Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

M.O., oggi in Israele “giornata nazionale resistenza a dittatura”

M.O., oggi in Israele “giornata nazionale resistenza a dittatura”Roma, 9 mar. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarà probabilmente costretto a raggiungere in elicottero l’aeroporto Ben Gurion per volare a Roma, a causa delle previste manifestazioni contro la riforma della giustizia che comprendono anche blocchi alla circolazione stradale. E’ quanto riportava ieri l’emittente israeliane Kan.
Il movimento di protesta ha infatti indetto per la giornata di oggi “una giornata nazionale di resistenza alla dittatura” con iniziative simili a quelle della giornata di protesta tenuta la scorsa settimana, con proteste in tutto il paese, blocchi stradali, scioperi dei lavoratori e altre interruzioni alle attività quotidiane. Secondo l’emittente israeliana Kan, i manifestanti vorrebbero anche lasciare a terra circa 100 voli.
Netanyahu, accompagnato dalla moglie Sara, è atteso oggi a Roma, da cui sabato . Si tratta di uno dei primi viaggi all’estero dal suo insediamento, lo scorso dicembre. Il mese scorso il premier israeliano è stato in Francia, dove ha incontrato il presidente Emmanuel Macron, così come imprenditori e i leader della comunità ebraica.
In vista della visita in Italia, Repubblica ha intervisto il premier israeliano. In ragione di una tradizione “forte e antica” fra Roma e Gerusalemme “credo sia venuto il momento per Roma di riconoscere Gerusalemme come capitale ancestrale del popolo ebraico, da ben tremila anni. Come hanno fatto gli Stati Uniti con un gesto di grande amicizia”. ha detto Benjamin Netanyahu in un’intervista a Repubblica, alla vigilia del suo arrivo in Italia.
“Con l’Italia abbiamo relazioni molto solide ma vorrei vedere più collaborazione economica. Israele è una patria dell’innovazione e credo che reazioni più strette con le vostre aziende saranno positive per entrambi. E poi c’è il gas naturale: ne abbiamo molto e vorrei discutere di come farlo arrivare in Italia per sostenere la vostra crescita economica”, ha commentato Netanyahu.
Sul fronte strategico “parleremo dell’Iran”, ha aggiunto: “dobbiamo impedire che raggiunga l’atomica perché con i suoi missili potrebbe raggiungere molti Paesi, anche in Europa, e nessuno vuole essere preso in ostaggio da un regime fondamentalista dotato del nucleare. Inoltre, auspico un’accelerazione nel cambiamento di approccio dell’Italia alle votazioni all’Onu. Dal 2015 l’Italia ha votato all’Onu ben 89 volte contro di noi. È un fatto che stride con le ottime relazioni bilaterali. Invece di occuparsi di nazioni come Siria e Iran dove i diritti più elementari vengono violati, all’Onu si vota contro Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente. Infine, vorrei con l’Italia una partnership più stretta sulle politiche Ue”, ha insistito il premier israeliano.
Sim

Presidente Azerbaigian: abbiamo cambiato mappa energia Europa

Presidente Azerbaigian: abbiamo cambiato mappa energia EuropaBaku, 9 mar. (askanews) – “Abbiamo già cambiato la mappa dell’energia dell’Europa. Siamo un partner affidabile che esporta greggio, gas, elettricità, prodotti petrolchimici” e “continueremo ad aumentare le esportazioni di gas verso l’Europa”, anche grazie al potenziamento “dei nostri gasdotti come per il Tap che passerà da 10 a 20 miliardi di metri cubi”, ha detto il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev nel corso del discorso di apertura della decima edizione del Global Baku Forum.

Al via il Global Baku Forum, sfide e opportunità tra Europa e Asia

Al via il Global Baku Forum, sfide e opportunità tra Europa e AsiaBaku, 9 mar. (askanews) – Tre giorni di dibattiti e interventi per scoprire “Il mondo di oggi: sfide e speranze”. Con questo tema, che include sicurezza energetica, instabilità regionale, corridoi transeuropei, rapporti tra Asia ed Europa e il ruolo della Cina nello scenario internazionale, si aprono i tre giorni del Global Baku Forum, la decima edizione dell’evento che si svolge nella capitale azerbaigiana e che vedrà sul palco, oltre al presidente e padrone di casa Ilham Aliyev anche altri capi di stato come il lettone Egils Levits, il bulgaro Rumen Radev, il presidente di Timor Est Jose Ramos Horta e tra gli altri gli interventi del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus e di Wu Hongbo, rappresentante speciale del governo cinese per gli affari europei.
In questo contesto, nella tre giorni che si apre oggi, verranno esplorate le nuove e vecchie minacce alla sicurezza globale, le ipotesi su come riformare il multilateralismo per renderlo efficace, i corridoi di trasporto che collegano l’Europa all’Asia attraverso l’Azerbaigian e Paesi dell’Asia centrale.
Oltre 400 partecipanti tra ex capi di stato di governo, tra cui il serbo Boris Tadic e gli ucraini Petro Poroshenko e Viktor Yushchenko, ministri degli esteri e eminenti studiosi internazionali provenienti da oltre 50 paesi stranieri. Il co-presidente del Centro Nizami Ganjavi International Center, che organizza l’evento, l’ex vicepresidente della Banca mondiale Ismail Serageldin, ha dichiarato che il Forum è diventato la piattaforma principale di confronto in questa parte del mondo. Parlando alla conferenza stampa dedicata alla decima edizione del Global Baku Forum, alla vigilia dell’apertura, Serageldin ha sottolineato che quest’anno l’incontro si svolgerà in un momento difficile a livello globale, in cui si affrontano problemi urgenti che minacciano il progresso mondiale. Il co-presidente ha aggiunto che in questo contesto non bisogna dimenticare l’importanza della lotta per l’uguaglianza e il proseguimento del contrasto della pandemia di coronavirus.
Il programma si apre con il discorso del presidente Aliyev nel Palazzo Gulustan. Nella seduta inaugurale sono previsi gli interventi del presidente della Lettonia e di quello di Timor Est. Un messaggio del premier britannico Rishi Sunak e un video messaggio di Tedros. All’apertura sarà letto anche un messaggio del presidente Sergio Mattarella che si è congratulato “per il tema scelto”: “Posso confermare con grande piacere che ogni anno il lavoro svolto dal vostro Centro è volto a promuovere la cooperazione e il dialogo per una reciproca comprensione e la pace”, ha scritto in un messaggio indirizzato al Nizami Ganjavi International Center. Concetto ribadito anche da Tedros in un messaggio pubblicato dai social del centro alla vigilia dell’evento: “Anno dopo anno l’impegno del Ngic è volto a promuovere il dialogo e la cooperazione tra i popoli e le culture” e “si arricchisce e si rafforza, in un quadro volto ad affermare e promuovere il valore della reciproca comprensione e della possibilità di riconciliazione”, “elementi indispensabili per una proficua e sostenibile interazione tra popoli e Stati”.
Nella prima giornata si discuterà della resilienza della Nato, delle sfide legate al clima e delle minacce derivanti dal riscaldamento globale. Altro tema le altre minacce che il mondo sta affrontando, tra cui quella nucleare e quella della insicurezza alimentare. L’Azerbaigian attualmente presiede il Movimento dei Paesi non allineati e ha ospitato un evento con i Paesi del movimento proprio nelle scorse settimane: uno dei panel del primo giorno sarà dedicato a come reinventare il multilateralismo in una nuova era di non-allineamento.
Una delle sessioni della seconda giornata sarà focalizzata sulla Cina e sul ruolo di Pechino nello sviluppo e nella sicurezza globale. Alla vigilia del Forum il presidente Aliyev ha incontrato il rappresentante cinese per gli affari Ue Wu Hongbo. Aliyev ha sottolineato che la cooperazione con la Cina è una delle principali priorità della politica estera dell’Azerbaigian e si sta espandendo non solo su varie piattaforme politiche, ma anche nella sfera economica e come parte della “One Belt One Road”. L’aumento del volume delle merci trasportate dalla Cina verso l’Occidente attraverso l’Azerbaigian ne è un buon esempio, ha sottolineato il presidente azerbaigiano. Il rappresentante speciale ha espresso fiducia che la sua visita contribuirà all’espansione dei legami bilaterali e ha sottolineato che Pechino sostiene l’integrità territoriale dell’Azerbaigian.
Il Forum prevede anche panel sui corridoi energetici, un tema che rende centrale il ruolo dell’Azerbaigian, sempre più hub energetico e fornitore di gas, anche per l’Italia grazie al gasdotto Tap. Il programma seguirà anche il sabato e si concluderà la sera dell’11 marzo con la cerimonia e i discorsi dei presidenti bulgaro Radev e albanese Bajram Begaj.
(di Daniela Mogavero)

Intelligence Usa: Kim Jong Un seria minaccia militare

Intelligence Usa: Kim Jong Un seria minaccia militareRoma, 8 mar. (askanews) – La Corea del Nord potrebbe rappresentare “una seria minaccia” militare per gli Stati uniti e per i suoi alleati, per il suo sforzo continuo di rafforzarsi e di espandere il programma nucleare. Inoltre, sta cercando di accreditarsi sempre più nel contesto internazionale con altri paesi che condividono sistemi autoritari, come Cina e Russia. Lo afferma il rapporto annuale di valutazione delle minacce redatto dalla comunità d’intelligence Usa e diffuso oggi dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence nazionale americana.
“Il leader nordcoreano Kim Jong Un sta continuando gli sforzi per migliorare le capacità nucleari e convenzionali della Corea del Nord prendendo di mira gli Stati Uniti e i suoi alleati, il che consentirà azioni aggressive periodiche per cercare di rimodellare l’ambiente di sicurezza regionale a suo favore”, si legge nel rapporto. “Kim – precisa – probabilmente sta tentando di garantire la posizione della Corea del Nord in quello che percepisce come un ambiente internazionale favorevole al suo brutale sistema autoritario, come dimostrato dal ripetuto sostegno pubblico della Corea del Nord alle priorità di politica estera di Pechino e Mosca”.
Sul piano militare – stima l’intelligence americana – “l’esercito della Corea del Nord rappresenterà una seria minaccia per gli Stati uniti e i suoi alleati, continuando a investire in capacità di nicchia progettate per fornire a Kim una gamma di opzioni per scoraggiare l’intervento esterno, compensare le persistenti carenze nelle forze convenzionali del paese e promuovere i suoi obiettivi politici attraverso la coercizione”.
Soprattutto, il regime di Kim “rimane – stimano i servizi Usa – fortemente impegnato nell’espansione dell’arsenale di armi nucleari del paese e nel mantenere le armi nucleari come fulcro della sua struttura di sicurezza nazionale. Dichiarazioni pubbliche hanno consolidato l’intenzione della Corea del Nord di migliorare la sua capacità di minaccia sia nei confronti della Corea del Sud che degli Stati Uniti”.
Pyongyang sta facendo progressi anche nel campo dello spionaggio cyber. “Il programma cyber della Corea del Nord – si legge nel rapporto – solleva preoccupazioni di spionaggio, criminalità informatica e di attacco sofisticato e agile. Le forze informatiche di Pyongyang sono maturate e sono pienamente in grado di raggiungere una serie di target strategici diversi, incluso l’obiettivo più ampio rappresentato dagli Stati Uniti”.

Intelligence Usa: Cina minaccia competitività tecnologica Occidente

Intelligence Usa: Cina minaccia competitività tecnologica OccidenteRoma, 8 mar. (askanews) – La Cina è centrale nelle catene di approvvigionamento tecnologico globale e, quindi, rappresenta la “principale minaccia per la competitività tecnologica” degli Stati uniti e dell’Occidente. Lo sostiene il rapporto annuale di valutazione delle minacce redatto dalla comunità d’intelligence Usa e diffuso oggi dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence nazionale americana.
Pechino “rimarrà la principale minaccia per la competitività tecnologica degli Stati Uniti, poiché ha nel mirino in settori chiave delle tecnologie commerciali e militare proprietaria di società e istituzioni statunitensi e alleate. Il governo cinese sta raddoppiando gli sforzi per promuovere l’innovazione locale e diventare autosufficiente”, secondo quanto afferma la valutazione.
“La Cina utilizza l’accesso al suo vasto mercato e il controllo sulle catene di approvvigionamento critiche come strumenti per forzare società estere e costringere i paesi stranieri a consentire il trasferimento di tecnologie e proprietà intellettuali”, continua il rapporto.
“Pechino è fondamentale per le catene di approvvigionamento globali in una vasta gamma di settori tecnologici, tra cui semiconduttori, minerali critici, batterie, pannelli solari e prodotti farmaceutici”, afferma ancora la comunità d’intelligence, ricordando che in un discorso dell’aprile 2020 il presidente cinese Xi Jinping ha dato conto della sua intenzione di aumentare la centralità dalla Cina nelle catene di approvvigionamento chiave, in modo da essere in grado di “utilizzare tale dipendenza nella catena di approvvigionamento per minacciare e tagliare fuori i paesi stranieri durante una crisi”.
Il dominio della Cina in questi mercati – scrivono ancora i servizi americani – “potrebbe rappresentare un rischio significativo per i settori manifatturiero e di consumo degli Stati uniti e dell’Occidente, se il governo cinese fosse in grado di sfruttare abilmente il proprio dominio per ottenere vantaggi politici o economici”.

Intelligence Usa: Cina sta riorientando postura nucleare

Intelligence Usa: Cina sta riorientando postura nucleareRoma, 8 mar. (askanews) – La Cina “sta riorientando la sua postura nucleare” perché i suoi leader ritengono che “le loro attuali capacità siano insufficienti” rispetto alla modernizzazione dell’arsenale nucleare Usa e perché paventano la possibilità di uhn attacco preventivo americano. Lo afferma il rapporto annuale di valutazione delle minacce redatto dalla comunità d’intelligence Usa e diffuso oggi dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence nazionale americana.
“La Cina sta riorientando la sua postura nucleare nell’ambito rivalità strategica con gli Stati Uniti, perché i suoi leader hanno concluso che le loro attuali capacità sono insufficienti”, si legge nella relazione.
“Pechino teme che le tensioni bilaterali, la modernizzazione nucleare degli Stati Uniti e le avanzate capacità convenzionali del PLA (Esercito di liberazione del popolo cinese, ndr.) abbiano accresciuto la probabilità di un ‘first strike’ degli Stati Uniti” continua la valutazione d’intelligence.
La Cina, a questo punto, “non è interessata – secondo il rapporto – ad accordi che limitino i suoi piani e non accetterà negoziati che assicurino vantaggi statunitensi o russi. E’ probabile che la maggiore fiducia di Pechino nel suo deterrente nucleare rafforzi la sua determinazione e intensifichi i conflitti convenzionali” e al momento “sta costruendo centinaia di nuovi silos di missili balistici intercontinentali”.
Accanto all’arsenale nucleare, la Repubblica popolare continua anche a rafforzare decisamente le sue forze convenzionali. “Il governo cinese continuerà a perseguire il suo obiettivo di costruire un esercito di livello mondiale che gli consenta di cercare di proteggere quello che considera il suo territorio sovrano, tentare di stabilire la sua preminenza negli affari regionali e proiettare il potere a livello globale, compensando al contempo la percepita superiorità delle forze statunitensi”, valuta la relazione dell’intelligence di Washington.
Pechino sta lavorando “per raggiungere il suo obiettivo di mettere in campo un esercito entro il 2027 in grado di scoraggiare l’intervento degli Stati uniti” in un futuro conflitto con Taiwan, spiega ancora la relazione
La Marina e l’Aeronautica dell’PLA “sono già le più grandi della regione e continuano a mettere in campo piattaforme avanzate che migliorano la capacità della Cina di provare a stabilire la superiorità aerea e proiettare potenza oltre la prima catena di isole”, sostiene l’intelligence Usa. “I sistemi convenzionali a corto, medio e intermedio raggio della PLA Rocket Force (PLARF) probabilmente possono già mettere a rischio le forze e le basi statunitensi nella regione”.
Le forze cinesi “continueranno a perseguire la creazione di installazioni militari e di accordi di accesso nel tentativo di proiettare il potere e proteggere gli interessi della Cina all’estero”, mentre Pechino “sta facendo progressi discontinui verso la creazione di strutture militari all’estero, il PLA probabilmente continuerà a utilizzare approcci su misura per affrontare le sfide locali mentre cerca di migliorare le relazioni con i paesi disponibili e portare avanti i suoi obiettivi di presenza militare all’estero”, scrive ancora la comunità d’intelligence, precisando che “oltre a continuare a sviluppare la sua base esistente a Gibuti, secondo quanto riferito Pechino, sta perseguendo potenziali basi in Cambogia, Guinea equatoriale e Emirati arabi uniti”.

Intelligence Usa: Xi spingerà riunificazione Taiwan in terzo mandato

Intelligence Usa: Xi spingerà riunificazione Taiwan in terzo mandatoRoma, 8 mar. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping userà il suo terzo mandato per spingere sull’unificazione di Taiwan e per indebolire l’influenza degli Stati uniti, cercando anche dividere Washington dai suoi alleati. Lo afferma il rapporto annuale di valutazione delle minacce redatto dalla comunità d’intelligence Usa, diffuso oggi dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence nazionale americana.
“Mentre Xi inizia il suo terzo mandato come leader della Cina, il Pcc (Partito Comunista Cinese) opererà per schiacciare Taiwan sull’unificazione, indebolire l’influenza degli Stati uniti, creare cunei tra Washington e i suoi partner e promuovere alcune norme che favoriscono il suo sistema autoritario”, recita il rapporto. Nel contempo, però, i leader cinesi cercheranno – secondo la valutazione d’intelligence – anche “opportunità per ridurre le tensioni con gli Stati Uniti, quando riterranno che questo vada nei loro interessi”.
Pechino, ancora, “cercherà di espandere la sua influenza all’estero e i suoi sforzi per essere vista come un campione dello sviluppo globale attraverso diverse iniziative, tra cui la Belt and Road Initiative (BRI) e le nuove politiche di punta di Xi, la Global Development Initiative e la Global Security Initiative”, spiega il rapporto americano.
Per quanto riguarda l’atteggiamento cinese rispetto all’invasione russa dell’Ucraina, l’intelligence americana ritiene che Pechino “manterrà la sua cooperazione diplomatica, di difesa, economica e tecnologica con la Russia per continuare a tentare di sfidare gli Stati Uniti, anche se limiterà il sostegno pubblico”.

Cina: aperti a possibilità visita segretaria al Commercio Usa

Cina: aperti a possibilità visita segretaria al Commercio UsaRoma, 8 mar. (askanews) – La Cina ha fatto sapere oggi, attraverso il suo ministero al Commercio, di essere “aperta” all’eventualità di una visita della segretaria al commercio statunitense Gina Raimondo in un momento in cui le relazioni tra Pechino e Washington sono particolarmente deteriorate .
“Riteniamo che sia molto importante per i ministeri del commercio delle due parti mantenere il dialogo e la comunicazione e siamo aperti alla speranza della segretaria Raimondo di visitare la Cina”, ha affermato mercoledì il ministero. “La Cina – ha proseguito – continuerà a impegnarsi ad affrontare le reciproche preoccupazioni attraverso il dialogo e la promozione di una cooperazione costruttiva e pratica”.
Raimondo la scorsa settimana ha riferito a Bloomberg News che sta valutando la possibilità di visitare la Cina, sottolineando come mantenere un dialogo per allentare le tensioni con Pechino resti prioritario per l’amministrazione Biden.
La dichiarazione del ministero del Commercio cinese è in controtendenza rispetto a un andamento dei rapporti Usa-Cina particolarmente conflittuali. Solo ieri il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha avvertito che ci saranno “conseguenze catastrofiche” se gli Stati Uniti non cambieranno approccio sulla vicenda di Taiwan.
Secondo fonti ufficiali americane, nel 2022 le esportazioni Usa in Cina sono arrivate a 153,8 miliardi di dollari, con un incremento di 2,4 miliardi di dollari. Quelle cinesi negli Usa sono arrivate a 536,8 miliardi di dollari, con un incremento di 31,8 miliardi di dollari.

Politico YouTuber sarà primo espulso da parlamento Giappone dal 1951

Politico YouTuber sarà primo espulso da parlamento Giappone dal 1951Roma, 8 mar. (askanews) – Nella Dieta, il parlamento giapponese, potrebbe esserci il primo caso di decadenza di un eletto dal 1951, in una vicenda che sta facendo molto discutere. Il politico coinvolto è conosciuto come GaaSyy, il suo pseudonimo da YouTuber, e aveva fatto in passato parlare di lui come speranza di un movimento populista che ha nel mirino la televisione pubblica NHK.
Lo YouTuber si chiama in realtà Yoshikazu Higashitani. E’ stato censurato dalla Dieta per non aver preso parte ad alcuna delle sedute della Camera dei consiglieri (la camera alta), in cui aveva conquistato un seggio nelle elezioni politiche dello scorso autunno. Tutto saerebbe passato in cavalleria se si fosse scusato, ma GaaSyy non l’ha voluto fare se non con un video – respinto dall’assemblea – e quindi il prossimo passaggio sarà quello della sua decadenza. E’ il primo caso dal 1951 tra tutte e due le camere di cui è composta la Dieta nipponica.
La Camera dei Consiglieri aveva ordinato a GaaSyy di porgere delle scuse alla Dieta nella sessione plenaria di ieri, ma lo YouTuber – che si trova all’estero – non è tornato in Giappone dall’estero per parteciparvi.
Durante la seduta, Hidehisa Otsuji, presidente della Camera alta, ha detto che solleverà nuovamente la questione del comportamento di GaaSyy in commissione disciplinare, poiché ha “disturbato l’ordine” dei lavori in parlamento. La Camera dovrebbe decidere formalmente cosa fare di lui mercoledì prossimo. E’ scontato che sarà espulso dal parlamento. Esponenti di tutti i partiti di governo e di opposizione hanno dichiarato che chiederanno alla camera alta di privare GaaSyy del suo seggio.
GaaSyy è un membro del partito NHK, una formazione tematica critica nei confronti dell’emittente pubblica giapponese. Takashi Tachibana, il capo del partito NHK, ha espresso la sua intenzione di dimettersi da leader del gruppo parlamentare per assumersi la responsabilità della confusione provocata da GaaSyy.
Sul suo account Instagram, Higashitani ha detto che sta visitando la Turchia colpita dal terremoto, dopo essersi stabilito negli Emirati Arabi Uniti già da prima delle elezioni della camera alta nel 2022.
Secondo la costituzione del Giappone, i membri del parlamento sono “esenti dall’arresto mentre la Dieta è in seduta”, ma GaaSyy ha affermato di essere rimasto all’estero per paura di essere “detenuto immotivatamente” a causa di una “falsa denuncia penale”.
In vista delle elezioni della camera alta nel luglio dello scorso anno, GaaSyy è diventato famoso per aver postato sul suo canale YouTube pettegolezzi che coinvolgono celebrità. GaaSyy, che si è classificato al primo posto nella lista degli eletti del partito NHK, è anche sospettato di aver truffato denaro da più persone: avrebbe promesso di dar loro l’opportunità d’incontrare membri della popolare boyband K-pop BTS.
La polizia giapponese ha chiesto a GaaSyy di sottoporsi a un interrogatorio volontario per sospetto di diffamazione ed estorsione. Ha inoltre perquisito diversi luoghi collegati a lui per le accuse a gennaio.

L’eccellenza motoristica italiana rafforza la presenza in Romania

L’eccellenza motoristica italiana rafforza la presenza in RomaniaRoma, 8 mar. (askanews) – Giampaolo Dallara, fondatore della rinomata casa automobilistica italiana, accompagnato da una Delegazione di rappresentanti Dallara ha effettuato una visita a Bucarest il 7 marzo in occasione del lancio sul mercato romeno della nuova Dallara Stradale.
Da oltre 50 anni Dallara progetta e produce telai per auto da corsa e da strada, affermandosi come uno dei marchi più rinomati del settore automobilistico a livello globale. Il Gruppo Dallara è infatti fornitore unico di vetture per i campionati IndyCar, Indy Lights, Formula 2, Formula 3, EuroFormula, Formula E e Super Formula. Realizza vetture per il WEC, l’ELMS e l’IMSA e fornisce consulenza per altri campionati quali Nascar.
Questi dati certificano l’altissima qualità dell’azienda come attore di prim’ordine della motor valley emiliano-romagnola, autentica eccellenza italiana all’avanguardia nella manifattura avanzata. La Dallara Stradale, prima vettura di strada del marchio, sta già ricevendo ordini sul mercato romeno, gestito dal Gruppo Forza Rossa, concessionario esclusivo nei Balcani, assieme al quale l’Ambasciata ha organizzato la visita.
Prima di presentare la vettura alla stampa di settore, Dallara è intervenuto all’Università Politecnica di Bucarest per una lectio magistralis dal titolo: “Race Car Evolution (1960-2023)”. Con l’occasione, è stata celebrata la firma, avvenuta nei giorni scorsi, di un Memorandum d’intesa tra Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER) e la Politecnica di Bucarest, con il supporto di Dallara, per la realizzazione di attività congiunte, come progetti di ricerca, organizzazioni di conferenze e simposi, scambio di docenti, ricercatori e studenti.
Sulla base dell’intesa, dal prossimo anno accademico un primo gruppo di studenti romeni potrà specializzarsi nelle strutture formative e aziendali del distretto motoristico dell’Emilia-Romagna. La Dallara è parte della MUNER, consorzio voluto dalla Regione Emilia-Romagna che comprende i quattro atenei regionali (Bologna, Parma, Ferrara, Modena e Reggio Emilia) e le prestigiose case automobilistiche che hanno sede in quel territorio.
Per l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, la visita della Delegazione guidata da Dallara “costituisce uno sviluppo che arricchisce le relazioni tra Italia e Romania. Da un lato, testimonia quanto questo mercato sia ricettivo rispetto a prodotti di altissima gamma, frutto dell’ingegno e della tecnologia motoristica italiana come la Dallara Stradale; dall’altro, aggiunge un tassello alla cooperazione nell’ambito dell’alta formazione specialistica in un settore, quello dell’ingegneria automobilistica, che è un vero e proprio fiore all’occhiello dell’Italia, con l’attivazione di percorsi di circolarità in grado di elevare il valore aggiunto della presenza economica italiana in Romania”.