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Usa, sgambetto danese a Trump: Maersk rileva ferrovia Canale Panama

Usa, sgambetto danese a Trump: Maersk rileva ferrovia Canale PanamaRoma, 2 apr. (askanews) – Mentre la Casa Bianca tiene sotto pressione la Danimarca, ostentando interesse per il controllo della Groenlandia, la multinazionale danese Moeller Maersk ha rilevato la proprietà di una ferrovia che collega i due scali portuali del Canale di Panama. Lo riferisce il Financial Times, secondo cui la mossa del gigante globale del trasporto marittimo limita le capacità di influenza degli Usa sull’infrastruttura chiave, proprio mentre il presidente Donald Trump sta cercando di rafforzare la presa sul Paese centro americano.


La mossa è stata annunciata da una controllata del gruppo, la Apm Terminals che con una nota ha riferito che rileverà la Panama Canal Railway Company dalla Canadian Pacific Kansas City Limited e dalla Lanco Group/Mi-Jack. La società gestisce una linea ferroviaria singola da 76 chilometri che collega gli scali del canale sull’Atlantico e sul Pacifico. (fonte immagine Apm Terminals).

Bce, primo aumento da 2 anni per tassi su nuovi mutui eurozona

Bce, primo aumento da 2 anni per tassi su nuovi mutui eurozonaRoma, 2 apr. (askanews) – A febbraio, dopo oltre un anno di cali, il tasso medio sui nuovi mutui erogati dalle banche nell’area euro è leggermente aumentato, in misura limitata – 8 punti base in più o 0,08 punti percentuali, al 3,33% – secondo l’ultima rilevazione effettuata dalla Banca centrale europea. Ma si tratta di fatto del primo aumento di un qualche rilievo da oltre due anni, peraltro molto più marcato per i mutui a tasso fisso prestabilito tra 5 e 10 anni. E questa dinamica, se confermata, potrebbe riflettere il mutamento delle aspettative dei mercati sulle future decisioni dell’istituzione, determinato dalle crescenti tensioni commerciali con gli Usa per i dazi e una eventuale imminente pausa nella manovra di tagli.


Al tempo stesso il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese non finanziarie ha invece continuato a calare, 15 punti base in meno al 4,10%, sempre secondo la Bce. Il tasso medio per i nuovi depositi bancari di correntisti di durata prestabilita è sceso di 13 punti base al 2,21% mentre il tasso sui depositi a vista è rimasto fermo al limitato 0,32%. Tornando ai mutui (i prestiti alle famiglie per l’acquisto di una abitazione), il maggior aumento rilevato dalla Bce riguarda quelli che prevedono un tasso fisso tra 5 e 10 anni, in questo caso l’incremento è stato di ben 49 punti base in un mese, quasi mezzo punto percentuale, al 3,37%.


Guardando al tasso composito sui nuovi mutui menzionato inizialmente (salito al 3,33%) si tratta del primo aumento rilevato dalla Bce dal gennaio del 2022, salvo un incremento di 1 punto base registrato nell’aprile del 2024, secondo le tabelle storiche. Il tasso medio aveva iniziato a calare nel dicembre del 2023, al termine di un percorso di drastica risalita che era iniziato, appunto, nel gennaio del 2022 e rifletteva le attese sulle future decisioni di aumento dei livelli ufficiali della Bce. La Bce ha iniziato ad alzare i tassi ufficiali dell’area euro solo nel giugno del 2022, ma i tassi di mercato, quelli praticati dalle banche, tendono a muoversi con un certo anticipo rispetto alle sue mosse. Sarà quindi da verificare se il dato di febbraio sia un caso isolato oppure no.


La Bce ha nuovamente tagliato i tassi lo scorso marzo e il consiglio direttivo monetario, che assume le decisioni sui tassi, tornerà a riunirsi il 16 e il 17 di questo mese. Rispetto alle passate riunioni vi è una maggiore incertezza sulla possibilità che proceda ad una ulteriore riduzione, perché l’elevato quadro di incertezza potrebbe far propendere i banchieri centrali per una pausa. Gli ultimi dati sull’inflazione hanno però mostrato una nuova attenuazione, al 2,2%. Oggi nel corso di una intervista la presidente Christine Lagarde ha rilevato che ormai “è molto vicina” all’obiettivo del 2% sul medio termine, anche “se c’è ancora un po’ di lavoro da fare”, ha aggiunto.

Pil, Orsini: servono misure straordinarie, governo abbia coraggio

Pil, Orsini: servono misure straordinarie, governo abbia coraggioRoma, 2 apr. (askanews) – “In momenti difficili come questi servono misure straordinarie e coraggio straordinario. Quindi noi abbiamo bisogno che il nostro governo abbia coraggio e che l’Europa cambi rotta”. E’ l’appello lanciato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aprendo il convegno del Centro Studi.


“Credo che i numeri che vedete debbano farci riflettere. Io parto da due parole – ha spiegato il leader di Confindustria – che ho utilizzato negli ultimi mesi. Una di queste parole è ‘sveglia’ e l’altra è ‘il tempo è finito’. Ma ho capito che queste parole non vengono prese sul serio. E allora bisogna far capire quello che sta succedendo. Faccio allora l’esempio di una barca su un fiume, dove sappiamo che ad un kilometro abbiamo una cascata. Le imprese italiane e le imprese europee sono la barca sul fiume che sta ancora andando bene, ma siamo consapevoli che la cascata c’è e ci sarà”. “Dobbiamo quindi rimettere subito al centro gli investimenti”, ha avvertito Orsini spiegando che misure come 5.0 “non sono la reazione che serve”. Ma “noi abbiamo bisogno di mettere al centro gli investimenti e che vengano fatte politiche a sostegno delle imprese in Italia e in Europa”, ha sottolineato.


Necessarie, secondo Orsini, anche interventi sul fronte dell’energia: “l’Italia non può pagare il 78-80% in più della Francia. Non saremo mai attrattivi per le produzioni industriali europee ed industriali”. E, poi, occorre agire anche sulla burocrazia che “vale 80 miliardi di euro all’anno per le piccole e medie imprese, più di tre finanziarie”.

Confindustria taglia Pil 2025 a +0,6%, con escalation dazi giù a +0,2%

Confindustria taglia Pil 2025 a +0,6%, con escalation dazi giù a +0,2%Roma, 2 apr. (askanews) – Confindustria rivede al ribasso le stime di crescita per il 2025 dell’economia italiana. Secondo le previsioni del Centro Studi dell’associazione, quest’anno il Pil rallenta a +0,6%, da +0,9% stimato a ottobre scorso. Nel 2026 l’economia riprende slancio e la crescita sale a +1%. Ma un’escalation protezionistica potrebbe determinare un Pil in caduta a +0,2% nel 2025 e a +0,4% nel 2026. Il rischio è poi la fuga di aziende e capitali negli Usa.


Nelle previsioni di primavera, gli economisti del Csc avvertono: “un’eventuale escalation protezionistica che comporti un persistente, invece che temporaneo, innalzamento dell’incertezza (+80% sul 2024), l’imposizione di dazi del 25% su tutte le importazioni Usa, comprese quelle dall’Europa, e del 60% dalla Cina e l’applicazione di ritorsioni tariffarie sui beni di consumo Usa esportati, avrebbe un impatto cumulato negativo sul Pil italiano, misurato come scostamento rispetto allo scenario base, del -0,4% nel 2025 e del -0,6% nel 2026”.

Bce, Lagarde: siamo molto vicini al nostro obiettivo di inflazione

Bce, Lagarde: siamo molto vicini al nostro obiettivo di inflazioneRoma, 2 apr. (askanews) – Nell’area euro sull’inflazione “siamo venuti da una situazione molto alta, che è stata dovuta a una combinazione di shock, e ora siamo molto vicini al target, quindi il processo di disinflazionistico è molto ben avviato”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde durante una intervista a Newstalk. “Non siamo ancora all’obiettivo. C’è ancora un po’ di lavoro da fare ma siamo piuttosto soddisfatti del lavoro fatto, l’obiettivo di inflazione che abbiamo è 2% sul medio termine in maniera sostenibile”.

IA, Lagarde (Bce): Ue non può correre il rischio di restare indietro

IA, Lagarde (Bce): Ue non può correre il rischio di restare indietroRoma, 1 apr. (askanews) – L’Europa, che sta ancora pagando iol prezzo di essere stata troppo lenta nello sfruttare Internet e l’ultima rivoluzione digitale, ora non può permettersi di ripetere lo stesso errore sull’intelligenza artificiale. “I rischi di restare indietro e di sottovalutarne il potenziale sono semplicemente troppo grandi per essere ignorati”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde aprendo la conferenza organizzata dall’istituzione monetaria sui temi legati all’IA.


“Inoltre – ha aggiunto – siamo di fronte a un quadro geopolitico in cui non possiamo più dare per scontato l’accesso senza problemi a nuove tecnologie sviluppate all’estero. Questa nuova realtà rafforza la necessità per l’Europa di attestarsi all’avanguardia sulla tecnologia”. Quindi, secondo Lagarde in Europa “dobbiamo rimuovere tutte le barriere che ci impediscano di essere in prima linea su questa rivoluzione. Ma dobbiamo anche prepararci agli impatti a livello umano e climatico di questa transizione. E dobbiamo iniziare subito”. (fonte immagine: ECB).

Auto, Elkann ha incontrato Trump alla Casa Bianca: serve chiarezza

Auto, Elkann ha incontrato Trump alla Casa Bianca: serve chiarezzaRoma, 1 apr. (askanews) – Incontro tra Donald Trump e il presidente di Stellantis John Elkann ieri pomeriggio alla Casa Bianca. Come riportato dai media Usa, nel corso dell’incontro il presidente Usa ha dichiarato, tra l’altro, di voler ripristinare standard meno rigidi sulle emissioni delle auto.


Elkann era presente in qualità di responsabile di uno dei maggiori produttori automobilistici degli Usa, con l’obiettivo di proseguire il dialogo con il presidente e la sua Amministrazione in questo momento cruciale per il futuro dell’industria automobilistica statunitense. Tra i temi dell’incontro la competitività del sistema automotive nordamericano, su cui Elkann si era espresso la scorsa settimana in una call con gli analisti, oltre all’accessibilità economica dei prodotti fabbricati negli Stati Uniti e per le implicazioni sulla domanda. Come altri produttori automobilistici statunitensi, la cosa più importante per il mercato è la chiarezza. Il presidente di Stellantis avrebbe ribadito questa necessità.


Gli Usa rivestono particolare importanza per Stellantis: negli Stati Uniti il gruppo impiega circa 75.000 dipendenti, per un fatturato annuo di circa 63,5 miliardi di euro e consegne pari a circa 1,4 milioni di veicoli.

Eurozona, disoccupazione mai così bassa: a febbraio calata al 6,1%

Eurozona, disoccupazione mai così bassa: a febbraio calata al 6,1%Roma, 1 apr. (askanews) – Mai così bassa la disoccupazione complessiva dell’area euro: con 70.000 disoccupati in meno a gennaio rispetto al mese precedente, al 6,1% il tasso di disoccupazione medio ha segnato un nuovo minimo storico. Lo confermano da Eurostat, ricordando che le serie storiche su questa voce iniziano nel 2000.


A gennaio la disoccupazione nell’area valutaria era stata del 6,2% e nel febbraio del 2024 si attestava al 6,5%. Secondo l’ente di statistica comunitario, in un anno i disoccupati totali nell’area sono diminuiti di 643 mila unità e ora se ne contano 10 milioni 580 mila. Guardando a tutta l’Ue a 27, i disoccupati assommano a 12 milioni 677 mila, anche in questo caso risultano in calo, al 5,7% a febbraio dal 5,8% di gennaio. (fonte immagine: Eurostat).

Euro digitale, Cipollone: avrà capacità multivaluta simili a Tips

Euro digitale, Cipollone: avrà capacità multivaluta simili a TipsRoma, 1 apr. (askanews) – Piero Cipollone, l’italiano che siede nel Comitato esecutivo della Bce e che ha la responsabilità sui sistemi di pagamento, è tornato a perorare la causa della creazione di un euro digitale. Nel corso di un evento organizzato dalla Banca centrale della Croazia, ha sostenuto che ci si trova “a un crocevia” sui sistemi di pagamento mentre “l’attuale quadro geopolitico rischia di frammentare il sistema globale, portando potenzialmente a inefficienze e riducendo la trasparenza”.


Questo mentre anche su questi temi sembra profilarsi una divisione tra Unione europea e Stati Uniti, mentre le grandi economie emergenti si muovono verso una loro autonomia. “Dobbiamo sviluppare alternative più sicure e accessibili per rendere i pagamenti globali più economici, veloci e trasparenti – ha detto Cipollone – senza compromettere integrità, stabilità e sovranità”.


L’esponente della Bce ha invece puntato il dito contro “le spinte dagli stati Uniti per mantenere la dominanza del dollaro tramite la promozione globale di Stablecoin. Sebbene le Stablecoin possano essere raccontate come una soluzione a un problema, di fatto creano nuovi problemi – ha sostenuto – che richiedono soluzioni se non vengono regolamentate in maniera appropriata”. E secondo Cipollone, “dato che il 99% delle Stablecoin sono denominate in dollari la loro espansione potrebbe fare leva sulla base di utenti delle big tech portando a una digitalizzazione del dollaro, che potrebbe indebolire l’efficacia della politica monetaria e aumentare i rischi sulla stabilità finanziaria, amplificando i deflussi di capitali conseguenti a shock negativi”.


Cipollone ha anche citato l’accelerazione delle attività delle economie emergenti per creare piattaforme monetarie alternative, dopo che la Russia è stata estromessa dal sistema di pagamenti Swift operato da Ue e Usa. Ha ricordato che al vertice del 2024 dei Brics – acronimo per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, a cui però partecipavano anche molti altri paesi emergenti – è stato concordato di valutare la fattibilità di creare un sistema autonomo di regolazione di pagamenti e depositi, per svincolarsi dal sistema Swift. D’altra parte, Cipollone ha rivelato che anche il progetto chiave su cui la Bce sta lavorando da anni in questo ambito, l’euro digitale “è disegnato con capacità multivaluta simili a quelle di Tips”, il sistema di pagamenti istantanei. “In pratica, questo significa che i paesi non euro potrebbero utilizzare l’infrastruttura dell’euro digitale per offrire le loro valute digitali, facilitando le transazioni tra queste monete”. Rispettando la sovranità di Paesi terzi “l’euro digitale – ha detto – potrebbe così offrire una soluzione per trasferimenti internazionali di valuta della Banca centrale e servire come piattaforma per l’innovazione sui pagamenti trans frontalieri”.


Caratteristiche, quindi, con cui potrebbe crearsi un antagonismo con il ruolo del dollaro negli scambi internazionali. Il tutto mentre gli Stati Uniti hanno adottato un approccio molto diverso su questi temi con l’amministrazione Trump. Innanzitutto è stato vietato alla Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, di perseguire un dollaro digitale, ossia una valuta digitale della Banca centrale (Cbdc). Diversi esponenti dei repubblicani vedono le Cbdc con forte sospetto, ritengono infatti che possano finire per essere utilizzate come strumenti di controllo Statale dei consumatori. Non a caso tra le prime giurisdizioni a esplorare questa strada vi è stata la Cina. Parallelamente Washington ha deciso misure per favorire lo sviluppo di Criptoasset e Stablecoin, che sono iniziative del settore privato. Anche su questo quindi, oltre che sul commercio internazionale, sui dazi, su Russia e guerra in Ucraina, sembra aprirsi una frattura tra Usa e Unione Europea. (fonte immagine: ECB).

Lavoro, l’Istat: a febbraio la disoccupazione cala al 5,9%

Lavoro, l’Istat: a febbraio la disoccupazione cala al 5,9%Roma, 1 apr. (askanews) – A febbraio il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,3 punti), quello giovanile al 16,9% (-1,4 punti). Il calo delle persone in cerca di lavoro (-4,9%, pari a -79mila unità) interessa gli uomini, le donne e tutte le classi d’età. Lo ha reso noto l’Istat.


La crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +33mila unità) coinvolge gli uomini e i 25-34enni a fronte di un calo tra le donne e nelle altre classi d’età ad eccezione dei 15-24enni, per i quali si registra una sostanziale stabilità. Il tasso di inattività sale al 32,9% (+0,1 punti). Continuano a crescere gli occupati: a febbraio sono aumentati di 47mila unità rispetto al mese precedente e di 567mila unità su base annua. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il numero di occupati è salito a 24 milioni 332mila. La crescita rispetto al mese precedente coinvolge gli autonomi, che salgono a 5 milioni 170mila, e i dipendenti a termine (2 milioni 710mila), mentre sono sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti (16 milioni 451mila).


L’aumento dell’occupazione, +0,2% su base mensile (pari a +47mila unità), riguarda le donne, i dipendenti a termine, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni per i quali, come avviene per gli uomini, il numero di occupati diminuisce. Il tasso di occupazione sale al 63% (+0,1 punti). A febbraio 2025, il numero di occupati supera quello di febbraio 2024 del 2,4% (+567mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 15-24enni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre per i 25-49enni si osserva una diminuzione. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 1,1 punti percentuali.