UniCredit, Orcel: Ops su Banco Bpm deve creare valore o non la faremoMilano, 27 mar. (askanews) – L’operazione con Banco Bpm “deve aver senso da un punto di vista di creazione di valore o non la faremo”. Lo ha detto il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, nel corso del suo intervento all’assemblea dei soci della banca chiamata, tra le altre cose, ad approvare l’aumento di capitale a servizio dell’Ops.
“Quindi una eventuale combinazione con Bpm verrà sempre valutata se atta o meno a migliorare una base già molto attraente per tutti gli altri stakeholder, se eseguita alle giuste condizioni. Altrimenti, torneremo al nostro piano base. Abbiamo una entusiasmante storia di ulteriore crescita organica davanti a noi, che consoliderà la nostra redditività e ci permetterà di continuare a distribuire ai nostri azionisti al vertice del settore per i prossimi tre anni”. “Avevamo ragione noi a considerare l’offerta” su Banco Bpm “escludendo Anima, viste le incertezze che poteva comportare, e oggi le vediamo”, ha sottolineato Orcel all’indomani della notizia sul parere negativo della Bce sull’applicazione del cosiddetto Danish Compromise. “Come ormai è noto tale offerta ha caratteristiche che potrebbero aumentare, mantenere inalterato o diminuire il valore di Bpm e che ci riserviamo di valutare una volta che l’offerta di Anima sarà conclusa”.
L’Agenzia delle Entrate: oltre 1.200 miliardi sono difficilmente recuperabiliRoma, 27 mar. (askanews) – Il 40% del magazzino fiscale, pari al 31 gennaio 2025 a 1.279,8 miliardi di euro, “appaiono di difficile recuperabilità”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, nel corso di un’audizione alla Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale.
“I crediti residui appaiono per circa il 40% del loro importo di difficile recuperabilità – ha spiegato Carbone – per le condizioni soggettive del contribuente (149 miliardi di euro sono dovuti da soggetti interessati da procedure concorsuali, 224,4 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate, 138,9 miliardi da soggetti che, in base ai dati presenti nell’Anagrafe Tributaria, risultano nullatenenti)”.
Banche, Buch (Bce): Risiko Italia? “Leggiamo giornali, interessante”Roma, 27 mar. (askanews) – La vigilanza bancaria della Bce applica ai progetti di fusioni bancarie transfrontaliere in Europa gli stessi criteri che usa per valutare le aggregazioni su base nazionale e non pone alcun ostacolo in tal senso su queste operazioni. Lo ha ribadito la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch durante una audizione al Parlamento europeo. E interpellata sul “risiko” bancario nella Penisola ha replicato: “leggiamo i giornali e la situazione italiana è interessante. Ma tutto quello che dico in questa sede non va attribuito a casi specifici: posso non posso parlare delle singole banche”.
In generale, quindi, secondo Buch l’autorità di vigilanza ha “ruoli molto chiari su quello che deve fare nell’approvare le operazioni. Le regole dicono chiaramente che dobbiamo valutare le fusioni da un punto di vista prudenziale. Non siamo l’autorità sulla concorrenza, ma guardiamo come una fusione possa influenzare i criteri” chiave delle banche “quali siano le strutture di governance delle entità combinate. Ci atteniamo a questo mandato – ha proseguito – non abbiamo un mandato politico e non possiamo prendere decisioni politiche”. “E guardiamo anche alle fusioni transnazionali su cui applichiamo gli stessi tipi di criteri per le fusioni nazionali. Nulla di quello che facciamo si frapporrebbe alle fusioni transfrontaliere. Questo – ha concluso – è importante anche nel contesto in cui queste discussioni possono avvenire”. (fonte immagine: European Parliament).
Borse europee giù: Milano -0,3%, dazi Trump affondano l’automotiveMilano, 27 mar. (askanews) – Le borse europee recuperano terreno a metà mattina, ma i principali listini restano in rosso dopo l’ondata di dazi annunciati nella notte da Donald Trump. Milano lascia sul terreno lo 0,45%, peggio per Francoforte che flette dello 0,95% e Londra -0,7%. Parigi lascia lo 0,6% e Amsterdam -0,3%, mentre Madrid limita le perdite allo 0,3%.
L’Euro Stoxx 50 segna -0,3%. Tra i titoli più pesanti d’Europa ci sono quelli dell’automotive, appesantiti proprio dai dazi statunitensi al 25% che scatteranno la prossima settimana. L’indice che racchiude titoli europei del settore perde il 2,61%, con Michelin (+0,72%) e Renault (+1%) i soli che navigano in territorio positivo. Tra i costruttori, perde terreno Stellantis -3,67%, non va meglio a Mercedes -3,32%, Porsche -3,2% e Bmw -2,16%. Volkswagen lascia l’1,95% mentre Ferrari limita le perdite all’1,09%.
Bce: poche fusioni transfrontaliere di banche Ue ma dinamiche attiveRoma, 27 mar. (askanews) – La vigilanza bancaria della Bce rileva “dinamiche attive di consolidamento” tra le banche in Europa, ma nel suo rapporto annuale avverte che nel 2024 “il numero di operazioni di consolidamento transfrontaliero è rimasto esiguo”.
Questo, appunto, “nonostante siano emerse dinamiche attive di consolidamento e trasformazione”. Un possibile riferimento indiretto anche alle mosse di UniCredit sulla tedesca Commerzbank, operazione che nello studio non viene comunque menzionata. Sempre nel 2024 il numero di banche più piccole (Lsi o “enti meno significativi”) ha continuato a ridursi, dice ancora la Bce, principalmente a seguito di fusioni, sebbene siano state concesse alcune autorizzazioni all’esercizio dell’attività a nuove società fintech. Il 77 per cento del totale degli Lsi europei ha sede in Germania e Austria. La maggior parte delle variazioni strutturali in tale settore nel 2024 è connessa alle fusioni di 43 enti, prevalentemente con sede in Germania.
Bce, Buch: concentrati su solidità banche e stabilità finanziariaRoma, 27 mar. (askanews) – Sicurezza e la solidità delle banche vigilate e stabilità del sistema finanziario. Sono i due elementi chiave di impegno istituzionale citati dalla presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch, nel suo editoriale al rapporto annuale. “Accanto agli sforzi di vigilanza, un solido quadro normativo, orientato alla resilienza, è fondamentale per preservare la stabilità”, aggiunge.
Secondo Buch servono progressi legislativi sulla gestione delle crisi e sulla tutela dei depositi, per consentire gestire in modo più efficace i fallimenti bancari e proteggere i correntisti. In una sorta di lista di propositi l’eponente della Bce, che a breve si recherà ad una audizione, cita la necessità di “completare l’unione bancaria e fare ulteriori passi avanti verso un’unione dei mercati dei capitali: priorità fondamentali per rafforzare la resilienza e l’integrazione del sistema finanziario europeo”. (fonte immagine: European Central Bank).
Eurocommissario Sefcovic prevede dazi Usa al 20% su tutti i Paesi UeRoma, 26 mar. (askanews) – Il commissario europeo al commercio internazionale, Maros Sefcovic si attende che i dazi degli Stati Uniti sulle importazioni dall’Unione Europea si attestino a un livello “nell’ordine del 20%” e che vengano applicati in maniera indifferenziata su tutti e 27 i Paesi membri. Lo riporta il Financial Times, citando quanto lo stesso Savic avrebbe detto a due fonti anonime al termine di alcune riunioni a Washington.
In questi incontri gli i negoziatori Usa non hanno fornito indicazioni su eventuali esenzioni rispetto ai dazi. Per parte sua Sefcovic ha avvertito che dazi di questa portata avrebbero effetti “devastanti” sull’economia Ue, hanno aggiunto le fonti citate dal quotidiano.
Bpm scivola sul Danish compromise: “Ma l’Opa Anima va avanti, già al 48%”Milano, 26 mar. (askanews) – Francoforte irrompe nel risiko italiano: la Banca centrale europea dà parere negativo a Banco Bpm sull’utilizzo dei benefici patrimoniali previsti dal Danish compromise per l’offerta su Anima e la Sgr diventa improvvisamente più cara. I soci di piazza Meda dovranno rinunciare a 1 miliardo di distribuzione al 2027 e il Cet 1 della banca si fermerà al 13%, contro il 14,4% dello scenario più favorevole. La decisione definitiva sull’applicazione del Danish Compromise arriverà dall’Eba nei prossimi giorni, ma l’effetto in Borsa è immediato: Banco Bpm lascia sul parterre il 4,48% e scivola a 9,81 euro per azione, mentre Anima tiene botta e con il -0,43% si ferma a 6,94 euro per azione, ancorata ai sette euro offerti da Giuseppe Castagna.
Unicredit è spettatrice interessata, data l’Ops su piazza Meda: perde lo 0,47%, a 55,02 euro per azione. Tradotto: alla luce delle 0,175 azioni Unicredit proposte ai soci di Banco Bpm per ciascuna quota portata in adesione, lo sconto dell’Ops si riduce intorno al 2%. Banco Bpm ha fatto sapere di voler proseguire con l’Opa su Anima, anche senza Danish compromise. Domani è in agenda un consiglio di amministrazione, con al centro le evoluzioni dell’offerta. Intanto, le adesioni aumentano, avvicinando la banca alla soglia del 50%: oggi sono state consegnate azioni per l’1,16% del capitale, il totale che può controllare piazza Meda è salito al 48,4%.
I dubbi riguardano più le mosse di Unicredit e Andrea Orcel, grande protagonista delle manovre finanziarie in Italia e in Europa. Senza il Danish compromise per Anima, Banco Bpm diventa meno conveniente ma allo stesso tempo meno cara. Unicredit, come ha ricordato più volte nelle settimane scorse, potrebbe sfilarsi, appellandosi anche a una delle clausole di salvaguardia messe nero su bianco già a novembre, o potrebbe andare avanti, senza rilanci. Gli analisti sono divisi. Per Mediobanca, “il prezzo è la variabile chiave nel processo decisionale di Unicredit. Nonostante le notizie di oggi – scrivono gli analisti – man mano che il prezzo si allinea ai termini dell’offerta, vediamo sempre meno possibilità che Unicredit si ritiri dall’offerta di Banco Bpm, data la forte compatibilità industriale e strategica dell’operazione”.
Gb, governo taglia spesa sociale mentre la rafforza sulla difesaRoma, 26 mar. (askanews) – Il governo della Gran Bretagna ha annunciato consistenti tagli alla spesa sociale a fronte di aumenti delle spese sugli armamenti, mentre in parallelo l’ufficio indipendente di valutazione sui conti pubblici ha dimezzato le previsioni di crescita economica. La nuova programmazione pluriennale è stata presentata in Parlamento dal cancelliere per lo Scacchiere, l’equivalente di ministro delle Finanze, Rachel Reeves.
Sempre oggi l’Office for Budget Responsability ha pubblicato un’analisi secondo cui i tagli alla spesa preannunciati dovrebbero consentire di risparmiare fino a 14 miliardi di sterline cumulativi per l’anno fiscale 2029-2030, intervenendo sul deterioramento delle prospettive dei conti pubblici che si era verificato a seguito delle precedenti misure espansive. Anche così, secondo questa analisi l’indebitamento del Regno Unito risulterà più elevato per 3,5 miliardi di sterline, lo 0,6% del Pil, alla fine del periodo in esame e rispetto alle precedenti previsioni. Nel pomeriggio i rendimenti dei titoli di stato Gb decennali (Gilt) si limano di circa 3 punti base, al 4,73%. La sterlina cede marginalmente a 1,2896 dollari.
La manovra segna di fatto una parziale marcia indietro in marito ai precedenti piani di aumento della spesa in deficit del governo laburista guidato da Keir Starmer, dopo che questi ultimi hanno causato allarmanti pressioni sui titoli di Stato del Regno Unito. Adottiamo “la scelta responsabile di ridurre i livelli del debito e del ricorso al finanziamento di mercato sui prossimi anni, così che possiamo spendere di più sulle priorità per i lavoratori”, ha detto Reeves.
E dato che “viviamo in un mondo incerto”, ha aggiunto, le spese in difesa aumenteranno al 2,5% del Pil, mentre per contribuire a questo aumento verranno ridotte le misure di aiuto all’estero. L’Obr ha poi tagliato al più 1% la previsione di crescita economica di per quest’anno, a fronte del precedente più 2%, mentre per il resto del periodo in esame stima una espansione media annua dell’1,75%. (fonte immagine: UK Parliament).
Bce, Panetta: sui tassi resti pragmatica e guardi all’inflazioneRoma, 26 mar. (askanews) – Piuttosto che perdersi in dibattiti su quale sia lo sfuggente livello neutrale dei tassi, per decidere le sue future mosse la Banca centrale europea deve seguire un approccio “pragmatico” e usare come riferimento le previsioni sull’inflazione e sull’economia in generale. Lo sostiene il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta in un articolo pubblicato oggi sul Financial Times, intitolato “La Bce deve restare pragmatica nelle decisioni sui tassi di interesse”.
Come tutti i suoi pari nell’area euro, Panetta partecipa al Consiglio direttivo della Bce che, ogni sei settimane, decide i parametri chiave della politica monetaria comune, innanzitutto fissando i tassi di riferimento. Dopo le riduzioni effettuate negli ultimi mesi, il dibattito è andato focalizzandosi sempre più su quale sia il livello di neutralità dei tassi, in particolare su quello che gli economisti chiamano R-star, il livello a cui la linea monetaria non ha effetti né espansivi né restrittivi sull’economia. Il problema è che “R-star è invisibile e si muove. Si sposta nel corso del tempo – scrive Panetta – plasmato da forze strutturali come la demografia, i progressi tecnologici e le preferenze sui rischi. Peggio ancora, può essere stimato solo attraverso modelli o indagini caratterizzati da incertezza. Per l’area euro le stime attuali spaziano tra l’1,5 e il 2,5% in termini nominali”.
Quindi, cercare di usare questa misura ipotetica ora che si ritiene che i tassi siano diventati “notevolmente meno restrittivi” nell’area euro risulterebbe molto problematico. Il banchiere centrale fa il paragone con il sistema di geolocalizzazione satellitare GPS, se ci fosse un margine di errore di 5 km e si è distanti 500 km dalla destinazione la direzione di marcia “è chiara”, ma ma quando ci si avvicina a pochi chilometri dalla meta, la scarsa precisione diventa problematica. Per questo “quando i tassi di interesse si avvicinano alla neutralità, bisogna focalizzarsi sulle previsioni di inflazione e sulle prospettive macroeconomiche”. Se i tassi di interesse si trovano in quella che Panetta chiama “l’area grigia” del R-star e l’inflazione sta calando verso l’obiettivo e la crescita economica resta debole “è plausibile che la politica monetaria risulti ancora restrittiva”, prosegue.
Il livello di neutralità dei tassi può essere utile per valutare il quadro complessivo “ma non deve dettare la linea”. E “in questa fase – insiste – le previsioni di inflazione forniscono un riferimento migliore”. Al momento la debolezza economica sta creando pressioni a ribasso sull’inflazione e “una stagnazione prolungata potrebbe spingerla al di sotto dell’obiettivo del 2% della Bce. Le tensioni globali potrebbero scoraggiare ulteriormente consumi e investimenti”. D’altro canto Panetta riconosce che vi sono nuovi elementi di incertezza rilevanti, tra cui lo “spettro dei dazi commerciali” annunciati dall’amministrazione Trump “che dominano tra le notizie. Nel frattempo la sospensione del freno all’indebitamento in Germania e i piani per una difesa europea comune potrebbero introdurre grandi stimoli di bilancio”.
“Gli shock sono abbondanti e lungi dal dissiparsi. In questo contesto fissarsi sul sé la linea vada giudicata come ‘restrittiva’, rischia di sbilanciare l’attenzione sulla galassia R-star laddove bisognerebbe focalizzarsi sull’orizzonte dell’inflazione, e sul se la linea sia appropriata per raggiungere l’obiettivo del 2%. La Bce – conclude Panetta – deve restare pragmatica e basare le sue decisioni sui dati”.