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Verizon acquisirà Frontier Communications con accordo da 20 mld dollari

Verizon acquisirà Frontier Communications con accordo da 20 mld dollariNew York, 5 set. (askanews) – Il gigante delle telecomunicazioni Verizon Communications sta acquisendo Frontier Communications, il più grande fornitore di servizi Internet in fibra negli Stati Uniti, in un accordo interamente in contanti del valore di 20 miliardi di dollari


Giovedì, il gigante delle telecomunicazioni ha dichiarato che la transazione, la cui conclusione è prevista in circa 18 mesi, dovrebbe aumentare sia i ricavi che gli utili rettificati al momento della chiusura. L’accordo, in base al quale Verizon acquisirà Frontier per 38,50 ad azione, che rappresenta un premio del 44% rispetto al prezzo medio ponderato in base al volume delle azioni a 90 giorni, amplierebbe significativamente la sua impronta in fibra negli Stati Uniti.


I 2,2 milioni di abbonati alla fibra di Frontier in 25 stati si uniranno ai 7,4 milioni di connessioni Fiber Optic Service di Verizon in nove stati e a Washington, D.C. La società, che ha già costruito 7,2 milioni di posizioni in fibra, prevede di costruirne altri 2,8 milioni entro la fine del 2026, ha dichiarato Verizon.

Ue, Draghi consegnerà rapporto su competitività nei prossimi giorni

Ue, Draghi consegnerà rapporto su competitività nei prossimi giorniRoma, 4 set. (askanews) – E’ oramai pronto e verrà consegnato nei prossimi giorni alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, il rapporto sul futuro della competitività europea elaborato dall’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Bce Mario Draghi.


Lo segnalano fonti qualificate vicine al dossier specificando che in mattinata, Draghi ha avuto uno scambio di opinioni con gli ambasciatori degli Stati membri e con i leader politici del Parlamento europeo a Bruxelles (il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri del Consiglio dell’UE a Bruxelles; e la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo) sul suo rapporto sul futuro della competitività europea, che consegnerà nei prossimi giorni alla presidente della Commissione von der Leyen. Il professor Draghi – riferiscono le stesse fonti – ha osservato che negli ultimi decenni la competitività europea è stata soggetta a una serie di “freni strutturali”: capacità di innovazione in ritardo, prezzi dell’energia più elevati, carenze di competenze, necessità di accelerare rapidamente la digitalizzazione e di rafforzare urgentemente le capacità di difesa comuni dell’Europa.


Draghi ha anche sottolineato che il rapporto contribuirà alla riflessione sulle sfide che l’Europa deve affrontare e su come l’Unione, le sue istituzioni, gli Stati membri e le parti interessate possono superarle insieme per riconquistare il vantaggio competitivo dell’Europa. Draghi ha poi espresso soddisfazione per il fatto che molte delle sue idee avevano già trovato posto nelle linee guida politiche presentate da Ursula von der Leyen lo scorso luglio per il suo secondo mandato come presidente della Commissione. Ha anche osservato che questo lavoro si rifletterà nelle lettere di missione dei Commissari designati. Draghi ha sottolineato che spetterà ai leader dell’UE, ai parlamentari europei, alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri decidere come portare avanti il suo lavoro e trasformare le sue raccomandazioni in risultati concreti per gli europei.

Carburanti, benzinai: no riforma Urso, protesta con chiusura impianti

Carburanti, benzinai: no riforma Urso, protesta con chiusura impiantiRoma, 4 set. (askanews) – Le associazioni dei benzinai Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio criticano duramente il ddl sulla riforma delle rete distributiva dei carburanti, all’esame oggi del Consiglio dei Ministri, e annunciano fin da ora la “contrapposizione” al provvedimento con “le necessarie convergenze in Parlamento con i gruppi di maggioranza e di opposizione” e la protesta con la chiusura degli impianti su strade e autostrade.


In un comunicato congiunto le associazioni dei benzinai sostengono che la riforma è “maturata nelle ‘segrete stanze’ del Ministero di Urso alle quali è ammesso un ristretto cenacolo di petrolieri”. La proposta che arriva in Cdm è “una vera e propria violenza alla realtà: si distrugge l’ultimo anello della catena (i gestori) per premiare le compagnie petrolifere che nel corso degli ultimi 3-5 anni hanno chiuso bilanci con utili mostruosi, anche a scapito dei margini dei gestori e sulle spalle dei clienti. Il Governo – spiegano – ha anche cancellato la norma che obbligava la pubblicizzazione del differenziale fra prezzo self e servito che, a spanne, vale oltre 1 miliardo di euro per le compagnie. Una schizofrenia incomprensibile: prima l’obbligo per i gestori del cartello (inutile) del prezzo medio regionale e adesso, addirittura, la cancellazione dell’unica informazione utile ai clienti. Forse il Governo ha deciso di ‘compensare’ i petrolieri ringraziandoli, in questo modo, per l’acquiescenza dimostrata alle politiche di esclusione sociale messe in atto dall’Esecutivo: una vera e propria vergogna che non ha pari nella storia di questa categoria”. Le associazioni dei benzinai puntano poi l’indice contro quello che ritengono “lo sfruttamento” intensivo dei gestori” che, aggiungono, verrebbe praticato “precarizzando i contratti che saranno applicati a discrezione delle compagnie senza alcuna contrattazione della parte economica e normativa: finti contratti di durata quinquennale che possono essere disdettati con 90 giorni di preavviso. Quindi contratti che, nella realtà, durano 90 giorni. Scompare la dicitura urticante ‘contratti di appalto’ ma la sostanza è la stessa; la precarietà è la stessa; l’invadenza delle compagnie sarà la stessa. I consumatori – si chiedono i gestori – potranno sperare di trovare un distributore e di pagare il carburante il giusto prezzo?”.


Per quanto riguarda le bonifiche, prosegue il comunicato unitario “basta cambiare il nome alla procedura di compatibilità ambientale: sarà così sufficiente inertizzare i siti degli impianti dismessi (premiando i titolari con circa 70.000 euro di soldi pubblici) per essere green e ricostituire la verginità del terreno. Ovviamente ai gestori espulsi andrà un ‘premio di consolazione’ (massimio 20.000 euro, in funzione degli anni di contratto residui)”. “La categoria che ha sempre ricercato il confronto con un Governo – conclude il comunicato – che, però, non aveva alcuna intenzione di avviarlo, si è vista ‘sbattere in faccia’ tutte le porte che potevano favorire un’intesa onorevole. Alla categoria non resta altra strada che la contrapposizione dura al disegno del Governo ricercando, con i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione le necessarie convergenze”.


Non appena il ddl sarà trasmesso in Parlamento, conclude il comunicato “le Federazioni di rappresentanza dei gestori fisseranno iniziative sindacali e tempi e modalità di svolgimento di un’azione di chiusura di tutti gli impianti. Stradali ed autostradali con manifestazioni nel territorio (anche nel corso della prossima campagna elettorale per le regionali)”.

Petrolio, membri OPEC+ valutano ritardare aumento della produzione

Petrolio, membri OPEC+ valutano ritardare aumento della produzioneRoma, 4 set. (askanews) – I membri dell’OPEC+ stanno valutando di ritardare un aumento della produzione, che sarebbe dovuto scattare il mese prossimo, a causa delle preoccupazioni sui bassi prezzi del petrolio. Lo hanno affermato mercoledì i delegati dell’alleanza dei produttori, riportati dal Wall Street Journal.


I prezzi stanno languendo a circa 73 dollari al barile, il livello più basso da nove mesi, a causa della debole domanda e della mancanza di importanti sconvolgimenti geopolitici. La produzione libica è stata brevemente interrotta negli ultimi giorni a causa di una disputa sui pagamenti del governo prima di essere rapidamente ripristinata. L’Arabia Saudita, il perno del gruppo, ha bisogno di prezzi a 85 dollari per aiutare a finanziare la sua trasformazione economica, affermano gli analisti.


L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati, noti insieme come OPEC+, avevano concordato a giugno di iniziare ad allentare i tagli volontari a ottobre, che includono un taglio della produzione di un milione di barili al giorno dall’Arabia Saudita. Ma i produttori stanno ora valutando di mantenere la produzione ai livelli attuali quando si incontreranno di nuovo il 2 ottobre.

Fed, Bostic: Non si può aspettare 2% inflazione prima di tagliare

Fed, Bostic: Non si può aspettare 2% inflazione prima di tagliareNew York, 4 set. (askanews) – Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha dichiarato mercoledì di essere pronto ad iniziare ad abbassare i tassi di interesse, anche se l’inflazione è ancora superiore all’obiettivo del 2% stabilito dalla banca centrale.


Bostic che è sempre stato a favore di una politica più restrittiva per combattere l’inflazione, ha spiegato sul sito web della Fed di Atlanto che la sua attenzione si sta spostando maggiormente verso il settore dell’occupazione, poiché aumentano i segnali di un indebolimento del mercato del lavoro. “Credo che non possiamo aspettare che l’inflazione sia effettivamente scesa fino al 2 percento per iniziare a rimuovere le restrizioni, perché ciò rischierebbe di causare interruzioni del mercato del lavoro che potrebbero infliggere inutili sofferenze”, ha scritto nella dichiarazione.


Bostic che è membro votante del FOMC, il braccio di politica monetaria della Fed, ha spiegato che “Date le circostanze che abbiamo di fronte, ovvero l’erosione del potere di determinazione dei prezzi e un mercato del lavoro in raffreddamento, ho riequilibrato la mia attenzione verso entrambi i lati del doppio mandato per la prima volta dall’inizio del 2021”.

Usa, +5% ordini alle fabbriche in luglio, come da stime

Usa, +5% ordini alle fabbriche in luglio, come da stimeNew York, 4 set. (askanews) – In luglio gli ordini alle fabbriche statunitensi hanno registrato un picco, dopo i crolli di giugno e maggio. Il dipartimento del Commercio ha rilevato un ribasso del 5% a 592,1 miliardi di dollari. Anche le attese degli analisti prevedevano la stessa crescita. Il dato di giugnoo è stato rivisto in leggero ribasso e cioè da 564,2 miliardi di dollari a 564 miliardi di dollari.


Al netto dei trasporti, il dato è aumentato dello 0,4%. Escludendo la difesa, un’altra categoria volatile, il dato è in rialzo del 5,1%.

Volkswagen vuole tagli: ‘un anno forse due’ per invertire la rotta

Volkswagen vuole tagli: ‘un anno forse due’ per invertire la rottaRoma, 4 set. (askanews) – Volkswagen afferma di avere “un anno, forse due” per adattarsi al crollo delle vendite di auto in Europa, mentre cerca di giustificare le proposte di chiusura di fabbriche in Germania per la prima volta nella sua storia. I vertici della casa automobilistica hanno detto ai lavoratori, in un incontro presso la sede centrale di Wolfsburg ,che prevedono di vendere 500.000 veicoli in meno rispetto a prima della pandemia di Covid, “l’equivalente di circa due stabilimenti”, stimando di non poter tornare ai livelli del 2019.


Il segnale, riporta il Guardian, è stato dato da Volkswagen al suo consiglio aziendale con i piani per chiudere due fabbriche tedesche, una per le auto e una per i componenti: una prospettiva che ha scatenato la furia dei rappresentanti sindacali e dei politici. Oltretutto i piani di chiusura rappresentano un problema significativo per il cancelliere, Olaf Scholz, la cui coalizione di governo è sotto forte pressione dopo aver perso le elezioni nello stato tedesco della Turingia contro Alternative für Deutschland: la prima volta che un partito di estrema destra vince un’elezione statale dal periodo nazista. La Volkswagen è stata seconda nel mondo solo alla Toyota giapponese nelle vendite di veicoli del 2023. Più di ogni altra azienda, la VW è emblematica della potente industria automobilistica tedesca, che è stata una delle forze che hanno reso il paese il cuore industriale dell’Europa. Impiega 300.000 persone in Germania su una forza lavoro globale di 650.000.


Tuttavia – sottolinea il Guardian – la Volkswagen e altri rivali europei sono stati lenti ad abbracciare le auto elettriche, il che li ha messi in una posizione di svantaggio poiché i rivali cinesi prendono di mira l’Europa per vendere le loro auto elettriche più economiche. Arno Antlitz, direttore finanziario del Gruppo Volkswagen, ha affermato che la casa automobilistica ha “un anno, forse due anni, per cambiare le cose”. Volkswagen ha sottolineato che le vendite complessive di auto in Europa non torneranno ai 16 milioni registrati nel 2019, prima che la pandemia ostacolasse le catene di approvvigionamento globali e la carenza di chip per computer semiconduttori, in particolare, rallentasse la produzione di automobili.


“Il mercato in Europa si è ripreso da allora, ma non tornerà al suo livello precedente”, ha affermato Antlitz. “Prevediamo che in futuro saranno venduti circa 14 milioni di veicoli all’anno, se mai. E questo non ha nulla a che fare con i nostri prodotti o con le scarse performance di vendita. Il mercato semplicemente non c’è più”. Antlitz ha segnalato problemi finanziari in particolare presso il marchio Volkswagen. “Da un po’ di tempo spendiamo più soldi per il marchio di quanti ne guadagniamo. Questo non va bene a lungo termine. Se continuiamo così, non riusciremo nella trasformazione”. (immagine da sito Volkswagen)

Gas, Arera: ad agosto bolletta dei clienti vulnerabili +6%

Gas, Arera: ad agosto bolletta dei clienti vulnerabili +6%Roma, 3 set. (askanews) – Per i clienti vulnerabili ad agosto il prezzo del gas aumenta del 6% rispetto a luglio. Lo riferisce l’Arera, sottolineando che il prezzo di riferimento del gas per il nuovo cliente tipo1 è pari a 113,10 centesimi di euro per metro cubo così suddiviso: 46,94 centesimi di euro (pari al 41,5% del totale della bolletta) per l’approvvigionamento del gas naturale e per le attività connesse; 6,15 centesimi di euro (5,4% del totale della bolletta) per la vendita al dettaglio; 24,53 centesimi di euro (21,7% del totale della bolletta) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della distribuzione, qualità; 2,95 centesimi di euro (2,6% del totale della bolletta) per gli oneri generali di sistema; 32,53 centesimi di euro (28,8% del totale della bolletta) per le imposte.

Usa, Ism manifatturiero sale a 47,2 punti ad agosto, sotto stime

Usa, Ism manifatturiero sale a 47,2 punti ad agosto, sotto stimeNew York, 3 set. (askanews) – Nel mese di agosto resta in contrazione l’Ism manifatturiero, l’indice che misura la performance del settore manifatturiero negli Stati Uniti, anche se è leggermente salito rispetto al mese precedente. In agosto l’indice è salito a 47,2 punti, dai 46,8 di luglio (confermato). Le attese degli analisti erano per un dato a 47,9 punti. L’indice ha così registrato il ventunesimo mese in contrazione degli ultimi ventidue.


L’indice sui prezzi è salito da 52,9 a 54. L’indice sull’occupazione è salito da 43,4 a 46 punti, mentre quello sui nuovi ordini è sceso da 47,4 a 44,6. Infinel’indice sulla produzione è passato da 45,9 a 44,8, mentre quello sulle scorte è salito da 44,5 punti a 50,3 punti.

Usa, Spese costruzioni in luglio -0,3%, peggio di stime

Usa, Spese costruzioni in luglio -0,3%, peggio di stimeNew York, 3 set. (askanews) – Il settore delle costruzioni Usa, in luglio, ha registrato un ribasso nelle spese dello 0,3%, a un tasso annuo destagionalizzato di 2.162,7 miliardi di dollari. Il dato è superiore alle attese degli analisti che pronosticavano invece un ribasso dello 0,1%. Il dato di giugno è stato rivisto da 2.148,4 miliardi a 2.169 miliardi.


Rispetto allo stesso periodo del 2023, le spese per costruzioni hanno registrato un incremento del 6,7%. Le spese per le costruzioni private sono scese dello 0,4% a 1.678,7 miliardi di dollari; quelle per le costruzioni nel settore pubblico sono in rialzo dello 0,1% a 484 miliardi di dollari.