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Pmi e startup innovative, stanziati 60 milioni di euro per Equity Puglia

Pmi e startup innovative, stanziati 60 milioni di euro per Equity Puglia

Delli Noci e Piemontese: “Così spingiamo sviluppo Pmi innovative e attiriamo investimenti”

Roma, 28 feb. (askanews) – Sessanta milioni di euro per il nuovo avviso “Equity Puglia”, un intervento di ingegneria finanziaria finalizzato a dare alle piccole e medie imprese e alle startup innovative la possibilità di aumentare il livello di capitalizzazione e dunque la propria solidità patrimoniale, attraverso la partecipazione nel capitale aziendale di investitori specializzati. L’opportunità di accedere a questo tipo di operazioni non rappresenta solo un vantaggio economico o finanziario per le imprese ma ha anche un’importante valenza strategica grazie all’esperienza che i nuovi investitori potranno portare in dote a sostegno di ogni compagine imprenditoriale.
Il nuovo fondo sarà gestito dalla finanziaria regionale Puglia Sviluppo e cofinanzierà i fondi di investimento. A definire la nuova dotazione la giunta regionale nella seduta di oggi. Il provvedimento in sostanza aggiunge 41,7 milioni di euro alla somma inizialmente prevista pari a 18,3 milioni di euro. Risorse, queste ultime, che anticipano il nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali 2021-2027.
“Questo strumento che introduciamo per la prima volta in Puglia – spiega l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci – è una spinta potente per lo sviluppo delle piccole e medie imprese e delle startup innovative. Darà loro l’opportunità di accrescere la propria competitività attraverso l’accesso al mercato del capitale di rischio in collaborazione con intermediari finanziari, che avranno la responsabilità di identificare e selezionare le iniziative da sostenere. Il fondo Equity, insieme ai Minibond, rappresenta un altro strumento complementare al tradizionale canale bancario. Non soltanto produrrà ricadute concrete sull’ecosistema delle imprese e delle startup innovative ma sarà anche un’importante leva per l’attrazione di investimenti in Puglia”.
Per aumentare la dotazione del nuovo strumento, è stata necessaria una variazione al bilancio di previsione 2023 e pluriennale 2023-2025. “Abbiamo la necessità di far fronte alle conseguenze determinate dalla crisi economica, sociale ed occupazionale generata dalla pandemia e allo stesso tempo a prevenire i nuovi contraccolpi sul sistema produttivo determinati dalla guerra nel cuore dell’Europa”, sottolinea il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio Raffaele Piemontese. “Per potenziare questa misura innovativa e dare maggiore impulso alle iniziative che si realizzeranno nei singoli territori, era necessaria la variazione di bilancio e soprattutto l’attivazione dei fondi della nuova programmazione Fesr 2021-2027, fondamentali per assicurare un’attuazione coerente ed efficace del nuovo strumento”.
Il prossimo step per l’attivazione della misura sarà la selezione degli intermediari finanziari gestori di fondi di investimento.

Da Eataly prosegue rilancio made in Italy: marzo mese di salumi e formaggi

Da Eataly prosegue rilancio made in Italy: marzo mese di salumi e formaggiMilano, 28 feb. (askanews) – Da Eataly marzo è il mese dei salumi e dei formaggi. Dopo il mese dedicato al pane, che ha portato a una vendita di 18mila chili di pagnotte a settimana, dal 6 marzo al 2 aprile salumi e formaggi saranno i protagonisti delle iniziative che permetteranno di raccontare profondità di assortimento, unicità e competenze degli specialisti e selezionatori che da oltre 16 anni lavorano dietro ai banchi del brand. Salumi e formaggi, d’altronde, rappresentano come pochi altri prodotti agroalimentari la straordinaria varietà della cultura enogastronomica italiana che ha origini da storia e tradizioni antiche e che ci è riconosciuta in tutto il mondo. In una classifica stilata a febbraio dal portale enogastronomico internazionale TasteAtlas, tra i primi 10 formaggi “da assaggiare almeno una volta nella vita”, otto sono italiani, e sono anche italiani alcuni celebri salumi posizionati entro la top cinque dei “40 alimenti da provare entro il 2023”.
“Salumi e formaggi sono tra i prodotti italiani più apprezzati nei nostri negozi in Italia e nel mondo, e fulcro del made in Italy – spiega Andrea Cipolloni, group Ceo di Eataly – Ogni giorno i nostri specialisti offrono ai clienti l’opportunità di vivere esperienze emozionanti che non possono essere date per scontate: il taglio dei crudi al coltello, la produzione quotidiana della mozzarella o la scelta di selezioni speciali provenienti da bravi artigiani. Siamo alla seconda tappa di un percorso che abbiamo iniziato raccontando la magia del nostro pane, e che porteremo avanti nel corso dell’anno per descrivere gli aspetti che rendono l’offerta di Eataly unica.”
L’assortimento di Eataly conta oltre 900 prodotti tra salumi e formaggi: dalle grandi denominazioni ai localismi creati da produttori artigianali e disponibili solo in alcuni negozi e per un ristretto arco di tempo, come, ad esempio, alcuni formaggi d’alpeggio. Tra i formaggi ci sono oltre 160 Dop, 14 Presidi Slow Food, varietà di formaggi a latte vaccino, pecorino, caprino, misto, bufalino o erborinati, passando dai freschissimi a quelli stagionati oltre i 120 mesi. Tra i salumi, oltre 50 Dop, 25 Igp, quattro Presidi Slow Food e una ricca selezione di oltre 20 prosciutti crudi in diverse stagionature: dalla Valle d’Aosta alla Toscana, dal Friuli-Venezia Giulia all’Emilia-Romagna fino alle regioni del Sud. L’assortimento comprende anche alcune specialità europee.
E a proposito di assortimento, sono circa 30 i nuovi prodotti che entrano a farne parte. Tra questi il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse biologico, il Provolone del Monaco e la Fontina Dop Estrema d’Alpeggio, prodotta oltre i 2.000 metri sul livello del mare. Inoltre, porterà il taglio al coltello del prosciutto crudo in tutti i punti vendita con possibilità di scegliere sempre tra tre differenti tipologie di crudi di pregio. Novità anche per l’avvio del progetto pilota “I salami la gran selezione” che parte da Eataly Lingotto: 23 salami, tra interi e tranci, selezionati per dare visibilità al salame, facendone conoscere tipologie, stagionature e tradizioni. Sul fronte della didattica, invece, per tutto il mese i punti vendita ospitano degustazioni guidate direttamente dai produttori, mentre lezioni in aula e cene a tema arricchiscono i palinsesti di tutti i negozi.

Stellantis investe 155 mln usd in Usa per elettrificazione

Stellantis investe 155 mln usd in Usa per elettrificazioneMilano, 28 feb. (askanews) – Stellantis investirà 155 milioni di dollari in tre stabilimenti di Kokomo, Indiana, per la produzione di nuovi moduli di azionamento elettrico (EDM) che consentiranno di alimentare i veicoli elettrici che saranno assemblati in Nord America al fine di centrare l’obiettivo di coprire il 50% delle vendite negli Stati Uniti con veicoli elettrici a batteria entro il 2030.
Con oltre 25 lanci di veicoli elettrici a batteria (Bev) pianificati negli Stati Uniti da qui al 2030, gli EDM prodotti a Kokomo saranno integrati nei veicoli basati sulle piattaforme STLA Large e STLA Frame. L’EDM rappresenta una soluzione completa per i propulsori elettrici ed è costituito da tre componenti principali – motore elettrico, elettronica di potenza e trasmissione – racchiusi in un singolo modulo. Il nuovo EDM ottimizzato consentirà a ogni piattaforma di raggiungere fino a 500 miglia (800 chilometri) di autonomia.
“Mentre continuiamo con successo la nostra transizione verso un futuro decarbonizzato nelle nostre attività in Europa, stiamo ora impostando questi stessi elementi base per il mercato nordamericano”, ha affermato Carlos Tavares, Ceo di Stellantis. “Unendo i vantaggi dell’EDM con le nuove piattaforme Bev e le batterie innovative, saremo in grado di offrire ai nostri clienti una varietà di veicoli elettrici con prestazioni e autonomia senza pari a prezzi più convenienti. E grazie alle nostre capacità produttive interne e alla nostra competenza, riusciremo a farlo in modo estremamente flessibile ed efficiente”.
Gli investimenti riguarderanno gli impianti Indiana Transmission, Kokomo Transmission e Kokomo Casting. L’inizio della produzione è previsto nel terzo trimestre del 2024, dopo la riconversione degli impianti. L’investimento consentirà di mantenere oltre 265 posti di lavoro nei tre stabilimenti.
“Con oltre 7.000 dipendenti in Indiana, questi investimenti consentiranno di sfruttare le competenze produttive fondamentali della forza lavoro locale nei settori della fonderia, della lavorazione e dell’assemblaggio, essenziali anche nella fase di transizione del mercato verso un futuro elettrificato” ha dichiarato Mark Stewart, Coo di Stellantis North America.
Dal 2020 Stellantis ha investito quasi 3,3 miliardi di dollari in Indiana per promuovere la transizione verso l’elettrificazione. Ciò comprende anche un investimento di 643 milioni di dollari, recentemente annunciato, per la produzione di un nuovo motore per applicazioni tradizionali e Phev, una trasmissione a otto rapporti di nuova generazione e una gigafactory in joint venture con Samsung SDI.
Attualmente Stellantis gestisce cinque impianti per la produzione di sistemi di propulsione in Indiana: tre stabilimenti dedicati alle trasmissioni, una fonderia e uno dedicato ai motori.

Gewiss: oltre 1,1 mln per bonus caro energia a 2200 dipendenti

Gewiss: oltre 1,1 mln per bonus caro energia a 2200 dipendentiRoma, 28 feb. (askanews) – Saranno più di 2.200 i dipendenti del Gruppo Gewiss che potranno beneficiare del Bonus una tantum voluto dall’azienda per contrastare il rincaro dei prezzi dell’energia che nel corso degli ultimi mesi ha inciso profondamente sul costo della vita.
L’investimento complessivo che Gewiss sosterrà per l’iniziativa sarà di oltre 1 milione e 100 mila Euro e interesserà i collaboratori dell’headquarters e di tutte le filiali internazionali del Gruppo, che oggi vanta una presenza in oltre 100 Paesi del mondo.
“L’attenzione alle persone”, spiega il Presidente di Gewiss (Gruppo POLIFIN), Fabio Bosatelli, “è un punto cardine della nostra identità di Gruppo, un valore che ci è sempre stato riconosciuto e a cui vogliamo dare seguito con modalità nuove ed aggiornate, per rispondere alle sfide che ci troviamo ad affrontare oggi. Il complesso scenario a livello globale ha portato ad un aumento dei prezzi per l’energia, causando difficoltà quotidiane per molte famiglie. Abbiamo scelto quindi di introdurre questa misura come segno di vicinanza a tutti i nostri collaboratori nel mondo”.

Gas, Assocostieri: +35 mld metri cubi anno con nuovi rigassificatori Gnl

Gas, Assocostieri: +35 mld metri cubi anno con nuovi rigassificatori GnlRoma, 28 feb. (askanews) – “L’Italia è in grado di aumentare la capacità di rigassificazione del Gnl di 31-35 miliardi di metri cubi l’anno, nel caso vengano colte tutte le opportunità di investimento. Attualmente, tuttavia, si progetta di limitarsi ad interventi emergenziali”. Lo ha detto l’ingegnere Federico Rossi di Assocostieri, intervenendo alla conferenza Expanding Lng Import Capacity Europe 2023 – organizzata dalla London Business Conferences Group – che ha preso il via a Berlino.
Assocostieri ha ricordato come l’Italia dipenda fortemente dalle importazioni, il gas naturale arriva nel nostro Paese attraverso i gasdotti, oppure sotto forma di Gnl grazie alle navi metanifere. “I gasdotti – ha sottolineato Rossi – attualmente hanno una portata nominale di 133,7 miliardi di metri cubi, ed entro il 2030 questa capacità potrà arrivare a 154,7 miliardi di metri cubi, con un incremento quindi di 21 miliardi. Per quanto riguarda il Gnl, la capacità nominale al momento è di 16,25 miliardi di metri cubi, ma potrebbe crescere di quasi il 150%. Si potrebbe arrivare a 40 miliardi di metri cubi portando a compimento anche solo uno dei due terminali di rigassificazione in progetto in Sud Italia”.
Le strutture costiere che ricevono il Gnl via mare, “presentano un grosso vantaggio rispetto ai gasdotti: aprono il mercato a operatori differenti, la fornitura di conseguenza non viene assicurata da un unico soggetto. In una fase come quella che stiamo attraversando, giocano un ruolo fondamentale per garantire la certezza degli approvvigionamenti e la competitività del mercato”.
Secondo Assocostieri, quindi, “è necessario rafforzare il sistema dei rigassificatori, favorendo al contempo l’uso del Gnl per il trasporto navale, necessario per raggiungere gli stringenti obiettivi emissivi che l’Europa si è prefissa. Nel giro di uno o due anni entreranno in funzione i rigassificatori galleggianti di Ravenna e Piombino, che complessivamente garantiranno 10 miliardi di metri cubi in più l’anno”.
La capacità nominale dell’Italia potrebbe crescere ulteriormente con l’estensione dell’operatività dei terminali Sslng, nati come depositi costieri di Gnl dedicati al bunkeraggio e alla distribuzione locale su strada, per incorporare la funzione di rigassificazione, come già sta accadendo in diversi casi. In ottica di transizione energetica, non bisogna dimenticare come il puntare maggiormente sul gas e sul Gnl apre la porta alla conversione a bio-Gnl: un passaggio già avviato con la realizzazione di diversi impianti di liquefazione nell’ambito del “bando Gnl” che si sta definendo proprio in questi giorni.

Inwit e Legambiente insieme per monitorare l’inquinamento atmosferico

Inwit e Legambiente insieme per monitorare l’inquinamento atmosfericoMilano, 28 feb. (askanews) – Inwit e Legambiente si alleano per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. La collaborazione prevede l’utilizzo delle torri di Inwit per misurare e monitorare, attraverso sensoristica IoT, alcuni parametri ambientali, relativi alla qualità dell’aria, a tutela della biodiversità, tra cui anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili.
Le aree naturali oggetto del monitoraggio dell’inquinamento atmosferico saranno: Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale della Maiella, Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, e Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.
“La partnership con Legambiente testimonia il valore aggiunto della distribuzione capillare delle nostre torri sul territorio, in questo caso per la tutela della biodiversità – spiega Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit -. Le torri di Inwit sono infrastrutture digitali, condivise e sostenibili, a disposizione degli operatori di telecomunicazione mobili e in grado di ospitare tecnologia avanzata IoT per effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria e misurare gli impatti dei cambiamenti climatici, a beneficio dei territori e delle comunità nei quali operiamo”.
“L’inquinamento, insieme alla crisi climatica, alla perdita di frammentazione degli habitat, al sovra sfruttamento delle risorse, all’introduzione delle specie aliene invasive – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – rappresenta una delle principali minacce per la biodiversità e gli ecosistemi naturali. Per questo abbiamo deciso di affiancare INWIT in questo nuovo monitoraggio sperimentale che ci permetterà da un lato di fare il punto sulla qualità dell’aria in alcune aree protette italiane, dall’altra di capire al meglio le strategie e le misure da adottare per far fronte, in primis, al problema dell’inquinamento dell’aria, per tutelare la biodiversità e raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030”.

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24Roma, 28 feb. (askanews) – “E’ indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Ance, Stefano Betti, in una audizione in Commissione finanze alla Camera sul decreto sui crediti fiscali deriventi dai bonus edilizi.
Betti ha ribadito la possibile soluzione di “utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati”, proposta già elaborata dalla stessa Ance e dall’Abi e ora “resa possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat”. Inoltre “occorre dare immediatamente un segnale forte di fiducia, attivando il circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali”. Il vice presidente dell’Ance ha poi aggiunto che l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel decreto-legge “non risolve il problema in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi”.
“Non si può pensare di sbloccare una situazione così incancrenita, dopo mesi di cambi di normativa, con un mero invito alle banche a comprare. Serve una decisione veloce da parte di Governo e Parlamento per approvare misure risolutive. Serve la stessa determinazione e rapidità di azione che – ha detto Betti – ha animato l’Esecutivo nel varare un decreto che, per tempi di approvazione e entrata in vigore, ha battuto anche il leggendario decreto sul prelievo sui conti correnti del ’92”.
Per favorire il completamento dei lavori già avviati ed evitare di creare ingenti danni a famiglie ed imprese “occorre poi migliorare la disciplina transitoria prevista dal decreto approvato dal Governo”.

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurity

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurityMilano, 28 feb. (askanews) – La trasformazione digitale della nostra società ha sicuramente aperto nuovi orizzonti, estendendo la possibilità di essere virtualmente connessi nello stesso istante all’intero globo. Tuttavia, sono emersi numerosi rischi legati all’uso dei media digitali e gli attacchi informatici sono aumentati a dismisura. Il fattore umano gioca spesso un ruolo chiave e lo sviluppo di adeguate competenze digitali resta uno snodo cruciale. Le attività di formazione relative alla cybersecurity in ambito universitario sembrano riflettere questa consapevolezza con un’offerta quasi triplicata nell’ultimo anno: a gennaio 2023 si rilevano infatti in Italia 234 tra corsi e insegnamenti relativi alla cibersicurezza rispetto ai 79 individuati nello stesso mese del 2022. Restano, tuttavia, ampie disuguaglianze a livello geografico, con una forte concentrazione dell’offerta nel Lazio, Piemonte, Campania e Lombardia. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e una più intensa collaborazione tra pubblico e privato possono giocare un ruolo chiave nel colmare questo gap. Questione ancor più urgente se si considera che la Penisola è uno dei paesi più bersagliati dai cyberattacchi, presentando una quota notevolmente superiore rispetto, ad esempio, a Germania e Francia, seppure in un quadro legislativo capace di stare al passo dei tempi e che non necessita di ulteriori integrazioni normative.
Sono questi alcuni dei temi che emergono dal Rapporto “L’ecosistema italiano della sicurezza informatica tra regolazione, competitività e consapevolezza”, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato in occasione del convegno pubblico annuale che si è tenuto oggi presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, nell’ambito delle attività relative all’Osservatorio I-Com sulla Cibersicurezza e al quale hanno partecipato oltre 15 tra esperti della materia, rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni. Lo studio del think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli fornisce una panoramica sullo stato dell’arte della cybersecurity in Italia e in Europa, dall’esame del quadro normativo italiano ed europeo alla ricognizione sul numero e sull’entità degli attacchi informatici, passando per l’approfondimento delle competenze nel pubblico e nel privato e all’offerta formativa in materia.
Nel dettaglio, il monitoraggio I-Com delle attività di formazione sulla cibersicurezza in ambito universitario ha evidenziato oltre a 112 insegnamenti singoli all’interno di corsi di laurea magistrale, 56 insegnamenti singoli in lauree triennali e 13 corsi singoli all’interno di dottorati di ricerca, ben 22 lauree magistrali, 4 lauree triennali, 7 dottorati e 18 master (di primo e di secondo livello) tutti interamente incentrati sulla cybersecurity. Il totale delle lauree specifiche (triennali e magistrali) sul tema della cibersicurezza ammonta a 26, il doppio del 2022. Nel complesso, la formazione specializzata in materia di cybersecurity in Italia ha raggiunto quota 51 corsi di studio interamente dedicati.
Per quanto riguarda la distribuzione regionale della complessiva offerta formativa, questa appare piuttosto disomogenea con una forte concentrazione nel Lazio (45 tra corsi e singoli insegnamenti), Piemonte (32), Campania (25) e Lombardia (21). Tuttavia, se si considerano i dati normalizzati per il numero di università presenti sul territorio regionale, la classifica varia mostrando in prima posizione il Piemonte con 8 corsi per università, seguito da Liguria (4) e Sicilia (2,8). Le regioni che invece non presentano alcun corso formativo sulla cibersicurezza (anche a causa della scarsa offerta di livello universitario) sono la Basilicata e la Valle d’Aosta.
Le nuove possibilità aperte dal digitale, quindi, richiedono sempre maggiori competenze, sia di base che – soprattutto – specialistiche. “Sicuramente sono necessarie ulteriori azioni finalizzate a incentivare una maggiore capillarità a livello territoriale dell’offerta didattica in cibersicurezza” spiega il presidente I-Com e tra i curatori dello studio Stefano da Empoli, “e, in questo senso, è auspicabile una più intensa collaborazione tra pubblico e privato, che passi anche attraverso la forma dei partenariati. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori, a questo proposito”, continua da Empoli, “gioca un ruolo-chiave: gli ITS potrebbero fungere da anello di congiunzione tra realtà scolastica e mondo del lavoro e costituire così un ulteriore tassello in direzione del rafforzamento di un ecosistema della cibersicurezza”.
Attualmente, infatti, la formazione garantita da questi istituti sul territorio viene ritenuta non sufficiente da parte delle imprese. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE), nel 2022 risultano presenti sul territorio nazionale 120 ITS. La regione che ne ospita il numero maggiore è la Lombardia (20), seguita dalla Sicilia (11), mentre al terzo posto si trovano a pari merito Calabria, Campania e Toscana (9). Parametrando il dato sulla diffusione alla popolazione regionale risulta in testa la Calabria (4,9 ITS ogni milione di abitante), la Liguria (4 ogni milione di abitanti) e l’Abruzzo (3,9 per milione di abitanti).
Dallo studio emerge inoltre che l’Italia è uno dei paesi più bersagliati dai criminali informatici, presentando una quota del 3,26% dei dispositivi mobili e del 10,74% dei pc fissi che sono stati infettati da malware (fonte: Comparitech). Questo dato è notevolmente superiore a quello fatto registrare da altre grandi economie europee come Germania, che presenta un 1,63% di infezioni sul mobile e 4,94% da PC, e Francia, 2,56% mobile e 6,71% PC.

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 imprese

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 impreseRoma, 28 feb. (askanews) – “L’Ance esprime forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto-legge sulla cessione dei crediti perché il decreto non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, Stefano Betti, nel corso di una autizione in Commissione finanze alla Camera, sul decreto legge sui crediti fiscali legati ai bonus edilizi.
“Si tratta di circa 19 miliardi di euro , già maturati, che se non pagati – ha sottolineato l’Ance – mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”.

Gruppo Veronesi: rinnovato contratto integrativo per lavoratori Aia

Gruppo Veronesi: rinnovato contratto integrativo per lavoratori AiaMilano, 28 feb. (askanews) – Il gruppo Veronesi ha rinnovato il contratto integrativo di secondo livello per il triennio 2023-2025, destinato a circa 5.500 lavoratori Aia, con il coordinamento avicolo rappresentato dalle segreterie sindacali Veneto Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil.
L’accordo, spiega una nota, affronta in particolare tre aree: la definizione del premio di risultato grazie a forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori, lo studio di percorsi per la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato e la valorizzazione delle pari opportunità.
Per il prossimo triennio, l’importo massimo a disposizione per ciascun lavoratore è di 6.750 euro al raggiungimento del 100% degli obiettivi prefissati e condivisi con le parti sindacali (2.200 euro nel 2023, 2.250 euro nel 2024, 2.300 nel 2025). Grazie al piano welfare e alla piattaforma dedicata “Veroneasy life”, ogni lavoratore avrà la possibilità di convertire il valore detassato del premio – totale o una sua parte – nell’acquisto di beni o servizi che spaziano dall’assistenza sanitaria all’istruzione, lo sport e il tempo libero fino ai buoni spesa e benzina. L’azienda inoltre riconoscerà, a coloro che convertiranno una quota pari o superiore al 50% del premio maturato, un valore aggiuntivo netto pari al 10% dell’importo convertito spendibile esclusivamente in welfare. Saranno inoltre istituite forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori all’interno delle nove sedi coinvolte, con l’obiettivo di incentivare la ricerca di soluzioni innovative e proposte dai lavoratori nelle quattro aree che concorrono alla formulazione del premio: produttività, qualità del prodotto, salute e sicurezza sul lavoro e miglioramento delle performance di sostenibilità ambientale.
L’azienda e le parti sindacali hanno inoltre definito percorsi strutturati di stabilizzazione del personale impiegato a tempo determinato (stagionali ed avventizi, tipici del settore). L’accordo stabilisce in modo chiaro i requisiti per la stabilizzazione a tempo indeterminato, con particolare riferimento al numero di giornate effettive lavorate. Una misura innovativa e unica nel settore avicolo italiano, sottolinea l’azienda agroalimentare, che mette insieme le esigenze dei lavoratori con le necessità di flessibilità del business, con particolare attenzione alla tutela del periodo di maternità.
Infine è stato dato nuovo slancio alla Commissione pari opportunità. Obiettivo del gruppo di lavoro sarà quello di valutare, proporre e diffondere iniziative e attività capaci di valorizzare il valore della diversità all’interno dell’azienda e prevenire forme di discriminazione o comportamenti non in linea con i valori del gruppo.