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La Consulta: ok alle Regioni per rilasciare nuove licenze Ncc

La Consulta: ok alle Regioni per rilasciare nuove licenze NccRoma, 19 dic. (askanews) – Le Regioni possono assumersi la competenza a rilasciare nuove autorizzazioni al servizio di Ncc, ma devono rispettare l’obbligo della pubblica gara. Così la Corte Costituzionale nella sentenza numero 206, depositata oggi, con la quale la Corte costituzionale – dopo la pronuncia numero 137 del 2024, con cui è stata dichiarata, a seguito di autorimessione, l’illegittimità costituzionale del divieto di rilascio di nuove autorizzazioni per il servizio di NCC, previsto dall’articolo 10-bis, comma 6, del decreto-legge numero 135 del 2018 – è tornata a giudicare il ricorso del governo avverso l’articolo 1, commi 1 e 2, della legge della Regione Calabria numero 16 del 2023.


La “rigida previsione contenuta nella risalente disciplina introdotta nel 1992”, che assegna solo ai comuni la possibilità di indire pubblici concorsi per il rilascio delle autorizzazioni al servizio di noleggio con conducente (Ncc), deve ritenersi “cedevole rispetto a successive leggi regionali che definiscano un assetto più articolato e attuale, in funzione della tutela di un livello di interessi che riguarda importanti potenzialità di sviluppo dell’intero territorio regionale”, scrive la Consulta nella sentenza. Tale disposizione riveste una duplice portata normativa: da un lato, infatti, alloca anche alla Regione Calabria la funzione relativa al rilascio delle autorizzazioni per il servizio di NCC, dall’altro la disciplina attraverso una assegnazione diretta di tali autorizzazioni alla Ferrovie della Calabria srl, prosegue la sentenza.


In riferimento al primo aspetto, la sentenza ha chiarito che “il principio di sussidiarietà non si oppone, ma anzi conferma la possibilità per la Regione di introdurre, nell’ambito della propria competenza legislativa residuale in materia di trasporto pubblico locale, norme che integrano, nel territorio regionale, quelle statali vigenti che declinano il livello di governo di allocazione della funzione di rilascio di autorizzazione al NCC”. Dal momento che è la “quasi totale assenza di vettori” il motivo che ha spinto il legislatore regionale ad intervenire, la norma risulta funzionale a potenziare il sistema complessivo del trasporto non di linea, che “concorre a dare ‘effettività’ alla libertà di circolazione”.


La sentenza ha invece dichiarato l’illegittimità costituzionale della previsione del rilascio delle autorizzazioni a svolgere il servizio di NCC direttamente a Ferrovie della Calabria srl: tale disciplina viola, infatti, l’obbligo del pubblico concorso previsto dall’articolo 8, comma 1, della legge numero 21 del 1992 e si pone pertanto in contrasto con la competenza statale in materia di “tutela della concorrenza”, che assume carattere trasversale e prevalente, fungendo “da limite alla disciplina che le Regioni possono dettare nelle materie di loro competenza, concorrente o residuale”, “sia pure nei limiti strettamente necessari per assicurare gli interessi alla cui garanzia la competenza statale esclusiva è diretta”.

L’Istat: in calo nel primo trimestre compravendite e mutui immobiliari

L’Istat: in calo nel primo trimestre compravendite e mutui immobiliariRoma, 19 dic. (askanews) – Nel primo trimestre 2024 sono 210.233 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari. La variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è di -5,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato grezzo è di -4,0%. Lo ha reso noto l’Istat. La flessione è dovuta al settore abitativo, mentre quello economico aumenta per il terzo trimestre consecutivo, seppur in misura minore nei primi tre mesi del 2024. Anche le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca continuano a diminure. Sono 67.521 e la variazione percentuale calcolata sul dato destagionalizzato è -6,6% rispetto al trimestre precedente, mentre la variazione su base annua calcolata sul dato grezzo è di -12,0%.

Ue, von der Leyen: da gennaio dialogo strategico su automotive

Ue, von der Leyen: da gennaio dialogo strategico su automotiveBruxelles, 19 dic. (askanews) – Il dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa sarà avviato ufficialmente da gennaio, “con l’obiettivo di proporre e attuare rapidamente le misure di cui il settore ha urgente bisogno”. Lo comunica la Commissione europea. “L’industria automobilistica – sottolinea la presidente Ursula von der Leyen – è un orgoglio europeo ed è fondamentale per la prosperità dell’Europa. Promuove l’innovazione, sostiene milioni di posti di lavoro ed è il più grande investitore privato in ricerca e sviluppo. Ogni settore ha esigenze uniche ed è nostra responsabilità creare soluzioni su misura che siano allo stesso tempo pulite e competitive. Dobbiamo sostenere questo settore nella transizione profonda e dirompente che ci aspetta. E dobbiamo garantire che il futuro dell’auto rimanga saldamente radicato in Europa. Questo è il motivo per cui ho chiesto un dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica europea. Lanceremo questo dialogo già a gennaio, per dare forma insieme al nostro futuro condiviso”. “Mentre l’industria automobilistica europea e i suoi fornitori attraversano una transizione profonda e dirompente – si legge in una nota della Commissione – il dialogo strategico progetterà strategie e soluzioni concrete per sostenere la competitività globale della produzione automobilistica in Europa” e si concentrerà in particolare “su promuovere l’innovazione e la digitalizzazione guidate dai dati, sulla base di tecnologie lungimiranti come l’intelligenza artificiale e la guida autonoma; sostenere la decarbonizzazione del settore, in un approccio tecnologico aperto, dato il suo ruolo nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa; affrontare il tema di posti di lavoro, competenze e altri elementi sociali nel settore; semplificare e modernizzare il quadro normativo; l’aumento della domanda, il rafforzamento delle risorse finanziarie del settore, la sua resilienza e la sua catena del valore in un contesto internazionale sempre più competitivo”.


“Il dialogo strategico riunisce le principali parti interessate di tutto il settore, comprese le aziende automobilistiche europee, i fornitori di infrastrutture, i sindacati e le associazioni imprenditoriali, nonché parti della catena del valore automobilistica e altre parti interessate. Il lancio formale, sotto la guida di von der Leyen, sarà seguito da una serie di incontri tematici, presieduti dai membri della Commissione. Questi incontri daranno luogo a una serie di raccomandazioni che aiuteranno a costruire una strategia olistica dell’UE per il settore per gestire le varie sfide e, ove necessario, adattare di conseguenza il quadro normativo dell’UE applicabile. Le riunioni del vertice, guidate dal Presidente, verificheranno i progressi compiuti e daranno gli impulsi politici necessari per ulteriori lavori”. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti nel processo e saranno regolarmente informati e consultati sul dialogo.

Fed taglia i tassi ma riduce fortemente attese su altre riduzioni

Fed taglia i tassi ma riduce fortemente attese su altre riduzioniRoma, 18 dic. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti ha nuovamente tagliato i tassi di interesse di sul dollaro per 25 punti base. Ma come avevano ipotizzato vari analisti, si è trattato di un “taglio da falco”, dato che contestualmente il direttorio (Fomc) ha rivisto al rialzo le previsioni su crescita economica e inflazione. E soprattutto ha nettamente ridimensionato le attese sui futuri tagli ai tassi, che ora vengono pronosticati nella misura solo di 2 nel 2025, invece dei 4 previsti lo scorso settembre.


Con il nuovo taglio deciso oggi i fed funds – a una forchetta del 4,25-4,50% – sono ora 1 intero punto percentuale al di sotto del picco che avevano raggiunto. “La nostra linea è diventata meno restrittiva in maniera rilevante, quindi ora possiamo essere più cauti nel procedere”, ha affermato il presidente Jerome Powell. I componenti del Fomc ora per quest’anno prevedono un più 2,5% del Pil, cui dovrebbe seguire un più 2,1% nel 2025, più 2% nel 2026 e più 1,9% nel 2027. Lo scorso settembre stimavano 2% di crescita quest’anno e tutti e tre gli anni successivi. L’inflazione mediana ora è attesa al 2,4% quest’anno, al 2,5% il prossimo, al 2,1% nel 2026 e al 2% del 2027. Lo scorso settembre i componenti del Fomc prevedevano 2,3% di inflazione quest’anno, 2,1% il prossimo e 2% sia su 2026 che sul 2027.


Per decidere altri tagli ai tassi “guarderemo ai progressi sul ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. La nostra linea resta restrittiva ma possiamo essere più cauti nel procedere. E questo – ha spiegato Powell – si riflette nell’attesa del Fomc che ora è per due soli tagli dei tassi nel 2025, invece dei quattro attesi a settembre”. Crolla Wall Street, dove si profila la decima seduta consecutiva al ribasso (secondo Cnbc sarebbe la prima serie così prolungata dal 1974). Quando manca mezz’ora a fine scambi il Dow Jones perde l’1,33%, l’S&P 500 segna meno 1,70% e il Nasdaq cala del 2,27%. Vola il dollaro, con l’euro schiacciato sotto 1,04 sul biglietto verde, a 1,0363 dollari in serata la valuta unica segna i livelli più bassi dal novembre del 2022. (fonte immagine: Federal Reserve).

Dollaro balza dopo Fed, euro cala a 1,0420 ai minimi da 2 anni

Dollaro balza dopo Fed, euro cala a 1,0420 ai minimi da 2 anniRoma, 18 dic. (askanews) – Scatto rialzista del dollaro dopo che la Federal Reserve, pur tagliando nuovamente i tassi di interesse di riferimento, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica e di inflazione degli Stati Uniti, e soprattutto le sue stesse attese (per quanto riguarda i componenti del direttorio) sul futuro dei tassi di interesse. In serata la valuta condivisa si scambia 1,0420 dollari, laddove in precedenza alla diffusione del comunicato su decisioni e previsioni si attestava 1,0490 dollari.


L’euro è così tornato a livelli che non si vedevano dal novembre del 2022.

Fed, Fomc alza previsioni su crescita e inflazione Usa (2025 2,5%)

Fed, Fomc alza previsioni su crescita e inflazione Usa (2025 2,5%)Roma, 18 dic. (askanews) – I componenti del direttorio della Federal Reserve, il Fomc, hanno rivisto al rialzo le loro previsioni sulla crescita economica e sull’inflazione. Ora per quest’anno prevedono un più 2,5% del Pil, cui dovrebbe seguire un più 2,1% nel 2025, più 2% nel 2026 e più 1,9% nel 2027. Lo scorso settembre stimano 2% di crescita quest’anno e tutti e tre gli anni successivi.


Per l’inflazione ora è attesa al 2,4% quest’anno, al 2,5% il prossimo – che segnerebbe quindi una accelerazione rispetto al 2024 – al 2,1% nel 2026 e al 2% del 2027. Lo scorso settembre i componenti del Fomc prevedevano in maniera mediana 2,3% di inflazione quest’anno, 2,1% il prossimo e 2% sia su 2026 che sul 2027.

Fed taglia tassi al 4,25%-4,50% ma alza le attese su tassi futuri

Fed taglia tassi al 4,25%-4,50% ma alza le attese su tassi futuriRoma, 18 dic. (askanews) – La Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti ha nuovamente tagliato i tassi di interesse di sul dollaro per 25 punti base, con cui il livello di riferimento sui fed funds si abbassa a una forchetta del 4,25-4,50%.


La decisione è in linea con le attese prevalenti, tuttavia in quest’occasione l’incertezza era particolarmente elevata, dato il persistere dell’inflazione al di sopra dell’obiettivo del 2% e data la solidità della crescita economica negli Stati Uniti. Al tempo stesso l’istituzione ha pubblicato le sue previsioni economiche aggiornate, che includono anche le aspettative dei componenti del direttorio (Fomc) sul futuro dei tassi di interesse, e se per il 2024 è confermato un 4,4% mediano su tutti e tre gli anni successivi queste attese sono state riviste al rialzo: al 3,9% sul prossimo anno, al 3,4% su 2026 e al 3,1% su 2027. (fonte immagine: Federal Reserve).

UniCredit sale al 28% in Commerzbank, Berlino: mossa ostile

UniCredit sale al 28% in Commerzbank, Berlino: mossa ostileMilano, 18 dic. (askanews) – UniCredit rilancia. Non su Banco Bpm (al momento), ma su Commerzbank. La banca guidata da Andrea Orcel continua la sua scalata sull’istituto tedesco e porta la sua posizione complessiva al 28%, in linea con l’obiettivo dichiarato di raggiungere una quota fino al 29,9%. “All’interno di Commerzbank c’è un valore significativo che deve essere consolidato”, spiega UniCredit, secondo cui la mossa “riflette la fiducia nella Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità, nonchè l’importanza di un settore bancario forte nel sostenere lo sviluppo economico del Paese”.


Non si è fatta attendere la risposta di Berlino, che ha da subito osteggiato l’operazione del gruppo italiano. “UniCredit agisce ancora una volta in modo non coordinato e con metodi ostili”, ha dichiarato un portavoce del governo federale, Wolfgang Buchner. “La notizia di oggi è tanto più notevole in quanto UniCredit aveva precedentemente sottolineato pubblicamente di non voler intraprendere alcuna ulteriore azione prima delle elezioni federali. Attacchi ostili e acquisizioni ostili non sono appropriati nel settore bancario”, ha sottolineato, “tanto più in quanto Commerzbank è una banca di importanza sistemica”. Il governo federale, attualmente il maggiore azionista, continuerà a sostenere Commerzbank nella sua strategia e indipendenza. “Ora stiamo discutendo internamente come procedere”, ha concluso Buchner. Nel dettaglio, Unicredit ha sottoscritto oggi nuovi strumenti finanziari relativi alle azioni Commerzbank che portano la sua quota attraverso derivati al 18,5%, oltre alla partecipazione diretta del 9,5%. La banca ha presentato la documentazione regolamentare necessaria per acquisire una quota di Commerzbank superiore al 10% e fino al 29,9%. Il processo di autorizzazione è ora attivato e le interazioni con le autorità sono in corso, spiega.


Il prezzo medio di ingresso per l’intera posizione è inferiore alle attuali quotazioni e soddisfa, assicura UniCredit, tutti i parametri finanziari che la banca è si impegnata rispettare nei confronti degli azionisti. La posizione, ha spiegato ancora UniCredit, rimane al momento solo un investimento e non ha alcun impatto sull’offerta pubblica di scambio promossa su Banco Bpm. Proprio ieri, a tal proposito, è arrivato un duro affondo da parte della banca guidata da Giuseppe Castagna, che ha chiesto alla Consob di adottare provvedimenti a tutela di tutti gli stakeholder e del mercato. Un esposto con la richiesta di stabilire l’improcedibilità dell’Ops.


Infine, sul fronte Mps, nell’ambito del processo di privatizzazione della banca, si sono dimessi i cinque consiglieri indipendenti che erano stati indicati dal Tesoro nella lista presentata nel marzo 2023. Il cda del Monte ora provvederà “senza indugio” al processo di integrazione dell’organo di governo, aprendo ora il dialogo coi nuovi soci (Banco Bpm, Francesco Gaetano Caltagirone, Anima e Delfin).

Unicredit, Berlino attacca: mossa su Commerzbank ostile

Unicredit, Berlino attacca: mossa su Commerzbank ostileMilano, 18 dic. (askanews) – Il governo federale tedesco critica aspramente la nuova mossa di Unicredit in Commerzbank, che ha rafforzato ulteriormente la presa sulla banca tedesca, portando la sua posizione complessiva al 28%. “Unicredit agisce ancora una volta in modo non coordinato e con metodi ostili”, ha dichiarato il viceportavoce del governo Wolfgang Buchner, secondo quanto riferisce l’Afp.


“La notizia di oggi è tanto più notevole in quanto Unicredit aveva precedentemente sottolineato pubblicamente di non voler intraprendere alcuna ulteriore azione prima delle elezioni federali”. Il comportamento è “strano e inappropriato”, ha detto ancora, e il governo respinge la mossa di Unicredit “tanto più in quanto la Commerzbank è una banca di importanza sistemica”. “Attacchi ostili e acquisizioni ostili non sono appropriati nel settore bancario”, ha sottolineato. Il governo federale, attualmente il maggiore azionista, continuerà a sostenere Commerzbank nella sua strategia e indipendenza. “Ora stiamo discutendo internamente come procedere”, ha concluso.

Honda e Nissan valutano una fusione, ancora nessuna decisione

Honda e Nissan valutano una fusione, ancora nessuna decisioneRoma, 18 dic. (askanews) – Honda e Nissan stanno valutando una fusione – che porterebbe alla nascita del terzo gruppo mondiale dell’auto – a seguito di una flessione nei risultati di Nissan e delle difficoltà di entrambe le case automobilistiche in Cina.


Confermando un’anticipazione del quotidiano Nikkei, Honda e Nissan hanno affermato oggi di essere in trattative per una fusione o un’altra futura collaborazione, pur precisando che non è stata presa alcuna decisione definitiva. Le aziende si erano avvicinate quest’anno e in precedenza avevano annunciato piani per lavorare insieme sulle tecnologie di elettrificazione, cercando di condividere i costi di sviluppo. Honda e Nissan stanno lottando in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, dopo essere state colte di sorpresa dal rapido passaggio di quel paese ai veicoli elettrici e ai veicoli ibridi plug-in. Il mese scorso, la Nissan aveva annunciato piani di ristrutturazione che includono il taglio di 9.000 posti di lavoro a livello globale e la riduzione della sua capacità produttiva globale di un quinto dei veicoli. Nissan ha anche abbassato le previsioni di vendita di veicoli per tutti i principali mercati, in particolare Cina e Nord America.


All’inizio di quest’anno, la Nissan aveva interrotto la produzione di veicoli nel suo stabilimento di Changzhou nella Cina orientale, mentre la Honda ha cercato di tagliare i lavoratori in una joint venture cinese tramite acquisizioni volontarie. Gli analisti – riporta il Wall Street Journal – hanno affermato che i colloqui di fusione tra Honda e Nissan sono stati guidati dalla crescente concorrenza di produttori di veicoli elettrici come Tesla e la cinese BYD. Tesla e le case automobilistiche cinesi sono anche all’avanguardia nella guida autonoma e nel software e le case automobilistiche devono investire molto per tenere il passo.


Le azioni Nissan hanno chiuso in rialzo del 23,7% nelle contrattazioni di Tokyo mercoledì, mentre le azioni Honda hanno chiuso in ribasso del 3%. La capitalizzazione di mercato di Honda è comunque più di quattro volte maggiore di quella di Nissan, il che suggerisce che l’equilibrio di potere favorirebbe Honda in una fusione. Renault aveva acquisito una quota di oltre un terzo di Nissan nel 1999, in seguito aumentata al 43%. Nissan, che è stata a lungo la più grande e redditizia delle due società, si è successivamente raffreddata sull’alleanza e alla fine ha riottenuto la sua indipendenza l’anno scorso quando Renault ha accettato di ridurre la sua quota al 15%. Ma le fortune di Nissan sono peggiorate quest’anno: il reddito operativo nel semestre conclusosi il 30 settembre è sceso del 90% rispetto all’anno precedente e le vendite del gruppo Nissan negli Stati Uniti sono diminuite del 2% nel trimestre luglio-settembre.


L’anno scorso Honda ha venduto circa 4 milioni di veicoli a livello globale e Nissan circa 3,4 milioni, secondo i dati comunicati dalle due aziende. Se la loro fusione andrà avanti, il nuovo gruppo nippon si collocherà al terzo posto a livello mondiale nelle vendite di auto, dietro Toyota e Volkswagen.