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Borsa Italiana, Tajani: resti centrale, no a svuotamenti di funzioni

Borsa Italiana, Tajani: resti centrale, no a svuotamenti di funzioniRoma, 28 mar. (askanews) – “La Borsa italiana di Milano resti a supporto della economia italiana e milanese” e “senza svuotamenti di funzioni”. Perché “è uno dei pilastri del nostro sistema economico e una delle più antiche borse valori al mondo” e “rappresenta un motore essenziale per lo sviluppo economico del Paese”. Lo afferma il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani in un articolo sul Sole 24 Ore.


Borsa Italiana fa parte del gruppo Euronext, che ingloba anche le Borse di Francia, Belgio, Portogallo, Olanda, Norvegia e Irlanda. “E che ha in Cassa Depositi e Prestiti un azionista di rilievo. Va assicurato che anche nei prossimi anni Milano resti centrale – prosegue Tajani – senza svuotamenti di funzioni”. Anzi “suggeriamo di far di Milano l’hub europeo della quotazione di Pmi”. La piazza milanese “Funziona come un ponte tra aziende in cerca di capitali per crescere ed investitori che vogliono far fruttare i propri risparmi”. Secondo Tajani “Euronext deve rimanere un gruppo di borse federate, come descritte nell’accordo del 2021, ed evitare spinte centralizzatrici, lontano dai territori di riferimento”.


“Per questo chiedo che venga confermata la centralità e la funzionalità della Borsa di Milano e venga mantenuta la sua autonomia nel listing azionario e obbligazionario, con la giusta vigilanza. Possiamo fare di Milano una grande piazza finanziaria europea che guardi con attenzione ad attrarre e quotare le PMI e non ridurla ad una appendice secondaria. Siamo la terza economia e la seconda manifattura dell’Ue. Queste grandezze – conclude il titolare della Farnesina – devono essere supportate da un sistema finanziario che abbia testa (e cuore) in Italia”.

Unipol: con piano 2027 utili a 3,8 mld, ai soci 2,2 mld (+72%)

Unipol: con piano 2027 utili a 3,8 mld, ai soci 2,2 mld (+72%)Milano, 28 mar. (askanews) – Unipol ha approvato il piano strategico 2025-2027 e prevede utili consolidati cumulati per 3,8 miliardi di euro, in crescita del 28% rispetto al periodo 2022-2024. I dividendi cumulati al 2027 sono stimati a 2,2 miliardi, con un balzo del 72% rispetto ai 1,3 miliardi distribuiti ai soci con la precedente strategia. La raccolta assicurativa al 2027 è vista a 18 miliardi, +2,4% sul 2024.


La crescita annua composta degli utili è stimata al 13%, mentre per dividendi cumulati a 2,2 miliardi di euro la crescita annua composta del 10%. Dal piano al 2027 di Unipol è prevista una generazione di capitale organica, in aggiunta ai dividendi cumulati attesi e al finanziamento della crescita, pari a 1 miliardo di euro. A livello industriale, il gruppo Unipol si pone come obiettivi al 2027 una raccolta nel comparto Danni pari a 10,6 miliardi di euro (crescita annua composta del +4,9%), un Combined Ratio Danni al 92% (-1,6 punti percentuali rispetto al 31 dicembre 2024) e una raccolta nel comparto Vita pari a 7,4 miliardi di euro (crescita annua composta del +4,8%). Nel segmento Auto, l’obiettivo è rafforzare la redditività attraverso lo sviluppo di algoritmi di Intelligenza Artificiale e di machine learning volti a migliorare i modelli di retention, conversion e profittabilità, la diffusione di una piattaforma di offerta innovativa e “data-driven” retail e un modello liquidativo più efficace ed industrializzato. Nel segmento Non Auto, l’obiettivo di redditività sarà perseguito attraverso l’ulteriore sofisticazione dell’ingegneria di prodotto e del pricing dinamico sulla nuova produzione e sui rinnovi, l’offerta per le catastrofi naturali con una gestione disciplinata delle esposizioni e un nuovo modello di liquidazione dei sinistri catastrofali potenziato dall’innovazione dei processi, dalla tecnologia e dall’Intelligenza Artificiale.


“Con ‘Stronger, Faster, Better’ presentiamo un piano strategico solidamente ancorato al nostro core business e coerente con le competenze”, ha sottolineato Carlo Cimbri, Presidente di Unipol Assicurazioni, rimarcando l’abilità del gruppo di generare più utili e cedole. “Nei prossimi tre anni ci concentreremo nel rafforzare la nostra leadership nel mercato assicurativo italiano, dove intendiamo diventare ancora più forti grazie ai numerosi asset distintivi di cui il Gruppo Unipol dispone e ai rilevanti investimenti che effettueremo in capitale umano e tecnologico”, ha chiosato l’amministratore delegato, Matteo Laterza.

Corte Ue sanziona Italia per mancato trattamento acque reflue

Corte Ue sanziona Italia per mancato trattamento acque reflueBruxelles, 27 mar. (askanews) – La Corte europea di giustizia ha condannato oggi lo Stato italiano a pagare una multa forfettaria di 10 milioni di euro e una sanzione progressiva di 13.687.500 di euro ogni sei mesi, per il mancato rispetto in quattro comuni delle norme Ue sul trattamento obbligatorio delle acque reflue urbane (direttiva Cee/91/271, del 1991).


La sanzione pecuniaria semestrale dovrà essere pagata fino a che l’Italia non si metterà in regola con la legislazione comunitaria, provvedendo a predisporre impianti di depurazione o altre misure idonee a evitare lo scarico di acque reflue non trattate dei quattro agglomerati urbani, che sono Courmayeur, in Valle d’Aosta, e poi Castellammare del Golfo, Cinisi e Terrasini, tutti in Sicilia. Un quinto comune inizialmente sotto accusa, Trappeto, sempre in Sicilia, è riuscito a completare gli impianti di trattamento delle acque in tempo per l’udienza della Corte su questo caso, il 13 novembre 2024, la sentenza ne ha tenuto conto.


La situazione del mancato trattamento delle acque reflue in Italia, comunque, è migliorata negli ultimi anni, sebbene non a sufficienza e troppo lentamente. In una sua prima sentenza su questa vicenda, nell’aprile 2014, la Corte di giustizia aveva dichiarato che l’Italia non aveva dato esecuzione la direttiva in tutto il suo territorio, nella misura in cui, in ben 41 agglomerati, le acque reflue urbane non erano correttamente raccolte né trattate. La Commissione europea, ritenendo che, oltre 20 anni dopo la scadenza dei termini di recepimento previsti dalla direttiva (e nove anni dopo la sentenza del 2014), l’Italia non si fosse ancora pienamente messa in regola perché la violazione persisteva nei cinque comuni in questione, aveva aperto una nuova procedura d’infrazione per inadempimento nel maggio 2018 e inoltrato poi un nuovo ricorso alla Corte Ue, chiedendo l’imposizione di sanzioni pecuniarie, che sono state determinate nel loro ammontare dalla sentenza di oggi.

Ue: domani proposta modifica a target taglio emissioni auto 2025

Ue: domani proposta modifica a target taglio emissioni auto 2025Bruxelles, 27 mar. (askanews) – La Commissione europea dovrebbe approvare domani mattina, attorno alle 10, per procedura scritta, un’attesa proposta di modifica del regolamento sulla riduzione obbligatoria delle emissioni di CO2 dai veicoli a tappe, con obiettivi per il 2025, e il 2030, per arrivare a zero emissioni nette entro il 2035. Le modifiche introdurranno più flessibilità sul rispetto degli obiettivi del 2025, per venire incontro alle case automobilistiche basate nell’Ue, che rischiano altrimenti di dover pagare delle pesanti multe stimate complessivamente fino a 13-15 miliardi di euro.


La presentazione della proposta di modifica del regolamento era stata prevista inizialmente per martedì scorso, 25 marzo, ma la procedura scritta era stata interrotta dalla Commissione a poche ore dall’approvazione per ragioni non ancora chiarite. A quanto si apprende a Bruxelles, la procedura è ora stata riattivata, con scadenza domani mattina. La proposta di modifica, che dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue, comporta una estensione fino a tre anni del periodo in cui andrà valutato il rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni dalle auto previsti per il 2025.


Il limite per le emissioni di CO2 per il 2025 a livello Ue è stato fissato a 93,6 grammi di CO2/km in media, calcolato sul parco auto nuove di ogni singola casa automobilistica, con una riduzione del 15% rispetto ai livelli del 2021. In caso di mancato rispetto dell’obiettivo di riduzione, le case automobilistiche dovranno pagare una cifra pari a 95 euro per ogni grammo oltre il limite, moltiplicata per ogni veicolo venduto nell’anno. La proposta della Commissione, che era già stata annunciata a inizio marzo nel quadro del Piano d’azione per l’industria automotive, non è un rinvio di tre anni della verifica del rispetto dell’obiettivo di riduzione delle emissioni, ma consiste in una estensione fino alla fine del 2027 del periodo di valutazione: alla fine del periodo, la riduzione delle emissioni verrà calcolata come media annuale sui tre anni. In sostanza, l’obiettivo per il 2025 dovrà comunque essere conseguito, e in caso contrario dovranno comunque essere pagate le multe in proporzione all’entità dello “sforamento”. Ma le case automobilistiche avranno altri due anni per recuperare un eventuale cattivo risultato alla fine del 2025, cercando di vendere più veicoli elettrici o di ridurre in altro modo le emissioni di CO2 del proprio parco auto.


In più, la Commissione prevede anche la possibilità che, entro la fine del 2027, le case automobilistiche possano concludere accordi di “pooling” per ridurre le proprie emissioni nel 2025 e 2026, con l’acquisto di “crediti verdi” (permessi di emissioni di CO2) da chi costruisce e vende solo auto elettriche, come Tesla.

Caro bollette, FareAmbiente annuncia referendum per taglio costi energia

Caro bollette, FareAmbiente annuncia referendum per taglio costi energiaRoma, 27 mar. (askanews) – “Lunedì abbiamo consegnato in Corte di Cassazione un quesito referendario che elimina dalla bolletta dell’energia elettrica il 30%, perché vengono eliminati gli oneri di sistema per le bollette, finanziamenti di cui non si capisce la natura ma che sono sicuramente costi che non devono andare in bolletta, perché sulle spese delle famiglie”. Lo annuncia Vincenzo Pepe, presidente dell’associazione ambientalista FareAmbiente, nel corso dell’evento al Senato “L’ambientalismo realista e la Green economy”.


“Dal mese di aprile – spiega Pepe – raccoglieremo le firme per chiedere agli italiani di esprimersi su questo taglio affinché diminuiscano i costi dell’energia elettrica. I consumatori, nel corso di tutti questi 26 anni, per oneri generali di sistema, hanno ingiustamente sborsato in bolletta l’esorbitante cifra di oltre 120 miliardi di euro. Gli oneri sono indicati in ogni bolletta di energia elettrica e, in alcuni anni, ne hanno rappresentato, il 50% del valore”. Iniziative come quella di oggi sono un altro passo verso “un ambientalismo non ideologico e non ideologizzato”, commenta il senatore Gianluca Cantalamessa. “Abbiamo il dovere – prosegue – di tutelare la biodiversità nel nostro Paese, ma mettendone al centro il lavoro degli agricoltori e non considerandoli come soggetti inquinanti, cosa che ha voluto fare l’Unione Europea fino ad un po’ di tempo fa. Tutela dell’ambiente può essere compatibile nel rispetto delle tradizioni delle case automobilistiche del nostro saper fare italiano, per cui attenzione all’ambiente perché è un valore, un asset indispensabile ma non deve essere pagato dai cittadini con delle politiche miopi”.


“Tutti noi vogliamo un miglioramento dell’ambiente – aggiunge l’onorevole Alberto Gusmeroli – ma questo deve sposarsi con un guardare cosa succede nel resto del mondo e una compatibilità economica e sociale. Evitando soprattutto lo spreco di energia. Possiamo fare tantissimo per una transizione ecologica sostenibile bisogna indirizzare bene le risorse e intervenendo in tantissimi campi dove c’è spreco di energia”. La giornata è stata anche l’occasione per l’apertura della V edizione della Scuola di Alta Formazione di FareAmbiente. “Ben vengano – sottolinea l’onorevole Luca Sbardella – i corsi di formazione che FareAmbiente organizza perché bisogna aumentare la consapevolezza nell’ultimissima delle risorse e del territorio”.


All’evento hanno partecipato anche il Sen. Manfredi Potenti, l’On. Gianpiero Zinzi, Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, l’On. Maurizio Politi, Consigliere comunale di Roma Capitale, il Dott. Luigi Conte, Presidente ANASF, il Dott. Salvatore Braschi, Responsabile Nazionale Settore Ispettori Ambientali Comunali di FareAmbiente, il Dott. Vittorio Vay, Responsabile Relazioni con le associazioni e i think-tank di A2A, il Dott. Gianluigi Longhi, membro della Commissione reporting di sostenibilità , Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, la Dr.ssa Elena Cagianelli, Direttore Generale GVM Servizi, il Dott. Carlo De Masi, Presidente Adiconsum, il Prof. Alessio Mauro, Diritto dell’Economia Università Ecampus e l’Avv. Francesco Della Corte, Direttore della V Edizione della Scuola di Formazione di FareAmbiente. Ha moderato Vittoriana Abate, giornalista del programma RAI “Porta a Porta”.

Calcio,quattro giocatori del Real indagati per condotta indecente

Calcio,quattro giocatori del Real indagati per condotta indecenteRoma, 27 mar. (askanews) – Quattro calciatori del Real Madrid, tra cui Mbappé e Vinícius Júnior, sono indagati dalla Uefa per presunta ‘condotta indecente’ durante la partita di Champions League contro l’Atletico Madrid. Un ispettore disciplinare esaminerà le accuse, che coinvolgono anche Rudiger e Ceballos. Nel mirino ci sarebbero un gesto di Rudiger al collo, Mbappé che si sarebbe toccato i genitali e Vinícius, accusato di uno scontro col pubblico. L’ispettore raccoglierà prove per verificare la violazione del Regolamento Disciplinare. Il Real tenterà di evitare sanzioni, ma Ancelotti rischia di affrontare l’Arsenal senza tre titolari.

Euro digitale, Dombrovskis: funzionalità offline tutelerà privacy

Euro digitale, Dombrovskis: funzionalità offline tutelerà privacyRoma, 27 mar. (askanews) – I preparativi tecnici per la creazione di un euro digitale vanno avanti e in questa fase la Commissione europea, nel suo lavoro assieme alla Bce, sta guardando “in parallelo alle funzionalità sia online che offline”, anche per assicurare riservatezza sulle transazioni per valori limitati, effettuate con “pagamenti di prossimità da persona a persona”. Lo ha spiegato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, intervenuto oggi allo European Summit dell’Institute of International Finance.


Allo stesso evento a Bruxelles è intervenuto anche il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. “In un mondo che diventa più frammentato, avere uno strumento come l’euro digitale per i pagamenti è qualcosa che sarà molto utile”, ha detto. “So che sull’euro digitale ci stanno teorie assurde – ha proseguito -. Penso che sia totalmente insensato: sarà semplicemente una estensione delle banconote che abbiamo già nel portafoglio. Ora non possiamo usarle per fare transazioni online. Con l’euro digitale si potrà. Quindi è semplicemente una estensione delle banconote fisiche che abbiamo oggi”.


L’euro digitale sarebbe un esempio di quello che comunemente viene chiamato valuta digitale della banca centrale (Cbdc) su cui vi sono stati studi in diverse giurisdizioni, ma ultimamente sembra essersi aperta una (nuova) spaccatura tra Stati Uniti e Unione Europea. Perché se l’Ue procede verso l’euro digitale, con la Bce e un progetto legislativo della Commissione europea, ora in discussione al parlamento Ue, all’opposto la nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti ha esplicitamente vietato alla Federal Reserve e alle agenzie federali di effettuare qualsivoglia operazione per la creazione di un dollaro digitale.


Diversi esponenti della maggioranza repubblicana, specialmente quelli più vicini al presidente (Maga) sospettano che le Cbdc possano essere utilizzate come strumenti di controllo pubblico dei consumatori. Gli Usa puntano piuttosto su criptoasset e in particolare sulle Stablecoin in dollari per la digitalizzazione dei pagamenti. Per parte sua l’Ue guarda con diffidenza crescente proprio a queste iniziative. Secondo De Guindos “l’euro digitale sarà un mezzo di pagamenti adatto ad essere usato nel mondo digitale. Questo è il principale e l’unico scopo”. La questione è “totalmente scollegata dal tema della linea monetaria, ma simultaneamente analizzeremo le implicazioni per analizzare il potenziale impatto che l’euro digitale potrebbe avere, anche sulla stabilità finanziaria”, ha detto.


Secondo Dombrovskis “è chiaro che dobbiamo portare la moneta della banca centrale nel XXI secolo, perché l’uso del contante sta calando. Per questo ci serve l’euro digitale, come continuazione della moneta della Banca centrale e anche come strumento per sviluppare soluzioni di pagamento autenticamente europee. Per assicurare la nostra autonomia strategica”. Anche le iniziative che si stanno sviluppando sulle stablecoin globali “sono un fattore che entra in questa discussione. Il lavoro progredisce, ci sono state discussioni intense anche tra gli Stati membri. La proposta legislativa della Commissione è in discussione da un po’ di tempo. Anzi, abbiamo due proposte: una è sull’euro digitale e l’altra è sul contante, perché vogliamo essere molto chiari che l’euro digitale non deve rimpiazzare il contante ma complementarlo. E quindi – ha spiegato – vogliamo rafforzare anche il corso legale del contante”. Ora assieme alla Bce “guardiamo alle funzionalità sia online che off line, per assicurare anche più privacy sulle transazioni di bassi volumi e tramite pagamenti di prossimità da persona a persona. È importante sviluppare in parallelo entrambe le funzionalità e il lavoro è in corso. La Bce si è mossa dallo stadio esplorativo a quello preparatorio, ovviamente chiediamo ai legislatori del Parlamento Ue di fare progressi rapidi”, ha concluso. Sul tema dell’euro digitale oggi è intervenuta, proprio durante una audizione al Parlamento Ue, anche la presidente del ramo di Vigilanza bancaria della Bce, la tedesca Claudia Buch. “E’ una risposta istituzionale agli sviluppi nel campo digitale. Penso che le banche centrali debbano rispondere per molte ragioni, anche per avere mezzi di pagamenti stabili e sicuri e cooperiamo molto strettamente dal punto di vista della vigilanza con i nostri colleghi della politica monetaria – ha detto – per assicurare che questo non minacci i modelli di business delle banche e la loro redditività”. Peraltro “penso che queste preoccupazioni non siano fondate, anzi penso che l’euro digitale avrà benefici per le banche – ha sostenuto – dato che resteranno gli intermediari” per la sua distribuzione al pubblico. (fonte immagine: European Union).

Bce, De Guindos: molto difficile dire cosa faremo sui tassi ad aprile

Bce, De Guindos: molto difficile dire cosa faremo sui tassi ad aprileRoma, 27 mar. (askanews) – “Penso che oggi sarebbe molto difficile dire cosa faremo al Consiglio direttivo di aprile” sui tassi di interesse. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos intervenendo allo European Summit dell’Institute of International Finance, sottolineano l’elevata incertezza che permane su quello che sarà l’esito delle tensioni sui dazi commerciali.


“Il peggiore esito possibile è una guerra commerciale e un circolo vizioso di dazi e rappresaglie e ulteriori dazi. Penso che questo sia qualcosa che dobbiamo ricordare. Non sappiamo quale sarà l’esito finale. La situazione non è chiara quindi vedremo ad aprile, abbiamo il nostro Consiglio monetario. Vedremo i dati e come i vari elementi stiano evolvendo. Spero che avremo più chiarezza sugli esiti finali sui dazi e a quel punto decideremo conseguentemente – ha detto – ma penso che oggi sia molto difficile dire cosa faremo ad aprile”. (fonte immagine: IIF).

Hsbc, lettere di licenziamento invece dei bonus all’investment banking

Hsbc, lettere di licenziamento invece dei bonus all’investment bankingRoma, 27 mar. (askanews) – Lettere di licenziamento al posto dei bonus. E’ la brutta sorpresa che il gigante bancario anglo asiatico Hsbc ha riservato al personale della divisione investment banking nel Regno Unito. Lo riporta il Financial Times, citando fonti anonime secondo cui proprio nel giorno in cui avrebbero dovuto ricevere l’annuncio sulle grafiche annuali, gli addetti in questione si sono visti invece recapitare comunicazioni sul fatto che le loro posizioni venivano eliminate.


Al vicepresidente del ramo e ai livelli analoghi, peraltro, è stato riferito che non avrebbero ricevuto alcun bonus per l’anno fiscale 2024. “Un segnale del brutale approccio alla riduzione dei costi sotto la guida del nuovo amministratore delegato Georges Elhedery”, commenta il quotidiano finanziario. L’eposodio risale a febbraio mentre a gennaio Hsbc aveva avvertito che intendeva chiudere le attività di consulenza su fusioni e acquisizioni e sui mercati dei capitali al di fuori di Asia e Medio Oriente. (fonte immagine: Hsbc).

UniCredit, Orcel: Ops su Banco Bpm deve creare valore o non la faremo

UniCredit, Orcel: Ops su Banco Bpm deve creare valore o non la faremoMilano, 27 mar. (askanews) – L’operazione con Banco Bpm “deve aver senso da un punto di vista di creazione di valore o non la faremo”. Lo ha detto il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, nel corso del suo intervento all’assemblea dei soci della banca chiamata, tra le altre cose, ad approvare l’aumento di capitale a servizio dell’Ops.


“Quindi una eventuale combinazione con Bpm verrà sempre valutata se atta o meno a migliorare una base già molto attraente per tutti gli altri stakeholder, se eseguita alle giuste condizioni. Altrimenti, torneremo al nostro piano base. Abbiamo una entusiasmante storia di ulteriore crescita organica davanti a noi, che consoliderà la nostra redditività e ci permetterà di continuare a distribuire ai nostri azionisti al vertice del settore per i prossimi tre anni”. “Avevamo ragione noi a considerare l’offerta” su Banco Bpm “escludendo Anima, viste le incertezze che poteva comportare, e oggi le vediamo”, ha sottolineato Orcel all’indomani della notizia sul parere negativo della Bce sull’applicazione del cosiddetto Danish Compromise. “Come ormai è noto tale offerta ha caratteristiche che potrebbero aumentare, mantenere inalterato o diminuire il valore di Bpm e che ci riserviamo di valutare una volta che l’offerta di Anima sarà conclusa”.