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Istat: ad ottobre l’inflazione è crollata all’1,8%, ai minimi da luglio 2021

Istat: ad ottobre l’inflazione è crollata all’1,8%, ai minimi da luglio 2021Roma, 31 ott. (askanews) – Crolla l’inflazione in Italia. Ad ottobre l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%). E’ la stima preliminare dell’Istat.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato, dunque, una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 1,8% su base annua, da +5,3% del mese precedente. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli Alimentari non lavorati (da +7,7% a +5%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%).

L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%). Frena decisamente la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6% a +0,1%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,0 punti percentuali, dai -1,9 di settembre).

Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). “La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto. Un contributo al ridimensionamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,5%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” .

I prezzi del carrello della spesa sono infatti in frenata. Ad ottobre, secondo le stime preliminari dell’Istat, rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona da +8,1% a +6,3%. In calo anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). Ottobre è il primo mese del trimestre anti-inflazione, frutto del patto tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani prodotti a prezzi bloccati o scontati. Da segnalare la decelerazione su base annua dei prezzi dei Beni alimentari (da +8,4% a +6,5%; +0,1% da settembre), a cui contribuiscono entrambe le componenti di questo aggregato: Alimentari lavorati (da +8,9% a +7,4%; +0,2% il congiunturale) e Alimentati non lavorati (da +7,7% a +5%; -0,2% rispetto al mese precedente). In particolare, nell’ambito dei prodotti freschi, continuano a frenare decisamente i prezzi dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +13,8% a +2,8%; -2,2% il congiunturale), a fronte della ulteriore lieve accelerazione di quelli di Frutta fresca o refrigerata (da +9,6% a +9,8%; +0,9% su base mensile).

Inflazione, Istat: ad ottobre crolla all’1,8%, ai minimi da luglio 2021

Inflazione, Istat: ad ottobre crolla all’1,8%, ai minimi da luglio 2021Roma, 31 ott. (askanews) – Crolla l’inflazione in Italia. Ad ottobre l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%). E’ la stima preliminare dell’Istat.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato, dunque, una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 1,8% su base annua, da +5,3% del mese precedente. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli Alimentari non lavorati (da +7,7% a +5%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%).

L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%). Frena decisamente la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6% a +0,1%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,0 punti percentuali, dai -1,9 di settembre).

Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). “La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto. Un contributo al ridimensionamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,5%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+6,3%).

Crescita zero per l’economia italiana, l’Istat: Pil resta fermo nel terzo trimestre

Crescita zero per l’economia italiana, l’Istat: Pil resta fermo nel terzo trimestreRoma, 31 ott. (askanews) – Crescita zero per l’economia italiana. Nel terzo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo è rimasto fermo sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022. E’ la stima preliminare dell’Istat. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%.

Il terzo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell’industria e di una stazionarietà in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.

“L’economia italiana rimane stabile – è il commento dell’Istat – nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. Anche la dimanica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno”. Per l’Istituto di statistica “il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell’agricoltura, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta”.

Pil, Istat: crescita zero nel III trimestre, l’economia resta ferma

Pil, Istat: crescita zero nel III trimestre, l’economia resta fermaRoma, 31 ott. (askanews) – Crescita zero per l’economia italiana. Nel terzo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo è rimasto fermo sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022. E’ la stima preliminare dell’Istat. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%.

Il terzo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell’industria e di una stazionarietà in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.

“L’economia italiana rimane stabile – è il commento dell’Istat – nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. Anche la dimanica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno”. Per l’Istituto di statistica “il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell’agricoltura, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta”.

Mlp

Vodafone: venderà attività Spagna al fondo Zegona per 5 miliardi

Vodafone: venderà attività Spagna al fondo Zegona per 5 miliardiMilano, 31 ott. (askanews) – Vodafone ha annunciato di aver stipulato accordi vincolanti per vendere le sue attività spagnole al fondo britannico Zegona Communications per un valore massimo di 5 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi in contanti e fino a 0,9 miliardi sotto forma di azioni privilegiate riscattabili.

“La vendita di Vodafone Spagna è un passo fondamentale nel ridimensionamento del nostro portafoglio per la crescita e ci permetterà di concentrare le nostre risorse in mercati con strutture sostenibili e una sufficiente scala locale”, ha commentato il Ceo del gruppo Vodafone, Margherita Della Valle. “Vorrei ringraziare tutto il nostro team in Spagna per la dedizione ai nostri clienti e per l’incessante determinazione a migliorare la nostra performance organica. Tuttavia, il mercato è stato difficile, con rendimenti strutturalmente bassi. La mia priorità – ha proseguito – è creare valore attraverso la crescita e il miglioramento dei rendimenti. Dopo la transazione recentemente annunciata nel Regno Unito, la Spagna è il secondo dei nostri mercati più grandi in Europa in cui stiamo intervenendo per migliorare la competitività e le prospettive di crescita del gruppo.” Il completamento dell’operazione è subordinato all’ottenimento di alcune approvazioni da parte degli attuali azionisti di Zegona e di autorizzazioni normative e si prevede che avvenga nella prima metà del 2024.

Vodafone e Zegona stipuleranno un accordo di licenza del marchio, che consentirà l’uso del marchio Vodafone in Spagna per un massimo di 10 anni dopo il closing. Vodafone e Zegona stipuleranno altri accordi transitori e a lungo termine per i servizi, tra cui l’accesso agli appalti, l’IoT, il roaming e i servizi di carrier.

Manovra, attesa in serata in Senato. Domani via a sessione bilancio

Manovra, attesa in serata in Senato. Domani via a sessione bilancioRoma, 30 ott. (askanews) – Dopo l’accordo raggiunto in maggioranza, si sblocca l’avvio dell’iter per l’esame parlamentare della legge di bilancio, licenziata il 18 ottobre scorso dal Consiglio dei ministri.

Il testo, trasmesso a Palazzo Chigi dal Ministero dell’Economia venerdì scorso, dopo le ultime modifiche di “drafting”, viene trasmesso al Quirinale per l’autorizzazione alla presentazione in Parlamento e quindi trasmesso alla Presidenza del Senato, dove quest’anno la manovra inizierà il suo iter con la prima lettura. La Presidenza del Senato domani lo trasmetterà alla commissione Bilancio che esprimerà un primo parere sul contenuto del provvedimento e sulla necessità di eventuali stralci.

Poi, dopo le comunicazioni del Presidente in Aula previste per le 15, verrà ufficialmente avviata la sessione di bilancio con l’assegnazione alla V Commissione permanente di Palazzo Madama in sede referente e alle altre commissioni in sede consultiva. La maggioranza punta ad un’approvazione rapida della legge di bilancio ed ha confermato la volontà di non presentare emendamenti. L’approdo in Aula del Senato è previsto il 27 novembre.

Intesa Sp acquisisce First Bank, raddoppia la presenza in Romania

Intesa Sp acquisisce First Bank, raddoppia la presenza in RomaniaMilano, 30 ott. (askanews) – Intesa Sanpaolo rafforza la propria presenza nel centro-est Europa attraverso l’acquisizione della rumena First Bank dal fondo di investimento privato statunitense J.C. Flowers & Co.

Intesa Sanpaolo e JCF Tiger Holdings, l’azionista di controllo di First Bank, hanno firmato un accordo per l’acquisizione del 99,98% delle azioni della banca rumena. La transazione dovrebbe chiudersi entro il primo trimestre del 2024, in attesa dell’approvazione delle autorità di regolamentazione competenti. First Bank, con un patrimonio totale di circa 1,5 miliardi di euro è una banca commerciale con 40 filiali in Romania – dove si prevede che la crescita del Pil supererà il 3% nei prossimi due anni – e si concentra sul servizio alle pmi e alla clientela retail.

“Questa operazione, che raddoppia la nostra presenza in un Paese in forte crescita e con forti legami con l’Italia come la Romania, bene si inserisce nella strategia del Gruppo di cogliere opportunità orientate al valore pur mantenendo l’attenzione sulla crescita organica, orientata alla redditività”, ha commentato Marco Elio Rottigni, Chief Divisione International Subsidiary Banks. “L’espansione in Romania rafforza la nostra posizione nell’Europa Centro Orientale e conferma il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane; siamo davvero felici di iniziare a lavorare con i nostri nuovi colleghi”. Intesa Sanpaolo è presente nel paese attraverso Intesa Sanpaolo Bank Romania – parte della Divisione Banche Internazionali di Intesa Sanpaolo -, serve circa 60.000 clienti attraverso 34 filiali e ha un patrimonio di circa 1,5 miliardi di euro.

Eni: una tantum da 3 mila euro lordi per 20mila dipendenti

Eni: una tantum da 3 mila euro lordi per 20mila dipendentiRoma, 30 ott. (askanews) – Eni annuncia un’una tantum di 3mila euro lordi per 20mila dipendenti, non dirigenti, del gruppo in Italia, per un ammontare complessivo pari a circa 85 milioni di euro. Il Piano straordinario di interventi, spiega il gruppo, serve a supportare i dipendenti nell’attuale fase di congiuntura economica.

Verrà invece stabilmente incrementato del 45% il valore del buono pasto elettronico riconosciuto nelle giornate di prestazione lavorativa in smart working e, inoltre, sarà riconosciuto, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente, un bonus carburante/ricarica elettrica del valore di 200 euro. “Si tratta di intervento di welfare aziendale a supporto delle persone Eni e delle loro famiglie – si legge in una nota -. Il capitale umano è il fondamento di Eni impegnata nel proprio percorso di trasformazione energetica”.

Ex Whirlpool, a Napoli 312 lavoratori firmano nuovo contratto

Ex Whirlpool, a Napoli 312 lavoratori firmano nuovo contrattoNapoli, 30 ott. (askanews) – In un capannone ormai abbandonato, con le pareti e i pavimenti spogli, caratterizzati solo da nastri bianchi e rossi, sono stati sistemati diversi banchetti sui quali i 312 dipendenti ex Whirlpool hanno siglato un nuovo contratto di lavoro per essere assorbiti da TeaTek, la società che produrrà pannelli fotovoltaici di nuova generazione laddove la multinazionale americana produceva lavatrici. A una a una le tute blu entrano, si siedono e firmano. Tanta emozione, ma anche incredulità dopo quattro anni di una vertenza dura che ha prodotto scioperi, manifestazioni, blocchi stradali, dando vita a speranze, ma generando anche tante disillusioni. “E’ un’emozione indescrivibile perché io, la mia famiglia e i miei amici siamo stati qui notte e giorno, ci abbiamo sempre creduto e non abbiamo mai pensato di mollare. Oggi mi godo questo traguardo a testa alta – ha detto Pasquale, padre di due ragazzi di 13 e 17 anni – Questa firma l’ho dedicata a mia moglie e ai miei figli perché mi hanno supportato per quattro anni. Sono entrato in Whirlpool il 30 ottobre del 1996 e oggi, dopo 27 anni, ho firmato un nuovo contratto. Quando siamo stati licenziati è crollato tutto, è mandata la terra da sotto i piedi, ma ce l’abbiamo fatta. Ha vinto la nostra determinazione e siamo ancora più orgogliosi perché non abbiamo abbandonato il nostro quartiere. E’ stata molto dura, ma non abbiamo mai pensato di mollare e di andare via da Napoli né di cercare un altro lavoro. Oggi festeggio anche per questo e ho voglia di ricominciare”. Vincenzo ha 47 anni, tre figli e una moglie infermiera: “E’ un momento molto emozionante. La vita mi ha portato un sapore diverso perché l’amarezza che c’era prima si è trasformata in qualcosa di dolce. Tornare a casa e sorridere sinceramente ai miei figli e non per nascondere qualcosa, mi fa guardare al futuro con ottimismo”. “Mia moglie, per diversi mesi, ha dovuto mantenere il peso della famiglia. Una cosa che avrebbe potuto scalfire la mia dignità ma, per fortuna, è stata brava a stimolarmi e a darmi la forza per andare avanti e per non sentirmi perso. In questi quattro anni, ogni giorno abbiamo pensato a cosa potesse fare da catalizzatore su questa vertenza perché era importante per noi che l’opinione pubblica sapesse cosa ci stava accadendo. Sono state tantissime le azioni di lotta e grandissimo il supporto che abbiamo ricevuto da ogni parte. Nei momenti di difficoltà c’è sempre bisogno di aiuto, da soli non ci si salva mai”, ha concluso.

Psc

IA, Urso-Le Maire-Habeck: Ue investa e lasci nascere industrie

IA, Urso-Le Maire-Habeck: Ue investa e lasci nascere industrieRoma, 30 ott. (askanews) – I ministri responsabili dell’industria di Italia, Francia e Germania condividono la necessità di rafforzare gli investimenti sull’intelligenza artificiale e al tempo stesso di evitare di soffocarne lo sviluppo con una regolamentazione eccessiva e prematura, che sarebbe come imporre norme sul traffico di auto “prima ancora che esista un traffico”. E’ la linea su cui si sono ritrovati il ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, con i suoi omologhi di Francia, Bruno Le Maire, e Germania, Robert Habeck durante una trilaterale che si è svolta oggi al Mimit, a Roma.

Il tema dell’intelligenza artificiale era quello centrale di questa riunione, la seconda di questo genere dopo una analoga che si era svolta il 26 giugno a Berlino, mentre un ulteriore incontro è previsto nei mesi prossimi a Parigi. Tre grandi paesi Ue “individuano punti in comune lo fanno in piena trasparenza con i rappresentanti delle nostre imprese”, ha rilevato Urso. “Non bisogna fare un codice della strada quando ancora non ci sta il traffico, anzi mentre la strada viene costruita da giganti statunitensi e cinesi: dobbiamo innanzitutto costruire la nostra di strada”, ha detto.

Perché al momento, gli ha fatto eco Le Maire, gli Stati Uniti stanno investendo sull’intelligenza artificiale il decuplo di quello che sta facendo l’Unione europea. “In gioco ci sta la nostra sovranità, la nostra libertà politica, il dibattito sull’intelligenza artificiale è il miglior esempio: negli Usa vengono investiti 52 miliardi, in Europa 5 miliardi, un decimo. L’unico vantaggio – secondo Le Maire – è che stavolta siamo consapevoli che dobbiamo disporre di tutti i mezzi per innovare di più”. Ma in tempi di ristrettezze di bilancio questo chiama in causa anche il contributo del settore privato e per questo “serve l’Unione dei mercati dei capitali”, ha proseguito il ministro francese. Su questo c’è la determinazione di Francia, Germania e Italia ad andare avanti. Più in generale “siamo convinti che sia il momento di sburocratizzare le decisioni industriali Ue. Sono convinto che con Adolfo e Robert abbiamo intrapreso questa linea europea”.

Le Maire ha inoltre sottolineato che sull’intelligenza artificiale “l’Europa tutto il potenziale per avere successo, ha competenze, dati affidabili, settori industriali: abbiamo tutto ma le cifre sugli investimenti sono impietosi, oggi l’Europa investe 10 volte meno dei suoi competitor e bisogna fare molto di più e più rapidamente”. Habeck, per parte sua, si è particolarmente soffermato sulla necessità di non soffocare lo sviluppo di questo settore, precipitandosi in una affrettata regolamentazione. “L’intelligenza artificiale non è un episodio sporadico, è già presente in molte applicazioni e settori industriali, come la medicina, la diagnostica, i modelli linguistici, è un processo già in movimento. In Europa possiamo fare la differenza – ha detto – senza per forza doverci appoggiare alle catene di valore Usa e ai loro motori di ricerca”.

Ma sarebbe “pericoloso e fatale mettersi a regolamentare gli algoritmi, invece che pensare di regolare le loro applicazioni”, ha proseguito il ministro tedesco. Piuttosto eventuali regole vanno pensate dove vi sia il pericolo di falsificazione o sistemi di “social scoring”, che possono portare a disparità: “lì bisogna regolamentare, ma per il resto è necessario offrire libertà di movimento”. Voz