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L’Istat: nel 2024 è cresciuto il rischio di povertà o di esclusione sociale

L’Istat: nel 2024 è cresciuto il rischio di povertà o di esclusione socialeMilano, 26 mar. (askanews) – Nel 2024, il 23,1% della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale (nel 2023 era il 22,8%), si trova cioè in almeno una delle tre seguenti condizioni: a rischio di povertà, in grave deprivazione materiale e sociale oppure a bassa intensità di lavoro. E’ quanto rileva l’Istat nel rapporto “Condizioni di vita e reddito delle famiglie, anni 2023-2024”. Nel 2023, il reddito annuale medio delle famiglie (pari a 37.511 euro) aumenta in termini nominali (+4,2%) e si riduce in termini reali (-1,6%). E’ quanto rileva l’Istat.


Nel 2023, segnala l’Istat, l’ammontare di reddito percepito dalle famiglie più abbienti è 5,5 volte quello percepito dalle famiglie più povere (in aumento dal 5,3 del 2022). E’ in aumento la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. Lo rileva l’Istat nel rapporto “Condizioni di vita e reddito delle famiglie, anni 2023-2024”, dove spiega che per misurare la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi è possibile ordinare gli individui dal reddito equivalente più basso a quello più alto, classificandoli in cinque gruppi (quinti). Il primo quinto comprende il 20% degli individui con i redditi equivalenti più bassi, l’ultimo quinto il 20% di individui con i redditi più alti. Il rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dall’ultimo quinto e quello ricevuto dal primo quinto (rapporto noto come s80/s20) fornisce una misura sintetica della disuguaglianza. Se si fa riferimento alla distribuzione dei redditi equivalenti netti senza affitti figurativi, nel 2023, l’indicatore s80/s20 è pari a 5,5, in lieve peggioramento rispetto al 2022 (quando era pari a 5,3), ma al di sotto del valore pre-pandemia del 2019 (5,7). Se si includono gli affitti figurativi, il rapporto nel 2023 si attesta a 4,8 (era 4,7 nel 2022), arrivando a 5 nel Mezzogiorno (era 4,7 nel 2022). Il livello di disuguaglianza è invece inferiore al dato medio nazionale nel Nord-ovest (4,4), seppur in peggioramento rispetto al 2022 (quando era 4,1), e nel Centro (4,5) dove rimane sostanziamente stabile rispetta al 2022 (4,4); nel Nord-est il livello di disuguaglianza resta stabile e più basso della media nazionale (3,7, mentre nel 2022 era 3,8).


Il Nord-ovest presenta il reddito medio familiare inclusivo degli affitti figurativi più alto tra le quattro macro ripartizioni geografiche (47.429 euro contro un valore medio nazionale pari a 42.715 euro) e la crescita maggiore in termini nominali rispetto al 2022 (quando era 44.564 euro). Nel Mezzogiorno il livello di reddito medio familiare inclusivo degli affitti figurativi è il più basso (34.972 euro), nonostante il forte incremento rispetto all’anno precedente (era 33.140 euro nel 2022), seguito dal Centro (44.001 euro da 42.742 euro nel 2022) e dal Nord-est, dove il reddito medio familiare inclusivo degli affitti figurativi è decisamente superiore al valore medio nazionale e in crescita rispetto al 2022 (47.279 euro da 46.933 del 2022). Una delle misure principalmente utilizzate nel contesto europeo per valutare la disuguaglianza tra i redditi degli individui è l’indice di concentrazione di Gini. Se calcolato sui redditi netti senza componenti figurative e in natura (definizione armonizzata a livello europeo), nel 2023, il valore stimato per l’Italia è pari a 0,323, in peggioramento rispetto all’anno precedente (quando era 0,315). L’indice di concentrazione di Gini calcolato per Sud e Isole (0,339) è sensibilmente più elevato del dato medio nazionale. Centro (0,314) e soprattutto Nord-ovest (0,303) e Nord-est (0,276) presentano invece un valore marcatamente più basso. Tra il 2022 e il 2023, l’indice di concentrazione di Gini misura un incremento lieve della disuguaglianza fra i redditi nel Nord-ovest (0,303 da 0,295 del 2022) e nel Centro (0,314 da 0,305 del 2022) e un aumento più ampio nel Mezzogiorno (0,339 da 0,321 del 2022).


Il Nord-est, rileva l’Istat, è l’unica ripartizione geografica dove si registra invece un lieve miglioramento rispetto al 2022 (l’indice di concentrazione del Gini è pari a 0,276 da 0,282 del 2022).

Ciclismo, è ufficiale, Tadej Pogacar alla Parigi-Roubaix

Ciclismo, è ufficiale, Tadej Pogacar alla Parigi-RoubaixRoma, 26 mar. (askanews) – Tadej Pogacar prenderà parte alla prossima Parigi-Roubaix: ora è ufficiale. La UAE Team Emirates lo ha annunciato comunicando la modifica del roster per la E3: “Inizialmente era previsto che Pogacar partecipasse sia all’E3 Saxo Classic che alla Gent-Wevelgem – si legge sul sito ufficiale – tuttavia, dopo aver discusso con il team, è stato deciso che modificherà il suo calendario per concentrarsi sul Giro delle Fiandre e sulla Parigi-Roubaix, puntando alla forma migliore in quelle gare iconiche”. La gara – nota anche come L’Inferno del Nord – è in programma domenica 13 aprile. Per il 26enne si tratterà dell’esordio assoluto nella ‘regina delle classiche’, unica Monumento alla quale finora non ha mai partecipato.

Arriva la norma di correzione sull’Irpef, Mef: applicazione nuove aliquote per determinare acconto

Arriva la norma di correzione sull’Irpef, Mef: applicazione nuove aliquote per determinare accontoRoma, 25 mar. (askanews) – “In considerazione dei dubbi interpretativi posti, e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il Governo interverrà anche in via normativa per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto”. Lo annuncia il Ministero dell’Economia e delle Finanze in una nota.


L’intervento, precisa il Mef, “sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento”. “Relativamente all’applicazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche” riferisce il Mef “sono pervenute segnalazioni da parte di alcuni CAF, riportate anche dagli organi di stampa, in merito a un maggior carico fiscale per i lavoratori dipendenti che verrebbero gravati dell’onere di versare l’acconto IRPEF per l’anno 2025 anche in mancanza di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto”. In particolare, spiega il Ministero, “il predetto maggior onere fiscale deriverebbe, secondo l’interpretazione riportata dai CAF, dall’applicazione della disposizione contenuta nell’articolo 1, comma 4, del d.lgs. 30 dicembre 2023, n. 216, che, prevedendo la riduzione dal 25 al 23 per cento dell’aliquota IRPEF per i redditi da 15.000 a 28.000 euro e l’innalzamento della detrazione di lavoro dipendente da 1.880 euro a 1.955 euro, ha stabilito che tali interventi non si applicano per la determinazione degli acconti dovuti per gli anni 2024 e 2025 per i quali si deve considerare la disciplina in vigore per l’anno 2023”.


Ma afferma il Mef “l’incongruenza evidenziata dai CAF deriva dal fatto che le aliquote, gli scaglioni e le detrazioni Irpef sono stati in una prima fase modificati in via temporanea, per un solo periodo d’imposta (2024), e successivamente stabilizzate a regime dal 2025. Inoltre, si fa presente che con la disposizione in questione si intendeva sterilizzare gli effetti delle modifiche alla disciplina IRPEF soltanto in relazione agli acconti dovuti dai soggetti la cui dichiarazione dei redditi evidenziava una differenza a debito di IRPEF, in quanto percettori di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto”. “L’intenzione del legislatore” chiarisce il Ministero dell’Economia “non era, quindi, volta a intervenire nei confronti di soggetti, come la maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati, che, in mancanza di altri redditi, non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Pertanto, la disposizione di cui all’articolo 1, comma 4, del d.lgs. 216/2023 va interpretata nel senso che l’acconto per l’anno 2025 è dovuto, con applicazione delle aliquote 2023, solo nei casi in cui risulti di ammontare superiore a euro 51,65 la differenza tra l’imposta relativa all’anno 2024 e le detrazioni, crediti d’imposta e ritenute d’acconto, il tutto però calcolato secondo la normativa applicabile al periodo d’imposta 2024”.


“Siamo soddisfatti di aver difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il Governo a rivedere una norma profondamente ingiusta. La questione sollevata dalla Cgil e dal Consorzio nazionale Caaf Cgil era più che fondata”, ha commentato il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, e la presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil, Monica Iviglia, commentando in una nota il comunicato sull’acconto Irpef diffuso dal Mef. “Se alle parole seguiranno i fatti, e si interverrà per consentire l’applicazione delle tre aliquote 2025 per la determinazione dell’acconto Irpef, i salari e le pensioni di milioni di cittadine e cittadini, già pesantemente colpiti dall’alta inflazione cumulata in questi anni, non subiranno ulteriori riduzioni” concludono Ferrari e Iviglia.

Casa, Fimaa-Nomisma: mercato immobiliare turistico crescerà anche in 2025

Casa, Fimaa-Nomisma: mercato immobiliare turistico crescerà anche in 2025Roma, 25 mar. (askanews) – Il mercato immobiliare turistico in Italia crescerà anche nel 2025 proseguendo il trend dello scorso anno e condizionato anche dalla spinta attrattiva del Giubileo e del sempre più crescente interesse verso le città d’arte. Queste le previsioni dell’Ufficio Studi di Fimaa Italia che ha condotto l’analisi del mercato immobiliare turistico in collaborazione con Nomisma. Le previsioni per il 2025 – secondo l’Osservatorio – si fondano sul momento favorevole che sta vivendo il mercato italiano come confermano le transazioni rilevate nel 2024 analizzando le dinamiche del mercato immobiliare di 130 località turistiche (88 di mare e 42 di montagna e laghi).


In media, prezzi delle abitazioni turistiche variano dai 1.486 per metro quadro di un immobile usato in una località lacustre, ai 3.814 euro per una nuova costruzione in una località di mare. Le quotazioni sono tutte in crescita, con percentuali che vanno dallo +0,3% al +3,6%. I prezzi a metro quadro più elevati si registrano a Forte dei Marmi (16mila euro per una nuova costruzione), Capri (15.500), Madonna di Campiglio (12mila euro), Anacapri (9.200 euro), Alassio (9mila euro). In positivo anche i dati sui canoni di locazione che nei mesi di alta stagione possono superare – in media – i 1.200 euro. Anche in questo caso i livelli sono in crescita ovunque, con un picco del +7,8% delle località di mare in agosto. “Il mercato degli immobili turistici continua a palesare una fase positiva – commenta il presidente di Fimaa Nazionale, Santino Taverna – attirando l’attenzione anche di investitori stranieri. Fondi di investimento sono orientati non solo alle strutture ricettive delle città d’arte o delle maggiori località turistiche, come la Riviera Romagnola, la Costiera Amalfitana, la Liguria, la Puglia o altre, ma anche a location che fino ad oggi non hanno ricoperto ruoli di primissimo piano, vantando comunque fortissime potenzialità per attrarre turisti del Nord Europa o ospitare il Senior Living in strutture dedicate”.


“Negli ultimi anni – aggiunge Taverna – il dibattito sugli affitti brevi si è intensificato sconfinando, in diverse occasioni, nell’opinione diffusa che possano rappresentare una minaccia per il mercato delle locazioni residenziali. In altre parole, le microstrutture ricettive (come B&B, affittacamere e case vacanza) avrebbero ridotto l’offerta di immobili per residenti, limitando i contratti a medio lungo-termine incrementando, nel contempo, anche i canoni locatizi. Una visione fuorviante palesata anche da dati concreti che identificano nel 2% la percentuale degli immobili destinati ad affitti brevi nel rapporto con il numero di quelli destinati alle locazioni residenziali. Le unità utilizzate come microstrutture ricettive sono spesso appartamenti che non si prestano ad ospitare famiglie o i nuclei dei giorni nostri. Spesso sono unità di taglio troppo grande o troppo piccolo che necessitano sovente di interventi di ristrutturazione. Il problema non sono gli affitti brevi ma la disattenzione politica quando, nei casi di contratti a medio lungo termine, i proprietari immobiliari si ritrovano con inquilini morosi dovendo affrontare percorsi onerosi per ritornare nella disponibilità della propria unità”. Secondo Andrea Oliva, delegato all’Ufficio Studi di Fimaa, “l’interesse per il Senior Living sta spingendo anche gli investitori internazionali a cercare opportunità in città d’arte meno battute come Siena, Ravenna, Mantova e Perugia, che offrono un mix ideale tra qualità della vita, patrimonio storico e costi ancora competitivi rispetto alle grandi città. Parallelamente, il mercato immobiliare turistico è influenzato da nuovi trend: la domanda di affitti brevi continua a crescere, favorita dalla digitalizzazione e dal fenomeno dei nomadi digitali, che scelgono città storiche per lunghi soggiorni. Allo stesso tempo, il turismo esperienziale sta spingendo investimenti nelle aree vinicole, rurali e termali, mentre la sostenibilità sta diventando un criterio fondamentale nelle scelte immobiliari, con incentivi per la riqualificazione energetica e il recupero di borghi storici. Nel complesso – conclude Oliva, – il 2025 si prospetta un anno di grande dinamismo per il mercato turistico immobiliare, con opportunità sia per investitori italiani che stranieri, e con un’attenzione crescente verso nuove formule abitative, tra Senior Living, affitti brevi e soluzioni eco-sostenibili”. “Nel 2025 – commenta Fabrizio Savorani, referente settore turistico Ufficio studi Fimaa – il settore immobiliare turistico continua a mostrare segnali di crescita, sia nel numero di compravendite che nei prezzi, confermando l’attrattività delle località di mare, lago e montagna come opportunità di investimento. Tuttavia, si registra un crescente interesse per le città d’arte, grazie alla loro offerta culturale e ai servizi più strutturati rispetto alle località stagionali. Questo fenomeno è legato all’invecchiamento della popolazione: molti italiani vicini alla pensione preferiscono acquistare immobili in città ricche di storia e servizi, piuttosto che in località turistiche con stagionalità marcata”.

Calcio, FIFA, Platini e Blatter assolti dalla accusa di frode

Calcio, FIFA, Platini e Blatter assolti dalla accusa di frodeRoma, 25 mar. (askanews) – Dopo quasi un decennio di indagini e un’assoluzione in primo grado, Michel Platini e l’ex presidente della Fifa Sepp Blatter sono stati nuovamente assolti dalla Corte d’appello di Muttenz, in Svizzera, dalle accuse che nel 2015 avevano impedito all’ex fantasista della Juve di candidarsi alla guida del calcio mondiale. A inizio marzo, la procura aveva chiesto una pena detentiva di un anno e otto mesi con la condizionale per i due ex massimi dirigenti di Uefa e Fifa accusati di truffa, falso in documenti e gestione infedele per presunte irregolarità nelle assegnazioni dei mondiali di calcio in Russia e Qatar.

Auto, vendite in Europa in calo del 3% a febbraio ma avanza l’elettrico

Auto, vendite in Europa in calo del 3% a febbraio ma avanza l’elettricoRoma, 25 mar. (askanews) – A febbraio 2025 le immatricolazioni di nuove auto in Ue sono diminuite del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2024 con il mercato tedesco che ha registrato il calo più netto -6,4%, seguito dall’Italia -6,2%. Nel bimestre gennaio-febbraio, rispetto allo stesso bimestre del 2024, il calo è stato del 3% con le flessioni maggiori per Italia (-6%), Germania (-4,6%) e Francia (-3,3%). La Spagna ha invece registrato un aumento dell’8,4%.


Guardano all’Europa a 27+Efta+Uk il calo è stato del 3,1% a febbraio e del 2,6% sul bimestre. Questi i dati resi noti da Acea che rileva come fino a febbraio 2025, i veicoli elettrici a batteria rappresentavano il 15,2% della quota di mercato totale dell’Ue, in aumento rispetto all’11,5% di gennaio-febbraio 2024. I veicoli ibridi elettrici sono aumentati, conquistando il 35,2% del mercato e rimanendo la scelta preferita tra i consumatori dell’Ue. Nei primi due mesi del 2025, le vendite di nuove auto elettriche a batteria sono cresciute del 28,4%, raggiungendo le 255.489 unità, conquistando il 15,2% della quota di mercato totale dell’Ue. Tre dei quattro mercati più grandi dell’Ue, che rappresentano il 64% di tutte le immatricolazioni di auto elettriche a batteria, hanno registrato solidi guadagni a due cifre: Germania (+41%), Belgio (+38%) e Paesi Bassi (+25%). Ciò contrasta con la Francia, che ha registrato un leggero calo dell’1,3%. Sul bimestre gennaio-febbraio 2025 le nuove immatricolazioni Ue di auto ibride elettriche sono aumentate del 18,7%, trainate da una crescita significativa nei quattro mercati più grandi: Francia (+51,4%), Spagna (+31,5%), Italia (+10,4%) e Germania (+9,8%). Ciò ha portato a 594.059 unità immatricolate nei primi due mesi del 2025, che rappresentano il 35,2% della quota di mercato Ue.

Tennis, Berrettini batte Bergs ed è negli ottavi a Miami

Tennis, Berrettini batte Bergs ed è negli ottavi a MiamiRoma, 25 mar. (askanews) – Notte importante per Matteo Berrettini in quel di Miami. Il tennista romano supera infatti per 6-4 6-4 il belga Zizou Bergs, giustiziere un po’ a sorpresa nel turno precedente del russo Andrey Rublev. Berrettini rispetta il pronostico della viglia, ma lo fa a fronte della pressione del favorito alle prese con una serie di ‘prime volte’ per lui importanti. Il successo vale infatti a Berrettini la prima volta negli ottavi di finale del torneo di Miami. Ma non solo. Berrettini torna agli ottavi di finale di un Masters 1000 per la prima volta dopo 2 anni, quando lo fece a Monte Carlo 2023. E, più nel dettaglio, Matteo non centrava gli ottavi di finale di ‘un 1000’ sul cemento da Indian Wells 2022.

Commissario Ue Sefcovic in Usa, negoziato per scongiurare i dazi

Commissario Ue Sefcovic in Usa, negoziato per scongiurare i daziBruxelles, 24 mar. (askanews) – Il commissario europeo al Commercio internazionale, Maros Sefcovic, è in viaggio verso gli Stati Uniti dove domani incontrerà il rappresentante per il Commercio dell’Amministrazione Usa, Jamieson Greer, e il segretario al Commercio, Howard Lutnick.


I colloqui riguardano le relazioni commerciali transatlantiche, sottoposte a forti tensioni da quando è andato al potere a Washington il presidente Donad Trump, e nelle intenzioni della Commissione europea, mirano a portare avanti i negoziati per disinnescare la possibile guerra commerciale tra Stati Uniti e Ue. A quanto si apprende a Bruxelles, Sefcovic sarà accompagnato Björn Seibert, il potente capo di gabinetto della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “Posso confermare – ha detto oggi a Bruxelles il portavoce per il Commercio della Commissione, Olof Gill, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario – che il commissario Sefcovic si sta attualmente recando a Washington D.C., dove incontrerà la sua controparte americana, il segretario di Stato, Lutnik e il rappresentante al Commercio degli Stati Uniti, Greer”. “Discuteranno più o meno delle stesse questioni di cui hanno discusso nelle ultime settimane, ovvero le relazioni commerciali tra Ue e Stati Uniti e, dal nostro punto di vista, le ragioni per cui dovremmo fare ogni sforzo da entrambe le parti per evitare dazi dannosi e rafforzare, anziché ridurre, le relazioni commerciali ed economiche tra Ue e Stati Uniti, che – ha concluso Gill – sono le più forti al mondo”.

Media, Agcom: per 1 italiano su 2 internet supera tv per informarsi

Media, Agcom: per 1 italiano su 2 internet supera tv per informarsiRoma, 24 mar. (askanews) – A partire dal 2023 la televisione non è più il principale mezzo di informazione per gli italiani, venendo superata da internet: un italiano su due utilizza la Rete per informarsi, una tendenza confermata anche nel 2024. Il 50,5% di coloro che sono iscritti ad almeno un social network dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni sui social prima che su altri mezzi di comunicazione.


Poco più del 17% dichiara di leggere i quotidiani (solo il 6,6% dice di avere un abbonamento a pagamento a uno o più quotidiani nella versione digitale), mentre circa un quarto dei cittadini fruisce delle notizie dalla versione digitale dei mezzi editoriali tradizionali. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica oggi la prima edizione dell’Osservatorio sul sistema dell’informazione, uno strumento che intende analizzare, con cadenza annuale, le dinamiche dell’offerta e del consumo di informazione in Italia. L’Osservatorio nasce con l’obiettivo monitorare e comprendere, in chiave diacronica, le componenti del sistema informativo italiano, in un contesto di profonde trasformazioni delle modalità di generazione e fruizione delle notizie. Il 65,6% della popolazione esprime un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione: televisione, radio e carta stampata sono le fonti informative ritenute più affidabili, mentre circa il 30% nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media o dalle piattaforme di condivisione di video. Molto importante il ruolo del passaparola.

Euro digitale, Cipollone: da quando si decide pronto in 2 anni e mezzo

Euro digitale, Cipollone: da quando si decide pronto in 2 anni e mezzoRoma, 24 mar. (askanews) – L’euro digitale potrebbe diventare disponibile per l’utilizzo da parte del pubblico in circa “due anni, due anni e mezzo”, una volta che, completato il processo legislativo in corso al Parlamento europeo, la Bce decida se procedere alla sua adozione. Per parte sua l’istituzione monetaria sta portando avanti i preparativi tecnici “nei tempi previsti”, che dovrebbero concludersi a ottobre. Lo riferisce Piero Cipollone, il componente del Comitato esecutivo della Bce responsabile dei sistemi di pagamento, in una intervista al quotidiano spagnolo Expansion.


“L’euro digitale è una necessità strutturale per il sistema di pagamenti europeo, indipendentemente dagli sviluppi in altri paesi. Tuttavia – sostiene Cipollone – gli eventi recenti mettono in rilievo l’urgente necessità di compiere progressi in questa direzione”. L’esponente della Bce ribadisce la posizione dell’istituzione, fortemente intenzionata a adottare una valuta digitale della Banca centrale (Cbdc) e ansiosa in merito al via libera da parte del Parlamento Ue al relativo pacchetto normativo proposto dalla Commissione, ritenuto necessario per procedere. “Speriamo che il processo si completi in tempi ragionevoli”, dice Cipollone.


Il tema delle Cbdc è raramente dibattuto in Europa, è oggetto di progetti in varie giurisdizioni ma anche di controversie e diffusi scetticismi in alcuni casi, in particolare negli Stati Uniti. Molti esponenti della maggioranza Repubblicana guardano con ostilità all’idea di monete digitali delle banche centrali, ritenendole strumenti utilizzabili anche per esercitare nuove forme di controllo pubblico sulle popolazioni, al punto che l’amministrazione Trump ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve di perseguire un dollaro digitale. In pratica, anche su questi temi Stati Uniti e Unione europea sembrano orientati a strade divergenti. I primi contrari al dollaro digitale e favorevoli invece ad un ampio uso di criptoasset e stablecoin. L’Ue all’opposto che spinge per l’euro digitale e legifera norme sempre più restrittive e limitanti su tutto il mondo delle attività cripto, che sospetta e insinua potrebbero insidiare la sua “sovranità” in ambito monetario.


Con l’euro digitale “non stiamo cercando uno scontro con nessuno – dice ancora Cipollone -. Attuarlo è qualcosa che avremmo dovuto fare indipendentemente dalle circostanze. Si tratta di garantire la resilienza delle nostre economie e il fatto che siamo padroni del nostro destino”. Ma poi menziona il fatto che negli Usa “c’è una proposta che consentirebbe alle stablecoin di detenere le loro riserve presso la Federal Reserve. Questo potrebbe essere utilizzato con una forma ibrida di dollaro digitale. Di fatto alcune stablecoin si presentano come il dollaro digitale del mondo”. Le stablecoin sono criptoasset agganciati ad un altro attivo sottostante, come può essere l’oro o il dollaro, tramite ad esempio titolo pubblici. In questo modo puntano ad ottenere stabilità sul valore, evitando le marcate fluttuazioni e la volatilità tipiche delle criptovalute (tenuto presente che il termine stesso “valute” su questi prodotti viene contestato da alcuni, specialmente dai banchieri centrali in Europa).


“C’è un crescente senso di urgenza – insiste Cipollone -. La situazione fuori dall’area euro è fonte di pressione e bisogna prendere in grande considerazione i rischi che fronteggiamo sui pagamenti, a riflesso della nostra fragilità e della nostra estrema dipendenza da operatori esteri”. Sull’euro digitale, la Bce in questa fase sta lavorando sulla selezione dei fornitori di servizi e sul quadro regolamentare. Infine, l’esponente dell’istituzione cita una stima secondo cui il costo del progetto ammonta a 432 milioni euro su un periodo di 10-15 anni.