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Fisco, Unimpresa: a vuoto indagini anti-evasione su conti bancari

Fisco, Unimpresa: a vuoto indagini anti-evasione su conti bancariRoma, 26 dic. (askanews) – Le indagini fiscali sui conti correnti vanno a vuoto: in 13 anni i controlli svolti dall’amministrazione finanziaria sui rapporti bancari dei contribuenti italiani sono stati meno di 100mila (84.155) e hanno consentito di individuare appena 7,2 miliardi euro di tasse non pagate. Dal 2010 al 2022, in media, si tratta di circa 6.500 controlli l’anno, ciascuno dei quali ha portato alla luce una maggiore imposta accertata per 86mila euro. L’anno con il maggior numero di verifiche è il 2013 con 12.069 controlli effettuati, mentre il dato più basso (1.691) si riscontra nel 2021; mentre l’anno con l’evasione maggiore scovata è il 2012, con 1 miliardo e 201 milioni (il “bottino” più magro, 115 milioni” nel 2020, segnato dal Covid). Lo rileva un documento del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale, considerando che il valore annuo complessivo dell’evasione fiscale si aggira attorno ai 100 miliardi di euro, le indagini bancarie consentono di accertare, nella migliore delle ipotesi, una quota di gettito nascosto di poco superiore all’1% del totale.

«Lo Stato, con i controlli sui conti correnti bancari, negli scorsi rilanciati dai vertici dell’amministrazione finanziaria, non ottiene granché se non il doppio risultato di spaventare i contribuenti e di rendere ancora più complessa la gestione burocratica delle attività d’impresa» commenta in una nota il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. Secondo un report del Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dai dell’agenzia delle Entrate, dal 2010 al 2022, i controlli dell’amministrazione finanziaria su conti correnti bancari dei contribuenti italiani sono stati complessivamente 84.155: in totale, nei 13 anni in esame, le verifiche hanno consentito di accertare maggiore imposta per 7 miliardi e 245 milioni. In media, si tratta di circa 6.500 controlli l’anno, ciascuno dei quali ha consentito di portare alla luce denaro sottratto al fisco per 86mila euro. Nel 2010, i controlli sui rapporti bancari sono stati 9.371 e hanno fatto emergere 866 milioni di evasione (92mila euro in media per ciascuna verifica); nel 2011, le verifiche sono state 10.869 e hanno portato alla luce 1 miliardo e 129 milioni (104mila euro in media); nel 2012, si sono registrati 11.872 accertamenti grazie ai quali è emerso gettito nascosto per 1 miliardo e 201 milioni (101mila euro in media); nel 2013, anno record, i controlli fiscali in banca sono stati 12.069 e hanno portato alla luce 1 miliardo e 134 milioni di imposta non versate regolarmente (94mila euro in media); nel 2014, le verifiche, calate a quota 11.460, hanno accertato imposta non pagata per 1 miliardo e 78 milioni (94mila euro in media).

Successivamente, i numeri sono nettamente calati: nel 2015 le verifiche sono state dimezzate, fermandosi a 5.425, con l’evasione accertata pari a 409 milioni di euro (75mila euro in media); nel 2016, un ulteriore dimezzamento a quota 2.773, con il denaro sottratto al fisco pari a 178 milioni (64mila euro in media); nel 2017, il contatore delle verifiche è calato ancora a 2.393 e il totale del gettito nascosto si è fermato a 213 milioni (89mila euro in media); nel 2018, le verifiche, lievemente risalite a quota 4.539, hanno portato alla luce 239 milioni (53mila euro in media, la più bassa nella serie storica); nel 2019, il controlli sono ancora aumentati a quota 6.337 e hanno fatto emergere tasse non versate nelle casse dello Stato per 355 milioni (56mila euro in media). Con il Covid si è registrata una “svolta” negativa: nel 2020, i controlli sui conti correnti bancari sono calati a 1.712 e hanno portato a galla evasione per 115 milioni (il dato più basso) pari a una media di 67mila euro. Nel 2021, i controlli hanno raggiunto la soglia minima: 1.691 verifiche e 119 milioni accertati (70mila euro in media). Nel 2022, un leggero aumento: 3.643 controlli e 209 milioni accertati (57mila euro). Rispetto al totale dell’evasione fiscale, pari a circa 100 miliardi di euro l’anno, i controlli sui conti correnti bancari consentono di individuare una percentuale di tasse non pagate molto contenuta: nella migliore delle ipotesi, si va leggermente sopra quota 1%, con la media che è pari a circa lo 0,6%. «I numeri non mentono mai: c’è da chiedersi, pertanto, quali vantaggi produca la gigantesca macchina da guerra fiscale messa in piedi più di 10 anni fa che è stata usata a singhiozzo e, nella sua lunga sperimentazione, si è rivelata un clamoroso buco nell’acqua. I numeri dimostrano il fallimento di un’idea sbagliata sin dalle origini» osserva il presidente di Unimpresa.

Israele,Intel investirà 25 mld dollari anche grazie a maxi-incentivi

Israele,Intel investirà 25 mld dollari anche grazie a maxi-incentiviRoma, 26 dic. (askanews) – Il Times of Israel riporta che un investimento di 25 miliardi di dollari sosterrà uno stabilimento di produzione di chip a Kiryat Gat, in Israele, che darà lavoro a migliaia di lavoratori, e che dovrebbe iniziare le operazioni entro il 2028. L’accordo di principio è stato concordato in linea di principio a giugno.

Secondo Bloomberg, l’investimento del colosso dei chip arriva dopo che Intel si è assicurata 3,2 miliardi di dollari di incentivi da Israele. Martedì le azioni Intel sono aumentate del 2,4% nelle contrattazioni pre-mercato. Le azioni della società aumenteranno dell’81,6% nel 2023, superando il guadagno SPX dell’indice S&P 500 del 23,8%.

“La scelta della società globale Intel di approvare un investimento senza precedenti di 25 miliardi di dollari e di stabilire la sua nuova fabbrica proprio qui, in Israele, è importante e significativa”, ha affermato il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, in un tweet tradotto su X, precedentemente noto come Twitter. “Un tale investimento, mentre Israele è in guerra con il male assoluto, una guerra in cui il bene è obbligato a sconfiggere il male, è un investimento nei valori corretti e giusti che promuovono l’umanità”. “La scelta della società globale Intel di investire in Israele, un investimento senza precedenti come questo, è un’espressione di fiducia nello Stato di Israele e nell’economia israeliana”, ha aggiunto.

Kiryat Gat si trova a circa 12 miglia dal confine con Gaza. “Questo investimento promuoverà un’occupazione di qualità con elevata produttività negli insediamenti periferici e influenzerà la crescita dell’economia israeliana”, ha twittato Smotrich. Intel è già uno dei maggiori datori di lavoro nel settore high-tech israeliano e ha 11.700 dipendenti nel paese, secondo il sito web della società. La forza lavoro del gigante dei chip in Israele comprende 3.900 dipendenti nel settore manifatturiero e 7.800 in ruoli di sviluppo. Sulla base dei dati del 2022, le attività israeliane di Intel rappresentano 8,7 miliardi di dollari di esportazioni, ovvero il 5,5% delle esportazioni high-tech del paese e l’1,75% del PIL di Israele.

Israele ha promesso di schiacciare Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre in cui i terroristi hanno ucciso circa 1.200 persone, per lo più civili, e hanno preso in ostaggio oltre 240 persone. Secondo funzionari sanitari di Gaza, la guerra di Israele per distruggere Hamas ha provocato la morte di circa 20.000 palestinesi.

Usa, +3,1% vendite al dettaglio durante festività natalizie

Usa, +3,1% vendite al dettaglio durante festività natalizieRoma, 26 dic. (askanews) – Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate del 3,1% tra il 1 novembre e il 24 dicembre, raccogliendo la maggior parte delle vendite natalizie per i rivenditori. Un risultato legato alla ricerca da parte degli acquirenti di offerte natalizie dell’ultimo minuto in mezzo a grandi promozioni. E’ quanto emerge da una ricerca pubblicata dal colosso delle carte di credito Mastercard.

L’aumento è inferiore alla crescita del 3,7% prevista da Mastercard a settembre, ed è molto inferiore rispetto al 7,6% dello scorso anno poiché i tassi di interesse più elevati e l’inflazione hanno esercitato pressioni sulla spesa dei consumatori. Negli Stati Uniti, Amazon.com e Walmart hanno intensificato le promozioni fino a novembre per invogliare gli acquirenti a caccia di occasioni, ma gli analisti hanno affermato che gli sconti non erano così profondi come l’anno precedente, quando i rivenditori erano gravati da scorte in eccesso.

Alcuni di questi sconti sono stati annullati a partire da dicembre, quando i clienti si aspettavano di acquistare regali e articoli per la casa dell’ultimo minuto il sabato prima di Natale, soprannominato “Super Saturday”. Le vendite e-commerce sono cresciute a un ritmo più lento, pari al 6,3%, rispetto al 10,6% dello scorso anno, poiché la popolarità dello shopping online è scesa dai massimi della pandemia, come mostra il rapporto.

Secondo il rapporto Mastercard SpendingPulse, le vendite nelle categorie abbigliamento e ristorazione sono aumentate rispettivamente del 2,4% e del 7,8% durante il periodo dello shopping natalizio, mentre le vendite di elettronica sono diminuite dello 0,4%.

Usa, prezzi case a ottobre toccano massimo storico per Case Shiller

Usa, prezzi case a ottobre toccano massimo storico per Case ShillerRoma, 26 dic. (askanews) – I prezzi delle case nelle 20 più grandi aree metropolitane degli Stati Uniti sono aumentati per il nono mese consecutivo e hanno raggiunto livelli record, a causa della persistente mancanza di case in vendita.

L’indice S&P CoreLogic Case-Shiller dei prezzi delle case nelle 20 città è aumentato, destagionalizzato, dello 0,6% in ottobre rispetto al mese precedente. Lo riporta marketwatch specificando che i prezzi delle case nei 20 principali mercati metropolitani statunitensi sono aumentati del 4,9% negli ultimi 12 mesi terminati a ottobre.

Una misura più ampia dei prezzi delle case, l’indice nazionale, è aumentato dello 0,6% in ottobre ed è aumentato del 4,8% anche nell’ultimo anno. L’indice delle 20 città e quello nazionale giungono così ai massimi storici.

Un rapporto separato della Federal Housing Finance Agency ha anche mostrato che i prezzi delle case sono aumentati dello 0,3% in ottobre rispetto al mese scorso, e sono aumentati del 6,3% nell’ultimo anno. Sebbene l’aumento dei tassi abbia spaventato molti, le persone continuano ad acquistare case, spingendo al rialzo la domanda e i prezzi delle case.

Eppure pochi proprietari di case sono interessati a vendere le proprie case e a rinunciare al tasso ipotecario del 3% o 4%, il che sta creando una persistente carenza di scorte di rivendita. Storicamente le case di rivendita costituiscono quasi il 90% del mercato.

Natale, Coldiretti: gli italiani a tavola hanno speso 3 mld:+10%

Natale, Coldiretti: gli italiani a tavola hanno speso 3 mld:+10%Roma, 26 dic. (askanews) – Gli italiani hanno speso quasi 3 miliardi di euro per i cibi e le bevande da portare in tavola tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale 2023 che quasi nove italiani su dieci (88%) hanno deciso di trascorrere a casa propria o con parenti o amici. E’ questo il bilancio stimato dalla Coldiretti per il pasto più importante dell’anno che vede una buona presenza nei ristoranti ed anche negli agriturismi scelti da oltre 300mila grazie alle crescita delle presenze di italiani e stranieri dei piccoli borghi.

Se nel menu della vigilia – continua la Coldiretti – è stato scelto di servire soprattutto il pesce presente in 8 tavole su 10 (78%), a Natale a prevalere è la carne con bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo, pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 2,7 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dal quale si evidenzia il ritorno delle tavolate con in media 8 persone a condividere il menu natalizio che salgono a 10 in Sicilia e Sardegna. Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (89%) assieme alla frutta locale di stagione (88%), mentre il panettone con il 78% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 73% anche se ben il 58% scegli anche i dolci della tradizione locale. Ma c’è anche un 41% che si è messa alla prova con farina e mattarello per preparare da solo il dolce delle feste.

Per la maggioranza delle tavole è stato scelto un menu a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata – conclude la Coldiretti – in 1 miliardo di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 600 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 330 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 600 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 210 per pasta e pane e 210 milioni di euro per formaggi e uova.

Record rimborsi da Fisco a famiglie e imprese nel 2023: 22,4mld

Record rimborsi da Fisco a famiglie e imprese nel 2023: 22,4mldRoma, 26 dic. (askanews) – Supera i 22,4 miliardi di euro la somma complessivamente rimborsata quest’anno dal Fisco a famiglie e imprese. Il 2023 si chiude dunque con il miglior risultato di sempre: 2,5 miliardi in più erogati rispetto al 2022, quando furono rimborsati 19,9 miliardi (+12%) e un record anche per il numero dei pagamenti, che superano l’asticella dei 3,4 milioni (55mila più dello scorso anno) mai raggiunta finora.

Più di 22,4 miliardi di euro restituiti a famiglie e imprese – Dei 22,4 miliardi di rimborsi fiscali complessivamente pagati nel 2023 (dati al 21.12.23), più di 4 miliardi riguardano rimborsi di imposte dirette: 2,7 miliardi di Irpef ritornati nella disponibilità delle famiglie e oltre 1,3 miliardi di Ires restituiti alle imprese. Dei 2,7 miliardi di euro accreditati a persone fisiche, 1,5 miliardi sono stati pagati (con bonifico o assegno) direttamente dall’Agenzia delle Entrate a quasi 2 milioni di cittadini che hanno presentato il modello 730 entro la fine di settembre senza indicare un datore di lavoro per ricevere l’accredito in busta paga. In pratica, anche chi ha perso il lavoro ha comunque ricevuto in tempi brevi il rimborso spettante.

Ai titolari di partita Iva (imprese, artigiani e professionisti) sono stati invece riconosciuti rimborsi dell’Imposta sul valore aggiunto per quasi 18 miliardi. Restituiti alla collettività anche 439 milioni relativi ad altre imposte (registro, concessioni governative, imposte dirette derivanti dalla deducibilità Irap). In crescita anche il numero dei pagamenti – Se invece degli importi si considera il numero dei pagamenti effettuati, sono oltre 3,4 milioni le richieste di rimborso chiuse positivamente dall’Agenzia quest’anno: i rimborsi Irpef sono stati poco meno di 3,3 milioni (circa il 96% del totale) e 100mila i rimborsi Iva. Nell’ordine di qualche decina di migliaia (48mila in tutto), infine, i rimborsi Ires e quelli relativi ad altre imposte gestiti dall’Agenzia.

Superbonus, Giorgetti: si farà qualcosa solo se non pregiudica conti

Superbonus, Giorgetti: si farà qualcosa solo se non pregiudica contiRoma, 24 dic. (askanews) – Sul superbonus “spero per mercoledì di avere i dati aggiornati e in base alla politica del ministero dell’Economia dirò fino a che punto potremo tutelare le situazioni più fragili”. Lo ha affermato il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, che il 27 dicembre, su richiesta delle opposizioni, sarà presente in Commissione bilancio alla Camera.

“Però devo ricordare – ha aggiunto Giorgetti intervistato da Il Giornale – che ogni mese di superbonus ha un costo enorme, insostenibile in termini di finanza pubblica. Si farà solo qualcosa nei limiti in cui non venga pregiudicato l’equilibrio generale dei conti”.

Inflazione Usa, Biden: Raggiunto traguardo, a livelli pre-pandemia

Inflazione Usa, Biden: Raggiunto traguardo, a livelli pre-pandemiaNew York, 22 dic. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden commentando i dati di oggi sull’inflazione di novembre scesa a +2,6%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ha detto che la giornata di oggi è “una pietra miliare significativa con l’inflazione degli ultimi sei mesi (giunta) al livello pre-pandemico del 2 percento”. Il presidente ha ricordato che i prezzi sono scesi su prodotti importanti come benzina, latte, giocattoli, elettrodomestici, elettronica, noleggio auto e tariffe aeree, e questo mentre “gli americani hanno visto il loro reddito crescere del 3,7 percento nell’ultimo anno”.

Biden ribadisce, con soddisfazione, di aver smentito le previsioni degli analisti che si aspettavano un picco di disoccupazione per combattere l’inflazione “il tasso di disoccupazione è rimasto al di sotto del 4 percento per 22 mesi consecutivi, e i salari, la ricchezza e la quota di americani in età lavorativa con un lavoro sono più alti ora di quanto non fossero prima dell’inizio della pandemia”. Il presidente attribuisce il successo al “duro lavoro” messo in atto dalla sua amministrazione sia sulle catene di approvvigionamento che sul mercato del lavoro. Biden è consapevole che “i prezzi sono ancora troppo alti per troppi americani” e annuncia che continuerà ad insistere sulla riduzione dei prezzi dei farmaci, dell’energia e sulle tasse nascoste che gli americani pagano su tanti prodotti.

Nella manovra passata al Senato misure per 32 miliardi. Conferma il cuneo ma taglia le pensioni

Nella manovra passata al Senato misure per 32 miliardi. Conferma il cuneo ma taglia le pensioniRoma, 22 dic. (askanews) – Il disegno di legge di bilancio completa il primo passaggio parlamentare con l’ok del Senato che arriva a ridosso della pausa natalizia. Il provvedimento, sul cui il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia, passa ora all’esame della Camera per un’approvazione al fotofinish per evitare l’esercizio provvisorio. Montecitorio avvierà l’esame in Aula il 28 dicembre per concluderlo il 29 e avrà quindi solo il tempo di confermare senza modifiche il testo uscito da Palazzo Madama.

La manovra, con ‘impieghi’ per circa 32 miliardi (manovra lorda)come risulta dal dossier del servizio bilancio di Camera e Senato, porta ad un aumento di 15,7 miliardi del deficit. Il resto delle coperture, circa 17 miliardi, arrivano da tagli alla spesa (8,6 mld) e maggiori entrate (8,5 mld). A Palazzo Madama è stata adottata una procedura insolita, con i gruppi di maggioranza che seguendo il suggerimento del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non hanno presentato emendamenti in Commissione. Le proposte di modifica della maggioranza, di fatto, sono state veicolate attraverso emendamenti dei relatori. Una procedura che, secondo le opposizioni, avrebbe distorto la normale dialettica parlamentare. Le opposizioni hanno deciso di presentare un emendamento unitario per destinare 40 milioni di euro a interventi contro le violenze di genere.

Il piatto forte della legge di bilancio è la conferma per il solo 2024 del taglio del cuneo contributivo di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti fino a 25.000 euro che vale poco meno di 11 miliardi netti. La proroga consentirà ai lavoratori di non perdere il beneficio di circa 100 euro in busta paga (per i redditi di 27.500 euro lordi). A questo risultato si arriva con l’effetto combinato del taglio contributivo e dell’accorpamento delle aliquote al 23% fino a 28.000 euro derivante dal primo modulo della riforma dell’Irpef che dovrebbe essere approvata definitivamente dal Consiglio dei ministri prima della fine dell’anno. D’altra parte arriva una stretta sulle pensioni con la penalizzazione nel calcolo di quota 103 (41 anni di contributi e 62 di età), e misure di accesso più restrittive su Opzione donna e Ape sociale oltre alla penalizzazione delle pensioni di anzianità per medici (per i quali però è previsto un meccanismo di tutela), maestri d’asilo, dipendenti degli enti locali ed ufficiali giudiziari. Salve le pensioni di vecchiaia.

Sempre in tema di pensioni è prevista una rimodulazione del meccanismo di indicizzazione all’inflazione per il 2024 assicurando il 100% alle pensioni fino a 4 volte il minimo, il 90% tra 4 e 5 volte il minimo e a scendere per i trattamenti di maggiore importo fino al 22% per gli assegni oltre 10 volte il minimo. Dopo un lungo dibattito interno alla maggioranza non entra l’intervento sul superbonus 110%. La soluzione tecnica del Sal (stato avanzamento lavori) straordinario al 31/12/2023, ancora in valutazione, potrebbe essere inserita in un provvedimento ad hoc o nel decreto milleproroghe. Oggi il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha riferito che prima di ogni decisione “bisogna guardare i conti e i costi”.

Con la manovra arrivano oltre 3 miliardi per la sanità e 5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici. A queste voci se ne aggiungono altre di minore entità, come le risorse per le spese indifferibili (il finanziamento delle missioni internazionali, quello a sostegno dell’Ucraina), 200 milioni per il rifinanziamento dei bonus energia per il primo trimestre dell’anno, gli sgravi per le imprese che aumento gli assunti a tempo indeterminato, la decontribuzione per un anno per le donne con due figli (fino a dieci anni di età del più piccole) e permanente se hanno tre figli (fino a diciotto anni), lo scorporo dei titoli di Stato dal calcolo Isee, l’ulteriore potenziamento dei congedi parentali, la proroga della carta ‘dedicata a te’ per l’acquisto dei generi alimentari. Si riduce dal prossimo anno il canone Rai che si paga attraverso la bolletta elettrica: passa da 90 a 70 euro l’anno. Tra le principali modifiche introdotte nel corso dell’esame del Senato la correzione della norma sulle pensioni di medici e operatori sanitari, maestri d’asilo, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari. Eliminati i tagli alle pensioni di vecchiaia, per queste categorie, ad esclusione dei medici e del comparto sanità, resta il taglio già previsto nel ddl di bilancio se i lavoratori vanno in pensione anticipatamente (42 anni di contributi senza avere 67 anni di età). In ogni caso, non sono previsti tagli alle pensioni anticipate per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2023. Per medici, infermieri e operatori sanitari viene invece previsto un meccanismo di tutela che, in caso di pensione anticipata, porta ad una decurtazione che diminuisce quanto più si ritarda il pensionamento e si azzera se si ritarda di tre anni. Posticipate le finestre di uscita di un mese se si maturano i requisiti nel 2025, di 2 mesi se si maturano i requisiti nel 2026, di 4 mesi se si maturano i requisiti nel 2027 e di 6 mesi se si maturano i requisiti dal primo gennaio 2028. Il governo è intervenuto con un emendamento per finanziare il Ponte sullo Stretto prevedendo che una quota di risorse pari a circa 2,3 miliardi di euro venga attinta dal Fondo sviluppo e coesione per la programmazione 2021-2027, liberando risorse dal bilancio dello Stato per un analogo ammontare. La norma prevede che l’autorizzazione di spesa per finanziare la realizzazione del Ponte, inizialmente pari a 11,63 miliardi fino al 2032, scenda a 9,312 miliardi. I 2,318 miliardi mancanti vengono coperti per 718 milioni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione “sulla quota afferente alle amministrazioni centrali”. I restanti 1,6 miliardi arrivano sempre dal Fondo per lo sviluppo e coesione ma “sulle risorse indicate per le Regioni Sicilia e Calabria”. Arrivano 100 milioni di euro per contrastare il disagio abitativo. Le risorse verranno utilizzate per elaborare modelli sperimentali di edilizia residenziale pubblica. Con un emendamento è arrivato anche il chiarimento sull’applicazione della cedolare secca aumentata al 26% per gli affitti brevi. In particolare viene precisato che ai redditi derivanti da locazione breve si applica l’aliquota al 26%, ridotta al 21% per i redditi derivanti da contratti di locazione breve relativi ad una unità immobiliare individuata dal proprietario in sede dichiarazione dei redditi. Nel corso dell’esame al Senato sono state aumentate di circa 100 milioni di euro le risorse a favore del comparto sicurezza e difesa (per aumenti in busta paga, assicurazioni sanitarie integrative e per il trattamento previdenziale). Via libera a Palazzo Madama anche all’emendamento unitario delle opposizioni che prevede 40 milioni di euro per un pacchetto di interventi contro la violenza sulle donne. Pd, Avs, M5S, Iv e Azione hanno deciso di destinare l’intera loro quota del fondo per le modifiche dei parlamentari a queste misure. Le risorse andranno a finanziare il reddito di libertà, i centri antiviolenza, la prevenzione e la formazione degli operatori.

Usa, Inflazione PCE novembre -0,1%, scende a +2,6% dato annuale

Usa, Inflazione PCE novembre -0,1%, scende a +2,6% dato annualeNew York, 22 dic. (askanews) – L’inflazione negli Stati Uniti ha decelerato in novembre dopo il rialzo di ottobre. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è scesa dello 0,%. Su base annuale è cresciuta del 2,6%, molto meno del +3% di ottobre e del +3,4% registrato in settembre.

La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,1% rispetto al mese precedente, quando aveva registrato un +0,3% e del 3,2% rispetto a un anno prima, meno del +3,5% registrato in ottobre. Analisti attendevano un aumento del 3,3% per il dato PCE core. Il valore Pce è contenuto nel dato diffuso dal dipartimento del Commercio relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi. I cali riflettono gli effetti delle politiche restrittive messe in atto dalla Banca Centrale Usa.