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Gota (Assogestioni): in momenti complessi guardare ottica di lungo periodo

Gota (Assogestioni): in momenti complessi guardare ottica di lungo periodoMilano, 15 apr. (askanews) – “È un grande onore dare il via al mio mandato di presidente di Assogestioni con il Salone del Risparmio, ancora di più in questo momento storico, che ci vede impegnati con le nostre reti a rassicurare i clienti per far capire loro che, nella giusta prospettiva – mai di breve termine – questo momento e questa situazione saranno in futuro, guardando indietro, niente di diverso dalle crisi degli ultimi anni, ovvero una flessione in un sentiero di lunga crescita dei mercati”. Lo ha detto la nuova presidente di Assogestioni, Maria Luisa Gota, nel corso del suo intervento di apertura del Salone del Risparmio.


“È un momento particolare, dove assistiamo a trasformazioni sociali, economiche e geopolitiche che ci toccano da vicino e chiamano in causa la nostra industria come motore del cambiamento – ha proseguito -. Siamo consapevoli della ricchezza incredibile del risparmio, in Italia e in Europa, dove tocca i 33.000 miliardi di euro. Un terzo di questa somma è ferma sui conti correnti e sottoposta a inflazione, una grande consapevolezza che è comune a tutti gli operatori di mercato”. Il titolo dell’edizione 2025 del Salone ‘Capitale paziente, progresso e longevità’ dà proprio la chiave di lettura attraverso la quale affrontare anche le turbolenze di mercato. “Sono tre concetti – ha detto la presidente di Assogestioni – che definiscono le tre direttrici sulla quale industria si deve focalizzare in futuro per creare valore”.


“Il capitale paziente richiama spesso il mondo dei capitali privati, ma in realtà la virtù della pazienza serve anche per avere quell’orientamento all’investimento nel lungo periodo necessario per abbracciare asset class come l’azionario e generare rendimenti superiori nel lungo periodo”. Sul fronte della trasformazione digitale e dell’IA, ha sottolineato la Gota, “questi nuovi strumenti aiuteranno la nostra industria a essere sempre più efficiente e più solida, e potrà servire meglio i clienti”. Infine, ha concluso, “il tema della longevità è qualcosa che tuti tocchiamo ogni giorno con l’allungamento delle speranze di vita che crea nuovi bisogni, e occorre pensarci oggi per costruire quel benessere finanziario per affrontare con serenità la terza e quarta età”.

Germania, clima fiducia finanza Zew registra peggior crollo dal 2022

Germania, clima fiducia finanza Zew registra peggior crollo dal 2022Roma, 15 apr. (askanews) – Ad aprile il clima di fiducia nel settore della finanza della Germania ha registrato il crollo più marcato dal 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Lo riporta l’istituto Zew, il cui indicatore è caduto di 65,6 punti a quota meno 14 punti, con le turbolenze innescate dai continui rilanci sui dazi commerciali dell’amministrazione Trump.


“I mutamenti imprevedibili delle politiche commerciali Usa stanno pesando fortemente sulle aspettative in Germania, che si sono molto deteriorante. Non si tratta solo dei dazi ‘reciproci’, ma anche delle dinamiche dei loro cambiamenti – commenta con un comunicato il presidente dello Zew, Achim Wambach – che hanno fortemente aumentato l’incertezza globale”.

L’Antitrust: il sistema del commercio è scosso da dazi, grave distorsione della concorrenza

L’Antitrust: il sistema del commercio è scosso da dazi, grave distorsione della concorrenzaRoma, 15 apr. (askanews) – “Il sistema del commercio internazionale, a lungo fondato sull’integrazione produttiva e sul libero scambio, è oggi scosso dall’introduzione di un pervasivo reticolo di dazi e di altre misure non tariffarie, gravemente distorsivi del confronto concorrenziale tra imprese e tra Paesi”. Lo ha detto il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, durante la presentazione della Relazione annuale al Parlamento.


“In un contesto di relazioni commerciali tese – ha aggiunto Rustichelli – la tradizionale vocazione agli scambi internazionali e la stretta integrazione nelle filiere produttive globali rendono l’economia europea particolarmente esposta alle fluttuazioni dei mercati e alle nuove spinte protezionistiche. Per questo, la crescita nell’attuale scenario è sempre più legata al rafforzamento del modello europeo di sviluppo affinché, valorizzando pienamente il mercato unico, si riducano le vulnerabilità strutturali e la dipendenza da fattori esterni, colmando il divario di produttività e innovazione rispetto ad altre economie”.

Eurozona, a gennaio produzione industria +1,1% mese e +1,2% annuo

Eurozona, a gennaio produzione industria +1,1% mese e +1,2% annuoRoma, 15 apr. (askanews) – Nuovo miglioramento a febbraio per la produzione dell’industria nell’area euro, un rialzo dell’1,1% rispetto al mese precedente dopo il più 0,6% registrato a gennaio, laddove a dicembre era calata dello 0,9%. Secondo Eurostat, nel confronto su base annua la produzione ha ritrovato una dinamica positiva con un più 1,2%, dopo il meno 0,5% di gennaio e il meno 1,8% di dicembre.


A trainare il miglioramento il rialzo dei beni di consumo non durevoli, più 2,8% in un mese mentre la produzione di beni durevoli è calati dello 0,3% e sull’energia dello 0,2%. La produzione di beni di investimento è salita dello 0,8% e quella di beni intermedi dello 0,3%, riporta ancora l’ente di statistica comunitario.

Orsini al governo: serve una visione, un piano industriale per l’Italia

Orsini al governo: serve una visione, un piano industriale per l’ItaliaRoma, 15 apr. (askanews) – “Serve avere una visione, quello che stiamo chiedendo al governo oggi è di avere un piano industriale del Paese da trasmettere poi all’Europa”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, nel corso del Sustainable Economy Forum organizzato in collaborazione con la Comunità di San Patrignano.


“Solo nel momento in cui noi riusciamo a dare una visione, una certezza su dove vuole andare il nostro Paese, riusciamo a costruire e dare coraggio ai nostri imprenditori che sono pronti ad investire”, ha spiegato. “Io credo – ha aggiunto – che le sfide siano davvero tante sia all’interno dell’Italia che all’interno dell’Europa”. Secondo Orsini, in questo momento “il problema più importante è l’incertezza” che impedisce “ai nostri imprenditori di avere una visione”. Bisogna “avere le idee chiare in Italia e in Europa”, ha concluso.

Bankitalia, domanda prestiti imprese stabile, sale domanda mutui

Bankitalia, domanda prestiti imprese stabile, sale domanda mutuiRoma, 15 apr. (askanews) – Domanda di prestiti invariata nel primo trimestre da parte delle imprese in Italia, mentre le banche non hanno modificato i criteri di concessione del credito. Sui mutui alle famiglie, invece , la richiesta è aumentata nuovamente, così come quella per il credito al consumo e le banche hanno lievemente irrigidito i termini per la concessione di finanziamenti.


Questa la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’indagine che effettua in coordinamento con la Bce l’Eurosistema delle Banche centrali, per il monitoraggio del credito bancario nell’area euro (Bank Lending Survey).

Bankitalia, a febbraio nuovo record debito pubblico a 3.024 mld

Bankitalia, a febbraio nuovo record debito pubblico a 3.024 mldRoma, 15 apr. (askanews) – Dopo due mesi il debito pubblico complessivo dell’Italia è tornato a superare la soglia psicologica dei 3.000 miliardi di euro, stabilendo a febbraio un nuovo massimo storico con 3.024 miliardi e 298 milioni di euro. Il dato è contenuto nell’ultima statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” pubblicata della Banca d’Italia.


Il debito delle amministrazioni pubbliche della Penisola aveva superato i 3.000 miliardi già lo scorso novembre, ma a dicembre era ridisceso sotto quel valore e a gennaio era lievemente risalito a 2.981,7 miliardi. Il debito delle Amministrazioni pubbliche è calcolato in questa statistica secondo i criteri metodologici stabiliti ai fini della Procedura per i disavanzi eccessivi (cosiddetto “debito pubblico di Maastricht”).

Bce, dopo 6 mesi di risalita domanda prestiti imprese torna a calare

Bce, dopo 6 mesi di risalita domanda prestiti imprese torna a calareRoma, 15 apr. (askanews) – Dopo sei mesi di leggeri recuperi, nel primo trimestre di quest’anno la domanda di prestiti da parte delle imprese nell’area euro è tornata ad indebolirsi, secondo quanto hanno riferito dalle banche nell’ultima indagine sul credito pubblicata dalla Bce (Bank Lending Survey). All’opposto la domanda di mutui per l’acquisto di casa ha continuato a risalire energicamente, sostenuta innanzitutto dal calo dei tassi di interesse e, in seconda battuta, da un miglioramento delle prospettive del mercato immobiliare e del clima di fiducia.


Va però subito precisato che come sta accadendo con molte altre indagini congiunturali, anche questa rilevazione rischia di risultare già “vecchia”, dato che è stata effettuata tra il 10 e il 25 Marzo, prima quindi dei pesanti dazi “reciproci” varati – e poi sospesi per molti Stati – dall’amministrazione Trump, mosa che ha innescato turbolenze dei mercati. Ad ogni modo, secondo la Bce le banche hanno riportato un lieve ulteriore inasprimento dei criteri di concessione dei prestiti alle imprese, anche in questo caso c’è un andamento differenziato sui mutui alle famiglie, per cui invece si è verificato un allentamento. Sempre per le famiglie le banche hanno però inasprito i criteri per la concessione di credito al consumo.


Secondo l’indagine per il trimestre in corso le banche generalmente si attendevano un’ulteriore inasprimento dei criteri di concessione di prestiti su tutti e tre i segmenti monitorati. Tuttavia appunto questa aspettativa non considerava gli ultimi sviluppi e le conseguenti mosse ora attese dalla stessa Bce. Infatti se a inizio marzo lo scenario previsionale era che l’istituzione potesse o ridurre nuovamente o confermare i tassi di interesse, in occasione del Consiglio direttivo che si concluderà giovedì, dopo gli ultimi sviluppi adesso l’attesa prevalente è che sarà praticamente costretta a tagliarli e forse e proseguire con le riduzioni, più di quanto contava di fare in precedenza.

Dazi, Urso: Meloni da Trump per facilitare il negoziato, obiettivo zero tariffe

Dazi, Urso: Meloni da Trump per facilitare il negoziato, obiettivo zero tariffeRoma, 15 apr. (askanews) – “Abbiano sempre indicato alla Commissione la necessità di instaurare da subito un negoziato con l’amministrazione americana con la prospettiva, che deve sempre rimanere sul fondo, come bussola per la nostra strategia, di un’area di libero scambio tra Nord America, Stati Uniti, Canda e Messico con l’Unione europea con dazi zero, zero dazi zero, per creare nell’Atlantico la più grande area di libero scambio del mondo tanto più importante in questa fase in cui l’Ue ha definito accordo di libero scambio Mercosur”. Lo h detto il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto a Rtl 102,5.


“Le due prospettive creerebbero un grande bacino commerciale e produttivo con una crescita globale. Non dobbiamo rassegnarci a quello che alcuni ritenevano inevitabile cioè di rispondere ai dazi americani con ritorsioni commerciali della Ue, innescando una guerra commerciale che arrecherebbe gravi danni alle imprese e all’economia europea ma dobbiamo da subito. E’ questa la prospettiva della missione che Giorgia Meloni realizzerà a Washington, nello spirito europeo, facilitare il negoziato in corso per consentire a tutti di guardare in una prospettiva positiva”, ha detto Urso. Per Urso occorre “riunificare l’Occidente quando sarà possibile, ridurre le tensioni e ridurre i dazi. Quando affrontiamo le crisi noi guardiamo a Occidente perché lì ci sono i valori fondamentali della nostra democrazia. Occorre ridurre i dazi nella ripresa di un cammino comune”.

Referendum, Landini a sfida quorum ma partita è anche in Cgil

Referendum, Landini a sfida quorum ma partita è anche in CgilRoma, 14 apr. (askanews) – L’obiettivo esplicito del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno è il raggiungimento del quorum. Un risultato che appare complicato da centrare sia in considerazione del calo progressivo dell’affluenza alle urne, registrato alle recenti consultazioni, che dell’inammissibilità del quesito sull’autonomia differenziata dichiarata dalla Corte Costituzionale. Referendum che avrebbe potuto trainare la partecipazione al voto, soprattuto nelle regioni del Mezzogiorno.


In corso d’Italia, però, riferiscono che Landini avrebbe anche un obiettivo di riserva: portare alle urne e raccogliere un numero di sì ai cinque quesiti superiore alla somma che i partiti di governo hanno raggiunto alle ultime elezioni politiche. Da molti mesi il numero uno della Cgil non perde infatti occasione per sottolineare che il governo è maggioranza nel Parlamento, ma non nel Paese. Se dovesse riuscire a portare alle urne più italiani di quanti hanno votato complessivamente per i partiti della maggioranza potrà dire, dicono nel sindacato, che il governo Meloni è di fatto minoranza nel Paese. Una partita, dunque, su cui Landini si gioca molto, dentro e fuori la confederazione. Gli incontri di oggi con Pd, M5S e Avs (la settimana scorsa ha visto i rappresentanti di Italia Viva) sarebbero una richiesta esplicita alle forze politiche di opposizione di impegnarsi a fondo in primo luogo per raggiungere il quorum. In caso contrario, per dimostrare che nel Paese c’è un’altra maggioranza. Da settimane in Cgil ci sono fibrillazioni, con l’ala riformista pronta a presentare il conto se le cose per Landini dovessero andare male, non escludendo l’avvio anticipato della fase congressuale.


“Discussioni diverse oggi non hanno senso di esistere, la cosa importante è raggiungere l’obiettivo del quorum – ha tagliato corto Landini la settimana scorsa in conferenza stampa rispondendo a una domanda in proposito – cosa succederà dopo lo discuteremo dopo”. Il dibattito in corso d’Italia è però aperto: il numero uno della Cgil è stato già criticato dall’opposizione interna per la partecipazione alla manifestazione pro Europa del 15 marzo scorso promossa da Michele Serra. Piazza con parole d’ordine sul riarmo non del tutto allineate a quelle della Cgil. Con i referendum Landini si sta dunque giocando molto, a partire dagli equilibri interni alla confederazione che determineranno, a inizio 2027, il suo successore alla guida del più grande sindacato italiano. Una chiave di lettura che spiegherebbe anche l’irritazione del leader sindacale per lo scarso appeal riscontrato dai referendum sui media.