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Pil, Istat: crescita in rallentamento, +0,7% nel 2023 e nel 2024

Pil, Istat: crescita in rallentamento, +0,7% nel 2023 e nel 2024Roma, 5 dic. (askanews) – Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7% sia nel 2023 sia nel 2024, in rallentamento rispetto al 2022. Lo ha reso noto l’Istat che ha diffuso le prospettive per l’economia italiana.

Nel biennio di previsione, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (+0,8 punti percentuali nel 2023 e +0,7 p.p. nel 2024) a fronte di un contributo della domanda estera netta marginalmente negativo nel 2023 (-0,1 p.p.) e nullo nel 2024. Il contributo delle scorte è, invece, previsto nullo in entrambi gli anni.

Gas, Arera: a novembre bollette in tutela -1,3% su mese

Gas, Arera: a novembre bollette in tutela -1,3% su meseRoma, 4 dic. (askanews) – A novembre il costo della bolletta del gas per la famiglia tipo in tutela ha segnato una diminuzione dell’1,3% rispetto al mese precedente. Lo riferisce l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Area), spiegando con un comunicato che le quotazioni all’ingrosso sul gas sono scese, rispetto a quelle registrate a ottobre, e il prezzo della sola materia prima gas (CMEM,m), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 42,53 €/MWh.

La variazione complessiva, pari a -1,3% per la famiglia tipo per il mese di novembre, è determinata interamente dalla diminuzione della spesa per la materia gas naturale. Rimangono invece invariati, precisa Arera, gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura. La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEM,m), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata dall’autorità come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento.

In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (dicembre 2022 – novembre 2023) è di 1.431 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 17,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (dicembre 2021 – novembre 2022). Confermati per novembre e per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, conclude Arera, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento.

Il brand Vespa vale oltre 1 miliardo di euro

Il brand Vespa vale oltre 1 miliardo di euroMilano, 4 dic. (askanews) – Il brand Vespa è stato valutato oltre un miliardo di euro (1.079 milioni), con un incremento del 19% rispetto al valore del brand ottenuto nella precedente valutazione (906 milioni nel 2021). E’ il risultato dello studio commissionato dal Gruppo Piaggio alla global brand consultancy Interbrand su Vespa.

“Il termine iconico è spesso abusato, ma non c’è davvero altro modo per definire questo brand”, ha spiegato Manfredi Ricca, Global Chief Strategy Officer di Interbrand. “Vespa è un brand storico ma in continua evoluzione; è profondamente italiano e amato a livello globale; è premium e allo stesso tempo inclusivo. Il nostro lavoro di valutazione non solo mette in numeri il successo di questo brand desiderato e richiesto, ma mostra anche che Vespa può incarnare valori come libertà e gioia di vivere, conquistando nuove arene oltre i confini della mobilità. La portata e il successo delle collaborazioni lo dimostrano”. Il brand Vespa, sottolinea Piaggio, conferma la propria leadership nei mercati europei e ha incrementato la sua rilevanza negli Stati Uniti e in Asia, mostrando una crescita soprattutto in Indonesia, Paese in cui il gruppo ha recentemente inaugurato un nuovo stabilimento per il mercalo locale. Infine, le recenti partnership con Dior, il film Disney Pixar Luca, Justin Bieber, Lego e in ultimo Mickey Mouse hanno contribuito a rafforzare ulteriormente il Dna unico del brand. I risultati indicano che nel complesso scenario dell’attuale contesto macroeconomico, il brand Vespa svolge la duplice funzione di mitigatore del rischio e di autentico acceleratore del business.

Bitcoin: supera soglia 40.000 dollari per la prima volta quest’anno

Bitcoin: supera soglia 40.000 dollari per la prima volta quest’annoMilano, 4 dic. (askanews) – Il Bitcoin ha superato la soglia dei 40.000 dollari per la prima volta quest’anno, spinto dalle attese per l’approvazione della conversione del Grayscale Bitcoin Trust in un ETF e dalle scommesse di un taglio dei tassi negli Stati Uniti. La criptovaluta ha registrato un rialzo di oltre il 4% negli scambi asiatici, raggiungendo un massimo degli ultimi 19 mesi e scambiando fino a 41.520 dollari. Il Bitcoin è in rialzo di oltre il 145% dall’inizio dell’anno.

Urso: il piano sugli sconti del trimestre anti-inflazione ha funzionato

Urso: il piano sugli sconti del trimestre anti-inflazione ha funzionatoRoma, 4 dic. (askanews) – Il piano sugli sconti del trimestre anti-inflazione “credo proprio finisca qui. Ha raggiunto il suo obiettivo. Sono i numeri a parlare. L’inflazione è scesa allo 0,8% a novembre, sotto gli indici di Germania, Francia e Spagna, mentre un anno fa era all’11,8%. Il carrello della spesa si è ridotto di ben due punti percentuali. E perfino gasolio e benzina sono ai minimi”. Lo dice in una intervista a Il Messaggero il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

“È stato centrato anche il secondo obiettivo, il rilancio dei consumi. I segnali che vengono dalle famiglie ci dicono che ha funzionato”, conclude Urso.

Caro voli, denuncia Assoutenti: a Natale tariffe oltre 500 euro per isole

Caro voli, denuncia Assoutenti: a Natale tariffe oltre 500 euro per isoleMilano, 3 dic. (askanews) – Con l’avvicinarsi delle festività natalizie torna il problema del caro-voli per chi deve raggiungere le isole dal nord Italia. Assoutenti ha condotto una ricerca attraverso la piattaforma specializzata Skyscanner nella data di domenica data 3 dicembre verificando che i biglietti per le isole superano i 500 euro a Natale.

“Chi si appresta oggi ad acquistare un biglietto in classe ‘economy’ per volare in Sicilia durante le festività, partendo il 23 dicembre e tornando domenica 7 gennaio, ed è disposto ad imbarcarsi in qualsiasi orario (anche mattina presto o sera tardi), spende un minimo di 521 euro (tra andata e ritorno) partendo da Bologna e atterrando a Palermo, 465 euro se va a Catania”, si legge in una nota. “Da Torino a Catania, nelle stesse date, servono almeno 446 euro, 441 euro da Pisa a a Catania, 439 euro da Verona a Palermo. Sopra quota 400 euro anche il volo Genova-Catania (da 404 euro a persona), mentre da Milano a Palermo servono almeno 399 euro a passeggero, ma si può arrivare a spendere fino a 706 euro a seconda dell’orario e della compagnia prescelta”.

In crescita, denuncia l’associazione, anche le tariffe dei voli per la Sardegna: “Per raggiungere Cagliari partendo da Pisa la spesa minima per il biglietto di andata e ritorno (nelle stesse date 23 dicembre/7 gennaio) è di 395 euro, se si parte da Bologna 381 euro, da Venezia 345 euro, da Torino 297 euro. Prezzi che ovviamente non considerano i costi aggiuntivi per il bagaglio a mano o la scelta del posto a sedere, balzelli che fanno salire ulteriormente il costo di un volo”. “Spostarsi in Italia durante le festività è sempre più un salasso che svuota le tasche dei cittadini – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – Una emergenza che si ripresenta ogni anno e che sembra senza soluzione”.

Natale amaro per i lavoratori, Alitalia licenzia 2.668 persone

Natale amaro per i lavoratori, Alitalia licenzia 2.668 personeMilano, 2 dic. (askanews) – Alitalia, con una lettera datata primo dicembre indirizzata a sindacati e tre ministeri (Lavoro, trasporti e made in Italy) comunica “l’avvio di una procedura che, determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale”.

“La scrivente – si legge nella missiva – è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione. Sebbene non siano stati ultimati i processi di ricollocazione e non siano valutabili i loro esiti definitivi, la loro natura volontaria e la mancata produzione, allo stato, di esiti del loro svolgimento (che è comunque ancora in corso) determinano, sempre allo stato, una situazione di eccedenza di personale che, allo stato, coincide con il bacino dei lavoratori sospesi in Cigs a zero ore e che è, quindi, quantificabile in 2.668 unità”. Tuttavia questi lavoratori hanno la cigs garantita fino al 31 ottobre 2024.

Alitalia: lettera per l’avvio delle procedure di licenziamento

Alitalia: lettera per l’avvio delle procedure di licenziamentoMilano, 2 dic. (askanews) – Alitalia, con una lettera datata primo dicembre indirizzata a sindacati e tre ministeri (Lavoro, trasporti e made in Italy) comunica “l’avvio di una procedura che, determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale”.

“La scrivente – si legge nella missiva – è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione. Sebbene non siano stati ultimati i processi di ricollocazione e non siano valutabili i loro esiti definitivi, la loro natura volontaria e la mancata produzione, allo stato, di esiti del loro svolgimento (che è comunque ancora in corso) determinano, sempre allo stato, una situazione di eccedenza di personale che, allo stato, coincide con il bacino dei lavoratori sospesi in Cigs a zero ore e che è, quindi, quantificabile in 2668 unità”. Tuttavia questi lavoratori hanno la cigs garantita fino al 31 ottobre 2024.

Cgia Mestre: ogni anno Stato spende 5 Pnrr tra pensioni, stipendi e sanità

Cgia Mestre: ogni anno Stato spende 5 Pnrr tra pensioni, stipendi e sanitàMilano, 2 dic. (askanews) – Tra pensioni, stipendi, consumi intermedi, sanità, assistenza ogni anno il nostro Paese registra una spesa pubblica superiore di oltre cinque volte il Pnrr; nel 2023 le uscite dello Stato supereranno, in termini assoluti, i mille miliardi di euro, ma, a differenza del Pnrr, che tra il 2021 e la metà del 2026 ci permetterà di investire poco più di 194 miliardi, non c’è la stessa attenzione della politica e dell’opinione pubblica su come vengono spese queste risorse pubbliche. E’ quanto afferma in una nota l’ufficio studi della Cgia di Mestre.

Tra il 2022 e il 2024, in termini assoluti, la spesa pubblica italiana si attesta stabilmente poco sopra i mille miliardi di euro. La componente più importante è quella di parte corrente (costituita dal pagamento delle pensioni, delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, dalla sanità, etc.), che incide, al netto degli interessi sul debito, attorno al 90 per cento circa della spesa totale. La voce più onerosa è riconducibile alle pensioni che ci “costano” 317,5 miliardi di euro. Seguono le uscite ascrivibili al personale con 188,7 miliardi, i consumi intermedi con 170,8 miliardi, la sanità con 134,7 miliardi e l’assistenza e le misure di sostegno al reddito con 106,5 miliardi. Quest’anno il costo per ripagare il debito ammonta a 78,4 miliardi di euro. “Se i soldi del Pnrr dovranno essere investiti in opere, infrastrutture, aiuti e servizi da ultimare entro due anni e mezzo, alle singole voci che compongono la spesa pubblica sono destinate annualmente delle risorse economiche complessivamente cinque volte superiori, alle quali, però, non viene riservata la stessa oculatezza – si legge nella nota – In quella di natura corrente, ad esempio, spesso si annidano sprechi, sperperi e inefficienze che nessuno riesce a sradicare; le politiche di spending review realizzate in questi ultimi 10 anni, infatti, sono state un autentico fallimento”.

L’ufficio studi della Cgia di Mestre parla di “due pesi e due misure che, tra le altre cose, non ci permettono di tagliare in misura strutturale le tasse. Infatti, se avessimo una spesa pubblica più contenuta, sarebbero necessarie meno entrate per mantenere in equilibrio i conti dello Stato, con grossi vantaggi economici per le tasche dei contribuenti italiani”.

Dl anticipi, arriva Cin per affitti brevi

Dl anticipi, arriva Cin per affitti breviRoma, 1 dic. (askanews) – Chi affitta per brevi periodi o per finalità turistiche immobili o porzioni di immobili e i titolari di strutture destinate alla locazione turistica devono richiedere al Ministero del Turismo il Codice Identificativo Nazionale (Cin) che va esposto all’esterno dello stabile e che deve essere indicato ad ogni annuncio pubblicato o comunicato. La misura è finalizzata ad assicurare tutela della concorrenza, trasparenza del mercato e ad agevolare la lotta all’evasione fiscale nel settore.

La norma è stata inserita nel decreto anticipi, legato alla manovra, con l’approvazione in Commissione bilancio al Senato di un emedamento dei relatori. La disposizione chiarificatrice sull’applicazione della cedolare secca aumentata al 26% a partire dal secondo immobile affittato per breve periodo, ha spiegato Dario Damiani (Fi), uno dei relatori del decreto, sarà presentata nel ddl di bilancio. Il Cin viene assegnato dal Ministero del Turismo dopo la presentazione in via telematica di un’istanza da parte del locatore o del titolare della struttura specificando i dati catastali. I locatori che svolgono l’attività in forma imprenditoriale devono dotare gli immobili dei dispositivi di sicurezza degli impianti, dei dispositivi per la rilevazione di gas, di estintori, e lo devono dichiarare nell’istanza di richiesta del Cin. In questo senso è stata accolta la richiesta di 14 associazioni che ieri hanno sottolineato la necessità di alleggerire gli adempimenti per i proprieteri di immobili che offrono locazioni turistiche in forma ‘familiare’.

Le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano che hanno attivato procedure di attribuzione di codici identificativi alle unità immobiliari destinate a locazioni brevi devono provvedere all’automatica ricodificazione come Cin dei codici già assegnati. I locatori di immobili destinati ad affitti brevi e i titolari di attività turistiche privi di Cin incorrono in una sanzione da 800 a 8.000 euro, in base alle dimensioni della struttura mentre per la mancata esposizione del Cin la multa va da un minimo di 500 euro ad un massimo di 5.000 euro.