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Salario minimo, Giansanti: il problema è nei contratti ‘pirata’

Salario minimo, Giansanti: il problema è nei contratti ‘pirata’Rimini, 24 ago. (askanews) – Il salario minimo? “Io credo nel contratto che firmiamo con i sindacati. Nel momento in cui viene stabilita una tariffa oraria con i rappresentanti dei lavoratori, ritengo che quella tariffa prevista sia equa. L’elemento su cui bisogna continuare a lavorare è la centralità dei contratti di lavoro. Il problema sta nei contratti ‘pirata’”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine del Meeting di Rimini.

“Anche in agricoltura – ha spiegato – noi abbiamo una serie di soggetti che si presentano alle porte delle aziende, che non sono necessariamente ‘caporali’ visto che si sono dati una veste giuridica e fanno anche la fattura, che offrono proposte estremamente vantaggiose, che vanno a destrutturare la contrattazione tra le associazione che rappresentano le imprese e i sindacati che rappresentano i lavoratori”. “E’ evidente che la centralità deve essere all’interno del contratto e soprattutto nella possibilità di costruire un modello in cui alla domanda corrisponda l’offerta, mentre oggi purtroppo a domanda non sempre corrisponde un’offerta ed è quello lo spazio in cui spesso si incunea quel mondo grigio con contratti che non richiamano né i contratti dell’agricoltura né i contratti del commercio e che rischiano di destrutturare il sistema, creando condizioni di disparità sia fra i lavoratori che fra le stesse imprese: l’azienda che ha un costo del lavoro più basso – ha proseguito – risulta più competitiva rispetto a quella vicina che rispetta il contratto di lavoro con le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori. Definire un numero per il salario minimo non significa nulla perché a quel punto dovremmo indicare anche il salario massimo per definire tutti i livelli e le scalette: ecco perché la centralità va data alla contrattazione”, ha concluso Giansanti.

Borsa, Istanbul batte Londra e Milano nella corsa alle IPO del 2023

Borsa, Istanbul batte Londra e Milano nella corsa alle IPO del 2023Roma, 24 ago. (askanews) – Istanbul ha avuto più successo nell’attrarre offerte pubbliche iniziali quest’anno rispetto alle borse molto più grandi di Londra, Francoforte o Milano, aiutata dal boom del commercio di azioni al dettaglio in Turchia in un anno altrimenti in gran parte negativo per le quotazioni a livello globale. Secondo i dati Dealogic, riportati dal Financial Times, quest’anno trenta società hanno venduto azioni in IPO alla Borsa di Istanbul, raccogliendo complessivamente 1,9 miliardi di dollari.

Il volume delle operazioni ha spinto Istanbul tra le prime 10 sedi globali per le IPO del 2023, davanti ai mercati azionari molto più grandi dell’Europa occidentale e della Corea del Sud. Il successo della Turchia, insieme a quello di altre economie emergenti come Romania e Indonesia, evidenzia come alcune delle principali borse occidentali non riescano ad attrarre importanti accordi azionari. Le IPO di Londra, ad esempio, hanno raccolto solo 967 milioni di dollari, mentre quelle di Francoforte hanno raccolto 1,1 miliardi di dollari.

La Turchia – sottolinea i Ft – sta traendo vantaggio dal fatto che gli investitori al dettaglio locali stanno diventando una parte sempre più influente del mercato. Mentre i capitali stranieri sono fuggiti a causa delle preoccupazioni per le politiche economiche non convenzionali del presidente Recep Tayyip Erdogan, i trader al dettaglio si sono rivolti alle azioni nella speranza di ottenere grandi rendimenti per compensare gli effetti di una crisi inflazionistica di lunga durata e del crollo della lira. Secondo la Turkish Capital Markets Association, il numero di investitori nelle azioni turche è più che quadruplicato, raggiungendo i 5,1 milioni dall’inizio del 2019. La proprietà del mercato azionario complessivo da parte dei singoli investitori è raddoppiata in quel periodo raggiungendo il 38%.

Confartigianato: con intelligenza artificiale a rischio 1 posto 3

Confartigianato: con intelligenza artificiale a rischio 1 posto 3Roma, 24 ago. (askanews) – Sono 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto della diffusione dell’intelligenza artificiale. Ad evidenziarlo è un rapporto di Confartigianato che analizza il grado di esposizione all’IA del nostro mercato del lavoro. Ne emerge che il 36,2% del totale degli occupati subirà l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Una percentuale, quella italiana, inferiore di 3,3 punti rispetto al 39,5% della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’IA. Stanno peggio di noi Germania e Francia rispettivamente al 43% e al 41,4% di lavoratori in bilico e il Lussemburgo con addirittura il 59,4%, seguito da Belgio al 48,8% e Svezia al 48%.

Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione. Tra le attività lavorative a minor rischio vi sono quelle con una una componente manuale non standardizzata. Secondo la rilevazione di Confartigianato, l’espansione dell’intelligenza artificiale insidia il 25,4% dei lavoratori in ingresso nelle imprese nel 2022, pari 1,3 milioni di persone. Per le piccole imprese fino a 49 addetti la quota è del 22,2%, pari a 729.000 persone.

A livello territoriale, la maggiore percentuale di personale in bilico si registra nel centro-nord, con in testa la Lombardia (35,2% degli occupati assunti nel 2022 più esposti a impatto IA), seguita dal Lazio (32%), Piemonte e Valle d’Aosta (27%), Campania (25,3%), Emilia Romagna (23,8%), Liguria (23,5%). Da rischio a opportunità, il rapporto di Confartigianato mette anche in evidenza che l’intelligenza artificiale è l’arma che le imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. In particolare, il 6,9% delle nostre piccole aziende utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e, in particolare, doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell’applicazione dell’IA.

“L’intelligenza artificiale – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare l”anima’ dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy”.

Francia, fiducia delle imprese a livello più basso da aprile 2021

Francia, fiducia delle imprese a livello più basso da aprile 2021Milano, 24 ago. (askanews) – Cala la fiducia delle imprese in Francia: l’indicatore che sintetizza l’ottimismo di manager e imprenditori dei diversi settori si attesta a 99, un punto in meno rispetto al mese precedente. E’ il dato più basso da aprile 2021, fa sapere l’Institut national de la statistique et des études économiques (Insee). Questo peggioramento, si legge, si spiega con il deterioramento dello scenario nell’industria manifatturiera e nei servizi.

Nel dettaglio, per quanto riguarda la manifattura l’indice ha perso 5 punti, passando da 101 di luglio ai 96 di agosto. Nei servizi la flessione è stata di 2 punti, da 102 a 100. Meglio il clima di fiducia nell’edilizia: da 105 a 106. Una conseguenza dello scarso ottimismo dei manager è il crollo dell’indice che fotografa la fiducia di chi cerca lavoro: persi in un mese 5 punti, dai 106 di luglio ai 101 di agosto. Anche in questo caso, sottolinea l’Insee, è il dato più basso da aprile 2021.

Borse asiatiche in spolvero, effetto-Nvidia sui titoli del tech

Borse asiatiche in spolvero, effetto-Nvidia sui titoli del techMilano, 24 ago. (askanews) – Borse asiatiche in spolvero. A Tokyo il Nikkei ha chiuso avanti dello 0,74% e quando anche i mercati cinesi sono in volata finale Shanghai segna +0,52%, Shenzhen guadagna +1,63% e il China A50 avanza dell’1,53%. Vola Hong Kong +2,2%.

A trainare i mercati sono i titoli del tech, che beneficiano dell’onda di Nvidia: la società americana di chip e schede grafiche ieri ha annunciato una trimestrale record, con ricavi in crescita del 101% in un anno a 13,5 miliardi di dollari e un utile netto trimestrale di 6,1 miliardi di dollari, un balzo monstre dell’843% rispetto a un anno fa. Tutto merito dell’exploit dell’intelligenza artificiale: “Una nuova era informatica è arrivata. Le società di tutto il mondo stanno passando dall’elaborazione generica a quella accelerata e all’intelligenza artificiale generativa”, ha detto Jensen Huang, il founder e ceo di Nvidia. L’effetto sui mercati asiatici non si è lasciato attendere: in Cina Foxconn, altro player globale dei semiconduttori, segna un rialzo del 7,45% ed è il miglior titolo del China A50. Sull’Hang Seng buona la performance di Lenovo +5,82% e di Xiaomi +4%. Sul Nikkei Tokyo Electron ha archiviato la sua giornata con il +3,3%.

Pichetto: su imballaggi posizioni moderna come su emissioni motori

Pichetto: su imballaggi posizioni moderna come su emissioni motoriMilano, 23 ago. (askanews) – “Sul regolamento europeo degli imballaggi, che adesso comincia ad essere una direttiva, teniamo la nostra posizione, che è una posizione di modernità così come sulle emissioni dei motori. Perché se il tema sono le emissioni, non devo dire oggi, con un metodo che stava in certi modelli di regime ma non nel nostro, qual è il tipo di motore al 2035. Bisogna dire no alle emissioni. Questa è la sfida che abbiamo e il modello che vogliamo”. Così il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo a un panel sulla crisi energetica al Meeting di Rimini.

Gas, Pichetto: obiettivo aumentare capacità rigassificatori

Gas, Pichetto: obiettivo aumentare capacità rigassificatoriMilano, 23 ago. (askanews) – “L’obiettivo è aumentare la capacità dei rigassificatori perché ci danno più sicurezza, posso avere navi (gasiere) che arrivano da tutto il mondo. Per questo il mio obiettivo da Pniec è arrivare almeno al 50% (del fabbisogno di gas ndr). Vero che costa qualcosa in più ma determina una situazione di sicurezza che è uno degli obiettivi del Pniec”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, durante un panel sulla crisi energetica al Meeting di Rimini.

Nucleare, Pichetto Fratin: impegno per ricerca e sperimentazione

Nucleare, Pichetto Fratin: impegno per ricerca e sperimentazioneRimini, 23 ago. (askanews) – “Sul nucleare l’Italia ha una esperienza e una capacità che ha mantenuto nei decenni trascorsi e ci vede impegnati con tecnici italiani all’estero e non solo. La valutazione che viene fatta dalla maggioranza è quella che c’è stata in ambito parlamentare con il voto di una mozione che ha posto come obiettivo al governo, e quindi del Paese, il totale impegno a favore di ricerca e sperimentazione”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, al Meeting di Rimini.

“Sono convinto – ha aggiunto Pichetto Fratin – che il percorso debba essere di coltivare tutte le azioni sul nucleare di quarta generazione, parlando di fissione, che sono quelle che possono portare entro pochi anni anche a vedere gli small reactors, strumenti che dovrebbero garantire una sicurezza della produzione di energia nucleare e una rapidità di collocazione di questi impianti”. “Un secondo filone – ha spiegato il ministro – è quello di essere totalmente impegnati nella parte di ricerca che riguarda la fusione nucleare: secondo gli analisti vedrà la luce tra diversi decenni. Ma ci vede impegnati sia a livello nazionale, con i nostri centri di ricerca e sia con l’impegno di grandi aziende in Italia, cito Eni, in accordo con il sistema industriale americano”.

Carburanti, Pichetto Fratin: monitoriamo giornalmente i prezzi

Carburanti, Pichetto Fratin: monitoriamo giornalmente i prezziRimini, 23 ago. (askanews) – Il governo sta “monitorando giornalmente i prezzi dei carburanti”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, al Meeting di Rimini, assicurando che “il tema è alla massima attenzione” dell’esecutivo.

“Noi stiamo monitorando giornalmente i prezzi dei carburanti – ha detto Pichetto Fratin -. Negli ultimi giorni certamente c’è stato un effetto anche leva sul settore dovuto ad alcune valutazioni che hanno riguardato il petrolio. I Paesi dell’Opec hanno ridotto la produzione e tutto questo ha generato automaticamente un riflesso sul mercato e quindi sui prezzi base”. “Il tema è alla massima attenzione da parte da parte nostra – ha aggiunto il Ministro -. Poi bisognerà a questo punto scegliere se come governo si interviene direttamente sulla parte dei carburanti o, compatibilmente con il bilancio dello Stato, fare valutazioni su altri tipi di interventi di ordine sociale”.

Foot Locker taglia stime 2023: tonfo a Wall Street, giù Nike e Adidas

Foot Locker taglia stime 2023: tonfo a Wall Street, giù Nike e AdidasMilano, 23 ago. (askanews) – Foot Locker taglia le stime per il 2023 e spaventa tutto il settore dell’abbigliamento sportivo: la catena di negozi popolare in tutto il mondo quotata a New York lascia sul parterre un terzo del suo valore, minacciando Nike (-3,45%) e Under Armour (-1,32%) negli States e Adidas (-3,33%) e Puma (-3,38%) in Europa. Anche l’italiana Basic Net (Kappa) risente dell’andamento del mercato: -1,14% a Piazza Affari.

A scatenare l’effetto domino la trimestrale di Foot Locker con un warning al mercato che è costato, quando Wall Street è a metà seduta, il 30% di capitalizzazione pari a 700 milioni di dollari. Mary Dillon, presidente e amministratore delegato di Foot Locker, ha spiegato che anche se “il secondo trimestre è stato sostanzialmente in linea con le aspettative” a luglio “abbiamo assistito a un ammorbidimento delle tendenze” che hanno costretto l’azienda a tagliare le prospettive per il 2023 “per permetterci di competere al meglio con i consumatori sensibili al prezzo”. E così Foot Locker conta di chiudere l’anno con ricavi in calo tra l’8% e il 9% (contro la precedente forchetta -6,5% e -8%) e un margine operativo lordo tra il 27,8% e il 28%, meno del precedente 28,6%-28,8%. Nel secondo quarto Foot Locker ha registrato ricavi in calo del 9,9% a 1,8 miliardi di dollari, contro i 2 miliardi dello stesso periodo del 2022, per una perdita di 5 milioni di dollari, da confrontare con l’utile di 94 milioni di dollari di un anno fa.