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Mps: banca più rafforzata, può guardare a tutte le opportunità di M&A

Mps: banca più rafforzata, può guardare a tutte le opportunità di M&A

Milano, 18 apr. (askanews) – Mps è nelle condizioni oggi di guardare a tutte le opportunità che si dovessero presentare in chiave di consolidamento del settore bancario italiano. Lo scrive l’istituto senese nelle risposte scritte ai soci in vista dell’assemblea sul bilancio di giovedì.

“La banca oggi, dopo il completamento con successo dell’operazione di rafforzamento di capitale, presenta una patrimonializzazione tra le più alte del sistema – si legge – e, grazie alla riduzione dei costi di struttura ed al rafforzamento dell’organizzazione commerciale, è avviata verso il raggiungimento dell’obiettivo previsto dal piano, di generare oltre 700 milioni di utili nel 2024. Tale premessa consentirà a Bmps di guardare a tutte le opportunità che si dovessero presentare in chiave di consolidamento del settore bancario italiano”.

Si è quasi azzerato l’aumento di prestiti a imprese e famiglie

Si è quasi azzerato l’aumento di prestiti a imprese e famiglieRoma, 18 apr. (askanews) – L’effetto della stretta monetaria impartita dalla Bce si trasmette sempre più anche sul credito bancario in Italia. A marzo si è quasi azzerata la crescita di prestiti a imprese e famiglie nella Penisola, segnando un più 0,5% su base annua a fronte del più 1% di febbraio e laddove nello stesso mese e di un anno fa questa voce cresceva del 2,6%. Lo riporta l’Abi nel suo rapporto mensile.

Intanto i tassi di interesse sono saliti su tutte le tipologie dei prestiti e sui nuovi mutui hanno raggiunto il 4% per la prima volta dal maggio del 2012, quindi da quasi 11 anni. A metà di marzo la Bce ha alzato i tassi di interesse di riferimento per tutta l’eurozona di altri 50 punti base. I dati sui tassi di prestiti bancari forniti dall’Associazione bancaria italiana riguardano la media dell’intero mese.

Il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 3,81% a marzo, a fronte del 3,65% nel mese precedente. Prima della crisi finanziaria globale, a fine 2007 questa voce aveva toccato un picco del 6,18%, ricorda l’associazione. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 3,90%, dal 3,55% di febbraio. I tassi sulle nuove operazioni possono mostrare fluttuazioni legate a volumi di operazioni particolarmente rilevanti su un singolo mese, mentre il dato generale sul totale dei prestiti tende ad avere una dinamica più stabile.

Il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni ha raggiunto il 4% a marzo, dal 3,76% del mese precedente. Secondo l’Abi questa voce aveva segnato un picco del 5,72% a fine 2007, sempre prima della crisi del 2008-2009.

Fisco, la Precompilata 2023 sarà online dal pomeriggio del 2 maggio

Fisco, la Precompilata 2023 sarà online dal pomeriggio del 2 maggioRoma, 18 apr. (askanews) – Precompilata 2023 ai nastri di partenza. Dal pomeriggio di martedì 2 maggio le dichiarazioni già compilate dall’Agenzia delle Entrate potranno essere consultate, mentre da giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e inviare il 730 e il modello Redditi. Lo comunica l’Agenzia in una nota.

Le dichiarazioni quest’anno saranno ancora più semplici da utilizzare, grazie anche alla possibilità, a partire dal prossimo 20 aprile, di delegare una persona di fiducia sia online che in videocall. Crescono ulteriormente i dati trasmessi all’Agenzia, che superano quest’anno quota 1 miliardo e 300 milioni (+8% rispetto al 2022). Di questi, oltre un miliardo (l’80% del totale) sono relativi a spese sanitarie. A seguire, premi assicurativi (99 milioni), certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi (73 milioni), bonifici per ristrutturazioni (11 milioni), dati relativi agli interessi passivi sui mutui (8,5 milioni) e spese scolastiche (6,5 milioni). Saranno inoltre utilizzati nuovi dati: corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, spese per canoni di locazione, spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa. Tutte informazioni che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, come ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali, quelli versati per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido, le spese per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico. La stagione dichiarativa si chiuderà il 2 ottobre per chi invia il 730 direttamente tramite l’applicazione web e il 30 novembre per chi invece utilizza il modello Redditi precompilato.

Tutte le regole relative alle modalità di accesso e alle deleghe sono definite in due provvedimenti firmati dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Dal prossimo 20 aprile basterà accedere all’area riservata sul sito dell’Agenzia per autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata (visualizzarla, accettarla o modificarla, inviarla) e a utilizzare gli altri servizi online nel proprio interesse. La novità è pensata per andare incontro a chi, pur avendo le credenziali per accedere all’area riservata – Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) – ha poca dimestichezza con le funzionalità web o non può gestirle in prima persona. In alternativa, si può autorizzare la persona di fiducia tramite una videochiamata con un funzionario delle Entrate. Queste due modalità si aggiungono a quelle attive già dallo scorso anno, ovvero l’invio di una pec o la presentazione della richiesta presso un qualunque ufficio dell’Agenzia. Quanto alle domande via posta elettronica certificata, potranno essere inviate anche dalla casella pec della persona di fiducia (non solo quindi da quella del delegante). Viene estesa inoltre la durata della delega: su richiesta del contribuente, potrà infatti essere valida fino a tre annualità.

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). In linea generale, il 730 precompilato è predisposto per i contribuenti che hanno percepito, per l’anno d’imposta precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati. Dal 2 maggio 2023 (il 30 aprile è domenica e il 1° maggio è festivo), saranno disponibili i seguenti documenti: dichiarazione dei redditi precompilata riferita all’anno d’imposta precedente; elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti e relative fonti informative. Il 730 precompilato dovrà essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) entro il 30 novembre prossimo.

Fisco, Entrate: Precompilata 2023 online dal pomeriggio del 2 maggio

Fisco, Entrate: Precompilata 2023 online dal pomeriggio del 2 maggioRoma, 18 apr. (askanews) – Precompilata 2023 ai nastri di partenza. Dal pomeriggio di martedì 2 maggio le dichiarazioni già compilate dall’Agenzia delle Entrate potranno essere consultate, mentre da giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e inviare il 730 e il modello Redditi. Lo comunica l’Agenzia in una nota.

Le dichiarazioni quest’anno saranno ancora più semplici da utilizzare, grazie anche alla possibilità, a partire dal prossimo 20 aprile, di delegare una persona di fiducia sia online che in videocall. Crescono ulteriormente i dati trasmessi all’Agenzia, che superano quest’anno quota 1 miliardo e 300 milioni (+8% rispetto al 2022). Di questi, oltre un miliardo (l’80% del totale) sono relativi a spese sanitarie. A seguire, premi assicurativi (99 milioni), certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi (73 milioni), bonifici per ristrutturazioni (11 milioni), dati relativi agli interessi passivi sui mutui (8,5 milioni) e spese scolastiche (6,5 milioni). Saranno inoltre utilizzati nuovi dati: corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, spese per canoni di locazione, spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa. Tutte informazioni che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, come ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali, quelli versati per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido, le spese per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico. La stagione dichiarativa si chiuderà il 2 ottobre per chi invia il 730 direttamente tramite l’applicazione web e il 30 novembre per chi invece utilizza il modello Redditi precompilato.

Tutte le regole relative alle modalità di accesso e alle deleghe sono definite in due provvedimenti firmati dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Dal prossimo 20 aprile basterà accedere all’area riservata sul sito dell’Agenzia per autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata (visualizzarla, accettarla o modificarla, inviarla) e a utilizzare gli altri servizi online nel proprio interesse. La novità è pensata per andare incontro a chi, pur avendo le credenziali per accedere all’area riservata – Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) – ha poca dimestichezza con le funzionalità web o non può gestirle in prima persona. In alternativa, si può autorizzare la persona di fiducia tramite una videochiamata con un funzionario delle Entrate. Queste due modalità si aggiungono a quelle attive già dallo scorso anno, ovvero l’invio di una pec o la presentazione della richiesta presso un qualunque ufficio dell’Agenzia. Quanto alle domande via posta elettronica certificata, potranno essere inviate anche dalla casella pec della persona di fiducia (non solo quindi da quella del delegante). Viene estesa inoltre la durata della delega: su richiesta del contribuente, potrà infatti essere valida fino a tre annualità.

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). In linea generale, il 730 precompilato è predisposto per i contribuenti che hanno percepito, per l’anno d’imposta precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati. Dal 2 maggio 2023 (il 30 aprile è domenica e il 1° maggio è festivo), saranno disponibili i seguenti documenti: dichiarazione dei redditi precompilata riferita all’anno d’imposta precedente; elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti e relative fonti informative. Il 730 precompilato dovrà essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) entro il 30 novembre prossimo.

Gentiloni e Dombrovskis: per le riforme previste dai Pnrr la scadenza resta la fine del 2026

Gentiloni e Dombrovskis: per le riforme previste dai Pnrr la scadenza resta la fine del 2026Strasburgo, 18 apr. (askanews) – Anche se “nulla è impossibile”, la fine del 2026 resta la scadenza che gli Stati membri devono rispettare per l’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dai Piani nazionali (Pnrr) del Fondo Rrf (“Recovery and Resilience Facility”), nell’ambito del “NextGenerationEU”, perché una proroga è “improbabile” a causa delle complesse e difficili procedure che sarebbero necessarie per deciderla. Aggiustamenti parziali dei piani sono invece possibili se giustificati da ragioni oggettive. Lo hanno affermato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni durante una audizione in riunione congiunta, ieri sera a Strasburgo, delle commissioni Bilancio e Affari economici del Parlamento europeo, dedicata allo stato di avanzamento dell’attuazione dei Pnrr. “In circostanze eccezionali – ha ricordato Dombrovskis -, se uno Stato membro non raggiunge un traguardo parziale o un obiettivo finale in tempo, può comunque presentare una richiesta di pagamento e accettare un pagamento parziale”, come è avvenuto per esempio con la Lituania. a cui sono stati concessi altri sei mesi per completare gli ultimi due dei 33 traguardi e obiettivi che erano stati concordati. “Quando gli Stati membri fanno presenti delle circostanze obiettive che impediscono la realizzazione dei piani, c’è una possibilità di modifiche. Ma gli stati membri devono indicare chiaramente quali sono queste circostanze oggettive; e comunque il livello delle riforme non deve essere ridotto”, ha aggiunto Dombrovskis. Gentiloni, ha sottolineato che “finora c’è stato un buon livello di attuazione del Pnrr sia in Italia che in Spagna, i due paesi che sono i principali beneficiari” del Piano di Recovery “e i soli ad aver già inoltrato tre richieste di pagamenti” a Bruxelles”. Con questi due paesi, ha rilevato, “la cooperazione è ottima”. “E’ ovvio che ciò che è successo nell’ultimo anno e mezzo – ha continuato il commissario – con la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’inflazione, ci ha spinto a intervenire, e abbiamo aggiunto il capitolo ‘RePowerEU’” al Piano di Recovery. E questo “non per un solo paese ma per tutti. Finora la Finlandia, la Germania e il Lussemburgo hanno già cambiato i loro piani”, introducendo il nuovo capitolo, ma per tutti e tre questi paesi si tratta di “piani nazionali che non sono grandi, e magari sono arrivati per primi proprio per questo”. Comunque, “abbiamo accettato questi cambiamenti e siamo pronti a farlo anche per l’Italia e gli altri paesi, siamo pronti ad adattare i piani a circostanze che sono cambiate”. Riguardo all’ipotesi di una proroga per l’attuazione dei piani oltre il 2026 “nulla è impossibile ma ci vorrebbe l’approvazione da parte di 27 parlamenti”, ha avvertito Gentiloni. Dombrovskis è stato ancora più netto: “Cambiare questa data – ha ricordato – porterebbe a procedure farraginose per noi e per gli Stati membri”, perché “ci vuole una decisione unanime dei Ventisette, e poi occorrono procedure di ratifica in quasi tutti i paesi. Non penso – ha concluso il vicepresidente esecutivo della Commissione – che sia uno scenario probabile, e per questo invitiamo gli Stati membri a lavorare per l’attuazione entro il 2026”.

Confcommercio: è emergenza personale, servono 560mila lavoratori

Confcommercio: è emergenza personale, servono 560mila lavoratoriRoma, 18 apr. (askanews) – “Al Governo abbiamo chiesto buone regole, buoni investimenti, buone politiche a sostegno del terziario di mercato, per il commercio, per i servizi, per il turismo, per i trasporti e per il lavoro autonomo. Questo comparto rappresenta il settore che può dare il maggiore impulso alla nuova occupazione, soprattutto femminile, e irrobustire la crescita del nostro Paese”. Lo ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella conferenza stampa di presentazione del forum dell’associazione.

“Scorrendo i dati dell’osservatorio terziario e lavoro dell’ufficio studi – ha ricordato – negli ultimi due anni la crescita di tutti gli occupati in Italia è stata di quasi un milione e 800mila unità, di cui i tre quarti proprio nel terziario di mercato. In questo settore oggi c’è però una vera e propria emergenza rappresentata dalla carenza di personale. Solo nella filiera turistica e nel commercio quest’anno rispetto al 2022 c’è bisogno di circa 560mila lavoratori in più. E di questi il 40% potrebbero essere introvabili soprattutto per mancanza di competenze”. Secondo Confcommercio “per creare nuova occupazione servono più crescita e più produttività. E anche la costruzione di un compiuto sistema di politiche attive, utile per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Sistema che però sconta ancora un considerevole ritardo. Guardiamo pertanto con favore alla riforma delle politiche per il lavoro, così come delineata dal Pnrr, che sembrerebbe tracciare un importante cambio di prospettiva. Un cambio di prospettiva rappresentato dalla stretta correlazione tra queste politiche e il sistema dei sostegni al reddito e dal ruolo centrale che assume la formazione. Un nuovo paradigma che si pone l’obiettivo di aumentare il tasso di occupazione – ha aggiunto Sangalli – e intervenire sulla distanza tra le professionalità formate dal sistema educativo e le opportunità offerte dal sistema produttivo”.

Tridico: le pensioni le salvano i migranti, tra 20 anni conti critici

Tridico: le pensioni le salvano i migranti, tra 20 anni conti criticiRoma, 18 apr. (askanews) – “Senza i migranti tra vent’anni i conti dell’Inps saranno critici. Cambiare la legge Fornero peggiorerebbe ancora il quadro delle pensioni. Le quote non sono una soluzione. Irrigidiscono ancora di più il sistema e appesantiscono i conti”. Lo dice il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in un’intervista al quotidiano La Stampa.

“L’Europa – prosegue – ci dice che nessuno può stare sotto un certo livello di reddito. Il salario minimo è indispensabile e non è alternativo ai contratti collettivi”. Il calo delle nascite è “molto pericoloso per la sostenibilità delle pensioni – sottolinea – oggi abbiamo 16,5 milioni di pensionati. In prospettiva avremo più o meno lo stesso numero di persone che vanno in pensione e che entrano nel mercato del lavoro. Quindi un rapporto uno a uno. Troppo esiguo”. Sul reddito di cittadinanza, aggiunge Tridico, “non ha funzionato quello che sta intorno: i centri per l’impiego, i progetti di inclusione attraverso i comuni, le politiche attive e la formazione”.

Casa, mutui e finanziamenti giù del 7,4% e il calo è omogeneo su tutto il territorio

Casa, mutui e finanziamenti giù del 7,4% e il calo è omogeneo su tutto il territorioRoma, 17 apr. (askanews) – Le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari, nel terzo trimestre dello scorso anno sono state 220.995 (-2,7% rispetto al trimestre precedente e -1% su base annua). Lo rende noto l’Istat.

Nel confronto congiunturale il settore abitativo segna variazioni percentuali negative in tutte le aree geografiche del Paese: Sud -7%, Isole -3,7%, Centro -2,9%, Nord-est -2,5% e Nord-ovest -0,6%. Il comparto economico è in calo nelle Isole (-5,7%) e nel Sud (-5,2%), mentre è in crescita nel Nord-ovest (+2,2%), nel Centro (+1,7%) e nel Nord-est (+1,4%). Il 94,7% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (209.365), il 5,0% quelle a uso economico (11.054) e lo 0,3% convenzioni a uso speciale e multiproprietà (576). Rispetto al terzo trimestre del 2021 le transazioni immobiliari diminuiscono dell’1,1% nel comparto abitativo, mentre crescono dell’1,1% nell’economico. Su base annua il comparto abitativo diminuisce nel Nord-est (-4%), nel Sud (-2,0%) e nel Nord-ovest (-0,8%) mentre cresce nelle Isole (+3,4%) e nel Centro (+0,7%). Il settore economico registra variazioni percentuali positive nel Centro (+7,8%), nel Nord-ovest (+1,5%) e nel Sud (+1,1%), negative nelle Isole (-12,6%) e nel Nord-est (-0,1%). Nei grandi come nei piccoli centri le compravendite abitative diminuiscono (rispettivamente -1,7% e -0,2%) mentre a livello economico crescono (+2,2% nei grandi centri e +0,3% nei piccoli).

L’effetto del rialzo dei tassi sul mercato immobiliare è sensibile. Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono 95.945: segnano il -5,5% rispetto al trimestre precedente e il -7,4% su base annua. Il calo è omogeneo su tutto il territorio, su base sia congiunturale (Sud -10.0%, Isole -8,3%, Centro -6,6%, Nord-est -4,2%, Nord-ovest -3,4%), sia annua (Centro -8,7%, Nord-est -8,2%, Sud -7,4%, Nord-ovest -6,6%, Isole -4,4%, Città metropolinane -8,2% e piccoli centri -6,8%). “Il calo delle compravendite osservato nel III trimestre 2022 non assorbe l’aumento del primo semestre – commenta l’Istat -, per cui i primi nove mesi del 2022 segnano comunque una ripresa del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita riguarda l’abitativo (+5,2%) e l’economico (+6,0%). Nell’abitativo, l’incremento è trainato dalle Isole (+12,1%), dal Sud (+7,8%) e dal Centro (+7,6%), mentre nell’economico dal Centro (+10,5%), dal Sud (+9,0%) e dal Nord-ovest (+7,3%). I mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare, al contrario, sono in calo (-1,6%). La riduzione è determinata prevalentemente dal Nord-est (-4,5%) ed è condizionata soprattutto dalla flessione registrata nel III trimestre”.

Giudizi negativi dei sindacati sul Documento di economia e finanza del governo Meloni

Giudizi negativi dei sindacati sul Documento di economia e finanza del governo MeloniRoma, 17 apr. (askanews) – Il Documento di economia e finanza (Def) 2023 “é inadeguato” ad affrontare la fase economica che il Paese sta attraversando, “non fornisce risposte per affrontare l’aumento dei prezzi, sostenere i redditi di lavoratori e pensionati, favorire la coesione sociale”. Anche per gli investimenti “non c’è nulla di sostanziale” e l’utilizzo dei fondi del Pnrr “è sostitutivo e non aggiuntivo”. Inoltre “non si aggrediscono gli extraprofitti”. Queste le osservazione della Cgil sul Def, illustrate dalla vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi nel corso dell’audizione nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato. Per queste ragioni la Cgil ha espresso un “giudizio negativo”. Per la Cgil il taglio del cuneo fiscale di 3 miliardi di euro previsto nel Def, pari al’1% “è insufficiente. Noi chiediamo un taglio del 5% e il fiscal drag”. La Cgil ha posto poi l’accento sulla mancanza di 10 miliardi di euro che sarebbero necessari per “prorogare le misure di sostegno a famiglie e imprese già varate in precedenza dal governo Draghi e dal governo Meloni”. In tema fiscale, per la riforma “vengono messi a disposizione solo 4 miliardi e le altre risorse saranno reperite nel sistema tributario, a fronte di mancate misure per la lotta all’evasione, anzi il governo ha previsto la depenalizzazione dei reati tributari”. Per le pensioni “il superamento della Fornero è rinviato ancora una volta”.

Per la Cisl è positivo l’utilizzo nel 2023 di 3,4 miliardi di euro per ridurre il cuneo fiscale delle retribuzioni dipendenti, ma il provvedimento è “ancora insufficiente per rispondere al problema della difesa delle retribuzioni rispetto all’inflazione”, ha affermato il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, nell’audizione sul Def 2023 dinanzi alle Commissioni bilancio di Camera e Senato. “Il taglio del cuneo contributivo previsto dalla legge di bilancio per il 2023, pari a 5 miliardi di euro, e di ulteriori 3,4 miliardi previsti nel Def, scade a dicembre. Per mantenerlo inalterato per tutto il 2024 – ha spiegato Ganga – sono necessari 10 mld e nel Def non c’è traccia di un loro stanziamento. A legislazione vigente le retribuzioni nette medio-basse subirebbero un taglio e questo per la Cisl sarebbe particolarmente problematico. C’è, poi, il tema dei contratti pubblici da rinnovare e quello del fiscal-drag che taglia le retribuzioni reali”. Il segretario confederale della Cisl ha posto l’accento sul fatto che “nel Def non sono indicati gli interventi di politica di bilancio che il Governo intende fare con la legge di bilancio e le relative coperture che intende utilizzare, considerati i minimi margini di manovra concessi dai dati di finanza pubblica illustrati dal Documento e dal ritorno nel 2024 del Patto di Stabilità e Crescita”. Il Documento di economia e finanza (Def) 2023 “è un’occasione mancata, soprattutto perchè a inizio legislatura sarebbe stato opportuno un documento con prospettive di crescita durature. Invece si continua con l’austerity e questo è un grave errore”. E’ il giudizio della Uil, espresso dal segretario confederale, Domenico Proietti, nell’audizione sul Def dinanzi alle Commissioni bilancio di Camera e Senato. Proietti ha posto l’accento sulla “totale assenza di misure per la lotta all’evasione fiscale. La pace fiscale – ha detto – si deve fare con chi le tasse le paga, con i dipendenti e i pensionati. Ci vuole un fisco realmente più equo”. Proietti ha quindi ribadito le critiche sull’obiettivo della flat tax a fine legislatura e ha considerato “inaccettabile” l’abolizione dell’irap che indebolisce il sistema sanitario”. Nessun riferimento nel Def, ha concluso il segretario confederale della Uil, per la lotta alla precarietà del lavoro.

Energia, Confcommercio: dal pre-crisi bolletta gas è ancora +116%

Energia, Confcommercio: dal pre-crisi bolletta gas è ancora +116%Milano, 15 apr. (askanews) – Per le imprese del terziario a marzo si registra una “timida” riduzione del prezzo dell’energia elettrica e del gas, ma gli importi in bolletta continuano a essere “elevati” rispetto ai valori pre-crisi: +36% per le forniture elettriche e +116% per il gas. Lo rileva l’Osservatorio Confcommercio Energia.

Secondo l’associazione, “è necessario ridurre gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, la cui incidenza sul costo della fornitura è di oltre il 25% (voce che pesa circa 13,1 miliardi di euro all’anno sulla spesa energetica degli italiani). Inoltre, anche se è certamente positiva la proroga fino a giugno 2023 dei crediti d’imposta ‘energetici’, la percentuale di detrazione prevista, per il secondo trimestre 2023, è assolutamente insufficiente”. A fine marzo 2023, ha ricordato l’Osservatorio, il prezzo del gas all’ingrosso è sceso sotto i 50 euro al MWh ed è evidente la forte diminuzione se si considera che, in media, nel corso del 2022, è stato di circa 130 euro. Ma nel quinquennio precedente a questa crisi energetica il prezzo del gas in Europa non aveva mai superato i 30 euro al megawattora. Un andamento non diverso per il prezzo dell’energia elettrica che ha registrato negli ultimi due anni valori del tutto straordinari (fino a 700 euro per megawattora), per poi diminuire e avvicinarsi ai 100 euro nei giorni finali di marzo 2023. “Nonostante ciò – ha concluso Osservatorio Confcommercio Energia – questo livello supera di oltre il doppio i prezzi pre-crisi”.