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Patto stabilità, punti chiave di proposta compromesso presidenza

Patto stabilità, punti chiave di proposta compromesso presidenzaBruxelles, 7 dic. (askanews) – Nella discussione tra i ministri delle Finanze dell’Ue sulla riforma del Patto di stabilità, che comincerà questa sera in una cena informale a Bruxelles, con l’obiettivo di chiudere il negoziato con un accordo finale durante l’Ecofin di domani, la presidenza spagnola ha messo sul tavolo un testo per un possibile compromesso che modifica in diversi punti la proposta originaria della Commissione, complicandola notevolmente.

La proposta spagnola comprende, in particolare, due articoli aggiuntivi, il 6bis e il 6ter, che riguardano le “salvaguardie” per il debito e il deficit chieste soprattutto dai tedeschi (ma con l’appoggio di olandesi e paesi nordici). La proposta originaria della Commissione era incentrata su due punti: quando il debito pubblico è superiore alla soglia di Maastricht del 60%, veniva indicato un percorso di aggiustamento di bilancio “su misura” per ciascuno Stato membro di quattro anni (o di sette anni se vi sono riforme e investimenti nei settori raccomandati dall’Ue). Il percorso di aggiustamento, deciso tenendo conto di un’analisi della sostenibilità del debito, si basava su un solo indicatore: quello della “spesa primaria netta”, che non potrà aumentare più del tasso di crescita effettivo registrato ogni anno dal paese in questione.

Il secondo punto della proposta della Commissione era la regola del deficit: per i paesi con un rapporto deficit/Pil oltre il 3% era previsto uno sforzo strutturale di bilancio apri allo 0,5% del Pil all’anno per ridurre il disavanzo. A questa struttura estremamente semplificata (soprattutto rispetto al Patto di stabilità esistente, che non è mai stato pienamente applicato), la proposta di compromesso spagnola ha aggiunto, tra l’altro, un obbligo di riduzione del debito/Pil di almeno un punto percentuale per i paesi (come l’Italia) con un indebitamento superiore al 90% del Pil, e di almeno mezzo punto percentuale per gli Stati membri con rapporto debito/Pil tra il 60 e il 90 per cento.

Inoltre, per i paesi con un tasso debito/Pil sopra il 60% e/o con un deficit/Pil sopra il 3%, il testo di compromesso spagnolo prevede una doppia clausola di salvaguardia aggiuntiva: 1) la continuazione del percorso di riduzione del disavanzo anche quando è raggiunta la soglia del deficit/Pil al 3%, in modo da creare un “margine di resilienza” pari a 1,5 punti percentuali di Pil (in sostanza, invece del 3%, l’obiettivo per il deficit/Pil diventerebbe l’1,5%, ma questo solo “in circostanze economiche normali); l’obbligo di ridurre ogni anno il saldo di bilancio primario strutturale dello 0,3 o 0,4 per cento durante i percorsi di aggiustamento di quattro anni e dello 0,2-0,25 per cento durante i percorsi di aggiustamento di sette anni (le percentuali suggerite potrebbe essere modificate). Queste salvaguardie aggiunte nel compromesso (gli articoli 6bis e 6ter) sono state sostanzialmente accettate anche dalla Francia, che però propone, in compenso, di diminuire di due decimi di punti, dallo 0,5 allo 0,3 per cento, lo sforzo strutturale di bilancio annuale imposto ai paesi con un deficit/Pil oltre il 3%, quando questi paesi si impegnano a fare investimenti e riforme strutturali nelle aree raccomandate dall’Ue. Una proposta, questa, che Parigi vede come irrinunciabile (una “linea rossa”), ma che trova ancora una decisa opposizione da parte della Germania.

Euro a minimi da oltre un mese sotto 1,08 dollari dopo balzo yen

Euro a minimi da oltre un mese sotto 1,08 dollari dopo balzo yenRoma, 7 dic. (askanews) – L’euro resta indebolito nelle contrattazioni pomeridiane, dopo che nel corso della seduta la valuta condivisa è scesa sotto quota 1,08 dollari per la prima volta da un mese e mezza, in un quadro di sommovimenti sui mercati valutari collegati anche all’impennata dello yen. La valuta giapponese ha segnato oggi il più drastico apprezzamento da un anno a questa parte e nel pomeriggio il dollaro cala 144,01 yen, dopo che il governatore della banca centrale nipponica, Kazuo Ueda ha lanciato segnali su un possibile aumento dei tassi di interesse.

Invece nell’area euro l’ipotesi di ulteriori aumenti al costo del danaro sembra ormai completamente fuori dai radar e, in vista del direttorio della Bce che si terrà la prossima settimana, piuttosto si gli analisti si interrogano sulla tempistica del primo taglio ai tassi, atteso per il prossimo anno. In serata l’euro si scambia a 1,0787 dollari.

Patto stabilità, Calvino: sarà una lunga notte di negoziati

Patto stabilità, Calvino: sarà una lunga notte di negoziatiBruxelles, 7 dic. (askanews) – “Sarà una lunga notte”, quella della discussione tra i ministri delle Finanze dell’Ue sulla riforma del Patto di stabilità, che comincerà questa sera in una cena informale a Bruxelles, ma l’obiettivo è che il negoziato possa poi concludersi con un accordo finale durante il Consiglio Ecofin di domani. Lo ha detto la presidente di turno dell’Ecofin, la ministra spagnola Nadia Calvino, parlando alla stampa al suo arrivo alla riunione dell’Eurogruppo, questo pomeriggio a Bruxelles.

“Oggi – ha detto Calvino – inizieremo con una cena di lavoro quest’ultima riunione del semestre di presidenza spagnola di turno del Consiglio Ecofin, in cui affronteremo con il resto degli stati membri la riforma in corso delle regole di bilancio. E’ un lavoro che per cui abbiamo fatto progressi nell’ultima settimana, intensificando i contatti a livello tecnico e politico: ci sono state più di 40 riunioni multilaterali, e contatti bilaterali praticamente costanti. E su questa base, la presidenza spagnola ha messo sul tavolo una proposta di compromesso che cerca di avere regole più semplici, più facili da applicare, più realistiche, più adattate alla realtà economica attuale, e anche più equilibrate”. “Regole – ha rilevato la presidente dell’Ecofin – che garantiscano di avere percorsi credibili di riduzione del debito in modo compatibile con lo stimolo all’investimento produttivo e alla crescita economica. E per questo, la proposta della presidenza preserva gli elementi fondamentali della proposta originaria della Commissione europea, con regole adattate alle caratteristiche di ciascuno Stato membro, che assicurino un impatto anticiclico della politica di bilancio, e che in più garantiscano l’equilibrio tra la riduzione del debito e lo stimolo alla crescita economica”.

“Su questa base – ha spiegato calvino – durante il negoziato è stato introdotto” nella proposta di revisione del Patto “un insieme di salvaguardie che, precisamente, cercano di garantire che si produca questa riduzione sostenuta dal debito, che ci sia un sistema di controllo e di supervisione di queste regole di bilancio, più realistiche e più efficaci; e allo stesso tempo che tutto il quadro preservi lo spazio per gli investimenti pubblici negli ambiti verde, digitale, sociale e di difesa, e che tutto l’insieme delle regole di bilancio possa permettere di portare a termine una politica di bilancio anticiclica, che garantisca la crescita economica e la stabilità di questa crescita in tutta l’Unione europea”. “Di questo parleremo oggi” durante e dopo la cena, “e spero sia una riunione fruttifera. Abbiamo già avvertito tutti i ministri che la notte sarà lunga. Il nostro obiettivo – ha concluso Calvino – è che ci sia un accordo politico in questa riunione dell’Ecofin”, ovvero entro domani.

Patto stabilità, Gentiloni: 51% probabilità accordo per domattina

Patto stabilità, Gentiloni: 51% probabilità accordo per domattinaRoma, 7 dic. (askanews) – Secondo il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni c’è un 51% di probabilità di raggiungere un accordo sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita Ue per domani mattina. “51%”, ha infatti replicato, al suo arrivo all’Eurogruppo, a chi gli chiedeva quante chances di accordo ci fossero.

“Sono stati fatti progressi sulla proposta, che la Commissione pensa sia equilibrata e lavoriamo per avere una conclusione bilanciata anche da parte del Consiglio. E penso che sarà forse la cosa più importante del giorno, forse della notte o forse – ha detto – della mattina” (di domani, quando si tiene l’Ecofin).

Istat, Confcommercio: l’economia è in fase di stagnazione

Istat, Confcommercio: l’economia è in fase di stagnazioneRoma, 7 dic. (askanews) – “I dati odierni su vendite al dettaglio e produzione industriale, unitamente a quelli diffusi nelle ultime settimane, indicano come l’economia italiana sia in una fase di stagnazione. Esaurita l’ottima fase di ripresa post-pandemica, in fondo questa condizione va valutata favorevolmente. Chi vede il bicchiere mezzo vuoto, invece, la legge come un semplice spostamento dei problemi e delle irrisolte criticità verso il già difficile 2024”. E’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.

“Il modesto recupero registrato, in termini congiunturali, dalle vendite a volume, – continua la nota – dopo quattro mesi in negativo, ha solo attenuato il divario che si rileva nel confronto annuale. Tuttavia, è una risalita che, posta a sistema con le buone valutazioni di preconsuntivo di novembre e le attese ben orientate per dicembre e il Natale, potrebbe contribuire a rafforzare un’eredità positiva per i consumi del prossimo anno”. “La ‘ripresina’ delle vendite – scrive l’Ufficio Studi – è stata guidata dalla componente alimentare, mentre per i non alimentari la situazione appare ancora difficile, con indizi di elevata criticità per l’abbigliamento e le calzature. Analogamente, le imprese di minori dimensioni continuano a non essere toccate da qualsivoglia forma di recupero, e questo è l’elemento più critico dello scenario congiunturale della spesa delle famiglie. Il dato sulla produzione industriale – conclude Confcommercio – indica calma piatta, posto che la riduzione di due decimi a ottobre si associa a una revisione al rialzo di un decimo per settembre. L’atterraggio dei livelli produttivi appare deludente, perché su livelli storicamente bassi, inferiori di oltre il 5% rispetto a venti mesi prima. Anche in questo caso, però, le probabilità di crescita sembrano superiori a quelle di ulteriori contrazioni nei prossimi mesi”.

Meloni a Bonomi: 12 mld per le imprese da revisione del Pnrr (per questo non c’erano fondi nella manovra)

Meloni a Bonomi: 12 mld per le imprese da revisione del Pnrr (per questo non c’erano fondi nella manovra)Roma, 7 dic. (askanews) – “Presidente Bonomi, quando abbiamo approvato la manovra giustamente qualcuno ha detto che c’era attenzione ai salari ma non c’era la necessaria attenzione alle imprese: non c’era perché stavamo facendo il lavoro di revisione del Pnrr” che ha prodotto “12 miliardi” per “sostenere il sistema produttivo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – intervenendo a Milano alla cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Lombardia – rivolgendosi al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, presente in sala.

Confesercenti, incertezza distrugge impresa. Balneari e ambulanti nel limbo da 10 anni

Confesercenti, incertezza distrugge impresa. Balneari e ambulanti nel limbo da 10 anniRoma, 7 dic. (askanews) – “L’arrivo della Bolkestein ha gettato nell’incertezza circa 200mila imprese italiane e 400mila lavoratori. Un’incertezza che perdura da oltre un decennio e, tra proroghe e provvedimenti contradditori, la questione è ancora aperta”. Lo ha detto la presidente della Confesercenti Patrizia De Luise, aprendo l’assemblea dell’Associazione che si tiene con modalità innovative nel metaverso. “Solo pochi giorni fa – ha sottolineato De Luise – l’ennesima sentenza per i balneari che potrebbe rimettere in discussione tutto. Uno stallo devastante che ha bloccato gli investimenti e l’avvio di nuove attività nei comparti interessati. Senza certezze sul futuro, molti imprenditori stanno lasciando: nel solo commercio ambulante, negli ultimi due anni sono sparite in media venti imprese al giorno. Di questo passo non ne apriranno più già nel 2026. Si stima che in questi settori, per l’incertezza, si siano bruciati 3 miliardi di euro”. “I vari governi che si sono avvicendati in questi anni – ha aggiunto la presidente – hanno scelto di non decidere. La Bolkestein è una spada di Damocle che continua a pendere sul sistema economico italiano. A rischio immediato sono le oltre 7mila imprese dei nostri stabilimenti balneari. Un pilastro fondamentale dell’economia turistica italiana che attira milioni di visitatori ogni anno, sia italiani che stranieri, contribuendo significativamente alla ricchezza locale e nazionale”.

Turismo, Cna: 6 miliardi giro affari per Ponte dell’Immacolata

Turismo, Cna: 6 miliardi giro affari per Ponte dell’ImmacolataRoma, 7 dic. (askanews) – Sei miliardi di euro. A tanto ammonterà il giro d’affari del Ponte dell’Immacolata, tra giovedì 7 e domenica 10 dicembre. A prevederlo una indagine condotta da Cna Turismo e Commercio tra i propri associati in tutta Italia.

I turisti italiani sono destinati a replicare la performance del 2019, gli stranieri a migliorarla, archiviando così definitivamente (si spera) i tristi anni del Covid. Complessivamente i vacanzieri che pernotteranno in strutture alberghiere ed extra-alberghiere arriveranno a quota quattro milioni, di cui 2,4 milioni gli italiani e 1,6 gli stranieri. Gli stranieri registreranno una media pro capite di tre pernottamenti (prolungando la vacanza in taluni casi fino a lunedì) contro i due dei nostri connazionali. A queste cifre vanno aggiunti i dieci milioni di vacanzieri, italiani nella quasi totalità, che limiteranno a un solo giorno la loro uscita fuori casa. Gli stranieri arriveranno all’incirca per metà dall’Eurozona e per l’altra metà dai Paesi extra-continentali, attirati questi ultimi anche dalla debolezza dell’euro. Per quanto riguarda l’Europa, saranno soprattutto francesi, tedeschi, spagnoli e britannici gli ammiratori dell’Italia. Nordamericani, asiatici e brasiliani in maggioranza gli entusiasti extra-europei del nostro Paese.

A far da traino all’ennesimo risultato da incorniciare del turismo italiano saranno le piste innevate; i paesi, i borghi e i centri urbani addobbati con luminarie sempre più sofisticate; le città d’arte; le località termali. Con calamite invidiabili, quasi uniche, quali i giacimenti enogastronomici e le attività esperienziali che fanno perno sull’artigianato e l’agricoltura, tutt’altro che complementari.

Via della Seta, Tajani: l’accordo non era vantaggioso per noi

Via della Seta, Tajani: l’accordo non era vantaggioso per noiRoma, 6 dic. (askanews) – L’accordo sulla Via della Seta “non era vantaggioso per noi in prospettiva perchè Germania e Francia hanno avuto un fatturato superiore al nostro. Adesso vediamo come rafforzare il rapporto con la Cina ma già stiamo lavorando tanto con loro, c’è un partenariato strategico”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi.

“Pochi giorni fa – ha ricordato – è stata in Cina il ministro Bernini, prima c’era stata la mia visita. Non c’è nulla di negativo nei confronti della Cina. Procediamo come abbiamo sempre proceduto, tutto va avanti”.

Fmi, Georgieva: bassa crescita globale è preoccupazione numero 1

Fmi, Georgieva: bassa crescita globale è preoccupazione numero 1Roma, 6 dic. (askanews) – Ora abbiamo delle previsioni sul prossimo anno un po’ migliori di quelle che avevamo poco tempo fa. Non stiamo vivendo uno shock drammatico. Ma ci sono tre cose che ci preoccupano e la prima è la bassa crescita sul meglio termine, siamo al 3% di crescita globale quest’anno e restiamo attorno a questo 3 percento anno dopo anno: E non va bene perché se guardi a prima della pandemia la crescita globale era al 3,8 per cento: perdere quasi un intero punto di crescita è piuttosto drastico”. Lo ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva durante un dibattito al Council on Foreign Relations.

“Secondo – ha proseguito – quello che ci preoccupa anche di più è la divergenza molto pericolosa che si sta allargando tra Paesi. Quando guardiamo alla ripresa post Covid, solo gli Usa sono tornati a livelli di crescita superiori e mentre queste divergenze si allargano non dobbiamo temere solo per l’economia ma anche per la sicurezza”. Infine, l’indebolimento della globalizzazione è un altro nodo:, perché “l’unico modo per essere resilienti è lavorare assieme. La frammentazione nell’economia è reale e concreta e quando il commercio non cresce ci sono ricadute”.