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Bce insiste: misure energia mirate, resti incentivo a meno consumi

Bce insiste: misure energia mirate, resti incentivo a meno consumiRoma, 13 feb. (askanews) – La Bce insiste con la sua raccomandazione affinché le misure di bilancio per contenere il caro energia siano “temporanee, mirate e disegnate in maniera tale da preservare l’incentivo a consumare meno”: ove non fossero così “è probabile che vadano ad esacerbare le pressioni inflazionistiche, cosa che richiederebbe una risposta di politica monetaria più forte”. Il monito è contenuto in un articolo di approfondimento sulle politiche di bilancio nel contesto di elevata inflazione, anticipato dall’istituzione monetaria rispetto al bollettino economico, che verrà pubblicato nella sua interezza giovedì.
“Per questo – dice la Bce – le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l’area euro più produttiva, a ripristinare margini di bilancio e ad abbassare gradualmente livelli di debito pubblico”.
Sul breve termine i conti pubblici possono ricevere un effetto positivo dall’alta inflazione, data la rigidità della spesa e il fatto che i provvedimenti in tal senso sono stati già approvati e, solitamente, non sono modificabili. Ma oltre il breve termine “le finanze pubbliche possono avere un impatto negativo dall’attuale episodio di alta inflazione”, spiega lo studio della Bce.

Renault e Nissan: investimento di 600 mln dollari in India

Renault e Nissan: investimento di 600 mln dollari in IndiaMilano, 13 feb. (askanews) – Renault e Nissan hanno annunciato un investimento di 600 milioni di dollari in India, per aumentare la produzione e le attività di ricerca e sviluppo, introducendo veicoli elettrici e passando a una produzione a emissioni zero. Lo si legge in una nota congiunta delle due aziende.
Le aziende collaboreranno a sei nuovi veicoli per clienti nazionali e internazionali, tra cui due completamente elettrici, trasformando il centro Renault-Nissan in un hub di esportazione internazionale. L’investimento iniziale di circa 600 milioni di dollari porterà alla creazione di 2.000 nuovi posti di lavoro presso il Renault Nissan technology & business center di Chennai. Allo stesso tempo, la fabbrica Rnaipl diventerà carbon neutral con un aumento significativo della generazione di energia rinnovabile.
I sei nuovi modelli, tre per ciascuna azienda, saranno tutti progettati e costruiti a Chennai e includeranno quattro nuovi Suv di segmento C. Due nuovi veicoli elettrici del segmento A saranno i primi veicoli elettrici sia per Renault che per Nissan in India.
“Renault e Nissan sono pienamente impegnate nel mercato indiano, impegnate a elettrizzare il mercato indiano e impegnate a ridurre al minimo il nostro impatto sull’ambiente – ha detto Guillaume Cartier, presidente per la regione Africa, Medio Oriente, India, Europa e Oceania di Nissan – L’India è stata il primo stabilimento dell’Alleanza e l’India sarà al centro di questo nuovo capitolo dell’Alleanza, con nuovi veicoli, nuove attività di ricerca e sviluppo e nuovi mercati di esportazione che porteranno le nostre operazioni congiunte a un livello superiore. L’India rifletterà il nostro potere globale nei Suv e nei veicoli elettrici di alta qualità, apportando maggiore valore ai nostri dipendenti, clienti e comunità”.
“L’India è un mercato chiave per il gruppo Renault. Negli ultimi 14 anni abbiamo sviluppato il marchio Renault con i nostri team e concessionari, fino a raggiungere i 100mila veicoli venduti all’anno – ha aggiunto François Provost, international development & partnerships Renault e managing director di Alliance purchasing organization – L’India ha anche un ruolo chiave nella nostra impronta mondiale di R&S. Questo progetto insieme a Nissan è un primo risultato concreto della nuova ambizione dell’Alleanza rilasciata il 6 febbraio”.

Case green, a che punto è la direttiva Ue e che cosa prevede

Case green, a che punto è la direttiva Ue e che cosa prevedeBruxelles, 12 feb. (askanews) – La proposta di revisione della direttiva Ue sulle prestazioni energetiche degli edifici, conosciuta in Italia con il nome di direttiva sulle “case green”, sarà votata dalla plenaria del Parlamento europeo nella sessione di Strasburgo dal 13 al 16 marzo. Il risultato del voto di marzo determinerà la posizione negoziale del Parlamento nel dialogo a tre (“trilogo”) che comincerà subito dopo con la Commissione europea e il Consiglio Ue, per arrivare all’adozione del testo definitivo, atteso prima dell’estate. Il Consiglio ha già adottato una sua posizione comune il 15 ottobre scorso.
La plenaria di Strasburgo dovrebbe sostanzialmente confermare il testo uscito dal voto della commissione europarlamentare competente, quella per l’Industria e l’Energia, svoltosi giovedì 9 febbraio. La proposta della commissione Industria, con una serie di emendamenti che aumentano le ambizioni rispetto al testo originario, è stata adottata con 49 voti a favore, 18 contrari e 6 astensioni.
In Italia la direttiva è oggetto di virulenti polemiche, difesa dal M5s dal Pd, ma attaccata da tutte le forze della maggioranza di centro destra, che la considerano come una sorta di “patrimoniale” imposta dai burocrati europei e dalla “ideologia green” contro gli interessi dei proprietari di case.
A Bruxelles e in buona parte degli altri Stati membri, tuttavia queste posizioni appaiono poco comprensibili, come dimostra il relativo isolamento in cui si sono trovati gli eurodeputati della Lega, di Fdi e di Fi durante il voto nella commissione Industria.
Si tratta di norme destinate a risparmiare energia, a valorizzare il patrimonio immobiliare e a far pagare meno le bollette ai cittadini, con investimenti che hanno un ritorno sicuro. Certo, la domanda più importante è chi paga gli investimenti necessari per aumentare l’efficienza energetica degli edifici entro i tempi previsti; ma la direttiva stessa prevede che gli Stati membri predispongano “finanziamenti, misure di sostegno e altri strumenti consoni” per “stimolare gli investimenti necessari nelle ristrutturazioni energetiche”.
Gli Stati membri possono promuovere, ad esempio, “l’introduzione di strumenti d’investimento e di finanziamento abilitanti, quali prestiti per l’efficienza energetica e mutui ipotecari per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico, incentivi fiscali, sistemi di detrazioni fiscali, sistemi di detrazioni in fattura, fondi di garanzia”.
E oltre ai finanziamenti nazionali possono essere usati anche, ricorda la direttiva, “i finanziamenti disponibili stabiliti a livello dell’Unione, in particolare il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, il Fondo sociale per il clima, i fondi della politica di coesione”, il fondo “InvestEU”, nonché “i proventi delle aste per lo scambio di quote di emissioni” del sistema Ets.
Quanto al ruolo delle banche, la direttiva prescrive che siano adottate “misure volte a garantire che i prodotti di credito a favore dell’efficienza energetica per la ristrutturazione edilizia siano ampiamente proposti e in modo non discriminatorio dagli istituti finanziari e siano visibili e accessibili ai consumatori”.
Gli obiettivi principali della direttiva sono la riduzione sostanziale delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo di energia nel settore edilizio dell’Ue entro il 2030, per poi arrivare alla “neutralità climatica” (zero emissioni nette) entro il 2050. Gli edifici nell’Ue sono oggi responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra.
Secondo la proposta originaria della Commissione europea, presentata il 15 dicembre 2021, per tener conto della diversità del patrimonio edilizio e delle condizioni climatiche dei vari paesi, ogni Stato membro dovrà innanzitutto individuare il 15% degli edifici meno efficienti del proprio parco nazionale, e stabilire la classe di performance energetica G, la più bassa, in corrispondenza di questa fascia, come parametro di base (che potrà corrispondere dunque a valori diversi secondo i diversi paesi).
La proposta della Commissione europea prevede quindi che tutti gli edifici pubblici e non residenziali esistenti in classe G passino alla classe superiore (F) entro l’inizio del 2027, e a quella successiva (E) entro l’inizio del 2030. Le unità immobiliari residenziali esistenti di classe G, a loro volta, dovranno conseguire la classe di prestazione energetica F entro l’inizio del 2030, e la classe successiva E entro l’inizio del 2033.
La posizione approvata dalla commissione Industria del Parlamento europeo, invece, chiede che gli edifici residenziali esistenti raggiungano almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Si mira, in sostanza, a innalzare di una classe entrambi gli obiettivi. E lo stesso vale anche per gli edifici non residenziali e pubblici, che secondo la posizione votata dagli eurodeputati della commissione Industria dovrebbero raggiungere la classe E entro il 2027 e la D entro il 2030.
Inoltre, sempre secondo la posizione degli eurodeputati, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2028, mentre i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche dovranno esserlo a partire dal 2026 (la Commissione aveva proposto le date del 2030 e del 2027, rispettivamente).
Si prevede anche che tutti i nuovi edifici siano dotati di tecnologie solari entro il 2028, ove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali in fase di ristrutturazione hanno tempo fino al 2032 per conformarsi.
Tutte le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi saranno messe in atto da ciascuno Stato membro attraverso piani nazionali di ristrutturazione, che dovrebbero includere programmi di sostegno con misure per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Le misure finanziarie dovrebbero includere un premio sostanziale per le ristrutturazioni importanti, in particolare quelle degli edifici con le prestazioni peggiori, e sussidi mirati dovrebbero essere messi a disposizione delle famiglie vulnerabili.
Oltre ai monumenti, che non rientrano nel campo di applicazione, ciascun paese potrà decidere di escludere dalle nuove norme anche edifici tutelati per il loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici o utilizzati solo in modo temporaneo, chiese e luoghi di culto.
La posizione degli eurodeputati introduce anche più flessibilità per gli Stati membri che vogliano modificare i nuovi obiettivi per un numero limitato di edifici, tenendo conto della fattibilità economica e tecnica dei lavori di ristrutturazione e della disponibilità di manodopera qualificata.
Gli Stati membri, infine, dovranno garantire che l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, per i nuovi edifici, i nuovi impianti e gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, non sia più autorizzato a partire dalla data di recepimento della direttiva. Secondo gli eurodeputati della commissione Industria, gli impianti a combustibili fossili, comunque, dovrebbero essere eliminati completamente entro il 2035, a meno che la Commissione europea non ne autorizzi l’uso fino al 2040.

Domani previsioni economiche aggiornate dell’Ue, poi l’eurogruppo

Domani previsioni economiche aggiornate dell’Ue, poi l’eurogruppoRoma, 12 feb. (askanews) – Fari puntati sulle nuove previsioni economiche della commissione europea domattina. Mentre poco dopo si svolgerà una nuova riunione dell’Eurogruppo dei ministri delle Finanze, in cui caro energia, inflazione, salari, mercato del lavoro e situazione economica e finanziaria saranno in cima all’agenda.
L’esecutivo comunitario presenterà alle 10 le sue stime aggiornate, in cui oltre alle prospettive di crescita una particolare attenzione circonderà le attese sull’inflazione. Perché da mesi la Banca centrale europea va ripetendo che assumerà le sue future decisioni di politica monetaria proprio in base agli sviluppi e alle dinamiche del carovita. Le nuove previsioni Ue verranno illustrate con una conferenza stampa dal commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni.
Dal primo pomeriggio, poi, si riuniranno i ministri economici e finanziari dell’Unione valutaria. Tra gli argomenti in agenda un aggiornamento da parte del direttore dell’agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer), Christian Zinglersen sui recenti sviluppi nei mercati energetici così come sulle valutazioni per le sfide sulle politiche di bilancio.
Secondo l’agenda presentata dal consiglio Ue, l’eurogruppo poi procederà uno scambio di opinioni sugli sviluppi dei mercati del lavoro e sulle sfide strategiche nel contesto attuale di elevata inflazione e di cambiamento di lungo termine dei processi demografici, mentre si portano avanti le transizioni verde digitale. Anche qui il caro vita è un elemento di rilievo, dato il rischio che l’alta inflazione si sedimenti nell’economia, eventualmente, cosa molto temuta dalla Bce, innescando una spirale di rincorse tra buste paga e prezzi (circostanza che tuttavia al momento nella maggior parte del settore privato non si vede).
Infine l’eurogruppo discuterà sulle prospettive degli sviluppi macro economici e finanziari tenendo conto delle nuove previsioni della commissione. Sul tutto incombe anche la discussione sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita, su cui si spera di portare a progressi per la riunione di marzo. Tuttavia questo tema riguarda tutta l’Ue a 27 e quindi potrebbe essere maggiormente oggetto di discussioni martedì, durante l’Ecofin che si svolgerà in mattinata.

Italian Sea Group e Giorgio Armani presentano mega yacht Admiral 72

Italian Sea Group e Giorgio Armani presentano mega yacht Admiral 72Roma, 12 feb. (askanews) – Si è tenuto ieri sera, presso l’headquarter The Italian Sea Group, l’evento di unvealing del megayacht “Admiral 72 by Giorgio Armani”. Secondo quanto riporta un comunicato, ha celebrato la collaborazione tra il brand Admiral e la maison Giorgio Armani, incontro tra il mondo della nautica e quello della moda.
Con oltre 650 ospiti tra armatori, broker, azionisti, autorità, Vip e stampa, all’evento ha presenziato anche lo stilista, mentre Giovanni Costantino, Fondatore e Ceo di The Italian Sea Group ha ripercorso i momenti più significativi della storia dell’azienda e la genesi della partnership con la celebre maison di moda.
Uno spettacolo di laser mapping ha svelato il layout del mega yacht e introdotto la sfilata delle collezioni uomo e donna primavera/estate 2023 Giorgio Armani, che si è conclusa con il tradizionale saluto dello stilista.

Il turismo verso nuove opportunità: viaggio nella Bit 2023

Il turismo verso nuove opportunità: viaggio nella Bit 2023Milano, 12 feb. (askanews) – La prima sensazione che si percepisce entrando nei padiglioni del’Allianz MiCo in Fiera Milano che ospitano l’edizione 2023 della Bit è proprio quella di una grande vitalità e voglia di rimettere definitivamente in moto la macchina del turismo. Luci, musiche, entusiasmo da parte di chi propone le destinazioni e curiosità da parte degli aspiranti viaggiatori. Una sensazione che viene sostenuta anche dagli andamenti del mercato e dalle tendenze che si stano consolidando dopo gli anni molto difficili della pandemia.
Secondo Le Nazioni Unite il numero di turisti internazionali è raddoppiato e per quello in corso si prevede che si riavvicinerà ai livelli pre-pandemia. Oltre 900 milioni di turisti hanno viaggiato all’estero nel 2022, il doppio del 2021 e pari a circa due terzi (63%) dei viaggi pre-pandemia. L’Europa si conferma tra le destinazioni preferite dai viaggiatori mondiali e ha infatti già raggiunto quasi l’80% dei livelli pre-pandemia, accogliendo 585 milioni di arrivi nel 2022. In questo scenario anche l’Italia si segnala per l’andamento positivo. Banca d’Italia rileva che nei primi nove mesi dell’anno il Bel Paese ha accolto circa 56 milioni di viaggiatori dall’estero, quasi il doppio del 2021 (+94%).
Numeri che, secondo Simona Greco, direttore delle Manifestazioni di Fiera Milano, certificano che il settore del turismo sta bene. “I dati – ha spiegato ad askanews – ci dicono che nel 2022 il turismo ha quasi raggiunto i livelli pre pandemia, siamo a un -20%, quindi significa che è riesplosa una grande voglia di viaggiare, e questa è una grande opportunità per gli operatori del settore. La grande sfida sarà quella di intercettare sempre meglio quelli che sono i desiderata dei viaggiatori, che sono cambiati rispetto a due anni fa e questo apre a nuove opportunità di business”.
Presente all’inaugurazione di Bit, e coinvolta nel taglio del nastro della manifestazione, anche Daniela Santanchè, ministro del Turismo: “Nel mondo c’è voglia di Italia – hai detto -. Noi siamo la nazione più bella e dobbiamo dimostrare di essere anche la nazione più brava nel sapersi vendere. Spesso dimentichiamo che abbiamo il terzo marchio al mondo,. Che è il Made in Italy e non lo comunichiamo, dimenticando che è un elemento competitivo straordinario”.
La presenza dell’Italia, però, in fiera è tangibile: stand regionali, servizi dedicati: il turismo nostrano si mette in mostra anche più di quello delle grandi mete straniere, seguendo in questo, oltre che il tentativo di attrarre sempre più viaggiatori dall’estero, anche la tendenza emersa durante la pandemia di dare nuova linfa al turismo di prossimità. Tutti i servizi poi sono anche la conseguenza di nuove domande da parte dei turisti. E a Pier Ezaya, presidente di Astoi Confindustria Viaggi, che in Bit ha portato un vero e proprio villaggio per tutti i soci dell’Associazione, abbiamo chiesto l’identikit del turista nel 2023. “È sempre più informato – ci ha risposto Ezhaya – richiede più servizi e garanzie, soprattutto perché l’inflazione impone anche di investite di più rispetto al passato e quindi chi viaggia vuole essere certo che il suo investimento vada a buon fine. È un consumatore più evoluto che cerca di avere il massimo risultato dall’investimento fatto per la sua vacanza”.
In fiera, accanto alle destinazioni, sempre più spazio è riservato ai player, come per esempio ITA Airways e Trenitalia, che puntano sulla Bit anche per raccontare come cambia la loro offerta.

Bit, Ezhaya (Astoi): oggi il viaggiatore è sempre più informato

Bit, Ezhaya (Astoi): oggi il viaggiatore è sempre più informatoMilano, 12 feb. (askanews) – “Gli operatori finalmente tirano un sospiro di sollievo, perché l’inverno sta andando veramente bene e anche le previsioni per l’estate sono positive. Noi arriviamo con grande entusiasmo, abbiamo realizzato il Villaggio Astoi, un’area molto importante che vede tutti i soci insieme. Vogliamo dare il solito messaggio: affidarsi a un operatore Astoi oggi è sinonimo di successo e vacanza garantita”. Lo ha detto ad askanews Pier Ezhaya, presidente di Astoi – Confindustria Viaggi, in occasione dell’inaugurazione di Bit 2023 in Fiera Milano.
Ezhaya poi ha tracciato anche un identikit del viaggiatore di oggi: “È sempre più informato, richiede più servizi e garanzie, soprattutto perché l’inflazione impone anche di investite di più rispetto al passato e quindi chi viaggia vuole essere certo che il suo investimento vada a buon fine. È un consumatore più evoluto che cerca di avere il massimo risultato dall’investimento fatto per la sua vacanza”.
Guardano all’estate, Ezhaya ha poi concluso: “La voglia di vacanza è molto forte, la magnitudo fortissima e quindi ci aspettiamo un’estate che porti avanti le ottime tendenze che abbiamo visto quest’inverno”.

Bit, Simona Greco (Fiera Milano): grandi opportunità per turismo

Bit, Simona Greco (Fiera Milano): grandi opportunità per turismoMilano, 12 feb. (askanews) – “I dati ci dicono che nel 2022 il turiamo ha quasi raggiunto i livelli pre pandemia, siamo a un -20%, quindi significa che è riesplosa una grande voglia di viaggiare, e questa è una grande opportunità per gli operatori del settore. La grande sfida sarà quella di intercettare sempre meglio quelli che sono i desiderata dei viaggiatori, che sono cambiati rispetto a due anni fa e questo apre a nuove opportunità di business”. Lo ha detto, inaugurando l’edizione 2023 di BIT, Simona Greco, direttore delle Manifestazioni di Fiera Milano.
“Per noi – ha aggiunto – è un grade ritorno, noi non ci siamo mai fermati e crediamo molto in questa manifestazione. Trattiamo un tema che è diventato uno dei più desiderati e i numeri del 2023 ci daranno sicuramente ragione”.

Bit, Santanchè: dobbiamo essere più bravi nel vendere l’Italia

Bit, Santanchè: dobbiamo essere più bravi nel vendere l’ItaliaMilano, 12 feb. (askanews) – “Io credo che abbiamo tutti i tipi di turismo e nel mondo, posso dirlo con certezza, c’è voglia di Italia. Siamo la nazione più bella e dobbiamo dimostrare di essere anche la nazione più brava nel sapersi vendere”. Lo ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè, intervenuta all’inaugurazione di Bit 2023 in Fiera Milano.
“Stanno cambiando un po’ le tendenze – ha aggiunto il ministro, sottolineando anche il ruolo dei prodotti agroalimentari – perché stanno cambiando i desideri delle persone. Oggi, dopo anni di chiusura, c’è la voglia di andare in giro, nel mondo, ma anche in Italia. Sono sicura che il 2023 sarà l’anno della svolta”.
“Il turismo – ha concluso Daniela Santanché, primi di visitare gli stand della fiera – è il settore che ha sofferto di più per la pandemia e il ministro e il ministero del Turismo devono fare tutto per aiutare questo settore: abbiamo messo 1,380 miliardi di euro per sostenere gli operatori e migliorare i loro servizi, quindi ci siamo”.

Auto, Federcarrozzieri: +10% prezzi accessori neve, +15% riparazioni

Auto, Federcarrozzieri: +10% prezzi accessori neve, +15% riparazioniRoma, 11 feb. (askanews) – Complice il caro-energia e i rincari delle materie prime, molti prodotti indispensabili agli automobilisti che abitano in zone di montagna o che vogliono trascorrere qualche giorno sulla neve, hanno subito sensibili aumenti dei prezzi, al pari delle riparazioni per sinistri o danni legati al manto stradale innevato o ghiacciato. Lo afferma Federcarrozzieri – associazione nazionale che rappresenta le autocarrozzerie italiane – che diffonde con un comunicato le sue stime sul fenomeno.
Per l’acquisto e il montaggio di un set di gomme invernali, la spesa varia tra i 250 euro e i 700 euro, a seconda della tipologia e della qualità degli pneumatici scelti, spiega Federcarrozzieri. Per le catene la spesa oscilla tra i 30 e i 70 euro, ma può raggiungere i 200 euro per le catene da neve “a ragno”. Chi opta per le calze da neve, deve affrontare una spesa che vai dai 35 euro a coppia per la versione basic fino ai 160 euro di quelle premium. Il liquido antigelo, indispensabile per proteggere il motore delle auto in caso di basse temperature, ha un costo medio compreso tra i 9 e i 20 euro, mentre il prezzo del detergente antighiaccio per parabrezza oscilla tra i 7 e i 15 euro; un telo per proteggere il parabrezza dalla neve costa in media 14 euro.
Accessori che – analizza Federcarrozzieri – hanno subito rincari medi del +9,8% rispetto allo scorso anno: a pesare sui prezzi i maggiori costi di produzione legati al caro-energia, ma anche l’aumento dei quotazioni delle materie prime come gomma sintetica e gomma naturale, silice, cotone, rayon, poliestere, acciaio, fibra di vetro, plastica e altro.
A pesare sugli automobilisti sono anche gli aumenti dei costi legati alle riparazioni auto in caso di danni e incidenti. Lo studio di Federcarrozzieri rileva infatti come oggi, per intervenire su una vettura che ha subito danni causati da manto stradale innevato o ghiacciato, la spesa risulti in aumento tra il +15% e il +18% rispetto all’ultimo biennio.
Ad esempio per piccoli danni alla carrozzeria provocati da slittamento delle ruote su fondo con ghiaccio o neve, la spesa della riparazione varia tra i 350 e i 700 euro, a seconda della tipologia di auto e dell’intervento da eseguire, con una spesa aggiuntiva tra i 300 e i 1.000 euro se l’urto ha compromesso anche la meccanica dell’autovettura. I costi, tuttavia, possono raggiungere i 4mila/5mila euro in caso di impatti ad alta velocità e, quindi, di danni importanti sulle vetture.
“La crisi delle materie prime e della componentistica ha aumentato le difficoltà di approvvigionamento di ricambi e materiali da parte delle autocarrozzerie italiane, prodotti sempre più difficili da reperire sul mercato e sempre più costosi – afferma il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli – Al tempo stesso sono aumentati i costi energetici in capo alle carrozzerie, che come noto fanno largo uso di energia elettrica per la propria attività e non riescono ad assorbire totalmente i rincari scattati nel 2022”.
Proprio per incentivare la sicurezza stradale e aiutare gli automobilisti a contenere i costi, Federcarrozzieri ha elaborato una guida per evitare incidenti sulla neve: 1-dotarsi di gomme invernali e gonfiarle correttamente o portare catene da neve da montare all’occorrenza; 2-verificare le condizioni della propria autovettura prima di affrontare un viaggio sulla neve; 3-dotarsi di un kit per pulire l’auto dalla neve e prima di mettersi in marcia rimuovere quella che si è accumulata su tettuccio, cofano, parabrezza, specchietti e vetri laterali; 4-adottare uno stile di guida più lento, fluido e dolce, evitando movimenti bruschi sullo sterzo o sull’acceleratore; 5-mantenere una distanza di sicurezza maggiore dall’auto che vi precede e ricordarsi che sulle strade innevate gli spazi d’arresto aumentano; 6-in caso di frenata con bloccaggio delle gomme, non farsi prendere dal panico: rilasciare il pedale del freno ripristinando l’aderenza per poi tornare a frenare lentamente; 7- durante le partenze in salita, dosare bene l’uso di acceleratore e frizione per evitare slittamenti; 8- in discesa ricorrere al “freno motore” per rallentare e fermare la vettura, scalando in maniera anticipata e a bassa velocità la marcia; 9- in caso di slittamento in discesa premere il freno è estremamente rischioso. In questi casi, mantenere la calma e senza premere i pedali ruotare il volante nella direzione dello slittamento in modo che la macchina cessi di girare; 10- usare i fendinebbia solo se realmente necessari, poiché la neve riflette le luci di questi fari creando fastidi a chi viene dalla parte apposta della carreggiata.