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La ministra del Lavoro Calderone: il primo step per la riforma delle pensioni dopo l’estate

La ministra del Lavoro Calderone: il primo step per la riforma delle pensioni dopo l’estateRoma, 13 apr. (askanews) – “Già avevamo detto che gli interventi sulle pensioni dovevano essere contemperati con le disponibilità di bilancio. Certamente, gli interventi sono progressivi. In questo momento abbiamo dovuto fare questo primo intervento (taglio del cuneo, ndr). Confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità, invece, di aprire a un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi un pochino più lunghi”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone, a margine di un convegno di Fondimpresa. “Ho già ricostituito il nucleo di valutazione della spesa previdenziale – ha aggiunto – per portarci avanti e analizzare i conti della previdenza e dell’assistenza e individuare insieme a tutti gli attori sociali le misure e gli interventi prioritari, perché dobbiamo tenerci pronti e individuare i percorsi compatibilmente con le esigenze di tenuta del bilancio dello Stato”.

Industria, Istat: a febbraio produzione -0,2% su mese, -2,3% su anno

Industria, Istat: a febbraio produzione -0,2% su mese, -2,3% su annoRoma, 13 apr. (askanews) – A febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,2% rispetto a gennaio. Nella media del trimestre dicembre-febbraio il livello della produzione è aumentato dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+0,2%); diminuiscono invece i beni strumentali (-0,9%), i beni di consumo (-0,7%) e i beni intermedi (-0,3%). Lo ha reso noto l’Istat. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a febbraio 2022). Si registrano incrementi tendenziali solo per i beni strumentali (+3,2%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-1,4%), i beni intermedi (-6,2%) e l’energia (-7,4%). Tra i settori di attività economica la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici presenta una marcata crescita tendenziale (+19,6%), seguono la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+3,8%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,3%). Le flessioni più ampie si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-15,9%), nella fabbricazione di prodotti chimici (-9,1%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,9%).

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G7 Finanze: l’economia globale è più resiliente del previsto

G7 Finanze: l’economia globale è più resiliente del previstoRoma, 12 apr. (askanews) – L’economia globale “si è dimostrata più resiliente del previsto” e nella riunione che si è svolta oggi, a margine delle assemblee primaverili di Fmi e Banca mondiale, il G7 di ministri delle Finanze e governatori delle Banche centrali ha reiterato “la determinazione a mantenere la stabilità macroeconomica e finanziaria”. Lo si legge nel comunicato diffuso dalla presidenza di turno del G7, che quest’anno spetta al Giappone.

“L’inflazione resta elevata e le banche centrali sono fortemente impegnate a riportare la stabilità dei prezzi. Al tempo stesso – prosegue il documento – i recenti sviluppi dei mercati finanziari sottolineano l’incertezza sulle prospettive globali e la necessità di restare vigilanti. Ribadiamo che il sistema finanziario è resiliente, sostenuto da risposte delle autorità pronte e energiche, così come dalle riforme attuate dopo la crisi del 2008”. Continueremo a monitorare gli sviluppi del settore finanziario e ad essere pronti ad assumere azioni appropriate per mantenere la stabilità finanziaria e la resilienza del sistema globale”.

Il G7 ribadisce poi la condanna della “guerra di aggressione russa contro l’Ucraina”, assieme al supporto a favore di Kiev. In questo ambito le sette economie avanzate accolgono positivamente l’impegno del Fondo monetario internazionale di un programma di aiuti da 15,6 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina. Il G7 ribadisce anche l’impegno alle sanzioni contro la Russia e a intervenire contro i tentativi di aggirarle. Infine viene ribadita la necessità di rafforzare le catene di approvvigionamento globali, di agire sulla sicurezza energetica e di rafforzare le misure per contenere il surriscaldamento globale. Il G7 poi rilancia il pieno impegno a sostenere i paesi a basso e medio reddito in parallelo, in questo caso, con i partner del G20. La prossima riunione del gruppo si svolgerà a maggio a Niigata, in Giappone.

Governo chiude partita nomine. Meloni: competenza non appartenenza

Governo chiude partita nomine. Meloni: competenza non appartenenzaRoma, 12 apr. (askanews) – Il governo scioglie il nodo nomine delle partecipate indicando le liste per il rinnovo dei Consiglio di amministrazione di Enel, Eni, Leonardo e Poste Italiane dopo settimane di trattative che hanno creato non poche tensioni in maggioranza. Le scelte fatte, assicura la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze” e “un ottimo risultato del lavoro di squadra del governo”. Ai manager, aggiunge, il compito di “ottenere risultati economici solidi e duraturi nell’interesse della nazione che rappresentano in tutto il mondo”.

Tutti nuovi i vertici di Enel dove approda Flavio Cattaneo, dato in quota Lega, indicato amministratore delegato. Attuale vicepresidente di Italo, Cattaneo è stato direttore generale della Rai nel 2003 e dal 2005 alla guida di Terna per tre mandati consecutivi. E’ stato anche a.d. di Telecom Italia dal 2016 al 2017. Alla presidenza arriva Paolo Scaroni, attualmente al vertice del Milan. Per lui un ritorno in azienda di cui è stato amministratore delegato dal 2002 prima di passare in Eni dal 2005 al 2014. La nomina di Scaroni, che era sostenuto in particolare da Forza Italia, ha dovuto superare l’iniziale (e prolungata) contrarietà della Meloni. In Eni confermato come previsto per il quarto mandato l’attuale amministratore delegato Claudio Descalzi, alla guida del Cane a Sei Zampe dal 2014. Descalzi ultimamente ha gestito la crisi innescata dalla chiusura delle forniture di gas dalla Russia dall’inizio del conflitto in Ucraina ed era forse l’unico nome sul quale non ci sono mai stati dubbi. Alla presidenza arriva l’attuale comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana.

Confermato a Poste Italiane Matteo Del Fante, amministratore delegato della società dal 2017 dopo aver guidato Terna nel triennio precedente. Del Fante è stato direttore generale di Cdp dal 2010 al 2014. Alla presidenza Silvia Rovere, al vertice di Assoimmobiliare e con una lunga esperienza nel private equity e nella finanza immobiliare. Amministratore delegato di Leonardo sarà Roberto Cingolani, professore di Fisica all’università di Bari ed ex ministro dell’ambiente del governo Draghi e attualmente consigliere per l’energia dell’esecutivo Meloni, che l’ha fortemente voluto. Come previsto la spunta su Lorenzo Mariani, l’ad di Mbda che sarebbe stato preferito dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Alla presidenza approda l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, diplomatico con esperienza più che trentennale, ultimamente ha gestito per la Nato il disimpegno delle forze militari da Kabul.

Ancora non formalizzata la lista di Terna, che sarà resa nota dalla Cdp. Per il rinnovo i nomi più quotati sono Giuseppina Di Foggia che sarebbe la prima donna amministratore delegato di una grande partecipata pubblica (come era stato promesso dalla presidente del Consiglio) e Igor De Biasio, considerato in quota Lega, come presidente. A proposito di Terna, esce dal vertice Stefano Donnarumma, che Meloni avrebbe voluto al comando di Enel. Per lui, secondo indiscrezioni, potrebbe profilarsi la guida di Cdp Venture Capital.

Landini sul Def: tre miliardi per il cuneo non bastano

Landini sul Def: tre miliardi per il cuneo non bastanoRoma, 12 apr. (askanews) – “La riduzione di due punti del cuneo contributivo che avevamo ottenuto dal governo Draghi, solo quella costava 4,5 miliardi di euro. Non so con tre miliardi cosa vogliano fare”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervistato a SkyTG24 Economia. “La nostra richiesta era di una riduzione di 5 punti che porterebbe ad un aumento reale medio dei salari di 100 euro” ha aggiunto “Mi sembra che queste risorse non servano a risolvere l’emergenza salariale e poi parliamo comunque di sei mesi”.

Ocse, record “aiuti a sviluppo” 204 mld in 2022 (16,1 mld a Ucraina)

Ocse, record “aiuti a sviluppo” 204 mld in 2022 (16,1 mld a Ucraina)Roma, 12 apr. (askanews) – La montagna di fondi inviati all’Ucraina impegnata nella guerra contro la Russia – 16,1 miliardi di dollari nel 2022 contro meno di 1 miliardo nel 2021 (918 milioni) – ha consistentemente contribuito all’esplosione dell’ammontare totale degli “aiuti pubblici allo sviluppo” stanziati dall’insieme dei paesi Ocse. Secondo l’organizzazione parigina nel 2022 complessivamente questa voce è cresciuta del 13,6% raggiungendo un ammontare mai visto prima, 204 miliardi di dollari a fronte di 186 miliardi nel 2021.

Con un comunicato, l’Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico riporta che l’incremento riflette anche l’esplosione dei fondi dedicati all’accoglienza di rifugiati (tra cui ovviamente ci sono anche quelli dall’Ucraina) che hanno raggiunto 29,3 miliardi di dollari lo scorso anno, il 14,4% degli aiuti totali allo sviluppo contro 12,8 miliardi nel 2021. Escludendo questa voce, precisa l’Ocse, lo scorso anno la crescita degli aiuti allo sviluppo si ridimensiona al 4,6%. I rialzi più marcati hanno riguardato i fondi stanziati da Polonia (+255,6%), Repubblica Ceca (+167,1 %), Irlanda (+125,1%), Lituania (+121,6%), Slovenia (+48,7%) e Austria (+36,2 %). Con 6,468 miliardi di dollari, secondo le tabelle dell’Ocse gli aiuti allo Sviluppo erogati dall’Italia lo scorso anno sono cresciuti del 15,8%, sopra la media.

Def: stime prudenti. Pil 2024 a 1%, graduale calo debito e deficit

Def: stime prudenti. Pil 2024 a 1%, graduale calo debito e deficit




Def: stime prudenti. Pil 2024 a 1%, graduale calo debito e deficit




















Roma, 11 apr. (askanews) – Il Documento di economia e finanza (Def) 2023, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, è improntato a stime “prudenti e realistiche”, per dare messaggi di “serietà e affidabilità ai mercati e all’Unione europea”. “Ambizione responsabile” come l’ha definita il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, inviando un suo commento prima di partire per Washington per gli incontri del Fondo Monetario. Se i conti tengono, limitate risultano le risorse a disposizione per misure espansive nella prossima manovra, solo 4 miliardi di euro come differenza tra il deficit/pil tendenziale del 2024(3,5%) e quello programmatico (3,7%). Ulteriori misure dovranno essere coperte da tagli alla spesa, maggiori entrate o rimodulazioni di voci di bilancio. Per il 2023 sono a disposizione ulteriori risorse pari a 3 miliardi di euro che, come ha annunciato il Mef, verranno destinate alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a reddito medio-basso.

Il Documento dà conto di una crescita del prodotto interno lordo dell’1% nel quadro programmatico (lo 0,9% nel tendenziale), più sostenuta di quanto stimato a novembre scorso nel Documento Programmatico di bilancio (0,6%). Per il 2024 la stima di crescita viene invece prevista al ribasso rispetto al Dpb: all’1,5% contro l’1,9% di novembre scorso. E ancora in calo all’1,3% nel 2025. Il rapporto deficit/pil e quello debito/pil continuano la tendenza alla discesa graduale. Per quanto riguarda l’indebitamento netto della P.a, il Def conferma gli obiettivi programmatici del Dpb: 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024, 3% nel 2025 e 2,5% nel 2026. Il rapporto debito/pil nel 2022 è risultato migliore delle aspettative, al 144,4%, inferiore di 1,3 punti percentuali rispetto al Dpb di novembre. Il calo continuerà nei prossimi anni per raggiungere il 142,1% nel 2023, il 141,4% nel 2024, il 140,9% nel 2025 e il 140,4% nel 2026. Il Mef tiene a precisare che gli effetti di riduzione del debito sarebbero stati più marcati se “il superbonus del 110% non avesse avuto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che si sono finora registrati”.

Di fronte a questo quadro di sostanziale tenuta dei conti pubblici, le risorse che sembrano essere a disposizione per misure espansive risultano limitate. Oltre al ‘tesoretto’ di 3 miliardi per quest’anno, che saranno presto indirizzati al taglio dei cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, come annunciato dal Mef nel comunicato, le risorse per ridurre la prossione fiscale sono di poca entità. Nello stesso comunicato del Mef si dice che la pressione fiscale dovrebbe passare dal 43,3% del 2023 al 42,7% entro il 2026, a fine legislatura, quando dovrebbe andare in vigore la flat tax. Questo significa che gran parte della copertura sarà individuata attraverso la revisione delle tax expenditure, che comunque sono agevolazioni fiscali. E per il 2024, come già detto, le misure espansive per famiglie e imprese si aggireranno attorno ai 4 miliardi di euro. Nella nota del Mef si sottolinea inoltre che “il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata del Pnrr. Sono in corso le interlocuzioni con le istituzioni europee per la revisione e la rimodulazione di alcuni degli interventi previsti dal Piano e delle relative milestone e target. È inoltre in fase di elaborazione il capitolo del programma relativo al REPowerEU, che comprenderà tra l’altro anche nuovi investimenti”. Tuttavia, “per rendere il Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta il Pnrr. È necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso rispetto a quello del Piano” che si conclude, al momento, nel 2026.

Giorgetti sul Def: ambizione responsabile per una nuova fase di crescita

Giorgetti sul Def: ambizione responsabile per una nuova fase di crescita




Giorgetti sul Def: ambizione responsabile per una nuova fase di crescita




















Roma, 11 apr. (askanews) – “La prudenza di questo documento è ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana, ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo del nostro Paese”. Così il ministro dell’econoia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, commentando il Def approvato oggi in Consiglio dei Ministri.

“Le riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuro – prosegue Giorgetti – tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerà lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona”. “È realistico puntare per i prossimi anni – conclude il Ministro – ad un aumento del tasso di crescita del Pil e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale”.

Fmi, Gfsr: possibili nuovi attacchi di instabilità da stress tassi

Fmi, Gfsr: possibili nuovi attacchi di instabilità da stress tassi




Fmi, Gfsr: possibili nuovi attacchi di instabilità da stress tassi



















Roma, 11 apr. (askanews) – Le tensioni innescate dal rialzo dei tassi di interesse delle banche centrali possono provocare “nuovi attacchi di instabilità finanziaria”, mentre “alcune istituzioni semplicemente non sono preparate al contesto di tassi più elevati”. Lo afferma il Fondo monetario internazionale nel Global Financial Stability Report, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili e in cui, ovviamente, il problema più esaminato è rappresentato dalle recenti tensioni che hanno circondato i fallimenti della Silicon Valley Bank e di altre banche statunitensi e del Credit Suisse.

Secondo l’istituzione, in un contesto in cui non si vedono segnali rilevanti di calo dell’inflazione di fondo le banche centrali dovrebbero continuare con le loro manovre di inasprimento monetario. E queste operazioni, per quanto ben “citofonate” ai mercati, hanno visto l’insorgere di un quadro impegnativo per banche e istituzioni finanziarie non bancarie che non disponevano di gestioni adeguate. “La questione fondamentale che si trovano di fronte i partecipanti dei mercato e i policy maker è se questi recenti sviluppi siano l’anticipazione di una tensione più sistemica che metterà alla prova la resilienza del sistema finanziario globale, il classico canarino nella miniera di carbone (che veniva usato per rilevare la presenza di monossido di carbonio) oppure se siano state semplicemente manifestazioni isolate delle sfide derivanti da un inasprimento monetario e delle condizioni finanziarie, dopo oltre un decennio di liquidità abbondanti”, dice il Fmi.

Sebbene vi siano pochi dubbi sul fatto che i cambiamenti attuati dalle autorità dalla crisi finanziaria globale, specialmente sulle banche più ampie abbiano reso il sistema generalmente più resiliente, “restano preoccupazioni sulle vulnerabilità che potrebbero essere nascoste, non solo nelle banche ma anche negli intermediari finanziari non bancari”. E secondo il Fmi le tensioni innescate dalla linea monetaria più restrittiva “potrebbero portare a ulteriori attacchi di instabilità finanziaria”. Viene messa enfasi soprattutto su segmenti di mercato come i prestiti a leva e sul rallentamento del credito. “Stanno aumentando le preoccupazioni anche sulle condizioni dei mercati immobiliari” che sono strettamente collegati al credito dalle banche più piccole. I titoli bancari hanno mostrato marcate oscillazioni e “se si verificasse una perdita di fiducia più estesa tra gli investitori o un diffondersi delle tensioni dalle banche alla finanza non bancaria”, il Fmi non esclude che si inneschi una corsa alle vendite globale sulle Borse.

Ue, Commissione non proporrà riduzione annuale 1% debito pubblico

Ue, Commissione non proporrà riduzione annuale 1% debito pubblico




Ue, Commissione non proporrà riduzione annuale 1% debito pubblico




















Bruxelles, 11 apr. (askanews) – La Commissione europea presenterà “nelle prossime settimane” la sua proposta legislativa formale di revisione del Patto di stabilità, e non sembra intenzionata a includere nel testo la richiesta, avanzata la settimana scorsa da esponenti del governo tedesco, di imporre una riduzione annuale di un punto percentuale del rapporto debito/Pil per gli Stati membri che sono oltre la soglia del 60%. Lo ha spiegato oggi a Bruxelles la portavoce per gli Affari economici e finanziari della Commissione europea, Veerle Nuyts, rispondendo alle domande dei giornalisti durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario.

La richiesta tedesca, avanzata dal ministro delle Finanze Christian Lindner in un documento rivelato dal quotidiano “Die Welt” e subito accolta con favore dagli olandesi, contraddice in modo evidente due orientamenti finora piuttosto consolidati e tra loro legati nel dibattito in corso sulla revisione del quadro della “governance” economica (come viene chiamato oggi il Patto di stabilità): 1) l’ipotesi di abolire la “regola del debito”, secondo cui il rapporto debito-Pil doveva calare annualmente di 1/20 del differenziale tra l’indebitamento corrente e la soglia massima del 60% prevista dal Trattato di Maastricht; 2) sostituire questo obbligo erga omnes con l’introduzione di un percorso “su misura” per ogni Stato membro, riguardo al ritmo dell’aggiustamento dei bilanci, e in particolare alla riduzione del debito pubblico. “Noi – ha ricordato la portavoce – abbiamo accolto con favore l’avallo del Consiglio europeo di fine marzo sull’accordo, che era stato raggiunto dai ministri delle finanze in sede Ecofin il 14 marzo, sugli orientamenti per la riforma del nostro quadro di governance economica. Le aree di convergenza individuate tra gli Stati membri in sede di Consiglio Ue forniscono alla Commissione una solida base per portare avanti il proprio lavoro sulle proposte legislative, pur continuando a impegnarsi con gli Stati membri su alcune questioni ancora aperte; e data l’urgenza ci proponiamo di avanzare le proposte legislative nelle prossime settimane”.

Inoltre, ha aggiunto Nuyts, “abbiamo anche continuato a dialogare con gli Stati membri dopo l’accordo raggiunto all’Ecofin, e continueremo a farlo, così come con il Parlamento europeo, e continueremo a farlo ovviamente anche dopo la presentazione della nostra proposta. Perché lo scopo ultimo è garantire un ampio consenso su questo importante tema. A questo proposito accogliamo con favore l’obiettivo del Consiglio Ue di concludere il lavoro legislativo entro la fine di quest’anno” sulla proposta di riforma del Patto. A questo punto alla portavoce è stato chiesto se potesse confermare che la Commissione sta lavorando a un obiettivo annuale di riduzione del debito, come nella proposta tedesca. La risposta di Nuyts è stata chiaramente negativa: “Non posso confermarlo”, ha detto. “Quello che posso confermare – ha proseguito – è che stiamo lavorando alle proposte legislative, che verremo a presentare – ha ribadito – nelle prossime settimane. E vorrei anche ripetere quello che ho appena detto prima: che il Consiglio europeo ha approvato l’accordo raggiunto dall’Ecofin sui nostri orientamenti, e voi sapete benissimo – ha aggiunto rivolta ai giornalisti – cosa contengono quegli orientamenti”.

Quindi, è stato chiesto ancora alla portavoce, la Commissione pensa che questo accordo del 14 marzo sia ancora valido? E la proposta legislativa proporrà una soluzione per le questioni ancora controverse fra gli Stati membri, o metterà sul tavolo un testo con questioni ancora aperte che spetterà ai ministri risolvere? “Penso che sia importante sottolineare – ha replicato Nuyts – che continuiamo a impegnarci con gli Stati membri: lo abbiamo sempre fatto, abbiamo continuato a farlo dopo l’accordo che è stato raggiunto all’Ecofin, e continueremo a farlo anche dopo” la presentazione della proposta legislativa, “così come anche con il Parlamento europeo”. “L’obiettivo – ha concluso la portavoce – è proprio quello di garantire un ampio consenso su questo importante tema; ma è anche importante sottolineare che, vista l’urgenza, puntiamo a presentare le proposte legislative nelle prossime settimane.