Boeing, FAA annuncia verifiche sulla linea di produzione 737 Max 9New York, 12 gen. (askanews) – La Federal Aviation Administration ha dichiarato che effettuerà verifiche sulla linea di produzione dei Boeing 737 Max 9, dopo che venerdì scorso il portellone posteriore di un aereo dell’Alaska Airlines è saltato, costringendo i piloti ad un atterraggio di emergenza. Dopo l’incidente più di 170 Boeing 737 Max 9 sono rimasti a terra.
La FAA ha dichiarato che le verifiche si applicheranno alla linea di produzione di Boeing per quel modello di aereo e ai suoi fornitori “per valutare la conformità di Boeing con le procedure di qualità approvate” e i risultati ottenuti aiuteranno a determinare se saranno necessari ulteriori controlli. L’agenzia federale valuterà anche la capacità di Boeing di automonitorare il controllo di qualità e altri aspetti della produzione dei suoi aerei. Giovedì era stata annunciata un’indagine sul produttore a causa dell’incidente in Alaska. L’incidente dell’Alaska Airlines ha acceso i fari sul controllo di qualità di Boeing, ma anche sulla modalità di controllo degli enti che supervisionano il settore.
Terzo valico, inaugurati 8,5 km linea ferroviaria Tortona-Novi LigureMilano, 12 gen. (askanews) – Inaugurati i primi 8,5 chilometri della nuova linea ferroviaria del progetto unico Terzo Valico dei Giovi/Nodo di Genova tra Rivalta Scrivia e Tortona consentendo così il ritorno dei treni regionali tra Tortona e Novi Ligure. I nuovi binari costituiscono il tratto finale, in direzione nord, della futura linea alta velocità in fase realizzativa dal general contractor guidato da Webuild per conto di Rete ferroviaria italiana, società capofila del Polo Infrastrutture di FS e committente dell’opera e con il coordinamento del commissario di Governo, Calogero Mauceri.
Da lunedì 15 gennaio sei treni regionali di Trenord circoleranno tra Tortona e Novi Ligure e viceversa lungo la linea Milano -Novi Ligure/Arquata Scrivia con fermata a Pozzolo Formigaro, stazione che riapre dopo la chiusura per gli interventi di potenziamento infrastrutturale e i lavori di restyling. Fra Novi ed Arquata le corse prevedranno la fermata di Serravalle Scrivia. Si tratta di tre coppie di treni al mattino e la sera in fasce orarie pendolari che consentiranno di poter tornare a viaggiare comodamente in treno dopo sei anni in cui il servizio era stato sospeso. Benefici anche per il traffico merci grazie al nuovo scalo di Rivalta Scrivia, al nuovo Piano Regolatore della stazione di Rivalta Scrivia e l’innesto del Terzo Valico a Tortona e sulla tratta Alessandria-Piacenza permettendo ai convogli merci di raggiungere il nuovo scalo di Rivalta Scrivia e favorendo maggiormente lo sviluppo dell’Interporto, fondamentale snodo logistico per il territorio. Gli interventi realizzati a Rivalta Scrivia con 4 nuovi binari di lunghezza 750 metri e il doppio accesso ai Raccordi (RTE e Interporto) presenti in stazione consentono il potenziamento della capacità dello scalo esistente e la sosta di treni più lunghi.
Gli interventi proseguiranno dotando lo scalo ferroviario di un impianto antincendio per gestire il trasporto di merci pericolose, ampliandone la potenzialità di mercato. Contestualmente nella stazione di Rivalta Scrivia saranno realizzate nuove pensiline, sottopassi e marciapiedi con particolare attenzione alle persone con disabilità o a ridotta mobilità. Il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova permetterà ai treni di viaggiare ad una velocità massima di 250 chilometri orari, attraversando le province di Genova ed Alessandria, fino a raggiungere la città di Milano. “Con oggi abbiamo raggiunto un primo obiettivo, quello di mettere al servizio dei cittadini un primo tratto del futuro Terzo Valico dei Giovi – ha detto Calogero Mauceri, commissario del Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova – L’impegno di tutti i soggetti coinvolti è di proseguire nella realizzazione di un’opera così complessa ma altrettanto importante per il territorio”. “L’inaugurazione di oggi segna l’avvio di un’opera che ha rilevanza strategica per il futuro del Paese – ha aggiunto Gianpiero Strisciuglio, ad di Rete ferroviaria italiana – Oggi entriamo nel vivo della fase di realizzazione di un progetto che sta finalmente diventando realtà con benefici tangibili per il traffico di passeggeri e merci. A dimostrazione che gli investimenti che il Pnrr ha assegnato al Gruppo Fs offrono ai territori modernità, innovazione e servizi sostenibili”.
Bofa, cala utile trimestre, titolo giù nel preborsa UsaRoma, 12 gen. (askanews) – Bank of America perde il 2% nelle preborsa Usa dopo aver annunciato un calo degli utili del quarto trimestre a causa di ingenti oneri una tantum. L’utile netto è sceso a 3,1 miliardi di dollari, o 35 centesimi per azione, nel quarto trimestre, in calo di oltre il 50% rispetto a 7,1 miliardi di dollari, o 85 centesimi per azione, di un anno fa.
La banca, con sede a Charlotte, nella Carolina del Nord, ha dichiarato di essere stata penalizzata da un onere prima delle imposte di 1,6 miliardi di dollari nel trimestre, relativo alla transizione dal Libor. Il risultato comprende anche una commissione straordinaria di 2,1 miliardi di dollari addebitata dalla Federal Deposit Insurance Corp, legata ai fallimenti della Silicon Valley Bank e della Signature Bank. Escludendo queste voci straordinarie la banca ha realizzato un utile di 70 centesimi per azione. “Abbiamo riportato solidi risultati nel quarto trimestre e nell’intero anno poiché tutte le nostre attività hanno raggiunto una forte crescita organica, con record nell’attività dei clienti e nell’impegno digitale”, ha affermato il CEO Brian Moynihan in una nota. “La disciplina sulle spese ci ha permesso di continuare a investire in iniziative di crescita. Gli elevati livelli di capitale e liquidità ci posizionano bene per continuare a realizzare una crescita responsabile nel 2024”.
La seconda banca Usa ha registrato accantonamenti per perdite su crediti per 1,1 miliardi di dollari, in aumento di 12 milioni di dollari rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. Bank of America ha dichiarato che il margine d’interesse netto è diminuito del 5% a 13,9 miliardi di dollari a causa dei maggiori costi di deposito e dei minori saldi dei depositi, che hanno più che compensato i maggiori rendimenti degli asset.
La banca avrebbe dovuto essere uno dei maggiori beneficiari dei tassi di interesse più elevati lo scorso anno, ma ha sottoperformato i suoi concorrenti perché l’istituto di credito aveva accumulato titoli a lungo termine e a basso rendimento durante la pandemia di Covid. Tali titoli hanno perso valore con l’aumento dei tassi di interesse. I ricavi del consumer banking sono scesi del 4% a 10,3 miliardi di dollari, mentre i ricavi delle vendite e del trading sono aumentati del 3% a 3,6 miliardi di dollari.
Bce, Lane: con piena attuazione Ngeu-Pnrr +1,5% a Pil eurozona 2026Roma, 12 gen. (askanews) – Se “pienamente attuato” il programma Next Generation Eu e il Recovery fund potrebbero aumentare il Pil dell’area euro dell’1,5% per il 2026 e oltre. Tuttavia ad oggi già si evidenziano ritardi sull’attuazione di vari aspetti dei piani, in particolare sulle capacità di spendere effettivamente i fondi e sulle riforme e “i governi devono accelerare gli sforzi per assicurare che gli effetti positivi si materializzino”. Lo ha affermato Philip Lane, capo economista della Bce presentando una analisi di impatto di Ngeu durante una conferenza a Dublino.
Secondo Lane i rischi principali di questo piano riguardano l’insufficiente capacità di utilizzare effettivamente e in maniera efficace i fondi europei e l’eccessiva concentrazione della spesa sul finale del periodo del programma. I tecnici della Bce hanno approntato dei modelli di simulazione per valutare l’impatto macroeconomico dei vari Pnrr sull’insieme dell’eurozona. E su “sulla base dei Pnrr originali il rischio di pressioni inflazionistiche nell’area euro sul medio termine è giudicato contenuto”, ha detto Lane, quantificandolo tra zero e 0,1 punti percentuali in più sul carovita nel 2026.
“Le ricadute sull’inflazione potrebbero differire tra paesi -ha proseguito, secondo le slide pubblicate dalla Bce – sulla base dei finanziamenti dei Pnrr e di come la spesa viene distribuita tra investimenti pubblici, spesa pubblica e la distribuzione della spesa sul tempo”. L’esponente della Bce ha rilevato che un numero cospicuo di riforme previste dai piani sono state già varata, ma ci sono anche segni di problematicità nell’attuazione. Ad oggi il 20% delle riforme totali, quindi un quinto, è stato giudicato come “attuato in maniera soddisfacente” dalla commissione europea. Ma un numero rilevante di riforme previste dai piani sono associate a dilazioni sui pagamenti. Inoltre tra 2022 e 2023 175 delle riforme previste da tutti i paesi sono state riferite dai governi stessi come in ritardo per per una media superiore ai 180 giorni su entrambi gli anni.
Secondo il capo economista della Bce vi sono rischi che non tutti i fondi Ue vengano spesi per la fine del programma nel 2026 “a causa di carenze nelle capacità amministrative, elevate inflazione strozzature nelle forniture globali”. Per questo bisogna intervenire sulle performance insufficienti dell’attuazione di Ngeu: agendo sulle carenze di attuazione dei Pnrr, come l’insufficiente utilizzo di fondi, la mancanza di riforme strutturali e di investimenti. Inoltre c’è un rischio di “corsa all’ultimo minuto” sulla spesa sul finale del programma e questo scenario implicherebbe anche potenziali ricadute negative per la sua effettiva efficacia. Secondo Lane bisogna mantenere uno stretto livello di vigilanza da parte delle autorità Ue sull’attuazione dei programmi.
L’1% degli italiani più ricchi paga (in proporzione) meno tasse del 99% dei contribuentiFirenze, 12 gen. (askanews) – Le disuguaglianze dei redditi italiani sono cresciute a favore dell’1% più ricco che, in proporzione, paga meno tasse rispetto al restante 99% dei contribuenti. Lo dimostra uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Milano – Bicocca, pubblicato dalla rivista scientifica Journal of the European Economic Association. Nel suo complesso, il sistema fiscale italiano appare “blandamente progressivo” e, come sottolineano ricercatrici e ricercatori in questo studio, “diventa addirittura regressivo” per il 5% degli italiani più abbienti, che pagano un’aliquota effettiva inferiore al 95% dei contribuenti. Lo studio ha inoltre confermato che esistono importanti differenze in relazione alla tipologia di reddito prevalente: sono i lavoratori dipendenti a pagare più imposte, seguiti dai lavoratori autonomi, dai pensionati e, infine, da chi percepisce soprattutto rendite finanziarie e locazioni immobiliari.
áá”Questo lavoro – commenta Demetrio Guzzardi, autore dello studio e ricercatore in Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – combina diverse fonti di dati, quali dichiarazioni dei redditi, indagini campionarie di Istat e Banca d’Italia, stime sulla distribuzione del patrimonio netto, per distribuire a livello individuale l’intero ‘reddito nazionale netto, corretto per l’evasione fiscale. Così è stato possibile identificare le fasce di reddito che hanno perso di più negli ultimi anni”. Ricercatrici e ricercatori hanno infatti stimato che dal 2004 al 2015, mentre il reddito nazionale reale si riduceva del 15%, il 50% più povero degli italiani subiva la maggiore perdita con un calo di circa il 30%. á All’interno del 50% più povero, ad essere più colpiti sono giovani tra i 18 e i 35 anni, che hanno perso circa il 42% del loro reddito. La disuguaglianza di genere risulta significativa per ogni classe di reddito e raggiunge valori estremi nell’1% più ricco della distribuzione, dove le donne guadagnano circa la metà degli uomini.
Fisco italiano favorisce 1% più ricco per studio Sant’Anna-BicoccaFirenze, 12 gen. (askanews) – Le disuguaglianze dei redditi italiani sono cresciute a favore dell’1% più ricco che, in proporzione, paga meno tasse rispetto al restante 99% dei contribuenti. Lo dimostra uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Milano – Bicocca, pubblicato dalla rivista scientifica Journal of the European Economic Association. Nel suo complesso, il sistema fiscale italiano appare “blandamente progressivo” e, come sottolineano ricercatrici e ricercatori in questo studio, “diventa addirittura regressivo” per il 5% degli italiani più abbienti, che pagano un’aliquota effettiva inferiore al 95% dei contribuenti. Lo studio ha inoltre confermato che esistono importanti differenze in relazione alla tipologia di reddito prevalente: sono i lavoratori dipendenti a pagare più imposte, seguiti dai lavoratori autonomi, dai pensionati e, infine, da chi percepisce soprattutto rendite finanziarie e locazioni immobiliari.
“Questo lavoro – commenta Demetrio Guzzardi, autore dello studio e ricercatore in Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – combina diverse fonti di dati, quali dichiarazioni dei redditi, indagini campionarie di Istat e Banca d’Italia, stime sulla distribuzione del patrimonio netto, per distribuire a livello individuale l’intero ‘reddito nazionale netto’, corretto per l’evasione fiscale. Così è stato possibile identificare le fasce di reddito che hanno perso di più negli ultimi anni”. Ricercatrici e ricercatori hanno infatti stimato che dal 2004 al 2015, mentre il reddito nazionale reale si riduceva del 15%, il 50% più povero degli italiani subiva la maggiore perdita con un calo di circa il 30%. All’interno del 50% più povero, ad essere più colpiti sono giovani tra i 18 e i 35 anni, che hanno perso circa il 42% del loro reddito. La disuguaglianza di genere risulta significativa per ogni classe di reddito e raggiunge valori estremi nell’1% più ricco della distribuzione, dove le donne guadagnano circa la metà degli uomini.
Confcommercio: disagio sociale novembre cala su valori estate 2019Roma, 12 gen. (askanews) – Il Misery Index Confcommercio di novembre si è attestato a 13,8, in calo di 1,2 decimi di punto su ottobre. “La netta riduzione registrata nell’ultimo mese, che ha riportato l’area del disagio sociale sui valori dell’estate del 2019 – spiega Confcommercio -, è sintesi di un rallentamento dell’inflazione per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto – comunque ancora su livelli storicamente levati – e di una lieve diminuzione della disoccupazione estesa”.
“Questa tendenza, pure rafforzata da confortanti indicazioni provenienti da alcuni indicatori congiunturali – avverte però la confederazione -, non attenua le preoccupazioni sulla possibilità nei prossimi mesi di un peggioramento del MIC. In una fase in cui il rientro dell’inflazione è un elemento consolidato, che in prospettiva fornirà un contributo via via più contenuto alla tenuta o riduzione dell’area del disagio sociale, le dinamiche del mercato del lavoro assumono un ruolo cruciale”.
Ex Ilva, Bonomi: nazionalizzazione solo come soluzione ponteRoma, 11 gen. (askanews) – La nazionalizzazione dell’ex Ilva “ha un senso se si ha un progetto industriale per il futuro. L’acciaio di Stato sappiamo già quanto ci è costato negli anni passati, quanto è costato ai contribuenti italiani. Non credo che sia quella la strada finale”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a Rainews 24 aggiunendo che “se è un ponte per una soluzione futura industriale ha un senso. Se invece è solo per risolvere il problema elettorale del territorio allora questo non va bene”.
Bonomi ha poi sottolineato che “per poter trovare una soluzione bisogna conoscere tutti i termini della vicenda. Ad oggi sui patti parasociali firmati all’epoca dal Governo Conte con gli investitori indiani non abbiamo conoscenza del contenuto. Diventa difficile poter proporre una soluzione non avendo tutti i termini della questione sul tavolo. Quando conosceremo tutta la situazione forse potremo fare anche delle proposte”.
Immobili, Fimaa-Nomisma: nel 2023 cresce ancora mercato ad uso turisticoRoma, 11 gen. (askanews) – Continua a crescere il mercato degli immobili ad uso turistico. Nel 2023 il trend dei prezzi delle compravendite e delle locazioni è ancora marcatamente positivo, con un andamento delle compravendite di seconde case, tuttora in ascesa rispetto al tradizionale mercato delle abitazioni. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2023 di Fimaa-Confcommercio (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia) condotto in collaborazione con Nomisma, analizzando le dinamiche del mercato immobiliare di 126 località di mare e 59 dimontagna e laghi.
Il trend delle abitazioni turistiche si sta dimostrando più consistente di quello delle normali abitazioni. Nel 2023, il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione turistica in Italia si attesta a 2.820 euro al mq commerciale, con un aumento del 4,6% annuo, che si aggiunge alla crescita del 3,2% già registrata nel 2022. In cima alla classifica delle principali località turistiche – per quanto riguarda i prezzi massimi di compravendita di appartamenti top o nuovi – spiccano anche quest’anno destinazioni montane. A Madonna di Campiglio e a Cortina d’Ampezzo si raggiungono i 15.000 euro a mq. A seguire, Forte dei Marmi e Capri con 14.000 euro a mq e Santa Margherita Ligure, con valori massimi pari a 13.000 euro a mq. I canoni di locazione nel 2023 segnano un incremento medio del 5,9%, che anche in questo caso si aggiunge alla crescita già messa a segno nel 2022 (4,8%). L’aumento ha interessato maggiormente le località marittime (+6,3% in media) e le località montane (+4,7%), mentre i canoni medi delle località lacuali registrano un aumento più contenuto (+3,2%). “Dopo l’emergenza sanitaria il mercato delle abitazioni turistiche si è mosso in maniera consistente” – commenta Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa. – Con la fine della pandemia non è venuta meno l’esigenza del lavorare in smart-working che, sommata all’aumento del costo del denaro per la ripresa dell’inflazione, sono elementi che tuttora contribuiscono ad alimentare l’investimento nel comparto immobiliare. Gli immobili, da sempre sono ritenuti cassaforte di risparmi contrariamente ai prodotti finanziari maggiormente soggetti a subire oscillazioni e rischi elevati. Fattori che stanno portando gli italiani a soggiornare in case di villeggiatura amplificando la domanda di unità al mare o in montagna, favorendo compravendite e locazioni di queste località”.
Un ulteriore elemento che sta influenzando positivamente le compravendite turistiche è infatti l’andamento dei tassi di interesse. “Nel primo periodo erano molto favorevoli, ed era inevitabile che favorissero le transazioni – aggiunge Fabrizio Savorani, referente settore turistico Ufficio studi Fimaa. – Le compravendite tuttavia sono rimaste elevate anche nel corso del 2023, nonostante la forte impennata del costo del denaro. Dai dati preliminari del 2023 emerge che le compravendite di abitazioni turistiche stanno crescendo maggiormente rispetto a quelle di altre località. E questo dimostra che gli immobili turistici siano tuttora una sorta di bene rifugio su cui si investe per proteggere il valore dei propri risparmi. Insomma, si acquistano immobili in località turistiche non solo per uso proprio ma anche come investimento in grado di produrre reddito. Questo si riversa anche sui prezzi, che sono in ulteriore crescita, per il fatto che la domanda è tuttora maggiore rispetto all’offerta” conclude Savorani.
Ex Ilva, Urso: intendiamo invertire la rotta, non siamo condizionabiliRoma, 11 gen. (askanews) – “Intendiamo invertire la rotta cambiando equipaggio attraverso il rinnovamento e la specializzazone degli impianti esistenti. Mi riferisco a Taranto che dovrà recuperare il ruolo di campione industriale, a Termi per un rafforzamento della produzione dell’acciaio speciale con un contratto di programma che dovrebbe essere definito entro febbraio e a Terni che ora registra un interesse oltre che del soggetto presente, di potenziali nuovi investitori stranieri con cui ci apprestiamo a sottoscrivere un memorandum”. Lo ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in un’informativa al Senato sulla situazione dell’ex Ilva.
Occorre “definire finalmente una politica industriale duratura nel tempo per il bene di tutti gli italiani e dei lavoratori metalmeccanici e delle loro famiglie che non vogliamo deludere. Non siamo consizionabili come non lo sono loro”.