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Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anni

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anniMilano, 11 set. (askanews) – L’intesa sottoscritta dai cinque figli di Silvio Berlusconi, che hanno accettato pienamente l’eredità del padre, prevede un patto parasociale che contempla una clausola di lock-up di 5 anni, in virtù della quale nessuno dei fratelli modificherà le quote possedute nelle holding e conseguentemente in Fininvest. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Nel dettaglio, Marina e Pier Silvio deterranno rispettivamente il 29,1% (insieme oltre il 58%) di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII. In virtù di questo, la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest si tradurrà rispettivamente nel 26% (insieme il 52%). Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi deterranno rispettivamente circa il 14% delle 4 Holding (insieme circa il 42%); la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest risulterà pertanto pari al 16% ciascuno (insieme il 48%).

Il patto parasociale prevede, inoltre, la convocazione di assemblee straordinarie di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII e Fininvest per approvare modifiche statutarie che recepiscano le intese raggiunte.

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

Roma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”.

La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”.

Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”.

Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi.

Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona).

E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali.

In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.

Ue taglia le stime sul Pil dell’Italia e vede recessione in Germania

Ue taglia le stime sul Pil dell’Italia e vede recessione in GermaniaRoma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”. La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”. Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”. Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi. Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona). E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali. In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.

Pnrr, fonti Ue: ok Comitato economico finanziario a terza rata

Pnrr, fonti Ue: ok Comitato economico finanziario a terza rataRoma, 11 set. (askanews) – Via libera dal Comitato economico finanziario del Consiglio dell’Unione europea al pagamento all’Italia della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E’ quanto si apprende da fonti Ue.

La terza rata, che ammonta a 18,5 miliardi di euro, dovrebbe quindi arrivare nelle casse dello Stato verso la fine di settembre, al più tardi i primi di ottobre, dopo l’ok finale della Comissione europea che il 28 luglio scorso aveva già espresso la positiva valutazione preliminare.

C’è l’ok del Comitato economico Ue al pagamento della terza rata del Pnrr

C’è l’ok del Comitato economico Ue al pagamento della terza rata del PnrrRoma, 11 set. (askanews) – Via libera dal Comitato economico finanziario del Consiglio dell’Unione europea al pagamento all’Italia della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ quanto si apprende da fonti Ue.

La terza rata, che ammonta a 18,5 miliardi di euro, dovrebbe quindi arrivare nelle casse dello Stato verso la fine di settembre, al più tardi i primi di ottobre, dopo l’ok finale della Comissione europea che il 28 luglio scorso aveva già espresso la positiva valutazione preliminare.

I figli di Berlusconi accettano l’eredità (nel pomeriggio la firma ad Arcore)

I figli di Berlusconi accettano l’eredità (nel pomeriggio la firma ad Arcore)Milano, 11 set. (askanews) – I cinque figli di Silvio Berlusconi accettano pienamente il testamento del padre, scomparso lo scorso 12 giugno. La firma degli atti relativi all’accettazione dell’eredità è attesa per questo pomeriggio ad Arcore. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Secondo le volontà espresse da Silvio Berlusconi, che saranno quindi accettate senza riserva e senza beneficio di inventario, la ‘quota disponibile’ dell’eredità va ai due figli maggiori, Marina e Pier Silvio che, insieme, controlleranno il 53% della holding Fininvest.

Berlusconi: figli accettano l’eredità, nel pomeriggio firma ad Arcore

Berlusconi: figli accettano l’eredità, nel pomeriggio firma ad ArcoreMilano, 11 set. (askanews) – I cinque figli di Silvio Berlusconi accettano pienamente il testamento del padre, scomparso lo scorso 12 giugno. La firma degli atti relativi all’accettazione dell’eredità è attesa per questo pomeriggio ad Arcore. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Secondo le volontà espresse da Silvio Berlusconi, che saranno quindi accettate senza riserva e senza beneficio di inventario, la ‘quota disponibile’ dell’eredità va ai due figli maggiori, Marina e Pier Silvio che, insieme, controlleranno il 53% della holding Fininvest.

Ita, Gentiloni: questione mi sta a cuore, cercherò di affrotarla

Ita, Gentiloni: questione mi sta a cuore, cercherò di affrotarlaRoma, 11 set. (askanews) – Pur ricordando che non fa parte delle sue competenze, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni ha affermato che la questione su Ita gli “sta a cuore” e che “cercherà di affrontarla nell’ambito delle responsabilità collegiali” in seno alla Commissione europea. Gentiloni è stato interpellato sul tema a margine della conferenza stampa di presentazione delle ultime previsioni economiche dell’esecutivo comunitario.

Aveva già risposto a una domanda analoga durante la conferenza stampa, in particolare su alcune frasi del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affermando che non intendeva alimentare polemiche che danneggiano l’Italia. Incontrando i giornalisti italiani, ha ribadito questa linea ma ha anche rilasciato nuove dichiarazioni: “ho già detto, visto che mi è stato chiesto spesso di commentare, che io non voglio partecipare a polemiche che danneggiano l’Italia. Ci tengo al mio Paese e per questo non voglio alimentare queste polemiche e non le alimenterò”, ha spiegato l’eurocommissario.

“La questione di Ita, come sapete, è un’antica questione. Sapete anche che non fa parte delle mie competenze, ma è una questione che conosco bene che mi sta a cuore e che quindi – ha proseguito Gentiloni – nell’ambito delle responsabilità collegiali della Commissione, cercherò di affrontare”. Quella di Ita “è una questione che ci trasciniamo da tempo e che credo meriti una soluzione. Penso che il governo abbia lavorato molto per individuare questa soluzione, confido nel fatto – ha concluso – che la Commissione europea riconosca l’importanza di questo lavoro”.

Gentiloni: sull’Ita io non partecipo a polemiche che danneggiano l’Italia

Gentiloni: sull’Ita io non partecipo a polemiche che danneggiano l’ItaliaRoma, 11 set. (askanews) – “Per quanto riguarda la domanda sull’Italia, che mi è stata indirettamente rivolta spesso in questi giorni, perfino in India, io dico soltanto che non voglio partecipare a polemiche che penso danneggino l’Italia”. Così il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche, ha risposto a chi gli chiedeva di commentare le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in merito allo stesso Gentiloni e in particolare sul dossier Ue su Ita.

Ita, Gentiloni: non partecipo a polemiche che danneggiano l’Italia

Ita, Gentiloni: non partecipo a polemiche che danneggiano l’ItaliaRoma, 11 set. (askanews) – “Per quanto riguarda la domanda sull’Italia, che mi è stata indirettamente rivolta spesso in questi giorni, perfino in India, io dico soltanto che non voglio partecipare a polemiche che penso danneggino l’Italia”. Così il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche, ha risposto a chi gli chiedeva di commentare le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in merito allo stesso Gentiloni e in particolare sul dossier Ue su Ita.