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Gas, Assocostieri: +35 mld metri cubi anno con nuovi rigassificatori Gnl

Gas, Assocostieri: +35 mld metri cubi anno con nuovi rigassificatori GnlRoma, 28 feb. (askanews) – “L’Italia è in grado di aumentare la capacità di rigassificazione del Gnl di 31-35 miliardi di metri cubi l’anno, nel caso vengano colte tutte le opportunità di investimento. Attualmente, tuttavia, si progetta di limitarsi ad interventi emergenziali”. Lo ha detto l’ingegnere Federico Rossi di Assocostieri, intervenendo alla conferenza Expanding Lng Import Capacity Europe 2023 – organizzata dalla London Business Conferences Group – che ha preso il via a Berlino.
Assocostieri ha ricordato come l’Italia dipenda fortemente dalle importazioni, il gas naturale arriva nel nostro Paese attraverso i gasdotti, oppure sotto forma di Gnl grazie alle navi metanifere. “I gasdotti – ha sottolineato Rossi – attualmente hanno una portata nominale di 133,7 miliardi di metri cubi, ed entro il 2030 questa capacità potrà arrivare a 154,7 miliardi di metri cubi, con un incremento quindi di 21 miliardi. Per quanto riguarda il Gnl, la capacità nominale al momento è di 16,25 miliardi di metri cubi, ma potrebbe crescere di quasi il 150%. Si potrebbe arrivare a 40 miliardi di metri cubi portando a compimento anche solo uno dei due terminali di rigassificazione in progetto in Sud Italia”.
Le strutture costiere che ricevono il Gnl via mare, “presentano un grosso vantaggio rispetto ai gasdotti: aprono il mercato a operatori differenti, la fornitura di conseguenza non viene assicurata da un unico soggetto. In una fase come quella che stiamo attraversando, giocano un ruolo fondamentale per garantire la certezza degli approvvigionamenti e la competitività del mercato”.
Secondo Assocostieri, quindi, “è necessario rafforzare il sistema dei rigassificatori, favorendo al contempo l’uso del Gnl per il trasporto navale, necessario per raggiungere gli stringenti obiettivi emissivi che l’Europa si è prefissa. Nel giro di uno o due anni entreranno in funzione i rigassificatori galleggianti di Ravenna e Piombino, che complessivamente garantiranno 10 miliardi di metri cubi in più l’anno”.
La capacità nominale dell’Italia potrebbe crescere ulteriormente con l’estensione dell’operatività dei terminali Sslng, nati come depositi costieri di Gnl dedicati al bunkeraggio e alla distribuzione locale su strada, per incorporare la funzione di rigassificazione, come già sta accadendo in diversi casi. In ottica di transizione energetica, non bisogna dimenticare come il puntare maggiormente sul gas e sul Gnl apre la porta alla conversione a bio-Gnl: un passaggio già avviato con la realizzazione di diversi impianti di liquefazione nell’ambito del “bando Gnl” che si sta definendo proprio in questi giorni.

Inwit e Legambiente insieme per monitorare l’inquinamento atmosferico

Inwit e Legambiente insieme per monitorare l’inquinamento atmosfericoMilano, 28 feb. (askanews) – Inwit e Legambiente si alleano per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. La collaborazione prevede l’utilizzo delle torri di Inwit per misurare e monitorare, attraverso sensoristica IoT, alcuni parametri ambientali, relativi alla qualità dell’aria, a tutela della biodiversità, tra cui anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili.
Le aree naturali oggetto del monitoraggio dell’inquinamento atmosferico saranno: Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale della Maiella, Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, e Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.
“La partnership con Legambiente testimonia il valore aggiunto della distribuzione capillare delle nostre torri sul territorio, in questo caso per la tutela della biodiversità – spiega Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit -. Le torri di Inwit sono infrastrutture digitali, condivise e sostenibili, a disposizione degli operatori di telecomunicazione mobili e in grado di ospitare tecnologia avanzata IoT per effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria e misurare gli impatti dei cambiamenti climatici, a beneficio dei territori e delle comunità nei quali operiamo”.
“L’inquinamento, insieme alla crisi climatica, alla perdita di frammentazione degli habitat, al sovra sfruttamento delle risorse, all’introduzione delle specie aliene invasive – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – rappresenta una delle principali minacce per la biodiversità e gli ecosistemi naturali. Per questo abbiamo deciso di affiancare INWIT in questo nuovo monitoraggio sperimentale che ci permetterà da un lato di fare il punto sulla qualità dell’aria in alcune aree protette italiane, dall’altra di capire al meglio le strategie e le misure da adottare per far fronte, in primis, al problema dell’inquinamento dell’aria, per tutelare la biodiversità e raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030”.

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24Roma, 28 feb. (askanews) – “E’ indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Ance, Stefano Betti, in una audizione in Commissione finanze alla Camera sul decreto sui crediti fiscali deriventi dai bonus edilizi.
Betti ha ribadito la possibile soluzione di “utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati”, proposta già elaborata dalla stessa Ance e dall’Abi e ora “resa possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat”. Inoltre “occorre dare immediatamente un segnale forte di fiducia, attivando il circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali”. Il vice presidente dell’Ance ha poi aggiunto che l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel decreto-legge “non risolve il problema in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi”.
“Non si può pensare di sbloccare una situazione così incancrenita, dopo mesi di cambi di normativa, con un mero invito alle banche a comprare. Serve una decisione veloce da parte di Governo e Parlamento per approvare misure risolutive. Serve la stessa determinazione e rapidità di azione che – ha detto Betti – ha animato l’Esecutivo nel varare un decreto che, per tempi di approvazione e entrata in vigore, ha battuto anche il leggendario decreto sul prelievo sui conti correnti del ’92”.
Per favorire il completamento dei lavori già avviati ed evitare di creare ingenti danni a famiglie ed imprese “occorre poi migliorare la disciplina transitoria prevista dal decreto approvato dal Governo”.

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurity

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurityMilano, 28 feb. (askanews) – La trasformazione digitale della nostra società ha sicuramente aperto nuovi orizzonti, estendendo la possibilità di essere virtualmente connessi nello stesso istante all’intero globo. Tuttavia, sono emersi numerosi rischi legati all’uso dei media digitali e gli attacchi informatici sono aumentati a dismisura. Il fattore umano gioca spesso un ruolo chiave e lo sviluppo di adeguate competenze digitali resta uno snodo cruciale. Le attività di formazione relative alla cybersecurity in ambito universitario sembrano riflettere questa consapevolezza con un’offerta quasi triplicata nell’ultimo anno: a gennaio 2023 si rilevano infatti in Italia 234 tra corsi e insegnamenti relativi alla cibersicurezza rispetto ai 79 individuati nello stesso mese del 2022. Restano, tuttavia, ampie disuguaglianze a livello geografico, con una forte concentrazione dell’offerta nel Lazio, Piemonte, Campania e Lombardia. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e una più intensa collaborazione tra pubblico e privato possono giocare un ruolo chiave nel colmare questo gap. Questione ancor più urgente se si considera che la Penisola è uno dei paesi più bersagliati dai cyberattacchi, presentando una quota notevolmente superiore rispetto, ad esempio, a Germania e Francia, seppure in un quadro legislativo capace di stare al passo dei tempi e che non necessita di ulteriori integrazioni normative.
Sono questi alcuni dei temi che emergono dal Rapporto “L’ecosistema italiano della sicurezza informatica tra regolazione, competitività e consapevolezza”, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato in occasione del convegno pubblico annuale che si è tenuto oggi presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, nell’ambito delle attività relative all’Osservatorio I-Com sulla Cibersicurezza e al quale hanno partecipato oltre 15 tra esperti della materia, rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni. Lo studio del think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli fornisce una panoramica sullo stato dell’arte della cybersecurity in Italia e in Europa, dall’esame del quadro normativo italiano ed europeo alla ricognizione sul numero e sull’entità degli attacchi informatici, passando per l’approfondimento delle competenze nel pubblico e nel privato e all’offerta formativa in materia.
Nel dettaglio, il monitoraggio I-Com delle attività di formazione sulla cibersicurezza in ambito universitario ha evidenziato oltre a 112 insegnamenti singoli all’interno di corsi di laurea magistrale, 56 insegnamenti singoli in lauree triennali e 13 corsi singoli all’interno di dottorati di ricerca, ben 22 lauree magistrali, 4 lauree triennali, 7 dottorati e 18 master (di primo e di secondo livello) tutti interamente incentrati sulla cybersecurity. Il totale delle lauree specifiche (triennali e magistrali) sul tema della cibersicurezza ammonta a 26, il doppio del 2022. Nel complesso, la formazione specializzata in materia di cybersecurity in Italia ha raggiunto quota 51 corsi di studio interamente dedicati.
Per quanto riguarda la distribuzione regionale della complessiva offerta formativa, questa appare piuttosto disomogenea con una forte concentrazione nel Lazio (45 tra corsi e singoli insegnamenti), Piemonte (32), Campania (25) e Lombardia (21). Tuttavia, se si considerano i dati normalizzati per il numero di università presenti sul territorio regionale, la classifica varia mostrando in prima posizione il Piemonte con 8 corsi per università, seguito da Liguria (4) e Sicilia (2,8). Le regioni che invece non presentano alcun corso formativo sulla cibersicurezza (anche a causa della scarsa offerta di livello universitario) sono la Basilicata e la Valle d’Aosta.
Le nuove possibilità aperte dal digitale, quindi, richiedono sempre maggiori competenze, sia di base che – soprattutto – specialistiche. “Sicuramente sono necessarie ulteriori azioni finalizzate a incentivare una maggiore capillarità a livello territoriale dell’offerta didattica in cibersicurezza” spiega il presidente I-Com e tra i curatori dello studio Stefano da Empoli, “e, in questo senso, è auspicabile una più intensa collaborazione tra pubblico e privato, che passi anche attraverso la forma dei partenariati. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori, a questo proposito”, continua da Empoli, “gioca un ruolo-chiave: gli ITS potrebbero fungere da anello di congiunzione tra realtà scolastica e mondo del lavoro e costituire così un ulteriore tassello in direzione del rafforzamento di un ecosistema della cibersicurezza”.
Attualmente, infatti, la formazione garantita da questi istituti sul territorio viene ritenuta non sufficiente da parte delle imprese. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE), nel 2022 risultano presenti sul territorio nazionale 120 ITS. La regione che ne ospita il numero maggiore è la Lombardia (20), seguita dalla Sicilia (11), mentre al terzo posto si trovano a pari merito Calabria, Campania e Toscana (9). Parametrando il dato sulla diffusione alla popolazione regionale risulta in testa la Calabria (4,9 ITS ogni milione di abitante), la Liguria (4 ogni milione di abitanti) e l’Abruzzo (3,9 per milione di abitanti).
Dallo studio emerge inoltre che l’Italia è uno dei paesi più bersagliati dai criminali informatici, presentando una quota del 3,26% dei dispositivi mobili e del 10,74% dei pc fissi che sono stati infettati da malware (fonte: Comparitech). Questo dato è notevolmente superiore a quello fatto registrare da altre grandi economie europee come Germania, che presenta un 1,63% di infezioni sul mobile e 4,94% da PC, e Francia, 2,56% mobile e 6,71% PC.

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 imprese

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 impreseRoma, 28 feb. (askanews) – “L’Ance esprime forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto-legge sulla cessione dei crediti perché il decreto non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, Stefano Betti, nel corso di una autizione in Commissione finanze alla Camera, sul decreto legge sui crediti fiscali legati ai bonus edilizi.
“Si tratta di circa 19 miliardi di euro , già maturati, che se non pagati – ha sottolineato l’Ance – mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”.

Gruppo Veronesi: rinnovato contratto integrativo per lavoratori Aia

Gruppo Veronesi: rinnovato contratto integrativo per lavoratori AiaMilano, 28 feb. (askanews) – Il gruppo Veronesi ha rinnovato il contratto integrativo di secondo livello per il triennio 2023-2025, destinato a circa 5.500 lavoratori Aia, con il coordinamento avicolo rappresentato dalle segreterie sindacali Veneto Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil.
L’accordo, spiega una nota, affronta in particolare tre aree: la definizione del premio di risultato grazie a forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori, lo studio di percorsi per la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato e la valorizzazione delle pari opportunità.
Per il prossimo triennio, l’importo massimo a disposizione per ciascun lavoratore è di 6.750 euro al raggiungimento del 100% degli obiettivi prefissati e condivisi con le parti sindacali (2.200 euro nel 2023, 2.250 euro nel 2024, 2.300 nel 2025). Grazie al piano welfare e alla piattaforma dedicata “Veroneasy life”, ogni lavoratore avrà la possibilità di convertire il valore detassato del premio – totale o una sua parte – nell’acquisto di beni o servizi che spaziano dall’assistenza sanitaria all’istruzione, lo sport e il tempo libero fino ai buoni spesa e benzina. L’azienda inoltre riconoscerà, a coloro che convertiranno una quota pari o superiore al 50% del premio maturato, un valore aggiuntivo netto pari al 10% dell’importo convertito spendibile esclusivamente in welfare. Saranno inoltre istituite forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori all’interno delle nove sedi coinvolte, con l’obiettivo di incentivare la ricerca di soluzioni innovative e proposte dai lavoratori nelle quattro aree che concorrono alla formulazione del premio: produttività, qualità del prodotto, salute e sicurezza sul lavoro e miglioramento delle performance di sostenibilità ambientale.
L’azienda e le parti sindacali hanno inoltre definito percorsi strutturati di stabilizzazione del personale impiegato a tempo determinato (stagionali ed avventizi, tipici del settore). L’accordo stabilisce in modo chiaro i requisiti per la stabilizzazione a tempo indeterminato, con particolare riferimento al numero di giornate effettive lavorate. Una misura innovativa e unica nel settore avicolo italiano, sottolinea l’azienda agroalimentare, che mette insieme le esigenze dei lavoratori con le necessità di flessibilità del business, con particolare attenzione alla tutela del periodo di maternità.
Infine è stato dato nuovo slancio alla Commissione pari opportunità. Obiettivo del gruppo di lavoro sarà quello di valutare, proporre e diffondere iniziative e attività capaci di valorizzare il valore della diversità all’interno dell’azienda e prevenire forme di discriminazione o comportamenti non in linea con i valori del gruppo.

Gas, AIE: nel 2022 domanda in Europa mai così bassa (-13%)

Gas, AIE: nel 2022 domanda in Europa mai così bassa (-13%)Milano, 28 feb. (askanews) – Nel 2022 la domanda di gas in Europa ha registrato il calo più marcato della storia, mentre nel 2023 la domanda globale dovrebbe essere sostanzialmente stabile, ma le prospettive sono soggette a un elevato livello di incertezza, in particolare per quanto riguarda le azioni future della Russia e l’impatto economico della fluttuazione dei prezzi dell’energia. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’AIE (Agenzia internazionale dell’energia) sul mercato del gas.
Il consumo globale di gas è diminuito, secondo le stime, dell’1,6% nel 2022. Ma l’aumento senza precedenti dei prezzi ha portato a una riduzione del 13% della domanda in Europa, poiché i governi hanno reagito rapidamente con politiche di emergenza, l’industria ha ridotto la produzione e i consumatori hanno abbassato i termostati. Le condizioni climatiche invernali più miti hanno inoltre contribuito a ridurre il fabbisogno di riscaldamento degli ambienti. La domanda di gas in Asia è diminuita del 2% a causa dei prezzi elevati del gas naturale liquefatto (GNL), delle interruzioni dovute al Covid in Cina e del clima costantemente mite nell’Asia nordorientale.
“L’anno scorso è stato straordinario per i mercati globali del gas. I prezzi stanno tornando a livelli gestibili, in particolare in Europa, dove un inverno mite e la distruzione della domanda hanno contribuito a raffreddare i mercati”, ha dichiarato Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza dell’AIE. “La Cina è la grande incognita del 2023. Se la domanda globale di GNL tornerà ai livelli pre-crisi, questo non farà altro che intensificare la concorrenza sui mercati globali e inevitabilmente farà salire nuovamente i prezzi.”

Mps, Axa completa uscita: quota venduta a 2,33 euro per totali 233 mln

Mps, Axa completa uscita: quota venduta a 2,33 euro per totali 233 mln

Chiuso l’accelerated bookbuilding. Manterrà lo 0,0007% del capitale

Milano, 28 feb. (askanews) – Axa ha completato con successo la vendita di 100 milioni di azioni di Mps, pari al 7,94% del capitale sociale della banca, al prezzo di 2,33 euro per azione, per complessivi 233 milioni, nell’ambito dell’accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. Lo comunica la compagnia francese che ieri aveva annunciato l’avvio del collocamento privato, uscendo di fatto dall’azionariato dell’istituto senese.
Dopo il regolamento e la consegna dell’offerta, prevista intorno al 2 marzo, Axa manterrà lo 0,0007% del capitale di Mps.

Mps: Axa mette in vendita l’8% attraverso un accelerated bookbuilding

Mps: Axa mette in vendita l’8% attraverso un accelerated bookbuildingMilano, 27 feb. (askanews) – Axa mette in vendita la sua quota in Mps, pari a circa l’8%. L’operazione, ha assicurato la compagnia francese, non incide in alcun modo sulla partnership con l’istituto senese o sull’impegno della compagnia nel mercato italiano.
Nel dettaglio, Axa – che detiene una partecipazione del 7,94% del capitale sociale di Mps, pari a 100.008.907 azioni – ha avviato la cessione di 100.000.000 azioni, attraverso un collocamento privato mediante accelerated bookbuilding riservato a investitori istituzionali. A seguito del completamento dell’offerta, manterrà lo 0,0007% del Monte.
In qualità di partner di lunga data dell’istituto senese, Axa ha sostenuto la banca partecipando al suo più recente aumento di capitale come investimento finanziario. Poiché Axa non desidera essere rappresentata nel cda in occasione della prossima assemblea degli azionisti di Mps né influenzare la più ampia strategia a lungo termine della banca, ha ritenuto opportuno vendere la partecipazione acquistata nell’aumento di capitale.

Auto, Pininfarina: Felix Kilbertus nuovo Chief Creative Officer

Auto, Pininfarina: Felix Kilbertus nuovo Chief Creative OfficerRoma, 27 feb. (askanews) – Pininfarina ha un nuovo Chief Creative Officer: è il designer automobilistico Felix Kilbertus. Felix sarà la guida creativa e strategica a livello di Gruppo su tutti gli aspetti del Design (Mobility, Product & Experience Design, Architecture). Riportando direttamente all’AD Silvio Angori, supervisionerà tutti i team di design Pininfarina dislocati nelle diverse aree geografiche (Italia, Cina, America). Con una carriera di 20 anni nel design automobilistico, Felix ha recentemente ricoperto il ruolo di Head of Exterior Design presso Rolls-Royce Motor Cars, dove è stato responsabile dello sviluppo del design della gamma di prodotti del marchio dal 2017, guidando un team di creativi a Monaco di Baviera, in Germania, e a Goodwood, nel Regno Unito. In precedenza Felix ha ricoperto incarichi di senior design presso Renault, Nissan, Fiat e anche Pininfarina, dove è stato lead designer dal 2011 al 2014. A partire dal 17 aprile 2023 Felix andrà dunque ad assumere il ruolo in precedenza ricoperto da Kevin Rice, che ha lasciato l’azienda lo scorso dicembre.