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Siae: confrontati a lungo con Meta ma siamo ancora lontani

Siae: confrontati a lungo con Meta ma siamo ancora lontani




Siae: confrontati a lungo con Meta ma siamo ancora lontani




















Milano, 6 apr. (askanews) – “Ci siamo confrontati a lungo con Meta sulle rispettive posizioni, ma allo stato attuale siamo ancora lontani dalle precise indicazioni formulate ieri dall’Agcm”. Così Siae in una nota. “Continuiamo comunque a lavorare nell’auspicio di pervenire ad una soluzione condivisa”, conclude la società italiana degli autori ed editori.

Ieri l’Antitrust aveva avviato un’istruttoria nei confronti di Meta per accertare un presunto abuso di dipendenza economica nella negoziazione con Siae della stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali.

Appalti, Inarcassa: poca trasparenza e rischio passo indietro

Appalti, Inarcassa: poca trasparenza e rischio passo indietro




Appalti, Inarcassa: poca trasparenza e rischio passo indietro




















Roma, 6 apr. (askanews) – “Il nuovo Codice dei contratti pubblici, presenta alcuni elementi positivi in tema di digitalizzazione e di organizzazione della pubblica amministrazione ma non possiamo non rilevare un passo indietro per la platea degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti. Rispetto al vecchio codice, il nuovo testo presenta aspetti molto critici che mettono in secondo piano il lavoro e le competenze dei progettisti. Non è stata accolta nessuna delle proposte di modifica suggerita sia da noi sia da altri professionisti della progettazione”. Lo ha detto il Presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta, nel commentare la pubblicazione in gazzetta ufficiale del Codice dei contratti. “Ci aspettavamo un provvedimento equilibrato e attento alla fase progettuale in grado, nel lungo periodo, di poter accompagnare il paese nel processo di riqualificazione del territorio, messa in sicurezza del patrimonio edilizio e soprattutto di cantierizzazione delle nuove opere fondamentali ai fini della crescita e comunque in linea con gli obiettivi del PNRR”, ha proseguito il Presidente. Tra i punti critici evidenziati da Fondazione Inarcassa c’è la riduzione dei livelli di progettazione che, passando da due a tre, impoveriscono la fase di proposta e discussione e rischiano di rendere impossibile la gestione della fase di transizione. Altra questione che non convince del tutto è il ritorno nei servizi di ingegneria e architettura, ma non solo, agli incarichi diretti o comunque una riduzione significativa delle gare pubbliche e delle rotazioni di incarico, andando così a segnare un’inversione di tendenza nella trasparenza delle procedure. “Il ricorso all’appalto integrato rafforza i grandi player a discapito dei professionisti della progettazione. Sono state, inoltre, sottovalutate le criticità mosse dall’ANAC che ha evidenziato quanto che l’appalto integrato non offra garanzie né in termine di snellimento della procedura né in termini di qualità delle proposte progettuali. Poca chiarezza, purtroppo, anche sugli affidamenti gratuiti da parte della PA, che restano possibili in casi eccezionali”, ha aggiunto Fietta. “Il nuovo Codice dei contratti pubblici rischia di non essere funzionale agli obiettivi legati alla modernizzazione e crescita del paese e in particolare a quelli contenuti nel PNRR”, ha concluso il Presidente di Fondazione Inarcassa, Franco Fietta.

Il Fmi prevede il quinquennio di crescita più bassa da 30 anni

Il Fmi prevede il quinquennio di crescita più bassa da 30 anni




Il Fmi prevede il quinquennio di crescita più bassa da 30 anni – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – L’economia globale ha imboccato il quinquennio di crescita più bassa da trent’anni a questa parte, mentre una ripresa più solida “sfugge” con i crescenti rischi dovuti alle tensioni geopolitiche e il persistere dell’elevata inflazione. “Questo danneggia le prospettive di tutti quanti, specialmente dei paesi e per le persone più vulnerabili”, afferma la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Gerogieva nelle sue dichiarazioni introduttive ad un evento di presentazione delle assemblee primaverili con la Banca mondiale, che si svolgeranno la prossima settimana Washington.

Georgieva ha anticipato qualche dato degli aggiornamenti sulle previsioni del World Economic Outlook, riferendo che ora il Fmi prevede una crescita globale “inferiore al 3% quest’anno” e “attorno al 3% sui prossimi cinque anni: la nostra previsione di medio termine più bassa fin dal 1990”, ha detto. “La crescita resta debole dal punto di vista dei precedenti storici, sia breve che sul medio termine dopo che nel 2022 si è più che dimezzata”, dal 6,1% del 2021, il rimbalzo successivo al tracollo provocato da lockdown e restrizioni imposte dai governi a motivo del Covid, al 3,4% nel 2022.

Secondo Georgieva si profilano marcate divergenze tra le economie, con una qualche perdita di slancio sulla crescita dei Paesi emergenti a fronte della quale “circa il 90% delle economie avanzate si prevede subiscano un rallentamento quest’anno”. Sui paesi meno sviluppati si prevede una crescita del reddito procapite inferiore a quella delle economie emergenti “e questo rende anche più difficile colmare i divari”, ha proseguito. Il primo ostacolo elencato, sulla strada dell’economia globale, è rappresentato dalla lotta all’inflazione e dalla salvaguardia della stabilità finanziaria. “Fino a quando persistono limitate pressioni finanziarie ci attendiamo che le Banche centrali mantengano la rotta sulla lotta all’inflazione. Allo stesso tempo, ove emergano rischi sulla stabilità finanziaria devono intervenire mediante appropriati approvvigionamenti di liquidità. La questione chiave – ha detto – è monitorare attentamente i rischi nelle banche e nelle istituzioni finanziarie non bancarie, così come le debolezze in settori come l’immobiliare”.

“Le pressioni sul settore bancario, in un contesto di tassi più alti e scarse liquidità mettono in rilievo problemi sulla gestione del rischio in specifiche banche, così come carenze sulla vigilanza”, ha proseguito con un riferimento che, pur senza citarle esplicitamente, sembra chiaramente riguardare la Silicon Valley Bank negli Usa o il Credit Suisse in Svizzera . “Oggi generalmente le banche sono più forti e più resilienti e i policy maker sono stati rapidi a intervenire in maniera ampia nelle ultime settimane. Tuttavia restano preoccupazioni sulle vulnerabilità che potrebbero essere nascoste non solo nelle banche ma anche nella finanza non bancaria: non è il momento di abbassare la guardia”, ha detto.

Il secondo ostacolo è rappresentato dal rafforzamento delle prospettive di crescita. Secondo Georgieva bisognerebbe rafforzare la produttività e il potenziale di espansione delle economie, mentre al tempo stesso serve muoversi sull’economia verde. Su questo ultimo aspetto ha riferito che il Fmi stima che servirebbero 1.000 miliardi di dollari l’anno solo per il settore delle energie rinnovabili. “Queste spese – ha sostenuto – verrebbero ripagate in termini di dividendi di crescita e occupazione”. E proprio mentre le assemblee del Fmi rischiano di sancire ancora di più la frattura tra economie avanzate e giganti emergenti, dopo la spaccatura aperta dalle sanzioni di Usa e Ue e contro la Russia per la guerra in Ucraina, Georgieva sostiene che servirebbe anche “un cambio di passo sulla cooperazione internazionale. I nostri studi mostrano che i costi di una frammentazione commerciale potrebbero raggiungere il 7% del Pil globale. Equivalente al prodotto di Germania e Giappone messi insieme. Se ci si aggiungesse un disaccoppiamento alcuni paesi potrebbero assistere a perdite fino al 12% del Pil. E la frammentazione sui flussi di capitali e sugli investimenti esteri darebbe un altro colpo alle prospettive di crescita globali”, ha detto. Infine il terzo ostacolo: rafforzare la solidarietà e ridurre le disuguaglianze globali. Il Fmi ha stanziato su questo versante circa 300 miliardi di dollari a favore di 96 paesi. Assieme ai programmi su paesi come il Marocco o lo Sri Lanka, Georgieava ha incluso in questo capitolo anche l’Ucraina, su cui però gli interventi sembrano alimentare prevalentemente le spese belliche. Ad ogni modo “voglio assumere un doppio impegno a nome dei paesi membri: aiutare gli Stati a gestire il fardello del debito e assicurare che il Fmi continui ad essere nella posizione di supportarli. Abbiamo più che quadruplicato i nostri prestiti a tassi zero a 24 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia. Ora chiediamo ai paesi più ricchi di aiutare a colmare le carenze di finanziamenti sul Poverty Reduction and Growth Trust”.

Patto stabilità, Germania vuole taglio a debito-Pil da 1% l’anno

Patto stabilità, Germania vuole taglio a debito-Pil da 1% l’anno




Patto stabilità, Germania vuole taglio a debito-Pil da 1% l’anno – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Il ministro delle Finanze della Germania, Christian Lindner ha fatto recapitare alla Commissione europea una controproposta informale sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita, che imporrebbe obblighi prefissati sulla riduzione dei debiti pubblici che per l’Italia significhrebbero dover effettuare un taglio netto da quasi 20 miliardi di euro l’anno. A riportare dell’iniziativa è Die Welt, che cita un documento informale (non paper) di tre pagine che il governo federale ha inviato alla Commissione.

Secondo il ministero guidato da Lindner le proposte avanzate da Bruxelles sono “inadeguate” e non garantirebbero una appropriata riduzione dei livelli di debito pubblico. Servono quindi “regole di spesa semplici e trasparenti”, con requisiti di taglio del debito più elevati sui paesi più indebitati. Per questo, riporta il quotidiano tedesco, la Germania propone l’obbligo di ridurre il rapporto debito-Pil di almeno un intero punto percentuale l’anno sui paesi più indebitati, fino al raggiungimento della soglia del 60% del Pil, e di almeno mezzo punto percentuale l’anno per gli stati meno indebitati.

Per l’Italia un obbligo simile significherebbe ridurre il debito di circa oltre 19 miliardi di euro l’anno. L’iniziativa giunge dopo che a metà marzo, in occasione dell’Ecofin, Lindner aveva affermato che servivano “ulteriori discussioni” sulla revisione delle regole comuni di Bilancio, dopo che la Commissione Ue aveva formalizzato la sua proposta. Pochi giorni dopo il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel aveva duramente criticato le proposte dell’esecutivo comunitario.

Airbus, raddoppia capacita’ produttiva in Cina

Airbus, raddoppia capacita’ produttiva in Cina




Airbus, raddoppia capacita’ produttiva in Cina – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Airbus installerà una seconda linea di assemblaggio di aeromobili a Tianjin, raddoppiando la sua capacità produttiva per gli aeromobili della famiglia A320 sul suolo cinese che dovrebbe entrare in servizio nella seconda metà del 2025. Lo ha annunciato il presidente esecutivo del produttore di aeromobili europeo Guillaume Faury. “Poiché il mercato cinese continua a crescere, ha perfettamente senso per noi produrre localmente per le compagnie aeree cinesi e probabilmente per altri clienti nella regione”, ha aggiunto. L’accordo quadro – secondo quanto scrive Le Figaro – è stato siglato dal capo di Airbus alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron e del suo omologo cinese Xi Xinping a Pechino. Airbus ha già una linea di assemblaggio A320 a Tianjin dal 2008, che ha prodotto più di 600 A320. Attualmente produce quattro dispositivi al mese e dovrebbe aumentare a sei entro la fine dell’anno. Una volta che questa nuova linea sarà in servizio, Airbus ne avrà dieci nel mondo: due a Tianjin, due a Mobile negli Stati Uniti, due a Tolosa e quattro ad Amburgo in Germania.

Bce, Lane: se previsioni restano valide a maggio giusto alzare tassi

Bce, Lane: se previsioni restano valide a maggio giusto alzare tassi




Bce, Lane: se previsioni restano valide a maggio giusto alzare tassi – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Se le previsioni formulate dai tecnici della Bce a metà marzo dovessero restare sostanzialmente valide alla riunione del consiglio direttivo di inizio maggio “a quel punto un rialzo dei tassi sarà appropriato”. Tuttavia, il capo economista dell’istituzione, Philippe Lane ribadisce che la decisione sarà deliberata sulla base dell’evolversi dei dati. Quindi “piuttosto che chiedermi quale sarà la prossima mossa sui tassi, l’attenzione andrebbe diretta a capire verso dove puntano i dati che pervengono”, ha risposto a una domanda sulla questione durante una intervista a una agenzia di stampa cipriota.

“Vediamo segnali che l’inflazione sta rallentando? – si è chiesto retoricamente – Stiamo, per esempio, vedendo segni che i rialzi dei tassi di interesse stanno riducendo il credito? Stanno portando a minori investimenti, minori consumi, minori pressioni sull’economia e, quindi, minore inflazione?”. “C’è ancora una strada piuttosto lunga tra adesso e la riunione di maggio, che dista circa un mese. Quindi piuttosto che cercare di prevedere ora quali saranno le decisioni di allora la nostra attenzione dovrebbe focalizzarsi sui dati che perverranno -insiste Lane -. Li analizzeremmo fino al giorno della riunione e a quel punto prenderemo una decisione”.

Quanto alla stretta sull’offerta di petrolio decisa a sopresa da diversi Paesi chiave del cartello allargato degli esportatori, l’Opec+, secondo Lane “inverte in qualche modo” la precedente tendenza al ribasso dell’energia, “ma in un contesto” generale che resta “piuttosto negativo”. “Abbiamo assistito a riduzioni molto ampie dei prezzi del gas e la riduzione delle pressioni dall’energia riduce le pressioni sul resto dell’economia. Non è solo un effetto meccanico dei prezzi. Quindi è veramente piuttosto incerto. Questo è il motivo – conclude – per cui l’afflusso di dati è importante, perché è impossibile discutere di così tante possibilità e dobbiamo vedere in un contesto complessivo l’impatto netto di queste dinamiche”.

La prossima riunione operativa di politica monetaria del Consiglio direttivo della Bce si svolgerà il 4 maggio.

Bankitalia: migliorano le aspettative delle imprese sull’economia

Bankitalia: migliorano le aspettative delle imprese sull’economia





Bankitalia: migliorano le aspettative delle imprese sull’economia – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Migliorano le aspettative delle imprese in Italia sulle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, sospinte dalla ripresa della domanda e dall’attenuarsi delle difficoltà legate agli elevati prezzi dell’energia e all’approvvigionamento di materie prime e input intermedi. Mentre nel primo trimestre i giudizi di peggioramento della situazione economica generale sono divenuti meno diffusi rispetto al trimestre precedente. Lo riporta la Banca d’Italia con l’indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita.

Il sondaggio, condotta tra il 24 febbraio e il 17 marzo 2023 coinvolge imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti. Secondo lo studio le valutazioni di peggioramento delle condizioni per investire restano superiori a quelle di miglioramento, ma il saldo è divenuto molto meno negativo che nella precedente rilevazione. Nel frattempo l’accumulazione di capitale proseguirebbe nel 2023 e si assocerebbe a una espansione dell’occupazione nei prossimi tre mesi, spiega Bankitalia.

Le attese sull’inflazione al consumo delle imprese si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali, attestandosi al 6,4 per cento sui 12 mesi e al 5,3 e 4,8 per cento sugli orizzonti rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni. Sebbene i prezzi di vendita abbiano continuato a crescere a ritmi sostenuti nell’ultimo anno, per la prima volta dalla fine del 2020 le imprese ne prefigurano un rallentamento nei prossimi 12 mesi in tutti i comparti, rileva ancora il sondaggio, ad eccezione di quello dell’edilizia residenziale.

Ecco tutte le novità del decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr

Ecco tutte le novità del decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr




Ecco tutte le novità del decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Misure per ridurre i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, un contributo di 40 milioni di euro ai gestori di Spid, stabilizzazione del personale di Regioni e Comuni che opera su progetti europei legati alle politiche di coesione, possibilità di affidare a pensioni incarichi di vertice negli enti delle pubbliche amministrazioniPrimo via libera al decreto legge che rafforza la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, un Piano per il posizionamento di defibrillatori in vista del Giubileo del 2025, proroga al 31 dicembre 2023 per l’attuazione della legge Cartabia sull’ordinamento giudiziario. Sono le principali novità introdotte nel decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr nel corso dell’esame della Commissione bilancio del Senato. La prossima settimana, a partire da mercoledì, il decreto approda il Aula.

Di seguito le misure approvate in Commissione. Spid – Un contributo di 40 milioni di euro è riconosciuto ai gestori di identità digitale a fronte di adeguamenti tecnologici per il miglioramento della qualità dei servizi. La norma è contenuta in un emendamento del governo al decreto approvato in Commissione bilancio del Senato. Con un emendamento del governo approvato in Commissione è previsto che, per raggiungere i target previsti dalla missione 1 del Pnrr (digitalizzazione, innovazione, competitività), in sede di rinnovo degli accreditamenti da parte di AgID, i gestori di Spid, oltre ai servizi già erogati, garantiscano la verifica dei dati mediante l’accesso all’Anagrafe nazionale della popolazione residente e provvedano agli adeguatementi tecnologici per assicurare l’innalzamento dei livelli di servizio, della loro sicurezza e interoperabilità. Per questi ulteriori impegni viene erogato il contributo.

Riduzione dei tempi di pagamento – Un emendamento del governo prevede che le amministrazioni centrali dello Stato adottino misure, anche organizzative, finalizzate all’efficientamento dei processi di spesa, dandone conto alla Ragioneria generale dello Stato. Si introducono anche incentivi economici ai dirigenti pubblici responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali che raggiugono gli obiettivi di riduzione dei tempi di pagamento. Incarichi di vertice enti pubblici a pensionati – Si amplia la possibilità di affidare incarichi di vertice di enti pubblici a personale in quiescenza. Lo prevede un emendamento del governo al decreto approvato in Commissione bilancio al Senato. Il testo del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri prevede già la possibilità di affidare incarichi di vertice in enti delle amministrazioni centrali a pensionati, previo parere delle Commissioni parlamentari. L’emendamento estende questa possibilità agli incarichi per i quali è prevista l’informativa alle Commissioni parlamentari (quindi non il parere). Tra questi enti figura l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza.

Stabilizzazione personale enti territoriali – Regioni e enti locali possono procedere alla stabilizzazione di personale assunto a tempo determinato per progetti europei che riguardano la programmazione 2014-2020 e 2021-2027 delle politiche di coesione. Lo prevede un emendamento parlamentare al decreto sul Pnrr (presentato dal Pd), riformulato dal governo e approvato in Commissione. La misura riguarda i soggetti che abbiamo lavorato da almeno 24 mesi, anche presso amministrazioni diverse. Opere Giubileo – Via libera a norme volte alla realizzazione di opere per il Giubileo del 2025 senza barriere architettoniche e alla predisposizione di un piano per il posizionamento dei fibrillatori considerato il flusso di pellegrini e l’eventualità di interventi di soccorso. Con un emendamento del governo approvato viene disposto che i lavori legati al Giubileo, qualificati come essenziali e indifferibili, devono essere realizzati con i metodi e le tecniche della ‘progettazione universale’, quindi con l’abbattimento delle barriere fisiche e architettoniche. Rientrano in queste opere il sottovia di piazza Pia, piazza Risorgimento, la riqualificazione dello spazio antistante la basilica di San Giovanni e di piazza dei Cinquecento e zone adiacenti, il rinnovo dell’infrastruttura della metro A di Roma.

Con un altro emendamento del governo viene previsto un piano per il posizionamento di totem con defibrillatori, teleconnessi al numero 118, in considerazione dei flussi di pellegrini e delle eventuali situazioni di soccorso per problemi cardiaci che potrebbero verificarsi. Controlli Mimit – Previsto il rafforzamento dei controlli del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sui crediti di imposta relativi all’investimento ‘Transizione 4.0’ del Pnrr, attraverso una convenzione con l’Agenzia delle Entrate. La misura è volta ad agevolare lo scambio di dati e informazioni rilevanti per le attività di controllo. Legge Cartabia – Sono prorogati al 31 dicembre 2023, dal 30 giugno 2023, i termini per l’adotazione dei decreti attuativi della delega sull’ordinamento giudiziario. Banda larga – Con un emendmento parlamentare (primo firmatario Pietro Patton delle Autonomie) viene disposta la proroga di 24 mesi dei termini relativi a permessi, concessioni, certificati, attestati o autorizzazioni relativi ai lavori per la banda larga e ultralarga. Portovesme: con un altro emendamento parlamentare presentato dal M5S sono estesi a Portovesme i sostegni previsti per le imprese energivore in quanto “unico produttore nazionale di zinco e piombo primari”.

Dl superbonus: Senato lo converte in legge. Le misure

Dl superbonus: Senato lo converte in legge. Le misure




Dl superbonus: Senato lo converte in legge. Le misure – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Proroga al 30 settembre 2023 per il superbonus al 110% per i lavori effettuati su villette e case unifamiliari, possibilità di usufruire ancora dello sconto in fattura e della cessione del credito per i lavori effettuati nelle zone sismiche e nei territori delle Marche colpiti da alluvione, per l’aliminazione delle barriere architettoniche, per gli interventi su immobili Iacp e delle Onlus, allungamento a 10 anni del periodo per portare in detrazione il 110%, anzichè in 4 o 5 come avviene ora. Per le banche, possibilità di convertire i crediti acquistati in Btp a dieci anni, qualora abbiano esaurito lo spazio fiscale per le compensazioni.

Sono queste le principali novità introdotte nel corso dell’iter parlamentare al decreto legge sui crediti fiscali derivanti dal superbonus e dagli altri bonus edilizi. Con il voto di fiducia espresso oggi al Senato il provvedimento è stato convertito in legge. I voti a favore sono stati 94, quelli contrari 72, gli astenuti sono stati due. Ieri il decreto era stato licenziato dalla Camera. Per porre un freno all’aumento dei crediti legati ai bonus edilizi, ormai di difficile smaltimento, il decreto, approvato a metà febbraio dal Consiglio dei Ministri, ha vietato la possibilità di usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito per le spese sostenute per i nuovi interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, superbonus, facciate. Resta comunque la possibilità per il proprietario dell’immobile di usufruire direttamente della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi. Nello stesso decreto approvato dal Cdm sono state previste tuttavia alcune deroghe al divieto, come nel caso di lavori con il superbonus per i quali sia stata già presentata la Cila o, nel caso dei condomini, sia stata anche adottata la delibera assembleare. Le modifiche parlamentari hanno poi introdotto ulteriori deroghe al divieto.

Ancora da definire, invece, l’annunciato strumento finanziario, di natura privatistica, per sbloccare lo stock dei crediti incagliati (per un ammontare stimato tra 15 e 19 miliardi), fermo nei cassetti fiscali delle imprese esecutrici dei lavori e dei cittadini proprietari di immobili oggetto di interventi. A questa ‘piattaforma’ dovrebbero partecipare banche, istituti finanziari e grandi aziende pubbliche. Intanto, dopo la moral suasion esercitata dal Ministero dell’economia e delle finanze, diverse banche hanno ripreso ad acquistare i crediti, tra cui Unicredit e Bpm.

Di seguito le principali modifiche introdotte nel corso dell’esame parlamentare. Villette e case unifamiliari – Proroga al 30 settembre 2023 del superbonus edilizio al 110% nel caso in cui al 30 settembre dello scorso anno sia stato eseguito il 30% delle opere.

Edilizia libera – Per i lavori che non richiedono permessi o altri titoli abilitativi (ad esempio il cambio di caldaie) si potrà continuare ad usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito per le spese sostenute per interventi per i quali al 17 febbraio 2023 (data di entrata in vigore del decreto) non siano stati versati acconti, a fronte di un’autocertificazione da parte del cedente il credito e da parte del cessionario che attesti l’avvio dei lavori prima di quella data. Barriere architettoniche – è passato l’emendamento che deroga dallo stop allo sconto in fattura e cessione del credito le spese sostenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Aree sismiche – La cessione del credito o lo sconto in fattura per gli interventi relativi al superbonus continuano ad applicarsi per i lavori nelle aree classificate a rischio sismico alto o medio compresi in piani di recupero edilizio o di riqualificazione urbana, approvati dai consigli comunali prima del 17 febbraio e che concorrano al risparmio energetico e all’adeguamento antisismico dei fabbricati. Territori alluvionati delle Marche – Possono continuare a usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura gli interventi effettuati su immobili situati nelle Marche danneggiatii dalle alluvioni del 2022 e per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza. Iacp e Onlus – Resta la possibilità della cessione del credito o dello sconto in fattura anche per i lavori edilizi (diversi dal superbonus) effettuati su Iacp, edifici di Onlus e cooperative, a condizione che i componenti dei consigli di amministrazione non abbiano percepito compensi o indennità di carica. Varianti – Sono ammessi alla detrazione del 110% e possono utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura i progetti di variante alla Cila anche se presentati dopo 17 febbraio. Compensazione crediti-Btp – Le banche, le assicurazioni e le istruzioni finanziarie che hanno esaurito la loro capienza fiscale potranno utilizzare crediti fiscali 2022 derivanti da bonus edilizi per acquistare Btp con scadenza almeno decennale. Potrà essere utilizzato per l’acquisto dei titoli un ammontare di crediti fino al 10% di quelli scontati annualmente. I Btp, di emissione ordinaria, potranno essere sottoscritti a partire dal 1 gennaio 2028. Norma ‘salva- crediti’ – Arriva la norma che ‘salva’ i crediti maturati nel 2022 e che il 31 marzo 2023 rischiavano di scadere per la mancata definizione del contratto di cessione con la banca e la relativa comunicazione dell’Agenzia delle Entrate. E’ stato infatti previsto che la comunicazione all’Agenzia delle Entrate della cessione del credito può essere effettuata anche se il contratto di cessione non sia stato concluso. Con un ‘comunicato-legge’ del Ministero dell’economia è stato quindi chiarito che, con riferimento alla comunicazione per la prima cessione del credito (spese sostenute nel 2022 e rate residue delle spese 2020 e 2021), il cui termine di trasmissione all’Agenzia delle entrate è il 31 marzo 2023, è possibile avvalersi dell’istituto della remissione in bonis anche se l’accordo di cessione a favore di banche e intermediari finanziari è stato concluso dopo tale data. Per accedere alla remissione in bonis è previsto il pagamento una tantum di 250 euro. Responsabilità in solido – I cessionari che acquistano da una banca i crediti derivanti da bonus edilizi sono esclusi dalla responsabilità solidale in caso di agevolazioni indebitamente percepite, se la banca ha rilasciato un atto di possesso della specifica documentazione sulle opere che attestano il credito. Detrazioni superbonus fino a dieci anni – In arrivo la possibilità, anche per i privati che hanno usufruito del superbonus senza cessione del credito o sconto in fattura, di spalmare in dieci anni il credito fiscale corrispondente, anziché in quattro o cinque anni. La norma è stata introdotta anche per consentire di usufruire a pieno dell’agevolazione fiscale a chi ha redditi più bassi e risulterebbe incapiente.

Fmi: diplomazia faccia ogni sforzo possibile su tensioni geopolitiche

Fmi: diplomazia faccia ogni sforzo possibile su tensioni geopolitiche




Fmi: diplomazia faccia ogni sforzo possibile su tensioni geopolitiche – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale lancia un appello affinché i Paesi nel mondo mettano in atto “tutto il possibile per rafforzare l’impegno sul dialogo e la diplomazia per risolvere le tensioni geopolitiche e prevenire la frammentazione economica e finanziaria”, che richia di costare caro. E’ il messaggio lanciato in un capitolo (il III) anticipato dall’istituzione dal suo rapporto globale sulla stabilità finanziaria (Gfsr), in vista delle assemblee primaverili a Washington con la Banca mondiale.

Le crescenti tensioni geopolitiche tra le maggiori economie globali “possono causare una brusca inversione dei flussi di capitale trans frontalieri”, che secondo il Fmi potrebbe avere effetti anche più drastici sui mercati emergenti e in via di sviluppo. Considerazioni che giungono mentre proprio in vista delle assemblee primaverili, economie avanzate e giganti emergenti appaiono sempre più divisi dal nodo della guerra in Ucraina e delle sanzioni che Usa ed Unione europea hanno imposto contro la Russia, mentre crescenti tensioni riguardano la Cina e sul nodo di Taiwan.

In generale, prosegue l’analisi, le accresciute tensioni geopolitiche “hanno intensificato le preoccupazioni sulla frammentazione economica e finanziaria globale. La frammentazione indotta dalle tensioni geopolitiche può avere ricadute potenziali importanti per la stabilità finanziaria influenzando l’allocazione del capitale trans frontaliera, i sistemi di pagamento internazionali – si legge – e i prezzi degli asset”. Il Fmi stima che sul lungo termine questa accresciuta frammentazione globale possa comportare una perdita equivalente a due punti percentuali di Pil per l’economia globale. “Questo spiega perché sono necessarie solide salvaguardie all’integrazione”, si legge.

Soprattutto il Fmi vede “rischi macro finanziari di stabilità per l’aumento dei costi di finanziamento delle banche, la riduzione della loro redditività e il calo dell’approvvigionamento di credito al settore privato. Queste ricadute saranno di disproporzionatamente più elevate per le banche con bassi livelli di patrimonializzazione”. Uno scenario simile “potrebbe anche esacerbare la volatilità macro finanziaria sul lungo termine – avverte ancora il Gfsr – riducendo le opportunità di diversificazione internazionale del rischio a fronte a scenari di shock interni o esterni”.