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Nuovo Codice Appalti, Stronati: salvaguardia salari e revisione prezzi

Nuovo Codice Appalti, Stronati: salvaguardia salari e revisione prezziRoma, 28 nov. (askanews) – Audizioni in corso presso la Commissione VIII della Camera in merito allo Schema di Decreto Legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36”. Su questo decreto correttivo al nuovo Codice Appalti Askanews ha raccolto l’opinione di Massimo Stronati presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi.


Nuovo codice dei contratti pubblici, ovvero come aumentare la produttività e salvaguardare i salari per uscire dalle secche dei ribassi? “Proprio in questo quadro si comprende l’impianto dell’articolo 11 del nuovo codice dei contratti pubblici, che mette in relazione diretta ed esplicita l’appalto al contratto del lavoro, collegando così l’affidamento pubblico al salario. La stazione appaltante deve cioè indicare il cnnl strettamente connesso all’oggetto dell’appalto. E’ sicuramente un passo in avanti – dichiara Stronati -. Le modifiche apportate con il correttivo attualmente all’esame delle camere sono necessarie e possono essere utili nella misura in cui serviranno per chiarire il concetto di equivalenza, affinché cioè, sia misurabile più agevolmente da parte delle stazioni appaltanti, rendendo così concreta la connessione tra appalto e ccnl sancita dall’articolo 11, che ha anche il pregio di riconoscere il ruolo della contrattazione, oltre quello di tendere ad evitare il dumping contrattuale e la compressione dei salari. Certo ci sono attività che si sviluppano trasversalmente in più settori che vanno tutelate cosi come è impensabile che siano le stazioni appaltanti ad assumersi la responsabilità di razionalizzare l’attività di rappresentanza ed in questo senso credo si muovano le modifiche apportate con il correttivo, che però, come detto, devono servire a rendere cogente ed concretamente applicabile il principio affermato dall’articolo 11”.


C’è poi l’aspetto di come investire sull’economia sociale. Serve una revisione dei prezzi? “La cosiddetta “economia dei servizi” – risponde ancora Stronati – rappresenta da anni un ambito di molteplici attività in costante espansione, che alla luce delle transizioni in atto sono chiamate a professionalizzarsi costantemente. Per il loro sviluppo gli acquisti pubblici rappresentano una leva fondamentale. Attraverso l’acquisto di beni e servizi i decisori pubblici posso immettere nel sistema risorse economiche creare occupazione salari dignitosi e inclusione sociale, garantendo opere e servizi adeguati alle crescenti esigenze della collettività. Si tratta di uno dei meccanismi più articolati che un’economia moderna può utilizzare. In questo contesto il codice dei contratti pubblici è un riferimento determinante soprattutto alla luce delle transizioni in atto, del loro impatto in termini burocratici, nonché dei costi che molte imprese si trovano ad affrontare. In virtù di tutto questo è fondamentale garantire un meccanismo di revisione prezzi snello chiaro e certo che non si presti ad interpretazioni incerte e non generi confusioni. Siamo quindi preoccupati per le modifiche apportate su questo tema con il correttivo, ci saremmo aspettati un intervento nella direzione opposta, a sostegno cioè di un meccanismo chiaro e certo di revisone prezzi senza incertezze di sorta”.

Confindustria, Maria Anghileri verso presidenza Giovani Imprenditori

Confindustria, Maria Anghileri verso presidenza Giovani ImprenditoriRoma, 28 nov. (askanews) – Maria Anghileri verso la presidenza dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Anghileri, lecchese classe 1987, è candidata unica per la successione a Riccardo Di Stefano, presidente in scadenza degli industriali under 40.


In qualità di leader dei Giovani, Anghileri, chief operating officer del Gruppo Eusider, entrerà di diritto, nella squadra del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo Manzoni di Lecco, Anghileri si laurea a pieni voti in Giurisprudenza presso l’Università Commerciale Bocconi di Milano nel 2011 e nel 2015 si abilita alla professione di avvocato. Completa la sua formazione all’estero, con un corso alla Columbia University di New York e presso studi legali e organizzazioni internazionali. Nel 2019 infine frequenta alla Harvard Business School di Boston il programma di executive education Owner President Management Program. Dal 2013 al 2016 ha dapprima svolto la pratica forense e in seguito esercitato la professione di avvocato presso lo Studio Lombardi di Milano.


A partire da maggio 2016 entra nell’azienda di famiglia, il Gruppo Eusider, centro servizi siderurgico da quattro generazioni nel settore dell’acciaio, dove attualmente ricopre il ruolo di Chief Operating Officer. Il Gruppo opera attraverso 14 sedi dislocate in aree strategiche del territorio nazionale, impiega 500 addetti con un fatturato di 700 milioni di euro. Inizia la sua esperienza nel Movimento dei Giovani Imprenditori nel 2015. Diventa nel 2017 Membro del Consiglio di Presidenza di Confindustria Lecco Sondrio, con delega al progetto Elite. Nel 2018 ricopre la carica di vicepresidente Giovani Imprenditori di Confindustria Lecco Sondrio, con delega al Comitato Regionale e Vice Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia con delega al progetto Circular Economy. Nel luglio 2019 diventa vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, con Delega al Consiglio Nazionale e allo sviluppo di impresa. Infine, è delegata del Gruppo Giovani di Assolombarda per il progetto G20 Young Entrepreneurs’ Alliance – G20YEA.

Confindustria: a novembre 1 impresa su 2 prevede contrazione produzione

Confindustria: a novembre 1 impresa su 2 prevede contrazione produzioneRoma, 28 nov. (askanews) – Netto peggioramento delle aspettative delle imprese. La rilevazione di Confindustria per il mese di novembre segnala “un deciso peggioramento delle aspettative tra le grandi imprese industriali associate”. Quasi la metà delle aziende intervistate (46,9%) prevede una contrazione, moderata o significativa, della produzione industriale rispetto al mese precedente.


Rimane comunque elevata la percentuale di imprese che stimano una produzione stabile, attestandosi al 46,8%. Soltanto una piccola quota, il 6,3%, ipotizza un moderato incremento dell’attività produttiva, mentre nessuna prevede un aumento significativo, segnando un quadro negativo dopo mesi in cui la produzione era ritenuta stabile o in crescita. La domanda e gli ordini si confermano, secondo gli industriali, essere i principali punti di forza a sostegno della produzione nei prossimi mesi. Il saldo tra la quota di imprese che li considera fattori trainanti e quella che invece li ritiene ostacoli cresce significativamente, attestandosi al +7,8%.


La disponibilità di manodopera: torna ad essere un ostacolo rilevante per la produzione, dopo un cauto ottimismo dei mesi precedenti: saldo a -3,4% da -0,2%. I costi di produzione continuano a preoccupare le grandi imprese industriali. Il saldo, presenta un peggioramento: passando dal -1,5% rilevato a ottobre al -3,4%.


Rimangono stabilmente in territorio positivo i giudizi relativi alle condizioni finanziarie (+3%). In miglioramento, pur mantenendo un saldo negativo, le aspettative riguardo la disponibilità di materiali che passano dal -1,2% di ottobre al -0,3% di novembre.


Il sentiment sulla disponibilità degli impianti, che nella precedente rilevazione risultava pressoché stabile con un saldo di -1,3%, subisce un netto peggioramento, scendendo a -3,7% e diventando la principale fonte di preoccupazione per gli industriali.

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatori

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatoriRoma, 28 nov. (askanews) – A novembre sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori sia l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in diminuzione, da 97,4 a 96,6 e da 93,4 a 93,1 rispettivamente. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il clima di fiducia delle imprese scende per il terzo mese consecutivo rimanendo su un livello minimo da aprile 2021.


Tra i consumatori, si evidenzia un peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 99,7 a 97,8 e quello futuro si riduce da 95,0 a 93,8. Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7). Sul fronte delle imprese, l’indice di fiducia aumenta nella manifattura (da 85,8 a 86,5) e, soprattutto, nel commercio al dettaglio (da 103,8 a 106,7) mentre diminuisce nelle costruzioni (da 103,9 a 101,5) e nei servizi di mercato (l’indice passa da 95,2 a 93,7).


Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura i giudizi sul livello degli ordini migliorano mentre le aspettative sul livello della produzione diminuiscono; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, il saldo dei giudizi sugli ordini si rafforza in presenza di un deciso deterioramento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda. Passando al comparto dei servizi di mercato, si evidenzia un diffuso peggioramento di tutte le componenti; invece, nel commercio al dettaglio giudizi e aspettative sulle vendite registrano un’evoluzione positiva e il saldo dei giudizi sulle scorte rimane sostanzialmente stabile.

Usa, beni durevoli di ottobre +0,2%, stime a +0,5%

Usa, beni durevoli di ottobre +0,2%, stime a +0,5%New York, 27 nov. (askanews) – Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti, a ottobre, hanno registrato un dato in rialzo dello 0,2% rispetto al mese precedente a 286,6 miliardi di dollari, secondo quanto comunicato dal dipartimento al Commercio; le attese erano per un rialzo dello 0,5%. Il dato di settembre è stato rivisto da -0,8% a -0,4%. Escludendo gli ordini del settore trasporti, il dato è cresciuto dello 0,1%, dopo il +0,4% di settembre. Escludendo la difesa, il dato si è mostrato in rialzo dello 0,4%. Una misura chiave per gli investimenti aziendali, i nuovi ordini per beni capitali non nel settore della difesa, escludendo il settore aereo, ha registrato un dato in ribasso dello 0,2%.

Francia, differenziale tassi Oat su germania ai massimi dal 2012

Francia, differenziale tassi Oat su germania ai massimi dal 2012Roma, 27 nov. (askanews) – I crescenti rischi di sfiducia sul governo privo di maggioranza della Francia hanno contribuito a spingere il differenziale tra i titoli di Stato dell’Esagono e quelli della Germania ai massimi dal 2012. Lo riporta il Financial Times, secondo cui lo spread tra Oat decennali e Bund di scadenza equivalente ha toccato 90 punti base nel corso della seduta.


Successivamente il differenziale si attesta a 85 punti base. Va rilevato che al 3,02% i rendimenti dei titoli francesi decennali stanno registrando solo un marginale aumento, circa 1 punto base rispetto alla chiusura di ieri, mentre quelli tedeschi si limano di 3 punti base al 2,16%. Nel pomeriggio i rendimenti sui Btp italiani decennali si attestano al 3,41% con un differenziale rispetto ai Bund di 125 punti base, secondo Mts.


Il governo guidato da Michel Bernier ha elaborato un piano di bilancio per il prossimo anno per cui non ha i numeri per ottenere l’approvazione in Parlamento. Potrebbe far ricorso a uno strumento che consentirebbe di scavalcare questo ostacolo, dice il quotidiano, ma così facendo si esporrebbe a un voto di sfiducia su cui al momento manca sempre una maggioranza. Il tutto mentre da diversi giorni nell’Esagono si moltiplicano dure proteste degli agricoltori, che hanno inscenato una molteplicità di manifestazioni bloccando le attività su vari snodi usando i trattori.

Usa, confermato Pil +2,8% in 3° trim (seconda stima)

Usa, confermato Pil +2,8% in 3° trim (seconda stima)Roma, 27 nov. (askanews) – Il prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti è aumentato a un tasso annuo del 2,8 percento nel terzo trimestre del 2024, secondo la “seconda” stima pubblicata dall’U.S. Bureau of Economic Analysis. Nel secondo trimestre, il PIL reale era aumentato del 3,0 percento.


La stima del PIL pubblicata oggi si basa su dati di origine più completi rispetto a quelli disponibili per la stima “anticipata” pubblicata il mese scorso. Anche nella stima anticipata, l’aumento del PIL reale è stato anche del 2,8 percento.

Svimez, per il secondo anno Mezzogiorno cresce più del Centro-Nord

Svimez, per il secondo anno Mezzogiorno cresce più del Centro-NordRoma, 27 nov. (askanews) – Nel 2024, il Mezzogiorno cresce per il secondo anno consecutivo più della media del Centro-Nord: +0,9% contro +0,7%. Si riduce tuttavia sensibilmente lo scarto di crescita favorevole al Sud rispetto al 2023, quando il Pil del Sud era cresciuto quasi un punto percentuale sopra la media del Centro-Nord. E’ quanto emerge dal Rapporto Svimez 2024, presentato oggi a Roma.


La crescita più sostenuta del Mezzogiorno – si legge nel documento – è dovuta a una più robusta dinamica degli investimenti in costruzioni (+4,9% contro il 2,7% del resto del Paese) trainati dalla spesa in opere pubbliche del Pnrr. I consumi delle famiglie tornano, invece, in negativo nel 2024 (-0,1% contro +0,3% nel Centro-Nord), frenati dalla crescita dimezzata del reddito disponibile delle famiglie rispetto all’anno scorso (+2,3% nel 2024 contro il +4,5% del 2023) e da una dinamica dei prezzi in rallentamento, ma lievemente più sostenuta rispetto al resto del Paese. A politiche invariate, il 2025 rappresenta un anno di passaggio verso differenziali territoriali di crescita guidati da fattori strutturali sfavorevoli al Sud, a causa del rientro dalle politiche di stimolo agli investimenti privati e di sostegno ai redditi delle famiglie, solo parzialmente compensati dall’impatto positivo degli investimenti del Pnrr. Dal prossimo anno, la Svimez evidenzia i rischi di un ritorno alla “normalità” di una crescita più stentata al Sud rispetto al resto del Paese: nel 2025 il Mezzogiorno tornerà a crescere meno del Centro-Nord (+0,7% contro +1,0%), confermando questa tendenza nel 2026 (+0,8% contro 1,1%).


Nel triennio 2024-2026, al Sud gli investimenti del Pnrr valgono 1,8 punti percentuali di Pil meridionale (1,6 punti nelle regioni del Centro-Nord). In media, circa tre quarti della crescita del Pil del Mezzogiorno nel triennio è legata alla capacità di attuazione degli investimenti del Piano, a fronte di circa il 50% nel resto del Paese.

Sciopero, Landini: da Salvini attacco esplicito a diritto lavoratori

Sciopero, Landini: da Salvini attacco esplicito a diritto lavoratoriRoma, 26 nov. (askanews) – Con la precettazione il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo “Salvini ancora una volta attacca il diritto di sciopero. Perché questo è uno sciopero generale, il primo che noi proclamiamo quest’anno. E lo proclamiamo proprio per tutelare al meglio i diritti delle persone, che altrimenti non non sono tutelati, anche dalle politiche del governo. Questo è un attacco esplicito e penso che il problema vero è tutelare i cittadini da Salvini, non tutelarli da uno sciopero”. Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervistato a “Il cavallo e la torre” su Raitre sullo sciopero del 29 novembre.


“Non so se ha mai fatto un giro in metropolitana, sugli autobus, sui treni, o se vive da un’altra parte. Noi (lo sciopero) lo facciamo proprio perché vogliamo che si facciano degli investimenti, che si facciano le cose serie”, ha aggiunto. (fonte immagine: Rai3).

Fed, Fomc: se dati in linea con attese col tempo tassi più neutrali

Fed, Fomc: se dati in linea con attese col tempo tassi più neutraliRoma, 26 nov. (askanews) – I banchieri centrali degli Stati Uniti vedono altri tagli dei tassi di interesse, con cui nel corso del tempo la linea moneta monetaria sul dollaro dovrebbe tornare verso la neutralità.


I componenti del direttorio della Federal Reserve, alla riunione di politica monetaria del 6 e 7 novembre (all’indomani delle elezioni presidenziali in cui ha trionfato Donald Trump) “hanno concordato che l’attività economica ha continuato a espandersi a ritmi solidi. Le condizioni del mercato del lavoro si sono generalmente attenuate e il tasso di disoccupazione è risalito, ma restando basso. Hanno concordato che l’inflazione ha compiuto progressi verso l’obiettivo del 2% ma che resta in qualche misura elevata”. Lo riportano i verbali della riunione (minute), pubblicati oggi dalla banca centrale statunitense. E “nel discutere le prospettive per la politica monetaria, i partecipanti hanno anticipato che probabilmente sarà appropriato muoversi gradualmente verso una linea monetaria più neutrale, nel corso del tempo, se – riporta il documento – i dati risulteranno in linea con le attese, con la inflazione che continuerà a muoversi in maniera sostenibile verso il 2% e l’economia resta vicina alla massima occupazione”.


Praticamente tutti i componenti del direttorio (Fomc) “hanno concordato che i rischi per raggiungere gli obiettivi di occupazione e di inflazione risultavano grossomodo bilanciati”. I banchieri centrali Usa vedono le prospettive economiche come “incerte e concordano che saranno attenti ai rischi su entrambi i versanti”. La decisione di tagliare i tassi di 25 punti base è stata presa all’unanimità, riportano i verbali. Nel considerare ulteriori aggiustamenti i componenti del direttorio, “valuteranno attentamente i dati che perverranno – si legge – gli sviluppi delle prospettive e il bilanciamento dei rischi”.