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Bundesbank, Nagel mercoledì a Milano per evento “Young Factor”

Bundesbank, Nagel mercoledì a Milano per evento “Young Factor”Firenze, 19 nov. (askanews) – Sarà il Presidente della Deutsche Bundesbank Joachim Nagel il prossimo ospite del Presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori Andrea Ceccherini, che interverrà Mercoledi 22 Novembre p.v. a Milano, ad un appuntamento del ciclo “Young Factor”.

Nagel sarà in Italia per incontrare insieme ad Andrea Ceccherini una delegazione di 450 giovani delle scuole secondarie superiori italiane in rappresentanza di quelli che partecipano all’iniziativa “Young Factor”, il progetto di economic and financial literacy leader nella scuola secondaria superiore del Paese che mira a elevare il livello di educazione economico-finanziaria degli studenti italiani e a sviluppare il senso di appartenenza all’Unione Europea, con i quali si confronterà da pari a pari, così come è ormai da tempo lo stile di questa serie di appuntamenti. L’incontro pubblico con i ragazzi con il numero uno della Deutsche Bundesbank prevede anche l’intervento dell’Amministratore delegato del Gruppo UniCredit Andrea Orcel.

L’evento inaugura la decima edizione (a.s. 2023/2024) del progetto di economic and financial literacy “Young Factor” promosso grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e UniCredit.

Pensioni, Cgil e Spi: tagli di migliaia di euro su assegni

Pensioni, Cgil e Spi: tagli di migliaia di euro su assegniMilano, 18 nov. (askanews) – Il governo Meloni “fa cassa sulle pensioni. Oltre ad essere riusciti nell’impresa clamorosa di peggiorare la legge Monti/Fornero, azzerando qualsiasi forma di flessibilità in uscita, continua a tagliare per migliaia di euro la rivalutazione delle pensioni”. È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.

“Questo esecutivo con la legge di bilancio dello scorso anno – ha spiegato la segretaria nazionale dello Spi Cgil Tania Scacchetti – aveva introdotto sia per il 2023 sia per il 2024 un meccanismo di rivalutazione fortemente penalizzante per le pensioni con trattamenti superiori a 4 volte il trattamento minimo, pensioni di poco superiori alle 1.600 euro nette, altro che pensioni ricche. Le perdite per effetto della mancata rivalutazione si trascinano naturalmente negli anni e non sono più recuperabili. Nei fatti, per legge, si decide che non si possono garantire importi adeguati all’aumento del costo della vita. E lo si fa su quella parte della popolazione che ha lavorato per una vita e che sostiene il welfare di questo Paese aiutando spesso figli e nipoti”. Nell’analisi del dipartimento previdenza della Cgil e dello Spi, si calcolano tagli pesantissimi sulle pensioni nel biennio 2023-2024, che raggiungono 962 euro per una pensione lorda di 2.300 euro (netta 1.786), fino ad arrivare a 4.849 euro lorde per un importo di pensione lorda pari a 3.840 euro (2.735 euro nette). Questi tagli proiettati sull’attesa di vita media raggiungono importi elevatissimi, si parte da 6.673 euro netti per un pensionato con una pensione netta di 1.786 euro, fino a raggiungere 36.329 euro nette, per una pensione di 2.735 euro nette.

“Come se questo non fosse sufficiente – aggiunge la Cgil – il Governo intende cambiare dal 2027 gli indici con cui calcolare la rivalutazione delle pensioni, sostituendo l’attuale indice di perequazione con il deflatore Pil”. Secondo lo studio questa modifica avrebbe un impatto gravissimo sulle pensioni, con una perdita mensile di 78 euro per una pensione di 1.786 euro nette e di 230 euro per una pensione di 2.735 euro nette. Dati che se proiettati sull’attesa di vita media, raggiungono importi che variano tra 18.019 euro fino a 35.051 euro di mancato guadagno.

Moody’s, Salvini: alla faccia dei gufi, l’Italia corre

Moody’s, Salvini: alla faccia dei gufi, l’Italia correMilano, 18 nov. (askanews) – “Alla faccia dei gufi, l’Italia corre: quest’anno crescerà più della Germania e conto che continui la crescita, il che è un premio agli imprenditori e ai lavoratori italiani, però anche il governo il suo lo sta facendo”. Lo ha detto il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, commentando la notizia di Moody’s che ieri sera ha confermato il rating sull’Italia e alzato l’outlook.

“C’è un governo che in un anno, e le agenzie di rating lo stanno dimostrando, sta lavorando seriamente – ha proseguito, parlando a margine di una visita a un gazebo della Lega a Milano -. Abbiamo aumentato gli stipendi, smontiamo la Fornero. Poi i problemi ci sono ma se dall’altra parte la risposta sono gli insulti di Landini, i flashmob e la chiamata alle piazza, non mi sembra che facciano il bene del Paese”.

L’Italia ha superato lo scoglio del rating Moody’s, Giorgetti soddisfatto. Salvini attacca Landini

L’Italia ha superato lo scoglio del rating Moody’s, Giorgetti soddisfatto. Salvini attacca LandiniRoma, 18 nov. (askanews) – L’Italia ha superato lo scoglio più insidioso dalle agenzie di rating. Moody’s ha infatti confermato il giudizio “Baa3” all’Italia, su cui soprattutto ha rivisto in meglio l’outlook a “stabile”, dal precedente “negativo”. La decisione, arrivata ieri sera, ha rimosso un elemento che avrebbe potuto creare ulteriori pressioni sui titoli di Stato tricolori, dato che l’attuale rating assegnato da questa agenzia è unicamente un gradino al di sopra dei livelli considerati più speculativi (in gergo “junk”, spazzatura). Lo scenario di un declassamento a soglie che avrebbero potuto innescare nuove pressioni su rendimenti e spread, quindi, si è allontanato. Con un comunicato, Moody’s ha spiegato che la decisione di migliorare l’Outlook riflette la stabilizzazione delle prospettive di solidità del paese, lo stato di salute del settore bancario e le dinamiche del debito pubblico, che tuttavia è destinato a restare molto elevato.

La valutazione è arrivata ieri sera, una settimana dopo che Fitch aveva confermato il rating BBB sull’Italia con outlook stabile. Precedentemente anche Standard and Poor’s e Dbrs Morningstar avevano confermato rating a livelli analoghi sull’Italia, con prospettive stabili. Resta ancora un ultimo giudizio, prima che si chiuda questo ciclo autunnale di valutazioni delle agenzie (il prossimo ciclo sarà presumibilmente nella primavera del prossimo anno). Il primo dicembre si esprimerà sull’Italia anche Scope Ratings, l’agenzia europea con sede a Berlino recentemente inclusa nella lista di agenzie che la Bce prende in considerazione per valutare i criteri di ammissibilità (proprio in base al rating) dei titoli che accetta per le operazioni di politica monetaria. Il commento soddisfatto del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti è arrivato a stretto giro dopo la decisione. “È una conferma che, seppure tra tante difficoltà, stiamo operando bene per il futuro dell’Italia. Quindi, alla luce del giudizio espresso da Moodys e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento”, ha affermato ieri sera con una nota. Soddisfatto anche Salvini che però attacca ancora i sindacati dopo lo sciopero di ieri: “Alla faccia dei gufi, l’Italia corre: quest’anno crescerà più della Germania e conto che continui la crescita, il che è un premio agli imprenditori e ai lavoratori italiani, però anche il governo il suo lo sta facendo”, ha detto oggi il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, commentando la notizia di Moody’s che ieri sera ha confermato il rating sull’Italia e alzato l’outlook.

“C’è un governo che in un anno, e le agenzie di rating lo stanno dimostrando, sta lavorando seriamente – ha proseguito, parlando a margine di una visita a un gazebo della Lega a Milano -. Abbiamo aumentato gli stipendi, smontiamo la Fornero. Poi i problemi ci sono ma se dall’altra parte la risposta sono gli insulti di Landini, i flashmob e la chiamata alle piazza, non mi sembra che facciano il bene del Paese”.

Italia supera lo scoglio Moody’s: conferma rating e migliora outlook

Italia supera lo scoglio Moody’s: conferma rating e migliora outlookRoma, 17 nov. (askanews) – L’Italia supera lo scoglio più insidioso dalle agenzie di rating. Moody’s ha infatti confermato il giudizio “Baa3” all’Italia, su cui soprattutto ha rivisto in meglio l’outlook a “stabile”, dal precedente “negativo”. La decisione rimuove un elemento che avrebbe potuto creare ulteriori pressioni sui titoli di Stato tricolori, dato che l’attuale rating assegnato da questa agenzia è unicamente un gradino al di sopra dei livelli considerati più speculativi (in gergo “junk”, spazzatura). Lo scenario di un declassamento a soglie che avrebbero potuto innescare nuove spinte su rendimenti e spread, quindi, si allontana.

Con un comunicato, Moody’s spiega che la decisione di migliorare l’Outlook riflette la stabilizzazione delle prospettive di solidità del paese, lo stato di salute del settore bancario e le dinamiche del debito pubblico, che tuttavia è destinato a restare molto elevato. La valutazione giunge una settimana dopo che Fitch aveva confermato il rating BBB sull’Italia con outlook stabile. Precedentemente anche Standard and Poor’s e Dbrs Morningstar avevano confermato rating a livelli analoghi sull’Italia, con prospettive stabili.

Il commento soddisfatto del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti è arrivato a stretto giro dopo la decisione. “È una conferma che, seppure tra tante difficoltà, stiamo operando bene per il futuro dell’Italia. Quindi, alla luce del giudizio espresso da Moodys e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento”, ha affermato con una nota. Secondo Moody’s, le prospettive di medio termine del paese “continuano essere sostenute dall’attuazione del Pnrr, i rischi sugli approvvigionamenti di energia si sono abbattuti, in parte per la forte azione politica del governo. I miglioramenti nel settore bancario”, che l’agenzia prevede “saranno mantenuti, sono a loro volta un sostegno al ciclo economico”.

Al tempo stesso, la crescita del Pil positiva prevista per i prossimi anni “abbassa il rischio di una consistente e rapido deterioramento delle degli equilibri di bilancio”, prosegue l’agenzia. Moody’s ritiene tuttavia che conseguire consistenti risanamenti dei conti pubblici “sarebbe politicamente impegnativo” e che per questo motivo “il debito pubblico dell’Italia resterà molto elevato, comprimendo la solidità di bilancio. Lo scenario previsionale di base – si legge – è che il fardello debitorio dell’Italia resti attorno al 140% del Pil nei prossimi anni, mentre la sua sostenibilità si limerà gradualmente con il crescere dei costi dei nuovi indebitamenti”. Resta ancora un ultimo giudizio, prima che si chiuda questo ciclo autunnale di valutazioni delle agenzie (il prossimo ciclo sarà presumibilmente nella primavera del prossimo anno). Il primo dicembre si esprimerà sull’Italia anche Scope Ratings, l’agenzia europea con sede a Berlino recentemente inclusa nella lista di agenzie che la Bce prende in considerazione per valutare i criteri di ammissibilità (proprio in base al rating) dei titoli che accetta per le operazioni di politica monetaria.

Moody’s conferma rating Italia Baa3 e migliora outlook a stabile

Moody’s conferma rating Italia Baa3 e migliora outlook a stabileRoma, 17 nov. (askanews) – L’agenzia Moody’s ha confermato il rating Baa3 all’Italia, su cui ha rivisto in meglio l’Outlook a “stabile”, dal precedente “negativo”. La decisione rimuove un elemento che avrebbe potuto creare ulteriori pressioni sui titoli di Stato tricolori, dato che l’attuale rating assegnato da questa agenzia è unicamente un gradino al di sopra dei livelli considerati più speculativi (in gergo “junk”, spazzatura). Lo scenario di un declassamento quindi si allontana.

Con un comunicato, Moody’s spiega che la decisione di migliorare l’Outlook riflette la stabilizzazione delle prospettive di solidità del paese, lo stato di salute del settore bancario e le dinamiche del debito pubblico.

OpenAI (ChatGpt) silura il cofondatore Altman, nomina AD ad interim

OpenAI (ChatGpt) silura il cofondatore Altman, nomina AD ad interimRoma, 17 nov. (askanews) – Terremoto ai vertici di OpenAI, la società che ha sviluppato ChatGPT: il cofondatore e amministratore delegato Sam Altman è stato improvvisamente estromesso. Secondo quanto recita un comunicato, la decisione è stata presa a seguito di un processo di revisione avviato dal Cda “che ha concluso che non è stato costantemente sincero nelle sue comunicazioni con il direttorio, intralciandone la capacità di esercitare le sue responsabilità. Il Cda – si legge – non ha più fiducia nella sua capacità di continuare a guidare OpenAI”.

Per questo, con effetto immediato, gli subentrerà quale amministratore delegato (Ceo) ad interim Mira Murati, attuale direttore dello sviluppo tecnologico della società.

Petrolio in rally, Brent +4% sopra 80 dollari con ipotesi tagli Opec

Petrolio in rally, Brent +4% sopra 80 dollari con ipotesi tagli OpecRoma, 17 nov. (askanews) – Rally serale dei prezzi del petrolio, con una brusca impennata sul finale di settimana dopo che secondo indiscrezioni di stampa l’Arabia Saudita si appresta a prolungare al prossimo anno i tagli supplementari all’offerta mentre il cartello allargato degli esportatori, l’Opec Plus valuta ulteriori riduzioni. Il tutto nell’ambito delle tensioni del mondo arabo e mediorientale attorno alla guerra tra Israele e Hamas. In serata il barile Brent, il greggio di riferimento del Mare del Nord guadagna il 4,06% a 80,56 dollari. Il West Texas Intermediate sale del 4,02% a 75,83 dollari.

Nelle passate sedute i prezzi erano però scesi ai minimi da quattro mesi, mentre si sono smorzati i timori di ricadute rilevanti sul mercato dell’oro nero a causa del conflitto.

Cgil e Uil sfidano il governo sulla manovra, e avvertono: sullo sciopero attacco alla democrazia

Cgil e Uil sfidano il governo sulla manovra, e avvertono: sullo sciopero attacco alla democraziaRoma, 17 nov. (askanews) – La piazza di Cgil e Uil lancia la sfida sulla manovra e a un Governo che “sta portando il Paese a sbattere”. La prima delle cinque manifestazioni con scioperi nei territori (oggi era la volta delle regioni del Centro), che proseguiranno fino al primo dicembre, ha portato in piazza del Popolo a Roma, secondo gli organizzatori, 60mila persone.

La protesta nel settore dei trasporti, al centro nei giorni scorsi di polemiche tra il sindacato e il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, culminate con la precettazione e la conseguente rimodulazione dello sciopero da 8 a 4 ore (dalle 9 alle 13), ha raccolto “altissime adesioni”, hanno riferito Filt e Uiltrasporti, con punte del 100% nei porti e fino all’80% nella logistica. Nel trasporto pubblico locale e ferroviario l’adesione media, hanno detto le stesse fonti, è stata del 70%. Numeri però contestati dal Mit secondo cui il traffico sulla rete di Rfi è stato “regolare, con adesioni intorno al 5%”. Nessun treno sulla linea dell’alta velocità è stato soppresso, ha inoltre sottolineato il ministero, con adesioni sotto il 16% del personale sui treni regionali. Salvini è stato il bersaglio principale dei leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Alle due organizzazioni non è andata giù la precettazione per i lavoratori dei trasporti, confermando che l’ordinanza del ministro sarà impugnata. Bombardieri non ha fatto retromarcia rispetto alle parole pronunciate in questi giorni contro Salvini, accusato di squadrismo istituzionale per aver messo in discussione il diritto di sciopero. “La piazza è una risposta democratica di persone che soffrono – ha detto – che hanno pagato per stare qui. Una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”.

Parole di fuoco anche da Landini: “Questa non è semplicemente una piazza del Popolo strapiena, ma è la piazza del popolo dei lavoratori. E’ la risposta più intelligente e ferma che potevamo dare a chi mette in discussione il diritto di sciopero. Questo è un attacco alla democrazia”. Il numero uno della Cgil ha ribadito che questa prima giornata di mobilitazione è solo la prima: “Adesso basta, siamo la maggioranza di questo Paese e vogliamo essere ascoltati. Per questo continueremo con gli scioperi. Non bisogna avere paura né abbassare la testa. Siamo sulla strada giusta e non ci fermiamo”. Il braccio di ferro tra Cgil-Uil e Salvini ha fatto da sfondo alle ragioni della protesta. Una manovra che contiene “porcherie”, ha affermato Landini. “Non una delle promesse fatte sono stati capaci di rispettare”, ha aggiunto. La mobilitazione, cui la Cisl non si è unita (manifesterà da sola sabato 25 in piazza Santi Apostoli a Roma), è stata decisa per protestare contro la legge di bilancio, che, hanno ribadito Landini e Bombardieri, è sbagliata e non mette al centro i temi del lavoro povero; salari bassi; perdita del potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni; mancanza di una politica industriale; risorse insufficienti per sanità, scuola e contratti del pubblico impiego; riforma fiscale che non premia chi paga le tasse, mentre non si fa una vera lotta all’evasione; e il peggioramento dei requisiti per uscire dal lavoro con la “vergogna” di Opzione donna.

Sulla sicurezza sul lavoro “quante persone devono morire prima che la vostra coscienza vi imponga di intervenire – ha accusato Bombardieri – non avete fatto nulla”. Sulle pensioni il segretario generale della Uil ha osservato che il Governo ha tolto 68 miliardi di risparmi al sistema: 36 mld per la mancata indicizzazione fino al 2032 e 32 mld per la rivisitazione retroattiva delle aliquote nel pubblico impiego fino al 2043. Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha cercato di buttare acqua sul fuoco: “Credo che sia legittimo che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni anche attraverso uno sciopero, perché è un diritto che è affermato dal nostro ordinamento. Questo non preclude il dialogo”. Intanto, il garante degli scioperi ha inviato alle commissioni Lavoro e Trasporti della Camera la documentazione sui precedenti orientamenti dell’authority in tema di sciopero generale. La manifestazione in piazza del Popolo ha avuto una coda agitata a causa dell’esplosione di due bombe carta che non hanno causato feriti. Il responsabile del gesto è stato bloccato dal servizio d’ordine di Cgil e Uil e consegnato alle forze di polizia.

Euro digitale, Cipollone (Bce): è una vera iniziativa europea

Euro digitale, Cipollone (Bce): è una vera iniziativa europeaRoma, 17 nov. (askanews) – L’euro digitale è “una vera iniziativa europea” che combinerà alcune delle caratteristiche del contante con quelle dei pagamenti digitali, consentirà pagamenti sia online che offline, da persona a persona, funzionerebbe su una infrastruttura europea e rafforzerebbe resilienza dell’Unione. Lo ha affermato Piero Cipollone, al suo primo evento pubblico da neo componente del Comitato esecutivo della Bce, dove ha sostituito Fabio Panetta, che ha assunto la guida della Banca d’Italia.

Cipollone è intervenuto a un dibattito online sull’euro digitale con alcuni europarlamentari. “L’euro digitale non è solo un mezzo di pagamento – ha detto nella sua presentazione iniziale – ma una vera iniziativa europea che deve essere condivisa con tutti i portatori di interessi (stakeholder). Siamo convinti che la moneta non sia solo una questione tecnica e tutti i portatori di interessi devono essere coinvolti. La decisione se di adottarlo è stata ancora presa. Sarebbe una forma digitale dei contanti. Non rimpiazzerà ma complementerà il contante”.

“Combinerà alcune delle caratteristiche del contante con quelle dei pagamenti digitali. Sarà disegnato per essere altamente inclusivo – ha proseguito Cipollone – senza lasciare nessuno indietro. Consentirà pagamenti ovunque anche da persona a persona, sia online che fisicamente, assicurerà alti standard di privacy e ovviamente faciliterà i pagamenti offline. Nessun altro strumento offre tutte queste possibilità”. “Perché ci serve un euro digitale? Viviamo in un tempo in cui tutto sta diventando digitale, incluse le preferenze di pagamento delle persone. Vogliamo offrire una forma di contante digitale. L’euro digitale – è la tesi di Cipollone – sosterrebbe la nostra libertà di pagare e la nostra autonomia strategica. Assicurerebbe che ci sia una soluzione di pagamenti sotto la governance europea che poggerebbe su una infrastruttura europea questo rafforzerebbe la resilienza europea”.

Consentirebbe anche di “aumentare l’efficienza e di ridurre i costi”. Negli ultimi due anni è stata effettuata la fase investigativa sul “disegno di prodotto” dell’euro digitale. “Dal primo novembre è stata iniziata la fase di preparazione per focalizzarci sullo sviluppo, finalizzare lo schema, che consiste in un singolo insieme di regole standard, secondo per iniziare a contattare i possibili provider e. terzo, continuare a sperimentare. Nel corso di questo processo la Bce farà gli aggiustamenti appropriati in linea con le deliberazioni legislative che vanno avanti in parallelo. A ottobre 2025 il consiglio direttivo deciderà se lanciare la prossima fase”, ha ricordato. “Un ampio sostegno politico è cruciale prima di decidere. La decisione verrà presa solo quando il processo legislativo sarà stato completato ed è concepibile solo se c’è un ampio supporto politico del pubblico”. Ma “dato che l’euro digitale sarebbe una passività della Banca centrale”, secondo l’istituzione “la decisione se emetterlo spetterebbe alla Bce”, ha sostenuto.

Infine, “la Bce sostiene pienamente la proposta di dargli per corso legale, che significherebbe la possibilità di usarlo in ogni negozio che usa pagamenti digitali. La Bce sostiene pienamente anche la proposta che la gente possa ricevere l’euro digitale alla banca presso la presso cui ha un conto corrente, senza doversi rivolgere a un altro provider”.