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De Gennaro: guerra Ucraina occasione per ricompattare Occidente

De Gennaro: guerra Ucraina occasione per ricompattare OccidenteRoma, 6 mar. (askanews) – “Transatlantic Forum: the future of west”. L’intervento armato della Russia in Ucraina è partito ormai da più di un anno e al Centro Studi Americani a Roma è andato in scena un dibattito sulla conseguenze di questo conflitto. A introdurre i lavori è stato Gianni De Gennaro, presidente del Centro Studi Americani. Che ha ricordato come la “frattura” aperta otto anni fa da Mosca con l’annessione della Crimea si trasformata in una “drammatica rottura”.
Un conflitto che ha “chiari risvolti strategici”, ha aggiunto De Gennaro, che si è chiesto però se “questa guerra non possa rappresentare un’inaspettata – pur se depracabile – occasione per rifletttere su come possiamo ricompattarci”. La libertà, ha sottolineato il presidente del Centro Studi Americani, “non è scontata, ma è una conquista che tutti abbiamo il dovere di difendere”. Anche attraverso l’apporto della Nato, “sempre più moderna ed efficace nelle sfide”. Occorre cercare di capire, ha concluso, “come immaginare il futuro dell’Occidente: per farlo non dobbiamo perdere il nostro passato, perchè se conosciamo la nostra storia” le giovani generazioni potranno avere “fiducia nel loro futuro”.
E’ stata una “guerra non solo improvvisa, ma anche relativamente imprevista”, ha detto da parte sua Giulio Tremonti, presidente dell’Aspen Institute Italia collegato da remoto, “Quella in Ucraina è una guerra che si manifesta su tre dimensioni: tempo (conosciamo la data iniziale, ma non è prevedibile la data finale), estensione su un quadrante geopolitico sempre più vasto, dimensione dell’ideologia che si sta sviluppando nel dominio economico”. La speranza, ha sottolineato, “è che si possa parlare al più presto di una dimensione europea dell’Ucraina”.
“Questa crisi è il rifiuto della Russia dell’Europa del dopoguerra, l’Europa libera”, ha detto Shawn Crowley, incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia, “E’ la Russia che si è allontanata dagli accordi, puntando contro la Nato e i principi che governano la pace internazionale. Queste parole sono vere oggi come lo erano un anno fa. La lunga guerra ha implicazioni globali che richiedono una risposta transatlantica unita. C’è stata una risposta efficace e ingegnosa e il tentativo di annettere un altro Paese sovrano è fallito”.
Crowly ha ricordato come “missili e droni” russi hanno puntato “alle infrastrutture, cercando di privare la popolazione di elettricità e di acqua”. Poi ha ricordato le missioni a Kiev di Joe Biden e Giorgia Meloni, sottolineando come “americani ed europei vogliono vivere in un mondo che intendono difendere”. Quanto all’Italia, l’ha definita una “componente fondamentale della risposta transatlantica”, che ha inoltre “aperto una strada incoraggiando altri stati a fornire all’Ucraina una prospettiva europea”. Un’Italia che ha rafforzato la “posizione di leadership all’interno della Nato e del G7”.

Spazio, Tajani: nel mondo c’è voglia d’Italia, cogliamola

Spazio, Tajani: nel mondo c’è voglia d’Italia, cogliamolaPadova, 6 mar. (askanews) – “Le nostre università, quelle antiche come questa erano già luogo d’incontro. Questo sapere deve servire a rafforzare il ruolo del nostro paese. Colui che viaggia molto e legge molto vede molto e sa molto come diceva Cervantese, questo sapere deve essere messo al servizio della nazione con una visione di apertura. Esportare conoscenza significa essere solidali verso gli altri, lo vediamo anche nel disastro avvenuto sulle nostra coste”.”.
Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, nel suo intervento all’Università di Padova.
“C’è voglia e considerazione dell’Italia più di quando noi immaginiamo -ha aggiunto Tajani – 4 mln di pmi nel settore dello spazio. Dobbiamo sapere cogliere questa voglia d’Italia che c’è e con sua vocazione all’apertura possa regalare di più al mondo rispetto a quanto è stato nel passato ecco perché gli addetti scientifici e spaziali sono importanti.

Spazio, Tajani: vogliamo sviluppare la presenza italiana

Spazio, Tajani: vogliamo sviluppare la presenza italianaPadova, 6 mar. (askanews) – “Abbiamo avuto l’onore di avere una donna a capo di una missione spaziale come Samantha Cristoforetti, saremo in Serbia col ministro Bernini con business forum anche un forum dedicato al settore ci cui si stiamo occupando oggi, al lato avremo un dialogo con imprese che occupano questi settori. Vogliamo sviluppare una presenza italiana nello spazio e nelle scienze, è parte della nostra identità abbiamo avuto uomini e donne che studiavano la scienza e ciò che legava l’uomo al sapere”.
Così il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, nel suo intervento alla Conferenza delle addette e addetti scientifici e spaziali che si svolge all’Università di Padova.
“Più si conosce e meglio si può agire – ha aggiunto Tajani – e più si può collaborare con gli altri, con altri paesi del mondo che vogliono conoscere, penso ai paesi africani ad esempio. Il nostro sistema Galileo è superiore al Gps, il margine di errore di Galileo è inferiore al Gps. L’Africa ha bisogno di una politica spaziale – ha concluso il minsitro – stiamo guardando non con l’occhio del colonizzatore ma favorendo la collaborazione con i sistemi satellitari. Pensiamo quanto sia importante la ricerca in campo medico. Lo sviluppo del mercato con la crescita dell’economia a vantaggio di tutti”.

Onu,Apre 67ma Conferenza donne: focus su digitale e parità genere

Onu,Apre 67ma Conferenza donne: focus su digitale e parità genereNew York, 6 mar. (askanews) – Apre lunedì a New York la 67ma Conferenza sulle donne, che vedrà fino al 17 marzo dibattiti e appuntamenti sul ruolo della tecnologia e dell’istruzione digitale nel promuovere il ruolo e il contributo delle donne. Il titolo scelto per l’edizione 2023 è “Innovazione e cambiamento tecnologico e istruzione nell’era digitale per raggiungere la parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze”.
L’Italia sarà presente con due eventi a latere. Il primo si terrà il 7 marzo, alle 8.15, ora locale di New York, le 14.15 in Italia e sarà orientato all’educazione tech e ai progetti messi in atto per garantire spazi ditali sicuri ed equi. Il secondo appuntamento invece sarà il 9 marzo, alle 17.30 italiane e sarà dedicato alle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni precoci. Entrambi gli appuntamenti potranno essere seguiti online sul sito delle Nazioni Unite.

Spazio, Tajani: è il nostro futuro dobbiamo investire di più

Spazio, Tajani: è il nostro futuro dobbiamo investire di piùPadova, 6 mar. (askanews) – “La politica estera non è una competenza esclusiva del ministro o dei diplomatici ma ogni italiano che lavoro è parte della politica estera, come le imprese grandi e piccole a ogni latitudine e lo spazio rappresenta il futuro e dobbiamo investire e crederci di più”.
Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, nel suo intervengo alla Conferenza addette e addetti scientifici e spaziali che si svolge all’Università di Padova.
“Anche il nostro sapere è politica estera – ha aggiunto – perché il sapere dell’uomo che  è al centro di tutto ci permette di far conoscere ancora meglio quale è il nostro paese uomini e donne che lavorano nel settore della scienza. Mettere al centro l’uomo che sa e che conosce come gli antichi che guardavano allo spazio, che guardavano alle stelle. Anche tutta la conoscenza e la rivelazione della nascita di Gesù avviene attraverso la stella cometa, conoscere lo spazio riguarda anche la nostra natura. Usare questo sapere per collegare uomini e nazioni tra loro significa che come italiani siamo in grado di svolgere un ruolo così importante, come chi nelle nostre ambasciate svolge questo ruolo. Spazio oggi – ha concluso Tajani – vuol dire industria, significa avere un sistema di ricerca che ci porta a conoscere quello che accade nel mondo. Abbiamo un nostro addetto all’agenzia spaziale a Parigi, perché si decide il destino del nostro paese”.

Spazio, Premio “Science, She Says” a 5 ricercatrici all’estero

Spazio, Premio “Science, She Says” a 5 ricercatrici all’estero

Nerissa Naidoo, Jacqueline Godoy Mesquita, Lindsay Bassman Oftelie, Ornela Dardha e Nan Yang

Padova, 6 mar. (askanews) – L’edizione 2023 del premio “Science, She Says”, istituito dalla direzione generale del ministero degli Esteri per la Promozione del sistema Paese e dedicato a giovani ricercatrici “under 40” all’estero, va a Nerissa Naidoo, Jacqueline Godoy Mesquita, Lindsay Bassman Oftelie, Ornela Dardha e Nan Yang.
Il riconoscimento, attribuito a cinque ricercatrici di altrettante aree del mondo, è stato assegnato oggi alla Conferenza delle Addette e degli Addetti Scientifici e Spaziali 2023, evento dal titolo “La diplomazia scientifica al servizio della crescita dell’Italia” in corso presso l’Università di Padova.
Per la regione Africa e Medioriente, a Nerissa Naidoo è stato riconosciuto l’impegno a migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità; per l’America centrale e meridionale, Jacqueline Godoy Mesquita è stata premiata per le sue innovative scoperte nel settore delle equazioni differenziali; a Lindsay Bassman Oftelie, premiata per l’America del nord, è stata riconosciuta la capacità di presentare approcci muiltidisciplinari negli studi sull’intelligenza artificiale e la fisica quantistica; per l’Europa il premio è andato all’informatica Ornela Dardha per le sue approfondite indagini sulla nuova società tecnologica; ed infine per l’area Asia e Pacifico il premio va a Nan Yang per l’attenzione al tema della sostenibilità energetica. Impossibilitata a partecipare all’evento, il suo riconoscimento è stato ritirato dall’addetta scientifica presso l’ambasciata d’Italia a Pechino, Alessandra Guidi.

“Il futuro dell’Occidente”, un incontro al Centro Studi Americani

“Il futuro dell’Occidente”, un incontro al Centro Studi AmericaniRoma, 6 mar. (askanews) – Il Centro Studi Americani e Aspen Institute Italia, in collaborazione con European Council on Foreign Relations e Ambasciata Usa in Italia, organizzano il Transatlantic Forum: the future of the West.
Il dibattito si svolgerà nel pomeriggio di oggi presso la sede del Centro Studi Americani in via Michelangelo Caetani 32, Roma. L’evento è aperto alla stampa ed è realizzato anche grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Partecipano tra gli altri Gianni De Gennaro, Presidente CSA, Giulio Tremonti, Presidente di Aspen Institute Italia, Shawn Crowley, Chargé d’Affaires, U.S. Embassy to Italy, Paula J. Dobriansky, former Under Secretary of State for Global Affairs, Kurt Volker, Distinguished Fellow, Center for European Policy Analysis; Founding Partner, American University of Kyiv, Hanna Halchenko, Consigliere dell’Ambasciata ucraina in Italia, Viktor Elbling, Ambasciatore della Germania in Italia e Ian Lesser, Vice President, German Marshall Fund of the United States.
Ad un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, le implicazioni globali del conflitto hanno portato all’ulteriore rafforzamento del ruolo della NATO e dell’Unione Europea nell’ambito dei rapporti transatlantici. Il dibattito affronterà le possibili ripercussioni e i futuri scenari interni ed esterni per l’Occidente sul lungo termine.

IIC Marsiglia: dal 16 marzo la personale di Marco Angelini

IIC Marsiglia: dal 16 marzo la personale di Marco AngeliniRoma, 6 mar. (askanews) – S’inaugura giovedì 16 marzo 2023 a Marsiglia l’esposizione personale dell’artista romano Marco Angelini, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci.
Il sodalizio artistico tra Angelini e Nidiaci prosegue in quanto l’artista e la curatrice vantano all’attivo diverse collaborazioni, in particolare le mostre personali dell’artista nel 2019 in collaborazione, rispettivamente, con l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia e con l’Istituto Italiano di Cultura di Algeri.
In questa occasione, la collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia si traduce nell’ospitare direttamente presso le sale espositive dell’Istituto le opere di Angelini, fungendo da habitat ideale delle stesse.
Il corpus di opere, composto per esattezza da 30 lavori ad acrilico su tela (che vedono, misto al colore, l’impiego ora di elementi seriali, ora della foglia oro) e 6 sculture a dimensione naturale, racconta le emozioni dell’artista sotto forma di ricordi che si intrecciano con quelle della storia e cultura marsigliese, intercettando idealmente delle trame emozionali come vere e proprie radici, diramazioni.
Marco Angelini è nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia.
Ha realizzato, dal 2006 ad oggi, varie mostre personali a Roma, Milano, Varsavia, Cracovia, Londra, Bratislava, Algeri, Santiago del Cile, Bologna e partecipato a collettive, presso spazi pubblici e gallerie private, a New York, Washington DC, Tel Aviv, Abu Dhabi, Varsavia, Zamosc, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma, Lucca.
Le opere di Marco Angelini fanno parte di diverse collezioni private, tra cui quella della Fondazione Roma.
Laureato in Sociologia studia il fenomeno urbano ed è interessato alle culture e subculture che si creano nelle metropoli del mondo.
Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane.
La sua ricerca espressiva è dominata dalla materia. A volte i materiali diventano la superficie pittorica al posto della tela, altre volte diversi oggetti, spesso di riciclo, entrano a far parte dell’opera.
La forma astratta interpreta perfettamente la sua poetica fluida e mutevole che suggerisce l’esistenza di molteplici realtà.
Affronta diverse tematiche di ricerca: natura e tecnologia, tempo e memoria, dialogo interreligioso e dimensione del “sacro”, arte e scienza, energia e sostenibilità.
Così la curatrice della mostra Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci scrive nel testo critico del catalogo posto a corredo dell’esposizione: “Marsiglia possiede un centro storico rimasto lo scrigno di una certa anima popolare, crogiolo di culture. Tale capillarità è minuziosamente ma non didascalicamente descritta dalle tele toccate dal colore acrilico di Marco Angelini, artista sociologo di formazione, che, completamente scevre da forzature e obblighi interpretativi e adempiendo perfettamente alla logica astrattista, raccontano una commistione visiva e ideologica al contempo, la coesistenza e la coesione di culture e sottoculture differenti”.
“La capillarità è, per scientifica definizione, l’insieme di fenomeni dovuti alle interazioni fra le molecole di un liquido e un solido sulla loro superficie di separazione. Le forze in gioco che si manifestano in tale fenomeno sono la coesione, l’adesione e la tensione superficiale. Le campiture piatte di Angelini accolgono, divenendo habitat colorati, macchie che tendono alla circolarità benché informi, fluide, in un continuo divenire; questi elementi coabitano con elementi più netti, forme più precise, che rimandano ad un infinitesimo rapporto spazio-temporale tra macro e micro, tra la collettività e l’individuo, tra le collettività stesse e vicendevoli”.
L’esposizione sarà visitabile sino al 3 maggio 2023.

Francia, domani “martedì nero”, nuovo sciopero riforma pensioni

Francia, domani “martedì nero”, nuovo sciopero riforma pensioniRoma, 6 mar. (askanews) – Domani 7 marzo in Francia scatta la sesta giornata di manifestazioni e scioperi contro la riforma delle pensioni che si preannuncia molto calda. Questo è almeno l’auspicio dei principali sindacati che domani chiedono di “fermare la Francia” per cercare di far arretrare l’esecutivo che vuole portare l’età pensionabile dai 62 anni attuali a 64.
Nessun sindacato è in grado di prevedere con precisione l’entità degli scioperi, ma tutti si aspettano un “giorno nero” in molti settori. Molti disagi riguarderanno i trasporti. Al punto che il ministro delegato ai Trasporti, Clement Beaune, ha invitato “tutti coloro che hanno la possibilità di ricorrere al telelavoro”, avvertendo che sarà “uno dei giorni più duri che abbiamo mai avuto”. Secondo fonti della polizia, sono attesi tra 1.1 e 1.4 milioni di manifestanti, di cui 60-90.000 a Parigi.
L’altro punto controverso della trattativa sono i regimi pensionistici speciali, che riguardano intere categorie di lavoratori tra cui i dipendenti della Ratp (la rete di trasporti di Parigi), della Banca di Francia e del Consiglio economico, sociale e ambientale, dei dipendenti delle aziende energetiche.
Entrando nei dettagli lo sciopero di domani interesserà soprattutto il traffico ferroviario. Sncf, operatore nazionale, e Ratp e Rer, linee metro urbana e suburbana di Parigi, saranno quasi bloccati. Circolerà solo un Tgv su cinque e nessun Intercity. Per quanto riguarda il settore aereo, dovrebbero incrociare le braccia gli uomini radar. L’ente dell’aviazione civile ha chiesto alle compagnie di ridurre i voli dal 20 al 30 per cento. In sciopero di nuovo anche gli insegnanti.
La Cgt, principale confederazione sindacale di Francia, si attende che altre categorie si astengano dal lavoro, in particolare i dipendenti delle raffinerie. Il sindacato spera di riuscire a bloccare gli impianti e creare carenze di benzina nelle stazioni di servizio.

Bakhmut, “ritiro tattico limitato” ucraino per sfinire Wagner

Bakhmut, “ritiro tattico limitato” ucraino per sfinire Wagner

Così analisi militari. Austin: anche se cadesse, non cambia sorti

Milano, 6 mar. (askanews) – Sembra che le forze ucraine stiano “conducendo un ritiro tattico limitato” nella parte orientale di Bakhmut, per sfinire le truppe di Mosca. E continuano a “infliggere perdite elevate alle forze russe, in avanzata”, afferma l’Istituto per lo studio della guerra (Isw)con sede negli Stati Uniti nel suo ultimo aggiornamento: “è ancora troppo presto per valutare le intenzioni ucraine riguardo a un completo ritiro dalla città” si afferma, e per dire quali siano le intenzioni dell’Ucraina. La difesa di Bakhmut “rimane strategicamente valida” e potrebbe perseguire “un graduale ritiro dai combattimenti per esaurire le forze russe attraverso la continua guerra urbana”.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso omaggio ai combattenti nel Donbass, mentre le sue forze sono sottoposte a pressioni sempre più intense nella città-fortezza, dove la battaglia è infernale e prosegue ormai da oltre sei mesi. Bakhmut “è una delle battaglie più dure. Dolorosa e stimolante”, ha detto Zelensky nel suo discorso notturno.
Le truppe russe continuano a tentare di circondarla, cercando di interrompere le linee di comunicazione e di rifornimento. Ma anche sull’altro lato c’è fortissima tensione: le linee del fronte, vicino a Bakhmut, potrebbero crollare se i mercenari russi della Wagner non riceveranno le munizioni promesse da Mosca a febbraio, dice il capo del gruppo Evgenij Prigozhin: punti di vista evidentemente divergenti tra il Cremlino e la milizia.
“È improbabile che le forze russe assicurino rapidamente significativi guadagni territoriali quando conducono la guerra urbana, che di solito favorisce il difensore e può consentire alle forze ucraine di infliggere perdite elevate alle unità russe in avanzamento, anche se le forze ucraine si stanno attivamente ritirando”, afferma l’Istituto per lo studio della guerra.
L’Isw ha affermato che le forze russe dovranno ancora combattere attraverso il centro di Bakhmut sulla sponda occidentale del fiume Bakhmutka, che è fortemente difeso e favorirà le forze ucraine. Nei giorni scorsi il consigliere di Zelensky, Aleksander Rodnyansky aveva messo in guardia da eventuali ritiri ucraini: “non mancherà una controffensiva” aveva detto in una intervista alla Cnn.
La guerra urbana a Bakhmut potrebbe degradare ulteriormente: le forze miste russe – mercenari ed effettivi – sono già esauste. In un modo simile a quello causato dal ritiro combattente dell’Ucraina dalla linea Severodonetsk-Lysychansk, che ha effettivamente posto fine alle operazioni offensive russe nelle oblast’ di Lugansk e Donetsk nell’estate del 2022.
E comunque anche se fosse una caduta per Bakhmut, “non significherebbe che la Russia ha cambiato le sorti della guerra”. Così la pensa il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin che ha affermato che la città-fortezza ucraina ha un’importanza più simbolica che operativa e ciò non vorrebbe dire necessariamente che Mosca abbia riacquistato lo slancio nel suo sforzo bellico durato un anno.