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Lavoro, Inail: infortuni gennaio-febbraio +7,2%, morti +19%

Lavoro, Inail: infortuni gennaio-febbraio +7,2%, morti +19%Roma, 2 apr. (askanews) – Aumentano le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail e crescono anche quelle con esito mortale. Nel primo bimestre sono state 92.711 (+7,2% rispetto al febbraio 2023), 119 delle quali con esito mortale (+19%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.099 (+35,6%).


In particolare, rileva l’Istituto, le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi due mesi del 2024 sono state 92.711, in aumento del 7,2% rispetto alle 86.483 del primo bimestre 2023 e del 12,2% rispetto a gennaio-febbraio 2021 e in diminuzione del 7,4% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica, e del 4,0% sul 2020 e 24,0% sul 2022. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo bimestre 2024 sono state 119, 19 in più rispetto alle 100 registrate nel primo bimestre 2023, cinque in più rispetto al 2022, 15 in più sul 2021, 11 in più sul 2020 e due in meno sul 2019.


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Euro a minimi 6 settimane, calo inflazione alimenta attese su Bce

Euro a minimi 6 settimane, calo inflazione alimenta attese su BceRoma, 2 apr. (askanews) – L’euro continua a calare alla ripresa delle attività dopo la pausa delle feste pasquali, a 1,0748 dollari la valuta condivisa si ritrova ai minimi da sei settimane. I dati sull’inflazione continuano a mostrare calmieramenti, oggi l’ultimo è stato quello della Germania dove, al 2,2% a marzo, la crescita dei prezzi su base annua è ormai a un soffio dall’obiettivo perseguito dalla Bce per tutta l’area euro (2%).


La stessa indagine che l’istituzione monetaria conduce presso i consumatori conferma che le aspettative delle famiglie sul futuro dei prezzi continuano a loro volta a moderarsi. Il tutto non fa che alimentare le attese di tagli dei tassi di interesse, il primo dei quali salvo sorprese è atteso da parte della Bce a giugno. Ma il tema resterà sotto i riflettori del Consiglio direttivo che tornerà a riunirsi giovedì 11 aprile. A contribuire a queste aspettative si aggiunge il persistere di un quadro recessivo per l’insieme del settore manifatturiero dell’area euro, in particolare quello della Germania in cui a dispetto di flebili risalite le indagini tra i responsabili degli approvvigionamenti (indici Pmi) continuano a segnare valori di netta contrazione.


Domani Eurostat pubblicherà la stima preliminare sull’inflazione media di tutta l’eurozona a marzo. A febbraio aveva mostrato un nuovo rallentamento al 2,6% annuo e in media l’attesa è per un dato invariato. Se però il carovita dovesse continuare a sortire sorprese al ribasso, aumenteranno le pressioni affinché la Bce si muova con la riduzione del freno monetario. Così come affinché operi un riduzione complessiva dei tassi più più energica per la fine dell’anno.


A più riprese diversi esponenti della Bce hanno però avvertito che prima di avventurarsi sui tagli dei tassi si vogliono conoscere i risultati delle contrattazioni salariali di questo primo trimestre dell’anno appena trascorso, su cui i dati completi saranno disponibili appunto solo a giugno. Secondo la loro visione bisogna verificare che la dinamica di crescita dei salari non comporti rischi di nuove pressioni rialziste sui prezzi.

Ponte sullo Stretto, domani avviso di avvio procedimento esproprio terreni

Ponte sullo Stretto, domani avviso di avvio procedimento esproprio terreniRoma, 2 apr. (askanews) – Domani sarà pubblicato sui quotidiani nazionali e territoriali di Sicilia e Calabria l’Avviso di avvio del procedimento volto all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e alla dichiarazione di Pubblica Utilità, che sarà sancita con l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina da parte del Cipess. Lo comunica in una nota la Società Stretto di Messina.


In linea con l’iter autorizzativo previsto dal quadro normativo, spiega la società, la pubblicazione dell’Avviso è un atto conseguente all’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina dell’aggiornamento del progetto definitivo dell’opera, alla consegna degli elaborati progettuali ai ministeri e alle Autorità competenti e all’avvio della Conferenza di Servizi. L’Avviso, corredato del Piano Particellare e dell’Elenco Ditte proprietarie, sarà pubblicato anche sui siti Internet istituzionali della Regione Calabria, della Regione Siciliana, della Stretto di Messina, nonché affisso agli Albi Pretori dei comuni interessati dalla realizzazione dell’intervento.


“Questa fase intermedia, legata alla pubblicazione dell’Avviso – si legge nella nota -, consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione relativa al Piano espropri e formulare eventuali osservazioni. In tale contesto la società Stretto di Messina aprirà ‘Sportelli informativi’ sia a Messina che a Villa San Giovanni, in spazi dedicati messi a disposizione dai rispettivi comuni, per fornire il supporto necessario per l’analisi della documentazione”. Per 60 giorni i soggetti interessati possono prendere visione degli elaborati e presentare osservazioni. (foto di repertorio)

Stellantis, Urso: governo ha già dato, ora tocca all’azienda

Stellantis, Urso: governo ha già dato, ora tocca all’aziendaRoma, 2 apr. (askanews) – “Il Governo ha già messo in campo la politica (industriale, ndr), ha già dato. Ora tocca all’azienda dare all’Italia”. Così il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al termine del primo tavolo su Stellantis, che oggi si è concentrato sullo stabilimento di Melfi. Al termine dei tavoli sui vari stabilimenti italiani di Stellantis “avremo sufficiente chiarezza su quali possono essere le prospettive sulla produzione, sui modelli, gli investimenti e sull’occupazione nei singoli siti – ha poi affermato Urso – noi abbiamo presentato ciò che il governo è riuscito a fare: abbiamo cambiato la politica europea sull’auto, indirizzato l’Europa a tutelare la produzione nazionale nell’elettrico rispetto alla concorrenza sleale cinese, realizzato un piano straordinario per incentivare l’innovazione, un piano incentivi di quasi un miliardo di euro per indirizzare l’acquirente verso la produzione nazionale”. Gli ecoincentivi, ha aggiunto Urso, sono “una cartina di tornasole: se quest’anno aumenterà in maniera significativa la produzione nazionale di auto confermeremo la misura l’anno prossimo. Altrimenti, destineremo le ulteriori risorse del fondo a sostenere nuovi produttori”. Il ministro ha spiegato che “oggi non ha presentato un piano completo. Abbiamo chiesto che nel più breve tempo possibile presentino un piano stabilimento per stabilimento. Vedremo se c’è un terreno comune di confronto per un piano condiviso con le parti sui piani di sviluppo dei siti”. Il governo “tirerà le somme quando chiuderemo il confronto – ha concluso – quello su cui sono stato chiaro è che il governo ha sviluppato una politica dell’auto in Europa, cambiando i dossier, e in Italia, con gli incentivi all’acquisto. Ora è necessaria una risposta significativa e concreta sull’aumento dei livelli produttivi e il mantenimento dei rapporti con l’indotto”.


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Germania, nuovo calo dell’inflazione: marzo 2,2%, minimo da 3 anni

Germania, nuovo calo dell’inflazione: marzo 2,2%, minimo da 3 anniRoma, 2 apr. (askanews) – Nuovo rallentamento dell’inflazione in Germania: a marzo la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è attestata al 2,2%, a fronte del 2,5% registrato a febbraio. Lo riferisce Destatis, l’agenzia federale di statistica con la stima preliminare, precisando che si tratta del valore più contenuto dal maggio del 2021.


In un mese i prezzi sono cresciuti dello 0,4%. Guardando all’indice armonizzato con il resto dell’Ue, a marzo l’inflazione tedesca ha segnato un 2,3% su base annua e un più 0,6% rispetto al mese precedente. Il dato annuo di marzo è in linea con le attese, mentre l’aumento dei prezzi su base mensile è leggermente inferiore ai pronostici. I continui cali dell’inflazione nell’area euro alimentano le aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Bce, il primo è atteso a giugno.

L’Intelligenza artificiale parla sempre più inglese: Usa e Gb firmano un accordo sulla sicurezza

L’Intelligenza artificiale parla sempre più inglese: Usa e Gb firmano un accordo sulla sicurezzaRoma, 2 apr. (askanews) – Nella geopolitica dell’Intelligenza artificiale (Ia), la tecnologia che secondo molti osservatori ridefinirà il futuro, il mondo anglosassone ha allungato il passo rispetto al resto dei paesi occidentali. Ne è un esempio l’annuncio arrivato oggi: gli Stati uniti e la Gran Bretagna hanno firmato un Memorandum d’Intesa che li vedrà lavorare insieme allo sviluppo di test per i modelli di intelligenza artificiale più avanzati, seguendo gli impegni presi al Vertice sulla Sicurezza dell’Ia lo scorso novembre.


Siglato ieri dalla segretaria di stato per la Tecnologia Michelle Donelan e dalla segretaria al Commercio degli Stati uniti Gina Raimondo, la partnership vedrà entrambi i paesi lavorare per allineare i loro approcci scientifici e collaborare strettamente per accelerare e indirizzare rapidamente robusti insiemi di valutazione per modelli, sistemi e agenti Ia. Gli istituti di sicurezza Ia di Regno unito e Stati uniti hanno delineato piani per costruire un approccio comune e per condividere le loro capacità di reazione. Hanno intenzione di eseguire almeno un’esercitazione congiunta su un modello accessibile pubblicamente. Intendono anche attingere a un collettivo pool di esperti, esplorando scambi di personale tra gli istituti.


La partnership avrà effetto immediato e intende permettere ad entrambe le organizzazioni di lavorare senza soluzione di continuità l’una con l’altra. L’Ia continua a svilupparsi rapidamente e entrambi i governi riconoscono la necessità di agire ora per garantire un approccio condiviso alla sicurezza dell’Ia, che possa tenere il passo con i rischi emergenti della tecnologia. Mentre i due paesi rafforzano la loro partnership sulla sicurezza Ia, si sono anche impegnati a sviluppare partnership simili con altri paesi per promuovere la sicurezza Ia in tutto il mondo.


“Questo accordo rappresenta un momento storico, poiché il Regno unito e gli Stati uniti approfondiscono la nostra duratura speciale relazione per affrontare la sfida tecnologica definitoria della nostra generazione”, ha detto Donelan. “Abbiamo sempre chiarito – ha proseguito – che garantire lo sviluppo sicuro dell’Ia è un problema globale condiviso. Solo lavorando insieme possiamo affrontare direttamente i rischi della tecnologia e sfruttare il suo enorme potenziale per aiutarci tutti a vivere vite più facili e più sane”. Raimondo, dal canto suo ha definito l’Ia la tecnologia che “definirà la nostra generazione”. La partnership mostra come Usa e Gb stiano – ha continuato “approfondendo la duratura speciale relazione” e “gettando le basi per garantire l’Ia resti sicura sia ora che in futuro”. L’annuncio di oggi segnala come i due paesi anglosassoni intendano condividere informazioni vitali sulle capacità e sui rischi associati ai modelli e ai sistemi Ia, così come sulla ricerca tecnica fondamentale sulla sicurezza.


La presidenza italiana del G7 ha deciso di dedicare l’edizione di quest’anno del consesso dei Sette proprio ai temi dell’intelligenza artificiale. Ma, in questo contesto, questa nuova frontiera tecnologica appare abitata principalmente da parlanti inglese – e in qualche caso cinese – mentre i paesi europei appaiono in forte ritardo. Nel contempo, l’Ue si è dotata di un AI Act, una nuova regolamentazione dell’intelligenza artificiale che, se da un lato è stata lodata come il primo tentativo di regolamentare un settore oggi lasciato per lo più al privato, dall’altra è stato criticato perché rischia di rendere l’Europa meno attrattiva per lo sviluppo dell’Ia. Il presidente francese Emmanuel Macron, che in passato ha espresso riserve sull’AI Act, ha mostrato un forte attivismo in questo senso, nel tentativo di rafforzare il ruolo francese nell’IA anche dando un forte sostegno economico il software di intelligenza artificiale francese generativa Mistral.

Ia parla sempre più inglese: Usa-Gb firmano accordo sulla sicurezza

Ia parla sempre più inglese: Usa-Gb firmano accordo sulla sicurezzaRoma, 2 apr. (askanews) – Nella geopolitica dell’Intelligenza artificiale (Ia), la tecnologia che secondo molti osservatori ridefinirà il futuro, il mondo anglosassone ha allungato il passo rispetto al resto dei paesi occidentali. Ne è un esempio l’annuncio arrivato oggi: gli Stati uniti e la Gran Bretagna hanno firmato un Memorandum d’Intesa che li vedrà lavorare insieme allo sviluppo di test per i modelli di intelligenza artificiale più avanzati, seguendo gli impegni presi al Vertice sulla Sicurezza dell’Ia lo scorso novembre.


Siglato ieri dalla segretaria di stato per la Tecnologia Michelle Donelan e dalla segretaria al Commercio degli Stati uniti Gina Raimondo, la partnership vedrà entrambi i paesi lavorare per allineare i loro approcci scientifici e collaborare strettamente per accelerare e indirizzare rapidamente robusti insiemi di valutazione per modelli, sistemi e agenti Ia. Gli istituti di sicurezza Ia di Regno unito e Stati uniti hanno delineato piani per costruire un approccio comune e per condividere le loro capacità di reazione. Hanno intenzione di eseguire almeno un’esercitazione congiunta su un modello accessibile pubblicamente. Intendono anche attingere a un collettivo pool di esperti, esplorando scambi di personale tra gli istituti.


La partnership avrà effetto immediato e intende permettere ad entrambe le organizzazioni di lavorare senza soluzione di continuità l’una con l’altra. L’Ia continua a svilupparsi rapidamente e entrambi i governi riconoscono la necessità di agire ora per garantire un approccio condiviso alla sicurezza dell’Ia, che possa tenere il passo con i rischi emergenti della tecnologia. Mentre i due paesi rafforzano la loro partnership sulla sicurezza Ia, si sono anche impegnati a sviluppare partnership simili con altri paesi per promuovere la sicurezza Ia in tutto il mondo.


“Questo accordo rappresenta un momento storico, poiché il Regno unito e gli Stati uniti approfondiscono la nostra duratura speciale relazione per affrontare la sfida tecnologica definitoria della nostra generazione”, ha detto Donelan. “Abbiamo sempre chiarito – ha proseguito – che garantire lo sviluppo sicuro dell’Ia è un problema globale condiviso. Solo lavorando insieme possiamo affrontare direttamente i rischi della tecnologia e sfruttare il suo enorme potenziale per aiutarci tutti a vivere vite più facili e più sane”. Raimondo, dal canto suo ha definito l’Ia la tecnologia che “definirà la nostra generazione”. La partnership mostra come Usa e Gb stiano – ha continuato “approfondendo la duratura speciale relazione” e “gettando le basi per garantire l’Ia resti sicura sia ora che in futuro”.


L’annuncio di oggi segnala come i due paesi anglosassoni intendano condividere informazioni vitali sulle capacità e sui rischi associati ai modelli e ai sistemi Ia, così come sulla ricerca tecnica fondamentale sulla sicurezza. La presidenza italiana del G7 ha deciso di dedicare l’edizione di quest’anno del consesso dei Sette proprio ai temi dell’intelligenza artificiale. Ma, in questo contesto, questa nuova frontiera tecnologica appare abitata principalmente da parlanti inglese – e in qualche caso cinese – mentre i paesi europei appaiono in forte ritardo. Nel contempo, l’Ue si è dotata di un AI Act, una nuova regolamentazione dell’intelligenza artificiale che, se da un lato è stata lodata come il primo tentativo di regolamentare un settore oggi lasciato per lo più al privato, dall’altra è stato criticato perché rischia di rendere l’Europa meno attrattiva per lo sviluppo dell’Ia. Il presidente francese Emmanuel Macron, che in passato ha espresso riserve sull’AI Act, ha mostrato un forte attivismo in questo senso, nel tentativo di rafforzare il ruolo francese nell’IA anche dando un forte sostegno economico il software di intelligenza artificiale francese generativa Mistral. (Foto dal profilo X di Raimondo)

Idealista: prezzi delle case +2% in un anno, Milano resta al top

Idealista: prezzi delle case +2% in un anno, Milano resta al topMilano, 2 apr. (askanews) – Crescono dello 0,6% nell’ultimo trimestre i prezzi delle case usate in Italia, mentre l’accelerazione nell’ultimo anno è del 2%. E’ quanto emerge dagli ultimi dati dell’Ufficio Studi di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia. L’incremento ha portato il valore medio nazionale delle abitazioni a 1.850 euro al metro quadro.


Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, “nonostante ci sia stato un calo nei volumi delle compravendite nel settore residenziale, con un tasso di variazione annuo registrato del -9,7%, i prezzi delle case sono aumentati. Questo aumento può essere spiegato dalla diminuzione continua del numero di case disponibili sul mercato. Lo squilibrio tra domanda e offerta ha compensato fattori come i tassi di interesse più alti. Ciò aiuta a comprendere perché i valori immobiliari in Italia rimangono rigidi, non aumentando in linea con l’inflazione, ma allo stesso tempo non diminuendo come ci si aspetterebbe in un mercato in cui i mutui sono meno accessibili”. I capoluoghi italiani registrano un andamento positivo nel trimestre, come evidenziato dalle performance di Napoli (2,6%), Torino (0,7%) e Roma (0,1%). Milano (4.988 euro al metro quadro) resta in cima alla classifica dei prezzi, è davanti a Bolzano (4.477), Venezia (4.466) e Firenze (4.006). Nel ranking delle città più care Bologna (3.452) occupa il quinto posto, davanti a Roma (3.021); Napoli (2.823) è nona nella graduatoria dei prezzi al metro quadro delle abitazioni. Da questo trimestre Caltanissetta (732) diventa la città più economica dove acquistare casa, seguita da Biella (750) e Ragusa (750).


Solo due regioni segnano dei cali questo trimestre: Molise (-0,7%) e Friuli-Venezia Giulia (-0,1%). Puglia e Calabria registrano prezzi invariati rispetto al periodo autunnale, mentre aumenti si segnalano in tutte le altre macroaree, trainate dai rialzi di Valle d’Aosta (4,1%), Veneto (2,9%) e Trentino-Alto Adige (2,5%). Altre 7 regioni segnano incrementi sopra la media dello 0,6% dei mesi invernali. Sono: Marche (1,5%), Campania (1,2%), Sicilia (0,9%), Emilia-Romagna (0,8%), Basilicata (0,8%), Sardegna e Lombardia (entrambe 0,7%).

Stellants, Urso: puntiamo a documento vincolante con le parti

Stellants, Urso: puntiamo a documento vincolante con le partiRoma, 2 apr. (askanews) – Con il tavolo sul sito Stellantis di Melfi, alla presenza del presidente della Basilicata, Guido Bardi, “inizia un percorso di analisi dei singoli stabilimenti alla presenza di sindacati, Regioni, azienda e Anfia. Domani sarà il turno di Mirafiori e giovedì di Atessa, sui veicoli commerciali. Una seconda fase anche per comprendere quali siano le strategie che Stellantis vorrà mettere in campo. Alla fine di questo secondo tempo vorremo giungere a un documento conclusivo vincolante sia per l’azienda che per il Governo e le Regioni, condiviso dalle parti sociali e dall’Anfia”. Così, secondo quanto si apprende, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in apertura del tavolo sullo stabilimento Stellantis di Melfi.

Hcob: la manifattura italiana termina la fase di contrazione

Hcob: la manifattura italiana termina la fase di contrazioneMilano, 2 apr. (askanews) – Segnali positivi dal manifatturiero italiano a marzo, con nuovi ordini e produzione in crescita. Lo rileva l’indice Hcob pmi (Purchasing Managers’ IndexTM) sul Settore Manifatturiero Italiano, che a marzo ha raggiunto 50.4 punti, in salita da 48.7 di febbraio. “Malgrado il tasso di miglioramento è stato solo marginale, tale risultato segna la prima volta in un anno che il PMI ha raggiunto un valore superiore alla soglia di 50.0”, si legge nella nota. Diverso per l’Eurozona che scivola a 46.1, contro i 46.5 di febbraio, appesantita dallo stallo delle imprese di Francia e Germania.


Tariq Kamal Chaudhry, Economist dell’Hamburg Commercial Bank, ha sottolineato che in Italia “dopo quasi un anno di difficoltà, a marzo l’Hcob pmi ha terminato la fase di contrazione e il settore manifatturiero dell’Italia può tirare un sospiro di sollievo”. Con l’indice che ha raggiunto quota 50.4, l’Italia – viene ricordato – raggiunge la Spagna, l’altra nazione tra le quattro maggiori economie in Europa ad aver superato la soglia di 50.0. Per l’economista, tuttavia, “non è tutto rose e fiori. I livelli delle giacenze, che il mese scorso sembravano essere sulla strada della ripresa, hanno mostrato a marzo un più chiaro declino. Sia la quantità degli acquisti che le giacenze dei prodotti manifatturieri stanno continuando a diminuire e ciò suggerisce che il vigore del settore non è ancora fondato su solide basi”. In Europa lo scenario è più complesso, perché la brillantezza di Italia e Spagna, insieme alla Grecia, non è sufficiente a trainare gli altri paesi dell’Eurozona. Il manifatturiero, ha spiegato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, “solitamente corre a pieno regime, con l’ausilio principale delle 4 maggiori nazioni della zona euro, Germania, Francia, Italia e Spagna. Con due nazioni, la Germania e la Francia, che al momento sono più o meno inattive, assistiamo ad una situazione anomala. Secondo i dati PMI, l’Italia e la Spagna hanno iniziato la ripresa rispettivamente da marzo e febbraio. Finora, tuttavia, questo non è abbastanza per trascinare l’intera Eurozona in modalità di crescita, e una sostenuta svolta economica sarà visibile solo se tutte le quattro nazioni all’unisono ritorneranno in azione”.