Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24Roma, 28 feb. (askanews) – “E’ indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Ance, Stefano Betti, in una audizione in Commissione finanze alla Camera sul decreto sui crediti fiscali deriventi dai bonus edilizi.
Betti ha ribadito la possibile soluzione di “utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati”, proposta già elaborata dalla stessa Ance e dall’Abi e ora “resa possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat”. Inoltre “occorre dare immediatamente un segnale forte di fiducia, attivando il circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali”. Il vice presidente dell’Ance ha poi aggiunto che l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel decreto-legge “non risolve il problema in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi”.
“Non si può pensare di sbloccare una situazione così incancrenita, dopo mesi di cambi di normativa, con un mero invito alle banche a comprare. Serve una decisione veloce da parte di Governo e Parlamento per approvare misure risolutive. Serve la stessa determinazione e rapidità di azione che – ha detto Betti – ha animato l’Esecutivo nel varare un decreto che, per tempi di approvazione e entrata in vigore, ha battuto anche il leggendario decreto sul prelievo sui conti correnti del ’92”.
Per favorire il completamento dei lavori già avviati ed evitare di creare ingenti danni a famiglie ed imprese “occorre poi migliorare la disciplina transitoria prevista dal decreto approvato dal Governo”.

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurity

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurityMilano, 28 feb. (askanews) – La trasformazione digitale della nostra società ha sicuramente aperto nuovi orizzonti, estendendo la possibilità di essere virtualmente connessi nello stesso istante all’intero globo. Tuttavia, sono emersi numerosi rischi legati all’uso dei media digitali e gli attacchi informatici sono aumentati a dismisura. Il fattore umano gioca spesso un ruolo chiave e lo sviluppo di adeguate competenze digitali resta uno snodo cruciale. Le attività di formazione relative alla cybersecurity in ambito universitario sembrano riflettere questa consapevolezza con un’offerta quasi triplicata nell’ultimo anno: a gennaio 2023 si rilevano infatti in Italia 234 tra corsi e insegnamenti relativi alla cibersicurezza rispetto ai 79 individuati nello stesso mese del 2022. Restano, tuttavia, ampie disuguaglianze a livello geografico, con una forte concentrazione dell’offerta nel Lazio, Piemonte, Campania e Lombardia. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e una più intensa collaborazione tra pubblico e privato possono giocare un ruolo chiave nel colmare questo gap. Questione ancor più urgente se si considera che la Penisola è uno dei paesi più bersagliati dai cyberattacchi, presentando una quota notevolmente superiore rispetto, ad esempio, a Germania e Francia, seppure in un quadro legislativo capace di stare al passo dei tempi e che non necessita di ulteriori integrazioni normative.
Sono questi alcuni dei temi che emergono dal Rapporto “L’ecosistema italiano della sicurezza informatica tra regolazione, competitività e consapevolezza”, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato in occasione del convegno pubblico annuale che si è tenuto oggi presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, nell’ambito delle attività relative all’Osservatorio I-Com sulla Cibersicurezza e al quale hanno partecipato oltre 15 tra esperti della materia, rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni. Lo studio del think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli fornisce una panoramica sullo stato dell’arte della cybersecurity in Italia e in Europa, dall’esame del quadro normativo italiano ed europeo alla ricognizione sul numero e sull’entità degli attacchi informatici, passando per l’approfondimento delle competenze nel pubblico e nel privato e all’offerta formativa in materia.
Nel dettaglio, il monitoraggio I-Com delle attività di formazione sulla cibersicurezza in ambito universitario ha evidenziato oltre a 112 insegnamenti singoli all’interno di corsi di laurea magistrale, 56 insegnamenti singoli in lauree triennali e 13 corsi singoli all’interno di dottorati di ricerca, ben 22 lauree magistrali, 4 lauree triennali, 7 dottorati e 18 master (di primo e di secondo livello) tutti interamente incentrati sulla cybersecurity. Il totale delle lauree specifiche (triennali e magistrali) sul tema della cibersicurezza ammonta a 26, il doppio del 2022. Nel complesso, la formazione specializzata in materia di cybersecurity in Italia ha raggiunto quota 51 corsi di studio interamente dedicati.
Per quanto riguarda la distribuzione regionale della complessiva offerta formativa, questa appare piuttosto disomogenea con una forte concentrazione nel Lazio (45 tra corsi e singoli insegnamenti), Piemonte (32), Campania (25) e Lombardia (21). Tuttavia, se si considerano i dati normalizzati per il numero di università presenti sul territorio regionale, la classifica varia mostrando in prima posizione il Piemonte con 8 corsi per università, seguito da Liguria (4) e Sicilia (2,8). Le regioni che invece non presentano alcun corso formativo sulla cibersicurezza (anche a causa della scarsa offerta di livello universitario) sono la Basilicata e la Valle d’Aosta.
Le nuove possibilità aperte dal digitale, quindi, richiedono sempre maggiori competenze, sia di base che – soprattutto – specialistiche. “Sicuramente sono necessarie ulteriori azioni finalizzate a incentivare una maggiore capillarità a livello territoriale dell’offerta didattica in cibersicurezza” spiega il presidente I-Com e tra i curatori dello studio Stefano da Empoli, “e, in questo senso, è auspicabile una più intensa collaborazione tra pubblico e privato, che passi anche attraverso la forma dei partenariati. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori, a questo proposito”, continua da Empoli, “gioca un ruolo-chiave: gli ITS potrebbero fungere da anello di congiunzione tra realtà scolastica e mondo del lavoro e costituire così un ulteriore tassello in direzione del rafforzamento di un ecosistema della cibersicurezza”.
Attualmente, infatti, la formazione garantita da questi istituti sul territorio viene ritenuta non sufficiente da parte delle imprese. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE), nel 2022 risultano presenti sul territorio nazionale 120 ITS. La regione che ne ospita il numero maggiore è la Lombardia (20), seguita dalla Sicilia (11), mentre al terzo posto si trovano a pari merito Calabria, Campania e Toscana (9). Parametrando il dato sulla diffusione alla popolazione regionale risulta in testa la Calabria (4,9 ITS ogni milione di abitante), la Liguria (4 ogni milione di abitanti) e l’Abruzzo (3,9 per milione di abitanti).
Dallo studio emerge inoltre che l’Italia è uno dei paesi più bersagliati dai criminali informatici, presentando una quota del 3,26% dei dispositivi mobili e del 10,74% dei pc fissi che sono stati infettati da malware (fonte: Comparitech). Questo dato è notevolmente superiore a quello fatto registrare da altre grandi economie europee come Germania, che presenta un 1,63% di infezioni sul mobile e 4,94% da PC, e Francia, 2,56% mobile e 6,71% PC.

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 imprese

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 impreseRoma, 28 feb. (askanews) – “L’Ance esprime forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto-legge sulla cessione dei crediti perché il decreto non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, Stefano Betti, nel corso di una autizione in Commissione finanze alla Camera, sul decreto legge sui crediti fiscali legati ai bonus edilizi.
“Si tratta di circa 19 miliardi di euro , già maturati, che se non pagati – ha sottolineato l’Ance – mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”.

Gruppo Veronesi: rinnovato contratto integrativo per lavoratori Aia

Gruppo Veronesi: rinnovato contratto integrativo per lavoratori AiaMilano, 28 feb. (askanews) – Il gruppo Veronesi ha rinnovato il contratto integrativo di secondo livello per il triennio 2023-2025, destinato a circa 5.500 lavoratori Aia, con il coordinamento avicolo rappresentato dalle segreterie sindacali Veneto Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil.
L’accordo, spiega una nota, affronta in particolare tre aree: la definizione del premio di risultato grazie a forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori, lo studio di percorsi per la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato e la valorizzazione delle pari opportunità.
Per il prossimo triennio, l’importo massimo a disposizione per ciascun lavoratore è di 6.750 euro al raggiungimento del 100% degli obiettivi prefissati e condivisi con le parti sindacali (2.200 euro nel 2023, 2.250 euro nel 2024, 2.300 nel 2025). Grazie al piano welfare e alla piattaforma dedicata “Veroneasy life”, ogni lavoratore avrà la possibilità di convertire il valore detassato del premio – totale o una sua parte – nell’acquisto di beni o servizi che spaziano dall’assistenza sanitaria all’istruzione, lo sport e il tempo libero fino ai buoni spesa e benzina. L’azienda inoltre riconoscerà, a coloro che convertiranno una quota pari o superiore al 50% del premio maturato, un valore aggiuntivo netto pari al 10% dell’importo convertito spendibile esclusivamente in welfare. Saranno inoltre istituite forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori all’interno delle nove sedi coinvolte, con l’obiettivo di incentivare la ricerca di soluzioni innovative e proposte dai lavoratori nelle quattro aree che concorrono alla formulazione del premio: produttività, qualità del prodotto, salute e sicurezza sul lavoro e miglioramento delle performance di sostenibilità ambientale.
L’azienda e le parti sindacali hanno inoltre definito percorsi strutturati di stabilizzazione del personale impiegato a tempo determinato (stagionali ed avventizi, tipici del settore). L’accordo stabilisce in modo chiaro i requisiti per la stabilizzazione a tempo indeterminato, con particolare riferimento al numero di giornate effettive lavorate. Una misura innovativa e unica nel settore avicolo italiano, sottolinea l’azienda agroalimentare, che mette insieme le esigenze dei lavoratori con le necessità di flessibilità del business, con particolare attenzione alla tutela del periodo di maternità.
Infine è stato dato nuovo slancio alla Commissione pari opportunità. Obiettivo del gruppo di lavoro sarà quello di valutare, proporre e diffondere iniziative e attività capaci di valorizzare il valore della diversità all’interno dell’azienda e prevenire forme di discriminazione o comportamenti non in linea con i valori del gruppo.

Gas, AIE: nel 2022 domanda in Europa mai così bassa (-13%)

Gas, AIE: nel 2022 domanda in Europa mai così bassa (-13%)Milano, 28 feb. (askanews) – Nel 2022 la domanda di gas in Europa ha registrato il calo più marcato della storia, mentre nel 2023 la domanda globale dovrebbe essere sostanzialmente stabile, ma le prospettive sono soggette a un elevato livello di incertezza, in particolare per quanto riguarda le azioni future della Russia e l’impatto economico della fluttuazione dei prezzi dell’energia. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’AIE (Agenzia internazionale dell’energia) sul mercato del gas.
Il consumo globale di gas è diminuito, secondo le stime, dell’1,6% nel 2022. Ma l’aumento senza precedenti dei prezzi ha portato a una riduzione del 13% della domanda in Europa, poiché i governi hanno reagito rapidamente con politiche di emergenza, l’industria ha ridotto la produzione e i consumatori hanno abbassato i termostati. Le condizioni climatiche invernali più miti hanno inoltre contribuito a ridurre il fabbisogno di riscaldamento degli ambienti. La domanda di gas in Asia è diminuita del 2% a causa dei prezzi elevati del gas naturale liquefatto (GNL), delle interruzioni dovute al Covid in Cina e del clima costantemente mite nell’Asia nordorientale.
“L’anno scorso è stato straordinario per i mercati globali del gas. I prezzi stanno tornando a livelli gestibili, in particolare in Europa, dove un inverno mite e la distruzione della domanda hanno contribuito a raffreddare i mercati”, ha dichiarato Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell’AIE. “La Cina è la grande incognita del 2023. Se la domanda globale di GNL tornerà ai livelli pre-crisi, questo non farà altro che intensificare la concorrenza sui mercati globali e inevitabilmente farà salire nuovamente i prezzi.”

Mps, Axa completa uscita: quota venduta a 2,33 euro per totali 233 mln

Mps, Axa completa uscita: quota venduta a 2,33 euro per totali 233 mln

Chiuso l’accelerated bookbuilding. Manterrà lo 0,0007% del capitale

Milano, 28 feb. (askanews) – Axa ha completato con successo la vendita di 100 milioni di azioni di Mps, pari al 7,94% del capitale sociale della banca, al prezzo di 2,33 euro per azione, per complessivi 233 milioni, nell’ambito dell’accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. Lo comunica la compagnia francese che ieri aveva annunciato l’avvio del collocamento privato, uscendo di fatto dall’azionariato dell’istituto senese.
Dopo il regolamento e la consegna dell’offerta, prevista intorno al 2 marzo, Axa manterrà lo 0,0007% del capitale di Mps.

Mps: Axa mette in vendita l’8% attraverso un accelerated bookbuilding

Mps: Axa mette in vendita l’8% attraverso un accelerated bookbuildingMilano, 27 feb. (askanews) – Axa mette in vendita la sua quota in Mps, pari a circa l’8%. L’operazione, ha assicurato la compagnia francese, non incide in alcun modo sulla partnership con l’istituto senese o sull’impegno della compagnia nel mercato italiano.
Nel dettaglio, Axa – che detiene una partecipazione del 7,94% del capitale sociale di Mps, pari a 100.008.907 azioni – ha avviato la cessione di 100.000.000 azioni, attraverso un collocamento privato mediante accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. A seguito del completamento dell’offerta, manterrà lo 0,0007% del Monte.
In qualità di partner di lunga data dell’istituto senese, Axa ha sostenuto la banca partecipando al suo più recente aumento di capitale come investimento finanziario. Poiché Axa non desidera essere rappresentata nel cda in occasione della prossima assemblea degli azionisti di Mps né influenzare la più ampia strategia a lungo termine della banca, ha ritenuto opportuno vendere la partecipazione acquistata nell’aumento di capitale.

Auto, Pininfarina: Felix Kilbertus nuovo Chief Creative Officer

Auto, Pininfarina: Felix Kilbertus nuovo Chief Creative OfficerRoma, 27 feb. (askanews) – Pininfarina ha un nuovo Chief Creative Officer: è il designer automobilistico Felix Kilbertus. Felix sarà la guida creativa e strategica a livello di Gruppo su tutti gli aspetti del Design (Mobility, Product & Experience Design, Architecture). Riportando direttamente all’AD Silvio Angori, supervisionerà tutti i team di design Pininfarina dislocati nelle diverse aree geografiche (Italia, Cina, America). Con una carriera di 20 anni nel design automobilistico, Felix ha recentemente ricoperto il ruolo di Head of Exterior Design presso Rolls-Royce Motor Cars, dove è stato responsabile dello sviluppo del design della gamma di prodotti del marchio dal 2017, guidando un team di creativi a Monaco di Baviera, in Germania, e a Goodwood, nel Regno Unito. In precedenza Felix ha ricoperto incarichi di senior design presso Renault, Nissan, Fiat e anche Pininfarina, dove è stato lead designer dal 2011 al 2014. A partire dal 17 aprile 2023 Felix andrà dunque ad assumere il ruolo in precedenza ricoperto da Kevin Rice, che ha lasciato l’azienda lo scorso dicembre.

Ismea, nel 2022 aumento record spesa alimentare: è costata il 6,4% in più

Ismea, nel 2022 aumento record spesa alimentare: è costata il 6,4% in più

Prezzo pasta +25%. Famiglie con figli piccoli le più penalizzate

Milano, 27 feb. (askanews) – Il 2022 chiude con un aumento record della spesa alimentare domestica: il carrello, secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, lo scorso anno è costato agli italiani il 6,4% in più rispetto all’anno precedente, con dinamiche che si acuiscono nei mesi da agosto a dicembre (sempre sopra il 10%). Tale valore percentuale, inferiore all’inflazione, è frutto della diversa composizione merceologica del carrello della spesa e della riduzione delle quantità acquistate in conseguenza proprio delle strategie messe in atto dai consumatori per ridurre l’impatto dell’inflazione. L’incremento, sottolinea l’Osservatorio, va a sommarsi a quelli dei cinque anni precedenti ed è tra i più alti dopo il +7,4% dell’eccezionale anno 2020, che, tuttavia, comprendeva il limitatissimo ricorso ai canali extradomestici.
Sulla base dei dati dell’Osservatorio sui consumi Ismea-NielsenIQ, sono stati i consumatori e i nuclei familiari più giovani a fare i sacrifici maggiori. In particolare, le famiglie con figli piccoli più di altre hanno subito l’inflazione e contratto la spesa per i consumi in casa: bollette, baby-sitter, mutui o affitti, si legge nel rapporto, assorbono buona parte degli stipendi costringendo a rinunce che investono anche il comparto alimentare. Le “famiglie con figli grandi” sono meno sensibili alla crisi, mantengono il carrello quasi inalterato a fronte dell’incremento della spesa. I giovani single, infatti, hanno “alleggerito” il carrello del 6,4% rispetto al 2021 e anche per le cosiddette new families (quelle con bambini in età pre-scolare) gli acquisti si sono ridotti del 3,6% rispetto al 2021, segnando un -6,3% rispetto a Pre-covid.
Se guardiamo, invece, a come è cambiato lo scontrino notiamo un aumento della spesa per tutti i comparti alimentari ad eccezione di quelli dei prodotti ittici e del vino. Tuttavia, sottolinea il rapporto, vi sono due categorie di cibo a cui non si intende rinunciare: quello più sobrio e di base (uova, pasta, pane, tonno, mele ecc.), da un lato, cui si aggiunge quello definito “di compiacimento” come le creme spalmabili (+18%), i gelati (+16%), i dolci da ricorrenza (+14%), gli snack salati (+12,9). Un’ulteriore evoluzione riguarda le Mdd, ovvero le marche del distributore, che sempre più stanno diventando marche a tutti gli effetti. Il consumo di prodotti a “marca del distributore” raggiunge a settembre il 30% sul totale food (inclusi i discount), mantenendo stabile la crescita di questa categoria che in altri Paesi ha già toccato il 40%. Secondo quanto pubblicato nel XIV Rapporto annuale sulla marca del distributore, nei discount i prodotti private label arrivano al 57%, proprio perché la loro prima ragione d’essere è il prezzo conveniente.
Guardando alle varie categorie merceologiche, è aumentata soprattutto la spesa relativa a pasta e derivati dei cereali (+11,6): questi, infatti, sono tra i prodotti che più evidenziano l’aumento di prezzo di questi mesi. Per la pasta di semola si tratta di un +25% del prezzo medio a fronte di un volume sostanzialmente stabile rispetto al 2021. Per il pane l’aumento del prezzo del 12,9% si accompagna addirittura a un incremento dei volumi del 4%. Evidente espansione della spesa per gli oli vegetali (+16,7%) con il contributo eccezionale degli oli di semi (+34,1%); da evidenziare all’interno del comparto grassi vegetali l’aumento della spesa per il burro di arachidi (+45,8%). L’olio extravergine di oliva registra un +14% del prezzo e un -6% dei volumi. Aumenti a doppia cifra anche per bevande analcoliche (+12,4%), carni (+9,9%) e prodotti lattiero caseari (+8,6%), in molti casi in presenza di volumi di acquisto stabili o inferiori rispetto all’anno precedente. Incrementi di minore intensità hanno interessato il reparto ortofrutticolo (+3%), mentre i vini e i prodotti ittici sono gli unici a segnare una concreta riduzione della spesa, -2% nel primo caso, -3,4% nel secondo caso, con variazioni negative soprattutto per il segmento del pesce fresco, tra gli alimenti più penalizzati. Osservando più da vicino il comparto vini e bevande, si nota come, complici un’estate calda e la riapertura del “fuori casa”, gli alcolici siano in netta flessione. A soffrire la contrazione soprattutto i vini che, con una flessione di spesa del 2,2%, vedono il carrello alleggerirsi del 6,7% in volume. Di contro, si registrano +3% in volume e +11% in valore per l’acqua in bottiglia e +5,2% in volume, +12,4% in valore per le bevande analcoliche. Lievi contrazioni di volume per la birra (-2,5%), a fronte di un aumento del prezzo che mediamente si aggira attorno al 4%.
In generale l’aumento della spesa risulta maggiore per i prodotti confezionati rispetto a quelli sfusi (+6,9% vs il +5,2% dello sfuso), per effetto dei rincari che hanno colpito anche i materiali di confezionamento e la logistica.

Patto stabilità, Dombrovskis: più “controllo dinamico” sui conti

Patto stabilità, Dombrovskis: più “controllo dinamico” sui contiRoma, 27 feb. (askanews) – Con la revisione delle regole del Patto di stabilità e di crescita, la Commissione europea punta a che tutti i paesi dell’area euro raggiungano “posizioni di bilancio sostenibili”, utilizzando una combinazione di piani di aggiustamento tagliati sui singoli Stati assieme a riforme e investimenti. Lo ha ribadito il vice presidente Valdis Dombrovskis durante un intervento al Parlamento europeo.
I programmi di aggiustamento dei conti saranno sul medio termine e rifletteranno meglio le specifiche esigenze dei singoli Stati, ma al tempo stesso verranno sottoposti a qualla che ha definito “una maggiore vigilanza dinamica sugli squilibri macroeconomici, consentendo una identificazione anticipata” dei problemi.
Questi panni di medio termine, sia sul risanamento dei conti sia sulle riforme strutturali sono il fulcro della proposta della commissione europea. “In tutti i casi le regole comuni europei andranno rispettate. I valori di riferimento inseriti nel trattato restano validi – ha precisato Dombrovskis -:3% di limite per il deficit-Pil e 60% per il debito pubblico”.
Il vicepresidente dell’esecutivo comunitario ha ripetuto che si intende dare maggiore autonomia agli Stati sulla definizione delle politiche di bilancio ma al tempo stesso “accompagnarla con un rafforzamento dei controlli nel caso di inadempienze”.