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Imprese cercano 700mila specialisti digitali, oltre la metà è introvabile

Imprese cercano 700mila specialisti digitali, oltre la metà è introvabileRoma, 20 ago. (askanews) – La transizione digitale delle imprese italiane rischia di rallentare a causa della crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. Secondo una rilevazione di Confartigianato, le aziende hanno necessità di 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate 4.0, ma non riescono a trovarne più della metà (51,8%). Si tratta di 362mila lavoratori che devono essere capaci di gestire tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata e la blockchain.


Il quadro si fa ancora più critico per le micro e piccole imprese, dove il 54,9% delle mansioni che richiedono competenze digitali rimangono scoperte. Confartigianato ha stilato anche la classifica delle regioni e delle province in cui il problema del personale introvabile è più acuto e supera la media nazionale.


A livello regionale è in testa il Trentino-Alto Adige, dove il 65,8% dei posti di lavoro con e-skills offerti dalle imprese (pari a 12.070) rimane vacante. Seguono il Friuli-Venezia Giulia (7.350 le figure professionali introvabili, pari al 62,6% del totale richiesto dalle imprese della regione), l’Umbria (3.750, pari al 60,3%), le Marche (9.030, pari al 57,1%), il Veneto (31.720, pari al 56,3%) e l’Emilia-Romagna (29.760, pari al 55,8%). Mostrano percentuali superiori alla media nazionale anche la Toscana (22.550, pari al 54%), la Liguria (7.900, equivalente al 53,1%), il Piemonte (25.860, pari al 53%), la Lombardia (80.250, vale a dire il 52,3%) e l’Abruzzo (6.930, pari al 52%).

Eurostat: inflazione area euro sale al 2,6% a luglio, Ue al 2,8%

Eurostat: inflazione area euro sale al 2,6% a luglio, Ue al 2,8%Milano, 20 ago. (askanews) – Il tasso d’inflazione annuale dell’area dell’euro si è attestato al 2,6% nel luglio 2024, in aumento rispetto al 2,5% di giugno. Un anno prima il tasso era del 5,3%. L’inflazione annuale dell’Unione Europea è stata del 2,8% a luglio 2024, in aumento rispetto al 2,6% di giugno. Un anno prima il tasso era del 6,1%. Questi dati sono pubblicati da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.


I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Finlandia (0,5%), Lettonia (0,8%) e Danimarca (1,0%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Romania (5,8%), Belgio (5,4%) e Ungheria (4,1%). Rispetto a giugno 2024, l’inflazione annuale è diminuita in nove Stati membri, è rimasta stabile in quattro ed è aumentata in quattordici. A luglio 2024, il contributo maggiore al tasso d’inflazione annuale dell’area dell’euro è venuto dai servizi (+1,82 punti percentuali), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (+0,45), beni industriali non energetici (+0,19) ed energia (+0,12).


Mch-Red

Usa, Superindice economia luglio -0,6% a 100,4pt, peggio di stime

Usa, Superindice economia luglio -0,6% a 100,4pt, peggio di stimeNew York, 19 ago. (askanews) – Il superindice dell’economia statunitense (LEI), redatto dal gruppo di ricerca privato Conference Board, ha fatto registrare un altro dato in ribasso in luglio. Lo scorso mese, è sceso dello 0,6% a 100,4 punti, contro attese per un calo dello 0,4%. Il dato di giugno rivisto è stato confermato -0,2%.


Negli ultimi sei mesi conclusi in luglio, il LEI è diminuito del 2,1%, meno del -3,1% registrato nel periodo tra luglio 2023 e gennaio 2024. Il Conference Board spiega che “i dati di luglio non segnalano più una recessione imminente” e “che la debolezza dei dati di luglio era diffusa tra le componenti non finanziarie” con un forte deterioramento dei nuovi ordini e con le aspettative dei consumatori, i permessi di costruzione e le ore lavorate più deboli nel settore manifatturiero. “Il Pil reale potrebbe crescere circa dell’1% (annualizzato) nel terzo trimestre di quest’anno”, secondo gli analisti LEI.

7-Eleven, Canadese Circle K lancia maxi-offerta da 31 mld dollari

7-Eleven, Canadese Circle K lancia maxi-offerta da 31 mld dollariMilano, 19 ago. (askanews) – Il gruppo retail canadese Circle K ha lanciato un’offerta amichevole e non vincolante sulla catena concorrente 7-Eleven, nata negli Usa ma acquistata nel 1974 dal magnate giapponese Masatoshi Ito.


Se l’offerta, lanciata attraverso Alimentation Couche-Tard’s (Act) e che valuta 7-Eleven 31 miliardi di dollari, andasse in porto, costituirebbe la più grande acquisizione di un’impresa giapponese da parte di un’azienda estera. Le azioni della holding che controlla 7-Eleven, Seven & i Holdings, sono cresciute sulla Borsa di Tokyo di oltre il 22%. 7-Eleven ha creato un Comitato Speciale incaricato di valutare l’offerta. Act può contare su circa 14mila punti vendita rispetto agli 85mila del retailer giapponese, ma ha una capitalizzazione di 58,5 miliardi di dollari alla Borsa canadese. Se l’offerta andrà in porto la presenza di Act in Usa e Canada raddoppierà a circa 20mila punti vendita.

GM annuncia tagli a livello globlale per oltre 1.000 dipendenti

GM annuncia tagli a livello globlale per oltre 1.000 dipendentiNew York, 19 ago. (askanews) – La casa automobilistica General Motors sta tagliando più di mille dipendenti a livello globale nella sua divisione software e servizi, ha dichiarato una persona interna all’azienda, segnalando un’inversione di tendenza dopo la serie di assunzioni degli ultimi anni.


I tagli riguarderanno circa 600 persone che lavorano nella sede centrale dell’azienda nell’area di Detroit. Non è chiaro quale altre sedi saranno toccate. La riduzione arriva circa due mesi dopo che GM ha nominato una coppia di ex dirigenti Apple per guidare la divisione digitale della sua attività, che lavora su infotainment durante la guida e sistemi avanzati di assistenza alla guida. GM ha assunto migliaia di lavoratori nel software e in altri ambiti tecnologici negli ultimi anni per sviluppare veicoli sempre più intelligenti che possono essere persino aggiornati come gli smartphone.

Usa-Cina firmano accordi di cooperazione su stabilità finanziaria

Usa-Cina firmano accordi di cooperazione su stabilità finanziariaNew York, 19 ago. (askanews) – La scorsa settimana, gli Stati Uniti e la Cina hanno firmato accordi di cooperazione per la stabilità finanziaria. A riferirlo lunedì è un comunicato della Banca Popolare Cinese, intercettato da CNBC.


Secondo il documento, l’accordo è stato siglato a conclusione di una riunione del gruppo di lavoro finanziario USA-Cina, che si è tenuto a Shanghai giovedì e venerdì. Brent Neiman, vice sottosegretario per la finanza internazionale presso il Dipartimento del Tesoro Usa, e Xuan Changneng, vice governatore della PBOC, hanno copresieduto il gruppo di lavoro. Le due parti si sono anche scambiate un elenco di persone da contattare in caso di stress finanziario o eventi di rischio. La conversazione è stata descritta dal comunicato come “professionale, pragmatica, sincera e costruttiva”. I temi in agenda includevano i mercati dei capitali, i dazi e la politica monetaria dei due paesi. L’incontro fa parte della strategia decisa dal segretario al Tesoro Yellen e dal vice premier cinese He Lifeng di programmare incontri di lavoro sul piano economico e finanziario.

Idealista: più stanze in affitto, ma prezzi salgono del 6%

Idealista: più stanze in affitto, ma prezzi salgono del 6%Milano, 19 ago. (askanews) – Aumenta del 14% nell’ultimo anno l’offerta di stanza in affitto, ma crescono anche i prezzi che sono saliti del 6%, portando la media nazionale a 475 euro al mese. Lo rileva un rapporto pubblicato dal portale immobiliare Idealista.


Il prezzo medio di 475 euro al mese è molto inferiore a quello che si paga per una stanza a Milano, dove tocca i 675 euro di media. Anche altri capoluoghi sono molto più cari: c’è Bologna con una richiesta media di 595 euro al mese, seguita da Venezia (560 euro), Firenze e Monza (525 euro entrambe), quindi Brescia e Roma rispettivamente con 520 e 500 euro. Con prezzi sotto la media nazionale troviamo Torino (450 euro) e Napoli (380 euro). In fondo alla graduatoria, Reggio Calabria è la città più economica per affittare una stanza, con un prezzo medio di 180 euro, seguita da Potenza e Benevento con 200 euro al mese. “Negli ultimi anni, il costo degli appartamenti in affitto è diventato sempre più oneroso, spingendo molti a considerare la condivisione dell’abitazione. Si tratta di una scelta adottata soprattutto dalle classi sociali più vulnerabili e dai giovani, perché consente di ridurre lo sforzo economico”, spiega Vincenzo De Tommaso, portavoce di idealista. “In alcune città dinamiche come Milano, i prezzi delle stanze condivise stanno raggiungendo il limite della sostenibilità. A Milano, per esempio, i costi delle stanze si stanno avvicinando a quelli dei monolocali, rendendo queste soluzioni meno appetibili rispetto a un affitto indipendente”.


Secondo De Tommaso, “affittare stanze è diventato molto più redditizio per i proprietari rispetto a concedere in locazione un intero appartamento. Di conseguenza, in molti hanno colto l’opportunità, determinando un netto incremento dell’offerta di camere in appartamenti condivisi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Milano e Roma rappresentano insieme il 50% dell’offerta nazionale di stanze in appartamenti condivisi, con Milano al 35% e Roma al 15%. Altri mercati importanti sono Bologna (4,4%), Torino (3,8%), Padova (3,1%), Modena (2,5%), Firenze (2,2%) e Napoli (2%). Complessivamente, questi centri catalizzano i due terzi dell’offerta di stanze condivise a livello nazionale.


L’aumento significativo dell’offerta è stato compensato da una domanda che ha continuato a crescere su scala nazionale, permettendo ai prezzi di mantenere un trend al rialzo, come rilevato da Idealista. La pressione della domanda è rimasta pressoché stabile a livello nazionale, con una leggera flessione dell’1% rispetto all’anno precedente, ma con un incremento in 35 capoluoghi. Tra questi, Trieste ha registrato una crescita straordinaria del 450%, seguita da Bergamo (229%), Trento (154%), Monza (136%), Verona (106%) e Rimini (104%).

Fed, settimane importanti prima di decisione cruciale su tassi

Fed, settimane importanti prima di decisione cruciale su tassiRoma, 17 ago. (askanews) – Il diluvio di dati sull’economia degli Stati Uniti della scorsa settimana ha lasciato agli operatori di mercato una serie di impressioni distinte: l’inflazione è in aumento, il mercato del lavoro sembra essere più in equilibrio mentre appare più probabile un ‘atterraggio morbido’ dell’economia d’Oltreoceano.


Questi elementi sono dunque la base dello scenario di un periodo decisamente cruciale per i banchieri centrali della Federal Reserve. Si inizia la settimana prossima con il conclave annuale della banca centrale a Jackson Hole, nel Wyoming, continua nella prima settimana di settembre con un rapporto sui posti di lavoro apparentemente decisivo, quindi si snoda attraverso dati economici più vitali e si conclude con la riunione politica della Fed del 17-18 settembre che deciderà i tassi d’interesse ufficiali degli Stati Uniti.


Il primo appuntamento riguarda il discorso politico del presidente Jerome Powell venerdì prossimo per concludere l’evento di Jackson Hole, durante il quale ci si aspetta che almeno abbozzi il probabile corso futuro, con molta flessibilità in modo che la Fed non venga di nuovo ingannata, come è successo nei primi giorni dell’impennata dell’inflazione. In particolare, la Fed si trova ad affrontare il tema della rapidità e aggressività con cui dovrebbe rispondere ora che il tasso di inflazione sta calando.


Ecco cosa è emerso dagli ultimi dati: gli aumenti dei prezzi al consumo hanno rallentato al ritmo più debole in più di tre anni, i prezzi all’ingrosso sono aumentati di poco a luglio, la spesa si è dimostrata molto più resiliente del previsto e i licenziamenti, dopo un breve picco di alcune settimane fa, sono vicini alla loro tendenza a lungo termine. Non tutte le notizie sono state buone visto che l’edilizia abitativa rimane un punto debole per l’economia e sembra peggiorare. Gli stipendi stanno aumentando, ma solo dello 0,7% più velocemente dell’inflazione. E l’inflazione, si è manifestata indirettamente nelle importazioni, dove il ritmo annuale degli aumenti dei prezzi ha raggiunto il livello più alto da dicembre 2022, sebbene solo all’1,6%. Resta il fatto che i mercati ritengono in larga misura che la Fed possa iniziare ad abbassare i tassi di interesse il mese prossimo.


I prezzi di mercato di venerdì pomeriggio suggerivano una probabilità di circa 3 a 1 per di una riduzione di un quarto di punto percentuale, o 25 punti base, a settembre, secondo l’indicatore FedWatch del CME Group sui contratti future sui fondi federali. Da lì, i trader vedono un’altra mossa simile a novembre e dicembre, con il taglio finale di quest’anno che potrebbe essere di mezzo punto. La preoccupazione più grande ora è che la Fed abbassi perché vuole guidare l’economia verso il tanto decantato atterraggio morbido, piuttosto che debba muoversi drasticamente perché è costretta a farlo, ad esempio se il mercato del lavoro crolla o si verifica qualche altra crisi.

In Italia ci sono più avvocati che idraulici

In Italia ci sono più avvocati che idrauliciRoma, 17 ago. (askanews) – Continua a scendere il numero complessivo degli artigiani presenti nel nostro Paese. Stiamo parlando di persone che in qualità di titolari, soci o collaboratori familiari svolgono un’attività lavorativa prevalentemente manuale. Pertanto, per poter contare sulla copertura previdenziale devono iscriversi nella gestione artigiani dell’Inps. Se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000

Chi ha lavorato a Ferragosto

Chi ha lavorato a FerragostoRoma, 16 ago. (askanews) – Vacanze, ma non per tutti. La festività di Ferragosto è stata reso possibile dal “numero consistente” di italiani che si sono recati al lavoro. Circa 4,5 milioni di lavoratori, secondo una stima di Susini Group, hanno garantito la loro presenza soprattutto nell’ambito del turismo e dei servizi essenziali. Secondo la ricerca, durante il periodo estivo, da giugno ad agosto, l’Italia vive una significativa attività economica e si stimano in oltre 6,8 milioni gli italiani che trascorreranno questo periodo al lavoro. I settori chiave dell’occupazione estiva sono il turismo per il 23%, l’ospedaliero per il 12%, il commercio al dettaglio per il 17%, l’agricoltura per l’11%, servizi di intrattenimento e svago per il 6%, pubblica sicurezza per il 4% ed eventi e festival per il 3%. Il Pil prodotto in questi tre mesi estivi si aggira sui 550 miliardi di euro. Ecco la top ten delle professioni che hanno il maggior coinvolgimento di lavoratori nel periodo estivo: in testa i camerieri (16%), seguiti dal personale infermieristico (14%), poi addetti alle pulizie (12%), commessi di negozi (10%), lavoratori agricoli (9%), personale di cucina (8%), baristi (6,5%), addetti di pubblica sicurezza (6%), badanti (5,5%) e addetti delle spiagge (4%).