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Fs, sciopero il 23 e 24 marzo: impatto significativo su circolazione treni

Fs, sciopero il 23 e 24 marzo: impatto significativo su circolazione treniRoma, 21 mar. (askanews) – Proclamati da alcune sigle sindacali autonome scioperi nazionali del personale del gruppo Fs italiane, dalle ore 21 di sabato 23, alle ore 21 di domenica 24 marzo 2024.


Gli scioperi nazionali – spiega Fs – potrebbero avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni Regionali di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine degli scioperi.

Confindustria: sfida tra Garrone e Orsini, Gozzi al 13% valuta ricorso

Confindustria: sfida tra Garrone e Orsini, Gozzi al 13% valuta ricorsoRoma, 21 mar. (askanews) – Resta alta la tensione in Confindustria. La corsa per la presidenza continua ad essere oggetto di polemiche e discussioni. Nella riunione del consiglio generale, al gran completo come non si vedeva da tempo, i due candidati in pista, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini, hanno presentato i propri programmi in vista del voto di designazione del 4 aprile. Seduto in platea ad ascoltarli, nell’auditorium di viale della Tecnica, il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, candidato escluso dalla competizione. Gozzi sostiene di essere stato estromesso per una “scelta politica”, ribadisce di avere il 25% delle preferenze e non esclude un ricorso alla magistratura per far valere le sue ragioni.


Quello che emerge dalla relazione dei saggi è però un quadro con numeri diversi. Rivolgendosi ai membri del consiglio generale, Andrea Moltrasio, uno dei tre saggi della commissione di designazione, ha spiegato i motivi dell’esclusione di Gozzi: “i voti assembleari, riferiti al candidato, regolarmente esercitabili alla chiusura delle consultazioni erano pari al 13,36%. Inoltre nell’ipotesi, peraltro non percorribile, di accettare le richieste di acquisizione di delibere, non solo tardive ma anche formalmente non idonee, la percentuale in esame non si attestava oltre il 15,94%”. E ancora: “gli appoggi raccolti nelle audizioni da parte dei componenti del consiglio generale erano significativamente distaccati dai livelli riportati dai due candidati ammessi e, ancor più in dettaglio, inferiori alla metà degli appoggi riferiti al candidato con maggiore consenso”. In sostanza la percentuale di gradimento riscontrata per Gozzi, nel corso delle consultazioni con la base associativa, sarebbe lontana da quel 20% di consensi assembleari che, per statuto, comporta l’ammissione di diritto al voto. Garrone e Orsini, invece, possono contare su un gradimento superiore a quella soglia. Al di là dei numeri, poi, quello su cui hanno insistito i saggi è il “rispetto attento delle regole” e “l’adesione a comportamenti coerenti e conseguenti”. Chiaro il messaggio lanciato: “giuste o sbagliate che siano, le regole sono da rispettare; in altra sede si propongano i cambiamenti desiderati”.


Nei giorni scorsi Gozzi ha chiesto ai probiviri di Confindustria, con una lettera di sei pagine firmata anche in veste di presidente di Federacciai, la riammissione alla corsa “nell’interesse generale della Confederazione”. La richiesta non è stata però accolta. Al termine del consiglio generale di oggi Gozzi ha spiegato ai giornalisti: “vedremo quali sono le motivazioni, useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto, quanto quello di tutti quelli che mi hanno espresso consenso in queste settimane, in questi mesi”. E su un possibile ricorso alla magistratura, ha detto: “Vedremo. Adesso non mi chiedete di più di quello che vi ho detto, quello che vi poteva dire però ho detto. Vediamo, vediamo”. Da registrare, infine, l’intervento del past president di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. “Ho sempre pensato che in Confindustria debbano candidarsi imprenditori per servire il mondo dell’industria con spirito di servizio, e non per servirsene”, ha sottolineato rammaricandosi di aver assistito “a comportamenti e iniziative fuori dalle regole statutarie, mai accadute prima in tutta la storia della confederazione. Ho visto tentativi di delegittimare i saggi che hanno invece fatto un ottimo lavoro”.

Confindustria, da Gozzi ricorso a probiviri per riammissione

Confindustria, da Gozzi ricorso a probiviri per riammissioneRoma, 21 mar. (askanews) – Antonio Gozzi, candidato escluso dalla corsa alla presidenza di Confindustria, ha presentato ricorso al collegio dei probiviri per chiedere di essere riammesso alla competizione. Il ricorso, presentato insieme a Federacciai di cui è presidente, non sarebbe stato accolto.


In una lettera inviata successivamente da Gozzi ai colleghi di Confindustria, l’imprenditore, sottolineando l’importanza dei valori della trasparenza e la chiarezza, riferisce la risposta dei probiviri che avrebbero individuato “vizi formali” nelle dichiarazioni di consenso da lui raccolte. “Non conosciamo al momento – scrive Gozzi – quali vizi formali avrebbero le dichiarazioni di consenso per le quali lo statuto confederale prevede soltanto la forma scritta ovviamente del legale rappresentante dell’associato, senza ulteriori requisiti e/o adempimenti. L’unico dato certo già a disposizione è quello del 73% degli associati che avrebbero espresso complessivamente il loro intendimento avanti la Commissione di Designazione, oralmente o per iscritto. Ciò comporta che gli associati che hanno prestato il consenso alla mia candidatura rimangono pur sempre il 25% del totale complessivo, anche qualora si volessero ravvisare vizi formali degli scritti. Tale 25% del totale è indubitabilmente ed esclusivamente a mio favore e di nessuno degli altri candidati”.


Gozzi difende il suo livello di consenso parlando poi di realtà matematica: “facendo una semplice operazione aritmetica, e rapportando il 25% suddetto al minor totale di coloro che hanno espresso il consenso, la mia candidatura ha ricevuto un consenso sicuramente maggiore rispetto quantomeno ad uno degli altri due candidati invece ammessi, che dovrebbero dividersi tra loro il restante 48% (73-25=48), anche senza voler tenere conto dei consensi espressi verso il quarto candidato poi ritiratosi. Nessuna ‘responsabilità politica’ e nessuna ‘valutazione quantitativa’ può pertanto esimersi dal prendere atto di tale realtà matematica”.

Confindustria, saggi: per Gozzi consenso si ferma al 13,36%

Confindustria, saggi: per Gozzi consenso si ferma al 13,36%Roma, 21 mar. (askanews) – Si fermano al 13,36% i consensi regolarmente esercitabili raccolti da Antonio Gozzi nella sua corsa alla presidenza di Confindustria. Prendendo in considerazione quelli arrivati dopo la chiusura delle consultazioni da parte dei saggi, l’11 marzo, la percentuale di consenso salirebbe al 15,94%. Ma l’ipotesi di considerare le delibere arrivate oltre tale data non è stata ritenuta percorribile. Lo hanno riferito – secondo quanto si apprende – i saggi dell’associazione nella relazione al consiglio generale spiegando alcune delle motivazioni alla base dell’esclusione di Gozzi dalla competizione. Per essere ammessi di diritto al voto di designazione del 4 aprile la percentuale di consenso deve essere pari al 20% dei voti assembleari. Tale percentuale è stata superata da Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini.


I saggi hanno assicurato di aver fatto ripetute verifiche e di aver constatato che le preferenze raccolte per Gozzi, nei vari incontri sul territorio, sono state pari a meno della metà di quelle andate al candidato con più preferenze.

Bce, Danimarca aderisce alle piattaforme di pagamento T2 e Tips

Bce, Danimarca aderisce alle piattaforme di pagamento T2 e TipsRoma, 21 mar. (askanews) – Anche la Danimarca ha deciso di aderire al sistema di pagamenti all’ingrosso T2 della BCE e alla piattaforma di pagamenti e bonifici istantanei Tips (operata dalla Banca d’Italia). Lo riferisce la Bce con un comunicato, dopo che nei mesi scorsi la Svezia era stato il primo paese extra area euro a decidere una iniziativa analoga.


La Bce e la Banca centrale della Danimarca hanno siglato un accordo per includere la corona danese nelle due piattaforme. L’intesa dovrebbe diventare operativa dall’aprile del 2025, posto che la Danimarca già utilizza il sistema T2 per la regolazione dei pagamenti in euro. “Siamo molto contenti che la Danimarca utilizzerà i servizi Target dell’eurosistema per regolare le transazioni all’ingrosso e i pagamenti istantanei sulla corona danese – ha commentato la presidente della Bce, Christine Lagarde citata nel comunicato -. Questo rafforzerà l’integrazione finanziaria delle infrastrutture europee”.

La Cisl: i dati sull’occupazione sono positivi, ma è emergenza competenze

La Cisl: i dati sull’occupazione sono positivi, ma è emergenza competenzeRoma, 21 mar. (askanews) – “Occorrono interventi significativi e mirati per non esaurire la spinta positiva di questa fase: accelerare sul potenziamento dei servizi per l’impiego e sulle riforme del sistema scolastico e dell’orientamento; introdurre incentivi mirati per quelle platee ancora relegate all’inattività, in particolare premiando le aziende che introducano con accordo sindacale misure di conciliazione equamente utilizzate da lavoratori e lavoratrici; investire sui servizi per consentire alle donne di lavorare, non solo asili nido ma anche tempo pieno a scuola, centri estivi, accelerazione della legge sulla non autosufficienza. Infine occorrono misure di sostegno alla produttività e alla crescita”. E’ quanto sottolinea il primo numero del report Cisl sull’occupazione, a cura del dipartimento mercato del lavoro della confederazione.


Una ricerca che ha l’obiettivo di fornire periodicamente un quadro dei principali dati sul lavoro ed elementi utili per una chiave di lettura dei dati stessi. Un approfondimento per poter comprendere i motivi per cui i dati sull’occupazione, derivanti da diverse fonti di rilevazione, possono apparire discordanti, dando luogo spesso a commenti contrastanti. Secondo i dati analizzati dalla Cisl per il terzo anno consecutivo cresce l’occupazione: nel quarto trimestre 2023 gli occupati sono aumentati del 2,3% rispetto ad un anno fa, mentre calano i disoccupati e prosegue da metà 2021 la riduzione degli inattivi. A crescere è l’occupazione buona, quella a tempo indeterminato, con quasi 500.000 posti fissi in più in un anno e il calo di quelli a termine. Questi dati sono conseguenza di un rimbalzo post Covid superiore alle attese e di una serie di concause. Dipendono in buona parte anche dalla carenza di competenze, che sta diventando la vera emergenza e che, se in questa fase spinge le aziende ad assumere con contratti stabili, potrebbe diventare a breve un freno alla crescita, già bassa, e, se non affrontata per tempo, rischia di alimentare un bacino di lavoratori disoccupati o sottopagati a causa delle competenze inadeguate.


Pertanto, secondo la Cisl è necessario “iniziare a sciogliere la contraddizione della compresenza di aziende che non trovano le competenze ricercate con larghe fasce di inattività di donne e giovani che, nonostante questi recenti miglioramenti, tengono l’Italia inchiodata ai tassi di occupazione più bassi nell’Ue-27, primato a cui concorrono soprattutto i dati del Mezzogiorno. Così come va sciolto il dualismo tra aziende più produttive che soffrono la carenza di personale ed altre che non offrono adeguate condizioni di lavoro e retributive, spingendo donne e giovani a cercare condizioni migliori, alle quali, però, non sempre possono aspirare concretamente, perché non in possesso delle competenze richieste”.

Eurozona, indice PMI: economia quasi stabile, calo marginale

Eurozona, indice PMI: economia quasi stabile, calo marginaleRoma, 21 mar. (askanews) – L’attività economica dell’eurozona ha indicato valori quasi stabili, in base ai dati provvisori dell’indagine PMI di marzo, diffusi oggi da S&P Global, che hanno registrato solo un calo marginale della produzione di beni e servizi. La modesta ripresa del settore terziario ha preso vigore, ed è stata accompagnata da un declino più debole della produzione manifatturiera. Tuttavia, le attuali contrazioni riportate in Francia e Germania hanno controbilanciato la maggiore ripresa del resto dell’eurozona, segnalando un quadro economico non uniforme.


C’è stato calo più lento degli ordini e il miglioramento della fiducia nei prossimi 12 mesi, quest’ultima salita al valore più alto in 13 mesi. Dopo i ritardi registrati sulla tratta del Mar Rosso all’inizio dell’anno, anche i tempi di consegna dei fornitori hanno continuato a migliorare, facilitando maggiormente la riduzione dei costi manifatturieri. L’inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita sostenuti dal terziario e’ nel frattempo rimasta elevata rispetto alla media storica a causa della crescita delle spese salariali. Detto ciò, gli aumenti sono diminuiti e in parte hanno alleggerito la pressione sull’inflazione dei prezzi di vendita. L’Indice destagionalizzato HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona, calcolato in base a circa l’85% delle risposte finali dell’indagine e redatto da S&P Global, è salito a marzo a 49.9 da 49.2 di febbraio. Il declino di marzo, nonostante segnali il decimo mese consecutivo di calo della produzione, è solo marginale e quello di minore portata da giugno scorso, indicando una quasi stabilizzazione della produzione. Il flusso dei nuovi ordini ha segnalato la più lenta contrazione in dieci mesi ed il lavoro inevaso ha registrato il minor tasso di riduzione in nove mesi.


Le condizioni economiche hanno tuttavia riportato dati dissimili nei paesi dell’eurozona, sia a livello nazionale che di settore. A marzo, la produzione manifatturiera dell’eurozona è diminuita per il dodicesimo mese consecutivo, e ad un tasso solo leggermente piu’ debole ma che ha prolungato di un altro mese il forte andamento di contrazione. Allo stesso modo, il calo dei nuovi ordini di beni è stato elevato rispetto alla media storica, considerando però che, dopo la moderazione registrata nei cinque mesi precedenti, ha indicato il valore minore in un anno.


Al contrario e dopo sei mesi di calo, l’attività economica terziaria di marzo è aumentata per il secondo mese consecutivo, segnando un tasso di espansione piu’ forte rispetto al valore marginale di febbraio, e toccando il rialzo piu’ forte da giugno dello scorso anno. Il tasso complessivo di crescita dei servizi e’ tuttavia rimasto notevolmente al di sotto di quello di marzo 2023, poiché nel corso di questo mese il rialzo dei nuovi ordini è stato solo leggero. L’incremento del flusso di nuovi ordini è stato comunque il primo dallo scorso giugno. Dopo due mesi di marginale calo a fine 2023, segnala ancora il comunicato di S&P Global,m i livelli occupazionali di marzo hanno indicato un aumento e per il terzo mese consecutivo, anche se rallentato ad un valore molto modesto. Si è registrata una maggiore perdita di posti di lavoro nel manifatturiero e un contemporaneo rallentamento della creazione occupazionale nel terziario. La diminuzione degli organici del settore industriale è stata notevole ed ha indicato per la seconda volta il valore maggiore da agosto 2020. A livello nazionale, sia in Germania che in Francia sono state riportate nuove e leggere riduzioni di personale, mentre nel resto dell’eurozona si sono registrate nuove assunzioni soprattutto nel terziario, anche se a tasso ridotto viste in parte le carenze di manodopera.


L’attuale sofferenza del settore manifatturiero è di nuovo risultata evidente dalla continua forte riduzione dell’acquisto di fattori produttivi da parte delle aziende, che a loro volta hanno indicato il calo più elevato di scorte da dicembre (ed il secondo maggiore da novembre 2012). Il risvolto positivo del minore livello di acquisto di fattori produttivi è stata la minore pressione sulla catena di approvvigionamento. Dopo il primo allungamento in un anno registrato a gennaio a causa delle interruzioni del traffico marittimo sul mar Rosso, i tempi di consegna di marzo si sono ridotti per il secondo mese consecutivo, indicando cosi’ un alleviamento dei disagi della catena logistica. La pressione sui prezzi registrata durante l’indagine condotta a marzo è diminuita, restando però elevata rispetto alla media pre-pandemica. A marzo, dopo l’accelerazione registrata nei due mesi precedenti, l’aumento medio dei prezzi di acquisto rilevato dai settori manifatturiero e terziario è diminuito segnando il più basso ritmo di inflazione complessiva dei costi in tre mesi. Se la continua contrazione dei costi manifatturieri ha avvicinato l’inflazione dei prezzi di acquisto ai livelli medi pre-pandemici, l’aumento dei prezzi del settore terziario, anche se a marzoè rallentato, è stato nettamente superiore alla tendenza pre-Covid. I maggiori costi affrontati dal terziario sono stati spesso collegati all’aumento dei salari. Registrando a marzo la prima riduzione in cinque mesi e dopo aver toccato a febbraio un picco di rialzo in nove mesi, anche l’inflazione dei prezzi di vendita è diminuita. Nell’indagine di marzo, continua ancora S&P Global, le previsioni sui prossimi 12 mesi sono migliorate per il sesto mese consecutivo, segnalando il livello più elevato di ottimismo da febbraio dell’anno scorso. La fiducia ha toccato un picco di rialzo in 23 mesi nel settore terziario, evidenziando l’ulteriore ripresa rispetto ai minimi di settembre, mentre il manifatturiero è scivolato ancora più in basso, mantenendosi però maggiore rispetto ai livelli di fine 2023. I recenti mesi hanno osservato un miglioramento dell’ottimismo delle aziende grazie soprattutto alle previsioni di tassi di interessi piu’ bassi e di una moderazione del costo della vita. Restano tuttavia le preoccupazioni sulle tante incertezze economiche causate dalle attuali tensioni geopolitiche e da un persistente caro prezzi.

Bce: inflazione dovrebbe proseguire moderazione nei prossimi mesi

Bce: inflazione dovrebbe proseguire moderazione nei prossimi mesiRoma, 21 mar. (askanews) – Il Consiglio direttivo della Bce resta “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Sulla base della valutazione corrente, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”. Lo afferma la stessa istituzione nel sul ultimo bollettino economico, che fa iferimento alla riunione del 7 marzo.


In quella occasione la presidente Christine Lagarde aveva lanciato segnali, poi ripetuti a più riprese, anche ieri, letti come una apertura a un possibile (ma non certo) primo taglio dei tassi di interesse nel mese di giugno, quando “avremo molti più dati”, aveva detto. Il Bollettino ribadisce che “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo”.


Ma rileva anche che l’inflazione “dovrebbe mantenere la tendenza al ribasso nei prossimi mesi e ci si attende che, su un orizzonte temporale più lungo, raggiunga l’obiettivo del Consiglio direttivo, a fronte della moderazione del costo del lavoro e dell’attenuarsi dell’impatto degli shock energetici passati, delle strozzature dal lato dell’offerta e della riapertura dell’economia dopo la pandemia”. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse “si baseranno sui risultati della valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”, spiega la Bce.

Svizzera, Banca centrale taglia tassi di 25 punti base all’1,5%

Svizzera, Banca centrale taglia tassi di 25 punti base all’1,5%Roma, 21 mar. (askanews) – A fronte dell’immobilismo delle banche centrali di Stati Uniti e area euro, la Banca nazionale svizzera ha deciso di abbassarre il tasso di interesse di riferimento di 0,25 punti percentuali, all’1,5%. La modifica entrerà in vigore domani 22 marzo 2024, spiega l’istituzione con un comunicato.


“La Banca nazionale ribadisce anche la sua disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi. L’allentamento della politica monetaria – si legge – è stato possibile grazie all’efficacia della lotta all’inflazione durante gli ultimi due anni e mezzo: da alcuni mesi l’inflazione si colloca di nuovo al di sotto del 2% e quindi nell’area che la Banca nazionale assimila alla stabilità dei prezzi”. Peraltro l’attesa è che l’inflazione in Svizzera resti all’interno di quest’area “anche nel corso dei prossimi anni. La Banca nazionale continuerà ad osservare attentamente l’evoluzione dell’inflazione e, se necessario, adeguerà nuovamente la politica monetaria per far sì che il rincaro si mantenga a medio termine nell’area di stabilità dei prezzi”.

Bce, Buch: banche eurozona solide, ma ora ci sono nuove sfide

Bce, Buch: banche eurozona solide, ma ora ci sono nuove sfideRoma, 21 mar. (askanews) – Le banche dell’area euro hanno solide basi posizioni patrimoniali e di liquidità, con coefficiente aggregato Cet1 che al 15,6%, alla fine del terzo trimestre del 2023, risulta superiore a quando è stata lanciata l’unione bancaria, nel 2015. Anche il tasso di copertura delle liquidità, al 159% è superiore al 140% dello stesso periodo mentre i crediti deteriorati rappresentano meno del 2% di tutti gli impieghi nel 2023. La redditività è aumentata “ma al tempo stesso l’evolversi delle condizioni economiche e finanziarie, assieme ai rischi geopolitici stanno mettendo alla prova la resilienza delle banche europee”. Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce nella sua prima audizione in questa veste al Parlamento europeo.


Le prospettive di utili potrebbero deteriorarsi se dovessero aumentare i costi di finanziamento, se dovesse indebolirsi la crescita dell’erogazione di prestiti o se dovessero materializzarsi perdite. In particolare “potrebbero salòire le perdite dalle esposizioni su settori particolarmente sensibili ai tassi di interesse. Nei primi tre trimestri del 2023 i crediti deteriorati stavano già aumentando gradualmente – ha rilevato – spinti principalmente dai prestiti per l’immobiliare commerciale e dai crediti al consumo”. Le banche stanno operando in un contesto di elevata incertezza a causa dei rischi geopolitici e del quadro macroeconomico. Sono in corso cambiamenti strutturali su digitalizzazione, demografia e sulle politiche che l’Ue impone per il clima. “Preservare la resilienza delle banche e rafforzarla ulteriormente in una maniera duratura resta la nostra priorità. Le banche hanno gestito positivamente i problemi di ieri dobbiamo assicurare – ha detto Buch – che siano in grado di affrontare le sfide di domani con la stessa efficacia”.


La presidente della Vigilanza bancaria Ue ha individuato tre priorità per le banche. Innanzitutto una capitalizzazione appropriata, su cui è necessario completare il processo concordato su Basilea tre. Secondo, i nuovi tipi di rischi richiedono solide strutture di governance e accantonamenti adeguati. Terzo, ha detto, le banche devono continuare a investire nei loro sistemi tecnologici e nella loro resilienza operativa, anche per essere in grado di affrontare eventuali cyber attacchi.