina alla famiglia in Italia, una grande famiglia con una grande capitalizzazione. Negli ultimi 10 anni abbiamo investito molto anche nelle mid cap. Quindi oggi in Italia per crescere nel private banking bisogna essere vicini agli eventi. Gli eventi rappresentano l’apertura di capitale delle mid-corporate, quindi se hai una potente banca d’investimento che ha un forte rapporto con le famiglie, allora puoi essere presente quando accadono gli eventi. Perché anche tu gestisci quegli eventi e quindi sei molto vicino ad essere il possibile gestore patrimoniale delle loro ricchezze quando arrivano”. Quanto al consolidamento bancario in Europa e agli ostacoli che sta incontrando Nagel segnala che “tutti parlano di consolidamento in Europa, di consolidamento bancario, ma questo difficilmente accade. Perché? Dobbiamo concentrarci sull’ostacolo e rimuoverlo. Ci sono, direi, ostacoli politici e tecnici. Ostacoli politici perché in Europa esistono ancora alcune banche di proprietà in parte statale, dove prevalgono gli interessi locali. Quindi dicono sempre ok siamo favorevoli al consolidamento ma quando vai a chiedere la cessione della quota capisci che è meglio trovare una soluzione nazionale piuttosto che una soluzione transfrontaliera. Poi ci sono questioni tecniche su cui possiamo lavorare, su cui dovremmo lavorare. Ne cito alcune: in un momento di tassi di interesse più elevati, si hanno attività a lungo termine che devono essere svalutate quando si tratta di contabilità delle fusioni, mentre le passività non verranno, si sa, rivalutate. Quindi, questo è qualcosa che dovrebbe essere riconsiderato.


Quanto a possibili piccole acquisizioni da parte di Mediobanca Nagel risponde così: “il secondo pilastro della nostra strategia è quello di far evolvere non solo la nostra gestione patrimoniale per diventare molto più grandi, cosa che sta accadendo, ma anche di far evolvere il nostro modello di investment banking, in un modo che sia considerato più orientato alla consulenza e in questo noi hanno preso di mira due settori principali. Uno è la transizione digitale e abbiamo stretto questa partnership con Arma Partners, una boutique leader nella consulenza digitale che sta sovraperformando il mercato europeo come il team più grande in Europa, e questo è un motore di crescita. La seconda è la transizione energetica: abbiamo annunciato tre delle operazioni più importanti in Europa, nel Sud Europa, quindi questi due settori fondamentali insieme anche al capitale mid-corporate e privato come dicevo prima sono il motore-chiave dell’evoluzione della nostra banca d’investimento basato su commissioni di capitale leggere”.

Decreto casa, saltata la norma ‘salva-Milano’

Decreto casa, saltata la norma ‘salva-Milano’Roma, 16 lug. (askanews) – Nessuna norma ‘salva-Milano’ e’ stata introdotta nel decreto legge sul piano casa che è stato licenziato dalla Commissione ambiente della Camera. Il testo domani andrà in Aula senza le misure annunciate dal ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini.


Gli emendamenti di maggioranza sul tema sono stati ritirati, mentre quelli presentati dalle opposizioni si considerano respinti a seguito del voto sul mandato al relatore. La maggioranza, riferiscono fonti parlamentari, non avrebbe ancora trovato la quadra sul pacchetto ‘salva-Milano’ e per questo, quando mancava la votazione su diversi emendamenti e quelli di maggioranza erano stati ritirati, è stato messo ai voti il mandato al relatore.


La relatrice del decreto, Erica Mazzetti (Fi), ha spiegato che la riformulazione sarebbe giunta ma fuori tempo massimo, quando ormai andava votato il mandato al relatore sul provvedimento per consentire il suo approdo in Aula domani, come deciso in conferenza dei capigruppo. “La riformulazione è arrivata – ha riferito la relatrice – ma proprio alla scadenza del termine che avevamo per conferire il mandato al relatore. Avremmo avuto bisogno di tempo per leggerlo e valutarlo, ma non è stato possibile farlo”. Diversi deputati di maggioranza interpellati al termine della seduta hanno detto di non aver visto alcuna riformulazione.


Da quanto trapela da ambienti parlamentari di maggioranza, le norme ‘salva-Milano’ potrebbero entrare nel decreto infrastrutture, che la stessa Commissione esaminerà subito dopo il provvedimento che ha ricevuto l’ok oggi.

Ecofin, Varga: non siamo l’Urss con tutti allineati al parere unico

Ecofin, Varga: non siamo l’Urss con tutti allineati al parere unicoRoma, 16 lug. (askanews) – “Non viviamo nell’era precedente al 1990” quando con l’Unione sovietica “ci stava un solo parere e tutti si dovevano allineare”. Nell’Unione europea di oggi “dobbiamo tenere dibattiti veri e propri per arrivare al consenso su posizioni comuni”. E’ la risposta-sfogo del ministro delle Finanze dell’Ungheria, Mihály Varga, all’ennesima domanda, durante la conferenza stampa al termine dell’Ecofin, sui divari che si sono subito creati con la Commissione e altri Paesi Ue all’avvio della presidenza di turno ungherese dell’Unione.

Gentiloni: presentarci Bilanci medio termine massimo a metà ottobre

Gentiloni: presentarci Bilanci medio termine massimo a metà ottobreRoma, 16 lug. (askanews) – In base al concomitare quest’anno dei tempi delle procedure Ue per deficit eccessivi delle nuove regole del Patto di stabilità e di crescita, i paesi dell’Unione Europea sono tenuti a presentare i loro piani di bilancio di medio termine entro il 20 settembre o “al massimo per metà ottobre, per consentirci di avere una valutazione” della Commissione europea. Lo ha affermato il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.

Bei: altri 2 miliardi per ricostruzione zone terremoto Centro Italia

Bei: altri 2 miliardi per ricostruzione zone terremoto Centro ItaliaRoma, 16 lug. (askanews) – La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) rafforza ulteriormente il proprio impegno a sostegno degli interventi di ricostruzione e messa in sicurezza nelle regioni centrali dell’Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017, annunciando l’approvazione di un nuovo pacchetto di finanziamenti da 2 miliardi di euro. Lo rende noto lo stesso istituto in un comunicato.


L’accordo di progetto – che garantisce che questi fondi aggiuntivi arrivino ai beneficiari finali in linea con i criteri di sostenibilità e sicurezza richiesti dalla BEI – è stato firmato oggi a Roma dal Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione post-terremoto 2016 Guido Castelli e dal Direttore generale delle Operazioni della BEI Jean -Christophe Laloux. Questo nuovo pacchetto finanziario getterà le basi per un potenziale contratto di finanziamento da 1 miliardo di euro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e la BEI per sostenere la ricostruzione e il ripristino del patrimonio pubblico, nonché un ulteriore accordo da 1 miliardo di euro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e la BEI. BEI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per finanziare, attraverso il sistema bancario, la ricostruzione di edifici privati, residenziali e industriali.


Questo pacchetto di finanziamenti da 2 miliardi di euro porterà il sostegno della BEI alla ricostruzione nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria a un totale di 4,75 miliardi di euro, quasi il 15% dei 27 miliardi di euro stimati dal governo necessari per la ricostruzione. “Il sostegno fornito alla regione italiana dell’Appennino Centrale attraverso la firma di questo accordo rappresenta un importante passo avanti nella ricostruzione e nel rinnovamento dell’area”, ha affermato il Commissario Straordinario per il Terremoto del 2016 Guido Castelli. “Il sostegno passato della BEI dimostra la vicinanza e lo spirito di cooperazione che uniscono le istituzioni dell’UE e l’Italia e si traducono in politiche concrete per riqualificare le regioni centrali in modo sicuro e sostenibile. Spirito di collaborazione definisce anche la partnership tra la Questura e Cassa Depositi e Prestiti per la gestione del fondo sisma centrale italiano per la ricostruzione privata, le cui erogazioni sono aumentate del 16,64% nei primi sei mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, e del 41,71% rispetto all’importo registrato nel 2022. Vogliamo continuare ad aumentare questo importo con azioni che includono l’utilizzo di questo nuovo pacchetto finanziario”.


“Siamo lieti di espandere ulteriormente il nostro sostegno alle comunità colpite dai terremoti, consentendo loro di ricostruire in modo sicuro e sostenibile, migliorando al tempo stesso la qualità delle infrastrutture e dei servizi forniti”, ha affermato il Direttore generale delle operazioni della BEI Jean-Christophe Laloux. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) è l’istituto di credito a lungo termine dell’Unione Europea di proprietà dei suoi Stati membri. Fornisce finanziamenti a lungo termine per investimenti validi che contribuiscono alla politica dell’UE. La Banca finanzia progetti in quattro aree prioritarie: infrastrutture, innovazione, clima e ambiente e piccole e medie imprese (PMI). Negli ultimi cinque anni il Gruppo BEI ha erogato oltre 58 miliardi di euro di finanziamenti per progetti in Italia.

Giorgetti: ok alle priorità della presidenza Ue ma preservare gli aiuti all’Ucraina

Giorgetti: ok alle priorità della presidenza Ue ma preservare gli aiuti all’UcrainaRoma, 16 lug. (askanews) – “Accogliamo positivamente le priorità strategiche delineate dalla presidenza attuale della Ue” rilevata dall’Ungheria “però lasciatemi sottolineare che l’Unione europea dovrebbe restare impegnata assieme ai partner del G7 a provvedere supporto finanziario adeguato all’Ucraina”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti durante la sessione pubblica dell’Ecofin.


“Diamo il benvenuto alla proposta della presidenza sulla cruciale importanza delle politiche di coesione. Supportiamo anche la proposta della presidenza per promuovere il dialogo sulle transizioni verdi e digitali”. Per l’Italia, qui “sarebbe cruciale rafforzare gli strumenti europei” necessari a intervenire ove non risultino efficaci i mercati e “per ridurre i gap con i competitori internazionali”. “Ci dobbiamo focalizzare su settori innovativi – ha proseguito Giorgetti – preservando i settori tradizionali”. Inoltre “approfondire l’Unione economica e monetaria migliorerebbe l’attrattività delle nostre economie e la fiducia nel nostro settore finanziario. Consideriamo fondamentale attuare la riforma del Patto di stabilità e di crescita per promuovere finanze pubbliche sane e sostenibili”.


Il ministro ha anche espresso apprezzamento per l’enfasi posta sulla rilevanza delle sfide demografiche su temi come la competitività e la sostenibilità delle finanze pubbliche. “Infine sulla tassazione diamo il benvenuto all’impegno di affrontare le sfide dei nuovi modelli di business e al tempo stesso ribadiamo che sarebbe cruciale per l’Unione europea promuovere un’attuazione coerente con gli accordi internazionali” di G20 e Ocse.

Innovazione energetica, I-Com: “Italia indietro su brevetti e green”

Innovazione energetica, I-Com: “Italia indietro su brevetti e green”Roma, 16 lug. (askanews) – I brevetti rilasciati a livello mondiale nel 2022 sono stati poco meno di 1,8 milioni, in flessione del 3,6% rispetto al 2021. La Cina continua ad essere la protagonista assoluta con il 44,4% dei brevetti e segnando un +19% rispetto al 2021. L’Italia mostra una contrazione del 6,6% rispetto al 2021, dato negativo ma sostanzialmente in linea con i valori del Vecchio Continente.


In ambito energetico, invece, sono stati rilasciati poco più di 117.000 brevetti, in crescita del 6,4%. Anche in questo settore, il Dragone asiatico irrobustisce la sua leadership con 51.000 unità di brevetti rilasciati e un +13,5%. Recuperano il Giappone con +21,5% rispetto al 2021, la Germania con un +12,2% e gli Stati Uniti con +0,1%. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto annuale sull’innovazione energetica dell’Istituto per la Competitività (I-Com) presieduto dall’economista Stefano da Empoli. Lo studio – dal titolo “L’innovazione strada maestra per sostenibilità e transizione” – è stato presentato oggi a Roma nel corso di un convegno pubblico al quale hanno preso parte oltre 50 relatori tra accademici, esperti e rappresentanti delle istituzioni, della politica, del mondo imprenditoriale e associativo. Il rapporto, giunto alla sedicesima edizione, è stato curato dal direttore Area Sostenibilità I-Com Antonio Sileo, sviluppato in partnership con A2A, Acea, Acquirente Unico, Assogasmetano, Elettricità Futura, Enel, Eni, Federchimica – Assogasliquidi, Gruppo Hera, Proxigas, RWE, Terna, Utilitalia e con la media partnership di Quotidiano Nazionale e QN Economia.


In ambito elettrico, l’attività innovativa continua ad essere polarizzata sulle tecnologie di accumulo, le più fiorenti in termini di invenzione, con 61.828 unità di brevetti concessi a livello globale. Seguono per importanza le nuove rinnovabili elettriche: solare fotovoltaico (20.826 unità di brevetti) ed eolico (11.283 unità di brevetti). A dominare sulle tecnologie elettriche è ancora una volta la Cina, che occupa la prima posizione in 10 delle 12 tecnologie considerate. Complessivamente, in Europa, questa tipologia di brevetti è stata trainata da un +12% della Germania, un +70% della Francia e un +38% del Regno Unito. Nel 2022 l’Italia ha depositato solo 197 brevetti in campo elettrico, quasi 100 in meno rispetto all’anno precedente.


Nel campo della mobilità sostenibile, nel 2022, con circa 12.000 brevetti e una quota del 47,2% sul totale della categoria della mobilità elettrificata, i sistemi di accumulo energetico si sono confermati come la tecnologia più dinamica a livello globale. Primeggia la Cina con 4.340 brevetti depositati, seguita a breve distanza dalla Corea del Sud, che fa rilevare 3.530 brevetti. In Europa, la Germania è l’unico Paese che si avvicina ai leader mondiali, con 1.947. L’Italia ha depositato solo 85 brevetti nel 2022 rispetto ai 103 del 2015. Gli investimenti globali nelle tecnologie per la transizione energetica hanno raggiunto i 2.000 miliardi di dollari nel 2024 (+11% sul 2023), con Stati Uniti, Cina ed Europa che rappresentano oltre il 70% del totale. Roma, 16 lug. (askanews) – L’uso crescente di sistemi di storage, come le batterie, è essenziale per elettrificare i consumi e facilitare la decarbonizzazione. In Europa il mercato del battery storage è cresciuto significativamente, con un aumento del 94% nel 2023 e la maggior parte della capacità installata nel settore residenziale (63%). Il Paese che sta investendo maggiormente negli storage è la Germania, che nel 2023 ha raggiunto i 5,9 GWh (+156,5%), seguita da Italia e Regno Unito, con variazioni percentuali rispettivamente del +73,9% e del +56,5%.


“Il contesto geopolitico globale ha fatto riscoprire l’importanza, nonché la necessità, di una maggiore diffusione degli impianti FER e dei relativi sistemi di stoccaggio”, ha commentato il direttore Area Sostenibilità I-Com Antonio Sileo. “L’immagazzinamento consente non soltanto una minore esposizione a tagli improvvisi da parte dei fornitori esteri, ma anche un maggiore utilizzo di energia rinnovabile che minimizza la produzione di gas climalteranti. L’adozione diffusa di sistemi di storage risulta pertanto cruciale per ottimizzare l’uso delle fonti rinnovabili e garantire la sicurezza e l’adeguatezza del sistema elettrico”. Per la prima volta nel Rapporto viene introdotta un’analisi su competenze e formazione specifiche richieste in un mercato del lavoro anch’esso inserito nel contesto della transizione energetica. Nel nostro Paese il possesso di competenze verdi è stato richiesto per più del 75% dei lavori nel 2023, a prescindere dalla qualifica degli entranti. Le rilevazioni OCSE non sono molto confortanti: solo uno studente italiano su quattro possiede livelli basilari di conoscenze sulla sostenibilità ambientale, rispetto a un giovane su tre delle principali economie europee. Un dato che si confronta con altri Paesi industrializzati come Sud Corea e Canada, dove si raggiungono i massimi OCSE, rispettivamente del 41% e del 50%. Similmente, sul fronte universitario i numeri offrono un quadro in cui i laureati STEMA (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica e Architettura) crescono a fatica. Nell’arco di un decennio l’incidenza dei laureati STEMA sul totale è aumentata di un solo punto percentuale, passando dal 25% del 2013 al 26% del 2023. Le lauree “verdi”, che includono ingegneria elettrica, elettronica, energetica, ambientale, industriale e dei materiali, risultano meno attrattive della media, registrando un incremento dell’8% in 10 anni a fronte di una crescita dei laureati totali del 25%. “L’attenzione delle imprese verso l’ambiente e le pratiche sostenibili è in crescita in tutti settori, e ciò è dimostrato sia dalla richiesta di lavoratori con competenze verdi sia dagli investimenti nelle stesse. Particolarmente utile, anzi essenziale è monitorare il divario tra domanda e offerta di competenze verdi, per evitare che la carenza di personale qualificato diventi un problema strutturale”, aggiunge Antonio Sileo. “Senza un’accelerazione significativa, infatti, la disponibilità di capitale umano necessario per l’innovazione energetica del Paese rischia di diventare sempre più scarsa”. Un altro aspetto trattato dal Rapporto riguarda le start-up innovative, che rappresentano un elemento cruciale per lo sviluppo economico e sociale in Italia e hanno un impatto economico massimo pari a 3,8 miliardi di euro, con il Nord Italia che contribuisce per più del 50% del valore della produzione. A dicembre 2023, secondo Infocamere, in Italia erano registrate 13.393 start-up: di queste, circa 2.031 nel settore energetico. Le regioni del Nord Italia ospitano oltre 6.600 start-up (il 54,6%), seguite dal Centro con 2.613 e dal Sud con 3.652. Tuttavia, il tasso di crescita delle start-up innovative è negativo in tutte le aree geografiche: -6,4% al Nord, -15,7% al Centro e -3,3% al Sud. Geograficamente, la Lombardia è la regione con il maggior numero di start-up innovative (684), seguita da Lazio (330) e Campania (212). Il settore dei servizi è il più prolifico per le start-up (81,1%), seguito a grande distanza dall’industria (14,1%).

Leonardo, Cingolani: fortemente attivi su grandi alleanze europee

Leonardo, Cingolani: fortemente attivi su grandi alleanze europeeRoma, 16 lug. (askanews) – Leonardo è “fortemente attiva sulla catalizzazione di grandi alleanze europee” con altri gruppi di primo piano del settore di difesa e sicurezza, ma oltre che a livello industriale queste operazioni presentano complessità anche a livello politico e su quello dell’Antitrust europeo. Lo ha riferito Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo Finmeccanica durante un evento sul piano industriale del gruppo alla Camera dei deputati.


“Lo spazio europeo della difesa è una cosa complessa politicamente, ma è complessa anche industrialmente. Leonardo – ha detto – sta operando come catalizzatore di accordi e per discutere con i grandi pari europei, ma è molto complesso fare questa cosa, perché per quanto ci sia la volontà per l’industria, e significa dire ‘io smetto di fare una cosa perché il mio collega della Francia o della Germania la fa meglio e lui in cambio smette di fare una cosa perché la faccio meglio io’, ma questa è una cosa complicatissima. E poi al piano di sopra ci sta un vincolo politico, che gli Stati vogliono la sovranità nazionale, e poi c’è anche l’Antitrust Ue”. “In questo momento siamo fortemente attivi sulla catalizzazione di grandi alleanze europee, avete sentito di Rheinmetall, stiamo lavorando con i nostri colleghi francesi di Tales, stiamo facendo cose grandi”, Cingolani ha anche citato Airbus. Ma “non è solo un problema industriale ma è anche un problema di natura politica e poi dell’Antitrust, che è sempre lì”, ha ribadito.


“Forse dovrebbe capire, il nostro Antitrust Ue, che il diritto dei cittadini ad avere il prezzo migliore è secondario rispetto al diritto dei cittadini a vivere sicuri. Ci sono alcune aree in cui bisognerebbe avere la capacità di dire che le priorità sono diverse, almeno in tempo di guerra”. Su questi due aspetti – politico e di regole sulla concorrenza – “dai contatti che abbiamo avuto con i nostri pari c’è una convinzione generalizzata che le industrie europee hanno una responsabilità sociale enorme. E che non possono essere che loro a fare da ‘sherpa’. Quindi anticipando schemi di collaborazione industriale, di joint-venture, forme di sinergie e collaborazione che debbono diventare elementi di pressione dal basso verso l’alto per i governi”.


Perché secondo l’ex ministro “se noi aspettiamo che i 27 governi si mettano d’accordo su una strategia comune, mentre Orban va a fare un po’ in maniera antitetica certe azioni, pensare che loro si mettono d’accordo sulla difesa comune è molto difficile. Quindi la responsabilità sociale delle aziende è questa: noi dobbiamo creare dei percorsi, farli vedere ai governi e convincere i governi che questi percorsi, indipendentemente dalla matrice politica, sono percorsi che garantiscono maggiore sicurezza all’Europa. Dopodiché la legislazione e la regolamentazione europea deve anche favorire con l’Antitrust che si possa fare”. “Perché se quando riusciremo a fare una joint-venture con Rheinmetall per il futuro carroarmato della difesa europea, se il problema sarà ‘no non lo potete fare perché sennò non fate il miglior prezzo al cittadino europeo’, forse dobbiamo pensare un po’ più in grande. “Questa è una questione che ha tre livelli”, ha ribadito Cingolani: industriale, politico e concorrenziale. “Non sono pessimista però – ha concluso – ho ben chiara la difficoltà e anche la lungaggine alla quale andiamo incontro”.

Dl salva casa, ok misura micro appartamenti, ripreso esame

Dl salva casa, ok misura micro appartamenti, ripreso esameRoma, 16 lug. (askanews) – Via libera della Commissione ambiente della Camera all’emendamento riformulato sull’abitabilità per i micro appartamenti. Nella seduta di ieri sera è stata approvata la misura presentata nel pomeriggio che porta da 2,70 a 2,40 metri l’altezza minima interna dei locali richiesta per ottenere l’abitabilita’ mentre la superficie minima per i monolocali per una persona scende a 20 metri quadri, per due persone a 28 metri quadri.


Oggi la Commissione ha ripresa l’esame del decreto con l’obiettivo di completare i lavori a fine mattinata per consentire al provvedimento di approdare in Aula domani. Si attende ancora in Commissione la riformulazione dell’emendamento della Lega con le norma cosiddetta salva-Milano.