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Manovra, Giorgetti: contributo di tutti, anche utili settore Difesa

Manovra, Giorgetti: contributo di tutti, anche utili settore DifesaMilano, 3 ott. (askanews) – Anche il settore della Difesa rientra tra quelli che, avendo beneficiato delle condizioni di mercato, saranno chiamati a dare il proprio “contributo” alla prossima manovra, non solo le banche. Lo ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso di un’intervista a un evento di Bloomberg. “Esiste l’articolo 53 della Costituzione, dove tutti sono chiamati a contribuire per le loro possibilità alle necessità delle nazioni – ha spiegato -, e andare a tassare i profitti a chi li ha fatti, è uno sforzo che tutto il sistema paese deve fare. Ci rivolgiamo a tutti, prevalentemente taglieremo spese ma un concorso per quanto riguarda le entrare ci sarà”.


“Non ci sarà più la narrativa come in passato sugli extra profitti bancari dal momento che in quel momento le banche facevano più profitti. Paradossalmente, oggi l’industria di chi produce armi, con tutte queste guerre… uno può dire che va particolarmente bene, è una situazione di mercato favorevole, produce utili superiori”. “Sono convinto che alla fine troveremo una situazione equilibrata”, ha concluso Giorgetti.

Assicurazioni, Ue avvia una procedura di infrazione sull’Italia

Assicurazioni, Ue avvia una procedura di infrazione sull’ItaliaRoma, 3 ott. (askanews) – La Commissione europea ha deciso di avviare procedure di infrazione verso Germania, Italia e Austria, inviando lettere di costituzione in mora per il non corretto recepimento delle disposizioni della direttiva sulla distribuzione assicurativa. Con un comunicato, Bruxelles spiega che la direttiva stabilisce requisiti minimi per la distribuzione dei prodotti assicurativi nel mercato unico al fine di garantire un livello elevato di professionalità, trasparenza e protezione dei consumatori.


Le lettere di costituzione in mora riguardano disposizioni relative agli intermediari assicurativi controllati da soggetti di paesi terzi nel caso di Austria e Germania, si legge, disposizioni relative agli intermediari assicurativi a titolo accessorio che vendono prodotti assicurativi come aggiunta ai loro prodotti e servizi e disposizioni relative alla pubblicazione delle sanzioni nel caso della Germania e le norme sulle attività transfrontaliere degli intermediari assicurativi in regime di libera prestazione di servizi nel caso dell’Italia. Germania, Italia e Austria dispongono ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.

Manovra, Assotir: aumento accise su gasolio è stangata da 350 milioni

Manovra, Assotir: aumento accise su gasolio è stangata da 350 milioniRoma, 3 ott. (askanews) – “Per il settore dell’autotrasporto, lo stop allo sconto sulle accise del gasolio si traduce in una stangata da oltre 350 milioni di euro l’anno”. A lanciare l’allarme è il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, in merito all’ipotesi di allineare le aliquote sul gasolio a quelle sulla benzina, intervento che farebbe impennare il prezzo del diesel di 11 centesimi al litro.


“Sarebbe un salasso ingiustificato, del tutto iniquo – prosegue Donati – ma oltretutto non possiamo fare a meno di ricordare che alla vigilia elettorale le forze dell’attuale maggioranza avevano addirittura promesso di ridurre il costo delle accise”. Secondo Donati, “forse anche questo governo è pronto a cedere alle folgorazioni ambientaliste, quando tornano utili a fare cassa. Per questo diventa ancora più urgente riprendere il confronto con il ministro Salvini, sia in quanto ministro dei Trasporti, sia in quanto vicepremier”.


“Questa ipotesi – aggiunge Anna Vita Manigrasso, presidente nazionale di Assotir, – conferma che l’autotrasporto viene considerato come un settore da spremere ogni volta che se ne presenta l’esigenza. È una triste coincidenza il fatto che moltissimi addetti del settore, in queste settimane, stiano ricevendo gli ordini di pagamento del contributo all’ART (l’Autorità di Regolazione dei Trasporti) relativo al 2024, nonostante l’autotrasporto sia stato escluso da tale obbligo, con un’apposita norma approvata lo scorso anno”. L’Associazione annuncia subito che è pronta a dare battaglia all’aumento “sconsiderato delle accise sul gasolio”. Ma sottolinea anche che l’aumento delle accise non deve diventare un diversivo. Una volta ottenuto il dietro-front del governo, sarà necessario risolvere tutta una serie di problemi che da tempo affliggono il settore dell’autotrasporto. “Dobbiamo evitare trappole diversive – prosegue Manigrasso. – L’emergenza di turno (la pandemia, la recessione economica, o il caro-gasolio che sia), non deve impedire di affrontare la questione delle regole nuove necessarie per dare un futuro al settore. La priorità in particolare è la subvezione, ovvero quel fenomeno di intermediazione parassitaria che oggi fa prosperare tante società di ‘Trasportatori senza camion’”.

Mediobanca: no disdette ad Accordo consultazione, rinnovato al 2027

Mediobanca: no disdette ad Accordo consultazione, rinnovato al 2027Milano, 3 ott. (askanews) – L’accordo di consultazione tra soci di Mediobanca è “automaticamente rinnovato per altri tre anni sino al 31.12.2027”, in quanto “non sono pervenute disdette” entro i termini previsti. Lo riporta un avviso stampa pubblicato da piazzetta Cuccia nel quale si previsa anche che, per effetto di alcune variazioni intervenute, “la percentuale vincolata all’accordo è aumentata da 10,98% a 11,40% del capitale sociale”.


L’incremento, si spiega, è dovuto in parte all’apporto da parte di Finprog Italia di ulteriori 1,6 milioni di azioni, per una partecipazione complessiva pari a 6,1 milioni di azioni (0,73% del capitale), e in parte alla riduzione del numero delle azioni componenti il capitale sociale di Mediobanca per annullamento di azioni proprie in portafoglio.

Giornata di caos sui treni, un guasto a Roma paralizza la circolazione

Giornata di caos sui treni, un guasto a Roma paralizza la circolazioneRoma, 2 ott. (askanews) – Giornata di caos quella di oggi nella circolazione ferroviaria. Stamattina, mentre i pendolari si apprestavano a recarsi in stazione per prendere i treni, un guasto tecnico ha causato la disconnessione degli impianti di Roma Termini e Tiburtina, tagliando in due l’Italia. Numerose le cancellazioni. Intorno alle 8:30 è iniziata la garaduale ripresa della circolazione ma con forti ritardi già accumulati sia per i treni regionali, che per gli intercity e l’Alta velocità, con punte durante la giornata fino a 4 ore.


A metà mattinata, è poi intervenuto l’amministratore delegato di Rfi, società del gruppo Fs che ha in carico l’infrastruttura ferroviaria, Gianpiero Strisciuglio, che ad un evento di Trenitalia sul trasporto regionale al quale sarebbero dovuti intervenire anche l’ad del Gruppo Fs, Stefano Donnarumma e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, entrambi assenti, ha spiegato cosa è successo. “E’ avvenuto un guasto raro – ha detto – che ha colpito la cabina elettrica che alimenta gli impianti circolazioni nei nodi di Roma. I nostri operai sono intervenuti prontamente e alle 8:30 è stata ripristinata la circolazione ma con ritardi importanti. Sono in corso di accertamenti – ha concluso Strisciuglio -. Andremo a fondo nella verifica, perché siamo una grande azienda e non accettiamo questo tipo di guasti”. Donnarumma, che intanto si era recato alla sala operativa del gruppo per verificare gli strumenti e le risorse dispiegate in situazioni come quella di oggi, in un post sui social ha aggiunto che il personale du Rfi e Trenitalia si è attivato tempestivamente per affrontare le criticità e gli impatti sul traffico ferroviario. “Il Gruppo FS è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale nel campo dei trasporti – ha scritto il manager -. È per questo motivo che tutti noi ferrovieri dobbiamo continuare a dare il massimo per migliorare sempre più con efficienza ed efficacia, per garantire livelli di servizio ottimale ma anche saper gestire imprevisti come questi con lucidità e professionalità”.


Di chiodo piantato per errore su un cavo da parte di un’impresa privata addetta alla manutenzione, ha parlato poi il ministro Salvini: “il tempo di reazione di fronte a questo errore, e conto che il privato ne risponderà, non è stato all’altezza di quello che la seconda potenza industriale d’Europa deve avere”. “Ho chiesto che emergano le responsabilità e chi ha sulla coscienza i disagi creati oggi a migliaia di persone ne dovrà rispondere”, ha aggiunto il vicepremier specificando di aver chiesto una verifica su tutte le centraline di alimentazione in tutta Italia”.


In serata infine è intervenuta di nuovo Rfi che ha annunciato l’intenzione di prendere provvedimenti “anche di tipo contrattuale – nei confronti di tutti i soggetti che hanno commesso errori o non sono stati all’altezza della situazione”. Nel frattempo sono esplose le polemiche. L’associazione dei consumatori Codici chiede che vengano rimborsati i biglietti in maniera integrale. “Si è registrata l’ennesima giornata da incubo per chi si sposta in treno – ha detto Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – e questa volta quanto accaduto non può essere sanato applicando solamente il regolamento europeo. Alla luce dei pesanti ritardi che si sono registrati sulla rete ferroviaria e delle conseguenze per chi, ad esempio, doveva recarsi al lavoro e non l’ha potuto fare, è doveroso riconoscere il rimborso totale del costo del biglietto”.


Sul fronte sindacale, invece, la Fit-Cisl chiede a Rfi di far rientrare le attività di manutenzione a suo tempo esternalizzate. “Noi riteniamo – afferma il sindacato – che la soluzione per migliorare il servizio ferroviario non sia la privatizzazione poiché essa non produrrebbe nessun vantaggio per la collettività e neppure per il sistema ferroviario. La chiave del successo di Ferrovie dello Stato è il modello di gruppo integrato, come è stato fino ad oggi, e non una parcellizzazione in altri modelli organizzativi che in passato e in altri paesi non hanno prodotto i risultati attesi di miglioramento del servizio. Oggi più che mai è necessaria una internalizzazione delle attività manutentive svolte nell’ambito di impianti strategici”.

Giornata di caos sui treni, guasto a Roma paralizza circolazione

Giornata di caos sui treni, guasto a Roma paralizza circolazioneRoma, 2 ott. (askanews) – Giornata di caos quella di oggi nella circolazione ferroviaria. Stamattina, mentre i pendolari si apprestavano a recarsi in stazione per prendere i treni, un guasto tecnico ha causato la disconnessione degli impianti di Roma Termini e Tiburtina, tagliando in due l’Italia. Numerose le cancellazioni. Intorno alle 8:30 è iniziata la garaduale ripresa della circolazione ma con forti ritardi già accumulati sia per i treni regionali, che per gli inetrcity e l’Alta velocità, con punte durante la giornata fino a 4 ore.


A metà mattinata, è poi intervenuto l’amministratore delegato di Rfi, società del gruppo Fs che ha in carico l’infrastruttura ferroviaria, Gianpiero Strisciuglio, che ad un evento di Trenitalia sul trasporto regionale al quale sarebbero dovuti intervenire anche l’ad del Gruppo Fs, Stefano Donnarumma e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, entrambi assenti, ha spiegato cosa è successo. “E’ avvenuto un guasto raro – ha detto – che ha colpito la cabina elettrica che alimenta gli impianti circolazioni nei nodi di Roma. I nostri operai sono intervenuti prontamente e alle 8:30 è stata ripristinata la circolazione ma con ritardi importanti. Sono in corso di accertamenti – ha concluso Strisciuglio -. Andremo a fondo nella verifica, perché siamo una grande azienda e non accettiamo questo tipo di guasti”. Donnarumma, che intanto si era recato alla sala operativa del gruppo per verificare gli strumenti e le risorse dispiegate in situazioni come quella di oggi, in un post sui social ha aggiunto che il personale du Rfi e Trenitalia si è attivato tempestivamente per affrontare le criticità e gli impatti sul traffico ferroviario. “Il Gruppo FS è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale nel campo dei trasporti – ha scritto il manager -. È per questo motivo che tutti noi ferrovieri dobbiamo continuare a dare il massimo per migliorare sempre più con efficienza ed efficacia, per garantire livelli di servizio ottimale ma anche saper gestire imprevisti come questi con lucidità e professionalità”.


Di chiodo piantato per errore su un cavo da parte di un’impresa privata addetta alla manutenzione, ha parlato poi il ministro Salvini: “il tempo di reazione di fronte a questo errore, e conto che il privato ne risponderà, non è stato all’altezza di quello che la seconda potenza industriale d’Europa deve avere”. “Ho chiesto che emergano le responsabilità e chi ha sulla coscienza i disagi creati oggi a migliaia di persone ne dovrà rispondere”, ha aggiunto il vicepremier specificando di aver chiesto una verifica su tutte le centraline di alimentazione in tutta Italia”.


In serata infine è intervenuta di nuovo Rfi che ha annunciato l’intenzione di prendere provvedimenti “anche di tipo contrattuale – nei confronti di tutti i soggetti che hanno commesso errori o non sono stati all’altezza della situazione”. Nel frattempo sono esplose le polemiche. L’associazione dei consumatori Codici chiede che vengano rimborsati i biglietti in maniera integrale. “Si è registrata l’ennesima giornata da incubo per chi si sposta in treno – ha detto Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – e questa volta quanto accaduto non può essere sanato applicando solamente il regolamento europeo. Alla luce dei pesanti ritardi che si sono registrati sulla rete ferroviaria e delle conseguenze per chi, ad esempio, doveva recarsi al lavoro e non l’ha potuto fare, è doveroso riconoscere il rimborso totale del costo del biglietto”.


Sul fronte sindacale, invece, la Fit-Cisl chiede a Rfi di far rientrare le attività di manutenzione a suo tempo esternalizzate. “Noi riteniamo – afferma il sindacato – che la soluzione per migliorare il servizio ferroviario non sia la privatizzazione poiché essa non produrrebbe nessun vantaggio per la collettività e neppure per il sistema ferroviario. La chiave del successo di Ferrovie dello Stato è il modello di gruppo integrato, come è stato fino ad oggi, e non una parcellizzazione in altri modelli organizzativi che in passato e in altri paesi non hanno prodotto i risultati attesi di miglioramento del servizio. Oggi più che mai è necessaria una internalizzazione delle attività manutentive svolte nell’ambito di impianti strategici”.

Bce, Schnabel: ritorno inflazione a target diventa più probabile

Bce, Schnabel: ritorno inflazione a target diventa più probabileRoma, 2 ott. (askanews) – Nuovi segnali di apertura a un possibile taglio dei tassi di interesse a ottobre da parte di un esponente della Bce. “Non possiamo ignorare i venti contrari alla crescita. Con segni di attenuazione della domanda di lavoro e ulteriori progressi nella disinflazione, un rientro sostenibile dell’inflazione al nostro obiettivo del 2% in maniera tempestiva sta diventando più probabile, a dispetto della dinamica ancora elevata dei prezzi nei servizi e della solida crescita delle retribuzioni”. Lo ha affermato Isabel Schnabel, la componente tedesca del comitato esecutivo della Bce durante un intervento a una cerimonia commemorativa a Friburgo. (fonte immagine: ECB 2024).

Formula 1 e LVMH annunciano storica partnership globale di 10 anni

Formula 1 e LVMH annunciano storica partnership globale di 10 anniMilano, 2 ott. (askanews) – Mentre la Formula 1 si prepara a celebrare il suo 75° anniversario nel 2025, è stato annunciato oggi che LVMH diventerà un Global Partner dal 2025 in un nuovo accordo decennale. Come parte dell’accordo, diverse maison iconiche di LVMH saranno coinvolte nella partnership, tra cui Louis Vuitton, Moët Hennessy e TAG Heuer. Lo riporta un comunicato congiunto. “L’accordo senza precedenti tra il leader mondiale del lusso e l’apice del motorsport verrà lanciato all’inizio della prossima stagione in un momento di incredibile popolarità continua, rilevanza culturale ed entusiasmo generale per la Formula 1 come ponte tra sport e intrattenimento globali”, si legge nel comunicato.


“All’incrocio dei valori di creatività ed eccellenza del Gruppo LVMH con l’innovazione e le alte prestazioni della Formula 1, la partnership riunirà il meglio di questi due mondi e offrirà esperienze senza pari che combinano sport emozionante ed elegante art-de-vivre, corse ruota a ruota e artigianalità collaudata nel tempo, per appassionati, fan e clienti”. LVMH e i suoi team “condivideranno il loro eccezionale savoir-faire e spirito imprenditoriale con il mondo della Formula 1 attraverso ospitalità, attivazioni su misura, edizioni limitate e contenuti eccezionali”. Dalla nascita della Formula 1 nel 1950 fino ai giorni nostri, LVMH e le sue Maison hanno fatto parte di questo sport. Con questa nuova partnership, “sia la Formula 1 che LVMH sono entusiaste di scrivere nuovi capitoli di questa incredibile storia, con ciascuna Maison coinvolta che porterà la sua competenza, tradizione ed energia uniche per rafforzare la collaborazione”, conclude il comunicato. Ulteriori dettagli sulla partnership saranno annunciati all’inizio del 2025.

Confindustria, Orsini: rivedere sistema Ue quote emissioni CO2

Confindustria, Orsini: rivedere sistema Ue quote emissioni CO2Bruxelles, 2 ott. (askanews) – Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles ha chiesto che sia anticipata al più presto non solo la revisione del regolamento Ue sulle emissioni di CO2 dalle auto, compreso l’obiettivo di veicoli nuovi a zero emissioni nel mercato europeo entro il 2030, ma anche la revisione, prevista anche in questo casi al 2026, della normativa sulla “borsa dei permessi di emissioni” (sistema Ets, “Emission Trade System”). Il sistema Ets è stato da poco riformato per essere coerente con il nuovo l’obiettivo generale di ridurre del 55% le emissioni climalteranti nell’Ue entro il 2030.


“Uno dei temi” da rivedere del Green Deal, ha sottolineato Orsini, “è sicuramente la rivisitazione della norma sull’Ets, perché sta impattando tantissimo sulle nostre industrie. Penso ad esempio all’industria della ceramica, che ha in questo momento enormi problemi di competitività; e oggi i nostri grandi produttori non stanno pensando di incrementare le produzioni in Italia perché sappiamo benissimo che questa norma” con l’obiettivo del 2030 “impatterà tantissimo. E questo impatto genera il fatto che comunque siano fuori mercato, in confronto a paesi come l’India che invece sta inondando l’Europa con prodotti a un prezzo bassissimo che ovviamente non hanno queste regolamentazioni”. Il presidente di Confindustria ha precisato poi, sempre riguardo al tema dell’Ets, che “la ceramica indiana in Italia viene venduta a tre euro e mezzo; quella spagnola a 8,50 euro, grazie all’energia meno cara, la ceramica italiana a 12-13 euro. È un dato di questo lunedì o martedì, quando ho incontrato tutti i più grandi produttori di ceramica italiana. Nessuno di loro – ha riferito Orsini – sta pensando a un ulteriore investimento nel Paese e in Europa. Per andare al 2030 (cioè agli obiettivi Ue di riduzione delle emissioni previsti per quella data, ndr) sappiamo benissimo che si andrà ad assorbire il 5% del reddito di impresa” per pagare i permessi di emissione dell’Ets, ciò che “equivale agli investimenti totali del settore della ceramica”.


“La verità – ha detto ancora su questo tema il presidente di Confindustria – è che noi abbiamo settori come quello della ceramica che sono centralizzati in una regione, e lì si creerà il deserto, per una scelta fatta dall’Ue nel passato che danneggia un industria che dà un saldo positivo all’Europa di 30 miliardi”. “Secondo un dato di Terna del 30 di luglio – ha rilevato ancora Orsini -, il 19% dell’energia utilizzata dal Paese su 100 nei primi sette mesi dell’anno viene dalle fonti rinnovabili, solare ed eolico, è solo il 19%, poi c’è il 16% dall’idroelettrico, il 40% dal gas, il 20% dall’acquisto da altri paesi, compresa il nucleare francese di vecchia generazione, e poi abbiamo l’1% di carbone e il 7% di varie. Ma come facciamo – ha chiesto – a sostituire il 40% di gas, con tutto quello che abbiamo fatto, con gli obiettivi che ci aspettano per il 2030?”.


“Chiediamo – ha insistito il presidente di Confindustria – di fare subito la revisione” della nuova regolamentazione del sistema Ets, “perché sennò è un tema di competitività, di concorrenza. Qui nessuno più sta investendo. Abbiamo mappato gli investimenti: gli investimenti negli Stati Uniti sono stabili e in Cina stanno crescendo, ma gli investimenti dagli altri paesi verso l’Europa stanno crollando. Ma perché crollano? Crollano – ha lamentato – perché c’è la regolamentazione europea, i vincoli europei sono troppo alti in confronto alle richieste geopolitiche di altri paesi. “E una delle richieste, con la revisione – ha aggiunto a questo punto Antonio Gozzi, special adviser di Confindustria per l’autonomia strategica europea, presente alla conferenza stampa – potrebbe essere quella di riportare il sistema Ets a quello che era all’inizio: riservato esclusivamente all’industria e alle utilities, e non terreno di speculazione finanziaria dei fondi di investimento internazionali. Si può chiedere questo, o è una bestemmia? Ma dobbiamo per forza trasformare anche l’ambiente in una speculazione finanziaria?” ha chiesto Gozzi, precisando poi che il costo per le imprese delle quote di emissione del sistema Ets, oggi pari a 72 euro per tonnellata do CO2, “secondo le previsioni più ottimistiche aumenterà a 100-120 euro al 2030”.


Il sistema Ets, insomma, ha concluso Orsini, “ha generato una speculazione finanziaria per pochi”.

Stellantis, crollo vendite Usa nel 3 trim. -19,8% rispetto a 2023

Stellantis, crollo vendite Usa nel 3 trim. -19,8% rispetto a 2023New York, 2 ott. (askanews) – La casa automobilistica Stellantis ha riportato vendite negli Stati Uniti pari a 305.294 veicoli, nel terzo trimestre dell’anno, segnando un crollo del 19,8% rispetto al terzo trimestre del 2023. Le vendite hanno registrato una caduta libera, nonostante i tentativi del CEO Carlos Tavares di correggere quelli che ha definito errori “arroganti”. Rispetto al II trimestre il calo è stato dell’11,5%.


Stellantis ha dichiarato allo stesso tempo che le sue iniziative per aumentare le vendite e correggere gli errori passati stanno iniziando a dare i loro frutti. La casa automobilistica ha citato un aumento della quota di mercato durante il terzo trimestre dal 7,2% all’8%, nonché una riduzione dell’11,6% del suo inventario di veicoli negli Stati Uniti. Tutti i marchi di Stellantis, ad eccezione del brand Fiat, hanno registrato cali nelle vendite. Il titolo, in questo momento, registra un leggero calo dello 0,04%, tuttavia durante l’anno le azioni della società a Wall Street sono scese del 41%.