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Ordine Consulenti Lavoro, insediato il nuovo Consiglio nazionale

Ordine Consulenti Lavoro, insediato il nuovo Consiglio nazionaleRoma, 10 nov. (askanews) – Si è insediato il nuovo Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, che sarà presieduto da Rosario De Luca per il triennio 2023-2026. Alla carica di vicepresidente – si legge in una nota – è stato eletto Luca De Compadri e a quella di segretario è stato confermato Giovanni Marcantonio. Confermato, inoltre, alla carica di tesoriere Stefano Sassara; mentre il nuovo presidente del Collegio dei Revisori dei Conti è Rosario Cassarino. A far parte della nuova squadra dei Consulenti del Lavoro anche Stefano Ansideri; Alessandro Bensi; Daniela Broccolato; Carla Capriotti; Serafino Di Sanza; Gianluca Donati; Patrizia Gobat; Angela Eugenia Losito; Luca Paone; Paolo Puppo; Antonella Ricci. A comporre, invece, il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti, oltre al presidente Cassarino, Giuseppe Buscema e Rosanna Grieco. La cerimonia di insediamento si è svolta a Roma, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dopo il voto di rinnovo dello scorso 28 ottobre, che ha visto più votato proprio il presidente uscente, Rosario De Luca, con 433 preferenze su 450 votanti (96 per cento).

“C’è forte entusiasmo nella nostra Categoria per l’ennesima dimostrazione di coesione e unità di intenti tra territorio e rappresentanti nazionali”, ha commentato il presidente De Luca. “La numerosa presenza dei delegati al voto comprova la voglia collettiva di prendere parte a questo grande progetto e testimonia la determinazione di guardare tutti assieme al futuro per continuare a scrivere pagine importanti della nostra storia professionale. Nel contempo, questa prova di vicinanza impegna tutti noi dirigenti a una gestione responsabile e visionaria della professione, che negli ultimi vent’anni si è affermata per i grandi valori sociali di cui è portatrice. Ma che nei prossimi mesi sarà ancora più al centro delle dinamiche economiche del Paese, per contribuire alla crescita dell’intera collettività”. Una categoria unita non solo nel voto, dunque, ma anche nei prossimi obiettivi da perseguire. Primo fra tutti, la realizzazione di un mondo del lavoro più sicuro e inclusivo, scandito dalla partecipazione attiva dei lavoratori alle dinamiche aziendali, ma anche dai valori dell’etica, della legalità e della sicurezza. Un sistema economico-produttivo virtuoso, che passa dalla semplificazione burocratica e dall’interlocuzione costante tra il mondo politico-istituzionale e i Consulenti del Lavoro, che hanno acquisito attribuzioni e competenze che vanno ben oltre la legge istitutiva n. 12/1979. Tra le sfide da affrontare – conclude la nota – anche quella di rendere ancora più attrattiva la professione per i giovani, interpretando al meglio le transizioni in atto nel mercato occupazionale, ma anche investendo maggiormente nella tecnologia e nella formazione specialistica degli iscritti.

Fisco, ok 48 Paesi tra cui l’Italia a protocollo Ocse criptoasset

Fisco, ok 48 Paesi tra cui l’Italia a protocollo Ocse criptoassetRoma, 10 nov. (askanews) – L’Ocse ha annunciato che 48 tra Paesi e giurisdizioni hanno concordato di adottare da qui al 2027 il quadro globale sulla trasparenza fiscale per lo scambio di informazioni sulle cripto attività. Con un comunicato, l’ente parigino spiega che si tratta di una componente chiave delle normative internazionali sullo scambio automatico di dati sul fisco, elaborato su mandato del G20.

Questo protocollo prevede lo scambio automatico di informazioni fiscali sui cripto asset ed è stato deciso a seguito del rapido sviluppo di queste tipologie di attività e relative transazioni, che possono riguardare ogni sorta di pagamento o investimento. A differenza dei prodotti finanziari tradizionali, spiega l’Ocse, criptovalute e attività possono essere trasferite e detenute senza l’intervento di intermediari tradizionali, come le banche, e senza che una amministrazione pubblica centrale ne sia pienamente a conoscenza, sia riguardo alle parti oggetto della transazione sia della giurisdizione in cui ricade il cripto asset.

L’Italia è nella lista di Paesi che hanno aderito all’intesa assieme al G7 e dell’Unione europea. Non compaiono invece tra gli Stati aderenti alcuni giganti dei Brics, che pure fanno parte del G20, come Cina, Russia, India e Arabia Saudita, né stati mediorientali come il Qatar o gli Emirati Arabi Uniti.

Stop del Tar al prezzo medio esposto dai benzinai, il ministero fa ricorso

Stop del Tar al prezzo medio esposto dai benzinai, il ministero fa ricorsoRoma, 10 nov. (askanews) – Il ministero delle Imprese e del Made in Italy annuncia di ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di proporre immediato appello al Consiglio di Stato con richiesta di sospensione degli effetti della sentenza del TAR del Lazio, che prevede l’annullamento del decreto con il quale sono state stabilite le modalità dell’obbligo di comunicazione da parte degli esercenti dei prezzi dei carburanti. Secondo il ministero, “la decisione del TAR si limita ad affrontare questioni procedurali e non pone in dubbio la sussistenza dell’obbligo previsto dalla legge in ordine all’esposizione del cartello”.

Il Mimit sostiene in una nota che “la norma sull’esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti ha ampiamente dimostrato la sua efficacia, nonostante le turbolenze geopolitiche, come dimostrato dalla continua e progressiva discesa dei prezzi che si protrae da oltre un mese, che oggi si attestano a 1,827 euro al litro per il gasolio e a 1,838 euro al litro per la benzina. Valutazioni in calo di circa 10 cent rispetto a quelle del 10 ottobre scorso”. “In questi mesi, in Italia il prezzo industriale di benzina e gasolio è stato inferiore a quello degli altri grandi Paesi europei e il margine lordo di distribuzione non ha subito i picchi visti nello scorso anno, a piena tutela quindi dei diritti dei consumatori e degli stessi operatori del servizio” afferma il ministero.

Lagarde: tassi a livello che riteniamo ripoterà inflazione al 2%

Lagarde: tassi a livello che riteniamo ripoterà inflazione al 2%Roma, 10 nov. (askanews) – Date le nostre previsioni attuali sui tassi di interesse alla Bce “siamo a un livello a cui riteniamo che, se mantenuto abbastanza lungo, ci porterà all’obiettivo del 2% di inflazione nel medio termine”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde in una intervista in trasmessa in diretta con il Financial Times.

Lagarde ha insistito sul fatto che “abbastanza a lungo significa abbastanza a lungo” e più nello specifico “nei prossimi due trimestri non vedremo cambiamenti” sulla linea dei tassi e più a lungo termine “dipenderà dai criteri che indichiamo”, ha spiegato.

Istat, economia italiana rischia rallentamento nei prossimi mesi

Istat, economia italiana rischia rallentamento nei prossimi mesiRoma, 10 nov. (askanews) – Ad ottobre, la fiducia di famiglie e imprese ha continuato a calare, suggerendo che l’economia italiana potrebbe rallentare nei prossimi mesi. E’ quanto reso noto dall’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

Le prospettive economiche internazionali restano molto incerte, condizionate dall’acuirsi delle tensioni geo-politiche e dalle condizioni finanziarie sfavorevoli per famiglie e imprese. Nel terzo trimestre, il Pil italiano è stato, in base alla stima preliminare, stabile rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato migliore della Germania ma peggiore rispetto a quello di Francia e Spagna. La variazione acquisita della crescita del Pil per il 2023 è pari a 0,7%.

Dal lato dell’offerta, l’indice destagionalizzato della produzione del settore manifatturiero a settembre è rimasto invariato dopo il lieve incremento di agosto. Nella media del terzo trimestre, la produzione ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Il mercato del lavoro continua a mostrare una buona tenuta nonostante la debolezza congiunturale. A settembre, sono aumentati rispetto ad agosto gli occupati e i disoccupati mentre gli inattivi sono diminuiti.

La crescita tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) si è collocata in ottobre al di sotto del 2%. Tale dinamica è risultata di un punto inferiore alla media dell’area euro per effetto della più forte discesa dei listini dei beni energetici in Italia.

Nucleare, Urso vede rappresentanti filiera: riaprire la strada

Nucleare, Urso vede rappresentanti filiera: riaprire la stradaRoma, 10 nov. (askanews) – Riaprire la strada al nucleare in Italia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato a Palazzo Piacentini una delegazione di Edison, Ansaldo Nucleare, Enea, Politecnico di Torino e Nomisma Energia che ha illustrato uno studio sull’energia nucleare di nuova generazione. Lo ha comunicato il ministero.

Gli esperti hanno evidenziato la necessità di raggiungere gli obiettivi di completa decarbonizzazione al 2050 attraverso un mix di fonti produttive che preveda anche la presenza di una quota di “energia termica”, sottolineando come il nucleare rappresenti la soluzione ideale. “Vogliamo essere al passo con gli altri paesi europei e assicurare costi energetici competitivi e approvvigionamenti alle industrie italiane – ha spiegato il ministro Urso -. Nei prossimi giorni sarò in Slovacchia all’inaugurazione del nuovo reattore della centrale di Mochovce, realizzato da Enel. Abbiamo imprese di prim’ordine in Italia e dobbiamo riaprire la strada al nucleare, che presenta elementi di maggiore sicurezza rispetto al passato, è economico e ha emissioni zero”.

Industria, Istat: a settembre produzione ferma su mese, -2% su anno

Industria, Istat: a settembre produzione ferma su mese, -2% su annoRoma, 10 nov. (askanews) – Produzione industriale ferma in Italia. A settembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale è rimasto invariato rispetto ad agosto. Al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito, in termini tendenziali, del 2% e i giorni lavorativi di calendario sono stati ventuno contro i ventidue di settembre 2022. E’ la stima diffusa dall’Istat.

Nella media del terzo trimestre il livello della produzione aumenta dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali per i beni strumentali (+1,5%), l’energia (+1,1%) e i beni intermedi (+0,8%); viceversa, si osserva una flessione per i beni di consumo (-2,2%).

Si registrano incrementi tendenziali solo per i beni strumentali (+2,6%); calano, invece, l’energia (-0,4%), i beni intermedi (-2,6%) e in misura più marcata i beni di consumo (-6,5%). Tra i settori di attività economica la fabbricazione di mezzi di trasporto presenta un’ampia crescita tendenziale (+11,2%), seguono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,3%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+0,9%). Le flessioni maggiori si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-11,6%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,9%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-4%).

Patto stabilità, verso accordo Ue su riforma entro dicembre

Patto stabilità, verso accordo Ue su riforma entro dicembreBruxelles, 9 nov. (askanews) – Sulla riforma del Patto di stabilità, che stabilirà le nuove regole Ue per i bilanci degli Stati membri, c’è un certo ottimismo da parte della presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue riguardo alla prospettiva di riuscire a trovare un compromesso tra i Ventisette entro dicembre. Questo permetterebbe poi l’approvazione finale anche da parte del Parlamento europeo, prima della pausa legislativa di primavera in vista delle elezioni di giugno, e l’entrata in vigore delle nuove norme già nel 2024, in modo da poterle applicare ai bilanci per il 2025.

I ministri delle Finanze dei Ventisette hanno fatto grandi passi avanti sui negoziati nelle ultime due settimane, confermati oggi alla riunione del Consiglio Ecofin a Bruxelles. ‘Abbiamo messo sul tavolo delle proposte di compromesso (‘landing zone, ndr) che riflettono i contributi di tutti gli Stati. E’ il risultato di scambi intensi e la parola con cui possiamo meglio sintetizzare questo lavoro è ‘bilanciato’. Oggi vediamo che c’è accordo sugli elementi chiave e sui meccanismi delle nuove regole, e sulla necessità di avere disciplina di bilancio, ma anche di assicurare contro-ciciclicità’ per sostenere crescita e investimenti, ha spiegato a nome della presidenza di turno la vicepremier e ministro delle Finanze spagnola, Nadia Calvino, nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin. ‘C’è ancora tanto lavoro da fare, ma come i pellegrini nel cammino di Santiago stiamo iniziando a vedere la meta. E vediamo – ha osservato Calvino – che c’è un forte impegno di tutti i paesi membri a contribuire a lavorare insieme e a raggiungere un accordo prima della fine dell’anno. Nulla è ancora deciso – ha precisato – ma gli scambi di oggi consentiranno di fare progressi significativi nelle ultime settimane. Si spiana la strada a un pacchetto di compromesso, e per questo nei prossimi giorni faremo circolare le proposte legislative, e accelereremo i lavori a livello tecnico.

‘Abbiamo concordato la convocazione di un Ecofin straordinario per la fine di novembre – ha annunciato la presidente di turno spagnola – per lavorare ascoltando attentamente tutti i paesi membri, e poi chiudere l’accordo all’Ecofin di dicembre. L’ultima riunione a Bruxelles dei ministri delle Finanze dei Ventisette è prevista l’8 dicembre. L’ottimismo della presidenza di turno riposa soprattutto sul tentativo in corso di conciliare le diverse posizioni di Francia e Germania. I ministri dei due paesi, Bruno Le Maire e Christian Lindner, si sono già visti a Parigi nei giorni scorsi e hanno annunciato stamattina che si vedranno ancora a breve a Berlino, mentre i loro team tecnici continuano a incontrarsi e a lavorare alle possibili soluzioni di compromesso.

‘Qualunque progresso che possa essere fatto da Francia e Germania – ha detto Calvino rispondendo a un giornalista che chiedeva se l’iniziativa franco-tedesca non costituisse un problema per l’attività di mediazione portata avanti dal governo spagnolo – sarà integrato nel lavoro della presidenza di turno, come abbiamo fatto finora. Penso che probabilmente la ragione per cui siamo stati in grado di fare così tanti progressi, come presidenza spagnola, stia nel fatto abbiamo ascoltato attentamente tutti, per raggiungere un accordo bilanciato che rifletta i vari punti di vista. In questo quadro, tuttavia, l’Italia potrebbe mettersi di traverso, se dovessero passare delle modifiche, chieste soprattutto dai tedeschi, alla proposta originaria originaria della Commissione. Fonti del Mef hanno fatto sapere nel pomeriggio a Bruxelles che l’Italia non è disposta a chiudere l’accordo a qualunque costo, e che se il compromesso finale che sarà proposto andasse in una direzione sfavorevole agli interessi del Paese, sarebbe pronta piuttosto ad accettare che resti in vigore il quadro precedente.

Molti paventano che si torni alle vecchie regole, ma per l’Italia, hanno osservato le fonti, questo non sarebbe comunque il male assoluto, hanno osservato le fonti, ricordando comunque che la bozza di compromesso comunque non è ancora chiusa, ci si sta ancora lavorando, e le discussioni in corso possono ancora cambiare le proposte sul tavolo. Tra le modifiche proposte è positivo, e va nel senso voluto dall’Italia, che si assicuri che le spese per investimenti verdi e per la difesa vengano considerate in modo diverso, più favorevolmente nella valutazione del rispetto delle regole Ue da parte dei bilanci nazionali. Se ci si accorda su valori sostenibili per la riduzione del debito, per l’Italia non è un problema, il Paese deve intraprendere comunque un percorso virtuoso per liberarsi dal fardello dell’alto debito pubblico. Ma ci sono anche alcuni passaggi a cui l’Italia non è favorevole. In particolare, non convince la regola molto più rigida che vuole la Germania per la riduzione del deficit, anche se per il lungo termine. Applicare un percorso di aggiustamento di quattro-sette anni (come propone la Commissione) va bene, ma non se poi devi stare comunque sotto una soglia minima del deficit, a prescindere. Insomma, hanno ribadito le fonti, se deve accettare un nuovo Patto di stabilità che non convince, l’Italia preferisce tenersi ilávecchioáPatto. La Germania chiede sostanzialmente due cose: una ‘salvaguardia’ che comporti una riduzione media annua del debito/Pil, e che secondo i tedeschi dovrebbe essere almeno dell’1%, per i paesi che non rispettano la soglia del 60%; e un ‘margine di sicurezza’ per il disavanzo di questi stessi paesi, che dovrebbero mantenere un deficit/Pil sotto la soglia di Maastricht del 3%, e che secondo Berlino dovrebbe essere fissata addirittura all’1%. Nella proposta originaria della Commissione, invece, i paesi con debito superiore al 60% del Pil dovranno avviare percorsi di riduzione calcolati su misura per ciascuno di essi, senza un parametro numerico prefissato, e basati soprattutto su una riduzione della spesa pubblica. Quanto ai paesi con un deficit che supera la soglia del 3% del Pil, la proposta della Commissione prevede che vi sia uno sforzo di bilancio annuale pari allo 0,5% del Pil per ridurre il disavanzo eccessivo. La presidenza spagnola di turno ha inserito nella sua bozza di compromesso i due parametri (salvaguardia per il debito e ‘benchmark’ per il deficit) chiesti dai tedeschi, ma il negoziato è ora sui numeri, sul valore quantitativo di questi parametri, e sullo spazio temporale entro cui applicarli. Secondo la proposta di compromesso attuale, comunque, le nuove soglie minime verrebbero applicate dopo il medio periodo (di quattro o sette anni) del percorso di aggiustamento, una volta che sia stata recuperata la piena sostenibilità del debito pubblico. Durante la conferenza stampa finale dell’Ecofin, rispondendo a un giornalista che chiedeva se le modifiche chieste dai tedeschi non compromettano il carattere originale della proposta di riforma, che consisteva nel semplificare drasticamente un sistema che era inapplicacabile perché troppo complesso, in quanto basato su variabili difficili da verificare, il vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha sottolineato che ‘la proposta spagnola preserva lo spirito e i concetti della proposta della Commissione’, e che ‘i nuovi elementi, e in particolare la ‘salvaguardia per il deficit, che dipenderà dalla sua quantificazione (dal modo in cui viene calibrata, ndr), sono ancoraáinádiscussione. Nadia Calvino, da parte sua, replicando alla stessa dpmanda, ha confermato che ‘l’essenziale (‘core, ndr) della proposta della Commissione, il fatto che semplifichi fortemente il quadro, è preservato. Il nocciolo e la spina dorsale del potenziale compromesso (‘landing zone, ndr) stanno nel percorso su misura di aggiustamento di medio termine basato sulla spesa pubblica. In più, – ha concluso Calvino – ci sono alcune salvaguardie per continuare ad assicurare l’equilibrio tra l’obiettivo di ridurre il debito e quello di sostenere gli investimenti che rispondono alle priorità dell’Ue.

Patto stabilità, Calvino: “Vediamo la meta, Ecofin a fine mese”

Patto stabilità, Calvino: “Vediamo la meta, Ecofin a fine mese”Roma, 9 nov. (askanews) – I ministri delle Finanze e economici dell’Unione europea hanno fatto nuovi passi avanti sui negoziati per la riforma del Patto di stabilità e di crescita e dopo consultazioni intense nelle ultime due settimane – con oltre 50 incontri – “abbiamo messo sul tavolo una proposta di compromesso (landing zone) che riflette i contributi di tutti gli Stati. E’ il risultato di scambi intensi e la parola con cui possiamo meglio sintetizzare questo lavoro è ‘bilanciato’. Oggi vediamo che ci sta accordo sugli elementi chiave e i meccanismi delle nuove regole e sulla necessità di avere disciplina ma anche di assicurare contro ciciclicità” per sotenere crescita e investimenti. Lo ha riferito la vicepremier e ministro delle Finanze della Spagna, paese che ha la presidenza di turno dell’Ue, Nadia Calvino, nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin.

“Ci sta ancora tanto lavoro da fare ma come i pellegrini nel cammino di Santiago stiamo iniziando a vedere la meta. E vediamo che c’è un forte impegno di tutti i paesi membri a contribuire a lavorare insieme e a raggiungere un raccordo prima della fine dell’anno. Nulla è deciso – ha precisato Calvino – ma gli scambi di oggi consentiranno di fare i progressi significativi nelle ultime settimane. Si spiana la strada a un pacchetto di accordo e per questo nei prossimi giorni faremo circolare le proposte legislative, faremo accelerare i lavori a livello tecnico”. “Abbiamo concordato un Ecofin straordinario per la fine di novembre – ha annunciato – per lavorare e ascoltare attentamente tutti i paesi membri e chiudere l’accordo per dicembre”.

Apple rischia nuova sentenza Ue su accordi tassazione in Irlanda

Apple rischia nuova sentenza Ue su accordi tassazione in IrlandaRoma, 9 nov. (askanews) – Si annunciano nuovi possibili problemi per Apple con le autorità dell’Unione europea in merito al trattamento fiscale di vantaggio che negli anni scorsi aveva ottenuto dall’Irlanda. L’avvocato generale presso la Corte di giustizia europea, Giovanni Pitruzzella, già a capo dell’Antitrust italiano, ha infatti emesso un parere in cui suggerisce di annullare una sentenza che aveva a sua volta bocciato un provvedimento della Commissione europea contro due “fiscal ruling” dell’Irlanda a favore di Apple.

Secondo Pitruzzella la causa va rinviata al Tribunale che dovrà procedere a una nuova decisione nel merito, perché “ha commesso una serie di errori di diritto” e anche alcuni metodologici. Secondo il Fiancial Times la partita riguarda un ammontare che supera i 14 miliardi di euro. I “ruling fiscali” sono accordi che consentono alle imprese di ottenere dall’amministrazione tributaria una decisione anticipata sul trattamento fiscale al quale saranno assoggettate. Nel 1991 e nel 2007 l’Irlanda ha emesso due provvedimenti di questo genere nei confronti di due società del gruppo Apple (Apple Sales International – Asi e Apple Operations Europe -Aoe), costituite in base al diritto irlandese, ma non fiscalmente residenti in Irlanda. I ruling, secondo quanto riporta il comunicato suol parere dell’avvocato generale, approvavano il metodo con cui Asi e Aoe proponevano di determinare gli utili imponibili in Irlanda derivanti dalle attività delle loro succursali irlandesi.

Nel 2016 la Commissione europea ha ritenuto che i ruling fiscali, nell’escludere dall’imponibile gli utili derivanti dall’utilizzazione delle licenze di proprietà intellettuale detenute da Asi e Aoe, avessero conferito a tali società, tra il 1991 e il 2014, un aiuto di Stato illegale e incompatibile con il mercato interno di cui aveva beneficiato il gruppo Apple nel suo complesso e ha ingiunto all’Irlanda di procedere al suo recupero. Nel 2020, adito dall’Irlanda e da Asi e Aoe, il Tribunale dell’Unione ha annullato la decisione della Commissione, ritenendo che quest’ultima non avesse dimostrato l’esistenza di un vantaggio derivante dall’adozione dei ruling fiscali. La Commissione però si è rivolta alla Corte di Giustizia per ottenere l’annullamento della sentenza del Tribunale. Nelle sue conclusioni, l’Avvocato generale Giovanni Pitruzzella suggerisce alla Corte di annullare la sentenza e di rinviare la causa al Tribunale per una nuova decisione nel merito.

Secondo l’Avvocato generale, prosegue il comunicato, il Tribunale ha commesso una serie di errori di diritto laddove ha giudicato che la Commissione non avesse sufficientemente provato che le licenze di proprietà intellettuale detenute da Asi e Aoe e i relativi profitti, generati dalle vendite dei prodotti Apple al di fuori degli Usa, dovevano essere attribuiti a fini fiscali alle succursali irlandesi. L’avvocato generale ritiene altresì che il Tribunale non abbia correttamente valutato la sussistenza e le conseguenze di taluni errori metodologici che, secondo la decisione della Commissione, viziavano i ruling fiscali. Ad avviso dell’Avvocato generale, è pertanto necessaria una nuova valutazione da parte del Tribunale. Va ricordato che le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia e che su sentenze o ordinanze del Tribunale può essere presentata impugnazione alla Corte di giustizia, limitatamente alle questioni di diritto.