Tim, ok Cdm a Dl. Meloni: primo passo per controllo strategico reteRoma, 28 ago. (askanews) – “Assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro. Quello di oggi è un primo passo”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha illustrato in Consiglio dei Ministri il significato del decreto legge che consente la partecipazione del Mef nella società in cui confluirà la rete fissa di Tim. Provvedimento che è stato poi approvato dal Cdm.
“Sul tavolo del Consiglio dei ministri arriva oggi un provvedimento estremamente importante e che riguarda uno dei grandi dossier industriali che questo Governo ha ereditato, che si trascina da decenni e che nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare. Mi riferisco a Tim: non entro nel dettaglio dell’operazione proposta dal Mef – ha detto – lo farà il ministro Giorgetti, ma voglio sottolineare in questa sede il significato politico delle nostre decisioni. Dopo aver trovato una soluzione seria per Ita con un accordo con Lufthansa, Commissione europea permettendo, e che a volte solleva problemi che difficilmente capiamo, ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni. La direzione intrapresa dal Governo è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro. Quello di oggi è un primo passo, al quale seguiranno ovviamente logiche di mercato, ma finalmente possiamo dire che in Italia c’è un Governo che su un dossier così importante si attiva a difesa dell’interesse nazionale e dei lavoratori. E che ha una strategia”.
A Piazza Affari Tim (+3,9%) corre in attesa del Dpcm su accordo Mef-KkrMilano, 28 ago. (askanews) – Tim prima della classe a Piazza Affari, a un’ora dall’apertura di Wall Street. Il titolo delle tlc segna un rialzo del 3,86% a 0,2851 euro per azione sulla scia di indiscrezioni, non confermate, secondo cui oggi il primo consiglio dei ministri dopo la pausa agostana, potrebbe approvare il Dpcm che renderà operativo il memorandum d’intesa del 10 agosto tra il Mef e il fondo americano Kkr per rilevare fino al 20% della Netco, la società della rete fissa. Entro fine settembre, il fondo americano Kkr dovrà presentare un’offerta vincolante, si tratta di un’ offerta da 21-22 miliardi, preferita dal cda di Tim a quella di Cdp-Macquarie.
Evergrande torna in borsa a Hong Kong e fa un tonfo: -78%Roma, 28 ago. (askanews) – E’ stato un ritorno sul mercato rumoroso, in senso negativo, quello di Evergrande, il gigante immobiliare cinese con un indebitamento da capogiro. Dopo oltre un anno e mezzo di sospensione del titolo sulla borsa di Hong Kong, oggi è tornato sul mercato e alla fine della giornata ha perso il 78% arrivando a sfiorare durante le contrattazioni un crollo del 90%.
Le azioni di China Evergrande hanno aperto in ribasso dell’87% e hanno chiuso la giornata a 0,35 dollari di Hong Kong (0,04 euro). Quando il titolo fu sospeso, il 21 marzo 2022, valeva 1,65 dollari HK (0,19 euro). La riapertura delle contrattazioni per Evergrande ha coinciso con l’annuncio che un incontro con i creditori per discutere della ristrutturazione del debito offshore è stato rinviato da lunedì al 26 settembre. Ha citato varie ragioni per il ritardo, tra cui “numerosi resoconti dei media che hanno interpretato in modo errato” l’istanza di protezione dal fallimento presentata dall’azienda in un tribunale di New York il 17 agosto.
Evergrande è al centro della crisi immobiliare cinese. Quando ha cominciato a traballare era il più grande propmotore immobiliare della Cina. Ma negli ultimi anni non è riuscito a onorare una serie di obblighi debitori e ha lasciato molti clienti con case ancora da completare e fornitori con fatture da pagare. La società aveva chiesto la revoca della sospensione delle negoziazioni venerdì sera, dopo aver affermato di aver onorato gli obblighi posti dalla borsa di Hong Kong.
Ieri, inoltre, sono stati annunciati i risultati semestrali della compagnia, con una perdita di 33 miliardi di yuan (4,2 miliardi di euro). Il dato è stato giudicato migliore del previsto: lo scorso anno nello stesso periodo perdeva il doppio circa: 66,35 miliardi di yuan (8,5 miliardi di euro). La compagnia inoltre ha dichiarato ricavi del primo semestre in aumento del 44% rispetto all’anno precedente a 128,2 miliardi di yuan (16,4 miliardi di euro). La situazione, tuttavia, resta precaria per Evergrande: le passività, seppure sono leggermente scese dai 2.440 miliardi di yuan (312 miliardi di euro) della fine del 2022, restano a 2.390 miliardi di yuan (305,7 miliardi di euro). Inoltre la compagnia è invischiata in vari contenziosi.
Non se la vede bene neanche la controllata per i veicoli elettrici, China Evergrande New Energy Vehicle Group, che ha registrato nel semestre una perdita di 6,86 miliardi di yuan ( La sua unità di veicoli elettrici China Evergrande New Energy Vehicle Group venerdì sera ha annunciato separatamente una perdita netta di 6,86 miliardi di yuan (877 milioni di euro) per i primi sei mesi dell’anno, sostanzialmente dimezzata rispetto alle perdite dello stesso periodo dello scorso anno. Ed è precaria anche la sua situazione debitoria: quasi 13 miliardi di yuan (1,7 miliardi di euro) tra debiti non pagati e fatture scadute. Questa è una brutta notizia anche alla luce del fatto che Evergrande ha individuato nella vendita della sua controllata per i veicoli elettrici alla NWIN Automobile di Alan Wu uno dei punti qualificanti del suo piano di ristrutturazione.
Elkann al Ft: investimento in Philips naturale evoluzione per ExorMilano, 28 ago. (askanews) – John Elkann, pronipote del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli e presidente di Stellantis e delle auto di lusso Ferrari, ha commentato con il Financial Times l’investimento da 2,6 miliardi di euro nel gruppo olandese Philips, definendolo parte di una naturale evoluzione per la holding familiare Exor che concentra gli investimenti nei settori della salute, della tecnologia e del lusso.
L’espansione del portafoglio di Exor, ha detto al quotidiano finanziario, fa parte di un’evoluzione dopo due decenni trascorsi a porre la holding sul mercato al passo giusto. Exor, ha aggiunto, sente “una forte affinità con l’assistenza sanitaria” e “i primi insegnamenti” derivanti dell’investimento di oltre 800 milioni di euro lo scorso anno nel gruppo sanitario francese privato Institut Mérieux hanno “rafforzato la nostra convinzione sull’importanza di questo settore e sulla sua crescita potenziale”. Sotto Gianni Agnelli, nonno di Elkann, che guidò la Fiat per mezzo secolo dalla fine degli anni ’50, l’attività della famiglia si spostò fortemente verso l’industria automobilistica. Tuttavia, l’Istituto finanziaro industriale, precursore di Exor, deteneva anche partecipazioni nei settori alimentare, finanziario, dei consumi e immobiliare, possedendo il quotidiano La Stampa e la squadra di calcio della Juventus, entrambi mantenuti da Exor, ricorda il Ft.
Sebbene la trasformazione dell’azienda di famiglia fosse già iniziata prima della morte di Gianni Agnelli nel 2003, quando Elkann entrò nella holding di famiglia quell’anno la Fiat era piena di debiti, i rapporti con il suo partner statunitense General Motors si erano inaspriti e il futuro del gruppo era in bilico. Sotto la guida del 47enne Elkann, Exor ha aumentato il proprio patrimonio netto da circa quattro miliardi di euro nel 2009 a 33 miliardi di euro quest’anno, mentre le azioni Exor sono passate da valori a una cifra agli attuali 80 euro per azione. Elkann ora afferma che il primo decennio dopo la morte di suo nonno è stato un decennio di conservazione: “Ci siamo concentrati su disinvestimenti, semplificazione e riduzione del debito per garantire che ciò che avevamo potesse essere salvato”. Il decennio che seguì “fu un decennio di stabilizzazione” che, secondo lui, aveva posto Exor su una traiettoria di crescita costante. Exor ha promesso di reinvestire i proventi della vendita di PartnerRe in tecnologia, lusso e sanità e ha acquisito una quota del 24% nel produttore di scarpe di lusso Christian Louboutin, una quota di maggioranza nel marchio di lifestyle cinese Shang Xia e una quota del 45% nell’italiana Lifenet Healthcare. “Stiamo chiaramente guardando ai settori che hanno il vento a favore”, ha affermato Suzanne Heywood, direttore operativo di Exor e presidente di CNH Industrial, al quotidiano. “Siamo cresciuti ma siamo ancora una squadra snella e affiatata, il che ci porta a essere molto concentrati su dove vogliamo investire”.
Il gruppo siede nel consiglio di amministrazione di tutte le società in portafoglio. “Ci descriviamo come amici critici – ha detto Heywood – Non siamo attivisti ma siamo attivi”. Exor quest’anno è tornata anche ai servizi finanziari con il lancio di Lingotto, una società di investimento con sede a Londra presieduta dall’ex cancelliere britannico George Osborne alla quale ha stanziato i primi 1,5 miliardi di euro dalla vendita di PartnerRe. Tuttavia, ricorda Ft, non è andato tutto liscio: la morte improvvisa dello storico capo della Fiat Sergio Marchionne nel 2018 e poi la vicenda della Juventus che ha portato lo scorso anno alle dimissioni del consiglio di amministrazione e a un rimpasto dirigenziale.
“John è emerso come qualcuno che sa affrontare gli scettici, e ce n’erano molti quando suo nonno morì, con fatti piuttosto che con le parole”, ha riferito una fonte vicina a Exor al Financial Times. Sul futuro, lo stesso Elkann dice: “Naturalmente non c’è alcuna certezza su ciò che ci aspetta. Ciò che è chiaro per noi è il nostro scopo, ovvero costruire grandi aziende con grandi persone”.
Ocse, lieve rallentamento crescita a +0,4% in secondo trimestreRoma, 28 ago. (askanews) – La crescita del PIL dell’OCSE rallenta leggermente nel secondo trimestre del 2023 Secondo le stime provvisorie, il prodotto interno lordo (PIL) nell’OCSE è aumentato dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre del 2023, leggermente in calo rispetto alla crescita dello 0,5% del trimestre precedente. Ciò estende il modello costante di crescita moderata osservato dal primo trimestre del 2022.
Nel G7, la crescita del PIL su base trimestrale – informa una nota dell’Organizzazione di Parigi – è aumentata leggermente allo 0,5% nel secondo trimestre del 2023, rispetto allo 0,4% nel primo trimestre. Ciò riflette un quadro contrastante tra i paesi del G7. Da un lato, la crescita del PIL è aumentata notevolmente in Giappone (all’1,5% nel secondo trimestre del 2023, rispetto allo 0,9% nel primo trimestre) e in Francia (allo 0,5%, rispetto allo 0,1%). Anche la crescita ha accelerato, anche se in modo più marginale, negli Stati Uniti e nel Regno Unito (allo 0,6% e allo 0,2% nel secondo trimestre, rispettivamente, rispetto allo 0,5% e allo 0,1% nel primo trimestre). D’altro canto, il PIL in Italia si è contratto nel secondo trimestre del 2023 (meno 0,3%) dopo una crescita dello 0,6% nel primo trimestre. La crescita ha rallentato anche in Canada (allo 0,3% nel secondo trimestre, rispetto allo 0,8% nel primo trimestre). La crescita è stata piatta in Germania nel secondo trimestre, dopo la contrazione nei due trimestri precedenti. Diversi paesi del G7 hanno pubblicato i dettagli dei principali fattori che determinano le variazioni del PIL. In Giappone, le esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) sono state il principale motore della crescita, riflettendo un aumento del 3,2% delle esportazioni e un calo del 4,3% delle importazioni, mentre i consumi privati si sono contratti nel secondo trimestre (meno 0,5%). Allo stesso modo, in Francia, le esportazioni nette hanno sostenuto la crescita mentre i consumi privati si sono contratti (-0,3%). Nel Regno Unito, invece, gli incrementi della spesa pubblica e privata hanno sostenuto la crescita, mentre le esportazioni nette hanno continuato a costituire un fattore frenante. Quest’ultimo è avvenuto anche in Germania, con un calo delle esportazioni dell’1,1%. Negli Stati Uniti, gli investimenti e i consumi privati hanno contribuito alla crescita del PIL, anche se la crescita dei consumi privati ha subito un notevole rallentamento (allo 0,4% nel secondo trimestre, rispetto all’1,0% nel primo trimestre). Secondo l’analisi preliminare pubblicata dall’Italia, la contrazione del PIL riflette una riduzione della domanda interna (compresa la variazione delle scorte).
Tra i paesi OCSE più vicini (geograficamente) alla guerra in Ucraina, il PIL ha registrato una forte ripresa in Lituania nel secondo trimestre del 2023, crescendo del 2,8%, rispetto a una contrazione del 2,1% nel primo trimestre. Al contrario, il PIL ha subito una brusca contrazione in Polonia nel secondo trimestre del 2023 (meno 3,7%) dopo una crescita del 3,8% nel primo trimestre. Il PIL ha continuato a contrarsi in Ungheria (-0,3%) per il quarto trimestre consecutivo. Tra gli altri paesi OCSE per i quali sono disponibili dati, l’Irlanda ha registrato la crescita del PIL più forte (3,3%) nel secondo trimestre, seguita da Slovenia (1,4%) e Costa Rica (1,3%). Al contrario, il PIL si è contratto in dieci paesi OCSE, in particolare in Polonia (meno 3,7%) seguita da Svezia (meno 1,5%) e Colombia (meno 1,0%).
Nel secondo trimestre del 2023 il PIL nell’area OCSE ha superato del 5,1% il livello pre-pandemia (4° trimestre 2019). Nel G7 il PIL ha superato del 4,0% il livello pre-pandemico, anche se nel Regno Unito il PIL è rimasto leggermente al di sotto il suo livello pre-pandemia (Figura 2). Altrove nell’OCSE, nel secondo trimestre del 2023 il PIL è stato superiore ai livelli del quarto trimestre del 2019 in tutti i paesi per i quali erano disponibili dati, ad eccezione della Repubblica Ceca. La Spagna, il paese OCSE più gravemente colpito dalla pandemia (con una contrazione del PIL dell’11,3% nel 2020), ha superato per la prima volta il livello del PIL pre-pandemia nel secondo trimestre del 2023
Imprese giovanili ottimiste sul futuro, aumenti fatturato per 1 su 2Roma, 28 ago. (askanews) – Sono più fiduciose per il futuro rispetto alle loro colleghe “over 35”: fatturano, assumono e innovano di più, ma sono meno presenti all’estero e le barriere economiche rischiano di frenarne la crescita. È l’identikit delle imprese guidate dai giovani under 35 tracciato dal Centro Studi Tagliacarne confrontando le loro aspettative di crescita per il 2023 e il 2024 con quelle delle non giovanili sulla base di un’indagine condotta su un campione di 4.000 imprese manifatturiere e dei servizi con una forza lavoro tra i 5-499 addetti.
Secondo i dati dell’indagine, il 49% delle imprese under 35 prevede per quest’anno di aumentare il fatturato contro il 42% delle non giovanili. E per il 2024 le attese di crescita restano positive per il 43% delle imprese giovanili (contro il 34%). In aumento pure le previsioni occupazionali per il 31% delle imprese capitanate dai giovani per il 2023 (contro il 23%) e per il 23% del campione nel 2024 (contro il 18%). Anche perché sarà necessario equipaggiarsi con personale qualificato per sfruttare al meglio gli investimenti in programma nella duplice transizione: tra il 2023 e il 2025, il 36% delle imprese under 35 intende investire contemporaneamente in digitale e green (contro il 28%). Tuttavia, in termini di export le imprese giovanili mostrano un ritardo rispetto alle loro colleghe più “mature”: il 38% delle aziende under 35 esporterà nel 2023 a fronte del 45% delle non giovanili. E per il prossimo anno, pur se la presenza degli imprenditori giovani sui mercati stranieri è attesa in aumento, la distanza “generazionale” all’estero resterà inalterata di 7 punti percentuali quando ad esportare sarà il 40% delle imprese giovanili contro il 47% delle altre. Ma al Sud la presenza delle imprese under 35 sui mercati esteri è ancora più bassa: nel 2023 esporterà solo il 26% e nel 2024 il 27%.
“La scelta imprenditoriale per i giovani è sempre più selettiva rispetto al passato e meno legata all’autoimpiego, come dimostra il calo di circa il 13% delle imprese under 35 registrato nell’ultimo decennio al netto dell’andamento demografico”, ha osservato il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, spiegando che anche per questo l’imprenditoria giovanile si proietta con maggior fiducia sul mercato. Tuttavia, queste imprese scontano assetti meno strutturati, e questo spiega anche la loro minore presenza all’estero che deve, invece, essere sostenuta perché pure per gli imprenditori giovani l’internazionalizzazione è una leva strategica indispensabile per crescere. Nonostante la minore presenza sui mercati stranieri, le imprese giovanili che esportano sembrano però avere una marcia in più: per il 2023 il 44% prevede aumenti delle vendite all’estero contro il 33% delle non giovanili mentre per il 2024 incrementi sono stimati dal 42% del campione (contro il 31%). Nel complesso, per aumentare le vendite oltreconfine, le imprese giovanili contano di utilizzare principalmente strategie improntate sulla qualità dei prodotti (42%) e investimenti in comunicazione e branding (24%)
Le imprese giovanili investiranno di più delle altre nella transizione green e digitale. Tra 2023 e il 2025, il 53% delle imprese giovanili investirà in green e il 48% in digitale (contro rispettivamente il 45% e il 41% delle over 35). Mentre il 36% delle imprese under 35 ha in programma di investire contemporaneamente in digitale e green. Ma le risorse economiche insufficienti all’interno dell’azienda e i tassi di interesse elevati per l’accesso al credito sono il principale ostacolo che rischia di intralciare il loro cammino verso la transizione. Le barriere economiche sono un problema, infatti, per il 39% delle imprese giovanili che non intendono investire nella sostenibilità (contro il 31% delle non giovanili) e per il 45% che prevede di non fare investimenti 4.0 (contro 29% delle non giovanili).
Eni avvia produzione di Baleine in Costa d’Avorio con PetrociRoma, 28 ago. (askanews) – Eni ha avviato la produzione di olio e gas dal giacimento di Baleine, nelle acque profonde della Costa d’Avorio. Questo traguardo arriva a meno di due anni dalla scoperta nel settembre 2021, e a meno di un anno e mezzo dalla Decisione Finale di Investimento. Si tratta del primo progetto di produzione a emissioni zero – Scopo 1 e 2 – in Africa.
Baleine “rappresenta ad oggi – si legge in una nota diffusa dalla società – la più grande scoperta di idrocarburi nel bacino sedimentario della Costa d’Avorio. Il rapido time-to-market è stato possibile grazie allo sviluppo in fasi che caratterizza i recenti progetti di Eni e alla piena collaborazione del partner Petroci. Per la prima fase, la produzione avviene attraverso la Fpso Baleine, un’unità di produzione e stoccaggio galleggiante (Fpso, Floating Production Storage and Offloading unit) ristrutturata e potenziata per consentirle di trattare fino a 15.000 bbl/d di olio e circa 25 Mscf/d di gas associato. L’avvio della fase 2 è previsto per la fine del 2024 e porterà la produzione del campo a 50.000 bbl/d di olio e circa 70 Mscf/d di gas associato. Con la terza fase di sviluppo si prevede di portare la produzione del campo a circa 150.000 bbl/d di petrolio e circa 200 Mscf/d”. Tutta la produzione di gas dal giacimento di Baleine, sia di questa fase di sviluppo che delle prossime, sarà consegnata a terra tramite un gasdotto di nuova costruzione e permetterà al Paese di soddisfare il mercato domestico di elettricità, consolidando l’accesso all’energia, e rafforzare il suo ruolo di hub energetico regionale per i Paesi confinanti.
“Il progetto – prosegue la nota – fa leva sulle migliori tecnologie disponibili per ridurre le emissioni. Quelle residue sono compensate attraverso iniziative sviluppate nel Paese, tra cui la fornitura e la distribuzione alle comunità locali di fornelli migliorati, che permettono di eliminare il consumo di legna o carbone in cucina. La distribuzione dei fornelli, avviata nel 2022, permetterà di raggiungere oltre un milione di persone nei prossimi 6 anni. In parallelo, Eni ha avviato studi per progetti di Nature Based Solutions su 380mila ettari di foreste protette”. L’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: “L’avvio di Baleine è una pietra miliare nelle attività di Eni. Partendo da uno straordinario successo esplorativo abbiamo raggiunto un time to market leader nel settore a meno di 2 anni dalla dichiarazione di scoperta commerciale. Questo risultato rappresenta i principi fondamentali della nostra strategia, che comprende il pionieristico progetto net-zero dell’Africa, lo sviluppo accelerato, la fornitura di gas al mercato locale e la promozione di una transizione giusta”.
In Costa d’Avorio Eni “è impegnata in una serie di progetti mirati al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs). Oltre ad interventi di riqualificazione nelle scuole e workshop per il rafforzamento delle competenze degli insegnanti, per una platea di 8.500 studenti, è stato siglato con l’Institut National Polytechnique Houphouët Boigny un accordo quinquennale per formare circa 400 quadri e tecnici impegnati nel settore energetico. Nell’ambito del settore della salute delle comunità, sono state avviate iniziative per promuovere l’accesso a servizi sanitari in 20 cliniche situate in aree vulnerabili in diverse regioni del Paese. Nell’ambito vocational training sono stati avviati due progetti per l’inserimento professionale nei settori energia, automotive e tessile che coinvolgeranno circa 450 giovani”. La presenza di Eni in Costa d’Avorio risale agli anni Sessanta con la società Agip Côte d’Ivoire. Nel 2015 Eni è rientrata nel Paese, e attualmente detiene partecipazioni nei blocchi CI-101 e CI-802 – sui quali si estende il giacimento di Baleine – oltre che in altri quattro blocchi nelle acque profonde ivoriane: CI-205, CI-501, CI-401 e CI-801, tutti con lo stesso partner Petroci Holding.
Nasa, in orbita la navicella Dragon con 4 astronauti internazionaliRoma, 26 ago. (askanews) – Un equipaggio internazionale di quattro persone in rappresentanza di quattro paesi è in orbita dopo il successo del lancio avvenuto alle 03:27 (09:27 in Italia) dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, verso la Stazione Spaziale Internazionale. La missione SpaceX Crew-7 dell’agenzia è la settima missione commerciale di rotazione dell’equipaggio per la Nasa. Un razzo SpaceX Falcon 9 – si legge sul sito della Nasa – ha lanciato in orbita la navicella spaziale Dragon con a bordo l’astronauta americano Jasmin Moghbeli, l’astronauta dell’Esa Andreas Mogensen, l’astronauta giapponese della Jaxa Satoshi Furukawa e il russo di Roscosmos Konstantin Borisov, per una spedizione scientifica a bordo del laboratorio orbitale. “Crew-7 è un brillante esempio della potenza dell’ingegno americano e di ciò che possiamo realizzare quando lavoriamo insieme”, ha affermato l’amministratore della Nasa Bill Nelson. A bordo della stazione, l’equipaggio condurrà più di 200 esperimenti scientifici e dimostrazioni tecnologiche per prepararsi alle missioni sulla Luna, su Marte e oltre. “Collaborando con paesi di tutto il mondo, la Nasa sta coinvolgendo le migliori menti scientifiche per consentire le nostre audaci missioni, ed è chiaro che possiamo fare di più – e possiamo imparare di più – quando lavoriamo insieme”, ha aggiunto Nelson. Durante il volo di Dragon, SpaceX monitorerà una serie di manovre automatiche del veicolo spaziale dal suo centro di controllo missione a Hawthorne, in California, e i team della Nasa monitoreranno le operazioni della stazione spaziale durante il volo dal Mission Control Center presso il Johnson Space Center dell’agenzia a Houston.
Cgia, fuga dall’artigianato: -325.000 attività dal 2012Roma, 26 ago. (askanews) – Continua a diminuire il numero degli artigiani presenti in Italia. Dal 2012 sono scesi di quasi 325 mila unità (-17,4 per cento) e in questi ultimi 10 anni solo nel 2021 la platea complessiva è aumentata, seppur di poco, rispetto all’anno precedente. Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Inps, nel 2022 contavamo 1.542.299 artigiani. Possiamo quindi affermare che non solo i giovani sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore, ma anche chi ha esercitato la professione per tanti anni e non ha ancora raggiunto l’età anagrafica e/o maturato gli anni di contribuzione per beneficiare della pensione, spesso preferisce chiudere la partite Iva e continuare a rimanere nel mercato del lavoro come dipendente che, rispetto ad un artigiano, ha sicuramente meno preoccupazioni e più sicurezze. E’ quanto energe da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia. Sono ormai ridotte al lumicino le botteghe artigiane che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri, etc. Attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, che hanno contraddistinto la storia di molti quartieri, piazze e vie delle nostre città, diventando dei punti di riferimento che davano una identità ai luoghi in cui operavano. Per contro, invece, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione sono quelli del benessere e dell’informatica. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. L’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico, con il risultato che la platea degli artigiani è in costante diminuzione.
Lagarde: stabilire tassi Bce a livelli sufficientemente restrittiviRoma, 25 ago. (askanews) – Nel contesto attuale la Bce deve stabilire i tassi di interesse a un livello “sufficientemente restrittivo per il tempo necessario per raggiungere in maniera tempestiva il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%”. Lo ha ribadito la presidente, Christine Lagarde nel suo intervento al simposio annuale della Federal Reserve, a Jackson Hole, in Wyoming.
“Guardando avanti dobbiamo restare chiari nel nostro obiettivo. flessibili nelle nostre analisi e umili nel come comunichiamo”, ha aggiunto. Secondo Lagarde non esiste un “manuale di istruzioni” per gestire la situazione attuale. “Quindi il nostro compito è elaborarne uno nuovo. In una era di cambiamenti e rotture le politiche richiedono una mente aperte e la disponibilità ad aggiustare le nostre analisi in tempo reale ai nuovi sviluppi”, ha insistito.
“Al tempo stesso in questa era di incertezze è anche più importante che le banche centrali forniscano una ancora numerica per le economie e che assicurino la stabilità dei prezzi in linea con i loro mandati”, ha concluso.